Illusione... o realtà?

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    Alexander ascoltò Kesya che stava dando indicazioni per proseguire furtivamente verso il luogo della missione e annuì, subito dopo si mise a quattro zampe e iniziava a seguire la lupa in modo silenzioso.
    L'uomo-lucertola si fermò appena la lupa disse di aver sentito delle voci e osservò il buco, pensò “mmm la cosa non quadra, so fossi loro io non avrei accesso nessun fuoco in modo così visibile”. Ascoltò Crial che parlò e aggiunse “oddio ammetterlo ma Crial potrebbe avere ragione, questa potrebbe essere una trappola”. Infatti la loro teoria ha ottenuto conferma dall'umano che aveva fatto scattare la trappola.
    Alexander si avvicinò per vedere meglio il risultato dell'esplosione e pensò “astuti, ci hanno attirati qui con l'inganno”, subito dopo osservò l'umano che stava spiegando a Kesya cosa dovrebbe fare. L'uomo-lucertola li seguì mentre si muovevano ma dopo alcuni secondi sentì il terreno che tremò e subito dopo vide spuntare da sotto terra alcuni persone. “maledizione siamo circondati” pensò mentre assumeva una posizione di guardia e strusciava la sua lunga coda sulla terra. Appena che uno dei uomini avversari era a portata di combattimento lo colpì con la coda facendolo cadere per tera e subito dopo colpì la gola con i suoi artigli uccidendolo.
    Alexander ascoltò Crail, lo osservò e subito sibilò contro di lui “maledetto brutto traditore” voleva attaccarlo ma venne distato da un altro uomo che lo aveva attaccato mancandolo per un soffio.
     
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    Kesya continuava a procedere in maniera silenziosa, annusando tracce e ascoltando ogni rumore o dialogo. Le sue orecchie fremevano di continuo, nell'individuare la provenienza delle parole. Si fermò quando Crial la mise in guardia dall'inganno e dall'illusione che potevano averla coinvolta.
    "So che può essere una trappola, per questo mi sto avvicinando molto piano, questa situazione non mi piace per niente." sussurrò all'umano, la cui voce sembrava altissima come volume e la lupa Maleyes temeva che lo sentissero. Dannazione agli umani e alla l oro voce stridente.
    La lupa continuò a guardare quello che poteva essere il loro target. Non si sentiva più nessuna voce ma la luce che proveniva dal basso iniziò ad aumentare di intensità, come se il fuoco avesse iniziato a brucare qualcosa di molto infiammabile. E l'avvertimento di Crial.
    Kesya venne sbalzata all'indietro dall'esplosione, la lupa rotolò e vide alberi e terreno girargli attorno. Fortunatamente alcuni cespugli l'avevano rallentata e la lupa si rialzò quasi immediatamente.
    Zarthial e Felthsar, che si trovavano più indietro non vennero colpiti ma rimasero comunque leggermente storditi dal forte rumore improvviso e appena si resero conto di quello che era successo, accorsero in aiuto dei loro compagni.
    "Cos'era quello scoppio?" fu la voce di Zarthial, rivolta soprattutto a Crial, che lo fulminò con lo sguardo, come se fosse stato lui ad aver provocato l'esplosione.
    "Sorellina, stai bene?" il Maleyes maschio in forma draconica accorse in aiuto della femmia, annusandola e pulendole il pelo dalla terra.
    "Sto bene...ma cos'è successo?" rispose prontamente Kesya guardando il luogo dove si era verificata l'esplosione. L'entrata del loro obiettivo ora si era tappata, dalle rocce e dai detriti mossi con quel violento boato.
    "Hanno fatto saltare in aria il loro nascondiglio. Spero che Vinult non sia rimasto ferito" fu il commento di Felthsar.
    Zarthial invece riprese a ringhiare nervosamente. Sapeva che era una trappola e che da un momento all'altro sarebbe successo qualcosa. Non sapeva per certo cosa ma era pronto all'evenienza.
    Nel frattempo Crial riprese a dialogare con Kesya, chiedendole cosa avesse sentito e invitandola a seguire altre tracce odorose.
    "Avevo sentito due umani che parlavano ma non capivo cosa dicessero. Inoltre ho sentito rumore di ferraglia e poi una risata seguita da silenzio fino all'esplosione".
    Kesya riprese il lavoro che aveva interrotto prima. La ricerca di tracce odorose ed acustiche.
    "Sento sempre il loro odore ma non sento nessuna voce ora Sembra che sia tornato tutto calmo." fu il suo commento mente annusava.
    "Io sento una vibrazione! State attenti!" fu l'improvvisa voce di Zarthial che mise in guardia i due Maleyes.
    Il terreno vibrò e si spaccò come se fosse scosso da un terremoto ma tutti sapevano che non si trattava di una scossa sismica naturale.
    Decine di umani spuntarono da sottoterra come funghi, armati fino ai denti e accompagnati da un paio di orchi e da altre creature abominevoli.
    Zarthial lanciò un ruggito fortissimo, capace di sovrastare la vibrazione del terreno e senza attendere istruzioni iniziò a sputare fuoco, muovendo il muso per colpire più gente possibile con il suo torrente di fiamme ma alcuni di lro riuscirono a scivolare oltre le fiamme e ad attaccare il gruppo.
    Il ruggito di Felthsar fece seguire quello del drago verde di fuoco e il Maleyes maschio fece guizzare la coda con la cuspide appuntita come una frusta, in direzione di uno dei due orchi che era spuntato nel raggio d'azione della sua coda.
    Kesya si stava per trasformare in dragonessa quando sentì un violento colpo al muso. Sentì un dente volare via e il sapore metallico riempirgli la bocca. E il bosco che ruotava attorno a lei. E so fratello che la chiamava.
    "Kesya!!!!!"
    Il Maleyes vide chiaramente Crial colpirla con un calcio mente lei iniziava la trasformazione e si accoccolò accanto a lei per proteggerla.
    Crial strillò di nuovo per chiamare i nemici e Felthsar non ci credeva alle proprie orecchie.
    "Traditore...Zarthial aveva ragione..."
    Un muro di ghiaccio protettivo a forma di igloo si materializzò e coprì i due Maleyes e Crial, inglobandoli. Per oltrepassarlo, i nemici avrebbero dovuto rompere il ghiaccio usando le armi.
    Zarthial aveva sentito tutto ma non poteva intervenire, in quanto stava combattendo per allontanare i nemici che erano sfuggiti alle fiamme. Alcuni troll aggirarono il fuoco e presero a colpirgli i fianchi e lui tentava di sbarazzarsene pestandoli sotto i piedi delle zampe posteriori.
    Nel frattempo, nell'igloo protettivo, Kesya si era rialzata con il muso sanguinante e osservava il fratello che aveva buttato giù Crial e che lo teneva inchiodato a terra.
    "Muori, bastardo traditore!" il Maleyes maschio, pronto a congelarlo.


    Ok, Felthsar sta usando la sua VI tecnica e sta per uccidere Crial. Scusa se sno stato un po' troppo autoconclusivo con il tuo piggio, Aes, ma questa è la reazione naturale e protettiva del mio Maleyes XD


    Edited by King Bahamut - 23/12/2016, 15:29
     
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    maremma boia ma proprio sul muso poverina? Io intendevo colpirla ad un fianco xD


    Crial sapeva che tutto sarebbe dovuto accadere molto in fretta, e che sarebbe stato attaccato dai suoi compagni...
    non sarebbe stato per nulla semplice, ma doveva combinare tutto quello che sapeva per riuscire ad ingannare più bersagli, e con illusioni diverse.
    La testa gli stava scoppiando, sentiva le proprie vene pulsare a livello delle tempie e l'energia magica scivolare via, ma poteva farcela.

