Illusione... o realtà?

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    La battaglia infuriava e la rete di natura di David si stava espandendo bene. Da quanto ne sapeva lui, se quel tipo fosse scomparso, i luoghi dove poi sarebbe potuto apparire, sarebbero stati limitati. Oltre a questo, ora poteva anche sfruttare i rami di quella rete per attaccare da più parti. E la prova per vedere se questo piano funzionava venne subito. Perché appunto venne attaccato in quel momento da tre orchi, due umani e un troll. Naturalmente non volle affrontarli frontalmente. Così ricorse di nuovo al suo potere di controllo della natura per attaccarli dai lati e per proteggere se stesso prima di prepararsi a colpirli con le sue zampe. Doveva stare attento a non sprecare troppe energie, o altrimenti sarebbe finito nei guai. Specialmente se avrebbero affrontato altri avversari più forti senza avere il tempo di riposare.
     
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    “È resistente questo tipo, bene vediamo come posso attaccarlo” pensò Alexander mentre osservò il suo avversario rimanendo sempre concentrato sulla sua magia. Il contro attacco della copia non si faceva attendere infatti la coppia aveva evocato una specie di pioggia di piccole comete incandescenti.
    L'uomo-lucertola scattò via a quattro zampe aiutandosi con la magia per schivare l'attacco, una buona parte riuscì a schivare ma alcune comete lo colpirono ferendolo leggermente. Le sue ferite furono subito curate dal suo fattore rigenerativo e pensò “è meglio che io stia attento altrimenti sarò morto”
    Alexander ascoltò Zarthial che chiese di andare ad aiutare Felthsar e annuì al drago verde, “stai attento è un nemico potente” disse l'uomo-lucertola subito dopo corse contro il Maleyes che stava subendo un pesante attacco e disse a Maleyes “attento sopra e dietro di te”, schivò alcuni dei colpi dei uomini e quando si trovava a portata d'attacco contro un felino provò ad attaccare con un calcio.
     
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    Zarthial ruggì fiero quando sentì che gli artigli della zampa erano andati a segno e si erano in parte bagnati di sangue. Approffittò di quel momento per riaprire gli occhi e vedere cosa stava succedendo. Il suo colpo l'aveva colpito di striscio al volto mentre rami innalzati dal drago blu cercavano di avvinghiarlo. Intanto, Alexander, aveva recepito il messaggio del drago verde e corse in aiuto di Felthsar.
    L'umano oscuro scagliò verso Zarthial dei fasci di luce azzurrina che colpirono le zampe anteriori del drago verde, seguiti da altri due che lo colpirono alle zampe posteriori. Un altro fascio, destinato alla coda, mancò il suo bersaglio a causa dei continui movimenti repentini della lunga coda di Zarthial. Ruggì quando le zampe non rispondevano al normale comando di muoversi per attaccare o semplicemente camminare.
    "Scusami fratello se do fuoco al tuo elemento ma è necessario...." fu il pensiero mentale di Zarthial rivolto al drago blu intervenuto in suo aiuto.
    Dopo alcuni secondi di concentrazione, un'esplosione di fiamme si propagò dal drago in tutte le direzioni, e un muro veloce di fiamme investìi rami che avvolgevano ancora il suo avversario, prendendo subito fuoco. Alte fiamme incandescenti si levarono dalle ramaglie colpite dal repentino attacco di Zarthial.
    "Gli scarafaggi infestanti vanno bruciati sul nascere!" furono le parole di un Zarthial sempre più furioso.

    Felthsar ululò di dolore quando un falco gli aprì una grossa ferita sanguinante sull'ala sinistra e gli infliggeva delle fitte di dolore quando le muoveva nel tentativo di scacciarlo ma il Maleyes sorrise quando vide Alexander correre in suo aiuto nel combattere i felini che lo stavano attaccando alle zampe, parte del corpo molto robusta per il Maleyes in forma draconica. Uno dei felini neri mirò alla sua zampa posteriore sinistra, affondando le zanne che non riuscirono a penetrare oltre le dure scaglie bianche. Felthsar strattonò la zampa per liberarsi e ne alzò il piede, per poi pestarlo a terra con violenza in modo da spiaccicare il suo avversario mentre la coda spazzava il terreno in orizzontale per colpire i nemici dietro a lui.
    "Grazie per l'aiuto ma stai lontano dalla mia coda, non vorrei colpirti per sbaglio" disse, in un brevissimo momento di tregua ad Alexander.
    Gli attacchi dal cielo continuarono a bersagliare le sue delicate membrane alari, evidentemente i nemici avevano capito che era uno dei punti deboli del drago bianco di ghiaccio. Il fiero Maleyes non si perse d'animo e soffiò altre folate di ghiaccio verso il cielo muovendo il muso in modo da dirigere il soffio congelante in varie direzioni per colpire più nemici possibili.


    Kesya ascoltò le parole della dragonessa riguardo a Crial, che lo gettò ai suoi piedi come se fosse un vecchio sacco da portare via, concedendogli l'occasione di ferirlo ma non ucciderlo, e ferirlo in maniera non grave.
    "Anche se non condivido alcune cose che tu dici ma di te ti credo. Sei una fiera dragonessa e non mi va di averti come nemica. Non ora che siamo in pericolo e che dobbiamo combattere. Da questo tunnel può spuntare qualcuno da un momento all'altro." rispose la lupa Maleyes alla dragonessa blu.
    Mentre parlava vide Crial che stava strisciando sulla pietra per portarsi lontano da lei ma con un semplice balzo gli fu sopra e lo bloccò.
    La lupa lo graffiò ul braccio destro, all'altezza dell'incavo del gomito, un triplo graffio da artigli lungo ma superficiale, che non gli avrebbe compromesso la funzionalità del braccio nè rischiato il dissanguamento. Ma almeno voleva vedere il suo sangue come prezzo minimo per quel calcio che le era costato un dente. Anche se le sarebbe ricresciuto uno nuovo nel giro di poco, lei ci teneva alle sue zanne.
    La lupa spalancò la bocca, rilevando il buco tra i denti, in un ruggito di battaglia e fece calare le fauci sul collo di Crial, fermandosi ad un soffio dalla pelle dal collo e spostando il muso nell'orecchio destro, dove gli ruggì più forte.
    "Ringrazia la tua amica dragonessa se ti lascio integro. Avrei banchettato molto volentieri con la tua mano lasciandoti morire dissanguato in una lunga agonia. Ma pigliami in giro ancora una volta e ti giuro che non mi fermeranno nemmeno le divinità" furono le parole sibilanti e minacciose rivolte a Crial.
    Kesya indietreggiò e lasciò andare Crial, seppur di malavoglia. Un veloce bagliore di luce azzurrina illuminò il tunnel quando Kesya si trasformò di nuovo ed assunse la sua forma draconica. Una fiera dragonessa bianca con le rune azzurre che avrebbe lasciato basita l'altra dragonessa.
    "Perdonami se non mi sono presentata subito. Mi chiamo Kesya" si presentò alla sua simile.

