Oltre

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    Nivael replicò al sorriso inaspettatamente affabile di Liya con un ghigno divertito. Tra il giocoso e il seduttivo, iniziò a dargli tanti piccoli morsi sulle squame blu notte del collo, partendo dal basso per arrampicandosi sempre più su, fino a raggiungere la testa.
    “Nessun dispiacere, Liya. Io sono uno dei tanti per tutti, e tutti lo sono per me.”, le sussurrò all’orecchio.
    “E dimmi… come ti è sembrato il mio mondo?”
    Nivael sentiva su di sé il respiro caldo della dragonessa. Liya, come volendo saggiare l’aroma salmastro di cui il drago argentato faceva gran vanto, passò lentamente la sua lingua ruvida sulle squame candide del versante inferiore del suo collo.
    “Vuoi lasciare una recensione?”, scherzò lui iniziando, in tutta risposta, a mordicchiarle delicatamente la gola.

    Proprio in quel momento fece la sua comparsa Maledet che, indignato per la scena che gli si presentava davanti agli occhi, accusò Nivael di avergli sottratto l’avversaria per soddisfare le sue più infime pulsioni carnali. Il drago del vento lanciò un’occhiata distratta al suo omologo oscuro, poi il suo sguardo cadde nuovamente su Liya.
    “Wow, adesso sai anche prevedere il futuro?”, esclamò con un tono di sorpresa volutamente esagerato e caricaturale.
    “Si vede proprio che il tuo elemento è l’oscurità”
    Aspettandosi una reazione furente del drago nero, Nivael non fece nulla per contrastare il suo assalto e né tantomeno provò a sottrarvisi con una schivata. I due si azzuffarono brevemente rotolando sul prato come dei cuccioli, e Maledet, meno provato dallo scontro con Scorn ed in ogni caso fisicamente più forte del drago argentato, ebbe rapidamente la meglio.
    Nivael, disteso di schiena sul prato con Maledet che incombeva su di lui, si trovava adesso nella stessa identica posizione di qualche minuto prima, quando Liya aveva usato i suoi poteri per teletrasportarlo lì. L’unica differenza stava nella compagnia, che il giovane drago del vento trovava decisamente meno seducente.

    Un sorrisetto beffardo si delineò sulle labbra di Nivael, scoprendone leggermente i denti bianchi e lucenti.
    “Hey, quanta foga!”, esclamò.
    “Se ci tenevi tanto ad unirti a noi bastava chiederlo, sai?”. Pronunciò queste parole con tono provocante e sensuale. Avvicinò lentamente il muso a quello di Maledet, guardandolo dritto negli occhi.
    Poi gli fece l'occhiolino e, in maniera molto simile a quanto aveva fatto qualche minuto fa con Liya, gli leccò la punta del muso e scoppiò a ridere.
    “Hehehe… Adesso levati dalle palle, per cortesia”. Pose gli artigli di entrambe le zampe posteriori sul ventre di Maledet e, con un energico spintone, lo sbilanciò su un lato liberandosi dalla sua presa.
    “Dai su, lascia perdere Liya per cinque minuti.”, disse, alzandosi sulle sue quattro zampe.
    Con un gesto non troppo dissimile da quello che fanno i cani per asciugarsi il pelo dall’acqua, Nivael si scrollò la schiena per ripulirla dai fili d’erba che erano gli rimasti impigliati tra le squame. Aprì e richiuse le ali un paio di volte, un po’ per pulirle e un po’ perché sentiva il bisogno di dargli una sgranchita.