    Aveva capito dove si trovava l'ingresso del rifugio e chi erano il capi dei nemici, fortunatamente, ma le altre informazioni raccimolate da quel tipo che aveva appena "letto" con la magia riguardavano cene a base di arrosti e donne con cui giocare a letto, nulla che a lui potesse interessare... beh, almeno in quel momento si intende.
    E il "capo" di quella gente era lì, in mezzo al gruppo, attorniato da qualcosa che pareva invisibile ma che al suo sguardo e a quello del gruppo di Zarthial e compagnia bella sarebbe apparso come un'aura luminosa e violacea, probabilmente occultata tramite psikemansia, ma che potevano distinguere grazie all'incantesimo che Crial aveva scagliato ai loro occhi.
    In ogni caso, quello doveva essere il suo obbiettivo e non quello degli altri: vide le fiamme di Zarthial distintamente muoversi attorno all'uomo, al centro di quel miasma di confusione, come serpenti incapaci di raggiungerlo e i suoi occhi d'ambra brillare di goduria in mezzo al caos.
    Neri erano i suoi capelli, nera era la sua veste, nero era il terrore che un tale alone di follia era in grado di emanare. Non poteva credere di dover affrontare mentalmente un tizio simile, ma era l'unica speranza che avevano a quel punto... attacchi diretti non sarebbero serviti a niente, ne era certo, neanche con mille draghi come scorta. Loro... ne avrebbero avuto sempre uno in più. Ricordava com'era andata la prima volta, se non fosse stato per il drago del ghiaccio che aveva tradito i suoi futuri aguzzini non avrebbero mai vinto quella battaglia.
    Adesso però nessuno si sarebbe rivoltato contro quei maledetti, e dovevano agire con le loro sole forze, anche se quello era soltanto l'inizio.
    aveva fatto per correre verso il nemico più "grande", ma Felthsar gli si era gettato addosso intenzionato ad ucciderlo, e salvare la pellaccia non fu semplice: se non avesse creato in tempo una sua copia illusoria, un istante prima di essere atterrato, sarebbe morto. Al drago sarebbe rimasto solo il nulla tra le zampe, mentre lui correva verso il suo unico avversario. Non fu difficile evitare le due frecce e il fuoco che gli arrivarono incontro, perché entrambi gli attacchi ferirono qualcun'altro , nemici in mezzo a cui si era mischiato per non ferirsi.
    L'uomo dallo sguardo mortifero dovette capire che stava puntando proprio a lui, poiché in mezzo al putiferio diresse lo sguardo nella sua direzione e si preparò visibilmente a riceverlo, alzando una mano e facendo muovere strani filamenti violacei verso di lui.
    A Crial non importava quale effetto avessero quel genere di incantesimi, a lui serviva non lasciarsi colpire: con quasi tutte le forze rimastegli, poche se si considerava che in dieci minuti aveva usato più incantesimi a ripetizione senza alcun controllo che in tutta la sua vita, generò un flusso magico invisibile dalle mani che si diresse verso quell'essere che poco aveva di umano se non l'aspetto e, neanche lui ci credeva, lo centrò in pieno.
    Sentì la propria testa riempirsi di sensazioni assurde, terrificanti, spaventosamente bestiali. Doveva resistere a tutta quella pressione e riuscire ad ingabbiare la sua mente almeno per qualche secondo, per trasferirvi l'effetto di quella magia senza che lui se ne rendesse conto. Uno scontro breve, impercettibile alla vista, ma devastante per gli spiriti di entrambi.
    L'incantesimo diretto verso Crial si dissolse, segno che l'attacco del ragazzo stava andando ad agire come doveva, tuttavia la mente di quell'individuo era estremamente resistente e Crial si distrasse troppo dall'ambiente circostante, non riuscendo ad evitare il fendente di spada che lo raggiunse da dietro, per mano di un altro tizio vestito d'armatura e d'elmo in bronzo.
    Per puro istinto di reazione riuscì a percepire la minaccia e a scanzarsi di pochi centimetri, ma la lama gli squarciò comunque la pelle in prossimità della spalla destra costringendolo a digrinignare i denti per il dolore. Riuscì comunque a reggere il contatto mentale con il suo primo avversario, e finalmente capì che il suo incantesimo aveva avuto effetto.
    "Cosa stai facendo? ferisci gli alleati?" gridò l'uomo dagli occhi d'ambra allo spadaccino che aveva appena ferito Crial, con un'espressione ancor più furente di quanto lo si sarebbe potuta pensare capace.
    Fu Crial a rispondere con disinvoltura, con una perfetta faccia da poker (anche se non esiste a Kengard), di quelle più inespressive che conosceva.
    "Nessun problema, non sanno che sono nuovo"
    Il volto dell'uomo dai capelli neri trasudava mera confusione, come se stesse cercando di capire il motivo di certe cose che stava vedendo e sentendo. Quello era il segnale che faceva capire a Crial di non avere molto tempo, non poteva perdere un istante e doveva essere semplicemente coinciso.
    "Vado ad avvertire il nostro signore, mi ha chiesto di tenerlo informato qual'ora fossero state rivelate le abilità del nemico, dobbiamo affrontare ghiaccio e fuoco di potenza eccezionale, ma sono riuscito come ha visto a colpire la lupa prima che..."
    "Si ma ora sbrigati! Non perdere altro tempo!" gli urlò contro quello che fino ad un attimo prima era il suo avversario, e che lo sarebbe tornato entro pochi secondi. A lui bastava che gli tenesse a bada quella gentaglia per qualche minuto e che li convincesse erroneamente che era un alleato.
    "Si signore..."
    Come aveva potuto comprendere grazie al primo uomo a cui aveva lanciato il primo attacco magico, in quel gruppo di bestie assetate di sangue c'erano un capo, un sottocapo e i loro sudditi; questi sicuramente dovevano chiamare entrambi "signore".
    Ci sarebbe stato altro da scoprire, ma il fatto che il sotto-capo fosse sceso in campo per loro era stato un vantaggio notevole, se non la loro grande unica salvezza.
    L'aver colpito Kesya e l'aver trasferito nella mente del sottocapo la convinzione che luifosse uno di loro, aveva permesso a Crial di guadagnare un po' di tempo per intrufolarsi nella tana del nemico. Se nessuno l'avesse visto rivoltarsi contro i propri compagni sarebbe stato impossibile convincerli con quello stupido espediente, ma dato che aveva
    trasmesso al tipo che li guidava la certezza di essere suo alleato e tutti l'avevano visto colpire la lupa, non ci sarebbero dovuti essere altri dubbi ad assillarli.
    Era tutta questione di pochi secondi, entro un non nulla avrebbero capito tutto e sarebbero stati guai. O meglio, ci sarebbe stato ancor più casino di prima!
    Si lanciò dunque verso il punto indicato dai ricordi recuperati dal nemico, i quali gli avevano spiegato di aver totalmente sbagliato a fidarsi di odori e suoni poiché, come previsto, servivano solo a depistarli. Non l'avrebbero mai scoperto senza averlo estorto in qualche modo, nascosti nel sottosuolo e occultati naturalmente dal fiume che scorreva non molto distante da lì. Era pur vero che si sarebbe potuto sfondare il terreno e cadere direttamente nel loro covo, analogamente a quello che avevano fatto gli avversari per emergere, ma oltre che a richiedere troppo tempo quello doveva essere il segno d'allerta che indicava la presenza di intrusi.
    Purtroppo le informazioni recuperate erano molto frammentate, quindi doveva continuare ad azzardare: corse all'impazzata verso il corso d'acqua che scivolava placidamente li vicino, tuffandosi nel punto in cui questo si andava ad infilare in una stretta galleria sotterranea. Quando si fu immerso e si fu ritrovato sotto la roccia, ebbe la strana sensazione di star rischiando anche troppo la vita, e che se quello fosse stato un altro trucco per annegarlo, e se fosse morto affogato, avrebbe ucciso qualcuno a pugni quella sera. Si, ha senso lo so...
    con sommo stupore, e con il viso di chi la sa lunga in stile "lo dicevo io che sono un mito", quando emerse si rese conto che alla sua destra si estendeva un ampio vano sotterraneo, buio quanto inquietante.
    Di fronte a lui il fiume continuava a scorrere verso il termine della galleria, mentre l'ampio spazio echeggiante nel quale doveva intrufolarsi si trovava leggermente sopraelevato, probabilmente per evitare che vi entrasse troppa acqua. Se quella fosse stata un'opera lavorata o se in parte fosse frutto dell'erosione naturale non poteva saperlo, ma dubitava fortemente della seconda ipotesi. Aggrappatosi alla pietra si issò su, fermandosi a riprendere tutto il fiato che aveva perso correndo e nuotando sott'acqua.
    Aveva fatto perdere le proprie tracce a Felthsar, Kesya e gli altri, ma probabilmente il nemico a capo di tutto, il capo supremo dei capi dei loro avversari,sapeva che lui stava per irrompere come un *non approviamo le parolacce in role* nella loro base.

    Aaaallora: immagino che dobbiate rileggere tutto almeno tre o quattro
    volte prima di capire, ma i personaggi di psikemansia si gestiscono male xD:
    Crial inizialmente ha lanciato una magia a random ad un tizio, con cui estrappolargli informazioni.
    questa tecnica consiste nel recuperare informazioni casuali dalla testa di qualcuno, riguardanti quello che vedono e sentono più spesso, in poche parole quello a cui pensano quotidianamente e costantemente. In questo modo ha capito dove si trova l'entrata reale della base, che tra i nemici ce n'era uno che guidava l'attacco (capelli lunghi e neri, occhi "d'ambra" e aura maligna, lo stesso che avevo presentato un paio di post addietro) e che, nascosto, ce n'è un altro ancora più cazzuto (l'altro che avevo presentato qualche post addietro).
    Crial doveva convincere gli avversari di essere dalla loro parte per passare inosservato, e anche se è stato un casino, per me e per lui... ci è riuscito colpendo Kesya e lanciando un altro incantesimo al tizio che guidava l'attacco (sempre quello con i capelli lunghi e neri, gli occhi d'ambra eccetera), vincendolo in un rapido scontro mentale e colpendolo con questa magia che serviva a fargli pensare per un po' di tempo che lui fosse uno qualunque dei loro sudditi, aggiuntosi da poco. Avendo convinto il capo, gli altri ora si adegueranno anche se... dura poco sta magia e a breve alcuni verranno a cercare Crial, che nel frattempo sta andando a ispezionare il covo nemico dove, probabilmente, c'è pure il capo cattivissimo supremo di tutti i capi cattivissimi e supremi (quello che comanda tutto sto casino in somma xD).

