Itios!!!!! Ti piace la pace vero?

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    Egli lo sapeva che doveva esserci qualcosa che non quadrava in quel elfo.
    Stava vagando per il campo di battaglia sforacchiando guardie a destra e a manca, quando all'improvviso avvertì come una sensazione di pericolo provenire dalle proprie spalle.
    Voltandosi vide l'ultimo, (dei moicani),arrivato, che smanaccava con le mane a destra ed a manca scagliando palle di fuoco come se ne andava della propria vita; ah giusto, ne andava proprio della propria vita: ma questo non giustificava il fatto che egli avesse commesso quell'obriobrioso ed inutile gesto.
    Non vi stò nemmeno a dire quanto fosse furioso Makon, vi basti sapere che iniziarono a scaturire dalla sua bocca cose del tipo:
    "ohiboarciohibosupercalifragiliohibhoohibhoohibhoohibhoohibhoohibho".
    Decise però di non scagliarglisi contro e di non favellargliene 4, non aveva senso sprecare il frutto della contrazzione dei suoi polmoni, (anche se in effetti non necessitava di fare quest'azione), e favelle con omuncoli di tal genere.
    Quando finalmente tutti i nemici ebbero capito chi con le buone, chi con meno buone, chi comandasse in quel posto, giunse il momento di proseguire lungo il sentiero che il destino stava dipanando d'innanzi ai sei, chiamiamoli cosi', eroi.
    Il manipolo di guardie li condusse verso una collinetta, ai piedi della quale due sentieri si snodavano pigramente inoltrandosi nei meandri della Madre Terra.
    Subito il percorso si fece angusto, finchè lo spazio disponibile permise al gruppetto di avvanzare solamente due alla volta.
    Ad un tratto una voce evidentemente non umana, carica com'era di proffonda saggezza, li accolse.
    "ohi bho, se egli percepisce solamente la magia," si disse Makon, "avrà che divertirsi se dovesse rivelarsi uno che porta scompiglio in questo luogo di pace" concluse il vampiro, mentre sbucavano nel cuore della collina; li ad attenderli nient'altro che un bracere fumante, e due occhi colorr dell'ambra che li scrutavano dall'oscurità.
     
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    "Ti ringrazio per averli condotti qui" continuò la voce, probabilmente ridolta al losco capitano.
    Si aspettava in risposta un "ogni sua favella è un ordine", ma non arrivò niente del genere.
    Kestrel cercò di guardarsi attorno: la penombra celava i tratti di niente più di una modesta caverna, le cui pareti presentavano strani glifi parzialmente illuminati dalle fiamme danzanti.
    Il bracere al fianco dei due occhi gialli si espanse all'improvviso, rischiarando tutto l'ambiente circostante come se qualcuno l'avesse ravvivato con un sospiro di vento.
    Il drago si rivelò. Le sue squame castane e i suoi occhi vivaci ma piuttosto stanchi non delineavano esattamente la figura più terrificante e tremenda del multiverso; sembrava piuttosto un drago avanti con l'età e troppo affranto dai propri cruci per poter manifestare la fierezza della sua specie.
    Eppure la voce non era quella di una creatura antica, sembrava anzi piuttosto giovanile.
    "Ascoltate"
    Perché doveva iniziare con ascoltate, dato che erano venuti lì per ascoltarlo? Va beh...
    Kestrel si grattò il collo con fare disinvolto, appartandosi in un angolino buio per rigirarsi il vestitino che si era accorto di aver indossato al contrario. Sbuffò sonoramente, mascherando nell'oscurità le cose brutte che si sarebbero viste sotto i riflettori se non vi fosse stato l'angolino segreto a tergo delle fiamme. Ascoltò le parole di Hadar mentre si smutandava con fierezza.
    "So che avete combattuto contro Shanxian, quello che sta accadendo qui fuori è incredibile"
    "Chi? Il monaco con evidenti problemi ddi... forma fisica? S'è trasformato in un affare immondo!" fece il ragazzo, giusto per apparire ancor più disinvolto.
    "Lo so" rispose il drago. "Non potete sconfiggerlo, la sua potenza è..."
    "È morto"
    ...
    Silenzio di tomba.
    "Che cosa?"
    "Si è come dico, il qui presente Makon lo ha ammazzato in malo modo. Perché, era prezioso?"
    "Nessun umano può..."
    "Ma lui è un vampiro! Anzi è un oiboh"
    Altro silenzio di tomba. "Emh scusa Makon, non era mica un segreto vero?"
    Le guardie cominciarono a confabulare fra di loro, dando vita ad un chiacchiericcio decisamente intrigante:
    "Per me Shanxian è ancora in circolazione"
    "No, per me è morto"
    "No, per me è ancora in circolazione"
    "No, è morto"
    "No, per me è un mago"
    "Il mio più grande amico lui era"
    E via dicendo. Quando il contegno venne ritrovato, sepolto sotto la suola destra dell'inserviente, Hadar riprese a parlare.
    "Questa è una grande scoperta. Fortunatamente non sono dovuto intervenire per fermarlo. Ascoltate, lui non faceva parte del Consiglio dei trenta, anche se il monaco che avete visto era effettivamente uno di loro. L'uomo, o meglio il demone contro cui avete combattuto, aveva preso le sue sembianze per infiltrarsi insieme ad altri demoni nella prossima assemblea che si sarebbe tenuta nella grande piazza di Itios. Fra di loro vi sono alcuni individui potenti, ma questi demoni si sono approfittati degli elementi più deboli separatamente... i guaritori, gli artisti, i fabbri... nel consiglio non tutti posseggono abilità in grado di respingere mostri di tale portata"
    Lax starnutì dal fianco (anzi dall'anca) dell'inserviente.
    Così, a caso. Quest'ultimo si spostò per non essere smoccicato brutalmente in codesta empia maniera
    "Mentre i più alti esponenti del consiglio saranno riuniti, i demoni di livello più basso prenderanno d'assalto la città. Questo non deve accadere. Alcune delle più coraggiose guardie del luogo, nonché le più preparate, resesi conto del pericolo hanno creato una potente alleanza in grado di tener testa a minacce di discreta pericolosità, ed è a me che si sono rivolti sapendo cos'è accaduto a Calispera"
    (non so più come si scriva sta benedetta Calispera, ormai lascio con la c)
    "Lei" continuò, "è la mia compagna. La storia vi risulterà complessa, e per spiegarla nella maniera più chiara e breve possibile posso solo dirvi che viene da un'altra epoca. Anch'io provengo dallo stesso tempo, siamo stati scagliati in questa vostra linea temporale proprio dal me che viene da questo mondo. Lui invece è purtroppo per inviare noi in questo tempo è dovuto rimanere in quello passato, e ha fatto ciò perché io e Calispera potessimo vivere insieme. Il problema sta nella contaminazione demoniaca che ha corrotto Calispera, un potentissimo demone evocato da un trio di streghe e dalla follia umana ha infiltrato in lei il seme demoniaco. Ormai ha perso il controllo, questo è accaduto proprio perché era lei ad avere il compito di fermare quel demone, ma nonostante i suoi enormi poteri è rimasta corrotta dall'influsso maligno della creatura. Purtroppo..."
    Questa volta la pausa non sembrava dettata da un tentativo di costruire in maniera convincente il discorso. Le palpebre di Hadar si socchiusero. Il suo chiaro ventre si ritirò sotto le zampe, mentre cercava di non mostrarsi turbato.
    "Purtroppo è stata proprio lei a generare questi mostri che stanno complottando contro Itios e i suoi vertici. Sono portato a credere che non lo faccia né volontariamente né perché trama qualcosa di complesso, sembra che i suoi demoni cerchino solo potenti avversari da affrontare. Per questo vogliono isolare i membri del consiglio,camuffandosi fra di loro dopo aver ucciso coloro di cui hanno assunto le sembianze. E quel maledetto sindaco si rifiuta ancora di crederci, lui e le sue guardie. Ho solo rimediato questo nel cercare di farli ragionare"
    Espose un'ala verso il gruppo, mostrando una ferita che solcava per metà la membrana superficiale.
    Kestrel voleva commentare con un "Aiha, deve aver fatto male", ma per una volta fu Kurama a suggerirgli di stare zitto.
    Non per altro, ma la conversazione lo allettava.
    "Quindi andrei direttamente al sodo. Ho chiesto ai qui presenti guerrieri di cercare chi potesse far fronte al più presto ad un simile agguato, dato che se io mi fossi allontanato alla ricerca di qualcuno non sarebbe rimasto nessuno a salvaguardare l'integrità dei cittadini ignari. Allo stesso tempo non potevano essere troppi i guerrieri che potevano uscire da Itios, o sarei rimasto da solo"
    Sembrava quasi aver aggiunto un atteggiamento patetico, come a voler chiarire che non era in grado di cavarsela da solo contro un paio di mostriciattoli. A Kestrel quella cosa non piacque per nulla.
    Però l'importante era che nel frattempo si era rimesso i vestiti.
    "A quanto pare avete avuto fortuna" fece notare Fehrar, convinto e spavaldo più del solito. Si perché come al solito è troppo mainstream.
    Il drago annuì. Forse non aveva colto la beffarda ironia del micio. Poco male, avrebbe imparato bene a conoscerlo.
    "D'accordo ho capito" si immise Kestrel. "Aspettiamo la riunione, scazzottiamo tutti i trenta trentini così da esser sicuri di buttare giù le gengive anche ai demoni camuffati e i problemi sono risolti. Dico bene? Se sono tutti come quello Shanxian ci sarà poco da penare"
    ...
    "Anzi no, ventinove! Shanxian è già andato sotto terra"
    ...

