Cuori impavidi

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  1. Midnight Dragon
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    <<Scusami anche se mi sono avvicinato tanto, non volevo spaventarti, comunque grazie anche io tengo molto ai i miei occhi rubino. Anche io penso che gli occhi sono le finestre del anima, e dovrei saperlo bene io...>>
    Tutto sommato, anche quel secondo confronto con Maledet era andato bene. E se lui aveva capito cosa nascondeva, aveva avuto la discrezione di non farglielo notare, oppure non ne era sicuro. A questo punto, a Sylverion non importava molto che si sapesse in giro che era un drago, dopotutto era una creatura piuttosto orgogliosa, ma il suo unico interesse era quello di attraversare le montagne senza problemi. E siccome da Maledet non era riuscito a cavare troppe informazioni sui draghi di quei monti, preferiva non prendere altri rischi: già, per ben due volte di fila, aveva scommesso sulla propria abilità diplomatica per far la giusta impressione ed evitare di essere trafitto seduta stante, una terza sarebbe stata fuori luogo. Come se già non bastasse lui: Sylverion era piuttosto bravo a capire la mente altrui, osservando i comportamenti e i gesti. Certo, da un breve confronto come quello non ci si poteva capire molto, ma quello sguardo dispettoso e quella frase in sospeso lo lasciavano rispettosamente dubbioso.
    In due parole: non si fidava troppo di Maledet, anche se non lo aveva attaccato e sebbene sembrasse non averne motivo. Non glielo avrebbe dato a vedere, però, Sylverion era troppo composto per lasciarsi sfuggire certe cose... ma ci sarebbe andato abbastanza cauto, nei limiti del possibile. E ciò non toglieva che a sud ci doveva andare.
    E poi c'era la lupa. Ecco, pur non sapendo niente di lei, un minimo di rischio era pronto a coglierlo pur di imparare qualcosa su una specie mai incontrata. Contro un lupo si sentiva di aver più possibilità in caso avesse dovuto difendersi (e sperava ardentemente di non trovarsi in quella situazione), quindi la curiosità prevalse: se la lupa fosse andata da qualche parte, lui l'avrebbe seguita. Al costo di aver a che fare con Maledet. E chissà, forse qualcosa su di lui sarebbe emerso, nel frattempo.
    <<come dicevo prima al... a Maledet, io sono Pharnasius>> si presentò lei. Notò ancora una certa cautela nell'avvicinarsi, ma era perfettamente normale, lo stava probabilmente ancora studiando. E anche lui avrebbe dovuto usare cautela in ogni caso.
    <<È un piacere conoscerti, Pharnasius>> le rispose. <<Io sono Sylverion delle Terre Bianche>>.
    <<Se vuoi puoi venire con me e vedere il mondo. In cambio potresti aiutarmi a combattere per la giustizia e i diritti di tutte le creature o roba così, ti va? Sarai ribera di fare come preferirai: Vai, vieni, fai quando vuoi! Ma degli artigli in più fanno solo che comodo, soprattutto se giovani e appartenenti a una lupa così carin... Forte.>> intervenne allora Maledet, e a Sylverion vennero quasi i brividi nell'ascoltare tutto quel discorso sulla giustizia. "Ah, già, la cosa del giustiziere... ma ci sta provando con la lupa?" pensò tra sé e sé. Oh, di tipi strani ne incontrava a valanghe...
    <<Senti. Se vuoi posso portarti con noi, così potremmo portarti dove devi più in fretta, se vuoi ovviamente.>> propose. Sylverion considerò per un attimo la cosa: se avesse potuto fidarsi, piccola clausola assolutamente non scontata, avrebbe avuto l'occasione di passare le montagne con un drago al proprio fianco a gestire tutti i problemi. Esitò, considerando l'idea, ma Maledet non attese e aggiunse: <<Andiamo! Chi non vorrebbe farsi un giro su un drago! Soprattutto su un drago veloce come il sottoscritto, e così potremmo conoscerci meglio.>>.
    "Ma come te la tiri, Mal, come te la tiri..." commentò mentalmente, anche se la prospettiva suonava allettante. Non tanto per il fatto che tecnicamente avrebbe potuto volare accanto a lui e abbandonare la copertura, quanto perché - a pensarci bene - non aveva mai volato SU un drago. Per quanto la cosa fosse ridicola, era un'esperienza che gli mancava. Ponderò l'idea: sarebbe stato divertente e utile. Peccato per un piccolo dettaglio: una cosa del genere probabilmente richiedeva fiducia. Che Sylverion non possedeva nei confronti di Maledet. E come pensava di trasportare la lupa? Tenendola tra le zampe?
    Non volle sembrare scortese: <<Sei sicuro? Ci siamo a malapena incontrati, faresti davvero una cosa del genere?>> chiese, più con la curiosità di un drago che con quella di un umano. Se qualcuno avesse provato a proporre un'idea del genere a Sylverion, probabilmente avrebbe fatto la fine di un cubetto di ghiaccio. Non proprio, ma l'idea era quella. Era un po' riluttante all'idea di accettare, ma allo stesso tempo anche dannatamente curioso. Fidarsi o meno? Ah, l'indecisione.
    <<Dimmi solo una cosa>> aggiunse, guardandolo negli occhi. <<Posso fidarmi di te?>>
     
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    ma perché sta role mi fa ridere come un coglione? XD Master, sei tremendo ahahahah
    comunque ti correggo: bestione dagli occhi d'inferno! Così fa più figo e sexy (?)
    PS: Pharnasius non è mai stata umana, nel caso scappasse qualcosa di simile a Maledet non sarebbero solo gli arti a rischiare... U.U