    Se qualcosa non vi è chiaro ditemelo, che specifico meglio...

    PS: per ingannare Felthsar, ma questo penso si sia capito, ha usato una magia che fa percepire al bersaglio la presenza di un altro Crial come esattamente viva, cioè sia tattile, che uditiva che mentale. Conto nel fatto che in mezzo al casino e alla foga non si sia accorto che l'altro Crial, a qualche metro di distanza, stesse "fuggendo" o meglio... andando a colpire il nemico moro con gli occhi d'ambra e... ooh ma che bolas, avrete capito xD.

    PippiripippiS: Da qui in poi entrano Liya e David (di Pallad! )


    Aveva deciso di tornare a cercare Valen, a Knawr, per poi dirigersi verso casa. Si fidava di quella ragazza ed era pur vero che tutti nella nebbia le avevano dimostrato di sapersela bene o male cavare, nonostante ciò sentiva di dover tornare indietro.
    Volavano da diverso tempo, ed avevano fatto solo una piccola sosta. David le stava dietro senza problemi, ormai si era abituato alla sua velocità e, anche se non era capace di raggiungere velocità assurde come lei aveva imparato a fare da tempo, era un eccellente apprendista. Lui comunque non poteva contare in uno stile basato sulla velocità, o almeno non quanto lei che sfruttava i venti, sicuramente però era più forte fisicamente e lo sarebbe diventato ancor di più con il tempo.
    Ormai a poca distanza dalla città, si avvidero che sotto di loro qualcosa
    non andava. Si chiese subito cosa diamine doveva fare per riuscire ad avere un viaggio tranquillo, ogni volta che usciva con Valen accadevano disastri; ora con David si stava trovando a sorvolare un orda di uomini, orchi e non si sa quali dannati cosi che affrontavano dei draghi... o così gli pareva
    di capire.
    Si voltò verso David con sguardo eloquente, come a domandargli cosa ne pensasse. Associò subito la cosa a dei cacciatori come quelli che avevano da poco sterminato, ma neanche un momento dopo vide qualcun'altro distanziarsi dal gruppo in direzione opposta da quella da cui loro stavano arrivando e cambiò immediatamente opinione.
    Che accidenti ci faceva lì Crial? E perché correva come un pazzo scatenato quale era verso il fiume? E come mai sapeva già che stava succedendo un altro bel casino?
    "David... ho la sensazione che dovremo sostare di nuovo, ho visto tra quella gente uno dei miei compagni che prendeva le distanze dalla battaglia"
    Cominciò a scendere, e le grida si facevano sempre più vicine, assieme ai ruggiti e alle esclamazioni più indecenti. Sciocco linguaggio orchesco... o umano... o di quel genere in somma.
    Pallad ora tocca a te, e voi altri: potete chiaramente scegliere se vederci come alleati o altri avversari, a rigor di logica la seconda è più plausibile ma vedete un po' xD
     
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    David stava volando insieme a Liya per tutto il tempo chiedendosi dove stessero andando. Aveva detto che i draghi che facevano parte della nebbia stavano in una tana ad Ashtares, ma adesso non erano più ad Ashtares. Anzi, sembrava che si fossero ormai allontanati parecchio da Ashtares. Anche se non aveva chiesto alla sua compagna dove stessero andando perché doveva avere le sue ragioni per andare ovunque tesse andando.
    Comunque ormai, grazie agli allenamenti fatti, si era ben irrobustito e quindi poteva finalmente tenere il passo con lei senza faticare, proprio come un vero drago. Per questo era un po' deluso dal fatto che non aveva potuto andare subito in quella tana. Era così eccitante l'idea di incontrare altri draghi, e lo eccitava anche di più l'idea che sarebbe stato con loro come uno di loro.
    Ma il suo desiderio di incontrare altri draghi avrebbe dovuto aspettaere per un motivo più che valido. Infatti, in quel momento, con la sua vista superiore, vide quella che doveva sembrare una battaglia. E Liya gli fece notare una persona che si stava allontanando da essa spiegando che fosse uno dei suoi compagni e che probabilmente avrebbero dovuto sostare di nuovo. E David alla sua affermazione rispose

    "Beh, se quello è un tuo alleato ed è in pericolo, è ovvio che dovremmo aiutarlo. Quindi andiamo."

    Edited by l.pallad - 30/12/2016, 07:36
     
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    Alexander attaccò l'aggressore avvolgendo la sua coda al collo e subito dopo lo lanciò contro altri avversari, "spero che questo li ralenti un po' " pensò mentre osservò la situazione della battaglia. Vide un muro di ghiaccio e pensò “forse i Maleyes si stanno occupando di Crial”.
    L'uomo-lucertola venne attaccato un altra volta ma questa volta vanne ferito. Sibilò di dolore e subito dopo contro attacca il folle che aveva attaccato con i suoi artigli ferendo l'avversario. La ferita dell'uomo-lucertola si chiuse senza lasciare la cicatrice.
    L'avversario attaccò di nuovo cercando di decapitare l'uomo-lucertola ma Alexander schivò l'attacco mettendosi a quattro zampe e subito attaccò l'avversario con la sua coda mirando le gambe facendolo cadere, dopo lo assaltò e lo morse sul collo e gli strappò via un pezzo di trachea.
    Alexander si alzò con la bocca macchiata di sangue e notò Crial che si stava allontanando e sibilò iniziando l'inseguimento dell'umano uccidendo con i suoi artigli chiunque folle che tentasse di attaccarlo. Ma l'inseguimento non durò molto perché notò delle ombre e subito dopo guardò su e vide due draghi. “Zell, Kesya, Felthsar abbiamo compagnia” disse mentre indicava i due draghi. “questa non ci voleva mi tocca restare qui con loro forse avranno bisogno di aiuto” pensò Alexander mentre ritornava indietro dando le spalle un avversario che lo attaccò con la sua coda colpendo il pomo di Adamo rompendolo.
     
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    Felthsar riversò una folata gelida del suo soffio ghiacciato sopra Crial che era stato imprigionato sotto la sua zampa ma quello che colpì fu un'illusione. Si accorse tardi perchè i recettori tattili delle sue zampe, ad un certo punto non sentirono nulla. Infatti subito dopo, l'illusione svanì come se fosse stata soffiata via dal vento. Una freccia scagliata dagli umani riuscì a passare la barriera di ghiaccio di Felthsar e si conficcò vicino alla sua zampa. Kesya, ancora in forma lupina, si stava riprendendo sempre di più e la sua vista tornò normale, anche se dal suo muso colava un rivolo di sangue da dove le era saltato via il dente.
    "Chi è stato a colpirmi?" chiese la lupa mentre si diede una scrollata al muso.
    "Quel Crial ci ha traditi. Mentre eri intenta a trasformarti, ti ha rifilato un calcio in muso. Io l'ho bloccato ma quel disgraziato mi è sgusciato via usando la sua magia illusoria e ora ho perso le sue tracce. Non lo vedo più" rispose Felthsar dal tono arrabbiato.
    Gli arcieri che avevano visto la freccia oltrepassare la barriera caricarono di nuovo una raffica di frecce, alcune delle quali si infransero sul muro di ghiaccio mentre altre due passarono oltre e colpirono di striscio l'ala sinistra del Maleyes in forma drago.
    "Riparati sotto di me, Kesya. Finchè non ti senti ripresa del tutto, non prendere iniziative!" urlò il magnifico dago bianco di ghiaccio che subito dopo soffiò una folata di ghiaccio verso gli arcieri, trasformandoli in statuette di ghiaccio.
    Anche se era una Maleyes fiera e spavalda, Kesya capì che ora doveva obbedire a suo fratello finchè non si sentì nuovamente pronta. Prese posto tra le robuste zampe da drago di suo fratello dove era meno probabile che venisse colpita.
    Nel frattempo Zarthial soffiò un'altra vampata di fuoco mentre Felthsar muoveva il muso per dirigere le sue folate gelide verso altri nemici. Fuoco e ghiaccio stavano coprendo gran parte del campo di battaglia e anche se erano elementi opposti, ora combattevano l'uno a fianco dell'altro, come stavano facendo ora Zarthial e Felthsar.
    Il drago verde era talmente concentrato nella sua battaglia che non si accorse cosa era successo a Kesya ma sentì ugualmente le parole del Maleyes maschio.
    "Quello sgorbio puzzolente....sapevo che c'era qualcosa sotto..." fu il pensiero di Zarthial.
    Ma ora non poteva abbandonare i suoi amici per cercare Crial. Stavano combattendo tutti orgogliosamente ma i nemici erano molto tenaci e abbandonare la posizione avrebbe reso Alexander e i due Maleyes più esposti agli attacchi nemici. Anche perchè la sua attenzione venne richiamata dall'uomo lucertola che avvertiva che stava arrivando qualcuno.
    Senza abbassare troppo la guardia, sia Felthsar che Zarthial guardarono il cielo notturno e, illuminati dalla luce del fuoco, videro che si trattava di due draghi blu. Un maschio e una femmina.
    "Spero che quei due siano dalla nostra parte, altrimenti se abbiamo anche due draghi contro di noi, le cose si mettono male." disse Zarthial guardando i due draghi. Finchè non sapeva se erano amici o nemici preferì non mostrare nessun segno di aggressività nei loro confronti ma nemmeno esporsi.
    Felthsar, da parte sua, rafforzò la sua barriera di ghiaccio per non correre rischi ma allo stesso tempo lanciò una richiesta di aiuto, sperando che venisse accolta.
    "Aiutateci, grandi draghi blu. Per liberare un nostro simile dalle grinfie degli umani" fu l'invocazione del Maleyes drago.
    E attesero la reazione dei nuovi arrivati mentre sul campo di battaglia il fuoco e il ghiaccio cercavano di colpire ancora.