    “Sto morendo di fame. Ti va di venire a caccia con me?” Pose la domanda con aria indifferente, come se la sua proposta fosse, in quel momento, la cosa più naturale del mondo. Il suo sguardo incrociò quello di Maledet, ma l’espressione che aveva sul muso era indecifrabile.
    “Prima facciamo un salto a vedere come sta Siris, poi voliamo via da questa stramaledettissima isola. Magari ci dirigiamo verso la foresta, oppure sull’ossidiana. Ci stai?”
    Nivael prese una lunga pausa, durante la quale non distolse nemmeno per un secondo lo sguardo dagli occhi di Maledet. Poi si voltò verso Liya.
    “Ovviamente l’invito è valido anche per te, ma ho come l’impressione che le nostre strade stiano per dividersi.”
    Uno strano sorriso, che forse significava intesa o forse chissà cos’altro, illuminò il volto del giovane drago.
    “Almeno per ora”, aggiunse sibillino.
    “Continueremo la nostra chiacchierata sui quei tuoi amici la prossima volta, non me ne sono dimenticato”

    Detto ciò diede le spalle ai due draghi dal manto scuro ed estese in tutta la loro grandezza le sue ampie ali membranose da creatura dei cieli, pronto a spiccare il volo
    “Chi è interessato all’offerta mi segua. Per gli altri, beh… arrivederci”
     
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    Maledet balzò via da Nivael evitando lo spintone. Il drago nero sbadigliò in modo fuffo, ora non gli andava proprio di lottare, Liya invece... Perché glielo proponeva proprio ora?
    Sembrava quasi lo facesse a posta, di certo Maledet non aveva paura, ma ora era inutile poiché sapeva quello che doveva sapere.
    "sono ancora troppo debole... Come temevo."
    Disse quelle parole senza dare un idea precisa se parlasse tra sé o si stesse rivolgendo a lei.
    "Speravo almeno di essere forte quanto basta per tenerti testa... Non voglio battere un avversario come te per poi vantarmi, solo se posso battere te posso fare qualsiasi cosa, ma ora non ci riuscirei. Scusa per il disturbo."
    Fece Maledet fissandola piuttosto irritato dalla cosa.
    Non era uno stupido draghetto, non credeva possibile che quella dragonessa pigrona fosse così forte.
    Diverse volte aveva sconfitto avversari ritenuti invincibili, solo per poi rivelarsi degli incapaci incredibili o dei tizi solo poco più forti della norma.
    Liya era diversa: lei era un avversario formidabile e le storie su di lei raccontavano solo una parte dei suoi poteri.
    Era stato lui fortunato forse a trovare tanti avversari al suo livello? Maledet non sapeva cosa pensare al riguardo.
    Avrebbe voluto affrontarla, ma non ora.
    Ora proprio non ne aveva voglia.
    "Però voglio, comunque combattere con te, non mi importa se dovessi perdere: ci voglio provare comunque... Possibilmente in una serata meno movimentata. Ma stai pur certa che un giorno ti batterò!"
    Fece lui con un sorrisino monello.
    In tutto questo Nivael cercò di calmare le acque, quel drago probabilmente a differenza di Liya avrebbe potuto batterlo senza troppi sforzi probabilmente: non aveva nessuno stile di lotta: solo il classico modo di combattere di un drago a quanto sembrava... Tecniche semplici, insomma un drago come tanti. Al massimo poteva essere pò sopra la media. Maledet lo fissò con un misto di sufficienza e frustrazione, ma solo per un breve attimo.
    Che ci vedeva Liya in quella esca per insetti mutanti?
    Sembrava quasi che prima sperasse Scorn lo uccidesse, e probabilmente lo avrebbe fatto se non fosse intervenuto per aiutarlo.
    Liya lo preferiva a lui a quanto sembrava anche se entrambi erano poco più che degli sconosciuti che si erano incontrati per caso.
    "Io non c'entro nulla con quelli la.. i corvi. In realtà mi stavano costringendo a lavorare per loro contro la mia volontà. Ma se pensi siano miei amici sei fuori strada."
    Spiegò Maledet a Nivael che sembrava convinto che lui centrasse qualcosa con loro.
    "comunque anche io ho fame. Credo che verrò con te a caccia."
    Fece Maledet sempre più con la sensazione di essere preso per i fondelli.