     
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    Ottimo, la sua magia aveva avuto effetto. Pensava che quel drago di fuoco sarebbe stato più svelto, forse l'attacco era giunto inaspettato, o forse era semplicemente un ingenuo troppo sicuro nelle sue capacità.
    Stava di fatto che adesso aveva un vantaggio notevole su di lui, averlo bloccato per qualche secondo poteva rivelarsi decisivo e non avrebbe perso quell'occasione. Si accorse di aver fatto male i calcoli quando un torrente di fuoco emerse dalle fauci della creatura, e che forse avrebbe fatto meglio a tappargli quella dannata bocca come prima cosa, ma in uno scontro non ne aveva modo e ogni incantesimo era di una difficoltà incredibile con tutta la frenesia che stava pervadendo il campo di battaglia in quel momento.
    Le fiamme divamparono, e lui si ritrovò costretto a smaterializzarsi di nuovo per uscire dal groviglio di rami e portarsi all'esterno, sebbene ciò gli sarebbe costato un incredibile calo di forze che neanche lui si sarebbe aspettato. Mantenere la copia attiva, ordinare alle evocazioni di attaccare e gestire quello scontro si stava rivelando più arduo del previsto.
    Sentiva che non sarebbe potuto andare avanti ancora per molto, ogni attacco era un costo in energia notevole e qualunque difesa richiedeva concentrazione. Forse ci sarebbe stato bisogno di più subordinati seri e meno incapaci, sicuramente non sarebbe andata a finire in quel modo.
    A lui comunque non importava, voleva quei draghi e li avrebbe avuti... a costo di rischiare la vita. Comparve sopra al dorso del drago di smeraldo, che probabilmente stava riacquisendo in quel momentola mobilità delle zampe, e con entrambe le mani gli premette le squame del collo per imprimergli una scossa ad altissimo voltaggio, con cui aveva intenzione di fargli perdere i sensi. Se lo avesse ammazzato non sarebbe servito a nulla dopo, e per fargli del male in maniera superficiale ma debilitante aveva bisogno di troppa concentrazione. Bastava renderlo inoffensivo almeno per un po', il necessario per stordirlo definitivamente e portarlo con gli altri.

    Il drago di ghiaccio ormai era in difficoltà, anche l'aiuto dei suoi compagni non sembrava star servendo a granché. Le bestie demoniache ormai lo stavano bersagliando su tutto il corpo e sicuramente non sarebbe più riuscito a sollevarsi in volo, era giunto il momento di finirla. Quattro uomini, sopravvissuti al massacro, si gettarono sul drago e gli lanciarono addosso alcuni intrecci di catene per intrappolargli le zampe e farlo cadere, a quel punto lo avrebbero definitivamente avuto in pugno e il primo avversario sarebbe stato sconfitto.

    Nel frattempo, gli ultimi superstiti si erano gettati in un attacco disperato contro il drago blu, brandendo armi raccolte dai cadaveri riversi al suolo, con grida selvagge e colme di una rabbia non realmente instillata dalla loro volontà. Un basso elfo dallo sguardo indemoniato scagliò una freccia in direzione del fianco del drago, mentre una strana creatura dal pelo bianco simile ad un tasso si lanciava verso il suo collo per lacerargli le squame e affondare le zanne nella sua carne.

    L'uomo rettile si era difeso bene, ma il clone dello stregone aveva in servo per lui ben altro e quella lucertola non se la sarebbe cavata con un paio di balzi a caso. Approfittando della sua distrazione e del tempo perso per aiutare i compagni, caricò un fascio d'energia nera su entrambe le mani e glielo diresse contro. Quando il colpo partì, un enorme onda d'urto spazzò via anche alcune delle sue bestie infernali, tanta era la potenza del colpo. Sarebbe bastato che quell'onda energetica impattasse al suolo per creare un disastro incredibile, anche se l'uomo lucertola l'avesse evitato sarebbe comunque stato sbalzato chi sa dove.

    _____________________________________________

    Le pareti scure del lugubre covo mostravano piccoli accenni di sgretolamento, come se qualche artiglio invisibile stesse raschiandone la superficie per abradere la pietra. Minuscoli brandelli rocciosi scivolavano al suolo in un basso crepitio discontinuo, come un fuoco appiccato in una galleria che provocava un sottile suono riverberante.
    Quando sentì il corpo della lupa schiacciarlo a terra, Crial smise di dimenarsi e digrignò i denti, ma il dolore che avvertì fu comunque minore di quello che si sarebbe aspettato. Dovette stringere i pugni, un po' per il dolore e un po' per quello che Liya aveva permesso che gli facessero, ma non fece altro e si costrinse a non emettere nessun suono dalla bocca. Non avvertì alcuna minaccia da quel tentativo da parte della lupa di intimidirlo con le zanne, né si scompose un istante quando gli ruggì a pochi centimetri dal volto. Sapeva però che quelle parole erano sincere, e che non avrebbe più potuto ingannarla neanche se fosse stato per salvarle la vita. Quando fu libero, con un sospiro si rialzò e superò la dragonessa a cui avrebbe tanto voluto farla pagare immediatamente, la quale di rimando gli stava rivolgendo un sorrisetto beffardo.
    Liya si voltò verso le tenebre più nere, dopo aver distolto lo sguardo dal ragazzo ed aver dedicato alla lupa un'occhiata indecisa.
    Effettivamente non aveva danneggiato Crial, non poteva certo lamentarsi per così poco. Lei stessa, più di una volta, gli aveva procurato tagli e sbucciature in punti del corpo ben peggiori. Come biasimarla dunque? Una piccola vendetta le pareva più che legittima.
    Quando ella si trasformò da un momento all'altro in una dragonessa emanando bagliori azzurrini, Liya si limitò a ruotare il capo per metà e ad osservarla con soltanto un occhio. Non disse nulla, semplicemente rispose alla presentazione e si girò per guardarla sul muso ed accennare un modesto inchino.
    "Liya della tempesta..."
    Le piaceva rimarcare il suo nome con uno degli epiteti che più le si addicevano, si rivedeva molto nella bufera portatrice di distruzione, nell'uragano che generava il caos. Si, anche se adesso era giunto quel David non aveva perso assolutamente il suo selvaggio vigore. Anzi, ora aveva un motivo in più per utilizzare quella sua forza di cui era andata tanto orgogliosa, a difesa di qualcuno che le aveva dimostrato di meritarsi la sua protezione.

