Splendore celeste
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Non ti preoccupare, Master, prenditi pure il tuo tempo ^^ Anch'io esco da un periodo un po' impegnativo Non appena Scorn fece la sua proposta, Genna inclinò la testa di lato con espressione divertita. Cercò di trattenersi per quel mezzo secondo che la potesse rassicurare sul fatto che la creatura non stesse già puntando alla sua testa per l'impudenza che dimostrava nei suoi confronti, poi scoppiò a ridere di gusto. La sua risata cristallina risuonò in quei corridoi vuoti, suonando sempre più distorta mano a mano che l'eco la rifletteva da una parete all'altra. Era un suono così insolito per quei corridoio... o almeno, Genna immaginava che lo fosse. Era la prima volta che andava in quel posto ed era pure la prima volta che aveva a che fare con i corvi e le loro creazioni, ma poteva metterci la mano sul fuoco che non fossero molte le persone che avevano la fortuna di sganasciarsi dal ridere mentre passavano in dei posti così lugubri. Genna rise finché, nonostante fosse imbottita di elisir e fasce anestetizzanti, il fianco dolorante non ricominciò a pulsarle fastidiosamente. Si tirò su dritta e fece un profondo respiro, come a liberarsi da quella invadente risata. < Ah, e io che mi facevo così tanti problemi... - lanciò un'occhiata alla donna meccanica da appena sopra la spalla - Atalanta, ti devo insegnare una cosa importante riguardo la rabbia. > Tornò a focalizzarsi su Scorn, mentre si asciugava una lacrimuccia dal lato del volto con un rapido cenno della mano. Recuperò la statuina che il dottore le aveva regalato e che lei aveva riposto in una delle tasche del camice. Con movimenti molto calmi, quasi rilassati, iniziò a soppesarla, come se fosse la prima volta che ne scoprisse l'esistenza e si chiedesse cosa fosse. L'altra mano, persa nell'oscurità del corridoio, era invece tesa lungo il fianco e stretta a pugno. Aveva lo sguardo fisso su Scorn, gli occhietti quasi socchiusi in una fessura e le sue labbra erano tese, nonostante cercasse di nasconderlo dietro un sorriso. Era la prima volta che era davvero arrabbiata da quando aveva bevuto l'elisir. Era la prima volta che Genna aveva un obiettivo in testa che fosse durato per più di trenta secondi, da quando Eidous l'aveva resa una mina vagante. < Atalanta. - disse senza distogliere lo sguardo da Scorn - Quando qualcuno ti dice di abbassare le dita, sarebbe meglio che tu non le alzassi. > Genna alzò la mano libera, come se cercasse di prendere le misure per qualcosa di poco più avanti. < E quando qualcuno pretende di dirti quello che devi fare... beh, - scagliò la statuina contro Scorn - hai tutto il diritto di fare come preferisci. > La statuina schizzò contro Scorn ad una velocità pazzesca. Genna non si aspettava che l'avrebbe colpita, ma prima che la creatura potesse riaversi dalla sorpresa dell'attacco improvviso, Genna balzò su una parete del corridoio lasciandoci sopra una profonda ragnatela di crepe. Saltò di rimbalzo contro di lei, con il pugno teso e pronto a colpirla con tutta la forza che aveva. Forse avrebbe dovuto accorgersi che quella mossa era assolutamente folle. A sua discolpa, in quel momento non poteva realizzare nemmeno che se non fosse stata imbottita di elisir non sarebbe mai stata capace di replicare una simile impresa. Anzi, a dirla tutta, in quel momento a lei appariva una mossa più che ovvia data la situazione: se di norma non aveva un briciolo di cautela, adesso era un palloncino incazzato di impulsività concentrata.
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