Cuori impavidi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Midnight Dragon
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Fu Pharnasius a prendere l'iniziativa: là dove Sylverion aveva preferito non indagare un po' per discrezione, un po' perché comunque confidava sulla sua improvvisazione, la lupa era riuscita in qualche modo a smuovere l'imperturbabile Aidal. Forse era stato il suo modo diretto di chiedere -qualità che lui non aveva mai del tutto imparato da Valyrion- o forse semplicemente la prospettiva di viaggiare in gruppo aveva cominciato a farsi strada nella mente della dragonessa. Ed alla fine, aveva deciso di raccontare quel pezzetto di storia che inizialmente aveva tenuto per sé.
    «Va bene. Ma non perdiamo altro tempo in chiacchiere dopo» aveva incominciato, anche se il suo nervosismo era evidente. Sembrava inquieta all'idea di parlarne, quel tipo di inquietudine che ti resta dopo una storia che ti fa ancora salire la rabbia, di quelle che solo a parlarne ti farebbe bruciare d'ira e che per questo eviti di ricordare.
    «Ieri ero approdata nella città di Knarw, che si trova mezza giornata di volo distante da qui. Non conoscevo niente e nessuno e mi affidai alla gente locale, sperando che mi potessero dare delle indicazioni sul posto. Cercavo soprattutto una biblioteca per informarmi e fortunatamente incontrai un uomo-lucertola e un drago verde che, anche loro stavano cercando lo stesso luogo di cui avevo bisogno. Così mi aggregai a loro...e fino a qui, tutto procedeva tranquillo.
    Nella via che conduceva alla biblioteca, spuntarono due uomini che prima incominciarono a dire che sapevano dove erano la biblioteca e dopo una mia risposta diffidente, incominciarono a parlare di strane cose riguardo "Kengard che non viveva un periodo roseo", "creature che volevano realizzare sogni e desideri....", insomma, parole che a me non convincevano, la loro stessa voce era una farsa.
    » raccontò. Inizialmente, la sua voce era calma, appena venata di quella nota di nervosismo con cui aveva cominciato, e mano a mano emerse prima la diffidenza e poi il disprezzo.
    «Riusciamo a farli andare via e coi noi, continuiamo a procedere per la strada. Finalmente arriviamo in biblioteca, ma non appena mettiamo il muso dentro all'entrata sentiamo un forte urlo di donna e successivamente ci vediamo arrivare le guardie locali addosso come le mosche al miele, incolpando me, l'altro drago e il lucertoloide di un certo "omicidio".
    Era ovvio che noi non avevamo fatto nulla e quei due individui che avevamo incontrato prima, non erano altro che i fautori di averci incastrato in un omicidio che tra l'altro, non era nemmeno vero! Era tutta una messa in scena per poterci catturare e ucciderci!
    » terminò, il disprezzo mutato in una bruciante rabbia.
    Sylverion avrebbe voluto dire di non sapere cosa pensare, ma non poteva. Conosceva quel genere di scenari -un paio di volte, quando si era immischiato troppo nelle faccende delle terre che aveva visitato, aveva preso parte a colpi di stato, per non parlare dell'innumerevole lista di paesi in cui il potere politico era avversato dai ribelli- e sapeva fin troppo bene che non c'era da aspettarsi niente di buono da Kengard. Aidal parlava con la furia di chi è stato ingannato, minacciato, costretto a difendersi per non morire, o peggio, ma l'esperienza di Sylverion gli riportava alla mente spiacevoli ricordi, inevitabili poiché di rado la politica non si sposava alla guerra quando la pace diventava sconveniente. Se questi erano ribelli, o istigatori, o chissà quale organizzazioni segreta, Kengard doveva trovarsi in una situazione instabile e delicata. Proprio per questo poteva essere nata in primo luogo, e proprio per questo l'esistenza stessa di un'organizzazione simile rischiava di scuotere l'isola fino alle fondamenta. Sperò vivamente che Valyrion fosse al sicuro: lui sì che aveva una tendenza pericolosa a mettersi in pasticci di entità colossale.