    Camminarono brancolando nell'ombra per alcuni minuti, nel più totale silenzio e concentrati al massimo delle loro capacità; Crial se ne stava con lo sguardo distratto e innumerevoli pensieri ad affollargli la testa, nonostante sapesse di non doversi spaesare per alcun motivo.
    SI ridestò dal suo breve attimo di isolamento mentale pochi secondi dopo, quando Liya gli sbarrò la strada con una zampa e, stranamente con delicatezza, gliela metteva davanti la bocca per intimargli di stare zitto e di fermarsi.
    La dragonessa alzò il muso a fissare la pietra sopra di loro, finché dopo un'attenta analisi olfattiva e uditiva non riprese a camminare. C'era qualcosa di sbagliato in quel posto, odori di draghi di diversa natura e di creature di ogni genere unito a quello del sangue fresco, oltre che di alcuni umani e loro parenti antropomorfi che parevano emettere lontani e sommessi gemiti di dolore. Forse molte di quelle percezioni erano accentuate dall'immaginazione che poteva spaziare fino all'inverosimile in un luogo del genere, ma Liya non era certo tipa da farsi suggestionare da sensazioni illusorie.
    "Kesya... il tuo elemento è il ghiaccio giusto?" le chiese, senza voltarsi. Si alzò su due zampe e afferrò la parete di roccia di fronte a sé, aggrappandosi alla superficie frastagliata con gli artigli. Rimase immobile per un po', poi generò una potente folata di vento che con il suo impeto devastante si fece strada nelle crepe tra le pietre, sbriciolandone in breve una buona parte. Un frammento dopo l'altro, parte della copertura naturale di quel cunicolo cominciò a cedere, mostrando un ingresso a qualunque cosa si trovasse sopra di loro.
    Alcune zolle di terreno continuavano a cadere rumorosamente, mentre Liya si issava su con la sola forza delle zampe e lasciava che Crial le si aggrappasse alla coda.
    Quello che c'era lì fuori, almeno per un attimo, riuscì a lasciare di stucco anche lei.
    Ovunque guardasse, in qualsiasi direzione decidesse di voltare lo sguardo, non vi era nient'altro che il vuoto assoluto.

    Edited by Aesingr - 9/2/2017, 22:17
     
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    Ormai tutto stava diventando un putiferio. Il drago di elemento fuoco, di cui David ancora non conosceva il nome, aveva dato fuoco ai suoi rami. David non sapeva come giudicare la cosa, dato che i rami erano suoi e lui non sapeva se poteva sfruttare oppure no il fatto che i rami creati da lui stessero bruciando. Ma a quanto pareva ora non c'era bisogno che lui facesse qualcosa a riguardo. Se la stavano cavando benissimo da soli. David doveva pensare solo agli avversari che avrebbero attaccato lui. Ed infatti era già stato attaccato da dei superstiti che volevano farlo fuori. Un elfo gli aveva scagliato una freccia contro, e David se ne accorse in tempo e riuscì a scansarla facilmente, dato che l'aveva vista in tempo. Vide anche come una strana creatura tasso gli stava saltando addosso puntandogli alla gola.Il drago per fortuna riuscì a neutralizzare anche quello, intercettandola in aria e colpendola con una zampata. Per fortuna si erano gettati contro di lui in maniera folle e disperata. Così facendo era stato facile neutralizzare le loro mosse. Dopo averlo fatto contrattaccò animando gli altri rami, e radici approfittando del fatto che bruciassero per danneggiarli ulteriormente.

    Edited by l.pallad - 15/2/2017, 13:06
     
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    Alexander ascoltò l'avvertimento di Felthsar che avvertì di stare lontano dalla sua coda e annuì. Non aveva tempo di parlare perché stava arrivando un altro attacco da parte dei uomini e dalla coppia del loro capo.
    L'uomo lucertola vide che gli uomini erano armati con le catene e la coppia aveva lanciato un fascio di energia. Deve pensare e agire in fretta e decise di intercettare la catena di uno dei uomini e con tutta la sua forza lo lanciò contro il fascio di energia.
    Alexander sperò che il suo tentativo de fermare l'attacco funzionò ma per sicurezza decise di allontanarsi dalla traiettoria dell'attacco.

    mi scuso per questo breve post ma sono completamente privo di idee
     
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    La bomba infuocata lanciata da Zarthial riuscì a colpire in parte l'uomo nero, ma questo sparì di nuovo nella sua illusione. I rami evocati dal drago blu divamparono a causa dell'esplosione provocando un nuovo incendio che si unì agli altri fuochi che il drago aveva soffiato attorno a se creando ormai un anello di fiamme tutto attorno a Zarthial. Le sue scaglie verdi smeraldo scintillarono al bagliore delle fiamme dando l'impressione che il drago cambiasse colore. Essere circondato dal suo elemento era un vantaggio per Zarthial, lui sopportava bene il calore e le sue scaglie erano fatte apposta per resistere alle fiamme, inoltre il fuoco creava sia una barriera per gli assalitori esterni e sia un blocco per chi si trovava dentro. Più passava il tempo e più era difficile per quel spregevole umano uscire da quella gabbia infuocata, a meno che non avesse ricorso nuovamente alle arti illusorie come aveva fatto nuovamente, subito dopo l'esplosione.
    "GRAAWWWAAAAAAAARRRRRR!!!!!!!"
    Fu il forte ruggito di dolore di Zarthial quando mille bagliori esplosero davanti ai suoi occhi e le zampe anteriori, da poco uscite dal torpore, furono percorse da una potente scarica elettrica, che fece accucciare Zarthial.
    Per sua fortuna, l'elettricità lanciata dall'umano si propagò a terra attraverso le zampe anteriori e non prese ogani vitali, anche sentì per brevi attimi che il cuore perse alcuni battiti. Non era la prima volta che Zarthial veniva folgorato da una scarica elettrica. Due anni prima, venne colpito da un fulmine durante un temporale sull'Ossidiana d'Argento e a Zarthial pareva di essere stato colpito da un'enorme zampata, uscendone stordito. Stavolta lo stordimento durò pochi attimi, anche se la scarica elettrica era forte ma non poteva permettersi un altro colpo come quello. Voltò rapidamente la testa e soffiò un'altra fiammata contro il suo stesso dorso, nel punto dove si trovava il suo avversario, ad una distanza ancora una volta molto ravvicinata e quasi impossibile da schivare anche con un'altra illusione.
    Non aveva mai combattuto contro un nemico così ostico, perfino più forte di certi draghi. Ma Zarthial non si sarebbe mai concesso alla resa. O avrebbe trionfato o sarebbe morto.