    Se ne stette buona ad ascoltare quanto Maledet aveva da dirle, provando analizzare i suoi monologhi con un approccio razionale, cosa che gli riuscì difficilmente. E allora diamo spazio agli istinti da lupo!
    "Sarebbe un onore per me seguirti... Maledet. Forte? Spero tu non debba mai conoscere la mia vera forza" Se quella era una sorta di minaccia, un complimento a se stessa o una frase così tanto per completare il dialogo con un finale figo... meppure lei lo sapeva.
    Non aggiunse quello che gli salì in mente... -certo che sarò libera di fare come mi pare, nessuno mi comanda-, perché aveva trovato un potenziale compagno di viaggio, avventure, battaglie,esplorazione del nuovo mondo che la aspettava e qualcosa di molto divertente, fattore che si aggiunse nel rendersi conto dello strano atteggiamento del bestione nei suoi confronti.
    I diritti? La giustizia? Pharnasius pensava che ognuno i suoi diritti dovesse guadagnarseli da solo, come quello che le era stato negato di appartenere a una famiglia, ma sapeva che in fondo era ciò che avrebbe voluto gli altri avessero fatto per lei. Nessuno aveva lottato per riportarla a casa e aveva dovuto lottare da sola. Ma nessun altro doveva soffrire quello che aveva sofferto lei, se non di peggio... perché ne era convinta, non era l'unica ad aver sofferto in quello sconfinato mondo che la circondava.
    Quindi... perché no! Avrebbe anche avuto modo di studiare meglio la creatura, di capire se fosse lei quella strana o lui quello fuori di capoccia.
    Carina? Si, si sarebbe divertita molto con lui, poi lo avrebbe raccontato ad Elvis e si sarebbero messi sicuramente a ridere, dato che stava già sogghignando per il comportamento insolito e troppo affascinante di Maledet.
    Chi sa, magari si meritava pure una delle sue dolci canzoni notturne.
    Anche Sylverion attirava la sua attenzione, sebbene i motivi fossero molto diversi. Il suo modo di reagire al nettamente opposto atteggiamento di Maledet era qualcosa di assai interessante, curioso e misterioso allo stesso tempo.
    Un solo piccolo dubbio sorse nell'ascoltare ciò che si dissero: volare? -Sarò anche molto rapida, ma... non esageriamo ora- Pensò, aspettando prima di esporre quella non insignificante perplessità.
    Fiutando l'aria, si accorse di quanto i loro tre odori fossero totalmente diversi, ma in qualche maniera complementari. Era curioso, nessuno stonava troppo con gli altri, decisamente curioso. Non era facile accoppiare odori... troppo uguali, troppo contrastanti, troppo paralleli e difficili da avvicinare. Quel trio sapeva di collaborazione.
     
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    Li stava conquistando!
    O forse loro avevano conquistato lui...
    Maledet si sentiva meglio ora, con la gentilezza si ottiene tutto, o quasi...
    Si interpellò al umano che aveva nominato la sua terra.

    Comunque hai detto di venire dalle terre bianche, non sono ferrato in geografia, ma io vengo da un isola chiamata Kal-Mer che in teoria è dal altra parte.
    Però è bello vedere che ci siano sempre più umani a considerare noi draghi creature degne di rispetto.

    Disse così per dire.
    Non si fidava di loro del tutto.
    La lupa era pericolosa...
    Però l'umano non gli sembrava neanche un umano.
    Iniziò a sospettare che forse fosse davvero un drago.

    Il suo sangue non mente e lo sentiva che era un suo simile. Ma perché lo dovrebbe tenere nascosto?
    Non lo attaccherei di certo! Non si fida ecco perché! Devo spingerlo ad uscire allo scoperto.
    Anche perché se porto lui sulle spalle come faccio con la lupa?
    E se mi sbaglio mi scuso e basta.


    Pensieri logici attraversavano la mente di Maledet.
    Essere gentile era una parte del suo essere, ma solo una parte, e ora gli avrebbe dato prova del altra parte di s'è.
    Doveva essere sicuro che non gli giocassero tiri mancini.
    Certo sentiva già del fining, ma voleva anche dimostrargli che per quanto gentile in fondo era pur sempre un essere estremamente pericoloso.
    L'umano, o quello che sembra esserlo ne aveva avuto una prova, ma la lupa...
    Meglio essere certi che non lo uccida nel sonno.
    Anche perché non voleva apparire debole, e Maledet era tutt'altro che debole.

    Sarebbe un onore per me seguirti... Maledet. Forte? Spero tu non debba mai conoscere la mia vera forza


    Aveva detto lei forse per farsi fica e minacciosa.

    Sono felice che tu voglia venire con me.
    Ma non preoccuparti: Il giorno in qui vedrò la tua vera forza usata in modo che reputerò sbagliato sarà anche il giorno in qui sentirò il tuo sapore.

    Disse alla lupa per affermare la sua superiorità e al tempo stesso impartirgli la sua prima lezione sulla giustizia: Rispettare l'autorità.

    Comunque sei orgogliosa, coraggiosa e soprattutto indomabile, per questo sento che faremo grandi cose insieme, e ti prometto di proteggerti se proteggerai me.
    Nessuno è invincibile, e se si rimane soli si è carne morta perché la forza sta nel gruppo e il legame tra ogni membro di esso.
    Una lupa non dovrebbe fare fatica a capire questo concetto, specialmente una sveglia come te Pharnasius.
    Perché tu sei una tipa sveglia, vero?

    Disse tornando gentile e scherzoso come prima.
    Ma l'umano intervenne:

    <<Dimmi solo una cosa>> disse, guardando negli occhi Maledet che sosteneva il suo sguardo con aria di sfida. <<Posso fidarmi di te?>>

    Maledet lo guardo ancora e si poggio una zampa sul petto in segno di rispetto.

    Si.
    Io sono sincero e non hai nulla da temere da me, che altro non voglio che portare la giustizia che a me fu negata nella innocenza della mia infanzia.
    Ma la fiducia è una cosa reciproca no?
    E di certo non posso fidarmi di te se non mi dici il tuo nome?
    Quindi te lo chiedo gentilmente perché mi ritengo gentile: Come ti chiami?