    Hadar emise un breve sospiro.
    "E non vi ho ancora detto tutto"

    E infatti non lo disse, perché Aes ha sonno ^_^
     
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    Finalmente, la caverna venne rischiarata dal braciere e così l'elfo finalmente poté osservare il così tanto favellato drago. A primo impatto non gli diede l'impressione di essere una temibile minaccia, ma pensò tra sé e sé che a volte le apparenze ingannano.
    A quel punto quest'ultimo attaccò con la sua mega spiegazione sui demoni che avevano preso di mira il consiglio, di viaggi nel tempo e cose simili e il povero elfo si mise le mani tra i capelli per la disperazione e gli venne l'impulso di interromperlo per chiedergli maggiori spiegazioni, ma non gli sembrò il caso di interrompere un drago. Lo lasciò finire e solo a quel punto, dopo che Kestrel ebbe esposto la sua idea, si permise di dire: "Scusatemi, ma se ho capito bene, non tutti i componenti della cerchia sono dei demoni, quindi non rischieremmo di eliminare gente innocente se li facciamo tutti fuori senza scoprire se sono degli impostori oppure no?" Poi fece un sospiro e si preparò forse all'ira del drago con la prossima domanda: "Inoltre, non sarebbe più facile eliminare la fonte dei demoni?"
     
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    Quando le fiamme divamparono illuminando gran parte della caverna, Makon fece qualche passo verso un'angoletto buio; purtroppo per lui così facendo venne a trovarsi nei pressi di Kestrel ei fu. siccome immobile ospite nobile, dello spogliarello messo in atto dal ragazzo.
    Volto lo sguardo in direzione delle fiamme, vide il proprietario della voce misteriosa che li aveva accolti:
    Non era un drago particolarmente imponente, ne maestoso ma ciò che colpì il vampiro fu la possanza del suo spirito; mentre il drago narrava le vicende accadute che avevano portato a quel momento, Makon colse una sorda disperazione trasparire dalle parole dela nobile creatura; disperazione evidentemente data dalla situazione nella quale si trovava la sua compagna.
    "mio meraviglioso amico" disse il vampiro in direzione di Kestrel, "il fatto che io sia un vampiro penso che sia evidente ai più; ma il fatto che fossi un Oiboh... bhe avrei preferito rimanesse celato."
    "ohi bò, se sono tutti come quel monaco.... bhe favelliamo che la cosa non è stata delle più ridenti; è stato neccessario l'impiego di tutto il mio notevole fondo di potere per sconfiggerlo", concluse Makon con aria mesta; ciò che aveva detto non era espressione di supponenza ma... un dato di fatto.... forse anche lievemente espressione di supponenza in fin dei conti.
    Quando l'elfo focherello se ne uscì con l'idea di andare direttamente alla fonte del problema, o meglio di eliminare Calispera, il vampirozzo si preparò a fuggire tramite un portale d'ombra e si assicurò di avere Kestrel a portata di mano per portarselo con se.
    "ooooohiiiii boooooooohhhhhh!!!!!", esclamò Makon tra sè e sè, "bisogna essere proprio degli inetti totali per proporre ad un drago adulto di ammazzare la propria compagna divita....."
    Fatto il necessario per prepararsi alla fuga, Makon si mise in predisposizione d'animo per godersi la scena che, ne era sicuro stava per svolgersi d'innanzi ai suoi occhi.
    scusate la poca presenza del Makoniano, ma devo riprendere la manon con codesto superbo idioma
     
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    Kestrel stava parlando a sproposito, Makon parlava a sproposito per definizione...
    e ora anche Roxium. Lui aveva parlato a sproproproproposito, a spropositissimo a bestia.
    Il primo ad avvedersi di ciò fu proprio Makon, che dopo aver riversato un fiume di parole stranamente comprensibile, e anche piuttosto breve per i suoi standard, sottolineò l'incresciosità della situazione.
    "Il favellar del qui presente oiboh non mi turba" asserì il capitano delle guardie, con la fierezza che solo un capitano delle guardie poteva manifestare, "bensì l'indomito interloquire dell'impertinente elfo. Che i boschi siano luoghi troppo selvaggi per portare ai suoi abitanti saggio consiglio? Non consideravo il popolo elfico tanto privo di makoniano intelletto"
    *Dal vocabolario - Makoniano intelletto - = sapienza suprema (cit. voce del verbo oiboh)*
    Hadar dal canto suo agitò semplicemente le grandi ali, che cominciarono a conferirgli un aspetto un po' più regale e draconico di quanto non avesse fatto prima la sua espressione affranta. Portò i lucenti artigli di una zampa d'innanzi al muso, passando la lingua fra le dita e scrutando attraverso l'oscurità fino al coraggioso e stupido Elfo.
    "Ne convengo" ammise, con una punta di amarezza. "Quello sarebbe il metodo più diretto per giungere all'obbiettivo. Ci sono solo... due piccoli inconvenienti"
    Facendo leva sulle zampe posteriori si sollevò e avanzò di qualche passo, facendo riecheggiare il ticchettio degli artigli sulla buia roccia.
    "Callispera è troppo potente anche per tutta l'intera Itios riunita, e questo è sicuramente il primo dei due ostacoli. Il secondo..."
    Con la coda tracciò un arco a mezz'aria, riversando tutta la propria veemenza sulla parete al suo fianco, sbriciolandone la superficie e lasciando un solco visibile anche se immersi nella penombra. "sta nel semplice fatto che, anche nel caso vi riusciste, non vivreste abbastanza a lungo per gioire della vostra impresa"
    Emise un basso ringhio. Hadar sembrava tanto carino e coccoloso, ma simili affermazioni risvegliavano senza troppa difficoltà il drago che era in lui.
    "Ma stai tranquillo" si immise Kestrel. "cinquantasei avversari sono ben più intriganti di uno solo. Faremo fuori i demoni, salveremo Lastrispera e to..."
    Lax lo interruppe convinto.
    "Callispera! Si chiama Callispera!"
    Il ragazzo, che di solito si faceva trasportare dai suoi discorsi, faticò non poco ad accettare tale intromissione. Portò le mani ai fianchi, battendo ritmicamente un piede per terra.
    "Callispera eh? Dimmi nano, con la C o con la K?"
    ...
    e si scatenò l'inferno.

    Dall'altro lato del multiverso

    Soffici refoli di vento sfioravano gli arbusti, accendendo di vita ed energia ogni segmento della realtà circostante.
    "Hai inviato la lettera al dottore?"
    "Si, sarà qui a breve"
    Scintille di sole si poggiavano sulle foglie, dipingendo di verde il mutamento del cielo e l'avvento della nuova stagione.
    "Deve essere qui subito. Kairus percepisce il riunirsi di fonti d'energia molto potenti, sanno sicuramente di noi"
    "Io non credo. Si stanno sicuramente riunendo per eliminare i demoni dalla città, e per liberare dall'influsso la dragonessa"
    "Se fossi in te starei attento"
    Come artigli silenziosi e serpeggianti, le ombre proiettate dalla vegetazione disegnavano un'ampia cupola, all'interno della quale un piccolo mondo di pace prendeva forma.
    "Quando il dottore sarà qui... non correremo alcun rischio"
    Rumore di passi, candide impronte.
    In mezzo alla festa della natura, linee rosso sangue.
    Il dottore stava arrivando.

