Il labirinto di tenebre

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    Alnair continuando a saltare riuscì a raggiungere finalmente la visuale della statua, che si rivelò essere un'aquila. Il che era un bene. Finalmente sarebbe riuscito a raggiungerla. Così, continuando a saltare tra una pedana all'altra finalmente riuscì a raggiungere la statuetta. Nonostante il saltare tra una piattaforma all'altra era stato comunque facile. Fu questo che gli inserì un dubbio. Se era stato così facile arrivare fino lì, cosa sarebbe successo se per esempio si fosse attivata una trappola quando avrebbe preso la statua? Purtroppo non aveva scelta. Non sarebbero andati da nessuna parte se non la prendeva. Quindi doveva decisamente rischiare. Per cui afferrò la statua con la bocca e si preparò alle conseguenze.

    A Nemoal non andava tanto bene. Non gli piacque come quei tentacoli la stessero molestando. Doveva uscire da lì il prima possibile. Per cui, usando il suo potere, evocò delle alghe per bloccare quelle creature, ed allo stesso tempo ne utilizzò anche per afferrare la statuetta ed attirarla a lei.Facendo in questo modo avrebbe potuto impadronirsi prima della statuetta e non avrebbe dovuto immergersi troppo in profondità per prenderla.

    Edited by l.pallad - 28/8/2017, 21:40
     
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    Zephiros venne riportato a riva dai mostri,che sembravano averne avuto abbastanza di solleticarli(toccandoli in punti poco consoni,cosa che lo fece sentire quasi come se lo avessero violentato)
    Fortuna che hanno smesso! disse il mezzo drago,che ascoltò quel che ora stava proponendo Lenrian per superare l'ostacolo:spostarsi,mettersi dietro di lui e fare un bel salto. Sembrava poter funzionare e perciò si mise ad attendere che fosse il suo turno.
    Arrivo! disse il mezzo roc al drago di luce. Doveva solo fare come avevano appena fatto gli altri due draghi:prendere una bella rincorsa e saltare. Così,dopo qualche secondo,dopo aver preso una rincorsa iniziò a correre,prendendo velocità e,quando si ritrovò proprio ad un passo dal cadere di nuovo nella piscina dei mostri spiccò un lungo salto,atterrando così proprio davanti agli altri due.
     