    Disse con un ragionamento che non faceva una piega.
    Sapeva che doveva essere un drago ne era sempre più certo, ma cercò di non farlo intendere o non sapeva nemmeno lui la sua reazione se lo avesse scoperto.


    mi diverto a farvi divertire XD
     
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  4. Midnight Dragon
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    <<Si. Io sono sincero e non hai nulla da temere da me, che altro non voglio che portare la giustizia che a me fu negata nella innocenza della mia infanzia.>>
    Forse un po' per le sue parole, forse un po' per la natura così universale di quel gesto, Sylverion si convinse definitivamente: avrebbe - per il momento - seguito Maledet a Pharnasius. Parzialmente - solo parzialmente - si sarebbe fidato, e se questo l'avesse portato a cacciarsi nei guai, si sarebbe divertito fino alla fine e avrebbe improvvisato per tirarsene fuori, come aveva sempre fatto. Del resto, la vita di un viandante era piena di scelte, di imprevisti e di guai, quindi tanto valeva godersene tutti gli aspetti. Ma no, per quanto Maledet avesse una piccola fetta della fiducia di Sylverion, tutta non la aveva ancora, ed era ben lungi dall'arrivarci: aveva imparato a essere molto cauto anche nel prendere scelte un po' azzardate. Poteva sempre contare sulla propria magia e sul poter volare per conto proprio, casomai Maledet l'avesse fatto cadere o avesse accennato a portarlo da tutt'altra parte. E Sylverion, fino a quando non fosse successo, aveva intenzione di mantenere la propria immagine di calma, luminosità e trasparenza. La fiducia, Maledet se la sarebbe dovuta guadagnare, anche se Sylverion si sarebbe comportato come se non ci fossero stati problemi, e sarebbe stato all'erta. Dopotutto, doveva solo uscire da quelle montagne con calma e senza problemi. Poi, se nel frattempo il drago e la lupa fossero diventati suoi compagni di viaggio, si sarebbe guadagnato la posizione di leader e lo avrebbero seguito, altrimenti ciascuno per la propria strada: trovare Valyrion era più importante.
    <<Ma la fiducia è una cosa reciproca no? E di certo non posso fidarmi di te se non mi dici il tuo nome? Quindi te lo chiedo gentilmente perché mi ritengo gentile: Come ti chiami?>>
    <<Come ti ho già detto, il mio nome è Sylverion>> ripetè, ricacciando indietro la lieve seccatura di doversi ripetere. Il suo animo da leader fece storie, ma lo accettò comunque, sarebbe stato scortese non farlo e non aveva la pretesa che tutti imparassero i nomi al volo. Di solito ci voleva sempre un po', quindi ci mise tutta la gentilezza che potè.
    <<Solo Sylverion, da dove vengo io non si danno nomi o titoli particolari. Quelli li costruisci in base alle tue azioni e ai tuoi meriti>> aggiunse. In realtà mentiva, perché non aveva mai avuto diritto ad un nome fintanto che aveva vissuto puramente come drago. Ma così sembrava più plausibile, e una piccola base di verità c'era, dato che era quello che gli aveva insegnato il suo maestro. <<E comunque, direi che è un atto di fiducia niente male, accettare la tua proposta, no? Di solito, cavalcare un drago non dovrebbe richiedere molto esercizio? Io non sono un cavaliere, nè tanto meno ho mai volato a cavallo di un drago, quindi la mia sicurezza sarebbe interamente nelle tue mani. Puoi capire perché non sia facile fidarsi così, a primo impatto, dopotutto è naturale. E>> aggiunse poi accennando alla lupa <<come avresti intenzione di portare Pharnasius?>>.
     
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    A forza di parlare Maledet stava lentamente tirandole fuori quanto non avrebbe voluto aggiungere, ma sembrava inevitabile.
    Inoltre sentiva di non avere niente da temere da lui o dall'umano, forse poteva aprirsi. Una cosa però l'avrebbe messa in chiaro prima di subito:
    "Hai frainteso le mie parole. Non intendevo dire che userò la mia forza contro di te, ammeno che tu non mi obblighi a farlo... intendevo dire che spero non ce ne sia mai bisogno. In tal caso... dubito che riuscirai a sentire il mio sapore"
    Non voleva atteggiarsi ad essere superiore, anzi... ma dovevano capire che non avevano a che fare con una dolce creaturina innoqua e inoffensiva, aveva dato prova di essere molto pericolosa e non voleva ripetere l'esperienza.
    Quello che però Maledet aveva aggiunto riguardo la protezione e l'unione lo apprezzò, anche se forse non aveva capito che esistevano anche lupi considerati tutt'altro che veri lupi.
    "Potrai contare su di me se ne avrai bisogno... ma se per sveglia intendi sapere cosa significa lavorare in gruppo ti sbagli. Non ho scelto io una vita solitaria, ma ho dovuto sopravvivere senza contare su gli altri, né genitori, né... fratelli" Sottolineò involontariamente quell'ultima parola con un filo di rammarico.
    "Quindi non aspettarti ne un capobranco ne tanto meno un subordinato"
    In lei mancava il vero concetto di branco, di unione. Avrebbe rispettato la sua giustizia se lui avesse rispettato lei.
    Anche se si sentiva meglio rispetto a molti anni prima, dato che aveva finalmente qualcosa da perdere, ancora temeva se stessa per quanto era stata in grado di fare.
    Poi dalle labbra di Sylverion imparò ad indicare Maledet come un drago, imparò che la fiducia era qualcosa che tutti ritenevano necessaria... e non poteva dare loro torto, e capì che Sylverion si stava ponendo il suo stesso problema.
    Voleva intromettersi e rispondere che avrebbe potuto seguirli senza problemi se volavano a basse quote, le sarebbe bastata la metà della sua energia per correre come una saetta, ma era troppo curiosa di conoscere la risposta di Maledet.
    Immaginò i peggiori risvolti: lui che se la portava tra le zampe mentre lei sonnecchiava tranquillamente, in piedi sul suo dorso insieme a Sylverion o risposte del tipo... -beh basta si faccia spuntare le ali no?-
    Aveva capito di potersi aspettare di tutto. Inoltre era convinta che un peso elevato non l'avrebbe potuto sollevare neanche con quelle possenti ali che si ritrovava, se pur lei e l'umano singolarmente fossero niente per il suo peso, insieme potevano diventare un bel carico.
     