    Void, era una scimmia stupida e deludente, molto deludente e per questo non c'era da stupirsi che avrebbe reagito in un modo diverso da come ci si aspettava.
    Void non era spaventato ora, cioè lo era si, ma lo era tanto che si stava eccitando.
    I muscoli già ora iniziavano a dargli noia... Presto avrebbero fatto tanta bua.
    Ma quella situazione lo stava eccitando un casino ed era impossibile non notare quanto il veleno non limitasse l'afflusso di sangue... In certe parti.
    "hai ragione... Sono proprio stato cattivo, ora mi punirai? "
    Fece void sempre più convinto che questo fosse una specie di gioco sadico e perverso, che in effetti lo era.
    Void emetteva una disarmonia unica, una folle litania vacua e deludente colma di significato noioso che non mi va di raccontare. Non poteva fare nulla e infatti non fece nulla.
    Si limitava a fissare la teramin e la sua zampa sempre più eccitato e spaventato, nonché eccitato a causa dello spavento stesso.

    Edited by Master of Void - 28/11/2019, 09:57
     
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    In effetti avrebbe anche cercato di rispondere in modo sincero, se Maledet non li avesse interrotti. Le parve quasi scontato che a quel punto il drago nero non fosse più interessato alla sua sfida; lei avrebbe risposto allo stesso modo.
    "Anche Nivael è ancora debole per me" ridacchiò, voltandosi verso il drago d'argento con un occhiolino dragoso ametistico. "Stavamo parlando proprio di quello. Anche se ammetto non lo sia proprio su tutti i fronti. Devo dire sia riuscito... si, a tenermi testa"
    Annusò l'aria, in una poco velata allusione a cosa avevano combinato prima. Liya era il tipo di individuo che amava pavoneggiarsi, mettersi in mostra in maniera quasi esasperante, ma in quel momento si sentiva appagata e soddisfatta. Destreggiarsi nelle sue capriole e in acrobazie completamente folli la faceva stare bene; più che mostrare agli altri adorava mostrarsi a se stessa, quando atterrava si sentiva fiera e convinta. In qualche modo era consapevole di non aver molti rivali nel combattimento, ancor meno probabilmente ne aveva nel volo.
    Maledet però volle rifiutare saggiamente la sua proposta, mentre Nivael era un drago con cui avrebbe scambiato più volentieri due chiacchere che due morsi. Si voltò a fissare il cielo e la zona dell'isola da cui erano arrivati. Chi sa, magari li avrebbe rivisti entrambi a breve; o forse nessuno dei due. Non mentiva quando diceva che ogni giorno rischiava la vita, anche se in molti la temevano e credevano fosse invincibile. Magari lo era, ciò non significava comunque non potesse accaderle nulla.
    "Si, le nostre strade si dividono qui. In ogni caso vi aspetto nella foresta, la Nebbia ha una tana a Ahsnaeris dove dovrei riposare anch'io. Di solito rimango per i fatti miei, ma tra ventuno lune, giorni, come volete chiamarli... vi aspetterò lì. Non posso spiegarvi adesso dove si trova la tana, ma saprò come farmi trovare"
    Avrebbe dato il benvenuto a chiunque avesse voluto rincontrarla. In quello stesso giorno forse ci sarebbero state due vittime, o due draghi decisamente soddisfatti; oppure perché no, una vittima ed un drago decisamente soddisfatto. Con quegli strani pensieri si alzò in volo e non perse l'occasione di far frusciare il vento sulle squame con uno dei suoi tipici sfoggi d'esibizionismo. Come da terra si fosse sollevata di scatto una montagna, lo spostamento d'aria generò una forte ventata in direzione di Nivael e Maledet.
    Si mossero i fili d'erba, sibilarono le foglie, s'agitarono i rami; il cielo era pronto per accogliere Liya Neratempesta. Dopo una breve rincorsa si lanciò in volo ad una velocità incredibile, sferzando il vento come fosse il tessuto di una sua dimensione personale. Ormai a qualche decina di metri d'altezza, decisamente lontano da terra considerando che le Isole fluttuanti si trovavano già ad un'altitudine diversa dal al suolo, prese a volteggiare in cerchi sempre più piccoli finché il suo corpo non si avvitò su se stesso in un insieme di spirali, virate e cabrate.
    Si posizionò in modo da oscurare la luna per qualche secondo alla vista dei draghi sotto di lei, rivestendola con le ampie ali blu, poi puntò il muso verso il basso e si lanciò scomparendo come un dardo lontano nella notte.