    Felthsar sentì le sue forze indebolirsi sempre di più, i nemici lo stavano bersagliando senza pietà da ogni angolo e dalle sue membrane alari piovevano gocce rosse di sangue. Muoverle per alzarsi in volo era impossibile, a quel punto, quindi non poteva volare per abbattere i nemici volanti. Quelli a terra erano sempre più voraci e volevano sconfiggerlo a tutti i costi. Improvvisamente percepì freddo alla caviglia posteriore sinistra, degli umani gli stavano cercando di incatenare le zampe ed Alexander non poteva fare molto.
    Dall'altra parte del campo di battaglia, dove si trovava il suo amico Zarthial, il fuoco divampò ancora più vivido, segno che il drago verde era ancora in forze. Il Maleyes quasi invidiò la forza, la tenacia e il coraggio di Zarthial, anche se quel suo verso che lanciò subito dopo lo fece agghiacciare più del gelo. Ma Felthsar non era sconfitto, non poteva cedere sotto a degli umani. Un'altra catena gli avvolse la caviglia posteriore destra. Il candido Maleyes del ghiaccio volse ancora una volta il muso al cielo stellato ma stavolta non uscì nè ghiaccio, nè vento ma un verso che mescolava il ruggito di un drago e l'ululato di un lupo. Un verso antico di millenni, che condensava lo spirito stesso della montagna e della foresta.
    "Fratelli lupi, amici animali. Voi che vivete da sempre nella natura, accorrete in aiuto ad un vostro simile per sconfiggere chi sta lordando la vostra terra, chi sta usurpando il vostro territorio. Affiancatemi a me, e libereremo il vostro territorio da questi parassiti! Potremo anche morire, ma in quel caso avremo una gloriosa vita sulle stelle tra i nostri antenati. La morte in battaglia per una giusta causa è una morte gloriosa e premiata!"
    Era il significato di quell'invocazione lanciata da Felthsar.
    Un branco di otto lupi, neri come la notte, era nascosto vicino al campo di battaglia che imperversava nel loro territorio. Avevano seguito quello strano gruppo fin da quando avevano messo zampa nel loro territorio. Volevano capire cosa volevano e cosa stavano facendo. Appena era scoppiata la battaglia e una moltitudine di creature era spuntata come funghi dal terreno, decisero di non intervenire e di restare nell'ombra finchè il pericolo non fosse passato, o fin quando si fossero massacrati a sufficienza da essere indeboliti ma sapevano già che gli invasori era il reggimento misto di creature, e non i draghi. Ma quando sentirono quel verso lanciato dal drago bianco, non poterono far finta di niente. Quel drago parlava il loro stesso linguaggio selvatico, promettendo che il loro territorio venisse liberato in cambio del loro aiuto. Così decisero di scendere in battaglia, proprio dove si trovava il Maleyes.
    Felthsar scalciava con le zampe posteriori per impedire che gli umani chiudessero le catene per bloccare definitivamente. A causa di tutto quel ferro, i movimenti delle zampe erano più lenti ma ora le catene si stavano ritorcendo contro gli umani, colpendoli e facendoli stramazzare a terra. Improvvisamente vide otto ombre nere entrare veloci nel campo di battaglia. Come fantasmi della notte, i lupi neri uscirono dal nascondiglio ed assaltarono gli umani che stavano cercando di legare le zampe anteriori di Felthsar, cogliendoli di sorpresa e azzannandoli alla gola. Altri tre attaccarono i demoni a terra.
    Rinvigorito dal buon esito della sua invocazione, il Maleyes draconico del ghiaccio riprese morale e soffiò una veloce freccia di ghiaccio contro i nemici che stavano calando dal cielo.

    Felthsar usa il suo potere speciale Richiamo della Foresta"



    La dragonessa blu non parve molto sorpresa dalla trasformazione in dragonessa di Kesya, forse conosceva già la nobile stirpe dei Maleyes. Si presentò con il nome di Liya delle tempeste accennando un modesto inchino, gesto che fece anche Kesya subito dopo.
    Poi il cammino nel tunnel riprese. Buio e silenzioso, non apparve nessuno. Mentre camminava Kesya pensò alla battaglia che stavano combattendo Felthsar e gli altri, cercando di rassicurarsi il più possibile riguardo all'esito, autoconvincendosi che avrebbero trionfato. Ma più quell'autoconvinzione affiorava, più era combattuta dal dubbio. Non aveva mai visto nemici come quelli e non sapeva quanto fossero forti, o quanto fossero effettivamente numerosi. Sapeva che era gente pericolosa ma non poteva accettare la morte di qualcuno dei suoi amici, nemmeno di Alexander e Zarthial, che aveva conosciuto da poco. Non pensò mai all'eventuale morte del suo adorato fratello.
    I suoi pensieri vennero interrotti quando la dragonessa blu si fermò, tappò la bocca dell'umano con una zampa e studiò il soffitto del tunnel.
    "Sì, il mio elemento è il ghiaccio." rispose a Liya.
    Kesya rimase a guardare con aria interrogativa cosa stava combinando quella dragonessa, che si era messa ad artigliare e a rompere la parete apparentemente solida del tunnel. Effettivamente aveva scoperto qualcosa, e il tunnel collassò con un gran fragore di pietre che cadono, sollevando un gran polverone.
    Non appena la frana provocata cessò la polvere si depositò, Kesya seguì la dragonessa blu arrampicandosi sui detriti, cercando di capire dove fossero finiti. Si poteva aspettare una trappola con soldati e creature vogliosi di ucciderli a sangue, una stanza segreta, la prigione di Vinult ma quello che si parò davanti agli occhi di Kesya non era nessuna delle cose che aveva previsto, e nemmeno immaginato.
    Tutto ciò che vide era il vuoto assoluto.
    "Cos'è questo posto?" fu la domanda retorica di Kesya.
    Ma prima che qualcuno potesse rispondere, alle orecchie della femmina Maleyes giunse un verso lontano lontano, ma che lei udì chiaramente. Molto probabilmente gli altri due non l'avrebbero sentito. Era il Richiamo della Foresta lanciato da Felthsar. Se suo fratello aveva lanciato quel richiamo, significava che le cose si stavano mettendo male. E ciò rese ancora più nervosa Kesya che fulminò Crial con uno sguardo glaciale dritto negli occhi dell'umano.
    "Senti, bipede senza pelo, mio fratello e gli altri sono là fuori a combattere e a rischiare la vita mentre tu non hai fatto niente!" fu la voce gelida, con un "niente" ancora più gelido.
    "Sai benissimo perchè siamo qui, quindi portaci subito da Vinult e liberiamolo. Si trova in questa specie di nulla? Parla e non azzardarti a mentire. Le menzogne hanno vita breve con me!" aggiunse, secca e lapidaria, la femmina Maleyes.

    Edited by King Bahamut - 11/2/2017, 12:33
     
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    Lo stregone non riuscì a trattenere un ghigno soddisfatto quando il drago urlò di dolore, ruggendo nella sua bestiale lingua di creatura antica.
    Pensava di averlo finalmente vinto, come pensava di aver vinto l'altro stupido drago del ghiaccio. Invece erano entrambi ancora vivi, più o meno malconci ma vivi, e ciò gli provocava un forte prurito alle dita ossute e alle labbra bramose di morte.
    Quando il drago vomitò addosso a se stesso una fiammata per investirlo, sul suo volto scuro si dipinse una smorfia che probabilmente non avrebbe mai ammesso di poter esibire in uno scontro. Non poteva negare di aver vissuto un attimo di profondo terrore mentre veniva invaso dalle fiamme incandescenti, che in breve avvolsero lui e il drago in un grumo abbagliante di luce e calore.
    Non gridò, non emise alcun suono che potesse far pensare che stesse provando dolore. Quella visione era inquietante, probabilmente solo un demone si sarebbe compiaciuto nel veder ardere qualcuno in silenzio, e in effetti il campo di battaglia ne era pieno.
    L'uomo cadde giù dal dorso del drago con la veste, la pelle delle mani e parte del volto corrosi dal fuoco, mentre dalla sua bocca nera emergeva un fumo violaceo che si diresse verso il muso del drago attraverso le volute fiammeggianti.
    Il suo corpo presentava orribili scottature e ustioni ovunque su tutta la pelle del viso, e il che gli conferiva un aspetto, se possibile, ancora più inquietante e infernale. Respirava affannosamente, e si concesse anche di tossire un paio di volte. Era riuscito appena in tempo a generare un incantesimo che gli permettesse di non sentire dolore per qualche istante, ma ormai le sue energie erano totalmente ridotte al minimo e la bruma scura che aveva diretto contro il drago verde sarebbe solo servita ad accecarlo per un po'.