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    I tre allievi si dimostrarono decisamente al altezza, visto che ora Il maestro vide il loro talento:
    Lenrian si era lanciato oltre gli ostacoli con agilità e grazia, seguito dai due compagni.
    Ragnax, malgrado faticò a issarsi sul bordo visto che aveva fatto un salto troppo corto venne issato dal compagno, i mostri tentacolosi non lo toccarono, si era meritato la vittoria malgrado con un aiuto esterno e l'amicizia era una cosa meravigliosa in fondo, Zehpirox subito dopo il Ragnax balzò compiendo un salto perfetto.
    "bravi!"
    "ottima performance!"
    "che classe!"
    "dai anche il figlio del maestro non se lè cavata male, bravo anche lui."
    "C'è l'hanno fatta prima di 5 tentativi, ho vinto la scommessa e ora voglio il mio pollo arrosto e che mi offri da bere!"
    "non è giusto! Ho perso la scommessa, ora dove lo prendo un pollo?!"
    "e pensare che credevo non ce la facessero!"
    Le voci strambe e di assonanza per lo più femminile erano quelle delle creature tentacolose in acqua, che in realtà erano Evotrap amici del maestro, erano soddisfatti, battevano le zampe applaudendo ai tre e commentavano la loro performance mentre davanti ai tre si apriva un percorso simile a quello da qui erano giunti.
    Alnail intanto aveva afferrato la statua del aquila e era caduto sul morbido essere che era una sorta di lichene senziente che si agitò come una gelatina alla caduta del unicorno.
    "ahhh che bel massaggio rilassante! Grazie unicorno, sai cosa vuole un lichene gelatinoso seziente!
    Nel punto in qui sei caduto ero così teso...
    Ti offrirei da mangiare per ricambiare, ma mi nutro di schifezze immonde e spazzatura che i nani mi buttano da un tubo."
    Fece riconoscente il mostro gelatinoso con voce bassa e gorgogliante.
    Nemoal invece picchiava gli evotrap male con le alghe e questi capendo l'aria che tirava se la diedero a zampea zampe levate dicendo cose come; "torre nera non ci paga abbastanza per questo!"
    Ora i due Equini avevano le prime due statue ora bastava scavare per tirare fuori la bestia della terra che era un elefante e andare a prendere la statua del fuoco: Una statuina di Fenice stupenda su un piedistallo, protetto da una colonna di fiamme causata da una fuga di gas metano dal terreno.
    Fatto sta che prima il maestro maestro aveva volutamente incendiato in modo che dovessero prima spegnere il fuoco in qualche modo per ottenere la statua della fenice.
    "Ottimo lavoro a tutti, sono fiero di voi, ma non montatevi la testa ora! Solo perché avete iniziato col giusto passo non vi faccia pesare poter già riposare sugli allori! La strada è ancora lunga, quindi mi aspetto il massimo impegno mi raccomando che le prossime sfide saranno piùtoste.
    Fece il maestro telepaticamente a tutti fiero dei propri allievi e di suo figlio, ma incitandoli comunque a dare il meglio di sé.
    Vedere quei progressi riempì il maestro di orgoglio, ma anche di amarezza pensando a ciò che il destino aveva da riversagli, e tra tutti i sentieri seguissero quello che per ora continuavano a seguire, ma forse sapeva che in fondo c'era la possibilità che potesse anche solo uno di loro seguisse un sentiero più oscuro di quello che gli stava facendo percorrere, voleva fargli comprendere il male, il bene nella loro oggettività e variabile, voleva che compredessero cosa voleva essere eroi, antieroi, malvagi e mostri, fargli saggiare il significato della definizione di follia, fargli capire cosa rappresentasse realmente l'uccidere un altra creatura.
    Voleva fargli comprendere anche L'equilibrio precario del universo, il suo ruolo e il loro, sperando che espandessero la loro mente e che come lui finalmente aprissero il terzo occhiodavanti alla verità ultima, oltre al senso della vita che lui sapeva praticamente, ma che al angelo che conosceva non fu concessa.
    Voleva che riuscissero a scorgere la indefinibile linea tra bene e male, tra caos e ordine, una linea a qui il maestro si era posto in mezzo dopo aver provato e perpetrato il male come il bene nel arco della morte e rinascita di due infiniti, e pur finiti creati prima della nascita del nuovo universo, del mondo e di kengard.
    Il maestro era quella linea, e sperava che il dolore provocato dalla conoscenza che voleva impartirgli non li avrebbe portato a dolore, alla morte o impazzire, ma più che più temeva era che quella saggezza nascoste in quelle ombre che personificava non li avrebbe corrotti nel animo diventando loro stessi colmi di odio, malvagità e perfidia verso il mondo, molti o anche solo qualcuno.
    E la cosa peggiore era che non importava quanto protessero rifiutarlo o negarlo, le tenebre tentavano tutti, quindi chiunque poteva imbattersi in un destino oscuro, persino i figli della luce come Lenrian erano vulnerabili alla corruzione, potevano diventare anche loro a causa di persone malvage esterne così, il male genera male e come una malattia corrompe chi ha un cuore sensibile.
    Il male poteva prendere anche l'animo più nobile, che per seguire i propri ideali, avvelare un sogno o cercare proprio di fare la cosa giusta si corrompevano facendo cose terribili, facendoli soffrire tanto da renderli come loro trasmettendo quella corruzione.
    L'angelo di prima ad esempio divenne un essere di pura perfidia a causa della propria curiosità, un desiderio innocente di conoscenza che lo portò a seguire il suo di destino oscuro, diventando un caduto, privato della grazia.
    È qualcosa che in te s'insinua lentamente come neri rovi che invadono l'animo, ma anche piume o foglie nere su qui distendersi provando una sensazione per qui il maestro è odiato da molti inclusi Nemoal: Il senso di vuoto, trovarsi sul filo del rasoio, tra luce e buio e solo l'odio o l'amore a quel punto possono fare qualcosa.
    Per questo il maestro era un egoista, perché in cuor suo non gli importava, anzi una parte di lui; Il suo lato oscuro, voleva tentare a corrompere quelle anime innocenti pur di risparmiare Ragnax da quel agonia, era un pensiero veramente invitante.
    Ma il lato buono del maestro ammansiva quel mostro divoratore di anime che era parte lui, visto che non odiava la sua parte diabolica, malgrado fosse l'antitesi del suo io divino da saggio.
    Il lato divino, buono e saggio, ma sapeva che erano necessari entrambi per essere il padre perfetto per Ragnax, era il concetto di taonismo che lo affascinava in se: Lo Ying e Yang, il bene e il mare necessarie per renderlo il maestro del vuoto e l'amorevole genitore che Ragnax meritava.
    E nulla sperava più che anche i suoi allievi ripudiassero o ancora meglio come lui si mettessero in pace con l'oscurità in loro stessi, ma per quanto amareggiato sarebbe, accetterebbe se decidessero di vederli percorrere la via del male, perché comunque almeno avrebbero scelto quale strada percorrere poiché tutti avevano un destino da seguire.
    Anche se sperava con tutto il cuore che questo non sarebbe accaduto.

    citazione: Destino oscuro di Aesingr, LEGGILO ZELL! e anche voi due Afhhjvdgg!