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    Maledet guardo l'umano con lieve perplessità. Sperava che tanta solennità lo spingesse a rivelare il suo vero nome draconico, ma probabilmente era di quel tipo di draghi che non si danno nomi se non per eventi particolari, o forse proprio perché non aveva un nome lo aveva invitato.

    Perdonami.
    Mi dimentico spesso i nomi o li storpio.
    Spero mi scusami per la scenata, ma in fondo non ci conosciamo e comunque sarebbe bello accompagnarti dove devi.
    Comunque potremmo andare a terra se preferite.
    Sono rapido nella corsa.

    Disse con fare inizialmente imbarazzato, passando una zampa sulla nuca, ma poi tornò calmo.
    Gli piaceva la tempra di Sylverion, e se gli avesse mostrato la sua vera identità, se realmente era ciò che credeva, ne sarebbe stato solo che felice.
    Ma si portare La lupa in volo non ne aveva proprio voglia.
    Poi ella gli parlo:

    "Hai frainteso le mie parole. Non intendevo dire che userò la mia forza contro di te, almeno che tu non mi obblighi a farlo... intendevo dire che spero non ce ne sia mai bisogno. In tal caso... dubito che riuscirai a sentire il mio sapore"
    Quelle parole diedero inizialmente un moto di strizza a Maledet.
    Ma poi sentii quello che gli disse.

    "Potrai contare su di me se ne avrai bisogno... ma se per sveglia intendi sapere cosa significa lavorare in gruppo ti sbagli. Non ho scelto io una vita solitaria, ma ho dovuto sopravvivere senza contare su gli altri, né genitori, né... fratelli" Sottolineò involontariamente quell'ultima parola con un filo di rammarico.
    "Quindi non aspettarti ne un capobranco ne tanto meno un subordinato"
    Maledet ascoltava quelle parole col capo lievemente chino ad oscurare gli occhi.
    Rimase un attimo in silenzio prima di rispondere.

    Quando ti ho vista non cercavo un capobranco o subordinato.
    Cercavo solo una amica.
    Non sei la sola ad aver sofferto per la famiglia Pharnasius.
    Mia madre era una brava dragonessa del vento, per quanto possa esserlo un drago.
    Ma mio padre...

    Maledet si bloccò e mosse la testa come se avesse ricevuto un colpo tanto erano sofferenti quei ricordi.
    M-Mio p-padre era... un mostro.
    e io non volevo esserlo.
    Come lui...

    Disse con vergogna abbassando di più la testa.
    Non provava più il dolore da molti, ma la sua voce esprimeva la sua sofferenza.

    Forse potrei anche raccontarvi la mia storia, ma non è una bella storia.

    E se pesante di avere sofferto.
    Allora spero che non scopriate mai sulla vostra pelle quanto vi sbagliate.
    Perché nessuno lo merita.

    Disse Maledet togliendosi la sciarpa rossa e rivelando la cicatrice sul collo.
    E quella era solo la prima.
    Non potrà mai dimenticare quadro il filo spinato affondò nella sua carne spellandolo e quasi sgozzandolo, quella volta sopravvisse per miracolo quella volta , in qui le sue grida di terrore si trascinavano in rantoli.
    Si poteva palpare quel ricordo di terrore nel suo muso triste.