    Hadar, assieme al nutrito gruppo di nuovi alleati e ai fedeli compagni in armatura, aveva cominciato a muoversi. Non dovevano perdere tempo, più tempo aspettavano e più demoni sarebbero riusciti ad infiltrarsi fra di loro. Potevano anche trovarsi infiltrati fra di loro per quanto ne sapevano, non dovevano giungere al punto in cui nessuno si sarebbe fidato più di nessuno.
    Anche perché già c'è casino così in questa role, se no poi è davvero un delirio ^_^
    "Ciò che hai detto prima è vero, vampiro" riprese Hadar, rivolto a Makon solo con la voce. Teneva lo sguardo fisso di fronte a sé, al frastagliato orizzonte di abitazioni, straducole e colline che tracciavano l'apparentemente innocuo profilo di Itios. "Le creature che andrete ad affrontare sono ben più che pericolose. Il loro potere tuttavia è solo un frammento di quello della mia compagna di un tempo. Adesso l'energia negativa l'ha resa spaventosa quanto prima era gentile, e non c'è modo di sovvertire lo svolgersi degli eventi. Posso solo sperare che siate abbastanza forti ed uniti da saper come agire"
    Tirò un lungo sospiro, soffiando con malcelata tensione attraverso le narici.
    "Il me di questa epoca chiese aiuto per poter tornare nel passato, e adesso io, che non sono nient'altro che la sua controparte più giovane, sto di nuovo chiedendo aiuto. In questi anni non sembro cambiato per niente"
    Non era rivolto a nessuno, probabilmente neanche a se stesso. Doveva solo esternare quei pensieri per sfogare la propria frustrazione.
    Dopo alcuni battibecchi fra Lax e Kestrel, una segreta pacca di Fehrar sulla spalla di Roxium per la follia di poco prima e altre varie ed eventuali favelle dalla dubbia utilità, si ritrovarono di fronte ad un inquietante spettacolo.
    Di fronte a loro, sul suolo, si apriva un ventaglio di macabri segni rossi che si dirigevano in diverse direzioni. Davano l'impressione di intrecciarsi in manieera fin troppo casuale per avere un reale significato, ma non si erano certo disegnati da soli.
    Hadar rimase in silenzio, visibilmente confuso da quella strana visione.
    "Makon, hai mangiato da queste parti?" chiese Kestrel, indicandolo con fare accusatorio. "Guarda che casino! Non ci si diverte a tracciare percorsi con la cena, non è bello"
    "Percorsi..." ripeté Hadar, come se le parole del ragazzo avessero davvero cercato di trovare una soluzione alla faccenda.
    "Si, percorsi! Makon, dove portano? Hai giocato alla caccia al tesoro?"
    Kestrel continuava ad indicare il vampiro, senza curarsi minimamente della tensione che man mano si stava accumulando nel gruppo.
    Le tracce rosse in effetti si riunivano per portare ad un'unica direzione.
    In fondo all'ultima linea, accanto ad una manciata di bianchi petali strappati, vi erano dei segni più chiari ed uniformi. In parte nascoste dai fili d'erba, giacevano le parole "Il dottore vi attende"
    Ovvai che si inizia. Prima di andare avanti voglio chiarire un paio di cose sulla role precedente a questa, che ho completato con altri utenti e quindi può darsi che molte cose non siano comprensibili: Hadar dell'epoca in cui siamo, vecchietto, stava cercando la famosa Ossidiana del tempo, la pietra che si dice sia custodita nell'Ossidiana d'argento. Ashtag #leggete le storie dei luoghi xD
    Dopo averla recuperata, non si sa bene come (e si potrebbe scoprire proprio in questa role) e averne scoperto i segreti (idem) aveva bisogno di qualcuno che lo accompagnasse nel passato per salvare la sua dragonessa Callispera che era stata corrotta da un demone mentre cercava di impedirne la rinascita.
    E niente, Hadar trova come aiuto i protagonisti della role, grazie al rito dell'Ossidiana del tempo riescono a tornare nel passato e da lì si scatena l'inferno più totale. Come al solito. Un dettaglio curioso è nella pietra stessa: ha le fattezze di un uovo nero, d'ossidiana, che per attivare il proprio potere richiede un piccolo tributo di sangue. In poche parole, tutti coloro che utilizzano la pietra/uovo per viaggiare nel passato nell'epoca richiesta devono versare qualche goccia di sangue nella pietra/uovo, e poi richiuderla. Dopo varie complicazioni che non serve riassumere riescono a impedire solo in parte che Callispera venga corrotta nel passato, infatti riescono ad uccidere le streghe che stavano evocando il demone ma quest'ultimo ritorna lo stesso seppur incompleto.
    Il gruppo, guidato dal vecchio Hadar, voleva precedere l'arrivo di Callispera e uccidere le streghe perché la dragonessa non dovesse intervenire, così da impedire che venisse corrotta eccetera eccetera. Il problema è che il demone è comunque potentissimo, e riesce a tornare al suo massimo potere mettendo tutti in difficoltà. Quando Callispera arriva, con disperazione di Hadar vecchio (che in quel momento incontra anche l'Hadar giovane ovvero di quell'epoca), il demone ormai è tutto pronto per combinare un casino. Lei fa ciò che deve fare, ovvero assorbe l'energia negativa di questo demone perché è Over Powered allo schifo, ma per fortuna anche tutti gli altri nel gruppetto assorbono un po' di quell'energia negativa.
    Callispera quindi riesce a far scomparire il demone, perché è Over Powered allo schifo, e soprattutto non viene contaminata del tutto dato che qualche altro frammento d'energia se lo sono preso gli altri.
    In definitiva, invece di essere corrotta del tutto è corrotta... al 90%, quindi è ancora recuperabile. L'Hadar vecchio rispedisce tutti nel presente sempre grazie alla pietra, e con un piccolo stratagemma fa in modo che Hadar giovane (quello del passato) e Callispera vengano proiettati attraverso il tempo insieme.
    Quindi, con l'Hadar vecchio che deve rimanere tutto triste nel passato, gli altri (il gruppo di protagonisti, Hadar giovane e Callispera corrotta) tornano nel presente.
    Con un po' di sforzo riescono a far addormentare Callispera grazie ai poteri della mia stra pucciosa over powered ancor più allo schifo Liya, che era con loro, e da lì c'è il vuoto.
    In seguito inizia questa role, e il resto lo stiamo facendo noi U.U
    Capitossss?

    PS: se Liya si fosse impegnata non avremmo avuto un seguito perché è Over Powered ancor più allo schifo dello schifo, di conseguenza l'ho dovuta trattenere come al solito. Tanto per lei è tutto un giochetto, se si complicano le cose è più yea! E ci sono più role da fare soprattutto :yea:
     
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    Il commento del capitano delle guardie non piacque per niente a Roxium, e stava per rispondergli a tono senza pensare, ma rapidamente cambiò idea, perché non gli sembrò saggio attaccare briga con i propri alleati e quindi con calma gli rispose: "Certo che i boschi sono selvaggi, ma il popolo elfico è una nobile e saggia stirpe.", poi con un sorriso aggiunse: "Io però sono un elfo fuori dal comune e con il passare del tempo mi sono lasciato trascinare dai modi di fare e di parlare della gente comune".
    Detto ciò, si accorse che il drago aveva aperto le ali e lo stava scrutando con il suo sguardo e che stava avanzando lentamente e nel frattempo snocciolava le ragioni per cui fosse una pessima idea fronteggiare "Callispera. Quella più convincente fu la devastante sferzata di coda del drago verso la parete che lasciò un grande solco e dopo questa dimostrazione di forza e il provvidenziale intervento di "Kestrel, l'elfo si rassegnò e si ritrovò d'accordo con l'idea del ragazzo.
    Hadar e gli altri iniziarono ad avviarsi verso l'esterno e l'elfo li seguì a ruota pensando di essere fortunato di non essersi trasformato nella cena del potente drago e non passò neanche un'ora per essere presente a un altro evento raro, ovvero Fehrar gli diede una segreta pacca sulla spalla e l'elfo in cambio gli strizzò l'occhio con aria complice, ma il suo piccolo divertimento venne interrotto da una scena molto macabra: segni rossi di sangue e una frase enigmatica. Il dottore vi attende... in cuor suo l'elfo era diviso in due: una parte era un po' scossa e preoccupata per il nuovo pericolo imminente, ma dall'altra parte, non vedeva l'ora di scoprire chi fosse questo fantomatico dottore.
     
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    Salto Elexar che è morto, così avete più materiale per rispondere tutt'eddue.
    Vai ora Roxium, poi Elexar, poi io :yea:


    "Il dottore eh? Qualcuno di voi ha per caso male al ginocchio?" chiese Lax, con prepotenza. "Se no posso rimediare io, altrimenti a cosa serve un dottore"
    Tutto convinto, il nanetto avanzò di gran carriera portandosi in testa al gruppo come sapesse cosa stava facendo. Adagio proseguirono, senza porsi ulteriori domande.
    Hadar non si lamentò di chi gli stava davanti. Si alzò in volo e guidò il gruppo attraverso la periferia di Itios, seguendo le sottili linee scarlatte che si facevano sempre più spesse ed inquietanti man mano che si avvicinavano alla meta. Giunsero in breve Di fronte ad uno strano edificio, troppo ben fatto per trovarsi in mezzo a delle colline, troppo insolito per poter risultare normale. Chi avrebbe mai eretto una così ampia abitazione in mezzo a degli alberi e ad un paio di sassi, a diverse centinaia di metri dal paese? Non era quella la direzione che avrebbero dovuto prendere, ma Hadar aveva silenziosamente seguito le strane tracce. Qualunque fosse stata la fonte di quel misterioso messaggio, non potevano ignorarla. Era più che ovvio che la dragonessa ne fosse coinvolta; se non lei, i demoni a cui stavano dando la caccia.
    L'insolita struttura presentava una facciata ricca di affreschi e fregi di diverse forme e dimensioni, alcuni raffiguranti segni incomprensibili di colore rosso e altri mani e dita che si protendevano verso l'esterno come a voler ghermire lo spettatore. Quel luogo trasudava minaccia da tutti i punti di vista, ogni centimetro dell'ambiente circostante invitava i visitatori ad allontanarsi. Ma non loro, loro erano attesi dal dottore.
    "Si ma... chi accidenti è questo dottore?" domandò Kestrel, tutto brioso e fiero.
    Nessuno gli rispose. Attorno a loro echeggiava unicamente il respiro del vento, un suono lugubre quanto indecifrabile. Solo l'essere in numero così ampio evitò ai presenti di voltarsi e tornare sui propri passi, menti più instabili avrebbero velocemente compreso che quello non era luogo per loro.
    Hadar atterrò d'innanzi al portone. Due grosse ante metalliche e cigolanti aprivano il passaggio ad un androne immerso nell'ombra, protetto da un insieme di colonne di pietra nera sormontate da capitelli da cui sporgevano, come artigli, tre pugnali per ciascuno dei pilastri. Il drago non si curò minimamente dell'aspetto del luogo, facendosi strada attraverso i cupi corridoi interni, le cui mura erano tappezzate di mosaici che sarebbe stato un eufemismo definire raccapriccianti. Volti deformi, arti mutilati, gole squarciate, erano solo alcune delle rappresentazioni in stile estremamente realistico poste ad adornare le pareti.
    L'inserviente e il nanetto proseguivano l'uno a fianco all'altro, due prodi guerrieri in avanscoperta in quel sinistro luogo pululante di morte. Solo il drago li precedeva, proseguendo senza timore guidato solo dalle lugubri fiamme verdastre di alcune lanterne incastonate sul soffitto ad illuminare il percorso. Non era certo fuoco comune quello, e neanche un mero capriccio di luce riflessa.
    "Simpatico questo posto" commentò Kestrel, assestando per sbaglio un pestone a Fehrar. Si, per sbaglio... ^_^
    I loro passi si alternavano nel silenzio, unendosi in una marcia decisa e omogenea. Il timore dell'ignoto poteva spaventarli, non certo fermarli.
    Hadar e i suoi seguaci, o meglio compagni di battaglia, avevano ben chiaro l'obbiettivo; adesso divenuti loro alleati, anche Makon, Roxium e gli altri non si sarebbero tirati indietro.
    "Benvenuti"
    All'udire quella voce, nessuno mosse un altro passo. Avevano raggiunto una stanza ampia ed illuminata, dall'aria quasi sacrale.
    Le pareti, come il soffitto e il pavimento, erano di un bianco estremamente levigato e lucido. Ad esse erano addossate file di letti e poltrone; soffici cuscini rivestiti di tessuto rosso erano disposti morbidamente su ogni seduta, accanto a alcuni mobili in legno chiaro su cui poggiavano strane statuette ad impreziosire l'atmosfera con crani e ossa acuminate.
    La gran parte dei letti erano vuoti. Alcuni, però, ospitavano i corpi di umani e creature di varia natura, con le palpebre abbassate come immersi nel più profondo dei sogni.
    Non provenivano odori né rumori dalle figure distese. Neanche il respiro dell'unico individuo sveglio nella stanza, seduto ai piedi di un letto in fondo alla stanza, era percettibile.
    Questo si alzò in piedi. La veste bianca che ricopriva il suo intero corpo, ad eccezione delle mani e della testa, ricadde ai suoi piedi come un velo. Il suo volto era quello di un giovane umano sulla trentina, dai lineamenti sinuosi e delicati. La sua pelle chiara appariva liscia e vellutata, mentre i corti capelli neri incorniciavano due occhi rossi di fuoco che sembravano comunicare con l'inferno stesso.
    "Aspettavo la vostra visita"
    Kestrel mosse una mano nella sua direzione, facendo il segno dell'OK.
    "Sei il dottore? Allora sei tu a doverci visitare"
    Lax ridacchiò.
    "Brava volpe! Dignene quattro!"
    Descrivere quanto i loro commenti fossero fuori luogo sarebbe... beh, fuori luogo, quindi ci limiteremo alle inutili movenze nelle quali si destreggiò il nano. Cominciò a spostare gli arredamenti come nulla fosse, analizzandone minuziosamente la fattura come non avesse mai visto un mobile in vita sua.
    "Egregio! Che elegante intonaco, che colori sublimi! Questa si... è arte!" (cit. Deidara dopo il peto ai fagioli della fan fiction che ho pubblicato di là U.U)
    "Oh ti ringrazio" rispose l'uomo. "Tengo particolarmente all'aspetto della mia umile dimora. Siate così gentili da accettare il mio invito a sedervi"
    Indicò i letti liberi, passando rapidamente lo sguardo su ognuno di loro.
    "Prego, non abbiate paura"
    No no, perché mai si sarebbe dovuto aver paura di quell rassicurante postticino, in una così idilliaca situazione?
    "Cerca di non perdre tempo, e di non far perdere a me la pazienza" lo incalzò Hadar, con voce tonante.
    "Drago, non ti aggrada la cortesia di sederti? Resta pure sulle tue zampe se preferisci"
    Hadar grugnì. Quella voce melliflua e irritante avrebbe mandato in bestia fibre molto più resistenti. Anche Fehrar, che solitamente era un maestro nell'infastidire il prossimo, snudò gli artigli.
    "Quanti volti ostili sto scorgendo. È un peccato sapete? Desideravo porvi a vostro agio, e invece dovremo..."
    Kestrel si lanciò di convinzione verso il presunto dottore, con la guardia sollevata e la spada che oscillava ancorata alla sua schiena. Il vestitino rosa non contribuì all'epicità della scena, ma si abbinò perfettamente con il capitombolo che ne seguì quando provò a centrare il demone con un pugno. L'avversario si era mosso così rapidamente che non aveva avuto modo di fermarsi in tempo, finendo di faccia su un cassetto che il dottore aveva aperto giusto un istante prima.
    "Mhh..." l'uomo indicò Roxium e Makon, ignorando Kestrel. "voi avete un che di interessante. Sembrate frutti acerbi in procinto di maturare, come il vostro amico che è appena finito addosso ad uno dei miei comodini preferiti"
    Sul volto del dottore si dipinse un inquietante sorriso. Dalle sue mani si materializzò un feltro di filamenti azzurrini, metà dei quali raggiunsero Kestrel e scomparvero appena sfiorarono il suo corpo. Il ragazzo si ributolò di lato, battendo un'altra craniata. Questa volta sulla gamba di un letto.
    "Accidenti alla sacrestia di Sangervasius!"
    Non sembrava aver subito l'effetto della tecnica del demone, non in apparenza almeno.
    Il dottore avanzò a lenti passi verso il gruppo, mentre Kestrel si rialzava e lo fissava con odio.
    "Non si può avere una conversazione civile a quanto pare"
    In un attimo impercettibile il dottore si materializzò di fronte a Roxium, e nuovamente generò quei fili dall'aspetto sinistro che aveva scagliato contro Kestrel.
    L'elfo non poté evitarli, soprattutto a causa dello spazio circostante molto ridotto e dell'affollamento creatosi quando tutti erano entrati in quella stanza. Le guardie si gettarono sul losco individuo di cattiveria, ma nessuno dei loro colpi andò a segno se non quelli che finirono per scambiarsi l'un l'altro nel tentativo di centrarlo.
    Il filo di una delle spade, tuttavia, lacerò la veste del dottore.
    ...
    E ora son cazzi!
    Sia Kestrel che Roxium ebbero una strana sensazione. Si sentirono come scomparire, per poi riapparire in un punto diverso del vano, esattamente dove prima si trovava l'altro.
    Si resero conto con sgomento di non essersi fisicamente spostati. In qualche maniera, il dottore aveva scambiato i loro corpi, e adesso la mente di uno si trovava nelle membra dell'altro.
    "Ma che arcicaiser!" strillò Kestrel, quando comprese di essersi trasformato in Roxium. "Cavolo si! Sono tutto un fuocoooooo! Ora per davvero!"
    ... emh...
    si va beh xD
     
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    Dopo che tutti ebbero letto l'inquietante scritta, il nanetto tirò fuori l'ennesima frase cazzuta che includeva lo spaccamento di qualche ginocchio e dichiarato ciò, il gruppo si mise in cammino seguendo la direzione lasciata dalle inquietanti linee scarlatte con Hadar in testa al gruppo. Esse li condussero verso un altrettanto edificio inquietante e ciò che colpì l'elfo fu la facciata, ricca di affreschi e fregi di diverse forme e dimensioni, alcuni raffiguranti segni incomprensibili di colore rosso e altri mani e dita che si protendevano verso l'esterno. Ammirato ciò, il drago atterrò proprio davanti all'ingresso e senza avere un minimo dubbio, entrò in quello strano edificio e anche se in cuor suo Roxium fu un po' scioccato da una visione simile, seguì gli altri all'interno, il quale era molto sontuoso, ma allo stesso tempo inquietante come l'esterno. Quando raggiunsero una stanza molto più elegante rispetto a tutto il resto, una voce diede a loro il benvenuto e ciò fece bloccare in un istante la marcia del gruppo. Subito cercò con lo sguardo il proprietario della misteriosa voce e in un battibaleno individuò questo enigmatico dottore, che dopo una rapida occhiata identificò come un demone dato dai suoi occhi rossastri.
    Dopo di che vide il nano elogiare l'arredamento della stanza e ciò fece sorridere l'elfo, ma si rimise subito in guardia quando il dottore propose a tutti quanti di riposarsi sui restanti letti vuoti e si trovò subito d'accordo con il drago quando quest'ultimo rifiutò categoricamente l'invito.