    Edited by Master of Void - 31/8/2017, 09:50
     
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    Lenrian si complimentò sia con Ragnax che con Zephiros, dando loro delle amichevoli pacche sulle spalle.
    "Ben fatta, continuiamo così e ne usciremo vincitori. Spero solo di non trovare altre cose viscide come quelle....erano a dir poco disgustose!" commentò Lenrian.
    "A papà piacciono i tentacoli e le creature come quelle che ci hanno toccato...." ribadì Ragnax.
    "Chissà perchè lo sospettavo...."
    Il drago arancione della luce udì delle voci provenire dal tunnel dietro di loro. In un primo momento pensò che qualcuno fosse entrato dalla caverna ma poi si accorse che a parlare erano le creature tentacolose presenti nella piscina. Lenrian, per tutta risposta, fece loro dei buffi sberleffi con la lunga lingua biforcuta.
    Poi si udì nuovamente la voce del Maestro del Vuoto, che si complimentava con tutti loro per aver superato la prima prova.
    "Papà è contento. Ciò vuol dire che anche Neomal e il vostro amico Alnair si stanno comportando bene!" disse Ragnax quando la voce in sottofondo tacque.
    "E' una buona cosa se lo facciamo contento, vero? Sarà fiero di noi!" chiese Lenrian al draghetto oscuro-velenoso, che fece uno sguardo che aveva ben poco di rassicurante, con quei occhi rossi.
    "E invece no, mio caro Lenrian! Come ti ho detto, conosco mio padre meglio di chiunque altro! Se sa che ci impegniamo, aumenterà gradualmente la difficoltà delle prossime prove. Sia per esaminarci e sia per il suo puro gusto di divertirsi. Ora già me lo immagino seduto bello e tranquillo nella città dei nani a guardarci in diretta come un mago guarda le cose attraverso la sfera di cristallo o lo specchio!" e mentre parlava, il draghetto nero-verde appoggiò un artiglio sul naso del drago arancione, facendo sempre più pressione, senza comunque far male al suo compagno di coccole.
    Lenrian fece un respiro profondo, diede di nuovo un po' di vigore alla sua sferetta gialla luminosa e guardò i suoi due compagni di avventura.
    "Allora non ci resta altro che proseguire. Apri sempre tu, Ragnax. Avvertici qualunque cosa appaia o succeda..."
    Ragnax fece un deciso cenno con il capo e trotterellò lungo il tunnel buio che sembrava non avere fine.
     
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    Alnair riuscì a prendere la statua, e per fortuna non si era attivata nessuna trappola con quel gesto. Ed era stato doppiamente fortunato, dato che era caduto a quanto pare su di un punto del mostro gelatinoso nel quale sentiva fastidio, ottenendo il fatto di rilassarlo. Il che di certo non era un male. Per cui, dopo che il mostro ebbe finito di ringraziarlo, quest'ultimo rispose

    "Non c'è di che."

    Per poi tornare con la statua in bocca nell'altare principale. Lì vi trovò anche Nemoal, che si era sbarazzata delle creature tentacolari, e si era presa l'altra statua tornando a sua volta indietro facendosi aiutare anche dalle alghe. Entrambi furono molto felici di vedere l'altro, e, dopo aver messo le statue al loro posto, ed essersi strofinati i musi amorevolmente, Alnair disse.

    "Bene. Ora dobbiamo prendere la statua della terra e quella del fuoco. Tu pensa alla terra, ed io al fuoco."

    La Kelpie si preoccupò per il fatto che avesse scelto la prova più difficile, secondo il suo punto di vista. Per cui disse

    "Non andare. Se la prova riguarda il fuoco può essere pericolosa."

    "Lo so."

    Rispose lui

    "Ma ci tocca farlo, o non potremo mai andare avanti."

    Per cui si avviò lasciando la Kelpie in preda alla preoccupazione. Non voleva che il suo fidanzato si trovasse nei guai in questo modo. Ma aveva anche ragione sul fatto che dovevano andare avanti altrimenti sarebbero rimasti bloccati lì. Per cui, senza smettere di preoccuparsi, iniziò a scavare con gli zoccoli per arrivare alla statua della terra, o riuscire almeno ad aprire un varco per prenderla con le alghe.

    L'unicorno intanto era arrivato nella stanza del fuoco. E lì aveva visto le pareti di fiamme che lo separavano dalla statua. Intuì che bisognava spegnere il fuoco per passare, ma non sapendo come fare, gli venne in mente un'altro piano. Si avvicinò al massimo possibile alle fiamme, stando attento a non scottarsi, dopodiché scagliò una catena di luce verso le fiamme con l'intento di raggiungere la statua. La catena era fatta di luce, e quindi tecnicamente le fiamme non avrebbero dovuto spezzarla. E se riusciva con essa ad afferrare la statua avrebbe potuto poi portarla indietro oltre le fiamme. Si. Forse facendo così avrebbe scottato un po', ma era un tentativo che valeva la pena provare.
     
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    Dopo aver raggiunto Lenrian e Ragnax con un salto perfetto Zephiros ebbe modo di sentire i complimenti a loro rivolti dalle creature nella pozza,oltre che a quelli di Lenrian stesso. E così facendo il loro primo ostacolo era stato superato,ora ci sarebbero stati gli altri da superare.
    Grazie,anche tu sei stato bravo,Lenrian. E hai ragione:neppure io vorrei incontrare di nuovo altre bestie viscide,ma è molto probabile che succederà ancora. disse il mezzo drago,ascoltando poi quello che dissero il draghetto nero-verde e il drago di luce. Più si sarebbero impegnati e più il Maestro del vuoto avrebbe reso le successive prove difficili,sia per metterli ovviamente alla prova che per il suo semplice divertimento. Avrebbe dovuto mettersi d'impegno per superare le successive prove e così avrebbe fatto,di questo ne era sicuro.
    Me lo immaginavo. In questo caso ci dovremo impegnare sempre di più. Andiamo disse il mezzo roc,che seguì gli altri due draghi.
     
