Orizzonte oscuro

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    rispondo subito perché si. Volevo far combattere Genna e la scusa migliore era quella di Torin Joveia, che fra l'altro tu mi hai sempre scritto con la L e io l'ho sempre scritta con la I... se ti riferisci al fatto che è bello addormentato nel parcheggio si, ora te lo dicono quei due. Aes è scemo si era capito, ma, anche se non sembra, fino ad ora non ho scritto del tutto a caso ^^

    Senza troppi complimenti e con il volto di chi la sa lunga, intenzionata a vendicare la I sostituita dalla L perché Torin Jovela suona male e Aes aveva faticato per tirare fuori un nome del genere, la donna sogghignò perfidamente come nel più perfido dei momenti in cui la perfida di turno deve impiegare circa tre quarti di secondo a mostrare il suo malvagio sorriso alla Cortex.
    Decisosi a smettere di dire boiate, l'autore riprese:

    "E con chi se no? Sei tu Torin Joveia, non puoi negarlo! Vi abbiamo seguito fin qui anche se... avete tentato in ogni modo di depistarci, quel maledetto drago le ha tentate di tutte per far perdere le sue tracce in volo! Eheh... ma noi siamo troppo furbi per lui. Lo dimostra il fatto che è bastato fingere di chiedergli un autografo per avere il tempo di addormentarlo per bene. Adesso non potrà disturbarci, noi vogliamo te! Un po' di gente è venuta per divertirsi, questo è il luogo migliore per dimostrare quanto tu in realtà sia una buona a nulla!"
    Dopo essersi sfogata e avergliene dette quante ne aveva in corpo, si aggiustò la frangia quasi bionda perché le sue parole risultassero più minacciose.
    Aggrottò le sopracciglia, arricciò il naso e continuò con non chalance il suo acceso monologo.
    "Sai quel giorno ti facesti molti nemici... adesso pagherai le conseguenze della tua ingenuità!"
    Dal nulla comparve un tipo. Un tipo con pizzetto nero e faccia da "un bicchiere e via dove mi porta il cuore", come avevo scritto sopra in somma.
    Quel tipo... che si rivolse alla donna.
    "Sono riuscito a trovare altro aloroenzio, non è molto ma..."
    "Non mi serve più, non vedi che sono impegnata?"
    "Ma io..."
    "Vattene, il drago dorme già"
    Quello la guardò dubbioso, ma la domanda fondamentale doveva porgliela:
    "Per il pagamento..."
    "Si si ne riparliamo dopo, prenota una stanza e aspettami"

    (?)


    Fu il folletto a prendersi la briga di dialogare con il tizio, e di farlo con un tono sufficentemente basso perché neanche il suo interlocutore capisse.
    Lo dimostrava il "comee?" dello spacciatore di aloroenzio, che oltre a doversi chinare per sentire le parole dell'omino doveva anche capire se era cosa buona e giusta restarsene lì dove stava.
    Tornata in assetto di guerra, senza aspettare una qualche reazione da parte della mitica Torin, la donna nel frattempo continuò.
    "Preparati! Mentre aspettiamo che arrivi qualche amichetto possiamo divertirci noi due..."
    Con un sacco di movimenti inutili e decisamente esagerati tirò fuori due pugnali dal non si sa dove della gonnellina, andando ad unire i pomoli delle due armi per formare una doppia lama. Nessuno avrebbe mai detto che una tipa del genere sapesse combattere, eppure chiunque avesse assistito alla scena si doveva ricredere, almeno sapeva muoversi.
    Scattò in avanti piuttosto rapidamente, anche se con un affondo decisamente diretto e per nulla preparato, iniziando a ruotare l'arma con estrema facilità e dando all'ultimo giro della rotazione una buona spinta per affondarlo sullo stomaco dell'avversaria.
    Le cose ora... lle son due: o la cosa finisce in fretta o è la quinta guerra mondiale ninja storm ultimate no jutsu revolution
     