    Ok, in tutto questo casino, i miei pg hanno perso totalmente di vista Crial, dato che sono stati attratti dai nuovi arrivati XD


    Edited by King Bahamut - 13/1/2017, 10:30
     
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    Pallad: Crial, il nostro alleato, è un umano non un drago...
    leggiti tutta la role da capo, forse almeno capisci di che si parla se non l'hai già fatto


    Liya se ne restò per qualche momento a debida distanza, poi prese ad avvicinarsi.
    La sua era forse una mossa azzardata, ma poco importava. Fu l'udire le parole di uno dei draghi impegnati nello scontro ad attirarla definitivamente verso il campo di battaglia, nel quale si sarebbe scagliata molto volentieri.
    Le stavano... chiedendo a iuto? A lei... e a David?
    In cosa si era cacciato Crial questa volta? Non era decisamente possibile un po' di sano riposo di tanto in tanto. In effetti si era estraneata abbastanza a lungo ultimamente con David, tornare alla brusca realtà di un mondo sprofondato nel caos non era mai una goduria per nessuno.
    "David... scendi ad aiutare quel drago, senza esporti troppo. Fai attenzione, quella gente è pericolosa" Si voltò verso il fiume che avevano sorvolato, "Io arrivo subito. Considera questa la tua prima missione come nostro compagno"
    Un po' improvvisato, ma sufficente. Se la sarebbe cavata da solo da quelle parti.
    Senza indugiare oltre, si gettò nella direzione imboccata da Crial, non prima di aver dato un buffetto sulla spalla al grosso drago blu e bianco.

    ___________________________

    Ascoltò nei dintorni, solo silenzio. Uno spaventoso silenzio che, tuttavia, non era in grado di turbarlo neanche lontanamente.
    Era quasi certo che chiunque tirasse le fila celato nell'ombra sapesse di lui, ma ciò era solo un incentivo per continuare: adesso erano in pieno gioco, non potevano abbassare le carte.
    La battaglia continuava ad imperversare, c'era un casino immane da quelle parti; alle grida degli uomini e degli altri umanoidi si univano i ruggiti dei draghi, il rumore del fuoco ormai gli appariva lontano quanto quello dei cristalli di ghiaccio che si infrangevano sulle armature, eppure percepiva sulla pelle quella sgradevole sensazione di inquietudine mista ad insicurezza.
    Doveva sbrigarsi. E l'avrebbe fatto, se solo qualcosa non avesse attratto la sua attenzione un attimo prima che si incamminasse. Con la coda dell'occhio vide qualcosa muoversi nell'acqua sotto di lui, e trasalì all'istante come folgorato da una scossa improvvisa.
    "Che accidenti stai facendo!" gli gridò la voce della dragonessa, la cui testa ora spuntava dall'acqua nella semioscurità.
    "Li... liya! Ma che..."
    "No, tu devi spiegarlo a me. Non c'erano missioni da portare a termine da queste parti, cosa stai facendo? Sono con te quei draghi?"
    Crial non sapeva se sentirsi sollevato per aver compreso di non essere in pericolo, non imminente almeno, o se essere spaventato dallo sguardo tagliente della creatura che lo scrutava con quei suoi occhi d'ametista, resi ancor più spaventosamente inquietanti dalla lugubre atmosfera di un luogo tanto angusto e umido.
    "Non è così veloce da spiegare, mi basta per adesso sapere che intenzioni hai" affermò il ragazzo, rischiando l'amputazione di un arto quando gli artigli di Liya affondarono nella roccia al suo fianco.
    "Forse... non mi sono spiegata"
    "Ooh per tutte le zeppoline... ho deciso io di infilarmi in un problema che esula in parte dalla famiglia, tu non immischiarti"
    "Si, abbiamo visto tutti che fine fanno quelli che come te pensano di poter agire da soli in ogni situazione" replicò lei.
    "Questa volta è diverso,tornatene da Valen. A proposito, va..."
    "Sono tornata a cercarla, non so che fine abbia fatto"
    Crial scrutò l'enorme figura della dragonessa stagliarsi tra la roccia e l'acqua corrente, per metà ancora immersa nel fiume ma pronta a balzare fuori da un istante all'altro.
    "Ho la sensazione che... anche tu debba raccontarmi qualcosa" la canzonò Crial, sogghignando.
    "Può darsi. Situazione?"
    "Oh, capito, è qualcosa di scot..."
    Dopo aver rischiato un secondo linciaggio Crial smise di fare lo spavaldo, la punta della massiccia coda della creatura conficcata nella pietra sopra la sua testa era un buon incentivo per non continuare con i suoi commenti stupidi. "Esattamente quella che vedi qui attorno, sto entrando in casa d'altri senza chiedere esattamente il permesso"
    "Questa non è una novità per te, piccolo illusionista"
    Crial sbuffò, arreso e con l'espressione di chi vuole chiudere la conversazione al più presto, poiché certo di non poter zittire un interlocutore come Liya a parole.
    Non che altri metodi sarebbero risultati efficaci, ovviamente.
    "Un piano almeno ce l'avete?" continuò Liya.
    Il piccolo illusionista, ormai sicuro che qualcuno stesse assistendo alla loro conversazione e si stesse pure facendo due risate, scosse la testa.
    "Bene, quello che piace a me"
    L'espressione di Crial mutò in qualcosa di terrorizzato all'udire tali tristi verità, in effetti quello era proprio il genere di frasi da non dire mai davanti a Liya in mezzo ad una missione. Si batté una mano in fronte e mugolò disperatamente, mentre zolle di pietra venivano letteralmente sbrandellate e energiche folate di vento si diffondevano accanto a lui, per aumentare le dimensioni del passaggio abbastanza da permettere alla dragonessa la posizione quadrupede... e qualcosa di più. Oddio, suona ambiguo...
    "Ferma! Aspetta!"
    Si certo, e lui era una cortigiana professionista con tanto di licenza.
    Quando Liya partiva alla carica, non c'era verso di fermarla neanche con le più arcane bestemmie magiche del cosmo. Non si sarebbe mai stufato di assistere a tali dimostrazioni di magnificenza e pura potenza draghesca, ma in quel momento avrebbe tanto voluto avere la forza di spiaccicargli il cranio cornuto da qualche parte, pur consapevole che ciò avrebbe soltanto intaccato altra roccia e niente più.
    "Ecco a te. Ora c'è decisamente più spazio"
    La voce di Liya riecheggiò profondamente nel vano antistante, come minimo raddoppiato in altezza e in diametro in pochi minuti. Adesso era possibile accedere ad un cunicolo considerevolmente ampio e buio, che puzzava tanto di trappola quanto di strada corretta.
    Il tempo delle riflessioni era concluso
    , Liya si era già infilata nella galleria e aveva cominciato a discenderla senza il benché minimo timore; Crial se ne stava attaccato ben saldo alla sua coda, così almeno non l'avrebbe persa nell'ombra più totale.
    "Ma non sai... chessò, evocare luce o roba del genere?" chiese la dragonessa, muovendo la coda di qua e di là, con conseguenti imprecazioni rotanti che schizzavano dalla bocca del giovane.
    "Mi occupo di altra magia io..."
    "Accidenti quanto sei inutile!"
    L'esclamazione di Liya rimbombò in quei tetri sotterranei immersi nell'oscurità più totale, in cui il nero stesso rappresentava la consistenza di un atmosfera vuota e densa.