    "Punirti?"
    Zhantyia, a differenza di Liya, era indecisa in quel momento. Non sapeva quale genere di sevizia dedicare a quella scimmietta, o per meglio dire non sapeva da dove iniziare. Tolse la zampa dal suo muso e lo afferrò per la coda con la mano prensile in cima ad essa, poi cominciò a trascinarlo sull'erba umettata fino al ruscello nelle vicinanze. Lasciò andare la coda e strinse le dita attorno al suo collo, poi gli spinse il muso sott'acqua e con le zampe anteriori fece rotolare dentro anche il resto del suo corpo. Lo tenne lì, per diversi secondi, immerso nell'acqua gelida sotto al placido suono dello scorrere del fiumiciattolo, accompagnato dal rado ticchettio dei sassolini che si depositavano su massi più grandi sulle sponde.
    Lo tirò fuori solo quando si ritenne soddisfatta, aspettandosi reazioni sconvolte e spaventate come al solito. Voleva percepire i suoi tentativi di dimenarsi, voleva giocare e suonare un po' con lui. It's time to play! Avrebbe agito prima il freddo o la mancanza d'aria?
    Eppure c'era qualcosa che non andava. Per qualche motivo, una vocina sottile le suggeriva che avrebbe avuto a che fare con uno strumento molto resistente e di buona fattura. Avvicinò il muso al suo, per far sì che potesse scrutarla molto da vicino, e passò sulla sua gola una zampa acuminata. Tracciò qualche solco doloroso senza scendere troppo in profondità, limitandosi a qualche superficiale striatura rossa e ad un paio di gocce di sangue. Quindi sorrise.
    "Tutto bene?"
    Non posso scrivere molto con Zhantyia, devo sapere come reagisce Void dato che non si annegano gli spettri U.U sarà uno spasso!
     
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    Ok, ero convinto che dopo Aes stesse a Master, quindi stavo bellamente ignorando la role pensando di avere la coscienza pulita. :asd:



    Nivael, pronto al decollo con le ali spiegate, volgeva le spalle a Liya. Inclinò leggermente la testa da un lato, così da poterle scoccare un’ultima occhiata fugace. Un sorriso appena accennato, soddisfatto ma al contempo un po’ malinconico, si delineò sulle sue labbra.
    “Allora ci vediamo tra ventuno lune, Liya.” Compì un vago gesto con la sua ala sinistra, che poteva essere interpretato come un cenno di saluto.
    “Nel frattempo ripenserò a quello che ci siamo detti questa notte.”, aggiunse sibillino.

    Non appena Liya fece per spiccare il volo, Nivael si curò di ritrarre immediatamente le sue ampie ali argentee, così da non venir sbalzato via dallo spostamento d’aria sollevato dalla dragonessa. Questo, tuttavia, fu talmente forte che rischiò di sbilanciarlo comunque, ed egli dovette affondare saldamente gli artigli nel terreno per non finire col muso sull’erba.
    “Ti piace proprio metterti in mostra, eh.”, commentò a denti stretti, divertito.
    “Sarà anche per questo che apprezzo tanto la tua compagnia.”, aggiunse poi tra sé e sé.

