Paura e delirio a Città Sotterranea

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  1. Frigg la Selvaggia
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    Semplicemente Selvaggia

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    Allora, dopo attente riflessioni, ho pensato che cercherò di dare una degna conclusione a questo capitolo con l'aiuto di Tira. Pensavo di continuare l'avventura in un'altra parte dell'isola di Kengard senza però i personaggi di Akira e di Mephisto che immagino siano impossibilitati a continuare, qualcosa mi inventerò <3 kisses


    < Be', già che c'eri potevi prendere anche qualche candelabro > rifletté Samuel grattandosi la testa. Benjamin gli diede una gomitata sulla pancia e lo guardò male alzando le braccia < Non dargli altre idee, pesce lesso, sembra sia già confuso di suo così! >. Benjamin prese un bel respiro grande e guardò Thyen < Sarai proprio la mia morte, piccoletto, tu e questo imbecille di mio fratello >. Da dietro Sam guardava il fennec con un sorrisone e tutti i due pollici alzati in segno di approvazione. Grande! sembrava dirgli con lo sguardo.
    Benjamin si accovaccio vicino alla torre ammucchiata di anelli, anellini e cerchi e sentì il respiro di suo fratello sul collo. Si alzò improvvisamente, tirò un pugno sulla testa di Samuel e gridò < Controlla il prigioniero! Brutto ratto di sentina morto! >. Diede un'occhiata a Thyen < Scusami, diatribe familiari > e si rimise all'opera. Samuel si lamentava della botta in testa bofonchiando parole sottovoce. Si avvicinò all'omone, controllò che la corda fosse legata bene e gli diede un calcio su una gamba ma John Ellis non si mosse, era ancora inconscio. Fece spallucce e si stravaccò sul divanetto accanto coprendosi gli occhi con un cappello floreale da signora, cappello che aveva trovato lì per terra nel soqquadro generale del negozio. Intanto, Benjamin era intento a scavare nella catasta cercando l'anello. Mentre cercava nel marasma, vide qualcosa di trasparente: erano un paio di occhiali. Li osservo e pensò che sarebbero stati utili a qualcosa, così se li intascò, come in realtà quasi tutto quello che sembrava valere qualcosa o luccicare perché d'oro. Dopo un po' si sentì un urletto: Benjamin, alzatosi, iniziò a saltellare come un dannato con qualcosa in mano. < Yuhuuu, guarda! > disse a Samuel che si era svegliato dalla siesta. Aprì la mano e mostrò al fratello il NULLA. < NIENTE! Assolutamente un bel niente, è una cannonata in mare. Sammy, prendi un dannato sacco! Mi sembra di star pulendo la carena della Bloody Odin dai cirripedi! >. Così dicendo Sam si destò del tutto e con il suo nuovo cappellino fiorito da signora, scavalcò un tavolo e prese un sacco da per terra < Trovato! > glielo lanciò e Benjamin mise tutta la montagna di roba nel sacco. < Non sembreremmo dei ladri? > chiese Sam al fratello guardandolo mentre egli raccoglieva tutto il ciarpame dorato nel sacco. < Noi non siamo ladri, Sammy! Siamo pirati > . E così dicendo sorrise, mettendosi il sacco in spalla. I tre compagni uscirono tutti insieme, Samuel mano nella zampa con Thyen, non volevano perderselo proprio ora. Che gang! Due pirati gemelli, uno con un sacco in spalla, l'altro con un cappellino floreale in testa insieme ad un piccolo fennec/volpino dalle orecchie gigantormi parlante. Nessuno avrebbe potuto sbarrarli la strada!
    Arrivarono all'entrata della bottega di Gunhild a Distretto dell'Acqua ma prima di entrare Samuel guardò il fratello e disse che lui avrebbe aspettato volentieri fuori per fumarsi un po' di tabacco nella sua vecchia pipa. Stupido, sei in acqua, gli disse con i gesti il fratello. Lo prese per l'orecchio ed entrarono tutti insieme nella bottega. Gunhild, la sirena dai capelli argentati li accolse tutti e tre con entusiasmo, soprattutto il piccolo fennec. Gli si avvicinò e con grande delicatezza cercò di prenderlo in braccio, guardò i due fratelli e sorrise amabilmente. Con il linguaggio dei segni fece intendere a tutti e due che quell'adorabile creatura le aveva rapito il cuore e che avrebbe voluto tenerselo per sempre con lei. Dovete sapere che il linguaggio dei segni, almeno quello usato a Città Sotterranea per comunicare nel Distretto dell'Acqua è una lingua con delle regole ben precise da rispettare ed ogni minima sbavatura del movimento ha dei risvolti molto ilari. Per questo quando si parlava con Gunhild era anche molto difficile stare seri poiché il suo modo di parlare era quasi accomunabile ad un russo che parla italiano, mantenendo il suo accento da Madre Russia: insomma moderatamente sganasciante. Samuel non ci aveva fatto molto caso quando la mattina era andato a chiedere il grasso di narvalo, perché l'importante per lui era che non ci fosse Benjamin. Benjamin sapeva essere un vero e proprio perfettino riguardo la lingua dei segni e non perdeva occasione per commentare con uno sguardo al fratello le uscite della volva. E quindi ogni volta che Samuel entrava con il fratello da Gunhild, egli faceva delle figure a dir poco infelici, imboressandosi per qualunque sguardo o segnale il fratello gli facesse notare. Forse era anche per questo che la mattina, quando la sirena l'aveva scambiato per il fratello, non si era dato pena di correggerla. Si sapeva che Gunhild preferiva Benjamin al gemello. Fortunatamente il Capitano voleva Thyen nella sua ciurma e dopo non poche preghiere, la strega mise giù il povero fennec che ora sembrava più un porcospino da quanto il suo pelo fosse arruffato.
    Benjamin si ricompose lisciandosi i capelli e sorrise alla sirena con sguardo affabile. Lei chiese se avessero l'Anello di Borg e il ragazzo annuì e chiese se lei avesse del grasso di narvalo. Gunhild sorrise con i suoi denti marci ed entrò nel ripostiglio. Benjamin si girò verso Sam sfregandosi una mano con l'altra, diede un buffetto sulla testa a Thyen e iniziò a rovesciare il sacco sul bancone della volva. Gunhild tornò con il vasetto di grasso e con sguardo interrogativo chiese spiegazioni alla piccola gang pirata. < Cosa esso significare!? > disse a gesti. Benjamin si girò verso Samuel con sguardo mattacchione. < Ehh? > disse dando una leggera gomitata sul pancino del fennec. < E' stato un piacere fare affari con te, mia dolce volva squamata! Il tuo premio è qui da qualche parte! BUONA CACCIA! > e facendo ciao ciao con la manina i tre sacchi di pescato se la diedero a gambe verso il bordello.