    ___________________________

    Perdere lo sguardo tra le lingue di fuoco, osservare il sangue schizzare dalle ferite dei guerrieri, quello era il vero motivo per cui ancora combatteva: la pura e semplice emozione che un avversario sconfitto poteva donare.
    In quel frangente però erano loro a trovarsi in difficoltà, quei draghi si stavano dimostrando più tenaci del previsto. Come se ciò non bastasse, erano arrivate anche altre due bestie, probabilmente giunte non per fare conversazione. Si lasciò andare ad una risata perfida e del tutto folle, generando con i palmi delle mani delle sagome luminose informi; queste in breve assunsero l'aspetto di animali con le zanne grondanti sangue, cadaveri dotati di movimento, rapaci con lo sguardo d'inferno e altre creature che definire demoniache non poteva che risultare un eufemismo.
    L'orda di bestie si lanciò addosso agli avversari, puntando prevalentemente al drago del ghiaccio e a sfondare la sua insulsa barriera elementale.
    Si voltò un attimo in direzione della dragonessa in allontanamento, ormai consapevole che quell'infido ragazzino l'aveva giocato e che la creatura non poteva che esser andata in suo aiuto.
    Non aveva importanza, a loro avrebbe pensato il grande signore, o chi per lui.
    "Non vedrete la nuova alba draghi! O almeno... non liberi di spiegare le vostre ali!"
    L'uomo avanzò con lentezza incontro al grande drago di fuoco, scivolando sul terreno come uno spettro.
    Il suo mantello nero sfiorava appena il terreno, e ormai la sua aura oscura era ben visibile.
    "Tu sarai il primo... arrenditi a noi, o muori"
    Pallad: David adesso è a combattere insieme a Zarthial e company.
    Zell: Zarth sta per essere attaccato dall'uomo brutto bobo nero, se dovessi riscriverlo "Occhi d'ambra, capelli neri e lunghi, manto nero e faccia da schiaffi... con aura mortifera e esercito di demoni non morti alla Void al seguito"
     
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    Men'ero accorto ed avevo già corretto quell'errore. ;)


    La richiesta d'aiuto arrivò senza preavviso. Ed era diretta a lui e Liya. In effetti era anche lusinghiero per lui essere chiamato grande drago blu. Nonostante fosse ormai passata qualche settimana doveva ancora abituarsi a ricevere il rispetto e la referenza che i draghi hanno normalmente. Lusinghe a parte comunque, adesso la voglia di David di incontrare altri draghi sarebbe stata accontentata. Perché la richiesta d'aiuto veniva da uno di loro, ed oltretutto si parlava anche di salvare un altro drago prigioniero. Liya parve leggerlo nel pensiero, dato che fu lei a dire al suo compagno di andare ad aiutare quel drago, dicendogli anche di considerare quella come la sua prima missione. come membro della nebbia. David fu eccitato per la cosa. Stava per farsi probabilmente dei nuovi amici e allo stesso tempo poteva cominciare a dare prova del suo valore al suo nuovo gruppo. Per cui annuì per dire di si alla sua compagna, e quindi si avviò al soccorso.

    La situazione ovviamente stava degenerando, perché un tizio che ancora doveva conoscere, aveva utilizzato la sua magia per evocare delle bestie per attaccare gli altri draghi e la lupa, che a quanto pare stava con loro. Decise di intervenire subito, facendo come l'altra volta, quando aveva protetto Liya. Se aveva funzionato prima avrebbe funzionato anche ora. E nel caso non avesse funzionato, almeno ci avrebbe provato, ed oltretutto avrebbe fatto qualcosa. Quindi richiamò a se il suo potere ed utilizzò l'incantesimo tempesta di lame per attaccare i nemici in modo da abbatterli tutti.
     
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    Alexander ascoltò Felthsar che chiese aiuto ai draghi " spero che quei draghi non saranno aggressivi contro di noi" pensò mentre uccise un altro umano tagliando la gola con i suoi artigli. "bene i due draghi stanno facendo un ottimo lavoro forse abbiamo la possibilità di vincere questa battaglia e subito dopo dobbiamo pensare a Crial, quel maledetto umano la pagherà" continuò ad pensare mentre schivò un attacco da parte di un orco ma venne lo stesso leggermente graffiato. L'uomo-lucertola attaccò il suo aggressore con due colpi potenti alla cassa toracica e subito dopo l'orco si accasciò per terra.
    Alexander sentì qualcosa di strano e si voltò a vedere chi faceva avvertire questa strana sensazione e vide un uomo che stava evocando qualcosa. “o mio dio, no, un necromante” disse mentre si stava avvicinando verso il necromante e subito aggiunse “Draghi attenzione il necromante è sceso in campo dobbiamo far fuori lui il prima possibile altrimenti saranno guai per noi”. Era sollevato appena sentì che il drago aveva iniziato ad attaccare i nemici in comune ma ora non era il tempo di compiacimento ma di combattere il necromante
    “no sarò io il tuo avversario” disse mentre cerco di attaccare il necromante con i suoi artigli
     
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    Una pioggia di lame fatte di foglie d'albero scese dal cielo conficcandosi contro i nemici che stavano attorniando Zarthial e i Maleyes, l'elemento Natura si aggiunse al Fuoco e al Ghiaccio. A lanciarle era stato il drago blu maschio appena arrivato. Sia Zarthial che Felthsar lanciarono un ruggito di contentezza, sventolando l'ala destra, il segno di benvenuto più usato nel linguaggio del corpo dei draghi. Si sarebbero presentanti con il loro nuovo alleato, una volta sedata la battaglia, ora non c'era tempo per i saluti o per le pacche sulle spalle.
    "Sono con noi! Un drago blu della Natura, in compagnia di una dragonessa... non so da dove siano arrivati o come hanno fatto a sapere di tutto questo ma il loro aiuto è preziosissimo" fu la frase di contentezza di Zarthial rivolta ad Alexander.
    "Che sta succedendo?" chiese Kesya ancora accoccolata tra le zampe di Felthsar, che aveva sentito dei ruggiti e gli schianti delle lame.
    "Sono arrivati due draghi blu, e stanno combattendo dalla nostra parte, ma non ho idea di chi siano." rispose il drago bianco Maleyes.
    Gli umani che stavano bersagliando la barriera di ghiaccio del Maleyes furono falciati dalle lame lanciati dal drago blu ma Felthsar non ebbe tempo di tirare un sospiro di sollievo che dalla zona dove stavano combattendo Zarthial ed Alexander, uno strano umano con il mantello nero avvolto in un'aura violacea, evocò delle creature demoniache che presero ad attaccare la barriera di ghiaccio.
    Kesya, sempre in forma lupina, schizzò fuori dalle zampe del fratello prima che fosse troppo tardi.
    "Mi sono ripresa, io vado a cercare quel Crial. Sono sicura che qualche traccia l'ha lasciata, quell'umano puzzolente!" disse Kesya al fratello.
    "Sorellina......"
    "Non ti preoccupare per me, non mi caccerò nei guai. E quell'umano ha una ferita da pagare....e forse qualcosa di più"
    La Maleyes lupa, zampettando agile e veloce, eluse i demoni evocati dall'uomo nero, scartò i cadaveri degli umani uccisi dal ghiaccio di Felthsar e dalle lame del drago blu, e sparì oltre le rocce.
    Un boato terribile e una pioggia di pezzi di ghiaccio caddero sopra a Felthsar come grandine. I demoni erano riusciti ad abbattere la sua barriera elementale che aveva retto orgogliosamente fino a quel momento, andando in frammenti poco dopo che Kesya fuggisse.
    L'orgoglioso Maleyes del Ghiaccio in forma draconica iniziò a scagliare le sue Frecce di Ghiaccio all'indirizzo delle disgustose creature, indietreggiando finchè riusciva, e colpendo con gli artigli resi affilati e gelidi dal suo elemento. Avrebbe dato tutto se stesso per sconfiggere quell'orda demoniaca ma sperava che il drago blu tornasse ad aiutarlo. Senza sua sorella, sarebbe stato presto in difficoltà contro tutti quei nemici.
    Zarthial annuì deciso all'avvertimento dell'uomo-lucertola riguardo al negromante, l'uomo dal mantello nero, avvolto da un'aura oscura nero-violacea, quel viscido schifoso aveva evocato delle creature demoniache verso i due Maleyes per tenerli impegnati e ora stava puntando su di lui. Il drago verde snudò le sue zanne bianchissime, muovendo la coda e sibilando minacciosamente. I suoi occhi azzurri come il cielo si puntavano glaciali verso quell'uomo nero che avanzava lentamente verso di lui. Non mostrava nemmeno un cenno di paura o ansia. E la sua espressione divenne ancora più minacciosa quando l'uomo nero parlò, in un tono che Zarthial riteneva più che odioso.
    "Arrendermi a te, brutto verme schifoso? Mai! Meglio morire! Ma stanotte sarai tu a crepare, disgustoso morbo infestante!"
    Alexander tentò di prendere le difese del possente drago verde, proponendosi come avversario e tentando di attaccare il negromante con gli artigli ma a Zarthial non ci stava.
    "Alexander, combatteremo insieme!"
    Zarthial aprì le fauci affilate e soffiò il suo secondo elemento, la Luce; un raggio di luce bianchissima, rettilineo e molto mirato affondò come una spada lucente verso quell'orrido umano oscuro, puntando alla testa sperando che quella lama di luce gliela facesse saltare in aria.