     
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  7. Midnight Dragon
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    <<Perdonami. Mi dimentico spesso i nomi o li storpio. Spero mi scusami per la scenata, ma in fondo non ci conosciamo e comunque sarebbe bello accompagnarti dove devi. Comunque potremmo andare a terra se preferite. Sono rapido nella corsa.>> concluse Maledet, con un tono appena imbarazzato. Più tempo restava ad osservarlo, più Sylverion si convinceva che Maledet non era in cattiva fede. Era uno di quei casi in cui la prima opinione non contava un fico secco, probabilmente, e nel modo di fare del drago traspariva una certa dose di sincerità. Era quasi impacciato, sotto certi aspetti, come se non fosse proprio abituato ad avere a che fare con altri. Ma di nuovo, prime impressioni forse senza un briciolo di validità. Comunque, questo risolveva la faccenda del volo con la lupa, anche se Sylverion in fondo in fondo ne rimase appena un po' deluso. Peccato.
    In parte ancora rimuginando sull'occasione sfumata - ed in parte chiedendosi chi, tra lui e Valyrion, fosse effettivamente più abile nel volo - fece rapidamente il punto della situazione. I suoi potenziali compagni di viaggio sembravano entrambi dei solitari. Maledet, che non sembrava molto ferrato dal punto di vista sociale, e che forse era anche un po' lunatico - per il come passava da toni più o meno aggressivi a toni calmi, difensivi, a volte persino contriti ed imbarazzati - e Pharnasius, che - curiosa nei confronti dei suoi potenziali compagni di viaggio - teneva a ribadire la propria indipendenza, e si mostrava forte e determinata. Rimase ad ascoltare il loro breve scambio, pronto a cogliere nuovi dettagli per conoscerli appena un po' meglio.
    <<hai frainteso le mie parole.>> aveva detto la lupa. <<non intendevo dire che userò la mia forza contro di te, almeno che tu non mi obblighi a farlo... intendevo dire che spero non ce ne sia mai bisogno. In tal caso... dubito che riuscirai a sentire il mio sapore>>
    "Mi piace questa tenacia" commentò tra sé e sé Sylverion. Era una cosa che avrebbe potuto dire Valyrion - con parole se possibile ancora più dirette, ma era fatto così - e gli ricordò che avrebbe dovuto poi, in un momento più adatto, chieder loro se lo avevano visto. Anche se una serie di piccoli indizi gli suggerivano che comunque avrebbe avuto risposte negative.
    << Potrai contare su di me se ne avrai bisogno... ma se per sveglia intendi sapere cosa significa lavorare in gruppo ti sbagli. Non ho scelto io una vita solitaria, ma ho dovuto sopravvivere senza contare su gli altri, né genitori, né... fratelli. Quindi non aspettarti ne un capobranco ne tanto meno un subordinato>>.
    <<Quando ti ho vista non cercavo un capobranco o subordinato.>> aveva replicato Maledet, sebbene con una piccola esitazione.
    Cercavo solo una amica.
    <<Non sei la sola ad aver sofferto per la famiglia Pharnasius. Mia madre era una brava dragonessa del vento, per quanto possa esserlo un drago. Ma mio padre...>> fece, prima si bloccarsi improvvisamente.
    Sylverion esitò, nello stesso momento in cui Maledet cercava le parole per continuare. Come si era finiti a parlare del proprio passato? Il drago nero sembrava quasi impaurito a ricordare qualcosa, ed era così evidente che il suo passato aveva nascosto qualcosa di tragico. Forse l'avrebbe rivalutato ma - dannazione - aveva pensato che fosse lunatico? Si diede mentalmente ragione e cercò le parole, perché sapeva che c'erano modi migliori e più adatti per ricordare. Non qui, non ora.
    <<M-Mio p-padre era... un mostro. E io non volevo esserlo. Come lui...>> aveva continuato nel frattempo.
    <<Forse potrei anche raccontarvi la mia storia, ma non è una bella storia. E se pensate di avere sofferto. Allora spero che non scopriate mai sulla vostra pelle quanto vi sbagliate. Perché nessuno lo merita.>>
    La vista della cicatrice diede a Sylverion la spinta giusta per cercare di mettere le cose a posto. E fece una cosa molto azzardata: avvicinandosi al drago, gli pose una mano sulla cicatrice, accarezzandola con dolcezza. <<Non qui, non ora, creatura>> sussurrò, rassicurante. <<Esiste un momento ed un luogo più adatto per ricordare il passato>>.
    Poi, a voce più alta, ma sempre carica di positività: <<La forza di ciascuno è una fiamma di candela, e mille candele illuminano a giorno la notte. Se non hai mai dovuto contare su un padre>> accarezzò nuovamente la cicatrice di Maledet <<o su fratelli>> e guardò Pharnasius negli occhi <<non importa: se siete qui, niente è ancora riuscito a privarvi della vostra libertà>>.
     
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    Dopo la risposta del drago, Pharnasius si chiese se l'aver rimembrato il proprio passato fosse stata una mossa un pelo azzardata.
    Il gesto di scoprire una ferita che probabilmente gli aveva recato tanto dolore fisico quanto psicologico aveva scaturito come un palpabile manto di ricordi e di spavento che si potevano leggere nei suoi gesti, nei suoi occhi... e, dal punto di vista di Pharnasius, dal suo triste odore.
    Sylverion carezzò la cicatrice sul collo di Maledet, affermando qualcosa che lo etichettò subito come individuo di cui potersi fidare.
    "Mai parole furono più giuste. Oggi siamo quì per quello che in passato siamo stati, dobbiamo attingere la forza dal dolore per non provare altro dolore. Perché la libertà ci appartiene, come il vento al cielo e i monti alla terra"
    Decise che era giunto il momento di dare un taglio a quelle reminescenze, ticchettando con gli artigli sul suolo roccioso e ondeggiando la coda lentamente.
    "Quindi... che ne dite di dare un senso a questa libertà? Dici di essere veloce Maledet, vediamo se la tua era sincerità!" Esclamò con un piccolo sorriso, a metà tra un'espressione giocosa e un ghigno di sfida.
    Piegò le zampe posteriori e si voltò verso l'orizzonte, pronta a balzare e a schizzare in braccio al sospiro del vento.
    "Se preferisci volare... per me non ci sono problemi"
    Oh si, finalmente si sarebbe divertita! Da quanto non le si presentava una sfida simile? Em... forse da mai?
    Sapeva di poter coprire lunghe distanze senza notevoli dispendi d'energia, ma non aveva mai provato a superare il suo limite di velocità, quale avversario sarebbe stato migliore di... un Maledet?
    Qualcosa le diceva che anche Sylverion, se avesse voluto, sarebbe potuto essere avversario di indiscutibile valore, nonostante le sue zampette umane. Non era ancora riuscita a leggere dentro di lui, nonostante fosse gradevole il suo odore aveva un che di misterioso.
    A dire il vero tutto fuori da quella montagna aveva un che di misterioso per lei, per ciò si stava divertendo così tanto!
    <la libertà... non è il nome di una menzogna!> Si disse in testa, ricordandolo a se stessa.
    ah se non s'era capito, scrivo tra "..." i dialoghi, tra <...> i pensieri e tra -...- i pensieri indiretti in una frase o qualche commentino scemo extra. lo so non ha senso XD
     
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    Maledet si sentiva ridicolo, ma era così sensibile, e i suoi sbalzi d'umore non da tutti venivano tollerati cosa che suo malgrado lo lasciava solo.
    Lacrime viola gli sgorgavano dagli occhi, ma poi sentii una mano amica sulla cicatrice e fu come Sylverion riuscisse a toccare la sua anima.
    Maledet sentiva il cuore accelerare, non per rabbia, no era un sentimento meravigliosamente piacevole, come un tepore e commovente dolcezza.
    Amicizia?
    O altro?
    L'unica cosa certa era che ora guardava riconoscente negli occhi di Sylverion e gli sembrava di vedere il drago nascosto in essi. Maledet sentendo parole tanto dolci e saggie.
    E anche Pharnasius gli aveva dato una preziosa perla della sua saggezza.
    Maledet si asciugò le lacrime e li guardo con dolce gratitudine, li voleva abbracciare con le sue grandi ali, ma non era il caso.