    «E da lì poi, ci addossarono due draghi di ghiaccio: uno è stato ucciso per zampa del mio compagno di battaglia, l'altro è scappato dalle mie grinfie. Infine ero riuscita ad avere la meglio sull'umano che avevamo incontrato prima, ma non ho potuto farlo fuori. L'altro umano invece è al giro per Kengard, combinando chissà cosa.
    So solo che come dicevo prima, questi individui, si muovono in tutte le occasioni e per tutti i versi. E ciò che vi ho raccontato ne è la prova
    » concluse infine. La rabbia aveva lasciato posto a qualcos'altro, qualcosa di più freddo su cui Sylverion non desiderò soffermarsi più di tanto. In qualche modo, la faccenda dei draghi del ghiaccio lo aveva urtato. Il suo lato più animale era abituato ad uccidere propri simili, nelle Terre Bianche succedeva in continuazione tra branchi diversi, a volte all'interno dello stesso branco. Il suo lato più civile rabbrividiva alla prospettiva: uccidere era un talento che voleva evitare a tutti i costi di usare su altre creature senzienti. Per esperienza, poi, un combattimento serio tra draghi era qualcosa da cui uscire illesi era virtualmente impossibile, e molto spesso si concludeva nel più brutale dei modi. Era molto difficile dimostrare ad un drago la propria superiorità, così come era molto difficile fuggire: di rado si riusciva ad ottenere un risultato diverso dalla morte di uno dei due contendenti. Con altre creature -umani, per esempio- negoziare era più facile, interrompere lo spargimento di sangue era relativamente più semplice. La possibilità stessa che quei "ribelli" arruolassero anche draghi lo preoccupava. E non era solo per un po' di empatia che inevitabilmente provava per quei draghi, era anche per Valyrion. Quella testa calda di suo fratello non concepiva l'idea di ritirarsi e mancava di alcune delle più basilari forme di prudenza. Se fosse stato attaccato da un altro drago, Valyrion non avrebbe saputo trattenersi. Un motivo in più per trovarlo alla svelta.
    Ricacciò indietro il pensiero: come aveva detto Aidal, chiacchiere a dopo, se avessero voluto sapere qualcosa da lui gliel'avrebbero chiesto più avanti. Anche se a questo punto, era lui a dovere ai sui compagni una storia, lasciò per un attimo quel suo lato da parte: era il momento di lasciare da parte le preoccupazioni, tenere alto il morale del gruppo e partire, stando fermi non si andava da nessuna parte.
    Un'immagine si formò nella sua mente, uno di quei ricordi che teneva in serbo per occasioni particolari, prese un lungo respiro e cercò le parole per descriverla, ma prima di poter pronunciare un singolo suono Maledet prese l'iniziativa per avvicinarsi ad Aidal e coprirla dolcemente con una di quelle sue fantastiche ali. Ricacciò indietro le parole in Luminar, e così il suo ricordo, lasciando che fosse il drago nero a consolarla. Invece si chinò accanto a Pharnasius e commentò solo, a mezza voce e ritrovando uno dei suoi grandi sorrisi: «E ora chi sarebbe quello tenero?».
    Accarezzò per qualche secondo la sua schiena, godendo della morbidezza di quel folto e soffice pelo blu. Era davvero un peccato rovinare quel momento di tenerezza che Maledet aveva creato per sé ed Aidal, così non lo fece. Ne approfittò invece per verificare l'unica cosa che, dopo le rivelazioni della dragonessa, avrebbe potuto irrimediabilmente distruggere il suo ottimismo. Cacciò una mano in una delle poche tasche della tunica che indossava, e ne tirò fuori un piccolo ciondolo. La catenina d'argento di Avantgard era sempre luccicante come al solito, apparentemente immune a qualsiasi segno di ossidazione, ma ciò che davvero contava era il cristallo azzurrino che era incastonato nel monile. Lungo appena un pollice, era fresco al tatto e trasparente come ghiaccio, ma non si scioglieva ed era intagliato nella sua semplicità con precisione e perfezione. La piccola fiammella dorata che vi era racchiusa ardeva ancora, incapace sia di spegnersi che di fondere il suo involucro. Sylverion prese il ciondolo per la catena e lo fece dondolare come un pendolo -senza smettere di accarezzare Pharnasius-, osservandone con attenzione il movimento e la flebile luce che emetteva. Un piccolo guizzo di luce animava il cristallo ogni volta che questo oscillava più o meno verso sud, ma per il resto la fiammella restava calma ed indisturbata: Valyrion, ovunque fosse un po' più a sud, in quel momento se ne stava lontano dai guai. Sylverion ripose il piccolo cristallo nella tasca.