    Le tracce odorose di Crial condussero Kesya in una zona appartata dal punto centrale della battaglia, dove un fiume di montagna si inabissava dentro una grotta. Da lontano aveva visto la dragonessa blu appena arrivata sparire in quel punto e non tornare indietro, e le tracce di odore femminile confermarono quanto visto. La lupa gettò una veloce occhiata alla battaglia, da dove provenivano urla e ruggiti.
    Felthsar stava coraggiosamente tenendo a bada delle viscide creature demoniache che avevano abbattuto la sua barriera di ghiaccio mentre Zarthial ed Alexander stavano per affrontare uno schifoso uomo nero avvolto da un mantello e da un'inquietante aura oscura. Il drago maschio blu, ancora in volo, aveva appena fatto una manovra circolare e stava per arrivare nuovamente sul campo di battaglia.
    "Che le stelle siano con voi, che gli Dèi e gli spiriti dei nostri antenati vi guidino, amici" sussurrò.
    Kesya si tuffò nel fiume e si lasciò trascinare nella grotta dalla corrente. L'impatto con l'acqua fredda ebbe il potere di risvegliarla ancora di più, schiarendole le idee e facendole passare il pulsante dolore al muso. Essendo una creatura del ghiaccio come suo fratello, si trovava ben a suo agio nell'acqua fredda del torrente di montagna. La lupa nuotò con grazia finchè non spuntò all'interno di una grotta. La vista notturna da predatore la aiutò a trovare un passaggio agevole sulle rocce dove riuscì ad uscire dall'acqua, sentendosi pulita e rinfrescata. L'acqua limpida di montagna le aveva lavato via il sangue dalla bocca e dal muso. Quando le sue zampe toccarono la dura roccia asciutta, si scrollò il folto pelo bianco e riprese a seguire le tracce di Crial e la dragonessa che la condussero all'interno di un tunnel, grande abbastanza da far passare un drago. Lasciatasi alle spalle il rumore roboante del corso d'acqua sotterraneo, Kesya iniziò a sentire delle voci che provenivano dal fondo del tunnel; si trattava di Crial e molto probabilmente della dragonessa. Mentre procedeva riducendo la distanza con loro ma stando attenta ad eventuali trappole nel tunnel, Kesya fece alcuni ragionamenti, i due draghi blu erano arrivati assieme e quello maschio si era buttato senza esitazioni a falciare i nemici, dando chiaro segno di essere dalla loro parte. Perchè allora la dragonessa ora sembrava essere con Crial, quando quell'umano le aveva rifilato un calcio a tradimento? O forse la dragonessa blu lo stava trascinando dritto dritto in bocca alla morte? Qualsiasi erano gli obiettivi di quella femmina, lei aveva un conto in sospeso con l'umano e quando fu abbastanza vicina, si palesò.
    "Crial! Vieni qui! Devo spaccarti quella inutile zucca dal pelo puzzolente!" la voce della lupa, finora silenziosa come un fantasma, fece un'eco ripetuto in quel tunnel.

    Ok...se volete sapere, Felthsar usa la sua quinta tecnica: Frecce di ghiaccio mentre Zarthial usa la sua ottava tecnica: Spada della luce divina ^^
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    Aaah, bravo Zellone, mi hai aiutato a riassumere il tutto con il tuo postone. Credevo non ci si fosse capito nulla...
    comunque Kesya che sclera è mitica xD un +1 meritatissimo


    Lo scontro pareva diventare sempre più cruento, e l'intervento del drago blu appena giunto non era certo stato irrilevante. Quella bestiaccia aveva affettato e azzoppato diverse pedine, e lui si stava alterando.
    Di fronte a sé vedeva soltanto il drago verde però, altro non gli importava; avrebbero pensato gli altri a tenere a bada il resto della tenera, nauseante combriccola.
    "Tu togliti di mezzo!" gridò in direzione dell'umanoide coperto di squame che voleva intromettersi, per lui uno sciocco drago bipede e senz'ali non aveva il benché minimo valore. A lui interessavano quelle due bestie di ghiaccio e di fuoco, alle quali si erano aggiunti anche i due novizi venuti in aiuto degli amici.

    Sorrise beffardamente, pregustando il momento; si, li avrebbero avuti tutti, nessuno escluso. E il modo migliore era sfruttarli proprio per averli, facendoli combattere l'uno contro l'altro.
    Dopo aver disintegrato la barriera glaciale, i demoni oscuri avevano preso a bersagliare il drago di ghiaccio tempestandolo di fendenti da ogni direzione, dall'alto e dal basso, con ferocia e bramosia di morte. Alcuni vennero trafitti dai dardi gelidi che la creatura diresse loro contro, ma molti erano ancora in piedi e in volo, ormai vicinissimi e pronti a dilaniarlo. Dopo averlo indebolito sarebbe stato facile controllarlo, ma prima doveva sbarazzarsi anche degli altri.
    Con una litania tanto antica quanto oscura, la sua aura generò una perfetta copia di sé che immediatamente si diresse verso l'uomo lucertola, scagliandogli contro numerosi dardi magici d'energia violacea dai palmi spalancati. L'impatto di ognuno di essi era devastante, uno solo bastava per sbriciolare una piccola zolla di terreno all'istante.

    La sua copia originale, invece, dovette far fronte ad un attacco del drago. Accidenti, si aspettava l'elemento fuoco, un attacco di luce era l'ultima cosa che poteva immaginarsi. Ciò lo inebriava d'eccitazione, lo scontro sarebbe stato più interessante!
    Fortunatamente il colpo fu diretto e facilmente evitabile, probabilmente quel drago non ne aveva ancora il pieno controllo, in quanto elemento non primordiale del suo spirito elementale. In ogni caso non fu abbastanza rapido da colpirlo, e fece
    in tempo a smaterializzarsi per apparire a pochi centimetri dal drago con un ghigno famelico stampato sul volto.
    "Quanto parli, bestia..." commentò derisorio, allungando le mani verso l'enorme drago verde. "sarà meglio chiudere quella tua dannata bocca"
    Evocò una lunga lancia nera dalla mano sinistra, diretta verso il muso del drago al quale voleva come minimo frantumare la mascella. La destra invece generò una sfera di zampilli e saette d'energia, simili ai dardi con cui la copia stava attaccando il lucertoloide.
    Oh si, avrebbe goduto infinitamente durante quello scontro, e per niente al mondo avrebbe perso un'occasione come quella.
    Anche se le cose si fossero messe male non avrebbe avuto nulla da temere, alla fin fine erano anni che venivano attaccati, ed erano anni che sempre più si rafforzavano.

    Crial restò appeso a Liya che continuava ad avanzare nell'ombra, chiedendosi cosa mai
    avesse sbagliato nella vita per meritarsi anche l'arrivo di quella stupida belva.
    La dragonessa all'improvviso si fermò, e lui batté il sedere per terra in maniera al quanto clamorosa.
    "Liya! Ma che cas..."
    "Zitto"
    Il fatto che si fosse voltata alle proprie spalle non prometteva bene, che stava succedendo? Li avevano chiusi dentro? Si erano messi in trappola da soli?
    Quando udì una voce familiare, forse l'unica che non avrebbe voluto sentire in quel momento, la sua schiena di destra venne percorsa da un brivido di conforto e quella di sinistra da uno di terrore.
    (NB: no emh... non ha due schiene Crial, ma ci siamo capiti in somma)
    Non poteva crederci, Kesya l'aveva seguito. E ora? Come le spiegava la situazione?
    Liya lo guardò confusa, doveva spiegarlo anche a lei. Si batté una mano ennesimamente in fronte con aria rassegnata, adesso era inequivocabilmente e indissolubilmente nei casini.
    "No, aspettate... non..."
    "Chi sei!" gridò la dragonessa alle sue spalle, spaccandogli i timpani e lanciando un mezzo ruggito che bastò a far vibrare le pareti.
    "Aspetta, non attaccare, lei è una..."
    Se la chiamava compagna, probabilmente Kesya non lo avrebbe solo dilaniato a morsi; non sarebbero bastate tutte le pergamene del mondo per descrivere i dettagli con cui sarebbe stato spolpato pezzo per pezzo.
    "... una di noi, non agitarti"
    Anche una di noi sarebbe potuto essere pericoloso, ma non gli veniva in mente altro per convincere Liya.
    "Da come parla non mi sembra"
    "Ah!" esclamò Crial, ridacchiando. "sentendo come ti rivolgi tu a me, sembriamo compagni?"
    Questa volta la dragonessa restò in silenzio, sia perché forse lo stupido umano aveva ragione, sia perché era più importante capire cosa volesse la lupa.
    "Odora di sangue" sottolineò Liya con un tono di voce più basso, facendo tornare i brividi al ragazzo.
    "Si... ecco, è colpa mia. Le ho dato un calcio e..."
    "Ma bene! Ero rimasta che i compagni non si aiutano in missione... non che si debba tirare loro calci"
    "Ecco, dovevamo..."
    Liya lo prese tra gli artigli come un sacco morto di patate (si, esisteranno pure i sacchi di patate vivi), dirigendosi verso la lupa mentre lo sbatacchiava incurante di qua e di là.
    "Ti ha seriamente tirato un calcio... tanto forte da ferirti?" chiese del tutto tranquilla, stringendo Crial con la zampa e osservando l'intelocutrice attraverso la nera oscurità.
    Il ragazzo aveva capito come sarebbe finita la cosa, e cercava inutilmente di dimenarsi dalla presa ferrea di Liya, la quale stava abbassando le ali e la coda dopo aver compreso di non essere in pericolo.
     