    Il Capitano O'Malley non era certo conosciuta per il suo gentile tatto da signorina, era un capitano dei dieci mari e in essi giravano voci sulla sua grande capacità di tortura. Quando voleva una cosa, in un modo o nell'altro la otteneva. Freya teneva il mendicante per il collo, lo stava spingendo con così tanta forza al muro che faceva fatica a proferire una parola. < Sai, Cieco, cosa voglio sapere? Sono appena stata attaccata da qualcuno che forse tu conosci > strinse ancora più forte < Pirati del Cerchio, Elfi! Capitanati da un certo Taron e stavano cercando qualcosa, qualcosa a me molto caro in questo momento! > lasciò andare la presa e il mendicante cadde rovinosamente sul fondo schiena magro. < Non so niente > disse piagnucolando < Sono solo un vecchio mendicante, un pover'uomo affamato, per favore >. Il Capitano si guardò intorno, le persone che affollavano la via non facevano caso alla situazione, nessuno voleva ficcarsi in guai che non gli competevano. Ma nella folla, un curioso attirò l'attenzione del Capitano: cappuccio in volto, stava palesemente facendo finta di comprare qualche ferraglia in una bancherella, ma continuava ad avere lo sguardo fisso sulla scena. Il capitano si girò verso le due reclute e ordinò sottovoce < Entrate nel bordello, arrivo subito >.
    In un batter d'occhio partì di corsa verso il bersaglio che con agilità era scattato in mezzo alla folla. Il Capitano si mise all'inseguimento dell'ombra che continuava nella foga a buttarle addosso tutto quello che trovava nel suo percorso. Sotto il mantello grigio sembrava nascondersi un adulto, a giudicare dall'altezza e dalla forza. Era di sicuro una spia in cerca della mappa o forse stava semplicemente controllando le mosse del nemico. Freya saltava e scansava le casse piene di bottiglie, le galline e tutto il cibo che l'uomo inseguito continuava a tirarle addosso. < Dannazione se è veloce! >. Improvvisamente il Capitano si fermò, si concentrò sul bersaglio e sfilò dalla cintura un coltellino. Chiuse gli occhi per una frazione di secondo, respirò e tirò stendendo il braccio. Un sibilo sfrecciò in aria in direzione della spia. Ma il coltello si conficcò sul muro. La figura si era accovacciata per non farsi beccare dal coltello. Freya era molto scioccata, non solo era stata quasi seminata ma non era riuscita nemmeno a beccare un bersaglio così semplice. La spia si alzò come se non fosse successo nulla e si voltò guardando la donna dai capelli rossi, il volto ancora coperto dal cappuccio. Con una mossa secca estrasse il pugnale dal muro e scomparve girando in un vicolo. Freya corse fino all'incrocio dei vicoli e si guardò intorno. L'aveva perso!
    Sconfitta e umiliata tornò davanti alla porta del bordello. Improvvisamente un braccio la prese da dietro e in un secondo lei riuscì a districarsi dalla presa e atterrò il suo assalitore puntandoli un pugnale alla gola. < Samuel Blake! Vuoi forse farti scuoiare?! >. < Capitano! > disse il ragazzo togliendosi il cappello floreale in segno di rispetto. Il Capitano O'Malley si tirò su, Samuel fu preso per la camicia dal gemello che lo aiutò ad alzarsi scuotendo la testa.
    < State aspettando qualcuno, Capitano? > chiese Benjamin guardando la ragazza con un sorrisetto beffardo. < Non più > disse lei, toccando il fodero vuoto del coltellino e guardando verso il luogo dove aveva interrogato inutilmente il Cieco. < Entriamo maledetti uomini! Avete fatto tutto quello che vi ho chiesto di fare? > intimò con voce grave entrando dalla porta nel bordello.
     
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