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    Il senso di claustrofobia regnava sovrano in quel luogo perso nelle tenebre, sopra a loro tonnellate di solida roccia.
    Il maestro se ne stava proprio seduto tranquillo a scrutare i cinque con il suo terzo occhio, per esattezza stava bevendo un buon thè caldo accomodato in una taverna davanti un camino acceso che dava su in superficie, il nano che faceva da oste al balcone con tanto di strofinaccio e bicchiere da pulire apprezzava chi i viandanti, in quanto potenziali clienti, soprattutto se draghi, per il semplice fatto che i draghi avevano solitamente enormi tesori e il dragone non faceva distinzione.
    Il maestro si era preso la stanza migliore della locanda nanica, dicendo che sarebbe rimasto li qualche giorno con i suoi allievi e il figlio che sarebbero arrivati più tardi.
    Il labirinto era una meta utile, i guerrieri Andorixiani lo affrontavano come prova di passaggio proprio come i cinque allievi, inoltre la città nanica era il primo luogo che trovavano dopo il labirinto, quindi potevano andare a fare rifornimento in quella cittadina sottesanea.
    Inoltre anche diversi elfi oscuri che vivevano nelle profondità della montagna, diversi mostri e persino alcuni demoni come i sai venivano in quel luogo sempre per rifornimento o bere qualcosa alla locanda, non a caso c'erano dei Drow, evotrap e alcuni sai ubbriachi che cantavano canzoni allegre quanto ubriachi oltre al maestro che per comodità era in forma umanode.
    "uffa, ancora questa storia, ma i gusti sono gusti."
    pensò il maestro riferendosi al figlio che contestò la sua passione tentacolare, anche se doveva ammettere che Ragnax e Lenrian erano teneri insieme.
    Ragnax era sempre stato un draghetto timido quanto sveglio è intuitivo, quindi aveva subito capito il gioco mentale che aveva in mente il suo papino, non a caso era suo figlio ed era un semi-dio, era ovvio che fosse un drago speciale.
    Il drago divino delle tenebre, in forma di lemure mascherato dalle multiple code, sorseggiò un pò del suo thè di radice nanica.
    Quella tisana era perfetta per rilassarsi e distendere i nervi, quindi di certo una buona tazza avrebbe aiutato i suoi cinque carissimi allievi a riprendersi da quello che gli aveva preparato.
    Anche Zephiros era bravo, fisicamente era stupendo con la sua forza e agilità, ma era a parere del maestro un pò troppo ingenuo, e non si poteva dire fosse un genio, anche se il maestro lo ammirava per il suo talento e impegno, probabilmente era anche intelligente di suo, ma non usava quel potenziale e forse un pò di saggezza e conoscenza lo avrebbero reso un ottimo paladino.
    Nemoal e Alnal invece sembravano i più furbi visto che avevano capito che era meglio non fidarsi del maestro, il maestro di certo voleva aiutarli e non gli voleva male, anzi teneva a tutti e cinque, malgrado volesse più bene a Ragnax che era suo figlio, ma ora li stava mettendo alla prova e li stava incasinando giocando con loro.
    Era un alleato, ma anche un nemico, dovevano scolpirsi nel cuore e nella mente le sue parole più preziose delle perle, ma stare attenti ai suoi colpi bassi.
    Colpi bassi che non mancarono di arrivare, perché come il fabbro tra le fiamme forgia il ferro, il maestro tra le sfide forgi gli allievi, come l'insegnante che odi, quando questo in realtà vorrebbe vederti superare l'anno scolastico, perché vorrebbe dire che ha fatto un buon lavoro... E forse perché in fondo tiene a quel idiota del ultimo banco che non vuole saperne di seguire la lezione.
    Nemoal stava scavando con gli zoccoli e le alghe come se fossero pale o badili.
    Alnail invece stava recuperando la statuetta, era appena riuscito a cavarla dal podio su qui stava usando delle catene di luci, che si dimostrarono resistenti al fuoco.
    La statua uscì dalle fiamme che non era nemmeno calda, ma fredda, forse a causa del materiale di qui era fatta quella statua, che ricordava del ossidiana.
    Però nulla preparò per quello che Alnail visse nei prossimi secondi.
    Un rumore, crome di graffiare sui muri si era propagato intorno ad Alnail.
    Una sensazione calda si propago dalla fronte del unicorno fino al suo muso, era sangue che colava dal suo corno ora impuro e privato di ogni innocenza, e invece della catena di luce in bocca, Aveva qualcosa che sembrava... Un pezzo di carne che sembrava essere appena strappato da un corpo ancora vivo.
    Non era più in una caverna, ora Alnail era in quello che sembrava un campo d'erba dove si era consumata una battaglia vista l'enorme quantità di cadaveri di creature di vario tipo, unicori, kelpie e pegasi inclusi.
    Dalle carni di quelle vittime spade, frecce e lance che spiccavano sui corpi dei cadaveri di innumerevoli specie di creature il qui sangue bagnava l'erba, ma stava piovendo che era difficile distinguere ciò che c'era intorno, come se il cielo volese purificare la crudeltà, la follia e il dolore consumata in quel luogo maledetto.
    Qualcuno piangeva vicino ad Alnail, forse un soppravissuto o la stessa vittima del unicorno che si era votato alla "giustizia" e al "Eroismo".
    Poi tutto finii, Alnail era di nuovo nella caverna platonica del ignoranza, con una catena di luce che teneva la statua nera di una fenice e la sua fidanzata che grattava tranquilla nel altra stanza.
    Ora finalmente quella guerra era finita.
    "bella la guerra, eh?
    Francamente è una delle cose che più odio essendo fondamentalmente un pacifista, e questa visione ti avrà fatto capire anche il perché... Quello sei tu, un tu di uno dei tuoi possibili futuri diventato corrotto e crudele, io vedo cose come questa in continuazione... Pensa che privilegio.
    Il punto è che mi sono ricordato il motivo per qui Nemoal mi odia: Avevo l'opportunità di evitargli di prendersi la vita di un innocente... Ma per egoismo non l'ho fatto e ho voluto dimenticarlo invece che prendermi le mie responsabilità, ora solo tu puoi salvare l'anima di Nemoal, quindi... Mi sembra giusto aiutarti.
    Non l'ho fatto per Nemoal, ma voglio farlo per te... Perché la guerra non cambia mai, ed è sbagliata.
    Prendersi la vita degli altri è sbagliato... E non voglio che tu ti perdi, perché sei più. Vicino alla dannazione di quando credi e non voglio esserne responsabile... Anche se il mio lato diabolico lo vorrebbe.
    Quindi ti prego Alnail, lascia che possa rimediare per Nemoal."