    Si dissolse poi in una nube grigiastra, allontanandosi definitivamente dallo scontro e portando con sé le creature evocate.
    In quella landa di desolazione, fiamme e sangue erano rimasti solo i tre draghi, l'uomo lucertola e alcuni sudditi spaventati. Gli umani e le altre creature superstiti avevano immediatamente preso a lanciarsi occhiate sconvolte, nel rendersi conto di essere rimasti soli e con la certezza di esser prossimi alla fine. Alcuni bruciavano tra i rami, altri venivano colpiti dalla lucertola umanoide, altri ancora venivano dilaniati dai lupi giunti in soccorso del drago del ghiaccio. Erano pochi quelli spaventati al punto da non riuscire più a ragionare lucidamente, ma quei pochi se ne stavano ai limiti della radura contornata di roccie e crepacci, senza una vaga idea su come comportarsi o anche solo far muovere gli arti impietriti dal terrore.
    Dopo altri schiamazzi e strilli disperati, il luogo rimase immerso nel silenzio e il vento mosso dal drago del ghiaccio riverberò i suoni di una battaglia incredibile, sconvolgente quanto inutile. Come la maggior parte delle battaglie in somma.

    @Pallad: non credo Zarthial abbia comunicato mentalmente a David, scusate se sbaglio :) penso fossero solo i suoi pensieri
    @Zellone: Liya è blu, non nera xD


    Crial dovette battere gli occhi un paio di volte, prima di accettare che quel nero infinito potesse davvero esistere. Non vi era nullla intorno, eppure si trovavano ancora sotto terra e in ogni caso un limite di roccia doveva pur esserci. Non erano scesi neanche in profondità, dunque tutto ciò non aveva il benché minimo senso, e anche Liya e Kesya erano d'accordo a quanto pareva.
    Liya fece qualche passo in avanti, saggiò la nuda terra con gli artigli, lanciò un'occhiataccia a Crial e poi fiutò l'aria. Il buio cielo rimbombante sopra le loro teste non lasciava presagire nulla di buono, e la dragonessa temeva di dover ricorrere alle maniere forti.
    Chi voleva prendere in giro, non vedeva l'ora; se non avesse infilato le zampe nella carne di qualcuno si sarebbe pentita di non esser rimasta a combattere. Odiava quel genere di individui quanto aveva odiato se stessa, stavano agendo in maniera molto simile alla sua in passato e non poteva sopportarlo. Si meritavano altro che di essere dilaniati, anche se non sapeva nulla di tuta quella faccenda.
    "Bipede senza pelo, concentra la tua stupida mente umana e tiraci fuori da qui" esordì sogghignando, rimarcando le parole usate da Kesya.
    Crial parve non capire inizialmente, poi scattò in piedi e esibì un'espressione contrariata e perfettamente evitabile, come se volesse esprimere disappunto a random. In realtà si stava solo stupendo di quanto potesse essere stato ingenuo, e parallelamente di quanto potesse essere potente il loro nemico.
    Se si trovavano all'interno di una grande illusione l'unico a poterla infrangere era lui, sebbene non avesse recuperato neanche metà delle sue energie.
    Liya si avvicinò a Kesya e la scrutò negli occhi per un attimo, poi mosse piano la coda e la stropicciò sul suolo ruvido come per grattarsi.
    "Stai tranquilla, se la caveranno. Da quando un umano... o quel che è... può vincere un drago?"
    Nel contempo attinse al potere della pietra che le era stata donata dall'essere strano prima che partissero per andare a raccattare Valen, e che le permetteva di comunicare con David a distanza.
    Non pensava avrebbe dovuto utilizzarla così presto, e non per una cosa simile.
    "Drago! Mi senti? Li avete fatti fuori?"
    Si domandò poi se un -state bene- sarebbe stato più appropriato, ma ormai non aveva importanza. Crial espanse le sue energie e una fievole aura azzurrina lo avvolse, andando ad emanare raggi fugaci e pallidi tutt'attorno, finché l'ombra non prese ad assumere consistenza. Il vuoto mutò in materia, i confini intorno ai tre ricomparvero e di nuovo altra pura roccia, che però adesso aveva assunto la forma di un corridoio come i precedenti.
    Il ragazzo emise un sonoro lamento, tenendosi la testa con le mani e inginocchiandosi per il dolore, praticamente sfinito. Non poteva sforzare in quel modo la mente, le magie di difesa poi erano ancor più complesse di quelle d'attacco nella branca della psikemansia, un altro sforzo simile e ci avrebbe decisamente rimesso la pellaccia... senza peli.
    Liya si premurò molto dolcemente di rimetterlo in piedi con la coda obbligandolo ad avanzare, incurante dei pugni ribelli che lui aveva cominciato a sferrarle su un fianco.
    "Sei... una... maledetta... stupida... ingrata...
    Accentuava ogni parola con un cazzotto, uno meno efficace dell'altro, mentre la coda di Liya lo tirava brutalmente senza dargli scampo.
    Per un attimo pensò quasi di chiedere aiuto a Kesya, magari ricattandola che non avrebbe più rivisto i suoi amici se non lo avesse salvato dalla perfidia di Liya, ma ci rinunciò soltanto nel voltarsi a scrutarla. Avrebbe certamente contribuito ad infierire sul suo povero corpicino umano e stanco, anche lei insensibile di fronte alle sue immani sofferenze.
    "Io vi odio..." confessò, arrendendosi al fato e lasciandosi trasportare verso l'uscita del cunicolo con aria rassegnata e le braccia penzolanti.
    "Vi informo che..."
    Crial non riuscì a concludere, perché delle orribili grida provenienti dal profondo della terra giunsero alle loro orecchie. Le stesse grida che Liya riconobbe come quelle percepite pocanzi, ma che non sapeva come raggiungere né tanto meno spiegarsi in alcun modo.
    "Bipede, siamo ancora sotto l'effetto di un'illusione?"
    Crial sospirò, infilando le unghie tra le squame della dragonessa e tirando con tutta la sua forza per strappargliele.
    "No, dannato demonio che non sei altro... e se ci finiamo di nuovo dentro vi ci lascio, a te e a quella... lupa" esordì con finta collera, indicando Kesya.
    "E allora che sta succedendo?"
     
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    David non aveva capito molto bene quello che era successo. Ma a quanto pareva la situazione era migliorata. Il tipo che aveva evocato le creature se n'era andato, ed adesso potevano stare più tranquilli e lui poteva riprendere fiato. Ormai il peggio era passato e quindi recuperare le energie perse per gli incantesimi fatti. Fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che ricevette un messaggio della sua compagna chiedendo se avessero fatto fuori tutti i nemici. David, usando a sua volta la pietra, rispose

    "è tutto apposto. La situazione è sotto controllo. Tu invece dimmi, come stai?"

