Valyrion

Drago (in gioco)

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  1. Midnight Dragon
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    Valyrion

    Razza: Drago
    Sesso: Maschile
    Età: 21 anni, 221 (computo Aeterniano)
    Elemento: Fuoco
    Aspetto fisico:
    Sebbene l'età rigorosa di Valyrion sia quella di 221 anni, 200 di questi sono stati vissuti al di fuori del normale scorrere del tempo, in una sorta di stasi temporale di cui ora non ha memoria. Di conseguenza, fisicamente è in tutto e per tutto rimasto uguale a com'era 200 anni prima, un drago adolescente dell'età di 21 anni. Squame di un rosso acceso ricoprono interamente il suo corpo sinuoso e atletico da predatore, capace di scattare repentinamente e muoversi con la furtività di un cacciatore. Pur essendo molto rapido e veloce, Valyrion non possiede ancora tutta la forza di un drago adulto e dunque punta sull'agilità per colpire. Le due dimensioni del resto sono ancora quelle di un giovane: alto due metri fino alla spalla, quattro fino alla testa e lungo in totale 12 metri dalla punta del muso alla punta della coda. Con un'apertura alare di una ventina di metri, è in grado di volare per lunghi tragitti, dimostrando pure una certa maestria nell'arte del volo (che è uno dei suoi passatempi preferiti). Le squame tendono ad assumere una tonalità più chiara mano a mano che procedono verso il ventre e l'interno delle zampe, i cui artigli color dell'argento sono perfettamente in grado di dilaniare la carne come se fosse burro. Gli artigli argentati, così come argentate sono le quattro corna ricurve all'indietro, i denti e la punta della coda, sono una caratteristica peculiare del suo branco e Valyrion presta una cura quasi maniacale nel tenerli perfettamente lucidi e letali, è un po' una dimostrazione del proprio orgoglio draconico.
    Ma forse il tratto fisico più peculiare di Valyrion è il Luminare dell'Ascensione che porta in ogni momento sulla fronte: una piccola gemma rossa come rubino, a forma di goccia, che emana riflessi accesi - quasi infuocati - ed è una delle fonti del suo potere. La scaglia su cui si è letteralmente fusa non cade mai ed ha assunto negli anni il colore dell'oro, perfettamente lucida come uno specchio. Da lì si diramano le sottili linee d'oro che solcano le sue squame, attorno agli occhi - di un rosso fuoco accesissimo, con l'iride racchiusa in un anello d'oro e le pupille verticali tipiche dei rettili - fino al collo e sulle zampe, con un motivo che ricorda vagamente quello di lingue di fuoco stilizzate come tatuaggi. Dal collo si diramano verso la schiena, specialmente sull'attaccatura delle ali, salvo unirsi sulla coda e spiraleggiare fino alla punta d'argento in fondo. Questo motivo dorato, che pare vivere di vita propria e a tratti pulsa come se del sangue vi scorresse dentro, tende ad espandersi enormemente quando Valyrion prova ondate di forti emozioni, fono al punto in cui ogni scaglia ha i bordi dorati e le ali sono attraversate da un arabesco di fiamme d'oro, mentre è ridotto all'essenziale nelle situazioni di vita comune.
    Ma proprio grazie al potere del Luminare, Valyrion può scegliere di non apparire solo come un drago: plasmata da un antico popolo di semidei, la gemma ne porta ancora vivo il ricordo, così che Valyrion può assumere una forma che più si avvicina a loro, quella che avrebbe avuto se fosse nato della loro specie. Queste sembianze alternative sono quanto di più simile ad un umano si possa immaginare; tuttavia le proporzioni, la pelle e il volto sembrano rasentare il più alto grado di perfezione che si possa umanamente raggiungere. Come umano, Valyrion ha le sembianze di un ragazzo della sua età - ventunenne - decisamente troppo carino per essere normale (non che a lui importi più di molto). Alto un metro e ottantacinque e con un fisico molto atletico, dalla pelle chiara e liscia e solcata dallo stesso motivo di fiamme dorate del Luminare e con gli stessi curiosissimi occhi rosso fuoco e d'oro che porta nel suo aspetto draconico, stona decisamente quando si mescola con gli altri umani: dà nell'occhio come un'incendio nel bosco. In parte questo è anche colpa dei capelli, altro particolare insolito, color del fuoco vivo e perennemente o spettinati o arruffati alla bell'è meglio. Un dettaglio curioso è come i segni del Luminare tendano ad addensarsi laddove dovrebbero trovarsi i suoi particolari dragonici: sulla schiena, attraversata da due lunghi solchi d'oro destinati ad unirsi lavvode si dovrebbe trovare la coda, sulle braccia e sulle mani - soprattutto in corrispondenza degli artigli - e intorno agli occhi.