    «E se viaggiassimo senza meta verso sud?» propose Sylverion alla lupa.
    «Prometto che appena ci riposiamo ti racconto la storia che ti devo, che ne dici?»

    Scusate per il lungo post, spero di non essermi perso niente :P
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    E fu così, che dopo alcuni giustificabili tentennamenti, Aidal riuscì a dire tutto quanto e a lasciarsi andare agli altri.
    Pharnasius non impiegò molto a capire che aprirsi riguardo qualcosa di tale portata non era affatto semplice, per lei assurdamente anche quella era una nuova scoperta, ma ci stava prendendo l'abitudine nell'interpretare i sentimenti altrui... dalle parole, dai movimenti, dalle espressioni, dal battito dei loro cuori vividi e pulsanti.
    Era tutto... strano, nuovo e strano. Tutto inspiegabile, tutto, per certi versi, sbagliato. Pochi termini le erano totalmente estranei come biblioteca e guardie, per il resto lo sbagliato e lo strano non stavano nelle parole, piuttosto nel contenuto.
    Un contenuto terribilmente inquietante, qualunque cosa fosse successa, qualcuno aveva perso la vita. Fu inevitabile ricordare quello che era stato il rispetto per la vita secondo i suoi genitori.
    Anche loro, semplici umani in origine, mostravano flebile e infame rispetto per la vita: Dato che consideravano la loro dannata, avrebbero voluto che anche gli altri soffrissero. Almeno questo avevano dato a vedere in tutti quei momenti che era in grado di ricordare.
    Nessun conflitto, nessuna triste battaglia, solo indifferenza verso l'infinito straordinario flusso della vita.
    L'aveva già compreso ormai: non era l'unica, altri avrebbero sofferto, non era più qualcosa che riguardava solo la sua storia. Era qualcosa che coinvolgeva molto di più, qualcosa che la spinse a fissare il cielo. Un cielo in cui ancora la luna era celata, ma non a lei.
    Sapeva dove si trovasse, era sua accompagnatrice la notte e il giorno sapeva dove trovarla se ne avesse avuto il bisogno. Lei era sempre lì, se pur il sole la oscurasse. Socchiuse le palpebre per un istante, poi riabbassò lo sguardo. Non era il momento.
    Maledet si abbandonò ad uno dei suoi gesti d'affetto, gesto che le diede una conferma che inizialmente aveva solo sospettato. Beh, forse si sentiva come lui. Quando non si riceve troppo affetto si percepisce l'irrefrenabile bisogno di donarlo ai compagni, che a loro volta diventano fonte d'affetto e di purezza. Così si genera quella forza, l'incontenibile fervore della soddisfazione di sentirsi accettati e di riconoscersi in grado di accogliere lo spirito altrui.
    Era certa che fosse così anche per il drago, perché... sapeva di aver vissuto qualcosa di incredibilmente simile. Quando qualche momento prima aveva unito anche lei nel suo abbraccio Pharnasius aveva sfiorato con il suo stesso pelo quanto potesse essere invalicabile la barriera formatasi attorno a loro. Tutti per tutti... poteva apparire come qualcosa di scontato ed azzardato, ma quell'abbraccio poteva velare anche molto di più. E a quell'abbraccio si stava unendo anche Aidal.