    Guardandosi intorno il drago azzurro capì che c'era ancora da fare. Quindi chiese agli altrii

    "beh, e adesso che facciamo?"

    Ed attese la risposta di quel gruppo di possibili nuovi amici.
     
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    Alexander sospirò di sollievo appena notò che il colpo non aveva raggiunto il terreno voleva contrattaccare ma doveva aiutare prima il drago di ghiaccio. Così continuò a combattere contro le creature non morte fino all'arrivo dei lupi.
    All'inizio l'uomo-lucertola aveva pensato di essere nei guai ma subito dopo si ricordò che Felthsar era una specie di drago-lupo. "bene ora posso andare a combattere contro la coppia del loro capo" pensò Alexander. Il fato vuole che la copia sparì appena che anche l'originale scappò via e così attaccò chiunque stesse ancora combattendo.
    Dopo che il campo di battaglia è stata sgominata l'uomo-lucertola si rilassò e ascoltò il nuovo arrivato e disse "bé almeno che qualcuno non sappia curare i propri compagni penso che non potremmo fare molto, sfortunatamente io non ho più la capacità di curare i miei compagni."
     
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    Sì...i pensieri di Zarthial sono tra se e se e non rivolti a David ^^

    Lo spettacolo che si presentò agli occhi di Zarthial fu molto ripugnante, non aveva mai visto niente di simile in tutta la sua vita da drago di fuoco, e di gente ne aveva già incenerita a volontà. L'uomo nero venne avvolto dalle fiamme incandescenti del drago e iniziò a contorcersi nel fuoco, senza emettere alcun verso di dolore. Di solito gli umani avvolti dalle fiamme strillavano così forte che si poteva udirli da molto distante e i loro strilli erano così acuti da far male alle orecchie. Invece quello là no. Non proferì nulla ma rimase a bruciare, emettendo fumo, un odore orribile e ad un lampo di luce e calore che avvolsero lui e Zarthial stesso. Quel lampo di luce non fu molto dannoso per il drago, sentì solo una vampata di calore sul corpo ma niente più. Le fiamme che si era soffiato addosso sul dorso invece non gli provocarono alcun danno. Poi l'uomo nero cadde gi dal dorso di Zarthial, come se fosse morto, con le fiamme che avevano bruciato i suoi vestiti, le mani e il viso. Il drago verde che padroneggiava il fuoco non riuscì a lanciare un ruggito di vittoria che quel spregevole umano puzzolente si lasciò dietro una nuvola violacea che avvolse il muso di Zarthial. Il grosso drago tossì e cercò di dissipare la bruma con le zampe anteriori che comunque non gli provocò dolore, solo del fastidioso senso di cecità momentanea. In quei momenti in cui non vedeva niente sentì i suoi compagni di battaglia parlare di curarsi e quando la vista gli tornò vide che la battaglia era finita, almeno momentaneamente, e Felthsar che stava spegnendo le fiamme con folate di ghiaccio.

    Il branco di lupi neri finì di sbranare gli umani rimasti mentre Felthsar colpì in pieno il demone con la sua freccia di ghiaccio quando l'orda di nemici che lo stava crivellando di colpi sparì letteralmente nel nulla. Rimasero solo pochi umani e creature che, rendendosi conto di essere rimasti soli, batterono in ritirata, seguiti da due femmine del branco dei lupi neri.
    Il Maleyes del ghiaccio si guardò in giro per capire cosa fosse successo e quando si assicurò che i nemici fossero effettivamente spariti, si rilassò. Era perfino sparito quel spregevole uomo nero che stava tormentando Zarthial.
    Felthsar si accucciò con un rumore metallico per le catene ancora avvolte attorno alle caviglie delle zampe posteriori e davanti al suo muso si parò l'Alfa del branco dei lupi neri. Era un esemplare maschio molto grosso e con gli occhi gialli, un lupo autoritario e militaresco che sapeva bene come fare l'Alfa e mantenere la disciplina nel branco. Felthsar e l'Alfa comunicarono con gli occhi e dei mormorii lupini.
    "Grazie per essere intervenuti, fratelli e sorelle della montagna"
    "Dovevamo farlo. Per aiutarvi e per liberare il nostro territorio da quei luridi. Pensi che se ne siano andati definitivamente?"
    "Penso di sì. In ogni caso, ora abbiamo bisogno di riprenderci e poi vedremo cosa fare. In ogni caso libereremo presto il vostro territorio."
    "Siete i benvenuti ma prima che ve ne andiate vorrei chiederti un ultimo favore, se hai ancora forze, fratello Maleyes."
    "Chiedimi pure, fratello lupo"
    Padroneggi il freddo elemento del ghiaccio e le fiamme soffiate da quel drago verde possono essere pericolose. Riusciresti a spegnerle?
    Felthsar guardò per un attimo le fiamme che stavano ancora ardendo attorno a Zarthial. Nel frattempo era atterrato anche il drago blu, e stava parlando con Alexander per curarsi e riprendersi.
    "Non mi sono rimaste molte energie, vedrò cosa posso fare ma non date la colpa al drago verde, l'ha fatto per vincere"
    "Grazie...non incolperemo il tuo amico drago. Ora noi ci congediamo. Che le stelle ti guidino sempre, fratello Maleyes.
    "Anche a voi, fratelli lupi e sorelle lupe."
    L'Alfa fece un gesto col capo a Felthsar, poi latrò per riunire il branco e allo stesso modo di come erano arrivati, i lupi neri sparirono nel bosco e nella notte. A chiudere il gruppo furono le due lupe femmine, che avevano le zanne snudante grondanti sangue umano.
    Felthsar zampettò verso le fiamme, aggirando l'uomo-lucertola e il drago blu.
    "Grazie per essere intervenuto, ma c'è ancora una cosa che devo fare." si rivolse al drago blu.
    Il drago bianco con le rune azzurre soffiò altro ghiaccio alla base delle fiamme che divampavano nel bosco. Lo scontro tra i due elementi opposti provocò un forte sibilo, accompagnato da una nuvola di vapor acqueo. Le fiamme pian piano scemarono mentre il ghiaccio sublimava. Per Felthsar, dopo quella battaglia, lo spegnimento dell'incendio gli costò uno sforzo enorme, e quando spense l'ultimo focolaio, stramazzò a terra esausto. Il suo corpo draconico si contorse e si ridusse nella forma lupina, quel passaggio di forma era un automatismo del suo corpo che entrava in azione quando il Maleyes andava in svenimento e serviva a non fargli sprecare altre energie preziose.
    "Felthsar!" Zarthial intervenne subito in suo soccorso, ascoltandogli il battito cardiaco e leccandogli le ferite sul suo pelo bianco.
    "E' solo svenuto per lo sforzo enorme ed è ferito ma è vivo. Io ho dei poteri curativi con le fiamme ma su questa creatura del ghiaccio potrebbe essere fatale." rassicurò il drago verde ai suo due compagni.
    Dato che Alexander non disponeva di tecniche curative, Zarthial si rivolse al suo simile blu della Natura. Si sapeva che le creature di quell'elemento avevano dei poteri curativi.
    "Prima di tutto, ti ringrazio moltissimo. Se non fosse stato per te e per il tuo prezioso aiuto ora credo che saremmo tutti morti o soggiogati a quei farabutti. Sei un bravo guerriero, i miei complimenti." il drago verde fece un leggero inchino con il muso e con quel gesto, gli tornò il dolore alla testa. La base del corno destro c'era ancora quella brutta ferita dovuta a quella freccia oscura.
    "Puoi fare qualcosa per lui?" chiese poi al drago blu, indicando con il muso il lupo bianco svenuto.