    Vestiario: Quello che trova, davvero. Solitamente cose rubate o in prestito, anche se possiede qualche abito proprio. Ha ancora una leggera tunica bianca di lino finemente ricamata - quella con cui si è ritrovato dopo il vuoto di memoria - ma col tempo ha raccimolato un pesante mantello da viaggiatore, pieno di tasche, e qualche vestito da città (si solito in materiali da quattro soldi e senza pretese, come pelle di qualità mediocre, stoffa, cotone).
    Armi: Artigli, zampe, coda, denti, il proprio corpo in buona sostanza. E il fuoco.
    Inventario:
    >Moneta d'Oro: Una grossa moneta d'oro (circa 4 centimetri di diametro), su cui è finemente coniata da un lato un'elaboratissima rosa dei venti, dall'altro una clessidra attorno alla quale campeggia una scritta in caratteri antichi che recita "Eithra Aien Eoloein" (ovvero "Il Tempo è Libertà"). Sul bordo della moneta è inciso il nome "Valyrion". Sulla clessidra, una lunga e sottile crepa attraversa il conio della moneta.
    >Cristallo di Fuoco: Un piccolo monile creato da Sylverion e Valyrion come simbolo del proprio legame fraterno: è un cristallo di ghiaccio di Sylverion che racchiude una fiamma di Valyrion. Per qualche motivo, il ghiaccio non si scioglie mai e analogamente la fiamma racchiusa non smette mai di bruciare. Più un ricordo che altro, la sua unica particolarità è che la flebile luce che emette ha un guizzo quando il cristallo punta in direzione del suo gemello, che chiamaramente è in possesso di Sylverion.
    Carattere:
    Sempre pieno di energie, una delle poche cose che gli riescono davvero difficili è stare fermo. Un po' come il fuoco interiore che lo pervade, Valyrion mette sempre tutto sé stesso in quello che fa, passa sempre da un'attività all'altra con quella che sembra frenesia, ma che in realtà è semplicemente voglia di fare (ed una certa dose di impazienza). Il lusso di riposarsi è qualcosa che non lo stuzzica minimamente, salvo quando immancabilmente alla fine di ogni giornata le forze gli vengono meno e, semplicemente, si addormenta. Per riprendere dalla mattina successiva: non c'è niente che, secondo Valyrion, non meriti di essere vissuto appieno, che è il motivo per cui è possibile vederlo stanco solo raramente. Inoltre, per essere un drago che ha passato l'intera sua infanzia come creatura selvatica e libera da ogni restrizione e civilizzazione, è dotato di un'intelligenza semplicemente spaventosa: in parte è talento naturale, in parte il potere del Luminare dell'Ascensione che porta sulla fronte, ma senza entrare nel merito Valyrion è in grado di imparare virtualmente qualsiasi cosa, ad avere la voglia di fermarsi ad ascoltare. Il che vuol dire che, molto spesso, si ferma solo per imparare ciò che soddisfa il pozzo infinito della sua curiosità. Ogni cosa può stuzzicare il suo interesse: la natura, per esempio, è qualcosa che non smetterà mai di affascinarlo ("Se solo riuscissi a applicarti, avresti la possibilità di diventare uno dei più grandi scienziati della storia" gli è stato più volte detto dal suo maestro), ma anche le relazioni sociali sono una fonte infinita di interesse, forse in parte perché per lui sono una relativa novità. Nessuna delle regole sociali è mai scontata quando c'è di mezzo Valyrion: è in grado trovarsi nelle situazioni più imbarazzanti o pericolose e giustificarsi come se fosse del tutto naturale, solitamente usando come giustificazione "scusa, non lo sapevo", così come non prova spesso imbarazzo nel suo modo di relazionarsi con gli altri e fa fatica a comprendere il concetto basilare di "segreto". Un'altra delle regole sociali che non ha mai davvero compreso fino in fondo è il concetto di proprietà: niente è davvero di nessuno, per Valyrion, se non di chi ha la forza per possederlo. Una legge naturale del più forte non dissimile a quella con cui un drago protegge il proprio territorio, ma che combinata con la sua implacabile curiosità causa effetti disastrosi: così, il peggior difetto di Valyrion non è il non saper tenere la lingua a freno, non l'avere difficoltà a capire le relazioni sociali, ma il fatto di essere un inguaribile kleptomane. Valyrion prende semplicemente quello che vuole e a volte lo restituisce con altrettanta facilità, senza chiedere mai a nessuno perché, per lui, è sempre stato naturale non possedere mai niente e prendere dalla natura ciò di cui aveva bisogno. Che immancabilmente lo porta sempre a cacciarsi nei guai.

