La Sinfonia delle Ombre

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    Un'immensa ombra alata scacciò via la perniciosa luce solare, esibendosi in movimenti serpeggianti sino a raggiungere l'antro di prato non divorato dalla nequizia del servo di Skelwod.
    Quando lo spettro alzò lo sguardo verso la fonte di quella frescura, vide Zarthial, che lo accolse con un sonoro Bentornato dall'aldilà, come fosse quasi certo dei suoi particolari talenti.
    "Il mio continuo sfruttamento della capacità di viaggiare fra il regno dei vivi e dei morti deve avergli permesso d'intuire qualcosa, che sia conscio della mia vera natura? "
    La testa era carica di pensieri e il solo guardare l'orizzonte cinto di rosso suscitava in lui un'immensa malinconia, oltre che un amaro presagio alquanto naturale per un vampiro.
    Non apparteneva a quel regno di beatitudine dove i morbidi raggi del sole sfioravano verdeggianti prati permettendo alla vegetazione di crescere forte e rigogliosa. Apparteneva all'impenetrabile oscurità, l'origine di ogni paura e timore.
    "Non nego che avrei gradito vedere quel demonio sprofondare nelle viscere del vulcano, ma Isvydor ha voluto darmi motivo per trattenermi nel purgatorio, un motivo che ora segnerà la sua disfatta."
    Si rialzò, cercando di scacciare i crudeli demoni del passato, fonte di tanto tormento. Il rimorso per gli uomini è una sorgente di sofferenza illimitata, capace di logorare l'animo fino a spezzarlo. Anche se orribilmente mutato nel corpo, come nella sua esistenza vampirica lo spettro preservava gelosamente l'umanità di una mente non ancora deviata dalla perversione di quell'esistenza.
    Si concentrò sul suo obiettivo, il ripristino di quella terra ferita e sanguinante. Ascoltò Mavet interrogarsi con vitalismo sul futuro, quasi come non avesse timore degli orrori appena conclusi e di quelli futuri.
    "E' tempo di mietitura.
    Nel mondo spirituale l'anima incatenata di una sacerdotessa del passato si è avvicinata a me, gridando vendetta verso Isvydor e le sue truci divinità. "

    Si fermò un secondo, osservando la devastazione che sostava a soli pochi metri da lui.
    "Sebbene quello stregone non sia la causa diretta di questo disfacimento, ucciderlo indebolirà l'oscurità che avvelena questo luogo.
    Ho promesso alla sacerdotessa che avrei portato la vendetta sulla testa di Isvydor , così da liberare il suo spirito dalla prigionia. Quel diavolo si nasconde nel sottosuolo, dove esercita i suoi incantesimi come un codardo.
    Non ho il diritto di obbligarvi a seguirmi nel seguito di questo dramma, è una vostra scelta. "

    Si mise con le spalle alla corteccia, attendendo il loro responso.
     
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    Appena furono a terra, Mavet approfittò per controllare il contenuto dello zaino e per rinfocillarsi mentre Zarthial, tornando serio, ascoltò le parole di Anima Errante che parlava del suo viaggio nell'aldilà mentre lui combatteva. Non obbligò il drago e l'umana a seguirlo in quella missione però da come parlava avrebbe volentieri gradito il loro aiuto.
    "Lasciami qualche minuto per pensarci..." rispose Zarthial.
    Il drago verde si spostò di poche decine di metri fino ad un grande quercia, al di sotto delle cui fronde si sedette dando la schiena alata sia ad Anima Errante che a Mavet. A guardarlo sembrava che il drago parlasse interiormente con il tronco dell'albero che aveva davanti. Invece stava parlando tra se e se mentre guardava il disegno della corteccia.
    "Sono finito qui per puro caso, perchè la tempesta mi ha deviato dal mio volo verso Knawr. Se seguo Anima Errante, lascio da soli Felthsar e Kesya.....ma so che quei due Maleyes del ghiaccio sono molto forti e che possono benissimo fronteggiare un attacco, aiutati dal saggio elfo e da tutti i guerrieri che difendono la città. Anima Errante ha un'altra missione importante e un drago forte come me potrebbe fare la differenza...." fu il pensiero a mente del drago verde.
    Infine, il drago smeraldo si girò e tornò dallo spettro.
    "Ti seguo e ti aiuterò. Ma prima devo cacciare e riposarmi" fu il suo verdetto finale.
    Ora toccava all'umana a decidere.
     