    - Bene, immagino che dovremmo essere cauti se non vogliamo subito... Non fece nemmeno in tempo a finire la frase nella sua mente, quando vide il giovane ragazzo vestito di rosa lanciarsi a testa bassa contro il nemico, ma esso con uno scatto quasi impercettibile lo evitò e il suo giovane alleato finì di prepotenza contro un comodino. Dopo questa mossa, il presunto dottore puntò il dito contro l'elfo e il vampiro etichettandoli frutti acerbi... "Ma acerbo a chi???" esclamò senza ritegno e visto che ormai la diplomazia non poteva più essere usata, lo guardò con uno sguardo infuocato e aggiunse: "Fatti sotto se ne hai il coraggio!!" Il dottore però non sembrò affatto interessato alla proposta dell'elfo e fregandosene altamente di lui, materializzò con le mani un feltro di filamenti azzurrini metà dei quali scattarono verso il ragazzo colpendolo in pieno, ma essi sparirono non appena a contatto con lui. Dopo questa figura barbina del suo alleato, Roxium stava per estrarre la spada, ma non riuscì nemmeno a mettere la mano sull'elsa perché il dottore si era materializzato proprio davanti a lui e gli scagliò contro i medesimi fili azzurri e non avendo spazio di manovra per togliersi dalla traiettoria, lo colpirono in pieno. Dopo di che aspettandosi di sentire dolore, rimase stupito quando sentì solo una sensazione stranissima, ovvero quella di scomparire e di ricomparire da un'altra parte della stessa stanza e rimase di stucco quando osservandosi per cercare eventuali ferite, notò che indossava l'imbarazzante vestitino rosa indossato dal suo compare, ma ciò che gli fece prendere quasi un colpo fu quando vide davanti a sé il proprio corpo e capì di conseguenza che quello stramaledetto dottore li aveva fatti scambiare di corpo stile Ginew di Dragon Ball!
    Poi ascoltando l'esclamazione del ragazzo, se ne fregò altamente del nemico e gli rispose stizzito: "Ehi, quella è la mia frase!!!!" Detto ciò si appuntò mentalmente di fare quattro chiacchiere con Kestrel, ma una voce estranea al suo interno gli disse: -"non credi che ci sono cose più importanti al momento?" Panico... di chi era quella voce ascoltata nella sua stessa mente??? D'istinto gli rispose "Beh, in effetti non hai tutti i torti, ma una volta finito tutto ciò devo comunque dirgliene quattro!" Poi pensandoci solo in quel momento aggiunse: - "Aspetta... Ma tu chi diavolo sei?????"
     
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    Makon pensò che dovevano ritenersi fortunati se dopo la domanda di Roxium nessuno di loro aveva riportato squarci e dissanguamenti vari; cosa si aspettava quel folle elfo? Forse che Adar gli rispondesse:
    "Ma mio caro ti prego ti andare ad assassinare la mia compagna di vita!" ?
    Certo che l'idiozia di certa gente non aveva mai fine si disse il vampiro mentre ascoltava la fine del racconto della nobile fiera.
    Finalmente si misero in marcia con il fierissimo drago in testa diretti verso la cittadina che avevano lasciato pocanzi, ma prima di giungervi si inbatterono in alcuni strani segni rossi tracciati, così pareva, col sangue sul terreno.
    "mio volpino amico" disse Makon volgendosi verso Kestrel, "come sapete io la cena non la spreco, al massimo la faccio levitare....".
    Quando riportò lo sguardo sul complicato intrigo che le linee componevano sul terreno, s'accorse che Adar aveva spiccato il volo dirigendosi verso una dimora gentilizia che sorgeva nel mezzo del nulla....
    "ohi....bho! codesta struttura quando è sorta, visto che quando siamo passati di qui mentre posavamo un piede d'innanzi all'altro per giungere nella cavità naturale scavata nella roccia posta sotto la collina ove si trovava adar, non l'abiamo notata?"
    "se rimembri bene, mio caro.... gentle.... oddio non tanto men direi...." interloquì un'austera voce, come abbiamo visto l'intelletto di Makon era dotato di coscenza propria, "mentre posavi i tuoi leggiadri quarti posteriori su questa terra baciata dal sole, eri impegnato a mostrare a quel mediocre demone i tuoi supponenti e strabilianti poteri. Quindi può essere che qualche dettaglio sia sfuggito ai tuoi bulbi oculari...." Makon riflettè su queste favelle così cariche di verità intrinseca, e dovette convenire con il proprio intelletto.
    Mentre il vampiro disquisiva con il suo super-bo io, che Froid accompagna solo, la compagnia dell'anello.... ops la compagnia del drago, giunse alle porte della casa; quel che si parò davanti ai loro occhi, non era un presagio di benevolenza....
    Altri segni rossi adornavano le facciate esterne dell'abitazione, e suggerivano in maniera palese che li aspettava una trappola; in effetti le mani che parevano ghermire i nostri eroi sembravano lì lì per afferrarli dai muri.
    Ma sbattendosene altamente di tutti i segnali di pericolo, il drago col proprio seguito dietro di sè, varcarono la soglia e si fecero avanti.
    Non starò qui a narrarvi ciò che vi era dipinto in maniera così cruda e vivida sulle pareti interne, poichè lo ha già fatto Aes, quindi sarebbe inutile; se volete rileggete il suo post precedente per farvene un'idea.
    Giunti che furono alla fine del corridoio, varcarono la soglia di una stanza bianca con lettini, poltrone e mobili ovunque.
    L'unica cosa interessante in quella stanza era l'uomo vestito di bianco seduto in una poltrona sul fondo della stanza che li accolse garbatamente, ma il tutto fu rovinato dal colore rosso dei suoi occhi.
    "che spreco di favelle" si disse Makon, "mai un nemico che si dichiara malvagio e basta... devono sempre presentarsi con un aspetto buonista e accondiscendente...."
    Dopo uno scambio di battute che il vampiro non si prese nemmeno la priga di ascoltare, il cosidetto dottore rivelò le proprie intenzioni:
    si mosse così infretta che gli occhi vampireschi di Makon fecero fatica a scorgerne le movenze, e Kestrel finì per tirare una boccata in un mobile per essere poi avvolto da filamenti azzurri scaturiti dalle mani del demone. Tale attacco non parve causare danni evidenti al ragazzo.
    Successivamente il dottoremone si portò difronte all'elfo attaccandolo con la medesima tecnica e pure in questo secondo attacco non si videro danni evidenti.
    Senza aspettare il suo turno di essere attaccato, Makon sparì per riapparire un paio di metri alle spalle del demone, e lo racchiuse in una morsa di sabbia che gli bloccava le braccia lungo i fianchi.
    Il vampiro era piuttosto soddisfatto di sè, ma sapeva che la questione sarebbe stata lunga da sbrogliare.
     
