Paura e delirio a Città Sotterranea

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  1. Tirannosaurorex
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    Splendore celeste

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    C'erano molte cose che Thyen non capiva. Dall'enorme quantità di acqua che lo aveva circondato da quando aveva abbandonato il suo deserto al perché fosse l'unico di sua conoscenza a poter capire cosa gli animali dicessero, erano davvero un sacco le questioni che non riusciva a spiegarsi. Una di queste era: come era finito in quella situazione? Com'è che quei pirati lo avevano condotto davanti ad una delle sue nemesi? Perché lo volevano costringere a salire su una... nave?
    Dopo aver teso la scatola verso il capitano ed essere stato bellamente ignorato sia da lei che dai suoi due scagnozzi, seguì i tre umani verso la locanda dove li aveva incontrati per la prima volta. Non fecero nemmeno in tempo ad entrare che il raggiunsero all'esterno un gruppetto di loschi individui, tutti accomunati da uno sguardo piuttosto preoccupato. Thyen riconobbe la scimmia che salì sulla spalla del capitano come uno dei membri della ciurma pirata (in bocca sentiva ancora il gusto della bevanda terrificante che gli aveva servito nella locanda). Tra i tizi che Thyen non riconobbe (neanche lui sapeva se era perché non ci avesse fatto caso o se non fossero stati presenti), c'era anche un enorme serpentone con uno strano accento sibilante. Dal modo in cui si riferiva alla capitana, Thyen capì che anche lui faceva parte della ciurma... poi stop. Non ascoltò nient'altro.
    Per tutti i granelli di sabbia su cui aveva zampettato, ma quanto aveva da parlare? A sua discolpa, quello strano serpente non era tanto bravo a raccontare le storie. Le sue S rendevano il discorso un po' troppo complesso da seguire e pur di non ascoltare quello che diceva, Thyen si intrattenne osservando l'ambiente circostante mentre seguiva gli altri correndo sulle quattro zampe. Non che bocciasse completamente il povero serpente, eh, ma doveva lavorare un po' sul modo in cui raccontava: per esempio, si supponeva che il protagonista vincesse contro i cattivi, non che perdesse conoscenza in un vicolo! Quello che era perso veniva sempre ritrovato alla fine di tutto e non era mai successo che il racconto terminasse con il furto della propria nave! Il marinaio che aveva incontrato nel deserto invece... oh, lui sì che era stato un genio nel raccontargli le meraviglie di quello strano mondo sull'acqua!
    Il racconto finì e ben presto anche la loro corsa. Thyen, distratto com'era, finì per scontrarsi contro uno dei due pirati che lo avevano accompagnato nei meandri del lago, ma si allontanò prima che il pirata potesse voltarsi e capire cosa lo avesse urtato. Li raggiunsero prima un omone peloso che la piccola volpe doveva aver già visto nella locanda e da un ragazzino poco più alto di lui, che scarabocchiò qualche strano ghirigoro su un suo quadernetto.
    Fu solo quando la capitana indicò una nave lì vicino che Thyen cominciò a dimostrare le prime perplessità. Guardò tutti i presenti con uno sguardo imbronciato, sperando di attirare l'attenzione di almeno qualcuno.
    < Ehm, abbiamo davvero bisogno di una nave per andarci? Non è che vi posso raggiungere a piedi o qualcosa del genere? > chiese Thyen con titubanza, a nessuno in particolare.
    Ricordava ancora cosa aveva provato il suo stomaco su una di quelle cose: non era esattamente quel genere di esperienze che voleva replicare.
     
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49 replies since 18/4/2018, 13:44   2543 views
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