Maledetti incontri

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  1. Aesingr
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Una cosa finalmente per il verso giusto. Non era chiaro cosa stesse accadendo in quel marasma di canzoni, nebbia, cose che volavano e un "lascia fare a me!" che giungeva dai meandri di non si sa dove, ma un rampino giunse a comando.
    Zakrina si strinse nelle spalle, afferrò con la mano sinistra il proprio braccio destro sopra al gomito e lo strizzò con forza. Sentì il sangue rallentare e il braccio fare un po' meno male, abbastanza meno male da poter utilizzare la mano destra per raccogliere il rampino. Non aveva difficoltà ad alternare l'utilizzo delle due mani in combattimento, ma per quello che doveva fare doveva unire forza e precisione. Con la sola mano sinistra non ci sarebbe riuscita. Gill stava non solo esaudendo i suoi malsani desideri, ma la stava anche proteggendo. Non poteva deluderla. La modalità Zakrina da combattimento era tornata.
    Si concentrò per recepire i messaggi circostanti: il tizio blu non era distante, Gil si era frapposta a sua difesa, la nebbia era fitta, una grande massa si stava avvicinando.
    Perfetto. Tutto perfetto. Si ricordava anche il nome del drago rosso.
    "Gix!" gridò, spostando il rampino nella mano sinistra e lanciandolo come fosse a pesca di draghi. "Afferralo!"
    Avrebbe potuto semplicemente agganciarlo per una squama, una punta, qualsiasi cosa componesse la massa gigantesca del suo corpo, e difficilmente l'avrebbe mancato. Era meglio non rischiare tuttavia, così sperò che lui sfruttasse uno dei suoi grossi artigli per acchiappare il rampino al volo. Sia a causa della nebbia che della confusione non riuscì a capire quale parte del drago l'avesse accontentata, stranamente erano diventati tutti accondiscendenti, l'importante fu sentire trazione solida dall'altra parte. Passò la cima della corda che le era rimasta sulla mano destra, prese la rincorsa e saltò in aria, afferrò sia con la mano sinistra che con i denti la corda al volo e proseguì ad issarsi su alternando dita e molari. Quel che c'era di incredibile in tutto ciò, era che a contarle ricordava di aver già sperimentato altre sei volte quella follia. In nessuna di queste aveva un braccio fuori uso, l'aveva fatto per divertimento. I muscoli del collo erano sufficienti per stabilizzarla, per salire però doveva andare di braccio.
    Fu in cima prima del previsto, giusto il tempo di imprecare fra i denti qualcosa di delirante, e appena trovò le compatte squame di Gix si preparò a colpire. Adesso era lei a poter assistere dall'alto agli eventi, come il musico poco prima improvvisatosi direttore d'orchestra di una banda di scheletri e di casino porco.
    Nella coltre caliginosa sapeva dove si trovasse in quel momento, non l'aveva mai perso d'orecchio e Gill era un buon indicatore di posizione. Per centrarlo però doveva avvicinarsi. Sarebbe stato semplice chiedere a Gix di scendere, ma aveva già perso secondi preziosi e non poteva lasciare altro tempo all'avversario. Gill si era già data da fare abbastanza.
    "Appena strattono dal basso tu lascia andare il rampino" disse al drago in fretta e furia, accorciando la corda di un paio di nodi velocissimi.
    Incastrò l'ancora in una squama di Gix, si lanciò verso terra e quando fu a portata sferrò un calcio volante a girare di Chuck Norris al musico pazzo. Gix aveva avuto tutto il tempo di afferrare il rampino con l'artiglio se non voleva rischiare di perdere una squama per il peso della gravità, quindi non se ne curò. In effetti avrebbe dovuto farlo, perché se la squama si fosse staccata lei sarebbe caduta. Era rimasta appesa con la mano sinistra alla corda a pochi centimetri da terra come previsto. Diede un piccolo strattone e aspettò che Gix le lasciasse il rampino, poi lo scagliò verso il violino del musico per provare a recuperarlo e far ascoltare finalmente a tutti un po' di buona musica: quella dei violini fracassati in fronte agli scorbutici manipolatori di morti. Sicuramente il calcio che gli aveva dato lo avrebbe lasciato rincoglionito per il tempo sufficiente ad improvvisare una ballata.
    Dovette usare la mano destra per lanciare, non era brava con la sinistra. Per strattonare però avrebbe dovuto cambiare braccio, una coordinazione assoluta era cruciale per compiere gli ultimi passi di quella follia.
    Scusa Gix, ho dovuto usare un po' il tuo pg per aggrapparmi U.U
     
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191 replies since 29/3/2017, 11:34   4558 views
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