    Disse il maestro con tono dolce ad Alnail, ma anche carico di dolore e sofferenza.
    Lui era quello che vedeva più lontano, ma molto di quello che vedeva si rese conto che non gli piaceva, i mortali in parte erano fortunati ad ignorare tale follia, ma forse nel vedere gli errori commessi nel mondo avrebbero cambiato strada e seguito la vera via il maestro aveva tentato molte anime, ma molte le aveva salvare.
    Non voleva essere odiato ne odiare, lui odiava odiare e odiava l'odio, ma sapeva che un giorno il suo lato oscuro avrebbe prevalso, avrebbe fatto cose che odiava, avrebbe portato male, distruzione e sofferenza se non avesse mantenuto il suo precario equilibrio
    E poi sarebbe ricominciato di nuovo, di nuovo, di nuovo... Nuovi mondi, nuovi creati.
    Lui non voleva, lui era un dio, non voleva essere un mostro, era l'isieme di tutti gli spiriti assorbiti che lo formavano e componevano.
    Un essere fatto di altri esseri questo era in realtà, i tanti che tornano uno come in principio.
    Lui lo sapeva che prima o poi avrebbe sbagliato, sembrava calmo ma in lui c'era l'inferno, il paradiso... Ogni cosa, uno.
    E la cosa che più lo spaventava era sapere chi davvero fosse?
    Uno? nessuno? centomila e oltre?
    Nemmeno gli dei lo sanno se lui è un loro simile davvero o solo un mostro che alla fine divorerà ogni cosa per per poi permettergli di creare un nuovo universo.
    Poiché lui è lui, niente di meno... Niente di più.

    Siamo un pò entrati nella psicologia controversa e profonda del maestro, che ricerca la proprio identità con la paura di trovarla, un concetto profondo che si da per scontato a volte poiché noi cerchiamo sempre di capire chi siamo davvero, spesso senza nemmeno rendercene conto.
     
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    Il cammino proseguì tranquillo lungo quel tunnel che sembrava non finire mai. Ragnax, nella completa oscurità, era il primo del gruppo e la sua abilità nel vedere molto bene nell'oscurità era fondamentale per capire se nel tunnel c'era qualche trabocchetto. Aveva le zampe così sensibili che poteva perfino sentire se sotto il pavimento ci fosse una trappola pronta a scattare cogliendo di sorpresa il gruppo.
    A qualche falcata di distanza dal drago oscuro-velenoso seguiva la coppia Lenrian-Zephiros illuminata dalla luce gialla della piccola sfera di Lenrian che fluttuava a mezza altezza davanti a loro.
    Improvvisamente, dopo un tempo indeterminato, Ragnax si fermò.
    "Hai visto o sentito qualcosa?" gli chiese Lenrian.
    "No...ed è questo che mi sembra strano. Dobbiamo fare attenzione. E' da troppo tempo che ci stiamo consumando i palmi delle zampe lungo questo tunnel senza che succeda nulla, vasca viscida di tentacoli a parte. Mio padre ci sta facendo zampettare per farci abbassare la guardia. Quando si cammina per diverso tempo in un posto monotono come questo tunnel ci si annoia e ci si stanca, è inevitabile! E quindi quel furbone aspetterà che siamo scarichi per tirarci uno dei suoi scherzi quando meno ce l'aspettiamo! Quindi facciamo in modo di tenere la mente occupata e di non distrarci troppo...o mio padre ci coglie di sorpresa." spiegò Ragnax ai suoi due compagni di avventura.
    Il drago arancione annuì convinto e poi si rivolse a Zephiros, facendo scemare lievemente il bagliore della sfera di luce gialla.
    "Facciamo il cambio...illumina tu il tunnel così recupero un po' di energia. Andrò io per ultimo."
     