    La dragonessa blu era stufa di quell'umano quasi quanto Kesya, visto che uso lo stesso tono e le stesse parole, bipede senza pelo, per esortare Crial a tirarle fuori da quel nulla.
    "E' tutta un'illusione. Concentrati, Kesya, sei sotto ad una catena montuosa. E' impossibile che ci sia il vuoto. Ricorda le parole dell'anziano elfo riguardo all'illusione" ragionò fra se e se Kesya. La candida dragonessa con le rune azzurre chiuse per un attimo gli occhi e vide che fu circondata da solida roccia. Quando li riaprì si trovò davanti il rassicurante sguardo di Liya
    "Crial sarebbe già morto. Zarthial, il drago verde di fuoco, lo ha quasi ucciso più di una volta e lo ritiene estremamente odioso da diverso tempo ormai. Credo che se continua a stuzzicarlo non rimarrà che un mucchietto di cenere disperso dal vento" commentò alla sua simile blu.
    Kesya osservò poi Liya attingere ai poteri di una pietra che aveva con se, domandandosi a cosa servisse e cosa stesse facendo ma non fece in tempo a chiederglielo che il posto mutò. Quello che aveva visto ad occhi chiusi prima, ora lo vide chiaro e nitido ad occhi aperti. Si trovavano ancora sottoterra, in un tunnel scavanto nella roccia simile ai precedenti.
    La femmina Maleyes si sforzò per non azzannare l'umano che continuava a gemere di dolore, a lamentarsi e a sferrare una tempesta di pugni alla dragonessa blu, che non le provocarono alcunchè. Gli avrebbe infilzato una serie di rimproveri, con una lista di draghi che lo avrebbero odiato: lei, Liya, suo fratello Felthsar, Zarthial e molto probabilmente anche quel drago blu giunto assieme alla dragonessa. Delle
    orribili urla provennero dalle profondità della galleria. Urla che sembravano agghiaccianti come l'elemento della Maleyes ma che non la intimorì.
    "Non lo sapremo mai se non andiamo a vedere" rispose la dragonessa bianca a quella blu, tenendo lo sguardo verso la direzione dalla quale provenivano le urla.
    "Andiamo o qualcuno qui se la sta facendo sotto? Uuuuuuuuh, lo sai che i mostri dei tunnel mangiano gli umani come spuntino?" aggiunse, avvicinando il muso a Crial e inchiodandogli lo sguardo e leggendo la sua paura nel sentire quelle urla.

    Edited by King Bahamut - 14/2/2017, 16:53
     
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    Liya si tirò dietro il ragazzo come nulla fosse, nella più assoluta e totale disinvoltura.
    "Hai sentito?"
    Ridacchiò alle parole della lupa, non riuscendo a non essere d'accordo con i suoi tentativi di schernire Crial.
    "Taaaanti mostri cattivi che mangiano i bipedi senza pelo" continuò, accorgendosi che stava facendo dell'ironia probabilmente per la prima volta nella sua vita.
    Scosse la testa, abbozzando un ghigno di zanne candide e lucenti.
    "Tu avverti quando ci troviamo davanti ad un'illusione, altrimenti ti sgozzo" esordì rivolta all'umano, il quale finalmente era riuscito a rimettersi in piedi e a convincere la coda di Liya a lasciarlo andare.
    "Potete scordarvelo, stupide femmine!"
    La dragonessa si voltò per lanciargli un'occhiataccia d'inferno. I suoi occhi demoniaci d'ametista erano resi ancor più spaventosi dalle tenebre, fattore che si vide bene dal non sfruttare.
    "Io penso non ti convenga fare troppo in simpaticone, c'è qualcuno qui che muore dalla voglia di sbranarti... dico bene?"
    Stava prendendo stranamente confidenza con la dragonessa-lupa estranea, e doveva ammettere che neanche quello era da lei.
    Si sentiva fin troppo cambiata, chi sa se era un bene? In ogni caso ebbe poco tempo per preoccuparsene, poiché delle scintille principiarono ad illuminare il vano di fronte a loro e qualcosa si mosse nell'ombra.
    Ebbe l'impressione fosse stata l'anta di un portone in apertura, ma non poté constatarlo a causa del buio e questo cominciava a darle sui nervi.
    Pochi secondi dopo le grida e i mormorii inquietanti cessarono, mentre il tonfo di una porta che veniva chiusa riecheggiava nei cunicoli adiacenti.
    "Abbiamo un bravo giocatore di mente a quanto pare..."
    La voce che proruppe dal vano antistante fece trasalire Crial, che di scatto portò una mano su un fianco della dragonessa. Liya invece non si scompose minimamente, tuttavia avvertiva qualcosa di sinuosamente pericoloso scaturire da quelle poche parole.
    Crial si preparò a ricevere una qualche aggressione mentale dallo sconosciuto, ma non accadde niente; seguì un silenzio assordante, uno di quelli nei quali chiunque vorrebbe udire almeno uno spiffero sibilare da qualche parte.
    Ok, chiedo scusa per il post breverrimo, ma...
    1-almeno siamo coerenti con le tempistiche,
    2-non c'è fretta,
    3-tanto fuori dal covo avete da scrivere comunque xD
     
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    Errore mio riguardo al credere che era un messaggio mentale, ma ho corretto.


    David ascoltò quello che disse l'uomo lucertola sul fatto che serviva qualcuno capace di curare i propri compagni e che lui non era più capace di farlo. Riguardo a questo nella mente dell'umano trasformato in drago si formò la domanda

    "Se anche lui aveva poteri curativi, come avrà fatto a perderli?"

    Naturalmente lui li aveva ancora i suoi poteri curativi, e quindi poteva tranquillamente risolvere tutto. Ormai i nemici erano morti o scappati, ed anche i lupi che li avevano aiutati se n'erano andati.

    Il drago bianco poi si avvicinò e ringraziò David per il suo aiuto per il combattimento, e David si sentì lusingato per questo. Dopodiché lo vide spegnere le fiamme con il ghiaccio e, con sua grande sorpresa, lo vide perdere i sensi trasformandosi in un lupo. David non capì come funzionava questo trucchetto o se anche lui sarebbe stato capace di farlo, ma nel frattempo il drago verde invece corse a soccorrerlo, e quindi David capì il nome del drago bianco trasformato in lupo, Felthsar. Dopo aver appurato che Felthsar era solo svenuto e che lui possedeva poteri curativi con le fiamme ma che non poteva usarli perché l'altro era una creatura del ghiaccio, si rivolse poi a David.