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    Cosa diamine era accaduto?
    Presto detto: un macello, Kestrel nel corpo di Roxium! Roxium nel corpo di Kestrel!
    O per bacco, dioniso e diobacco, le cose sarebbero presto degenerate. Il dottore se la rideva divertito, con un ghigno malvagio ad increspargli le labbra. Come ogni cattivo che si rispetti insomma, mancava solo la risata malefica alla Neo Cortex e s'era a posto.
    Makon intervenne subito, senza dar tempo al dottoremone di contrattaccare, e lo intrappolò velocemente con la sabbia. Kestrel dal canto suo sembrava esterrefatto; non tanto per l'avvenuto scambio di corpi, quello era intrigante a dire il vero. Solo che... non sentiva più Kurama! Dopo anni, decenni di torture, finalmente sarebbe toccato a qualcun altro! Non poté trattenere un sorriso istintivo, a cui aggiunse un'esclamazione di puro gaudio.
    "Finalmente!!!!"
    Non credeva sarebbe mai stato possibile, più che altro dubitava fortemente che avrebbe avuto altre occasioni come quella. Con l'espressione più felice del mondo si avvicinò al dottore, che impassibile se ne restava immobile nella presa di Makon, e brandì la spada che doveva essere di Roxium dato che se l'era ritrovata in mano.
    Con un paio di tagli netti liberò il demone dal guscio di sabbia, preparandosi ad un'accesa oiboh ramanzina di quelle professionali. Non aveva importanza, non poteva non ringraziare il sedicente dottore, gli aveva fatto il regalo più bello del mondo.
    Pasqua era arrivata anche a Kengard, e che sorpresa in quell'uovo di drago!
    Senza curarsi di quanto stesse accadendo lì attorno, cominciò a correre in giro balzando sui letti, poi da un letto all'altro, schiacciando impietoso i poveretti che ancora se ne stavano distesi a riposare attorno a loro. Alcuni di loro si lamentarono nel sonno, emettendo qualche grugnito e imprecando tali-divinità supreme dalla dubbia credibilità.
    Uno, particolarmente irrascibile, si alzò per dare un ceffone a Kestroxium per poi rimettersi a dormire tutto tranquillo, così come nulla fosse. Chi diavolo erano quegli individui? Una cosa era certa, gran parte di loro aveva il sonno pesante.
    Non curandosi delle conseguenze, e quando mai se ne curava, Kestrel cominciò ad utilizzare i suoi nuovissimi poteri prima di subito. Percepiva il calore ribollirgli nelle vene, una vivace brama di dar fuoco a qualsiasi cosa gli si parasse di fronte. Sentiva l'energia attraverso le mani, scivolare lungo tutto il corpo; diede letteralmente adito alle fiamme, evocando una vampata senza rendersi nemmeno conto di cosa avesse fatto. Ovviamente il colpo non era diretto all'arcigno dottore, bensì al comodino che aveva causato la sua rovinosa figura barbina di poc'anzi.
    Lo stesso comodino accanto a cui si trovava un altro lui stesso. Si accorse troppo tardi di star per incenerire Roxium, ma non avendo alcun controllo su quel potere calorifero non riuscì né ad interrompere né a deviare il getto di fuoco.
    Il demone, invece, grazie all'aiuto di Kestrel era riuscito ad allontanarsi indenne e a distanziare il gruppo di qualche metro. Nessuno fece in tempo a proferir favella che una botola si aprì sul pavimento, come fosse sempre stata lì, e il dottore vi balzò dentro fulmineo.
    Il passaggio stava per richiudersi, ma fu proprio in quel momento che si manifestò il poderoso inserviente. Egli ,con una capriola tendenzialmente ninja, sferrò un devastante calcio alla botola e la scassò a metà, facendone piombare un frammento in testa al dottore che stava atterrando chi sa dove. Ne seguì un tonfo, un bestemmione e un altro tonfo,mentre il meccanismo della struttura che chiudeva il passaggio si era impallato e la botola aveva cominciato ad aprirsi e chiudersi a ruota libera.
    "Presto!" ruggì Hadar impetuoso, fiondandosi nel passaggio nascosto e finendo di fracassare quello che era rimasto integro.
    Le guardie lo seguirono, assieme all'inserviente e a Lax, che scesero mano nella mano in maniera fin troppo gaya per non essere notata. In realtà si stavano solo facendo roteare l'un l'altro a mezz'aria per fare i fighi, ma questa è un'altra storia.
    Fehrar se n'era rimasto fuori, mentre le ultime guardie scendevano.
    "Puoi andare" disse a Makon, passando poi lo sguardo sui corpi sopiti sui letti circostanti, che Kestrel aveva infastidito a tal punto da ridestare. Il ragazzo se la stava prendendo con il comodino, tempestandolo di calci e pugni e facendo fracassare le nocche al povero corpo di Roxium che, una volta ritornato alle proprie sembianze, avrebbe sicuramente avuto di che lamentarsi.
    Kestrel stava gironzolando per la stanza mentre palleggiava con il mobiletto, che costantemente passava a pochi centimetri dai volti degli uomini dormienti. Anche i poveri pazienti del dottore avrebbero avuto di che lamentarsi una volta svegli.

    "Ehi Roxium, se devi farmi parlare almeno usali bene i congiuntivi" si lamentò Kurama, rompendo la quarta e la quinta parete così a buffo.
    (Roxium non considerare questa frase)

    "Sai in che guaio ti sei cacciato?" gli rispose mentalmente, sghignazzando.
    Se da un lato Kestrel era al diciassettesimo cielo per essersi sbarazzato temporaneamente della volpe, anche Kurama adesso aveva un nuovo compagno di giochi che non aveva la più pallida idea di come controllarlo per tenerne a freno i poteri. Roxium avrebbe passato un brutto quarto d'ora nel cercare di comprendere cosa stesse accadendo dentro di lui.
    "Mi chiedi chi sono, elfo? Io sono... tuo padre"
    Questa volta Kurama non ruppe nessuna parete dimensionale, quindi la frase è valida e l'aveva pronunciata realmente, ma la citazione andava fatta. ^_^
     
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    "Mio padre eh? Non credo proprio, dato che è morto anni or sono"." Pensò l'elfo in risposta a quella nuova estranea presenza dentro alla sua mente. Stava per rivolgergli qualche altra domanda per saperne di più, ma si interruppe quando vide Kestrel liberare il demone dal guscio di sabbia generato dal vampiro e a causa di questa visione l'elfo, ora umano usò tutto il suo vocabolario più colorito verso il ragazzo. Quando il povero Roxium riprese un po' di fiato, rimase sbalordito quando il ragazzo iniziò a fare il delirio più totale saltando di qua e di la, ma rimase sconvolto quando vide che il giovane aveva scagliato una vampata di fuoco, la quale si stava dirigendo verso il comodino a cinque centimetri da lui e lanciando un'altra imprecazione colorita l'elfo si scansò immediatamente visto che conosceva il danno che quelle fiamme procuravano.
    Non appena si riprese dallo shock, Roxium notò che il demone si era calato in una botola che si stava richiudendo dietro di sé, ma grazie al tempestivo intervento dell'inserviente, metà della botola si staccò e in un battito di ciglia, il drago finì l'opera e scomparì nel passaggio seguito a ruota dalle guardie, l'inserviente e Lax. Roxium stava per avviarsi, ma si bloccò sul posto quando due cose attirò la sua attenzione: la prima fu Fehrar che esaminava i corpi nei letti e ciò lo insospettì non poco, ma decise di dare più attenzione alla seconda cosa, ovvero il giovane ragazzo che si stava divertendo con il suo nuovo corpo. Come una furia si dirisse verso di lui e con un tono non poco cordiale esclamò "Ehi, Che ne dici di finirla di ferire il mio corpo inutilmente?" Poi ebbe un'illuminazione, quindi si calmò un po', chiuse gli occhi e pensò: "Non ho ancora ben capito chi sei, ma indubbiamente conosci il ragazzo da più tempo di me e quindi illuminami: ma lui si comporta sempre in questa maniera delirante?" Pensato ciò riapri gli occhi e fissò intensamente il giovane.
     
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    Era molto indeciso:
    restare li e malmenare Kestrel, il fatto che avesse cambiato corpo non poteva fregargliene di meno, avrebbe fatto rientrare la personalità del ragazzo nel corpo originale a suon di schiaffoni nel muso, oppure inseguire il dannato dottore in quel buco apertosi nel pavimento dove tutti si erano infilati allegramente?
    Alla fine prese la decisione di seguire il demone per sfogare su di lui la frustrazione datagli dal comportamento di quel imbecille del suo compagno ; ma prima di gettarsi con grazia nella botola, agguantò un letino sopra il quale giaceva ancora una persona, e lo scagliò senza tante cerimonie contro l'elfo; purtroppo la veemenza fu tale che il lettino si diresse contro l'elfo, ma il tizio che dormiva beatamente sopra scivolò via e volò sorridendo nel sonno contro la faccia di Ferar.
    Senza aspettare di vedere cosa sarebbe successo, camminò con grazia verso la botola e vi si fece scivolare dentro.
    C'era talmente tanta gente li sotto, che quando Makon atterrò finì a pie pari sulla testa di Lax, e usandola come trampolino la sfruttò per balzare in aria e dopo un'elegante capriola a mezzaria, che non sgualcì nemmeno gli abiti del vampiro, riatterrò a cavallo di Adar.
     