    Grazie.
    Tutti e due.
    Comunque credetemi: Ho sofferto tanto che ormai non riesco più a provare dolore.
    Potrei infilarmi un ago in una zampa, e sentirei solo un formicolio.
    Ma il mio spirito ancora soffre, e voi mi avete alleviato almeno un dalle mie pene.
    E ora mi sento...
    Ottimista.

    Maledet diceva quelle parole guardandoli teneramente, ormai gli aveva concesso la totale fiducia chinò il capo e lo rialzò in segno di gratitudine.
    Poi si abbassò per far salire Sylverion.
    Poi guardò la lupetta ricambiandogli lo sguardo di sfida.

    Se vuoi che volo allora volo, però cerca di starmi dietro bella!
    Disse abbandonando del tutto la tristezza di prima mentre sfoggiava il suo sorriso vincente.
    In se ringrazio que due meravigliosi esseri, anche se uno gli nascondeva il vero volto.
    Sylverion ti vedrò per quello che sei veramente, ma non ora... Non ora mio caro, nuovo, amico. pensò aspettando che quel essere gli salisse sulle spalle.
    Sperò che non si fosse sbagliato sulla teoria che fosse un suo simile in mentite spoglie, gli sarebbe piaciuto volare al suo fianco e vedere se riusciva a stargli dietro.


    Edited by Master of Void - 16/7/2015, 09:22
     
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  10. Midnight Dragon
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    Sylverion tirò un sospiro di sollievo quando ebbe la conferma che il suo rischio lo aveva ripagato: dunque i draghi di quel luogo non erano troppo diversi, come carattere, dalle creature che aveva spesso incontrato nei suoi viaggi. Com'era riuscito a leggere tra le righe del carattere di Maledet per arrivare a quella singola, insignificante azione che lo aveva consolato, ci sarebbe potuto riuscire anche con altri draghi in quella terra. Forse - solo forse - non aveva alcuna differenza transitare nei territori draconici come umano, ma il suo divertimento non glielo toglieva nessuno.
    E quando ascoltò le parole di Pharnasius, si rese conto di avere letteralmente conquistato la quasi totale fiducia di entrambi. Aveva nuovi compagni di viaggio, dunque.
    <<mai parole furono più giuste. Oggi siamo qui per quello che in passato siamo stati, dobbiamo attingere la forza dal dolore per non provare altro dolore. Perché la libertà ci appartiene, come il vento al cielo e i monti alla terra>>
    <<Grazie. Tutti e due. Comunque credetemi: Ho sofferto tanto che ormai non riesco più a provare dolore. Potrei infilarmi un ago in una zampa, e sentirei solo un formicolio. Ma il mio spirito ancora soffre, e voi mi avete alleviato almeno un dalle mie pene. E ora mi sento... Ottimista.>>
    <<Sono felice di aver contribuito al tuo ottimismo>> commentò di tutta risposta Sylverion, con una non indifferente punta di soddisfazione. Era sempre così, ogni volta che un piccolo successo del genere lo faceva sentire allo stesso tempo potente, gentile e affascinante. Sopratutto quando riusciva - cosa del tutto non scontata - a portare del bene a qualcun altro altruisticamente: l'altruismo era una cosa che aveva sempre fatto fatica ad imparare.
    Ma la cosa migliore fu l'intesa con Pharnasius: non sapeva se fosse intenzionale, ma la lupa aveva perfettamente capito cosa serviva per allontanare le preoccupazioni del drago e - con un tempismo davvero eccezionale - l'aveva sfidato: <<quindi... che ne dite di dare un senso a questa libertà? Dici di essere veloce Maledet, vediamo se la tua era sincerità! Se preferisci volare... per me non ci sono problemi>>
    "Sì, sì, sì, decisamente sì!" gioì Sylverion, che non aspettava davvero altro. Oh, ecco che la possibilità di volare in un modo che non aveva mai provato tornava concreta. La lupa si sarebbe meritata una buona dose di riconoscenza. Così colse al balzo l'occasione e - dopo un breve istante - si arrampicò agilmente su Maledet, sistemandosi seduto alla base del collo. "Come si cavalca un drago?" si chiese, una volta su. Tra le spalle e il collo c'era ampio spazio per stare abbastanza sicuri, e da quella prospettiva sembrava quasi fatto apposta, anche se sospettava che il drago nero non avesse mai permesso a nessun altro quell'onore. Non poté far a meno di domandarsi se, dall'alto, anche lui apparisse a quello stesso modo. O Valyrion.
    Comunque, avrebbe dovuto cavalcare senza alcun tipo di sella o preparazione, quindi avrebbe improvvisato come al solito: forse la cosa migliore sarebbe stata, una volta in volo, assecondare i movimenti e le virate spostando il proprio peso - anche se di sicuro non sarebbe davvero pesato a Maledet, in quella forma - e tenersi bassi, magari aggrappati alle scaglie del collo. Uhm. Per ora sarebbe dovuto bastare. Avrebbe imparato seduta stante. Accarezzò per qualche istante quelle scaglie nere come la notte, ammirandone il colore e la lucidità. Aveva detto drago del vento? Qualcosa in quella espressione gli suggerì di tenersi forte, quindi si chinò quasi ad abbracciare il collo di Maledet, reggendosi alle scaglie, sperando che fosse l'approccio migliore.
    <<A chi si stanca per ultimo?>> fece, anche se effettivamente lui probabilmente non avrebbe faticato più di molto. <<Sicura di riuscire a star dietro ad un drago in volo?>> chiese a Pharnasius, in tono di sfida. <<E tu, Mal, non mi deludere... vediamo che sai fare!>>
     