    I due giovani draghi, l’uno d’ebano e l’altro d’avorio, erano adesso completamente soli nella quiete spettrale di quella notte tormentata. Nivael fissava Maledet dritto negli occhi, intensamente, quasi volesse indovinare i pensieri che si celavano dietro quelle iridi rosse come il sangue. Il tutto durò solo pochi istanti. Un sorriso cordiale ma un po’ freddo, di circostanza, si dipinse poi sul muso del drago del vento.
    “Bene Maledet. Andiamo a svegliare Siris e poi si va a caccia.” Il tono delle sue parole, neutro e asciutto, non lasciava trapelare nessuna emozione in particolare.
    “Per te va bene all’Ossidiana?”

    Nivael non attese la risposta del suo interlocutore: fu sufficiente un singolo, poderoso, battito delle sue ali, e il drago dal manto argenteo si librava già nell’aria. Non si guardò indietro, contando sul fatto che Maledet sarebbe riuscito a tenere il passo senza difficoltà.
    I due impiegarono meno di un paio di minuti a raggiungere Siris. Dati il suo passato di migratore e il suo presente di vagabondo, d’altronde, Nivael vantava un ottimo senso dell’orientamento. Il piccolo drago dalle squame smeraldine giaceva acciambellato laddove Zanthya lo aveva lasciato, sotto le fronde di un grosso albero non troppo distante dalla radura che era stata teatro dello scontro col demone Scorn.

    “Siris! Hey Siris!”, lo chiamò Nivael, scuotendolo energicamente con la punta del muso. Accostò un orecchio al suo fianco. Respirava.
    “È vivo…”, mormorò con evidente sollievo.
    “Ma come accidenti ha fatto a dormire per tutto il tempo?”
    Non sapeva se dirsi perplesso o preoccupato: quel Siris era il drago dal sonno più pesante del mondo, oppure si trovava sotto effetto di una qualche sostanza soporifera iniettatagli da quella teramin psicopatica?
    “Fai sul serio?”, sbottò impaziente. “Eddai su!”
    Iniziò a schiaffeggiarlo ripetutamente in pieno muso con la punta della coda, finché il piccolo drago verde, confuso e frastornato, non si destò.
    “Ah, finalmente!” Nivael, in qualche modo, riuscì nell’impresa di suonare sollevato, seccato e soddisfatto nello stesso momento.
    “Stiamo abbandonando l’isola. Forza Siris, è il momento di andare.”, disse con fare sbrigativo, curandosi che la sua non suonasse come una proposta ma piuttosto come una decisione già presa.
    “Consideralo un salvataggio, ti spiegheremo tutto strada facendo.” Era una menzogna: per il bene della sua sanità mentale e anche un po’ della propria, non aveva intenzione di spiegargli alcunché.

    Mentre Siris si alzava faticosamente sulle sue quattro zampe, sforzandosi, ancora più faticosamente, di capire cosa diamine stesse succedendo, Nivael lo guardava in silenzio, sovrappensiero. Un sorriso appena accennato, disteso e leggero, curvava lievemente le sue labbra. Forse il suo non era stato un fallimento completo, dopotutto. Forse, quella notte, qualcosa di buono era riuscito a farlo.
    “Ok Maledet... si parte.”
    Per quanto si sforzasse di mantenere un tono calmo ed impersonale, dalle sue parole traspariva ben più di una sfumatura d’euforia. Una strana gioia lo pervadeva. Si sentiva d’un tratto leggero come una piuma, distante centinaia di miglia da tutti i crucci che lo tormentavano fino a qualche minuto fa. Spalancò in tutta la loro grandezza le sue vaste ali da predatore dei cieli, che inondate dai raggi della luna rilucevano di una miriade di minuscoli lampi cinerei, e con un sol balzo si levò verso il cielo, unico luogo ove si sentiva veramente a casa.
    “Dai, che sto morendo di fame.”, gridò da lassù.