    Prima di tutto lo ringraziò affermando che senza di lui probabilmente sarebbero tutti morti o soggiogati da quei nemici e gli fece i complimenti per le sue capacità da guerriero, per poi fargli anche un leggero inchino col muso. Tali parole e quel gesto fecero battere forte il cuore a David per l'eccitazione. Un vero drago gli aveva fatto dei complimenti ed aveva lodato le sue capacità da guerriero, facendogli anche un gesto di rispetto. Era così eccitante. Non aveva mai pensato che un giorno sarebbe successa una cosa del genere, ed invece eccola qui. La sua integrazione nella razza dei draghi stava procedendo bene, e sembrava che si stesse dimostrando sempre di più degno di essere uno di loro. E questo lo rendeva molto felice. Quando il drago verde gli chiese poi se poteva fare qualcosa per Felthsar, David rispose.

    "Ma certo. Nessun problema. Me ne occupo io. "

    Per fortuna non aveva sprecato troppe energie nel combattimento, e quindi gliene rimanevano a sufficienza per curare la creatura del ghiaccio. Si avvicinò quindi al lupo privo di sensi, vi poggiò la zampa sopra con delicatezza, e ricorse alla sua magia cominciando a curarlo.
     
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    Alexander osservò Felthsar che andava che andava verso le fiamme dicendo che c'era ancora una cosa da fare e disse "cosa c'è ancora da fare? cos'hai in mente?". L'uomo lucertola non ricevette una risposta, "noooo" disse Alexander mentre il Maleyers iniziava ad soffiare ghiaccio contro il fuoco.
    L'uomo-lucertola non si aspettava una cosa del genere e non ebbe neanche il tempo a fermare Felthsar che il Malayers cadeva privo di sensi.
    Alexander andò verso Felthsar ed ascoltò Zarthial che spiegò lo stato del Maleyers e di non poter curare l'amico ferito e aveva chiesto aiuto dell'altro drago. "spero che il drago blu possa curarlo altrimenti ci piegheremo una eternità ad curarlo con le medicine della natura" pensò l'uomo-lucertola mentre osservava le ferite del lupo.
    Alexander si sollevato nel sentire che l'altro drago poteva curare "ok curatevi fra di voi, io non ne ho bisogno perché il mio corpo può curarsi da solo" disse l'uomo-lucertola mentre si allontana un po dal gruppo e si sedeva per terra
     
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    Zarthial osservò con gran interesse il drago blu che iniziò a curare il suo compagno di battaglia e il suo opposto di elemento. Se non fosse stato per quel suo intervento, le fiamme avrebbero bruciato tutta quella parte di bosco. Solo ora che la battaglia era finita, il drago verde si rese conto di quanto fuoco avesse soffiato in un ambiente delicato. Le braci ardevano ancora sotto la cenere illuminando il buio della notte e il drago verde pensava a come poterle spegnare, dato che Felthsar era svenuto.
    Ma prima doveva pensare a curarsi, aveva ricevuto una sonora botta in testa provocata da una freccia oscura e le zampe anteriori gli facevano ancora male. Il drago verde si allontanò dal drago blu e da Felthsar e iniziò la sua cura con le sue fiamme verdi. Le soffiò sulle zampe anteriori e, passandosele con una delle zampe, curò la grossa ferita alla base del corno destro. Sarebbe diventata l'ennesima cicatrice testimone di quella battaglia. Il bagliore verde delle fiamme illuminò l'ambiente circostante.
    Quando ebbe finito, tornò dal drago blu. Felthsar stava meglio e provò ad aprire gli occhi.
    La visione sfocata che ebbe il lupo Maleyes erano due draghi, Zarthial e quello blu che lo stavano guardandocon preoccupazione.
    "Felthsar, come ti senti amico mio?" lo chiamò Zarthial.
    "Zarthial....sì sto meglio, le ferite non mi fanno più tanto male ma sono tanto stanco...."fu la voce flebile del Maleyes.
    "Allora riposati. Devi recuperare le energie. Appena ci saremo tutti messi in sesto andrò a caccia anche per te"
    "Grazie.....amico mio....."
    Felthsar tornò a chiudere gli occhi e sprofondò in un sonno rigenerante, probabilmente avrebbe dormito fino al giorno dopo. La battaglia lo aveva sfiancato molto. Zarthial lo prese con estrema delicatezza con una zampa, stando attento a non graffiarlo con gli artigli e lo adagiò sul suo dorso, incastrandolo tra la cresta dorsale in modo che non cadesse.
    Un lampo improvviso fece sussultare il drago verde che si voltò, temendo un altro attacco dall'alto ma si rese conto che si trattava di un normalissimo fulmine. Ebbe la conferma dopo pochi secondi, quando un tuono riecheggiò cupo tra le montagne. Dei cumulonembi gravidi di pioggia, sospinti dal vento delle montagne, si portavano sopra di loro.
    "E' solo un temporale. La pioggia spegnerà gli ultimi focolai rimasti e laverà via i segni della battaglia. " disse Zarthial guardando il cielo e tirando un sospiro di sollievo. Poi tornò a rivolgersi al drago blu
    "Ti ringrazio ancora, per aver curato Felthsar. Io mi chiamo Zarthial, qual'è il tuo nome?" si presentò il drago verde, ora che poteva finalmente farlo. Non vedeva l'ora di conoscere meglio quel suo simile dalle scaglie blu.
    Un altro fulmine, stavolta più forte, illuminò nuovamente il bosco notturno con la sua luce argentea.


    Kesya ridacchiò assieme a Liya, mentre entrambe continuavano a sfottere quel bipede senza pelo che si stava reggendo sempre più malamente in piedi. Uno sguardo glaciale da parte della femmina Maleyes, accompagnato da un sibilo minaccioso di dragonessa si unì allo sguardo color ametista della dragonessa blu quando Crial si rifiutò di obbedirle.
    "Dici benissimo, Liya. Senti un po', Crial, ti conviene fare il bravo maschietto ubbidiente altriementi potrei spifferare tutto a Zarthial quando ci raggiungerà e sai benissimo che lui non è clemente nei tuoi riguardi. Ti ha visto sferrare quel calcio quindi te lo farà ricordare in qualche modo." furono le parole di scherno rivolte all'umano, condite da un sottofondo minaccioso draconico.
    In quel momento delle scintille illuminarono il tunnel e si udì qualcosa i mosse. Istintivamente la candida dragonessa soffiò un ago acuminato di ghiaccio che si infranse in mille schegge contro la parete del tunnel, senza rilevare cose sospette.
    Quando udì quella voce provenire da davanti a loro Kesya iniziò a ruggire minacciosamente e la sua coda si muoveva nervosa. Il silenzio tagliente che seguì non durò molto.
    "Chiunque tu sia vieni fuori e fatti vedere! Affrontami! Io non ho paura!" fu la voce gloriosa della femmina Maleyes che fece eco tra le pareti del tunnel immerso nell'oscurità.
     
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