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    Tutto era andato in modo perfetto. Le catene erano resistenti al fuoco ed era riuscito a prendere anche la statua di fuoco. Ora doveva solo tornare indietro e vedere se Nemoal aveva già preso la statua della terra. Quello che non riuscì a prevedere era ciò che accadde dopo. Ebbe la più terribile ed orripilante delle visioni. In essa c'erano una miriade di cadaveri e, da tutto quello che c'era da intuire, era lui il responsabile di quel massacro. Quella vista gli fece quasi esplodere il cuore dal petto e si sentì una stretta allo stomaco talmente forte che nemmeno riusciva ad urlare per l'orrore. L'orrore sia per la crudeltà della scena che per la consapevolezza di esserne il responsabile. Era quindi quella la cosa che non voleva ricordare che adesso tornava a galla? Significava quindi che allora in passato era stato una persona cattiva e che la sua bontà derivava dal fatto che aveva dimenticato di essere cattivo? Fortunatamente il maestro si fece sentire e tutto si rivelò solamente non una visione del passato, ma di un possibile futuro. Non che questo lo fece sentire meglio. Se davvero quello era un possibile futuro in cui diventava una sorta di mostro, allora le possibilità che lui in passato fosse una persona cattiva e che ora fosse buono solo perché aveva dimenticato di essere cattivo aumentavano. Questo incrementò la sua paura di voler recuperare la memoria, ma non lo liberava del bisogno di scoprire quale fosse il suo passato, nonostante il rischio che correva. Oltre a questo c'era pure il problema del fatto che, secondo la confessione del maestro del vuoto, lui non aveva impedito a Nemoal di prendersi una vita innocente, e lei lo odiava per questo. Quando gli chiese la possibilità di rimediare per lei, l'unicorno rispose.

    "Questo dovresti parlarne con lei, non con me."

    Dopodiché, dopo che avevano finito di parlare, Alnair tornò nella stanza principale con la statuetta del fuoco, e la sistemò al suo posto. La Kelpie fu contenta di vedere che il suo Alnair stava bene. Ma comunque notò che qualcosa lo turbava. Ed infatti quando le si avvicinò per aiutarla a scavare, le disse

    "Alnair? Va tutto bene? C'è qualcosa che non va?"

    L'unicorno rispose

    "Beh, diciamo che ho un po' di preoccupazione per quello che potrei scoprire se recupero la memoria. Ma preferisco non parlarne per il momento."

    Poi aggiunse.

    "Comunque c'è una cosa che volevo chiederti da un po', e preferisco farlo adesso prima che succeda qualcosa che ci impedisca di parlare ed approfittando adesso che siamo da soli."

    Fece un respiro profondo ed aggiunse

    Dunque, una cosa che non ti ho detto è che il luogo dove sono stato trasformato in unicorno è un posto chiamato Apuovia.

    E le parlò di quale posto meraviglioso fosse e di come si sentisse legato ad esso, e di come fosse stato mandato a Kengard di trovare il suo destino. Quando ebbe finito il suo racconto disse

    "Il punto è che io non ho mai smesso di sperare di tornarci un giorno. Non temere, non so quando potrebbe accadere. Domani, dopodomani, tra un anno, tra dieci anni, ecc. Ma il punto è che, semmai un giorno arrivasse veramente il momento per me di poterci finalmente tornare, ti piacerebbe venire a vivere lì insieme a me? Comunque, qualunque sia la tua risposta, non dire a nessuno di Apuovia. è un posto segreto e nascosto ed io non posso dire a tutti dove si trova. Fin'ora ne ho parlato solo a te, ma tu non devi parlarne mai con nessuno."

    Mentre discutevano, l'unicorno e la kelpie avevano finalmente finito di scavare raggiungendo la statua della terra. E finalmente anche essa fu presa e posizionata al suo posto. Fatto questo ora l'unicorno doveva aspettare sia che succedesse qualcosa sia di sapere quale sarebbe stata la risposta della Kelpie alla sua proposta di venire a vivere ad Apuovia con lui semmai un giorno avesse potuto tornarci.

    Meglio che sia Master of Void a decidere che cosa risponde Nemoal alla proposta di Alnair
     
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    Zephiros,Lenrian e Ragnax,con lo stesso Lenrian che illuminava loro la strada con la sua luce proseguivano già da un po' senza ostacoli lungo il cammino. La cosa era sospetta:quando non succedeva niente molte volte non era un buon segno ed infatti si guardava intorno per cogliere il più piccolo dettaglio che riusciva a vedere grazie al drago di luce nel paesaggio,quando,all'improvviso Ragnax si fermò.
    Che succede? domandò il mezzo drago dopo il drago di luce,ascoltando la risposta del drago nero-verde. Essa confermò i suoi dubbi:il fatto che non succedesse proprio niente era troppo sospetto ed il figlio del Maestro ipotizzò che il padre li stesse facendo continuare tranqui lli solo per far abbassare loro la guardia e prenderli di sorpresa quando meno se lo sarebbero aspettati. Dopo quella risposta il drago arancione gli chiese di fare cambio per illuminare la strada.
    Ok,Lenrian,ricaricati pure. disse il mezzo roc,che si mise ad illuminare il tutto emettendo del fuoco dalle fauci,che cercò di rendere più intenso possibile per permettere loro di vedere al meglio.
     