    Nivael esce. Se Maledet ha voglia di seguirlo proseguiamo all'ossidiana. Chiaramente Siris lo molliamo da qualche parte lungo la strada, non viene anche lui. u_u

    E così finisce un'altra role che va avanti da oltre due anni, stiamo assistendo alla fine di un'era. xD


    Edited by -Aleph- - 12/1/2020, 18:36
     
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    "Che sborona..."
    Commentò Maledet vedendo Liya prendere il volo, mentre lui era immobile e composto come una statua, con le ali adagiate sui fianchi sorridendo a Liya.
    Non aveva detto nulla fino quel momento, si era limitato a dare un cenno di assenso verso Liya, quando gli aveva proposto d'incontrarla alla tana stessa del misterioso gruppo di persone a cui apparteneva; la nebbia argentea.
    A Maledet sembrava un idea interessante, era curioso vedere dove Liya voleva andare a parare portandoli proprio dalla sua "famiglia".
    Sì ci sarebbe venuto a quell'incontro tra ventuno albe, come dicevano nella sua terra.
    Maledet tornò alla realtà e sbuffando seccato e un pò divertito disse a Nivael:
    "Saprei fare anche io mosse simili, ma non ho bisogno di mettermi in mostra."
    Fece notando che Nivael lo fissava intensamente.
    Lo fissò per un pò e quando Maledet ne ebbe abbastanza si mise a ridere così dal nulla, un modo per mascherare il lieve disagio che stava provando.
    "Che c'è? Ora vuoi farti anche me?"
    Pensò tra sè il giovane principe draconico, abbastanza seccato peraltro, mentre stava cercando di non dare a vedere il suo stato d'animo.
    Si chiese cosa stesse guardando nei suoi occhi, un assassino forse o un cucciolo tormentato.
    Un buco nero insanguinato colmo di dolore e una sconfinata sete di giustizia contro il male, ora che la sete di vendetta verso suo padre si era prosciugata.
    Magari vedeva solo un drago nero un pò cupo, una immagine abbastanza comune dei draghi neri, tristemente noti per non essere persone troppo socievoli e solari, malgrado ciò non fosse altro che un pregiudizio stereotipato.
    Lui invece? Cosa vedeva in quel drago argenteo un pò logorroico?
    Sembrava vagamente sua madre a tratti, erano infatti entrambi due draghi del vento, cosa che un pò a Maledet piaceva, ma avevano un carattere diverso, forse Liya aveva un carattere più simile a quello di sua madre.
    Lui era quasi fastidioso, ma per fortuna il giovane Drago nero aveva sopportato di peggio, dal intrattenere discorsi con una persona chiacchierona.
    Sembrava anche lui molto giovane e a occhio e croce doveva avere diversi anni in più di lui, Maledet si chiese se il suo modo di fare fosse sincero o forzato come nel suo caso, sembrava che pure lui avesse vissuto esperienze non troppo allegre.
    In condizioni normali sarebbero potuti essere amici, ma per ora Maledet lo considerava una sorta di rivale.
    Maledet mugugnò un attimo quando gli disse di svegliare l'altro drago che faceva la nanna e andare all'ossidiana.
    L'ossidiana d'argento era la casa di una sua cara amica, La lupa Pharnasius, e non poté che tornarle alla mente il loro incontro.
    Gli venne un attimo di nostalgia e sorridendo rispose:
    "Si, mi piacerebbe andare verso l'ossidiana. Da qui non dista molto."
    Fece seguendolo poi in aria, Maledet a differenza dei due draghi del vento era discreto oltre che veloce, aveva praticato un decollo aggraziato e quasi silenzioso e seguii Nivael sfruttando la corrente d'aria che si lasciava dietro per seguirlo con lunghe planate seguite da rapidi battiti d'ali, quasi silenzioso.
    Per quanto discreto Maledet era agile, aggraziato e veloce come una rondine e stare dietro a Nivael non fu un problema.
    Restò in parte al giovane e tenero drago Siris mentre Nivael cercava di svegliarlo con ben pochi risultati, arrivò persino a picchiarlo con la coda e Maledet lo guardò con disappunto, poiché Maledet detestava la violenza su draghetti innocenti.
    Accarezzò Siris cullandolo affettuoso per non fallo agitare.
    Tranquillo, prendi fiato e poi vieni con noi, mi assicurerò non ti sia fatto del male..."
    Fece Maledet prima di aggiungere guardando male Nivael, come a rimproverarlo.
    "...di nuovo."
    Detto questo il drago nero accarezzò la testa del draghetto, curandola con l'elemento della luce e con leggiadria si avvitò in aria a cavatappi prendendo quota rapidamente e volò in cerchio su Siris aspettandolo per poi seguire Nivael che si lamentava per la fame.
    Maledet sbuffò e si rassegnò: quel Nivael sembrava la segatura nel cranio, ma se non altro non sembrava una cattiva persona
    Forse sarebbe potuto diventare suo amico se non lo ammazzavano prima.
    "A chi arriva prima!"
    Fece Maledet con serenità una volta tanto, prima di partire in quarta e volare intorno a Nivael sbeffeggiandolo un pò e scherzando con Siris, con le montagne come meta.