    Non ebbe più l'istinto di chiedere consiglio alla sua compagna notturna, adesso poteva rivolgersi a quei tre, così innegabilmente diversi, eppure così uguali.
    "E ora chi sarebbe quello tenero?"
    Si voltò verso Sylverion, che aveva ripreso a carezzare il suo pelo senza alcun timore.
    "Ho parlato un po' troppo" Disse, senza accennare ad una domanda o ad una esclamazione. E poi fu lei a sorridere. L'umano non poté capire il perché, una volta tanto Pharnasius volle restarsene in silenzio.
    Però... doveva dirgli prima o poi che molto probabilmente, se quella mano non fosse stata la sua, sarebbe stata all'istante ingoiata e successivamente digerita tra strazianti urla di dolore e fiotti di sangue ovunque. Lei stessa si stupiva di come riuscisse ad accettare la presenza di Sylverion come non più estranea dopo poche ore da quando si erano incontrati, anche se sicuramente stava tutto in quella condivisione d'affetto e fiducia reciproca che motivava anche Maledet.
    Poi Sylverion continuò.
    "E se viaggiassimo senza meta verso sud? Prometto che appena ci riposiamo ti racconto la storia che ti devo, che ne dici?"
    Mosse con leggerezza la coda verso la mano di Sylverion, fin dove la sua posizione gli consentiva. Adesso il contatto poteva dirsi ancora più reciproco.
    "Come preferisci, ma poi mi racconterai anche come ha fatto quel..." Non conosceva nessun termine per definirlo, ma tentò lo stesso. "cristallo a suggerirti quella direzione. è qualcosa d'importante per te vero?"

    Era arrivato quindi il momento di partire. Dove li avrebbe condotti il loro cammino era assolutamente incerto, almeno per lei, e bastò quella convinzione a fornirle nuovo vigore ed un'intenza brama... di ricominciare a correre. Le forze scivolate via erano tornate di colpo, e anche se sapeva che per loro non avrebbe avuto senso correre... lei sentiva il desiderio di farlo. E lo sapeva, a breve l'avrebbe fatto. Doveva solo decidere quando, il momento giusto per sfidare il vento.
    E quindi, attese che fosse Maledet a condurli verso quell'orizzonte, immobile affianco a Sylverion.
    Forse anche quello non avrebbe avuto molto senso, ma voleva evitare di atteggiarsi ad alfa, temeva quasi di poter essere un giorno obbligata ad impartire ordini. Per molti era il sogno di una vita, per quelli come lei... era una sorta di paura.
    Era certa che Maledet ne fosse all'altezza, li avrebbe guidati tra coccole e abbracci!
    Vai Master dirigi la ciurma! XD credo che non ce la faccio a fare qualche altro casino prima del tempo, quindi se volete andare via dall'Ossidiana possiamo farlo anche dal prossimo post. Scegliete voi... in entrambi i casi devo inventarmi qualcosa di figo da far succedere ammeno che... non vogliate buttare lì voi qualcosa XD
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    Aidal si sentì improvvisamente avvolgere da una sensazione strana, fu solo allora che voltò la propria testa indietro e vide che era stato Maledet con le sue ali enormi.
    Non era abituata a sentirsi ascoltata e presa in considerazione come quel giorno, fu una cosa tutta nuova da provare per la dragonessa. Anche se il gesto di Maledet lo trovava imbarazzante e piuttosto inusuale per un drago delle tenebre.
    O forse era Aidal che era stata cresciuta in un clan e di conseguenza in una famiglia di draghi che badavano poco alle smancerie e all'affetto?
    Perdonami questo gesto, ma solo ora capisco quello che hai passato.
    Non è colpa tua Aidal.
    È solo colpa della nebbia.
    Sono stati loro a far questo a nostri simili.
    Tu ti sei solo comportata di conseguenza rispondendo al pericolo come il drago e l'uomo-lucertola tuoi amici.
    Se la Nebbia non fosse mai nata questo non sarebbe successo.
    Quindi.
    Hai la mia parola:
    I loro crimini saranno puniti.