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    Il maestro trovava che Il figliolo, Ragnax, semplificasse troppo il lavoro ai compagni.
    Davanti a Lenrian e gli altri due quella strada che sembrava infinita finì, davanti a loro... Il nulla cosmico, solo vuoto che si apriva con qualche stella qua e la, ma in realtà non erano nello spazio, ma in una enorme caverna costellata di funghi bioluminescenti sparsi che sembravano una volta celeste.
    Quello era il prossimo ostacolo, trovare il tunnel sucessivo stando attenti a non finire in quello da qui erano venuti, infatti dovevano trovare la strada giusta in quel luogo, stando attenti a non perdersi.
    Una sfida che faceva leva sulla loro intuizione e senso del orientamento.
    Il maestro lasciò che fossero i tre a capire che fare, era assorto dai due equini al momento.
    "No... Lascia stare Alnail, non è il caso, anche se provassi a scusarmi probabilmente non cambierebbe nulla, l'unica cosa che vorrei è che con te lei sia felice e che tu non ti perda... O hai visto cosa potrebbe succedere.
    Tu ora per lei sei una luce nel buio in qui l'ho messa, aiutare te, è come aiutare lei, poiché se ami qualcuno quella persona è parte di te.
    Vorrei che mi considerassi comunque un amico, forse troverò col tempo il coraggio per parlargli se mi aiuti ad aiutarti."

    Fece il maestro telepaticamente ad Alnail con tono piuttosto depresso.
    I due erano riusciti a recuperare le statue e a metterle nel posto giusto, una galleria che dava su tre bivi li aspettava più avanti, c'era da chiedersi quale avrebbero scelto.
     
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    Zephiros prese il compito di illuminare il tunnel, in modo da far riprendere le energie luminose a Lenrian. Dopo la loro breve sosta, il gruppo riprese la marcia. Ragnax sempre in testa, seguito dal drago-roc e con il drago arancione per ultimo. Il lungo tunnel terminò subito dopo e sbucarono in un ambiente molto più vasto ed aperto.
    La prima impressione di Lenrian fu quella di essere usciti fuori, in una sorta di grotta con la volta crollata, in quanto si vedevano le stelle. Ma subito dopo si rese conto che ciò non poteva essere possibile. Il fuoco di Zephiros illuminò il soffitto roccioso della grotta e ciò che sembravano stelle erano il realtà dei funghi bioluminescenti. Lenrian li aveva già visti alle terme nel castello della Città dei Corvi ma questi erano più grandi ed emettevano più luce. Il drago arancione si ricordava, inoltre, che toccare quei funghi poteva essere dannoso per una creatura luminosa come lui ma erano benefici per le creature oscure come Ragnax.
    La caverna era molto articolata, oltre che vasta, e Lenrian capì subito che dovevano stare attenti a non perdersi.
    "Questa grotta è fatta in modo da confondere il nostro senso dell'orientamento. Dobbiamo proseguire ma se non stiamo attenti rischiamo di girare intorno per diverso tempo e di imboccare il tunnel dal quale siamo arrivati." osservò Lenrian.
    "Hai detto bene, amico! L'intuito non ti manca!" rispose Ragnax.
    Lenrian studiò la caverna, soffermandosi sui funghi bioluminescenti e poi osservò il tunnel alle sue spalle dal quale erano arrivati. Marcare l'apertura in modo da sapere qual'era la direzione sbagliata era semplice.
    "Ragnax, prendi un po' di quei funghi bioluminescenti e posizionali all'ingresso del tunnel. Così sappiano da dove siamo arrivati con sicurezza!"
    Il draghetto nero-verde sfoggiò un sorriso da cucciolo ed approvò a gesti la proposta di Lenrian e senza aspettare oltre, si arrampicò con le agili zampe sulle diverse sporgenze rocciose della grotta. Lenrian poteva chiaramente vedere la posizione del suo compagno grazie agli occhi rossi che si muovevano al buio. Ragnax prese una manciata di quei funghi e tornò da Lenrian e Zephiros, posizionandoli all'imboccatura del tunnel, per poi sfoggiare un altro sorrisone da cucciolo ai suoi due compagni d'avventura che diceva "ho fatto un bel lavoretto!". Il drago arancione li annusò ed osservò con curiosità la luce bluastra che emanavano, facendo scintillare le sue scaglie di uno strano colore indaco.
    "Ben fatto, Ragnax! Se per qualche motivo si dovessero spegnere so riconoscerli a fiuto ed inoltre.....abbiamo anche questa!" Lenrian spinse con le zampe anteriori una roccia dalla particolare forma a gendarme e la posizionò accanto al tunnel, in modo da avere un altro punto di riferimento.
    "Bene, possiamo proseguire!" disse Ragnax, dopo che i due draghetti di elemento opposto si erano fatti una carezza a vicenda.
     
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    La Kelpie non diede nessuna risposta ad Alnair. Probabilmente doveva ancora rifletterci. Era una domanda troppo importante per rispondere così su due piedi. Ed infatti fu Alnair stesso a dirle

    "Beh, se hai bisogo di tempo per riflettere, prenditi pure tutto il tempo che vuoi. Non c'è fretta."

    L'unicorno poi sentì quello che disse il maestro del vuoto e fu daccordo. Anche se Nemoal lo odiava, lui non aveva niente contro di lui. Quindi non doveva per forza condividere il suo odio. Quindi, volendo parlare d'altro, dato che aveva già abbastanza paura di quello che sarebbe potuto succedergli dopo quello che aveva visto, disse semplicemente.

    "Beh, si è aperto un passaggio. Andiamo."

    Così i due equini proseguirono la strada fino a raggiungere una strada con tre bivi.