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    Torin Joveia con la I? Oddei, E' VERO! Io l'ho sempre letto con la L! Dopotutto me lo meritavo quell'EgennaLilla di qualche messaggio fa XD

    Perché Genna sentiva i suoi occhi diventare una fessura, i muscoli irrigidirsi, la schiena rizzarsi e tutti gli altri piccoli movimenti che rendevano noto al mondo che era meglio allontanarsi da lei se non si volevano guai? Perché l'unica cosa che nel frattempo riusciva a pensare come un disco rotto era che quei tizi avevano ingannato Aes? La normale Genna non sarebbe semplicemente lamentata della sua incapacità di giudizio, chiedendosi nel frattempo perché considerare i draghi creature senzienti se finivano per cadere in trappole di così bassa lega? Allora perché non la rabbia che provava contro la tizia e i due esseri alle sue spalle non accennava a diminuire, semmai aumentava sempre di più?
    Ah, ma che importava il perché, il come, il quando e il chi! Erano quei tre i tizi che avevano osato toccare Aes senza il suo permesso, e questo le era sufficiente per indirizzargli contro tutta l'ira di cui era capace. Non amava combattere, ma si sarebbe piegata a farlo se loro avessero cominciato ad attaccare lei o lo svenuto Aes... dannato drago dalla pazienza infinita e dall'ingenuità altrettanto immensa... non sapeva quale cataclisma aveva appena creato imparando in appena una giornata e mezzo a sopportarla!
    Genna approfittò degli stupidi litigi tra i tre per togliersi lo zaino di dosso e lanciarlo a lato della strada. Non fece altro, aspettò semplicemente che qualcosa accadesse, senza forzare le cose né verso una risoluzione pacifica, né stimolandoli a sfoderare le armi, anche se non ci voleva molto per capire verso quale delle due la situazione stava portando il suo silenzio...
    Non voleva rivelare fin da subito i due assi che nascondeva nelle maniche, perciò, quando - finalmente - la tizia accennò a caricarla sfoderando con gesti esageratamente teatrali il suo pugnale a due lame, Genna ebbe tutto il tempo di alzare la gamba destra, recuperare il pugnale nascosto dentro lo stivale e rimettersi in posizione prima che lei le arrivasse contro. Il colpo sembrava abbastanza prevedibile - mirava al suo addome - per cui Genna portò il pugnale davanti a sé, abbastanza confidente di riuscire a pararlo senza problemi. Ma all'improvviso, l'arma nelle mani della tizia ruotò, mirando con la seconda lama ad un punto più a sinistra di quello che Genna aveva calcolato. Se riuscì a schivarlo, fu solo perché all'ultimo il suo istinto la fece indietreggiare facendo perno con la gamba destra, e deviando la lama nemica con il pugnale legato all'avambraccio sinistro nascosto dalla giacca.
    Lasciò che lo slancio della carica portasse portasse la tizia oltre e cercò di riguadagnare terreno con alcuni passi indietro nella direzione opposta. Anche se quella mossa l'aveva messa nella spiacevole situazione di ritrovarsi tra la tizia e il nanetto, almeno il momentaneo attimo di respiro le permetteva anche di organizzare un po' le idee e di valutare quale poteva essere la migliore strategia contro quella strana arma.
     