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    Quello scambio di sentimenti era servito. Voleva impedire che altri dovessero soffrire quello che aveva sofferto lei, quale modo migliore di iniziare se non alleviare il dolore altrui?
    Maledet aveva esternato i meandri della sua anima e si era aperto a lei e a Sylverion, ma adesso era giunto il momento di correre!
    Inspirò con il naso, fissando l'uomo appena salito sul dorso del drago nero.
    "Ma bene! Un piccolo umano che vuole sfidarmi? Non vantarti della tua nuova cavalcatura, non vincerete!"
    Increspò le labbra in qualcosa di vagamente simile ad... un neanche lei sapeva cosa, in stile smorfia non troppo convinta mista ad un sorrisone.
    "Spero che quelle tue ali siano forti, altrimenti sarai tu a dovermi stare dietro" Aggiunse rivolta a Maledet, prima di lanciarsi con un balzo selvaggio in avanti, verso la base della montagna, fiera e indomita, senza alcun timore, alcun dubbio, alcun pensiero.
    Solo l'ebrezza della corsa, la forza dei suoi muscoli, la voglia di dimostrare a se stessa e ai suoi nuovi compagni -mai avrebbe creduto di poter considerare qualcuno tale- di cos'era capace.
    Dopo il primo scatto iniziale rallentò leggermente, tanto stava viaggiando più che rapidamente e le sue zampe saettavano fulminee, artigliando il terreno e colpendolo come fosse lei a far ruotare il suolo del mondo sotto di sé. Sapeva che Maledet l'avrebbe seguita, non vedeva l'ora di iniziare quella gara fenomenale!
    Pensava che fosse anche quello che sarebbe servito al drago, sembrava qualcuno che doveva dimenticare... almeno per un po'. Quindi cosa c'era meglio di una sfida con la licantropa più veloce del...
    Chi sa se gli altri licantropi erano rapidi quanto lei? Elvis si era dimostrato più forte e abile nella lotta, ma neanche lui la eguagliava in quanto a velocità.
    <vediamo come me la cavo con un drago!>
     
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    Sylverion si era arrampicato con una agilità che Maledet non si aspettava. Si vedeva che oltre a essere intelligente doveva avere qualche talento in più, anche se magro com'era si poteva intuire la sua rapidità.
    Poi senti che si posizionava alla base del suo collo e gli fecce qualche carezza sul collo, cosa che al drago nero piacque. Da piccolo ricevette affatto solo dalla madre le rare volte che gli era concesso vederla, quindi si potrebbe dire che non ne aveva ricevute abbastanza di affatto, e perciò quando lo riceva era molto felice. Poi Sylverion si distese sul suo collo, abbracciandolo per non cadere in eventualmente, e poi Maledet rivolse lo sguardo fisso sul cielo e le sue grandi ali si aprirono verso l'alto.
    Era la calma prima della tempesta.

    Spero che quelle tue ali siano forti, altrimenti sarai tu a dovermi stare dietro.

    A quelle parole Maledet emise una risata soffocata

    Ha! Le mie ali sono così forti che ci faccio le flessioni! Piuttosto cerca di starmi dietro lupacchiotta!

    Controbatté Maledet in tono beffardo.
    E la lupa partì.

    Non hai Chance bella.

    Pensò innalzandosi in aria battendo le ali con una forza tale da creare dei mulinelli di polvere. E poi batté le ali innalzandosi in aria.

    Tieniti forte Sylvy! Si balla!

    Urlo al umano sfrecciando rapido come una rondine gigante verso la lupa, e intanto la lunga sciarpa rossa che ghermiva. Costanti battute per aumentare di quota e poi sfrecciare planando rapido come una freccia, ma silenzioso come la morte.
    I suoi battiti erano relativamente lenti, ma la forza e le dimensioni delle ali erano tali da garantirgli la rapidità del vento.
    Poi plano a rasoterra vicino alla lupa.

    Allora come va bella? Già stanca?
    Io posso volare anche giorni alla tua velocità. E tu per quanto puoi correre?

    La stuzzico divertito continuando poi a volare rapido sei o sette metri sopra lei.
    Si stava divertendo, e sicuramente Pharnasius avrebbe dato del suo meglio per batterlo.
     