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    Makon era sceso. Ormai in superficie erano rimasti soltanto Roxium e Kestrel, rigorosamente uno nel corpo dell'altro, assieme a Fehrar che si era preso sul muso un paziente del dottore.
    Con un sordo miagolio cercò di fare come Baglioni, ovvero togliersi dai..., ma la sua coda venne inesorabilmente schiacciata dalla venuta del poderoso corpo dormiente e dal rispettivo materasso. Il felino scrutò con fare vagamente perplesso l'elfo e l'umano mentre nascondeva la coda fra le zampe, rendendosi conto solo a quel punto dell'effettivo scambio di corpi. In un primo momento gli era parso che fossero entrambi bellamente impazziti, e che il dottore avesse la capacità con le sue strane tecniche di bruciare i pochi neuroni di cui erano ancora dotati.
    Comunque fosse, il demone si era dimostrato molto abile, e nonostante l'aspetto umano si muoveva in maniera fin troppo rapida e precisa. Non sarebbe stato un avversario semplice, non per quella gentaglia.
    Da quello che aveva capito Hadar non era un esperto combattente, e nonostante possedesse la pericolosità di un giovane drago avrebbe potuto trovarsi in seria difficoltà in un ambiente chiuso e confinato come quello. Il resto pareva, e probabilmente era, un branco di rimbecilliti acuti su cui si sarebbe potuto far difficilmente affidamento in situazioni pericolose; probabilmente solo Makon, e questo era tutto un dire, sapeva quel che stava facendo. Almeno ci provava a non perdere tempo, se poi i suoi compagni si mettevano di mezzo le poche volte in cui agiva seriamente non era colpa sua.
    "Datevi una calmata voi due" asserì, puntando quello che doveva essere l'elfo con le fattezze di Kestrel. "C'è un altro problema adesso da risolvere"
    Presto detto, i corpi si stavano muovendo. Alcuni silenziosamente, altri sbattendo con le mani sui propri letti senza motivazioni logiche. In breve tutti furono in piedi, e i tre si ritrovarono circondati da individui di ogni specie ed età, probabilmente anche di entrambi i sessi a giudicare dai versi che uscivano dalle loro bocche.
    Sarebbe stato difficile associarli a zombie o a non morti, il loro corpo sembrava perfettamente vivo e dotato tanto di sangue quanto di espressività. Alcuni sorridevano, altri muovevano le braccia in strani gesti. Altri ancora se ne stavano in silenzio, e sarebbe inutile sottolineare che erano i più graditi, per quanto inquietanti.
    "Non possiamo rischiare che questi esseri ci seguano sotto" spiegò, pacato e disinvolto come al solito. "Vediamo di sbarazzarcene velocemente"
    Non si sarebbe fatto il benché minimo scrupolo se fossero stati cadaveri, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che in quei corpi vivesse qualcuno che non aveva fatto niente di male. Non esternò tuttavia la propria suggestione per non influenzare gli altri, già la situazione era complicata di per sé.
    Non poteva aspettare un attacco. Mosse le zampe in alto e le puntò verso un paio di loro, digrignando i denti mentre li sbatteva uno sull'altro per stordirli. Non era sicuro che potesse bastare, ma valeva la pena provare se questo non fosse equivalso ad un eccessivo spreco di energie.
    Kestrel, calatosi completamente nella parte dell'elfo piromane, non stava degnando di troppa attenzione la folla di pazienti in movimento. Era ancora inebriato dalla sensazione di libertà che il dottore gli aveva offerto così gentilmente, ovviamente senza esserne consapevole.
    Oppure lo era? Che il doc avesse un piano preciso in mente?
    Non aveva molta importanza in quel momento. Menò un colpo di spada alla propria destra per sbattere violentemente il piatto della lama in fronte ad uno dei corpi che lo stava assalendo, senza dedicargli realmente attenzione. Anche quel gioco aveva tutta l'aria di essere divertente, ma lui voleva godersi quel rinnovato silenzio mentale in santa pace.
    Probabilmente lo avrebbero preso per pazzo, per codardo o chi sa cos'altro. L'euforia lo portò fuori dalla stanza, a ritroso nei corridoi illuminati dalle fiaccole verdi. I suoi passi riecheggiavano veloci lungo gli scuri cunicoli, fino a che non giunse all'esterno. Era uscito senza incontrare alcuna sorta di ostacolo.
    Non vi erano problemi dunque alle loro spalle, a quanto pareva il doc era sicuro di sé e non credeva di aver bisogno di una copertura.
    Roxium aveva visto il proprio corpo scappare davanti ai suoi occhi, e la cosa non gli sarebbe di certo piaciuta.
    Fehrar stava cercando di rimettere letteralmente a dormire i corpi, senza molto successo. Dopo esser stati colpiti duramente gli esseri parevano rimanere intontiti per alcuni secondi, poi però si riprendevano per tornare a muoversi come nulla fosse stato.
    Le loro azioni erano imprevedibili, alcuni si muovevano in maniera lenta e lineare mentre altri scattavano agilmente verso il bersaglio, con iniziativa nello schivare e nel contrattaccare. Più di una volta Fehrar si ritrovò con due avversari addosso che cercavano di colpirlo con calci e pugni ben mirati e calcolati.
    "Kestrel? Certo è sempre stato un tipo imprevedibile. Quello che sta facendo adesso tuttavia non so spiegarmelo nemmeno io" ammise Kurama nella mente di Roxium. "Credo abbia a che fare con te, o meglio con me. Per lui non è facile convivere con la mia costante presenza, questa inaspettata situazione potrebbe avergli dato alla testa"
    La volpe sogghignò, inviando a Roxium ciò che stava cercando di spiegargli con una sensazione ben più vivida di una manciata di parole. Invase la sua mente con prepotenza, facendo in modo che percepisse il peso della sua energia scorrergli attraverso il corpo. Il flusso di potere proveniente dalla volpe era enorme, quasi opprimente. Kestrel era abituato a sostenerlo anche in situazioni di riposo, ma per l'elfo doveva essere una sensazione del tutto nuova, simile ad una forza che lo comprimeva da ogni direzione ma allo stesso tempo lo invogliava ad attaccare.
    "Non ho ancora avuto il piacere di vedere come combatti, ma anche tu hai una spada. Quella di Kestrel per il momento dovrebbe andare bene... non farti scrupoli, ti aiuterò io"
    Il corpo umano del ragazzo avrebbe sicuramente messo a disagio Roxium, abituato alla rapidità e ai sensi di un elfo, ma la forza di Kurama avrebbe compensato qualunque lacuna. Non lo indusse a trasformarsi, per ora gli era sufficente fargli capire come attaccare sfruttando il massimo potere di cui era dotato senza mutare aspetto.
    Aveva già consumato molte energie contro il primo enorme demone nel palazzo di Trento, ah no... dei Trenta, dove tutti e trentatre i trentini entrarono a trento, trotterellando a tratti tutti tremanti e trotterellanti.
    "Segui l'istinto"
    Kurama era ancora indeciso su come comportarsi con Roxium. Aveva una mezza idea di farlo impazzire a suo modo, anche se per il momento conveniva non distrarlo e fargli tenere alta la guardia.
    Avrebbe pensato dopo a divertirsi.

    Sotto i loro piedi, nel frattempo, si stava manifestando il devasto più assoluto.
    Il doc stava fuggendo tra un tunnel e l'altro, trascinando il gruppo che lo seguiva senza curarsi minimamente del fatto che potesse starli traendo in trappola. Hadar era l'unico a mostrarsi titubante, ma fin da prova contraria era anche il più motivato ed era lui ad aver convinto le guardie e gli altri a seguirlo. Il dottore era solo uno dei tanti demoni creati da Kalispera, la puzza che andava oltre quella umana era inconfondibile.
    Grugnì, snudando le zanne mentre si faceva largo attraverso l'oscuro labirinto, guidato solo dalla presenza del suo obbiettivo che non perdeva mai di vista. Se diveniva impossibile seguirlo con lo sguardo ne ascoltava i rapidi passi, o ne cercava l'odore.
    Un tonfo secco nell'oscurità lo costrinse a fermarsi. Qualcosa era caduto a pochi centimetri dalla sua coda, conficcandosi a terra ad un passo dall'inserviente. Era riuscito per pura fortuna ad evitare un macigno pesante almeno cinquanta chili, che avrebbe spappolato la testa di creature ben più robuste di un inserviente. Probabilmente neanche lo stesso Hadar sarebbe rimasto illeso.
    La distrazione non fu sufficente a fermarlo, ma avrebbero dovuto procedere con più prudenza.
    Si, avrebbero dovuto...
    "Spostatevi! Vi sembra il caso di fermarsi così all'improvviso? Fate largo!"
    Lax passò di corsa accanto al drago e si portò in testa senza timore alcuno, brandendo una delle torce di fuoco verdastro che si trovavano nel corridoio principale. Zitto zitto, senza dire niente a nessuno, il nanetto aveva rubato alcune delle fiaccole e se le era portate dietro senza che nessuno se ne accorgesse. Ne consegnò un paio alle guardie, tenendone una per sé ed impugnandola come fosse un martello da guerra. Sicuramente nel buio pesto avrebbe fatto comodo vedere su cosa avrebbero messo i piedi, anche se qualche fiammella non sarebbe bastata a rischiarare l'intero ambiente circostante. Per quanto il percorso proseguisse in svolte brusche e rettilinei, c'era abbastanza spazio perché potessero muoversi tutti comodamente.
    Ciò valeva a dire che l'eco prodotto da un qualsiasi rumore e le ampie svolte immerse nell'ombra avrebbero disorientato il loro avanzare, rendendolo più incerto. Qualcosa di metallico si mosse sopra le loro teste e alle loro spalle.
    Si voltarono. Il ninja-inserviente era pronto, i pugnali stretti fra le mani e le membra pronte a balzare. Le guardie invece si radunarono velocemente attorno al drago, come a proteggerlo, mentre quest'ultimo si ricordava, o meglio si accorgeva, di avere qualcuno sulle spalle.
    La loro lealtà doveva avere diversi precedenti; anche a Kengard, dove le creature convivevano più o meno pacificamente, era raro assistere ad un manipolo di guerrieri che si disponevano a difesa di un drago come in quel momento.
    "Salve..." asserì il drago, voltando il collo con disinvoltura, rivolto a Makon e al di lui intelletto.
    Lo sferragliare si fece sempre più forte, finché qualcosa di simile a dei pugnali saettò nell'aria. Sibilarono come dardi, dritti su Makon e sulle guardie nella retrovia.
    L'inserviente scattò fulmineo e cominciò a scurtellare a destra e a manca per respingere l'assalto dei pugnali in arrivo, colpendoli con grande maestria e salvando le chiappe di diverse guardie. Un paio di essi però andarono a segno, centrando uno dei soldati che con un grido cadde in ginocchio.
    Le loro armature li proteggevano nei punti vitali, sarebbe stato difficile scalfirle con lame del genere, ma in prossimità del ginocchio le vestigia dovevano permettere movimenti rapidi e comodi. Fu proprio sulla coscia del soldato che la lama andò a conficcarsi con brutale silenzio.
    Il compagno più vicino gli si avvicinò per sostenerlo ed aiutarlo a rialzarsi, ma con un cenno gli venne fatto segno di stare indietro.
    "Prendete quel bastardo!"
    Non ci fu molto tempo per ragionare, o avrebbero perso di vista il loro bersaglio. Li aveva condotti fin lì perché sapeva di giocare in casa, ma non aveva fatto i conti con il loro squadrone: loro avevano un drago, un inserviente e un Makon.
    Ma soprattutto avevano la loro arma segreta, un Lax.
    "Eih, a cosa servono queste?"
    Il nano era andato ad inciampare su due leve poste a ridosso di un'escrescenza del suolo. Data la sua statura, più che inciampare ci aveva battuto il mento. Questo però non aveva importanza, dato che cominciò a smanettarle come non ci fosse un domani. Da allora in poi fu difficile descrivere ciò che accadde: le leve avevano attivato trappole a go go, una dietro l'altra, in un caos indefinito che si manifestò in una manciata di interminabili istanti.
    Tonfi, scassettamenti, pareti che si aprivano, pareti che si chiudevano, un casino della madonna. Piovvero macigni, frecce, griglie acuminate, lance e il Cristo Oibò solo sa cos'altro. Un delirio che non se ne vedevano da eoni, mentre tra gli strilli di panico e quelli di guerra tutti cercavano di sopravvivere allo sconquasso assoluto.
    Ad un certo punto, vi fu la quiete.
    Un crepitio.
    Un suono raschiante.
    Un ennesimo tonfo.
    Un bestemmione del dottore in lontananza.
    Un altro tonfo, seguito da un inquietante rumore di graffi e stridii.
    Che accidenti aveva attivato il nano? Il dottore stava sclerando, Lax doveva avergli mandato in tilt la struttura. Cose varie ed eventuali succedevano da una parte all'altra senza il benché minimo motivo, lampadari che scureggiavano peggio di Elexar quando ha la diarrea, vetri che si infrangevano a qualche corridoio di distanza senza apparenti spiegazioni, il pandemonio più totale.
    "Speriamo qui non crolli tutto. Ho già visto troppi pavimenti cadere davanti ai miei piedi" bofonchiò l'inserviente, alludendo poco velatamente al suo primo incontro con Kestrel e Makon.
    "Fate attenzione!" ruggì Hadar, come se il consiglio servisse realmente a qualcosa. C'era davvero qualcuno che sarebbe rimasto lì a fissare tale strabiliante operato, senza fare attenzione a non rischiare la vita? Poteva veramente esistere un individuo tanto folle?
    Si, si chiamava Lax. Il nano era rimasto tutto preso dagli eventi in corso, nel tentativo di carpirne i segreti più arcani. L'affascinante disastro lo aveva rapito come il più eccitante degli spettacoli, lasciandolo vagamente sconvolto nel constatare come il semplice smanaccare con due leve potesse dar luogo ad un simile macello.
    "Oh, questa si che è arte! Anche io, il mastro fabbro Lax, mi inchino d'innanzi a tanta beltà"
    Ecco, ci mancava che anche lui si mettesse a ringraziare il dottore tipo Kestrel, e s'era a posto.