    "Beh, adesso da che parte andiamo?"

    Chiese la Kelpie. Ma poi, vedendo lo sguardo del suo Alnair, capì subito quello che voleva fare. E non fu affatto d'accordo.

    "No. Noi non ci dividiamo. Non mi piace l'idea di starti lontano. Ed oltretutto non sappiamo quello che potrebbe succedere."

    "Lo so. E mi dispiace per questo. Ma dobbiamo arrivare a destinazione. E questo è il modo migliore per fare prima. Dobbiamo provare tutte le opzioni possibili. Ma non temere. Se una delle strade che percorriamo si rivelasse sbagliata, uno di noi può sempre tornare indietro e raggiungere l'altro. Neanche a me piace separarmi da te. Ma non c'è altro modo."

    Poi aggiunse con dolcezza

    "Non temere comunque. Nel peggiore dei casi ci rivedremo a destinazione."

    E le diede un bacetto affettuoso. La Kelpie, per quanto non volesse separarsi da lui, accettò il piano. Ed i due decisero di andare in direzioni opposte. Nemoal entrò nella caverna di sinistra, mentre Alnair entrò in quella di destra. La caverna al centro l'avrebbero presa soltando se entramebe le due caverne si sarebbero rivelate sbagliate.
     
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    Zephiros e gli altri continuarono il tragitto,illuminato dal suo fuoco. Sembrava che avrebbero continuaro così all'infinito,ma incredibilmente quella monotonia si interruppe:davanti a loro vi era quello che incredibilmente sembrava il cielo notturno,con tanto di stelle. Ma com'era possibile? La risposta la trovò assieme agli altri subito dopo,illuminando meglio la grotta:non era il cielo notturno e non erano le stelle quello che vedevano,era bensì il soffitto illuminato da dei funghi luminescenti. Poi ascoltò quel che Lenrian disse,ma osservando bene il vasto paesaggio circostante ci stava già arrivando:quella grotta era fatta per confonderli e fare in modo che si perdessero.
    Ottimo intuito,Lenrian,ma anch'io ci stavo arrivando. disse il mezzo drago,che ascoltò ed osservò in silenzio quel che dicevano e facevano gli altri due draghi.
    Andiamo. disse il mezzo roc.
     
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    Il maestro sorrise davanti al ingegno di Lenrian nel trovare soluzioni ai problemi, quindi lasciò che se la sbrigassero loro visto che dimostravano di saper badare bene a se stessi, ma il grande drago del Il maestro era anche abbastanza pensieroso.
    Il fatto era che stava considerando di parlare a Nemoal come Alnail gli aveva suggerito, ma arrivò alla conclusione avrebbe preferito rimandare la cosa a un momento opportuno, e se non altro Alnail sembrava ben intenzionato ad aiutare il vecchio drago divino a riguadagnarsi la fiducia della kelpie.
    Di certo Nemoal era abbastanza su di nervi per il fatto di doversi separare dal amato, quindi non era il caso di infastidirla troppo.
    Intanto i due si ritrovarono davanti a un due cancelli diversi sommortato da due guardiani con al collo la chiave di accesso per procedere.
    I guardiani stavano appollaiati su una sorta di trespolo posto sul cancello visto che si trattava di due costrutti a forma di uccelli giganti, ricordavano degli uccelli robot, o meglio lo sembravano visto che erano due voltatili di metallo che li scrutavano con i loro occhi che emanavano un intensa luce, simile a dei riflettori.
    Il cancello preso da Nemoal era orrendo:fatto di ferro arruginito avvolto di filo spinato, ed era sormontato da un corvo costrutto coperto di piume ossidiana.
    Nella galleria presa da Alnail invece era
    Cera un meraviglioso cancello dorato sormontato da una colomba al centro che aveva piume d'avorio ricavato dai denti del maestro del vuoto persi negli anni.
    La galleria che i due non presero era sormontato da un gufo con le piume di madreperla e mitril, su un cancello d'argento.
    Il corvo meccanico rappresentava la vita, il male e la morte, la colomba l'eroismo, il bene e la pace, mentre il gufo semplicemente rappresentava la saggezza e la conoscenza*.
    I tre sentieri, male, bene e equilibrio tra i due.
    I due costrutti spiegarono le regole della prova.
    "rispondete a tre domande e potrete passare.
    Potete tentare quante volte volete a dire la risposta esatta, ma dovrete anche spiegarne il significato con vostre parole. Prima domanda:

    Ora i due uccelli robotici; Il corvo e la colomba, visto che il gufo stato ignorato, quindi dormiva placidamente sul suo trespolo d'argento.
    Le prime domande erano le seguenti:
    Domanda del corvo d'ossidiana, fissando con malizia e svogliatezza Nemoal: "Cos'è quella cosa senza la quale la morte non esiterebbe, ma che necessita della morte per esistere?"
    Poi fu la colomba a fare la sua domanda guardando l'unicorno con rispetto e grazia:"Qual è la vera definizione di eroismo?"
    Erano due domande profonde e ricche di significato, ma probabilmente nel profondo dei loro cuori e menti si nascondeva la risposta dei quesiti.

    il corvo, il gufo e la colomba sono la citazione di una canzone dei nightwish, Appunto:the crow, the owl and the dove :corna:
     
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