    A proposito di relazioni sociali, la prima cosa che Valyrion ha imparato dalla civilizzazione è che uccidere è sbagliato, se non è per mangiare o difendersi. E gli umani - un tempo una preda come un'altra - così come tutte le altre specie senzienti che ha avuto modo di incontrare nei suoi viaggi, sono diventati una prospettiva nuova da esaminare, con cui relazionarsi, a volte persino amici. La sincerità di Valyrion e il suo dire sempre esattamente quello che pensa possono essere un problema, ma quando non lo sono a lui piace sempre circondarsi di persone ed essere al centro dell'attenzione. Non è amicizia, è non ostilità, che vuol dire che comunque un grado di frequentazione e fiducia maggiore è comunque richiesto per stringere amicizia con lui. Questo accade spesso quando è presente una certa dose di aiuto reciproco, un'intesa muta e senza bisogno di parole molto simile a quella che due compagni di caccia possono raggiungere. Comunque, l'estroversione aiuta sempre in questi casi, soprattutto quando Valyrion sceglie di presentarsi in forma umana che - per motivi che probabilmente non riuscirà mai a capire - sembra sempre molto meno minacciosa di quella draconica. Non che si comporti molto diversamente nell'una piuttosto che nell'altra.
    In ogni caso, un altro dei suoi piccoli difetti è quello di essere impulsivo, alle volte. Se fai qualcosa per non piacergli, te lo dirà in faccia subito. Se fai qualcosa per fargli del danno, passa subito ai fatti e non esisterà a cercare di mostrarsi il più forte. Fai qualcosa per farti odiare davvero, e se non fai attenzione diventi un cumulo di ceneri fumanti. Un po' per questo tende a cacciarsi in inutili competizioni o duelli - scontri, nel peggiore dei casi - dai quali solo con un po' di buonsenso (possibilmente dall'esterno) riesce a uscire con la decisione più saggia. E va anche detto che se è vero che si fa sempre un'idea intuitiva degli altri, se l'evidenza dimostra il contrario è tanto rapido a cambiarla tanto più si trovava in errore.

    Una nota a parte merita il rapporto con suo fratello maggiore, Sylverion. Compagni di una covata tanto eterogenea tanto il fuoco e il ghiaccio sono diversi tra loro, tra i due fratelli c'è sempre stato, per così dire, un certo feeling. Sylverion e Valyrion s'intendono con una semplicità disarmante, si muovono come una sola creatura quando sono a caccia o combattono fianco a fianco, ridono e scherzano quando sono insieme e basta, spesso, una sola occhiata per capirsi. Valyrion resta sempre un po' sottomesso al volere del fratello, di cui riconosce la maggiore calma e saggezza, e il fatto che ha molto più spesso ragione lui di quanto possa immaginare. Non per questo, però, smette mai di metterlo alla prova quelle volte che lo vede in difficoltà, cercando di assumere un'atteggiamento più da leader, e qualche volta ci riesce pure. Le altre, cioè quasi sempre, Sylverion vanifica i suoi tentativi prima ancora che inizino. Di solito è sempre lui a prendere le decisioni, infatti. Guai però a toccargli il fratello, è il modo migliore per fargli perdere del tutto il lume della ragione, e a quel punto chi può farlo tornare in sé?



    In battaglia:

    Potere speciale: Vaelyr Luminari - la Fiamma dell'Ascensione
    La fonte principale del potere di Valyrion è il Luminare dell'Ascensione che porta sulla fronte: un cristallo a forma di goccia, simile ad un rubino di un rosso intenso con riflessi scarlatti, da cui si dirama un intreccio di linee dorate che solca il suo corpo sia da umano che, alle volte, da drago. Il Luminare è parte di lui e racchiude più poteri di quanti Valyrion stesso possa anche solo immaginare, molti dei quali gli sono inaccessibili (non che gli importi molto); è proprio grazie al Luminare che ha potuto esprimere la propria intelligenza ed affinarla, sviluppando enormemente la sua capacità di apprendimento ed il controllo sui propri poteri, rendendolo quanto più simile possibile ai semidei che hanno creato il cristallo, nei limiti che una creatura mortale non può valicare.