    Maledet esce


    Void era sconvolto, piagnucolava deluso e deludente come uno Zombie costretto a una dieta vegana di cervelli al tofu.
    A stento riusciva però a emettere quegli acuti piagnistei gutturali, infatti il veleno era tremendamente efficace.
    Non si aspettava che fosse velenosa, tutti i teramin che conosceva erano di suono o oscurità, l'aveva sottovalutata come un idiota e ora la trascinava chi sa dove con la codina munita di mano.
    Lui continuava a lagnarsi e piagnucolare Puccio e fastidioso, ma soprattutto deludente.
    La cosa che più lo faceva stare male era il vuoto che provava, per cosa moriva e cosa lasciava?
    Void si rese conto che, a parte con diversi amici che lasciava, non aveva mai provato davvero una sincera felicità
    "Sono vissuto... in funzione a cosa?" la sua vita era stata spesa solo inseguendo solo un ombra di felicità che non era mai riuscito a ottenere.
    I corvi erano stati suoi amici, Zell, Lindis...
    Persino i membri della nebbia gli sembrava che avrebbe potuto considerarli affini a lui in un certo senso.
    Provava un senso non solo di vuoto non colmato, ma anche di apatia, stava per morire eppure le sembrava tutto assurdo e irreale.
    Che cosa era questa sensazione proprio void non lo sapeva, ma quando lei lo immerse sentii una violenta ansia e cercò di dibattersi.
    Per quanto si dibatteva però il suo corpo era terribilmente rallentato, o persino bloccato diversi punti.
    Aveva il potenziamento, poteva manipolare il suo corpo, eppure essendo soggetto alle leggi della biologia, il suo corpo veniva comunque completamente messo alla mercé di quel maledetto cavallo malriuscito con del semplice veleno.
    Il freddo dell'acqua in cui lo immerse lo costrinse a rimanere sveglio e a non perdere subito i sensi mentre cercava di affogarlo, era tremendo e void non sapeva quanto poteva trattenere il fiato, ma a quanto sembrava parecchio, poiché ancora non sembrava ancora a corto di ossigeno.
    Void si contorse tutto strano poiché non aveva più completo controllo dei muscoli.
    Si chiede solo quando tutto questo sarebbe finito.
    Quando questa però gli tirò fuori la testa lui gli sputò l'acqua, che aveva tra le guance, e cercò di scappare, ma a stento riusciva a strisciare, correre ora era praticamente impossibile e quando void si rese conto che si era spostato di solo una spanna con immensa fatica lui si limitò a ricominciare a piagnucolare.
    ok aes, diciamo che void esce, nel senso che ora puoi portarlo a un altra role se vuoi o restare qui se vuoi.