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    Anima Errante aveva appena finito di proporre la sua idea quando Zarthial rispose che avrebbe dovuto pensarci. Il drago si spostò davanti ad un albero, dando le spalle ai due. Sì, sembrava proprio che stesse parlando con l'albero. Poco creepy. Non appena Mavet girò la testa verso Anima Errante, lui la stava fissando aspettando una risposta. Mavet andò in panico, nemmeno un suono riusciva ad uscire dalla sua bocca. Tutta questa pressione per una risposta l'aveva fatta andare nel pallone. Iniziò a guardarsi intorno cercando di evitare lo sguardo interrogatorio sul volto del suo interlocutore. E soprattutto cercò di aspirare il più possibile dalla pipa, intervallando il fumare ad un fischiettio impercettibile.
    Appena Zarthial si incamminò di nuovo verso di loro, qualcosa scattò nel cervello della maga. "Ok, cosa sta succedendo! Qualcuno vuole che io vada con lui per una missione, ma non una missione qualsiasi! Nell'aldilà! Per tutte le maledizioni stregate! Sarebbe assolutamente fantastico! Chissà quante possibilità di studio e di ricerca che potrei trarre da questa avventura! Ma soprattutto questo significa solo una cosa! Perché ha chiesto a me? Forse stiamo diventando amici? No, non è possibile. È meglio che io stia da sola e soprattutto che nessuno possa avere a che fare con il dibbuq. Però dai, in realtà non se la sono cavata male. No? Se sono ancora qui? Mavet, ferma! Non farti strane idee, questi non sono tuoi amici, sono solo degli alleati ecco. Nessuno vuole essere tuo amico, perché nessuno vuole finire ucciso per colpa tua! Oh ecco che arriva il drago, basta! Devi dare una risposta, Mavet!". I pensieri della maga sembravano essere durati ore e invece era passato solo qualche secondo da quando il drago era arrivato. Zarthial rispose in modo affermativo. Prima però doveva rifocillarsi e dormire.
    Gli occhi dei due puntarono sulla maga. Dopo qualche secondo di incertezza Mavet li guardò entrambi e disse :< Be', perché no? Insomma, dove andiamo potrò portare il mio zainetto, no? Ci sono tutte le mie cose, sapete >. Mavet sorrise timidamente alzando le mani. < E poi non ho nessuno da cui tornare, voi siete le uniche creature che conosco a Kengard, ormai >.
     
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    "E sia, Zarthial"
    Enunciò lui.
    "Neppure per me questo frangente si presenta idoneo alla situazione. Se quest'isola ha degli abitanti non piegati alla medesima volontà che avvelena il santuario, potrebbero equivocare la mia presenza, confondendomi con un demone.
    Approfittiamo della sua momentanea fuga per risanare le nostre forze, in attesa del momento più propizio per colpire."

    Diede lo sguardo alle fronde verdastre che si aprivano a pochi metri dall'imponente quercia che gli aveva offerto riparo nella sua ombra. La vegetazioni era stagliata in un percorso che lasciava traspirare solo pochi ed esili fasci solari, in certi punti il sentiero era battuto e rivelava folte zone di verde irradiate dal sole.
    "Anche come trapassato le debolezze di un vampiro continuano a perseguitarmi. La sola presenza del sole avvilisce la mia forza, il tocco dei suoi raggi sarebbe mortale come per qualunque vampiro.
    Se abbandonassi il mondo della materia per rintanarmi nelle ombre della morte il bagliore dell'alba non potrebbe nuocermi, tuttavia rischio di essere braccato dai servitori del negromante.
    Dovrò muovermi nell'oscurità del giorno evitando occhi indiscreti."

    Oltre l'orizzonte, una piccola imbarcazione venne rivelata dal chiarore diurno. Solcava delicatamente le acque cristalline tinte di un colore ambrato nel mentre che uomini dalla braccia forzute disponevano le reti da pesca. L'isola si stava svegliando.
    Il vampiro decaduto con gli occhi fermi verso quel battello si rivolse a Mavet.
    "Da quanto ho modo di osservare potresti avere il piacere di fare altre nuove conoscenze."
     