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    Avendo miseramente fallito il primo attacco e non avendo dato sfoggio della sua meravigliosa abilità, la donna parve immediatamente molto stizzita. La piega che lo scontro poteva prendere non sembrava piacerle, ma era fin troppo convinta di poter mettere a tacere la grande Torin in modo da dimostrare a tutti nei dintorni, fino ad allora nient'altro che muretti e alberelli prima che qualcuno si accorgesse di cosa stava succedendo, che non dovevano temere la regina dei Fiaccobutti perché lei l'avrebbe annientata.
    "Beh, le voci sul tuo conto sono veritiere... non sei così male. Ma sfaterò il mito della tua immortalità, vedrai che anche tu sanguini!"
    Con quella foga tornò di nuovo all'attacco, anche se le sue parole d'intermezzo potevano benissimo bastare ad un qualunque avversario per ristorarsi e prendere una birra nella locanda più vicina. Questa volta eseguì un piccolo balzo con cui aumentò lo slancio del colpo, per iniziare una piuttosto maldestra raffica di fendenti, in cui comunque mise tutta la sua convinzione e la sua energia.
    "Ei voi che..."
    Qualcuno aveva parlato, aveva tentato di gridare, ma qualcun'altro gliel'aveva impedito.
    "Fermo!"
    "Ma cosa... che vuoi tu!"
    "Vediamo come se la cava"
    "Oddio avete visto..."
    Quello che la donna desiderava si stava man mano formando, eccolo lì il suo pubblico. Il pubblico che doveva assistere alla disfatta di Torin, in nome di tutte quelle malefatte che, probabilmente, non sapeva neanche di aver compiuto.
    Il folletto, sogghignando divertito, non si curava neanche di come lo scontro si stesse svolgendo. Continuava a parlottare e a sghignazzare con il losco figuro a cui la donna aveva chiesto aiuto per addormentare il drago, allontanandosi lentamente dalla battaglia per spostarsi verso un angolino altrettanto losco da cui nel frattempo sbucava gente.
    Incredibile come fosse facile a Kerus attirare persone, nei pressi di una locanda e in strade così trafficate era facile catturare l'attenzione.
    "Guardate... guardate come sconfiggerò Torin Joveia dei Fiaccobutti!" Continuò, con un ennesimo colpo laterale con cui mirava a una qualunque parte a caso del corpo della nemica.
    Le voci, sempre più confuse, si accalcarono lentamente fino a diventare un numero considerevolmente ampio. Tra queste si trovavano anche gli sguardi curiosi e estasiati dalla visione di due femmine che se le davano a colpi di pugnale come non ci fosse stato un domani.
    "Torin Joveia?"
    "Quella Torin Joveia?"
    "E chi diavolo è?"
    "E che ne so io"
    I commenti erano molteplici, in somma. Ma ce n'era uno che spiccava tra tutti gli altri, dall'alto della sua così appagante finestrella, dall'ormai nota Ali o coda?
    "Questa... non me la posso perdere"
    Ma come mi sto divertendo a farti dannare xD em... puoi autoconcludere qualche colpetto, se no gli scontri al condizionale diventano pallosi dopo un po'
     
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    Oh fantastico, pensò Genna mentre la tizia parlava, la cara Torin aveva pure la particolarità di essere immortale. Perché non l'avevano scambiata per una semplice contadina dai costumi pacifici? O a un eremita che non parlava, non sentiva, non vedeva e soprattutto non combatteva? Perché gli equivoci che la riguardavano portavano sempre a situazioni del genere? Con un sospiro accolse il secondo colpo della tizia, parandolo per poco. Per sicurezza sguainò il pugnale nascosto nella manica sinistra, tanto ormai era già stato rivelato dall'attacco precedente...
    Man mano che lo scontro procedeva, a Genna sembrava quasi di trovare sempre più facile parare i suoi colpi... non perché avesse compreso il meccanismo dietro quell'arma o imparato a leggerne i movimenti, ma più perché qualcosa stava guidando le sue mani per trovarsi nel posto giusto al momento giusto... era come se qualcuno... qualcuno?
    Oh no, stava per caso per... per Ricordare? Dann...