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    David vide come il suo attacco avesse funzionato. Molti dei suoi colpi erano andati a segno, ma adesso che si era occupato di un po' di pesci piccoli, doveva invece preoccuparsi del pesce più grosso. Se voleva vincere il combattimento doveva neutralizzare lui. Era come se stesse giocando una partita a scacchi, e negli scacchi bisognava catturare il re per vincere. Quindi era deciso. Doveva neutralizzare il capo, che in quel momento sembrava anche ignorarlo. Aveva anche generato con la sua aura una perfetta copia di se, ma per fortuna David aveva visto abbastanza la scena per capire che l'originale era quello che aveva attaccato il drago di fuoco con una lancia evocata dalla mano. Il piano iniziale era quello di immobilizzarlo con l'incantesimo danza dei germogli ma, vedendolo smaterializzarsi, capì che non sarebbe servito a nulla, perché avrebbe sempre potuto smaterializzarsi di nuovo per potersi liberare. Bisognava quindi cambiare strategia. Un altra idea fu quella di attaccare a tutto spiano con la danza dei germogli un'altra volta, in modo da colpire in tutte le direzioni ed i posti possibili, in modo da essere sicuro di riuscire a colpirlo, ma anche quel piano, se non fu scartato, venne rimandato. Non poteva permettersi di sprecare troppa energia tanto presto, dato che non sapeva quanto la lotta sarebbe potuta andare avanti per le lunghe, e se lo avesse mancato comunque, lo spreco di energia sarebbe stato anche maggiore. Capì allora che l'unico modo che aveva per riuscire a colpirlo era di ridurre lo spazio possibile in modo da limitargli i movimenti e ridurre i posti dove avrebbe potuto smaterializzarsi.
    Deciso questo, cominciò ad utilizzare l'incantesimo dono della vita per far crescere nuove piante intorno a lui, e lo utilizzò in combinazione con l'incantesimo potere della natura per far muovere i ram e le radici che crescevano in modo che formassero una sorta di ragnatela di legno dove ci fosse poco spazio per muoversi e dove quindi il capo dei nemici non avrebbe potuto avere lo spazio necessario per materializzarsi nel caso si fosse smaterializzato di nuovo da qualche parte,. Nel procedimento che stava eseguendo, David fece anche attenzione a lasciare peri draghi lo spazio necessario per muoversi liberamente, in modo da non intrappolare anche loro. Stessa cosa anche per l'uomo lucertola che stava combattendo contro la copia d'aura di qualunque fosse il nome di quel tipo. Doveva decisamente fare molta attenzione a non sprecare troppe energie e a non togliere le vie di fuga ai suoi possibili futuri amici. E tutto questo senza nemmeno abbassare la guardia, dato che i nemici avrebbero potuto decidere di attaccare anche lui in quel momento se avessero cominciato a considerarlo una minaccia seria.
    La situazione del drago era quindi piuttosto complicata, dato che doveva agire con una gran precisione, senza dover commettere alcun errore e, contemporaneamente, stare attento anche a non farsi ammazzare.
     
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    Alexander sibilò dopo aver mancato il colpo “maledizione, dobbiamo sbrigarci prima che sia tardi” pensò Alexander stava per attaccare un altra volta, ignorando quello che aveva detto l'uomo nero ma dovette fermare l'attacco per dover schivare l'attacco della coppia dell'uomo nero che ci riuscì per un pelo.
    “pev, ci è mancato poco, maledetto necromante, ora la pagherai per tutto il male che hai fatto alle persone innocenti” pensò Alexander e subito dopo raccolse la sua magia, pensò “prima mi occupo della copia e subito dopo vado a vedermela contro l'originale”, subito dopo scattò contro la coppia aiutandosi con la magia per andare più veloce schivando gli dardi lanciati dall'uomo nero e quando fu abbastanza vicino da attaccare tentò di attaccarlo con la tecnica mille colpi usando i suoi artigli.
     
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    Incubo infernale

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    Kengardiano
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    Zarthial vide il suo colpo andare a vuoto, lasciandosi sfuggire un seccato verso di stizza, vedendo che quel perfido uomo nero era capace di teletrasportarsi sulle brevi distanza. La sua spada di luce colpì una roccia che si trovava dietro a dove si trovava il suo obiettivo poco prima e la polverizzò. Peccato che al posto della roccia non fosse esplosa quella testa puzzolente maledetta.
    Il drago verde si trovò il suo nemico subito davanti a se, dopo che aveva spedito una sua copia contro Alexander, ed evocò una lancia dalla mano sinistra mirata proprio contro il suo muso. Zarthial fu molto rapido ad abbassare il muso che quella maledetta lancia si schiantò alla base del corno destro, facendogli saltare alcune scaglie mettendo a nudo la radice del corno e facendo sanguinare quella parte.
    Il suo nemico evocò inoltre una raffica di saette di energia che tempestarono il capo chino del drago protetto dalle corna e dalle creste dorsali che arrivavano fino alla testa. Zarthial chiuse gli occhi per evitare che quella pioggia di energia lo accecasse e si basò sugli altri sensi del suo corpo. Capiva da dove provenivano gli attacchi e mosse rapido la zampa anteriore destra verso quel punto, con gli artigli sfoderati proprio quando sentì un rumore di piante e rami che si muovevano esattamente davanti a lui. Sembrava che stessero crescendo degli arbusti davanti a lui, proprio dove si trovava l'uomo nero, anche se aveva ancora gli occhi chiusi, finchè non fosse finita quella pioggia di energia, Zarthial capì che era un attacco del drago blu che lo stava aiutando.
    "Alexander, per favore, vai da Felthsar che è rimasto solo" disse Zarthial all'uomo-lucertola che se la vedeva con una copia del suo nemico. Quel verme farabutto aveva un potere speciale simile al suo.

    Felthsar guaiva e continuava ad indietreggiare. Anche se diverse delle sue frecce di ghiaccio colpirono vari nemici, c'eano ancora molti che continuavano a bersagliare il Maleyes bianco. Il glorioso drago bianco di ghiaccio incassò vari colpi sulle ali, sul dorso e sul collo, facendogli strappare dei versi di dolore.
    "No, non devo arrendermi.....finchè respirerò, questi farabutti non vinceranno. Devo vendicare Xarzith e liberare Vinult...probabilmente mia sorella avrà già trovato il luogo dove è imprigionato. Ma io devo resistere e combattere. Per i miei amici, per mia sorella, per Zarthial, Alexander, i due draghi e l'anziano elfo." furono i pensieri di Felthsar per darsi coraggio.
    Il Maleyes bianco fece una rapida rotazione completa su se stesso e la coda, con la punta dotata di affilati aghi di ghiaccio, tracciò un cerchio perfetto tutto attorno a lui, ad altezza dei nemici a terra, colpendo qualsiasi creatura si trovasse nel suo raggio d'azione.
    Una volta tornato alla posizione di partenza, Felthsar si affidò al suo secondo elemento per la prima volta nella sua vita e con un ruggito evocò una spazzata di vento gelido diretta verso i nemici volanti per disperderli lontani da lui. Forse quella folata d'aria non era sufficiente per metterli fuori combattimento ma almeno li avrebbe allontanati per avere un po' di tempo per riprendersi e per riorganizzarsi.
    Sentì il suo amico verde chiedere all'uomo lucertola di correre in aiuto del Maleyes e Felthsar si augurò che Alexander lo ascoltasse.

