Maledetti incontri

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  1. ZellDragon6
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    Incubo infernale

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    Il turno curativo dei due amici bipedi fu fondamentale ma "la barra verde dell'HP che si vede nei videogiochi" non si riempì come loro due avrebbero sperato. Zell ed Aesiril si sentirono meglio e videro parte delle loro ferite rimarginarsi ma non come avevano previsto. Ovviamente, sia i vestiti dell'elfo che le scaglie dell'ibrido positivo attenuarono gli attacchi del rebbit.
    "Va meglio ma non è abbastanza!" disse Aesiril controllandosi le ferite.
    Intanto, la situazione attorno a loro non migliorò, anzi tutt'altro. Sentirono le ali del drago rosso sbattere nell'aria, segno che Gix aveva abbandonato la sua posizione e che si era spostato in un altro angolo del campo di battaglia e questo fece defluire i fastidiosi scheletri verso loro due, distogliendoli dal loro obiettivo: il rebbit. Come se non bastasse, sia la fastidiosa musica che la nebbia aumentarono ancora, distraendoli e mettendo alla dura prova la pazienza e i nervi dei due guerrieri.
    "Mi è venuta un'idea ma ho bisogno che tu mi faccia da scudo contro questi scheletri schifosi!" annunciò Zell mentre guardava nella direzione verso la quale doveva trovarsi il rebbit nascosto dalla nebbia.
    "Lascia fare a me!" l'elfo della Natura annuì deciso ponendosi tra il draghelfo positivo e il reggimento di scheletri che affluiva nella loro direzione.
    All'inizio sembrò non succedere niente ma lentamente il terreno sotto gli scheletri, da roccioso e compatto, si tramutò in una sorta di fango paludoso, che fece impantanare e rallentare gli scheletri. Quelli che defluivano da dietro spinsero tutti gli altri, facendoli cadere nel fango e più ne giungevano e più finivano distesi in quella sorta di sabbie mobili letali. Quei pochi scheletri che riuscirono a superare la palude vennero prontamente falciati dalla spada verde di Aesiril. Dall'altra parte, Zell non perse tempo e plasmò un fulmine globulare sul palmo della mano sinistra (dato che con la destra reggeva la spada) concentrandosi per pochi attimi (in maniera anche pericolosa per lui) ad occhi chiusi per percepire l'aura elettrica del rebbit, individuandolo in un punto in alto a destra sulla parete rocciosa. Anche se era accecato dalla nebbia, il draghelfo riuscì a "vedere" l'avversario attraverso il suo elemento e, prima che potesse muoversi, lanciò il fulmine globulare nella sua direzione, pronto a muoverlo a comando se il rebbit si fosse spostato.
    Gli scheletri finiti nella palude, invece, vennero incontro ad una fossilizzazione precoce; quando tutto il reggimento finì nel terreno molle e fangoso, Aesiril interruppe la sua tecnica, facendo tornare la terra al suo stato naturale, bloccando così gli scheletri dentro la dura roccia. A guardarli, le ossa e i crani che affioravano sembravano spuntoni di roccia bianca.
    "Per un pò non ci daranno più fastidio..." fu il commento di Aesiril, rimirando il suo lavoro, per poi voltarsi verso Zell che stava dirigendo un fulmine globulare al comando della sua mano, si vedeva benissimo il bagliore dietro la cortina di nebbia.

    Aesiril usa la tecnica VII: Zero coesione
    Zell usa la sua tecnica VI: Fulmine globulare
     
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191 replies since 29/3/2017, 11:34   4556 views
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