    Bruck si stava dannatamente divertendo. Era da molto ormai che non capitava la situazione che richiedeva la sua velocità con i coltelli, e per questo cercava di godersi ogni più piccolo colpo, parando semplicemente senza accelerare i tempi. Si limitava a seguire il ritmo della sua avversaria, che per quanto potesse essere rapida, e per quanto la sua arma potesse random-colpirlo, non poteva nulla con le sue leggendarie mani-leste!
    Questo, per lo meno, fu il suo piano fino a quando notò piacevolmente tutta quella gente che si era riunita per assistere al loro giochino. Con tutti quei curiosi... beh, di sicuro era finalmente arrivato il momento per concludere qualcosa in grande stile!
    Con un sorriso beffardo schivò uno degli affondi della ragazza. Come aveva previsto, il movimento l'aveva leggermente sbilanciata in avanti, cosa che Bruck accentuò con un simpatico sgambetto e una bella spinta in avanti. Si trattenne dal ridere della caduta, ne approfittò invece per avvicinarsi ad uno degli spettatori, rubargli il cappello dalla testa e calcarlo sulla propria. Strizzò uno dei suoi occhioni verdi per ringraziare del "regalo", prima di rifocalizzarsi di nuovo verso la tizia.
    Già, la mossa non aveva nessun senso, ma l'idea di avere il volto mezzo coperto dall'ombra gli sembrava dannatamente più figo per quello che aveva in mente. Inoltre ci aveva guadagnato un cappello.
    Nascose di nuovo il pugnale sinistro nella manica prima di parlare, al momento non gli serviva.
    < Se stai solo cercando di dimostrare che sanguino, allora ecco: io sanguino. - disse passando la lama di un pugnale sul palmo della mano libera - Ma questo dimostra solo che sono ancora viva, nonostante io non sia un dio o un vampiro. >
    Sapeva che forse una mossa del genere l'avrebbe leggermente debilitato, ma andiamo: quanto era figo vedere negli occhi della sua avversaria quel luccicore confuso? E leggere nel suo volto quel "Ma che ca..." grande quanto una casa? E quanto era divertente immaginare di poter sentire i pensieri di tutti i presenti che si appiattivano all'improvviso insieme al sangue che faceva ciao ciao dalla sua mano ferita?
    < Se vuoi dimostrare la mia immortalità, avrai bisogno di impegnarti un po' di più di così, mia cara... > la sfidò, con uno dei suoi soliti sorrisi beffardi.
    Questo era Bruck Mano-Lesta. Un pallone riempito di aria e di parole, condito con una fastidiosa imprevedibilità e un'infinita voglia di sorprendere chi aveva attorno. Oh, e diamine se lo divertiva l'idea di cosa avrebbe pensato la sua ospite una volta che lo avesse cacciato di nuovo a nanna! Ah ah!
    Oh allegria, finalmente ho usato anch'io una tecnica! XD
     