    E le nostre bocche si inebrieranno del loro sangue.
    Vedrai...

    Acconsentì alle ultime tre frasi che egli le disse. Non c'era poi così gusto a uccidere gli umani, però quei due, Edaron e Crial lo avrebbe fatto molto, molto volentieri. La cosa non avrebbe di certo risolto nulla, anche perchè la Nebbia o qualunque setta che si celava sotto Kengard sarebbe continuata ad esistere. Però l'istinto di vendetta la pervadeva dalla testa fino alla coda, dando luogo ad immagini macabre che si generavano sulla sua mente. Una mente che pensava troppo e che sfruttava troppo, per i suoi gusti.
    Guardò Maledet con una espressione comprenisva(anche se era facile dedurla), per poi sfilarsi lentamente tra le sue ali.
    "Allora ci farai tu da guida, Maledet." gli disse, mentre si metteva a sedere sulle zampe posteriori.
    Poi sentì Sylverion che parlava con la lupa.
    E se viaggiassimo senza meta verso sud?
    Era una cosa che allettava Aidal... viaggiare senza una meta precisa, errare come un vagabondo senza terra....
    "Per me va bene. Possiamo partire anche adesso." concluse, mentre guardava il drago dagli occhi rossi, come se volesse dirgli "adesso tocca a te a guidarci."
    "Per me va bene se ci spostiamo :P
    A te Master!
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Maledet guardò i suoi amici, piegando teneramente la testa di lato con fare piuttosto perplesso.
    Non voleva essere un capo per loro, vole solamente aiutarli a trovare la Strada.
    Ma la verità era che Maledet non si sentiva degno per questo compito.
    E oltre la sua inesperienza, era troppo instabile, vigliacco e folle... Come molte altre creature oscure.
    Aidal era invece un altro tipo di creatura oscura: Chiusa, ma non timida, anzi per niente timida.
    Piuttosto... Tendeva a stare per le sue.
    Qualcuno l'avrebbe definita asociale, ma non per Maledet, piuttosto non abituata al cotanto con qualcun'altro.
    Lei si era tolta le ali dal suo dorso, e Maledet capii che ci sarebbe voluto tempo per lei.
    Doveva ancora aprirsi.
    Scosse la testa per allontanare quei pensieri; poteva farcela, anche se avrebbe preferito fosse Sylverion il capo.
    Però se loro avevano fiducia in lui doveva a sua volta averne in se stesso.
    Beh, se pensate che possa essere una buona guida cercherò di impegnarmi al massimo.
    Dopotutto credo decisamente di poter contare sulle vostre idee e suggerimenti.
    Per questo se dovessi sbagliare vi chiedo scusa, però con il vostro aiuto credo che ce la farò.
    Disse con fare timidamente orgoglioso.
    Allora andiamo!
    Disse cercando di ritrovare un po' di buon umore.
    Poi guardò il cristallino di Sylverion che faceva dondolare.
    Mmmh interessante... Una specie di bussola magica immagino.
    Di la verità questo motivo vuoi che andiamo a sud...
    Se è li ciò che cerchi allora andiamo.
    Disse sorridendo a Sylverion.
    Poi Maledet indicò con la zampa destra una direzione precisa.
    E iniziò a zampettare usando anche le ali per muoversi come un pipistrello a terra.
    Era un metodo rapido, e a differenza di quanto si possa pensare, silenzioso.
    I suoi passi non si sentivano ne sul erba ne sui rami perché il suo peso corporeo era disperso.
    Anche se effettivamente vederlo muovere in quel modo piuttosto goffo a prima vista lo faceva sembrare solo molto carino e puccioso.
    Poi il drago si voltò facendogli segno di seguirlo.
    Aveva ereditato dalla madre, la qui specie di draghi aveva tendenze migratorie-nomadi, una bussola interna come le tartarughe marine,
    Sapeva dove andava.
    E intanto per cercare di orientarsi con que pezzo di magnetite nel suo cervello andò a sbattere contro un albero per poi dire: Tutto a posto!