    Kesya si fermò e rizzò il pelo sulla schiena quando la dragonessa blu lanciò un ruggito che faceva pensare che attaccasse. La femmina Maleyes in forma lupina si teneva pronta a mutare in dragonessa, se doveva combattere contro di lei ma in cuor suo preferiva non farlo. Suo fratello e i suoi amici stavano combattendo contro dei nemici molto pericolosi e avevano un drago da salvare. Combattere contro di lei avrebbe solo peggiorato le cose.
    Ma la dragonessa blu non attaccò. Fu Crial, in parte, a convincere la dragonessa blu a non attaccare.
    "Una di voi un corno!" fu l'istintiva risposta secca della lupa a Crial che disse subito la verità alla dragonessa, riguardo al calcio dritto in muso.
    Che quei due fossero nemici o amici, la dragonessa blu raccolse l'umano come se fosse un vecchio sacco da buttare via, sbatacchiandolo in varie direzioni.
    Kesya vide la dragonessa chiaramente al buio che teneva Crial in ostaggio mentre le chiedeva se l'umano diceva la verità riguardo al calcio rifilato.
    "Certo. Questo puzzone mi ha tirato un calcio a tradimento dritto in muso. Mi ha fatto saltare via un dente, sanguinare la bocca e perdere i sensi, e se non fosse stato per mio fratello che mi avrebbe protetta a quest'ora sarei morta. Uccisa da quei mostri schifosi evocati dagli amici di questo qui" Kesya rispose in maniera secca, arrabbiata e precisa.
    La lupa Maleyes fece una pausa e poi riprese la sua sfilza di accuse contro Crial.
    "Questo vigliacco ci ha ingannati tutti. Ci ha portati qui con le sue belle parole e io l'ho addirittura portato in groppa. Ha rischiato di essere trafitto dagli artigli del mio amico Zarthial e di mio fratello Felthsar ma meriterebbe sorti peggiori della morte. Possiamo anche ucciderlo assieme, se vuoi, ma...." la lupa alzò un zampa anteriore, come se volesse puntare l'artiglio contro Crial.
    "Prima deve rispondere ad una mia domanda....sinceramente! Ho lasciato i miei amici e mio fratello in battaglia per seguirlo e strappargli le parole di bocca....e poi ucciderlo!" concluse Kesya, accentuando l'ultima parola con un tono molto minaccioso.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Lo scontro era ormai entrato nel vivo, e la situazione era degenerata.
    Il drago di ghiaccio era risultato in difficoltà grazie all'orda di demoni scagliatisi contemporaneamente sul suo corpo, ma si difendeva comunque bene. Alcuni vennero spazzati via dal suo primo colpo, la sferzata di vento ne decollò altri a distanza facendoli finire addosso ad alcuni umani; Altre creature gli arrivarono alle spalle, in numero molto minore ma comunque abbastanza per essere considerate una minaccia. Un falco dallo sguardo scarlatto spalancò gli artigli, gettandosi in picchiata sulle sue ali, mentre due felini dal pelo nero gli balzarono addosso da destra e da sinistra per ghermirlo e affondare le zanne sulle sue zampe.

    Lui intanto era alle prese con quella bestia verde. Non poteva distrarsi, quel drago era dannatamente infuriato e sicuramente un ottimo combattente, concedergli un attimo di tregua sarebbe stato l'errore più madornale della sua oscura e consapevole esistenza. La zampa del drago lo sfiorò appena, ma i suoi artigli raggiunsero di striscio il suo volto e vi lasciarono un sottile rivolo vermiglio. Con noncuranza si tolse il sangue dalle labbra, come stesse leccandosi i baffi dopo aver gustato qualcosa di sublime. La sua espressione la diceva lunga, i suoi occhi erano ridotti a profondi oceani oscuri ed in tumulto, accesi dall'eccitazione e dalla frenesia della battaglia.
    Qualcosa fermò il suo tentativo di contrattaccare; dovette indietreggiare, poiché un istante dopo esser stato graffiato dei rami gli sbarrarono la strada, facendolo sogghignare divertito.
    "Ma bene, poteri della natura..." sottolineò aspramente, sollevando una mano verso i rami che volevano intrappolarlo. Diresse due fasci di luce azzurrina verso il grosso drago verde, facendo in modo che attraversassero la barriera lignea senza impattare su di essa, e mirò alle sue zampe anteriori. Ne scagliò altri tre e cercò di dare ad ognuno una direzione angolata, riuscendo a farne passare uno soltanto. Stava cercando di colpire la coda e due delle zampe, i raggi avrebbero per breve tempo impedito ogni movimento agli arti colpiti, causandone una paralisi temporanea. Se lo avesse neutralizzato per qualche secondo sarebbe stato tutto più semplice.

    La copia venne raggiunta dal fastidioso uomo lucertola, che gli si era avventato contro per colpirlo con una raffica micidiale, ma che venne per la gran parte annullata da una sottile barriera d'energia nera con cui lo stregone avvolse il proprio corpo. Solo alcuni dei fendenti lo raggiunsero, ma non erano abbastanza pericolosi presi singolarmente e riuscì a reagire prontamente.
    Senza un attimo d'esitazione, fece esplodere a qualche metro sopra la testa del lucertoloide un ampio cerchio violaceo, da cui cominciarono a piovere piccole comete incandescenti. Queste gli si diressero incontro a velocità inaudita, potenziate dalla forza di gravità e dalla quantità.
    "Ci vuole ben altro per colpirmi, lucertola!" lo canzonò la copia, con il più beffardo dei sorrisetti stampati in volto.

    Tre orchi, due umani e un troll armati di spade e asce si lanciarono all'unisono contro il drago blu, che pareva aver generato dal nulla quella ragnatela di rami e arbusti per confinare gli spostamenti degli avversari. In realtà non era una minaccia enorme, si sarebbe comunque potuto teletrasportare attraverso i limiti della barriera di legno, ma doveva risparmiare le energie e contemporaneamente continuare a tenere d'occhio tutti allo stesso tempo.
    Si, lo stavano decisamente facendo divertire, come non accadeva da tempo! L'importante era tenerli tutti sott'occhio, per il momento.
    E uno di loro si era già allontanato, anzi... più di uno.

    _______________________

    Liya fiutò l'aria, incanalò i tratti olfattivi della lupa e le rivolse un'occhiata indecisa, come stesse valutando la situazione.
    Ascoltò le sue parole con attenzione, e analizzò tutto in pochi secondi, come avesse capito un'intera storia solo dallo sfogo di rabbia rivolto a Crial.
    "Non sta simpatico neanche a me, questo è chiaro. Però fa parte della mia famiglia, non posso lasciartelo uccidere" ammise la dragonessa, con ancora l'umano fra gli artigli.
    "Ah, meno..." Crial provò a parlare, ma lei gli tappò la bocca semplicemente facendo pressione con un artiglio sotto al suo mento per chiudergli la mascella.
    "Per noi è normale non aiutare i compagni in battaglia, perché viene prima la missione dei sentimenti. Ti assicuro però che nessuno di noi tradirebbe la lealtà di un compagno, questo è considerato ancor più grave"
    Liya parlò con voce bassa, rauca e profonda. Lanciò Crial ai piedi della lupa come fosse un sassolino, dirigendogli uno sguardo incurante.
    "Se vuoi vendicarti fai pure, ma non ammazzarlo. Certo anch'io mi infurierei se avesse..." sbuffò, senza terminare la frase. "Va bene lo ammetto... lo avrei ucciso senza rimorso"
    Sulle sue labbra sbucò un mezzo sorrisetto, una smorfia divertita e contorta che mostrava le zanne nel buio.
    "Se lo conosco, ha dovuto tradirvi temporaneamente per escogitare qualcosa, è subdolo ma non stupido. Se ha detto di voler essere dalla vostra parte, e dovrà spiegarmi il perché... dato che non so cosa stia succedendo, fidati delle sue parole"
    Cercò di essere più coincisa e convincente possibile. Se la lupa avesse cercato di ferire Crial in maniera irreparabile, non avrebbe esitato ad agire di conseguenza. In effetti, però, assistere mentre qualcuno gli dava una lezione poteva essere interessante.
    "Sbrigati a suonargliele e poi andiamo, qua dentro c'è odore di pericolo"
    Crial stava strisciando sulla nuda roccia lontano da Kesya, sebbene questo gli stesse costando innumerevoli sbucciature sulle mani e sui polpastrelli. In una superficie così ruvida e scoscesa anche il più piccolo movimento poteva risultare dannoso per una pelle scoperta come quella umana.
    Liya non si chiese neanche cosa ne pensasse la lupa del rapporto tra di loro, le interessava tuttavia il rapporto che aveva con Crial e per quale motivo lui la stesse aiutando. Non era mai successo, non aveva mai contribuito ad una missione all'oscuro della famiglia. Cosa c'era in ballo?
     
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192 replies since 24/11/2016, 21:22   2464 views
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