    Il Luminare dell'ascensione agisce come puro e semplice catalizzatore di poteri, al momento, e concede a Valyrion due abilità distinte:
    - Valyrion può usarne il potere per acuire il controllo die propri poteri; questo si traduce in un certo grado di controllo delle fiamme che ha evocato, che altrimenti non potrebbe estinguere senza che esse non lo facciano spontaneamente. Diventa quindi in grado di controllare quando spegnere le fiamme - solo quelle che ha evocato o soffiato lui, però - e può in certi casi anche muoverle (tipo pirocinesi). Non può però controllare le fiamme evocate da un potere magico che non è il suo, anche se può controllare quelle "naturali".
    - Valyrion può assumere una forma umana e comprendere qualsiasi linguaggio; questo è un barlume del ricordo di coloro che gli hanno donato il Luminare. La trasformazione (che può essere anche parziale) non comporta nessun vantaggio fisico al di fuori delle dimensioni del proprio corpo e nessun vantaggio magico di per sé, si porta con sé qualsiasi ferita ricevuta da una forma all'altra, può essere mantenuta indefinitamente e disfatta in qualsiasi momento (se esiste lo spazio ed il tempo sufficiente a farlo); tuttavia, Valyrion non può imparare ad usare armi umane se non a livello assolutamente intuitivo. Inoltre, Valyrion sarà sempre in grado di capire qualsiasi lingua scritta o parlata e chiunque sarà sempre in grado di capire quello che dice.

    Tecnica I: Respiro di Fuoco
    Come ogni drago che si rispetti, Valyrion può emettere un soffio del proprio elemento a comando. Tutto ciò che occorre è prendere un profondo respiro e soffiare, forte, contro un abiettivo; il risultato è un cono di fiamme intense che si propaga di fronte a lui. Le fiamme del respiro di un drago bruciano più intensamente del comune fuoco, ma non hanno particolari altre caratteristiche.
    In forma draconica, Valyrion può solo soffiare le fiamme e, a causa delle dimensioni dei suoi polmoni, soffiare per lunghi periodi e a lunghe distanze. In forma umana, Valyrion può comunque soffiare fiamme, anche se il raggio dell'abilità è molto inferiore. Per ovviare a questo, può utilizzare il Luminare dell'ascensione per evocare le fiamme accanto a sè, in modo da poter mantenere l'abilità per lo stesso tempo di quando è in forma draconica. In questo caso, il raggio dell'abilità resta comunque molto ristretto ma il cono di fiamme può essere molto più ampio.

    Tecnica II: Esplosione
    Utilizzando la propria magia e concentrando la mente su un punto fisso, Valyrion può accumularvi abbastanza potere magico da innescare una violenta esplosione di fiamme. Chiaramente deve poter vedere, o comunque capire dove concentrare il proprio potere, e per questo motivo anche se a livello teorico potrebbe usare questa tecnica ovunque nel suo raggio visivo, tanto più il punto è lontano da Valyrion, tanto più tempo è richiesto per concentrare il potere magico per causare l'esplosione, o a parità di tempo, la tecnica sarà più debole. Quando è innescata, l'esplosione colpisce tutto ciò che si trova nel suo raggio con violenza tanto maggiore tanta più energia è stata impiegata, emanando fuoco e fiamme nelle immediate vicinanze. In taluni casi essere colpiti in pieno può, oltre che sbalzare via ed ustionare, anche stordire a causa del rumore improvviso causato, ma solo per le esplosioni più forti. La tecnica, che richiede semplicemente un po' di concentrazione, può essere anticipata tenendo conto che negli istanti immediatamente prima dell'innesco la temperatura della zona interessata aumenta improvvisamente, anche se il tempo di reazione è tanto minore tanto più è vicina a Valyrion. La forma che assume Valyrion non influenza quest'abilità.

    Tecnica III: Fiamma Guardiana
    Una variante del classico muro di fiamme - poco pratico nella maggior parte delle circostanze - la Fiamma Guardiana altro non è che semplice fuoco evocato da Valyrion in cui egli ha infuso un preciso intento di proteggere. La Fiamma Guardiana assume inizialmente una qualsiasi forma, solitamente animale, e raggiunto l'obiettivo si espande a dismisura diventando una sorta di muro di fuoco senziente che cercherà di fare ogni cosa in suo potere per proteggerlo. In assenza di pericoli, seguirà il suo protetto nella sua forma originale e persisterà fino due ore dalla creazione, infine spegnendosi. Quando si "attiva", il muro di fiamme persiste fino a 3 turni da quando è evocato, o 4 se Valyrion è nelle vicinanze e controlla attivamente le fiamme. Se lui non c'è o non presta attenzione, queste fanno tutto da sole, ma poiché il loro intento è proteggere non attaccheranno mai l'avversario spontaneamente. Eventuali oggetti inanimati che prendono fuoco diventeranno momentaneamente parte dell'elementale che li userà per difendere e bloccare attacchi fisici laddove possibile. Valyrion può attualmente controllare una sola fiamma guardiana per volta, ed evocarne un'altra estinguerà automaticamente la prima.