    Edited by Master of Void - 20/1/2020, 22:17
     
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    Siris certo non si aspettava un simile risveglio. Un risveglio inquietante forse, fatto di codate e creature che non conosceva. Qualcuno se lo coccolava, altri lo picchiavano, il disagio! Cercò di recuperare velocemente coscienza di sé, ma si sentiva piuttosto intontito. Si passò un'ala davanti al muso ed emise qualcosa di simile ad uno sbadiglio, anche se aveva un che di lamentoso.
    "Salve. Dov'è Zhantyia?"
    Erano altri due draghi. Entrambi della sua età pareva, ma prima Un bagliore e poi parole a caso lo lasciarono all'oscuro di altri dettagli. Lo stavano invitando ad allontanarsi con loro, andare via dall'isola sospesa nel cielo. Volevano proteggerlo? Cosa? Che fine aveva fatto la sua amichetta?
    Dovette fermarsi a pensare. Un'emergenza? Stavano per venire ad ucciderli? Non ricordava come si fosse addormentato, ne cosa stesse facendo prima di scivolare nel sonno. Forse per la confusione o forse per il suo spirito semplice, conservativo più che ingenuo, volle ascoltarli e li seguì.
    Non si lasciò pregare troppo solo perché sembravano amichevoli. Almeno uno di loro, non capiva perché avesse provato ad acciecarlo con un fascio di luce, ma non capiva nemmeno cosa stesse facendo lui stesso quindi non era un gran problema. In un modo o nell'altro lasciò l'isola in volo, guardandosi indietro per controllare se Zhantyia fosse nei paraggi. Avrebbe chiesto a loro spiegazioni, perché non la vide da nessuna parte.

    Non la vide, perché lei era altrove e si stava divertendo col suo nuovo gioco. Dopo averlo inzuppato, dopo averlo fatto sentire una preda indifesa, lo trascinò per la coda verso una pietra davanti a cui si apriva un alto strapiombo. L'aria sembrava ancor più rarefatta, la profonda crepa che solcava la superficie dell'isola aveva l'aspetto di una profonda ferita sulla spalla di un gigante.
    Zhantyia vi si fermò davanti come stesse vedendo che il suolo terminava a pochi passi di distanza, in realtà ciò che udiva era lo spazio aprirsi in basso in un riempirsi d'aria e di echi. Il suono di ciò che non si muoveva era chiaro ed evidente con un confine di mezzo ad unire cielo e profondità, le sarebbe bastato fare attenzione al modo in cui le veniva restituito il rumore dei suoi stessi movimenti.
    lo tenne per la coda e si sporse leggermente oltre il masso, usando l'arto come una leva più forte di quel che sarebbe parsa al vederla così fragile ed esposta, con tutte le sue ossa da teramin in bella vista. Con un pacato strattone lo fece ciondolare dall'altra parte, cominciando a farlo oscillare nel vuoto con un ghigno che andava ad incresparle le labbra, sempre più ad ogni respiro.
    Gli fece provare tutta l'impotenza che provava una preda indifesa alla mercé di un predatore affamato, il fatto era che lei non aveva fame e voleva solo divertirsi. Era questo che la rendeva Zhantyia, ed era anche ciò che le dava armonia.
    Rimase a pensare a varie cose, immersa nei lampi sonori di ricordi e pensieri nel mentre che sentiva le proprie dita stringere il pelo della coda del cacciatore. Era il momento di lasciare...
    e così fece. Non produsse alcun rumore, semplicemente percepì le proprie dita che si ammorbidivano per far scivolare la preda verso il basso.
    Volle non pensarci ancora per molto, o avrebbe cambiato idea. Avrebbe sentito comunque l'impatto, quindi poteva allontanarsi. L'indecisione non era il suo forte, però ammise a se stessa che quella volta non era certa di cosa fare: restare ad ascoltare o allontanarsi?
    Mentre formulava le sequenze di pensieri in testa stava già mettendo una zampa dopo l'altra per andarsene. L'avrebbe udito comunque, anche fosse atterrato mezz'ora dopo e lei si fosse trovata nel bosco vicino. E un'altra nota sarebbe divenuta parte della sua melodia. Quindi si, poteva andarsene.
    Sicuramente Void non sarà schiattato, ma Zhantyia e Siris escono, e direi che Oltre può considerarsi la prima role a concludersi con un finale del genere XD
     
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