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    Mavet accettò la missione di Anima Errante, chiedendo se poteva portare con se il suo prezioso ed inseparabile zaino. Lato tipico degli umani, mettere le loro cose negli zaini e portarseli sempre in schiena ovunque andassero, con tutto il peso a gravare sulla colonna vertebrale tutto il giorno. Zarthial fece un leggero verso gutturale che era la sua risata.
    Anima Errante acconsentì al drago di ritirarsi per cacciare e riposarsi e anche lo spettro, infastidito dai raggi solari mattutini, cercò riposo tra le fronde. In mare, invece, si poteva già vedere un'imbarcazione che sembrava venire verso l'isola vulcanica.
    "Consiglio a tutti di recuperare le forze. Ci vediamo qui più tardi" disse il drago dalle scaglie smeraldine.
    Zarthial si piegò sulle zampe possenti, spalancò le ali e, con un gran spostamento d'aria si alzò in volo, di nuovo verso il vulcano ma stavolta non verso la cima dove aveva sconfitto il demone puzzolente. Si librò a circa metà dell'altezza del vulcano per volarci attorno e, non appena sparì alla vista dell'umana e dello spettro, trovò quello che cercava: dei camosci che stavano pascolando sul versante soleggiato del vulcano, dove i rumori della precedente battaglia erano lontani a sufficienza per non spaventarli.
    Gli ungulati, alla vista del drago verde, alzarono il muso e iniziarono a salire lungo il crinale roccioso del vulcano, facendo rotolare varie pietre con gli zoccoli mentre scappavano in preda al panico.
    Nonostante la loro abilità ad arrampicarsi agilmente sulle rocce, non poterono far nulla per difendersi dall'attacco infuocato proveniente dall'alto. La sfera di fuoco ben mirata lanciata da Zarthial colpì le rocce sotto gli zoccoli del camoscio più in carne, facendolo franare lungo il versante ripido ed acuminato. Per il drago fu facile poi ghermire la preda con gli artigli delle zampe anteriori ed atterrare poi nel bosco sottostante per consumare il meritato pasto all'ombra degli alberi e su terreno più stabile.