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  13. Midnight Dragon
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    Era... strano. Un'esperienza decisamente diversa dal modo di volare a cui era abiutato. Quando Maledet si alzò in volo, con lunghi e poderosi battiti d'ali, la prima cosa che Sylverion pensò fu che era piuttosto scomodo, anche se non necessariamente spiacevole. C'era del fascino nell'osservare la cosa da un punto di vista per lui insolito: mentre inizialmente aveva pensato che a parte qualche scossone non avrebbe sentito nulla di particolare e che non sentire le proprie ali lo avrebbe messo a disagio, aveva ragione solo su quegli scossoni iniziali. Si tenne aggrappato forte - inizialmente incapace di adattarsi a quei movimenti - ma scoprì che non c'era quel disperato bisogno di restare saldamente al proprio posto. Ben presto riconobbe quella ritmicità quasi musicale caratteristica del proprio modo di volare, ed imparò ad assecondare quel ritmo. Si era per caso aspettato che il drago nero avesse volato in modo troppo diverso dal suo? Non c'era quasi differenza - anche se indubbiamente Maledet aveva talento, dato che i suoi movimenti erano molto più fluidi - e poteva quasi sentire le sue ali, i muscoli che si contraevano, il suo spostare il peso a seconda delle sue intenzioni.
    <<Tieniti forte Sylvy! Si balla!>>
    <<Sylvy?!>> cominciò, ma non ebbe il tempo di terminare l'obiezione che Maledet era già partito all'inseguimento di Pharnasius. Sentire da quella posizione la familiare sensazione dell'aria che scorre sul corpo durante una planata lo zittì: anche se non era minimamente agile come lui, o come Valyrion, a Sylverion piaceva volare ugualmente. E dovette concederlo al drago nero: era davvero veloce come diceva. Non gli serviva nemmeno battere le ali troppo spesso per mantenere la quota, come doveva fare lui, e immaginò fosse il talento naturale a cui aveva accennato parlando di draghi del vento. Ciononostante quei pochi attimi di planata inaspettata e senza preavviso cancellarono ogni altro pensiero per qualche istante. Oh, sarebbe stato divertente. Con una scarica di adrenalina, un brivido di piacere gli percorse la schiena e Syilverion non ebbe bisogno di guardarsi per capire che i frattali d'argento erano tornati al loro posto, adornandogli la pelle con una sottile ragnatela pulsante di flebilissima luce. Almeno erano sotto i suoi vestiti, anche se non poteva nascondere quelle due vene d'argento sui dorsi delle mani né tantomeno l'intreccio che dalla fronte - a malapena coperta dai capelli scompigliati dal vento - lambiva il volto prima di scendere sul collo e nascondersi sotto il lino. Be', Maledet non era proprio in condizioni di guardarsi indietro mentre volava, e Pharnasius sarebbe concentrata sul correre. E dato che tentare di trattenere i segni sarebbe stato impegnativo, non lo avrebbe fatto e si sarebbe divertito. E quando mai aveva detto di essere un umano? Tanto alla fine i suoi compagni di viaggio se ne sarebbero accorti, quando avessero avuto il tempo di guardarlo con più attenzione. E probabilmente Maledet qualcosa lo sospettava già.
    <<Allora come va bella? Già stanca? Io posso volare anche giorni alla tua velocità. E tu per quanto puoi correre?>> stuzzicò la lupa, volando raso terra con aria di sfida.
    <<Voglio proprio vedere>> stuzzicò Maledet rincarando la dose, urlando un po' per farsi sentire.
    <<Ti prego, dagli filo da torcere!>>
     
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    Sentirsi viva, quella sensazione inondava il suo spirito e le conferiva una forza enorme. Era nata per quello, era vissuta per correre.
    L'avevano esiliata e lei correndo era tornata a casa. Era sola... e correndo sfogava la rabbia. All'alba correva, sotto il sole correva, tra i baci del tramonto correva, la notte cantava.
    Era sempre stato tutto per lei: per mangiare e quindi cacciare doveva correre, per sfidare il vento doveva correre, adesso... doveva correre per divertirsi!
    <bene...> Pensò, accortasi che Maledet l'aveva raggiunta molto rapidamente.
    Le chiese se era già stanca... avrebbe avuto una piccola sorpresa quel cuccioletto impertinente, nonostante fosse davvero molto rapido nel volo doveva fargli mangiare la polvere... anche se al massimo l'avrebbe potuta annusare la polvere da quell'altezza.
    "Quanto posso correre?"
    Non aggiunse altro, il respiro serviva per fornire energia ai muscoli non per parlare inutilmente, quel piccolo Maledet doveva imparare qualcosina a suo parere.
    <so che non posso vincere...> Formulò in testa Pharnasius, senza sprecare altro fiato. <ma la tua troppa sicurezza ti potrebbe essere d'ostacolo amico mio>
    Avrebbe voluto farglielo notare a voce, ma preferiva dimostrarglielo: concentrandosi sui muscoli delle zampe posteriori per la spinta e quelle anteriori per accompagnarle, lasciò fluire la sua energia come un fiume che scivola impetuoso e inarrestabile dalla vetta della montagna.
    Con quello scatto distanziò Maledet abbastanza da doverlo costringere ad aumentare la velocità se voleva seguirla. Non aveva ancora raggiunto il suo limite massimo, forse perché non era né arrabbiata né bisognosa di esagerare, si doveva solo cimentare in una sfida che in ogni caso si stava dimostrando piuttosto adrenalinica.
    <chi sa com'è guardare il mondo da quella posizione?>
    Si chiese se si stesse divertendo più Sylverion o il drago, ma una cosa era certa: lei si stava emozionando. E quando si emozionava potevano essere guai, non l'avrebbe fermata nessuno!
    Se qualcuno fosse intervenuto ad interrompere la loro battaglia di velocità probabilmente non ne sarebbe rimasto nulla del povero malcapitato.
    ok, dopo questa fighissima gara... em... che fo spoilero?
     
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    Il battito ritmico dell cuore del giovane drago arrivava alle tempie, e il battito unito alla primordiale melodia del rumore del vento crearono una musica ancestrale che Maledet aveva il privilegio di ascoltarla.
    Era una musica che ascoltava anche quando combatteva, era l'orchestra del suo corpo e del mondo che lo circolava.
    Il drago sfrecciava rapido, ma la lupetta stava dimostrando una rapidità di scattò potente. Allora il drago nero si rese conto di essere rimasto indietro.
    Un sorriso perverso si dipinse sul suo volto draghesco, e allora inforcò il vento con un forte battito d'ali e partì rapido alle costole di Pharnasius, e intanto sperò che Sylverion non cadesse. Avrebbe dovuto stringersi forte...
    Maledet scattò rapido mulinando le ali con forza e grazia. L'avrebbe raggiuta con rapidità, ma neanche senza fatica.
    Si lasciò sfuggire un ruggito di gioia.
    Ma sentii il sangue di Sylverion mutare e diventare più simile a quello di un drago.
    Forse era da troppo che era in forma umana?
    Però a Maledet non importava al momento.
    La bocca di Maledet era ansimante, ma silente una volta tanto, e non pensava.
    Doveva essere il vento.
    E lo sarebbe stato.
    Così sfrecciò sempre più rapido verso la lupa, non sia mai che lo battesse quella creatura.

    Aes io so già le tue loschi piani... Lo vuoi proprio fare eh? XD allora fallo. Maledet ha fame! :dragongrin:
     
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