    Decisamente sapeva dove andava...

    esco prima di voi se per voi va :3
    Se no restiamo al ossidiana a farci qualche spiedino XD
     
    Top
    .
  5. Midnight Dragon
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    «Come preferisci, ma poi mi racconterai anche come ha fatto quel... cristallo a suggerirti quella direzione. è qualcosa d'importante per te vero?»
    «Mmmh interessante... Una specie di bussola magica immagino. Di la verità questo motivo vuoi che andiamo a sud... Se è li ciò che cerchi allora andiamo.»
    Quando Sylverion aveva tirato fuori il cristallo di Avantgard si era aspettato che la cosa avrebbe punto la curiosità dei suoi compagni di viaggio. Del resto non era propriamente una cosa che si vedeva tutti i giorni, ma non aveva comunque potuto resistere all'impulso di controllarlo: la necessità di controllare come stesse Valyrion era troppo impellente per rimandare a quando i loro sguardi si fossero rivolti altrove. E in ogni caso avrebbe prima o poi dovuto dir loro di suo fratello, sia anche solo quando l'avessero incontrato. Anzi, meglio prima. Decisamente meglio prima, conoscendo Valyrion.
    Ma non volle perdersi in lunghe spiegazioni in quel momento: se esisteva concretamente la possibilità di essere attaccati di nuovo da quei cacciatori era indubbiamente molto più saggio andarsene da quel posto, e la storia avrebbe potuto raccontarla in viaggio.
    Era comunque una bella storia da raccontare: a quel monile erano legati tutti i loro viaggi, ma Avantgard era un posto davvero speciale, con gli affascinanti elfi bianchi e le loro città d'argento, la casata di Eiraerdw'haéln e la nobiltà elfica, la lavorazione dell'argento e del legno di betulla, per non parlare dei maestosi draghi di Avantgard, delle valli innevate dell'Avantmarl, del Giorno della Luce durante il solstizio e della Verde Aurora, quel momento in cui l'alba non si tingeva del rosso, del giallo e del rosa al sorgere del sole, ma di verde smeraldo, viola ametista e oro. In quel Giorno della Luce, tra i falò rossi, arancioni e dorati e le alchemiche polveri con cui i bambini generavano piccole fiammelle e scintille colorate, tra spettacoli pirotecnici in mezzo alla candida neve ed esibizioni di magia con cui i viandanti Mardhaerim narravano storie, creando un sottile spettacolo di luci e ombre al suono della loro voce melodiosa, al prezzo di quello che ti sentivi di donare loro, in quel miscuglio di luce e ombra, fuoco e ghiaccio, giorno e notte, Sylverion e Valyrion avevano forgiato con la loro magia quelli che avevano battezzato i cristalli di Avantgard, in onore di quella terra meravigliosa.
    «L'ho fatto io» spiegò sorridendo. «E dato che ne esiste solo un altro al mondo, punta sempre verso il suo gemello. Se volete ve ne racconterò la storia mentre andiamo, oppure quando ci fermiamo. Ma partiamo adesso, direi che siamo tutti d'accordo» propose. Lasciò a Maledet il compito di fare da guida, dato che tra tutti era l'unico a conoscere bene l'isola. Avrebbe imparato viaggiando, e poi viaggiare senza meta era quello che faceva di solito, quindi non c'era poi così tanta differenza.
    E così si mise in marcia; anche se la tentazione di trasformarsi in drago c'era, dato che ora non aveva senso preoccuparsene con non uno, ma altri due draghi al seguito, decise comunque di restare umano. Un po' per giocare un po' con loro - Sylverion adorava farlo - un po' perché se quei cacciatori sapevano del loro gruppo avrebbe potuto tornare utile come elemento a sorpresa in caso ce ne fosse stato bisogno. E così facendo avrebbe potuto farsi trasportare da Maledet: gli era piaciuto volare, per una volta, da umano... e poi trovava divertente la cosa. Ed era carino da guardare, con quel suo modo strano di camminare senza fare rumore, che lo faceva sembrare un pipistrello più che un drago vero e proprio.