    Ok, per la prossima missione proseguiamo in questa role o si cambia? ^^
     
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    Zarthial prese il volo per andare a cacciare. Mavet guardò mentre si allontanava sbattendo le ali. "Proprio maestoso" pensò. Si rigirò verso Anima Errante che sembrava fosse perso nei meandri della sua mente. < Ooook, a dopo >. Lo salutò con un gesto della mano e rivoltasi verso la spiaggia riuscì ad intravedere tra le fronde delle palme, un'imbarcazione di pescatori che avevano appena iniziato il loro lavoro. Li osservò per un momento fumando la sua amatissima pipa. Ad un certo punto sentì la sua pancia emettere un rumore. Era normale: aveva saltato così tanti pasti (la carne secca non bastava, era solo uno spuntino per lei). Annuì decisa con la testa e iniziò ad incamminarsi verso il mare. Lo zainetto in spalla, la pipa in bocca. Arrivata sulla sabbia, appoggiò lo zainetto lercio vicino ad una palma e ripose dentro la pipa, approfittando dell'occasione per mettersi in bocca un po' di Erba Pipa. Si tirò su i calzoni ed entrò in acqua. Molto lentamente e cercando di non far troppo rumore avanzò. Si fermò in una secca e rimase immobile per qualche minuto finché non divenne tutt'uno con la natura. Si sfilò un pugnale dalla cinta e appena vide qualcosa che si muoveva SPLASH! Con uno scatto felino affondò il pugnale nell'acqua e lo conficcò nella sabbia. A vuoto. < Dannazione. Per tutti gli unguenti curativi! Vuoi scherzare! >. Ci provò un'altra dozzina di volte senza successo. < Sono maledetta! Io odio l'acqua!>. Uscì e si scrollò di dosso la sabbia. Si strizzò i capelli. Si rimise le scarpe logore e si accasciò sulla palma vicino allo zaino. Sospirò arrabbiata e incrociò le gambe sulla sabbia. Stava tenendo il muso con se stessa a causa del suo insuccesso. Quella smorfia che aveva sempre quando la nonna le insegnava un incantesimo e lei non riusciva al primo colpo a replicarlo. La nonna la prendeva tra le sue braccia e la rimetteva in riga come solo lei sapeva fare. < Devi vedere le cose da un'altra prospettiva, Mav >, era solita dirle. < Sai fare così tante cose che nemmeno immagini >. Sembrava di sentire il suo profumo: odore di vecchio, chiuso, impolverato ma con quella piccola sfumature di miele e biscotti.
    Mavet aprì gli occhi e mise da parte le fantasticherie del passato. Si alzò, si tirò su le maniche e si avvicinò nuovamente all'acqua. Ora però non tirò fuori i suoi amati pugnali, ma con un gesto della mano creò dei cristalli oscuri che con prepotenza affondarono diretti in acqua. Un pesce non molto lontano da lei uscì dall'acqua galleggiando. < Urra! Sii! Yeeee > urlò Mavet. Inizio a ballare goffamente, muovendosi in acqua, saltando e contorcendosi dalla felicità. Si girò verso la sua preda e proprio mentre la raggiungeva un gabbiano atterrò in acqua e le rubò il cibo da sotto gli occhi. < Ehi tu! Maledetto topo albino volante! Torna qui! >. Non ci poteva credere. O meglio, sì, ci poteva credere benissimo. Era sempre così con lei. Ogni volta si trovava una sfiga dietro l'altra.
    Ritornò sotto l'albero e si accasciò nuovamente sul tronco della palma ormai familiare. Con dei movimenti rapidi iniziò a sbattere la schiena impaziente sull'albero. <stupida stupida stupida stupida stupida > si ripeteva e ogni parola scandiva il ritmo del suo colpo col la schiena sul tronco. Improvvisamente sentì un grosso colpo sulla spalla. Si ritrasse non appena sentì il dolore. < Ma che..? >. Una noce di cocco era appena rotolata sulla sabbia vicino al suo zaino. < Mhh, meglio di niente > disse massaggiandosi la spalla indolenzita. Aprì la noce grazie ad una roccia molto appuntita e al suo coltello. Bevve e mangiò e, dopo un gran bel rutto femminile e spettacolare come pochi, si rannicchiò sotto l'ombra della palma e si addormentò, cullata solo dal rumore delle onde del mare che si riversavano sulla spiaggia.

    Edited by Frigg la Selvaggia - 22/8/2018, 15:44
     
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    no, non c'è bisogno di spostarsi

    Lo spettro si rifugiò nell'ombra che gli alberi gettavano al suolo, riuscendo così ad evadere il tocco lacerante dei raggi solari. Si muoveva quieto, acquattato nella tenebra come un predatore taciturno, l'unica parte del suo essere che risplendeva nitida erano i fulgidi occhi rilucenti di rosso. Ogni tanto si sentiva uno sfregio d'acciaio arrugginito echeggiare per quella sorta di giungla, ciò simboleggiava che il vampiro aveva tenuto con se la vecchia alabarda rinvenuta nei pressi del santuario.
    "Preferirei affrontare quel diavolo in terra con un'arma di maggior fattura, ma dubito di trovarla fra le spiagge di quest'isola e non posso spingermi oltre, per ora. Ma anche se il tempo mi fosse alleato, il mio aspetto riprovevole non invoglierebbe di certo un fabbro a cedermi un'arma. Dovrò appagarmi con quest'alabarda finché la ruggine le permetterà di rimanere integra."
    Il pellegrinaggio lo portò ad un silenzioso villaggio sperduto nella parte più interna dell'isola. Il sole levatosi da alcuni minuti non aveva suscitato un singolo uomo, l'aria era satura di un odore oscuro e terribile. Avvicinandosi, la sagoma del paesello da prima nitida si schiarì rivelandone la macabra verità. Porte e tende erano state dilaniate, finestre frantumate e recinzioni abbattute. Segni di uno scontro feroce si propagavano a vista d'occhio assieme a tracce di trascinamento già vecchie di giorni.
    Il non-morto riconosceva le orme che avevano battuto selvaggiamente il terreno, zampe di licantropo. Intuì che i servi di Isvydor ricavassero i loro pasti dalla popolazione locale, rapidi assalti che avevano lasciato come monito solo il cadavere di quello che era un villaggio rilucente di vita.
    Nel suo setacciare si trovò insolitamente attratto da una forgia rimasta a riposo assieme ad armi ed utensili incompleti, situata in un piccolo edificio votato alla lavorazione del metallo.
    Un senso di palpabile familiarità lo invase, quasi come se stesso rivivendo il suo passato.
    Si avvicinò alla fucina, con naturalezza cominciò a riempirla di carbone, abbonante in quella struttura. Una timida fiamma prese a risplendere vivida nel mentre che un denso ammasso di fumo nero risaliva la ciminiera per riversarsi all'esterno.