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    Decisamente, dopo neanche troppo tempo, il duello aveva iniziato a prendere una piega a senso unico. Il tifo che si stava diffondendo tutt'attorno tra un "cosìì!" e un "ancoraa!" presto mutò , almeno grazie a chi un minimo di combattimenti se ne intendeva, in un agglomerato di espressioni piuttosto esterrefatte. Chiaramente c'era anche chi schiamazzava incoraggiamenti a casaccio solo per l'infinito gusto scaturito dal vedere quelle due darsele di santa ragione, ma nel momento in cui l'ago iniziò a pendere da una parte della bilancia l'attenzione aumentò, l'atmosfera si elettrizzò leggermente e la scena pareva assumere un aspetto quasi solenne.
    La donna, sempre più bramosa di una vendetta che conosceva solo lei e di cui solo lei -forse- sapeva le motivazioni, cominciava a perdere colpi ed era piuttosto evidente che si fosse messa nei guai.
    Era riuscita a malapena ad accorgersi che gli occhi nocciola dell'avversaria si erano stranamente tinti di verde, mentre i suoi movimenti cambiavano velocità e precisione, come all'improvviso si fosse ritrovata davanti un'altra guerriera.
    Che fosse quella la segreta abilità di Torinjoveia? Che il mito della sua immortalità fosse legato a quegli occhi verde brillante e a quei maledetti e così rapidi pugnali? Dopo esser finita per terra, aver inveito contro tutti i regni esistenti e non della regina dei fiaccobutti, aver citato impropriamente qualche divinità locale ed essersi stropicciata gli abiti che poverini si erano insudiciati, riprese a grugnire. Forse quello doveva essere un tentativo di parola, ma nel vedere il sangue scivolare fuori dalla mano della ragazza in quel modo così esibizionistico
    la turbò, era lei a dover convogliare tutte le attenzioni su di sé non quella dannata regina!
    Rimase attonita per qualche istante a fissarla, mentre si accorgeva che gli era persino comparso magicamente un cappello sulla testa. Che diavolo di stregoneria era quella?
    "Sei... sei una..."
    Parte dei presenti si ammutolì. La donna si infuriò particolarmente nel vederla rimettere apposto una delle armi, pensava forse di poterla affrontare con un solo pugnale? Ma chi si credeva di essere?
    Non voleva ammettere che quel montato discorso non faceva una piega, ma lei non poteva essere messa a tacere in quel modo. Lei doveva dimostrare la debolezza di Torinjoveia!
    "Anche i tuoi avversari sanguinavano, ma tu non hai esitato ad immischiarti in affari che non ti riguardavano e ad ucciderli! Se i tuoi soldati ti hanno seguito non è stato certo per fedeltà, sono sicura tu li abbia raggirati come hai fatto con mio fratello. Questa volta però non ci sono eserciti, non ci sono pretesti, i tuoi stupidi massi non saranno..."
    Incredibile ma vero. Qualcuno aveva interrotto il suo accorato parlantina show. Mentre cercava di concludere epicamente la frase gettandosi per l'ennesima volta contro l'avversaria, prima che potesse raggiungerla, una botta sulle gambe la fece capitombolare di nuovo al suolo, ancora più rovinosamente di prima.
    Sconvolta e frustrata voltò la testa nel rendersi conto che qualcosa incombeva su di lei, e rabbrividì nel vedere le grosse fauci spalancate e minacciose di un bestione che non sarebbe dovuto trovarsi lì.

    In realtà Aesingr stava sbadigliando, ma questo non poteva saperlo.
    "Scusa se mi sono addormentato mentre parlavamo, ma non c'è bisogno di arrabbiarti con Egenna. Ah a proposito..."
    Distese la coda con cui aveva frustato l'impetuosa avanzata della donna, mettendosi tra lei ed Egenna, a cui si rivolse sorridendo.
    "Che accidenti è un autografo? Mi stavo scervellando al punto che... deve essermi venuto sonno"
     