    Storia:

    Atto Primo
    Il Passato, il Presente e la Moneta


    Fu il mare a svegliare Valyrion, con un dolce scrosciare d'onde. Il sole filtrava appena attraverso le fitte fronde degli alberi, ma Valyrion non aveva più sonno. Forse non aveva nemmeno dormito. La terra era fresca, l'aria pulita e portava con sè l'odore salmastro dell'acqua, il profumo dell'erba degli alberi e delle tamerici. Eccetto l'occasionale frusciare delle foglie, tutto il resto taceva. Sotto la schiena, la terra era un po' umida, quindi si alzò. Non era solo il mondo a tacere, ma nella sua mente qualcosa si bloccava, qualcosa di tremendamente importante era chiuso, a chiave, saldamente dietro un portone. Valyrion non se ne curò, tutto ciò che gli serviva sarebbe arrivato, lo sapeva. Fece solo un respiro, assaporando l'aria pulita. Poi, si tuffò a capofitto nel mondo in cui si era svegliato, convinto che mano a mano scoprendo il mondo avrebbe riscoperto sé stesso.
    E lì rimase fino al calar del sole: aveva camminato in lungo e in largo per la foresta, senza un criterio fisso, concentrandosi su ogni cosa che attirava il suo interesse: e tanto più riscopriva di capire ciò che lo circondava - non il perché o il come vi si trovasse, che gli sfuggiva - sottili brandelli di memoria riaffioravano naturalmente, senza bisogno di essere forzatamente chiamati. Riscoprì il suo nome, il suo passato da drago, l'esperienza del volo osservando il cielo, riscoprì il proprio carattere vivo e curioso quando seppe di essere fatto così, correndo sull'erba. Quando ebbe fame, cacciò una lepre, riscoprende la bellezza del fuoco e il sapore della carne. Piccoli tasselli senza un ordine, di cui però il gran disegno mancava. Ma a Valyrion non importava ancora, ed intento a ripercorrere la propria vita passata perse cognizione del tempo e si ritrovò ad osservare il tramonto.
    E qui un pezzo mancava. Uno importante, bello grosso, come se interi anni della sua vita fossero celati alla sua memoria, sebbene ciò che aveva appreso filtrasse senza problemi. Valyrion non seppe trovarne una spiegazione, e ce ne perse di tempo per capire che da solo non poteva colmare quel vuoto. Eppure aveva appreso così tanto su di sé e sulle proprie capacità... ma non bastava. Quando calò la notte, semplicemente si rannicchiò su sé stesso, pronto per dormire; tenendoli come se fossero preziosi, osservava le uniche due cose che poteva dire davvero sue: una misteriosa moneta d'oro, di cui non aveva mai saputo ricordare alcunché, ed un piccolo cristallo di ghiaccio, dentro al quale una piccola fiamma ardeva illuminando di una flebile luce dorata la notte. Adesso ricordava cosa significasse, ma non lo rincuorava; e si addormentò, chiedendosi dove fosse finito Sylverion, sentendosi per la prima volta più solo di quanto non fosse mai stato.


    Edited by Zampa di lupo - 7/7/2015, 09:04
     
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    Noto molte somiglianze tra Valyrion e me XD sembra un personaggio fighissimo.
    se quello era il carattere immagino il resto... mi intasi il server! (?)
    per ora va benissimo, se almeno le tecniche riesci a postarle entro oggi ti convalido intanto la scheda, poi aspetto e storia tanto non cè niente da "criticare" sei te a doverla decidere e puoi inserirle anche dopo che la scheda è convalidata visto che non ci sarò per un po', ma almeno le tecniche sarebbe meglio se gli do un'occhiatina.
     
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    Peeeerfettissimo. Valyryon è in gioco!
    comunque complimenti, me l'avevi già anticipato ma descritto a pieno è ancora più figo.
    Per la domanda in tag: si certo puoi aggiungere cosa vuoi dove vuoi, solo le tecniche si potenziano progressivamente come c'è scritto nei regolamenti.
     
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2 replies since 28/12/2014, 12:44   173 views
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