    Edited by Vulnus Bone - 13/9/2018, 22:07
     
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    Zarthial si nutrì sotto gli alberi sbranando voracemente la sua preda Si gustò tutte le parti commestibili dell'animale e lasciò solo il pelo e le ossa più grosse. Dopo l'abbondante pasto, il drago si dissetò e si ripulì presso un laghetto che si trovava nel boschetto e, sotto le fronde fresche degli alberi si assopì per riposarsi dopo la battaglia. A vederlo sembrava un grosso masso squamoso di smeraldo sotto la copertura vegetale, dall'alto non si sarebbe nemmeno visto, mimetizzato com'era nel verde. Niente e nessuno osò disturbare il sonno ristoratore del drago di fuoco.
    Era circa metà pomeriggio quando Zarthial si svegliò. Un grosso sbadiglio, una veloce occhiata al cielo e una stiracchiata con le zampe e il drago fu pronto. Si incamminò lungo il bosco facendo fuggire le piccole creature che lo abitavano come gli uccelli e gli scoiattoli, risalì il crinale dal quale era sceso dopo la battuta di caccia e rifece in volo la stessa strada dell'andata, atterrando dove aveva lasciato Mavet ed Anima Errante.
    L'umana si trovava a rilassarsi sotto una palma nei pressi della spiaggia mentre lo spettro non si vedeva.
    "Rieccomi. Dov'è Anima Errante?" chiese Zarthial sedendosi sotto alla palma accanto a quella dove si trovava Mavet.
     
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    Scusatemi tantissimo per il ritardo, chiedo venia :please:


    Il sole era già alto nel cielo e Mavet ancora sonnecchiava sotto la palma, quando Zarthial si avvicinò a lei. Il drago le chiese dove si trovasse Anima Errante e lei, alzandosi in piedi e stiracchiandosi, si guardò intorno ancora assonnata. Lo guardò con aria interrogativa mentre alzava le braccia all'insù e l'unica cosa che uscì dalla sua bocca fu un mugugno rauco e stanco. Poi ci rifletté su " Non era carino rispondere con quel tono ". < Non saprei, sai, l'ultima volta che l'ho visto era sotto quel grandissimo e maestoso albero, lì nella radura dove ci hai lasciati > disse accendendosi la pipa che aveva recuperato dallo zaino. < Forse è meglio ritornare lì, che ne dici? >.
    I pescatori all'orizzonte erano spariti e la mattinata era volata, dormendo, esausta dopo lo scontro. In quelle prime ore del pomeriggio non vi erano molti rumori sulla spiaggia a parte la risacca del mare e il fruscio del vento.
    < Ehi, ti va se ti faccio qualche domanda? Sai, non penso di aver mai parlato con un drago per così tanto tempo. Siete proprio forti voi, eh? In più sono anni che non ho dei compagni di viaggio, ok, in realtà non ne ho mai avuti. Non sai nemmeno quanto è difficile trovare qualcuno che ti accetti, parli troppo, mi dicono, ok , no, non me lo dicono, tutti cercano solo di strami alla larga, no, ok, la verità è che io cerco di stare alla larga da tutti. Non sai mai chi potrebbe essere lo sconosciuto davanti a te, un predone? Un viandante inesperto? Un animale pericoloso? Un commerciante avido? Una famiglia che cerca di trovare un posto sicuro in cui vivere? Una dolce vecchietta? No, solo una vecchietta nella mia vita è stata dolce con me, la mia nonnina, mi ha insegnato tuuuuuutto quello che so sulla magia e anche di più! Mi ha cucito perfino questo zainetto! > disse indicando il lercio zaino che portava su una spalla. < Si trovano così tante persone in viaggio, sai ho viaggiato tanto, non per vantarmi, anzi per nulla, ho viaggiato VERAMENTE tanto, in lungo e in largo, però sai, dopo essere stata in prigione qui, per una ruberia da nulla, quando hai fame hai fame, no! Poi dopo essere stata quasi impiccata là, si insomma le streghe non sono ben accette dappertutto; ho deciso che il posto migliore in cui vivere era Kengard. In realtà era l'unico posto che sapevo nessuno mi avrebbe disturbata, è un'isola così grande! Comunque, era da tantissimo tempo che non tornavo qui a Kengard e pensati che io volevo solo tornare a casa, a Città dei Corvi, nella palude di Andorix, ci sei mai stato? Ohhh è un posto meraviglioso, non c'è tutto questo sole ma l'odore della melma e del fango mattutino mi manca veramente troppo. Non ho mai trovato un posto così nelle altre terre, al di là del mare. Non lo so però, non mi sentivo ancora pronta a tornare dopo quello che avevo fatto... Comunque! Non stiamo parlando di me! Perché sei capitato proprio qui? > Mavet continuava a parlare a raffica lasciando solo qualche secondo tra una frase e l'altra per prendere una boccata di pipa. < Ohhh guarda > continuò senza lasciar rispondere all'ultima domanda il drago, puntando un dito verso la chioma di un albero < Un banano! Ahhh le banane che buone che sono, ma lo sai che io con questa frutta ci ho campato quasi una settimana? Poi per fortuna ho trovato delle bacche buonissime succose, rosse, con cui per un periodo ho creato anche un unguento per i capelli, sai in quel periodo come profumavo. Non ho toccato l'acqua per 8 mesi, sono stata proprio fortunata a non dover passare fiumi a nuoto. Io odioooo l'acqua, per fortuna che posso berne poca, anche se in realtà la birra non mi disseta tantissimo, però che buona la birra. Sai come si fa? Perché io non lo so e ogni volta mi tocca sempre comprarla a quelli spilorci dei nani, sono delle carogne. Non dico che tutti i nani siano delle carogne, però dannazione! Voglio della birra! Non voglio un'ascia! Non mi serve un'ascia! Ho la faccia da una che sa tenere in mano un'ascia? No perché dimmelo! Magari sono io che non capisco che ho una faccia da una che usa le asce? Ma ti sembra opportuno? Vai lì per un barile di birra ed esci con due asce e tre pugnali nuovi! Ed il bello! Io non ho tanti soldi! Quindi figurati. Qual'è il tuo cibo preferito? Aspetta i draghi cosa mangiano? Perché so quello che tutte le creature mangiano, ma i draghi proprio no! Ti dà fastidio se ti do' della creatura? Nel senso non è offensivo o razzista vero? Non mi so proprio come comportare, le parole, buah, questi grandi misteri. Ci crederai o no, ma io sono una tipa molto taciturna. Già! >.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ho deciso, come alla tundra, di far uscire con stile il personaggio di Vulnus che non ruola più.
    E quindi... essendo estremamente lungo il post di chiusura, ho deciso di inserirlo sotto spoiler:


    E mentre Zarthial mangiava, Mavet... parlava e il mondo continuava a ruotare attorno al sole...
    anima errante uscì.
     