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    Lei era quel genere di persona che preferiva agire d'impulso piuttosto che rintanarsi in un angolino buio per pensare alla mossa successiva. Spesso finiva con il pentirsi di ciò che faceva, e altrettanto spesso non ne capiva neanche il motivo. A volte, però, quell'impulso era così fulmineo che non le permetteva nemmeno di ricordare cosa diamine le fosse successo. Quello era uno di quei dannati momenti.
    Genna era viva e in piedi, il che non era da dare per scontato, considerando che gli ultimi suoi ricordi la vedevano in leggera difficoltà contro quella tizia che invece era spaparanzata a terra. Aveva pure un cappello in testa, anche se ricordava chiaramente di averlo perso nel voletto precedente. E cosa più strana di tutte, perché diamine una mano bruciava e pulsava come se fosse stata ferita proprio sul palmo? Anche se l'unica sua intenzione era quella di prendere uno specchio e controllare cos'altro fosse cambiato durante il suo black-out, Genna si impegnò a non cambiare espressione, in modo da non tradire il fatto che non ricordasse niente di ciò che era appena successo. Si permise solo di non ascoltare ciò che la tizia le stava dicendo mentre si alzava. Si sentiva troppo stanca per farlo, come se avesse fatto dieci giri di corsa della locanda in apnea... dannazione, quanto odiava Ricordare!
    Cominciò a prestare di nuovo attenzione a ciò che aveva intorno, quando Aes fece la sua comparsa per gettare la tizia ancora a terra. Si rallegrò leggermente, ma non si sorprese. Non ne aveva molta voglia.
    < Drago, ti insegnerò a scrivere in un altro momento, adesso credo sia meglio togliere il disturbo come avevamo già pianificato.. >
    Per la Cuoca Sacra, non vedeva l'ora di togliersi dai piedi.. non ne poteva più di avere a fare con il pazzo mondo di Torinjoveia dei Fiaccobutti! Si avvicinò allo zaino, senza togliere gli occhi di dosso dalla tizia, ma non si azzardò ancora a raccoglierlo
    < Se vuoi la tua vendetta dovrai aspettare ancora, mi dispiace. Tornerò, lo prometto, tra tanti mesi quante sono le persone che mi hanno visto quest'oggi. > esclamò con un sorriso un po' tirato.
    Sì, forse non era tanto elegante quanto "Contate le pietre che vi ho gettato contro", ma era l'unica cosa che le era venuta in mente a lei. Se la vera Torin voleva ribattere, che si facesse viva e la togliesse da quel maledetto impiccio!
     
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    Aes si accorse, senza troppa fatica, che la faccenda era strana -e allora significava che lo era-. Ovviamente la sua testa non attribuì l'aggettivo strano e alcuni suoi sinonimi ad Egenna, lei in situazioni simili era un elemento fondamentale per contribuire all’idea di inconsueto.
    In un certo senso immaginava che lei pensasse lo stesso di lui, o che chiunque lo facesse, anche se la cosa non gli era mai stata d’ostacolo. Se era arrivato a trovarsi a suo agio con’un umana… si, era veramente strano e non si era dimostrato qualcosa di negativo, almeno per quanto riguardava il legame instaurato, seppur da breve tempo, con la ragazza.
    I suoi occhi registrarono un rapido cambiamento in quelli di Egenna, ma non era la prima volta che la immaginava con elementi aggiuntivi o modificati quali padelle demoniache o artigli rapaci, quindi poteva esser stata una sua semplice impressione. Vendetta? Tornerò? Persone ch emi hanno visto?
    Si era decisamente perso qualcosa. Lui si era addormentato e non riusciva a ricordare come, Egenna sanguinava bellamente da una mano e non sembrava curarsi della cosa, lui si stava lentamente arrabbiando, lei gli diceva di andarsene da lì come in programma, lui… obbedì.
    Se avesse visto prima la ferita probabilmente l’altra umana avrebbe fatto più di un capitombolo di mezzo metro, ma finché quella tizia non avesse provato ad insistere lui non avrebbe…
    Accidenti alla sua stupidità. Per fortuna che le orecchie a differenza del cervello gli funzionavano bene. Alzò la coda appena in tempo prima che quella tizia gli arrivasse con la sua arma alla schiena, non riuscendo però ad essere delicato e a difendersi contemporaneamente.
    Chiunque altro probabilmente avrebbe optato per escludere l’essere delicati, ma Aes era Aes e non poteva deludere le sue stesse aspettative. Utilizzando la parte inferiore della coda e non quella crestata, la lama gli lasciò un piccolo taglio sulle squame all’impatto, senza tuttavia ferirlo se non per un piccolo rigagnolo di sangue che faceva quasi fatica ad uscire.
    In compenso era bastato ad allontanare la minaccia senza fare troppo male alla minaccia, non aveva motivo di infierire.
    “Si andiamo” Disse, portandosi di fronte ad Egenna e sedendosi con il dorso rivolto verso di lei. Si portò un attimo la coda davanti al muso, per controllare se la ferita potesse preoccuparlo o interessarlo, riabbassandola immediatamente dopo.
    Troppi sguardi, troppe strane voci, gente che citava Torin Joveia a caso e imprecazioni nei confronti di un certo drago che si era intromesso nel momento meno opportuno.
    “Ci dobbiamo troppe spiegazioni a vicenda, io direi che siamo più o meno alla pari”
    puoi salire e farci decollare o lasciare l'ultimo post a me... ma davvero stiamo per chiudere questa role? Nuoooo... so che mi mancherà xD beh se non ti ho bellerrotto possiamo continuare altrove
     