    E poi, SBAM: a malapena riuscì a trattenere una risata quando lo vide schiantarsi contro un albero.
    «Tutto a posto!»
    «Cominciamo bene» sogghignò Sylverion.

    Spero vada bene :P
    Per me va bene anche concludere qui e riprendere in un altro posto, magari appena adiacente all'ossidiana ^^
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    scusate il ritardo

    Eccoci, era giunto il momento. Sembrava che tutti non avessero alcuna intenzione di indugiare oltre, e la cosa la rendeva euforicamente felice.
    Le piaceva dialogare, soprattutto perché era la prima volta che lo faceva con un gruppo di estranei così originale, ma starsene ferma per più di dieci minuti in un luogo che non fosse la sua tana poteva rivelarsi noioso.
    Se scopriva qualcosa di nuovo, per cogliere la più piccola sfaccettatura della realtà circostante c'erano volte in cui si fermava anche per un paio d'ore ad ascoltare e annusare, ma adesso la sua priorità era un'altra.
    Com'era bello vivere per priorità! Si sentiva di correre, avrebbe corso. Si sentiva di parlare, adesso aveva con chi farlo.
    Una sensazione stupenda, che trascendeva qualunque altra necessità a quel punto trascurabile.
    In un certo senso si aspettava che Maledet avrebbe tentennato un po' prima di accettare di fare loro da guida, ma poteva essere un'esperienza che avrebbe aiutato anche lui stesso.
    Non fosse stato per l'albero che gli aveva intralciato il cammino sarebbero già partiti. Che alberi cattivi, ora si piazzano anche in mezzo alla strada di un povero drago non troppo convinto!
    Si avvicinò a lui trotterellando, mentre il suo istinto di predatrice le ricordava che, di fronte ad una simile creatura, poteva considerarsi più una preda.
    Non percepiva né pericolo né minaccia, tuttavia... trovarsi sotto ad un coso simile... aveva sempre un certo impatto. E lui non era tra i più grandi!
    "Se credi in te, puoi riuscire in qualunque cosa. Da oggi puoi credere anche in noi, quindi... non aver paura"
    Un alberello non l'avrebbe certo fermato, come non avrebbe fermato lei, Sylverion e Aidal.
    Erano pronti, potevano cominciare quel grande viaggio.
    Tornò dall'umano, questa volta a passo più leggero, lo stesso passo che la accompagnava quando camminava spensierata con gli occhi chiusi aspettando segnali per allenare i sensi.
    Voleva ascoltare Sylverion come un giovane lupetto avrebbe ascoltato il saggio del branco, si sentiva piacevolmente molto cucciola in quel momento. Per la prima volta non si sentiva per niente assassina, non si sentiva alla ricerca di comprensione.
    E Elvis l'avrebbe aspettata, al suo ritorno avrebbero di nuovo corso insieme. Sapeva che sarebbe tornata, perché anche a lui doveva qualcosa, nulla più del mantenimento di una promessa.
    Ora poteva concederselo, poteva gridare alla sua compagna celata dalle poche nubi e dalla luce solare.
    Non per chiedere consiglio, ma per dirle quanto era felice.
    Il suo potente ululato si diffuse tutt'attorno, facendo vibrare le venature delle foglie e, sperava, anche gli animi dei suoi compagni.
    Come dava coraggio ed energia a lei poteva farlo anche con gli altri, con una buona spinta potevano arrivare ovunque!
    Gnamoooooo!
    ndosivà? XD se volete rispondere fate pure, per me possiamo anche uscire all'istante e e aprire subito altrove.
    Intanto Pharny esce
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    Allora che faccio? Dato che ora è il mio turno apro io il nuovo topic?

    Inviato tramite ForumFree App

     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Boh... Si meglio se apri un altro topic...
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    Ok, faccio uscire Aidal e apro ^^
    Aidal esce.
     
    Top
    .
83 replies since 6/7/2015, 22:26   1291 views
  Share  
.