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    Zarthial si voltò per un veloce attimo verso il grosso albero indicato dall'umana, grosso albero che era da solo. Non c'era nessuno sotto di esso, o almeno, così era l'apparenza. Il drago verde tornò ad ascoltare l'umana e mano a mano che le domande si seguivano una dopo l'altra, la sua espressione di muso divenne da curiosa, a basita a totalmente seccata, così seccata che verso le ultime domande, Zarthial cercò una qualsiasi cosa in grado di tappare la bocca all'umana. Sapeva che gli umani erano molto bravi ad usare la lingua per parlare ma quell'esemplare femmina superava ogni limite. La soluzione al problema era rappresentata niente poco di meno che dal banano indicato dall'umana. Quel prestigioso albero aveva foglie grandi, morbide e verdi che Zarthial poteva infilare nelle orecchie per non sentire l'umana e allo stesso tempo forniva caschi con un numero sufficiente di banane che potevano tenere occupate le fauci di Mavet.
    "Se le scimmie sono ghiotte di banane e gli umani discendono dalle scimmie, allora anche gli umani sono ghiotti di banane!" fu il pensiero mentale di Zarthial che proprio a Kengard scoprì l'esistenza delle banane e delle scimmie. Entrambe non presenti nella sua terra nativa. E scoprì che anche le scimmie erano buone da mangiare.
    Zarthial si limitò a rispondere, cercando di mostrarsi meno seccato possibile, all'ultima della lunga serie di domande di Mavet.
    "I draghi sono carnivori come i lupi. Mi sono appena mangiato un intero camoscio sul vulcano. Ora, per favore, aspettami qui un attimo..."
    Il drago verde si diresse al grosso albero dove doveva trovarsi Anima Errante ma non trovò nessuno. Lo spettro non si trovava nè sotto, nè sui rami del maestoso albero. Nemmeno l'olfatto del drago rilevò la sua presenza. Gli ultimi segni di presenza dello spettro erano i resti di un fuoco presso una fucina abbandonata.
    Zarthial realizzò che lo spettro se n'era andato, senza di loro.
    Prima di tornare da Mavet, il drago approfittò del fatto che la ragazza fosse distratta dal fumare la pipa per dirigersi dal fantastico banano e prendere un casco con una dozzina di banane per lei e foglie per lui. Nemmeno si vedevano, infilate nelle orecchie verdi del drago. Il casco di banane atterrò proprio davanti all'umana quando Zarthial tornò.
    "Anima Errante è partito senza di noi e ora io non resto qui ad aspettarlo di nuovo. Sono diretto a Knawr, dove ci sono dei Maleyes che mi aspettano. Se vuoi ti posso trasportare fino là, ti ho anche procurato delle fresche provviste per il viaggio. Sali!"
    E il drago, ora quasi sordo per via delle orecchie tappate, si accucciò per far salire nuovamente l'umana e, una volta issata sulla sua groppa, partì alla volta del Bacio delle Onde.


    Zarthial esce
     
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    Mavet aveva appena sentito la risposta di Zarthial e stava per replicare, quando lui si scusò e prese il volo. < Ohh carnivori, eh? Buona la carne! > disse solo urlando più forte che poteva per far sentire le sue parole al drago. Continuò a fumare la pipa chiedendosi quando sarebbe tornato Anima Errante, così da poter iniziare una nuova avventura tutti e tre insieme. Alla fine, a parte il fatto che quell'essere doveva essere più morto che vivo, sarebbe stato interessante fare tante domande anche a lui. Non vedeva proprio l'ora.
    Il drago tornò e li mise davanti un casco intero di banane. Le si illuminarono gli occhi! Aveva finalmente trovato qualcuno che l'ascoltava e le poteva fare da amico. Non ci credeva, era al settimo cielo. Guardò il drago con un bel sorriso beato e staccò una banana per mangiarsela. Però, poi, appena sentì la triste notizia della partenza di Anima Errante, che li aveva scaricati, dopo averli promesso una così bella avventura, si rabbuiò. Con uno sguardo perso nel vuoto, finì la sua banana e prese il casco sotto il braccio. Obbedì alle parole del drago, che l'avrebbe accompagnata in qualche posto con le onde, non lontano da Knawr e si arrampicò sull'amico. < Io odio l'acqua > disse, stringendosi alle squame della schiena di Zarthial, < Ci sarà tanta acqua? > chiese guardando con occhi scuri l'orizzonte. Nemmeno il fatto di essere portati sulla groppa di un drago la riuscì a sbloccare dalla tristezza e dalla sensazione di abbandono. Sospirò e i due presero il volo verso il tramonto.

    Anche Mavet esce, pronta a raggiungere il Bacio delle Onde
     
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