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    No, la vera Torin non aveva fatto la sua comparsa, non l'aveva benedetta togliendola dai casini in cui il suo nome l'aveva messa e non si era nemmeno degnata di comparire a mo' di deus ex machina per rivelare al mondo quanto stupido fosse stato a scambiare un menestrello per una figura storica/mitica/leggendaria/o-quello-che-era. Anche se più scopriva di lei e meno credeva nella sua esistenza, nella remota possibilità che Torinjoveia dei Fiaccobutti fosse un essere reale e contemporaneo, Genna sperava che non si risentisse troppo con lei che la gente le avesse incollato sulla fronte il suo nome e il suo titolo... nah, non era vero. In realtà sperava che la cara Torin venisse a cercarla per lamentarsi di ciò: avrebbe lasciato campo libero a lei per dirgliene finalmente quattro!
    Aes interruppe i suoi pensieri vendicativi, confermando la sua volontà di voler andarsene. Genna si accucciò per recuperare lo zaino e per nascondere il pugnale nello stivale destro. Per un attimo si chiese perché la lama fosse leggermente sporca di rosso, mentre quella della sua avversaria era bella linda, ma abbandonò subito l'idea: non le piaceva immaginare cosa succedeva quando Ricordava, durante quei black-out in cui lei non era più lei, i suoi occhi non erano più i suoi e i suoi movimenti non le appartenevano più. Certo, di solito la situazione finiva per volgere a suo favore, ma non era mai piacevole sapere che esistevano quelle finestre della sua vita, occupate da sequenze che il suo cervello sembrava aver dimenticato.
    Si avvicinò al drago, e si issò sulla sua groppa, stando attenta a non toccarlo con la mano ferita, sia per non sporcare il suo manto, sia per evitare che il contatto con le sue scaglie dragose peggiorassero la ferita. Non che fosse qualcosa di serio, ma la sinistra era la mano con cui impugnava il manico del liuto, e prima si rimarginava, meglio era.
    < Non ci contare, - gli sussurrò in risposta mentre trovava una posizione comoda - tu me ne devi sempre qualcuna in più. >
    Una volta seduta, Genna strappò un lembo della giacca che aveva indosso - sperava che il proprietario non fosse tra il pubblico - e lo usò per fasciarsi la mano. Forse era una mossa che avrebbe un po' compromesso l'immagine di solennità di Torinjoveia, ma non le interessava. Era troppo stanca, e non vedeva l'ora che il sipario calasse su quella maledetta pantomima.
    < Parti pure quando preferisci, drago. >

    Già, mancherà anche a me... sniff, chiamiamo la prossima role "orizzonte un po' più oscuro" in memoria di questa XD
    Decidi tu se scrivere due righette per concludere o passare direttamente alla prossima.. ti lascio carta bianca anche su dove continuare, in fondo Genna sta solo scroccando un passaggio XD
     
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    Non conoscevo la parola "pantomima". Vedi... non si finisce mai d'imparare xD basta non sia come traganata ahahahah
    Si vai rispondo due righe e poi prima di iniziare la prossima role aspettiamo un attimino che io inizio con gli esoneri basta**i e ciò esamuzzi grossi a inizio aprile quindi per pensare a cose sensate devo attendere un momento pacifico libero nei prossimi giorni, se per te va bene.

    E no eh, Ora non poteva protendere oltre la disparità in quanto a chiarimenti, non era giusto. Comunque l'importante è che non fossero successe cose che andassero oltre un taglio nella mano, dovevano soltanto allontanarsi adesso.
    Quando fu salita sulla sua schiena e si fu accomodata, distese mooooooolto lentamente le zampe posteriori, prima che l'allontanamento repentino da terra le facesse venire un altro dei suoi adorabili attacchi di non si sa cosa. Questa volta sarebbe partito con calma, anche se per un drago alzarsi in volo senza uno scatto era piuttosto difficile, non era un agile volatile di mezzo chilo. Anche escludendo la sua incapacità di volteggiare in aria come la più leggiadra delle creature celesti, riuscire a limitarsi nella forza per il decollo era complicato per qualunque bestione come lui.
    E fu proprio mentre spiegava le ali e distendeva la coda che sentì qualcuno gridare, un istante prima che le sue zampe si staccassero dal suolo:
    "Il mio cappello!"
    Non si era alzato nemmeno di due metri, quindi batté le ali con forza e si aiutò timonando verso il basso con la coda, spingendosi quanto bastava per non ricadere giù. Si chiedeva come fosse per certi draghi così scontato volare, lui doveva impiegare energia per farlo e, nonostante gli venisse naturale il battere le ali, per sollevarsi di quota doveva impegnarsi. Non si preoccupò di chiederselo in quel momento, era una cosa che si era costantemente domandato nel chiaccherare di tale argomento con i pochi conoscenti che aveva su quell'isola. Già... quell'isola. E ora dove si sarebbero diretti? Una piccola idea ce l'aveva, ma avrebbero dovuto volare per ore. Aveva capito che ad Egenna cose del genere non andavano proprio a genio, quindi prima di tutto doveva chiederglielo.
    In ogni caso avrebbero comunque sostato in riva a qualche mare nelle vicinanze, ma non in quello di Kerus. Voleva andarsene da quella città. Poi ebbe un attimo di brividino lungo la pelle sotto le scaglie, e si ricordò di essersi addormentato, quindi di essere rimasto esposto, quindi di... ah no perfetto, tutto apposto. L'anello era ancora dove doveva essere. Il sapore metallico di quell'affare stava iniziando a diventare così abituale che non sempre si ricordava di averlo tra la lingua e la mascella. Doveva trovargli una locazione più sicura prima di andare dove stava pensando di andare, e sapeva anche dove nasconderlo.
    Il liuto era stato recuperato, Egenna gli pareva un po' più convinta della volta precedente, avevano incontrato la nebbia e lui si era probabilmente invischiato in qualcosa di paurosamente incasinato, quindi... potevano andare. Lanciò un'occhiata alla Ali o coda?, sperando che andarsene senza pagare l'ospitalità di quel tipo non fosse stata una cosa brutta. Aesingr era da "casa mia è casa tua", ma quello era un umano... bo, va beh, pace e lode a Solkan'an il drago dorato!
    Si, gli sarebbe mancata la locanda in cui aveva cantato dopo tanto tempo.
    "Vorrei fare un tuffo, poi... ecco, dovremo nascondere questo" Disse ad Egenna, tirando fuori con la lingua l'anello e mostrandoglielo con una zampa, piegandola come meglio poteva verso le proprie spalle.
    218 risposte... che beeello xD ok, ti fo sapere prossimamente dove riprendiamo!
    E qui finisce "le sviscirontrinolanti sventure di noi"
     
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    Ah, con la scusa che la role era finita, mi sono dimenticata di rispondere allo spoiler XD Sì tranquillo, riprendiamo pure quando sei più libero.. anch'io prima delle vacanze pasquali ho microbiologia da dare e altro che improvviserò sul momento, sicché più tardi si comincia e più mi sento costretta a studiare ^^"

    Come facevi a non conoscere pantomima? Mi piace come suona, è strano che sia la prima volta che la uso XD
     
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219 replies since 6/1/2015, 11:32   2443 views
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