    Edited by Aesingr - 21/5/2019, 17:57
     
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    Quando Roxium vide il famigerato gatto preso in pieno da uno dei pazienti dormienti, non potè trattenere una grassa risata, ma smise subito quando quest'ultimo lo fissò con uno sguardo intenso e lo costrinse a ritornare serio. Inizialmente, dopo aver ascoltato le parole del gatto, si chiese di quale problema stava parlando, ma non passò neanche un secondo quando tutti i pazienti si svegliarono e con strani movimenti circondarono i presenti nella stanza.
    all'istante, pensò di buttarsi subito nella mischia, ma considerato che non si era ancora molto abituato al nuovo corpo, aspettò che il gatto facesse la prima mossa e in effetti la fece, ma i suoi attacchi puntavano solamente a stordire i pazienti. Stava quasi per agire anche lui, quando vide una cosa che gli fece davvero perdere la pazienza a tal punto che se fosse stato ancora nel suo corpo originale, avrebbe generato una vampata di fuoco potentissima, ovvero vide Kestrel che con nonchalance abbandonava la stanza... "Torna qua figlio di buona donna!!!" esclamò Roxium a pieni polmoni e stava quasi per inseguirlo quando la volpe all'interno del suo corpo scelse proprio quel momento per rispondere alla propria domanda, ma lo fece inviandogli delle immagini molto vivide e gli fece assaggiare il proprio potere, il quale gli diede una sensazione di oppressione che gli impedì di rincorrere il disgraziato alleato. Dopo minuti di pura oppressione, il povero Roxium riuscì a rinsavire un po' e notò che gli attacchi del gatto non sortivano effetto contro i pazienti, i quali tornavano ad alzarsi come se non ci fosse un domani... Quando sentì la voce della volpe che lo incitava a combattere, l'elfo ora umano, inebriato dal potere della volpe, non riuscì a trattenersi e senza pensarci un attimo, sfoderò la spada di Kestrel e si buttò nella mischia.
    Scattò in direzione di un paziente che stava per colpire il suo alleato, ma visto che la sua agilità non era più quella di un tempo, non riuscì a colpire l'assalitore del felino e dopo questa figura barbina, si mosse in direzione di un altro avversario, ignorando completamente se il gatto avesse schivato il colpo oppure no. Messo a fuoco il nuovo obiettivo, sferrò un poderoso anche se goffo colpo di spada mirando alla testa e con ciò, riuscì a decapitarlo.
    Contento della sua prima vittima, si gettò su un altro e un altro ancora, ma a lungo andare gli altri pazienti si facevano sempre più vicini e a quel punto, esclamò verso il gatto: "Lo so che hanno sembianze umane e quindi ti stai facendo degli scrupoli, ma se non li feriamo mortalmente non ne usciremo mai vivi, quindi deciditi a scatenare la tua forza!!!".

    Edited by roxium_97 - 21/5/2019, 15:53
     
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    Doveva ammettere che fino a quel momento la spedizione si stava rivelando davvero noiosa:
    monaci con un ego enorme, solo capaci di trasformarsi in muostrosità ancora più grosse di quest'ultimo, draghi che invece di incutere terrore, domandavano aiuto per risolvere i propri guai amorosi, avversari capaci solo a fuggire.... e Kestrel.... fino a quel momento quel umano gli era piaciuto, svelto di mani quanto con la lingua, sempre pronto a gettarsi nel mezzo del casino, sicuramente non per risolverlo.... ma ora?
    Cosa gli era preso ?
    Perchè aveva liberato il doc quando lui, Makon, lo aveva bloccato?
    A pensarci bene era stato quell'elfo della malora e non Kestrel a farlo....
    Ma se bene il corpo che si era mosso era quello per l'appunto quello di Roxium, così gli sembrava che si chiamasse l'elfo, le movenze e la spavalderia gli erano sembrate quelle del suo compare....
    Ma cosa stava accadendo?
    Forse che il demone era riuscito in qualche modo a scambiare le personalità?
    Se così stavano le cose egli poteva comprendere in una certa misura, il comportamento del ragazzo....
    Se il suo ragionamento era corretto, e molto probabilmente lo era, Kestrel finalmente era riuscito a liberarsi, almeno temporaneamente, della presenza volpina che lo assillava.
    Lui di presenze assillanti se ne intendeva molto bene....
    "Bhe.... la cosa è interessante...." iniziò a pensare Makon, tra sè e sè.
    "qual sordido e sibillino pensiero sta formandosi?" domandò una voce.
    "per l'appunto... quando si dice presenza assillante!" mormorò il vampiro.
    "nulla.... nulla.... non ti curar di nulla" rispose col pensiero.
    Mentre egli era alle prese con così profondi pensieri, l'allegra brigata avvanzava senza timore alcuno lungo i corridoi senza preoccuparsi se fossero caduti in cualche trappola o simili.
    E in fatti come in tutti i fantasy degni di questo nome, non appena Makon ebbe formulato il pensiero:
    "ma portarsi delle luci", non che a lui fossero servite, qualcosa di molto grosso cadde alle proprie spalle.
    Un masso di notevole dimensioni aveva sfiorato la lunga coda del rettile che stava cavalcando fortunatamente senza creare danni ingenti tranne che molto probabilmente al pavimento sul quale si era schiantato.
    A questo putno con tempismo perfetto, il nano uscì delle luci che fino a quel momento naturalmente erano state spente.
    Così con la tozza figuretta che sgambettava davanti a tutti, si rimisero in marcia.
    All'improvviso qualcosa sfavillò al chiarore emanato dalle torce, parevano due aste di ferro che sporgevano dal muro.
    Prima che il vampiro potesse aprir bocca, bestemmiare, o fare qualsiasi altra cosa che potesse impedire al nano di tirarle, questi le tirò.
    "ma che babbeo carico di dabenaggine è costui!!!!" esclamò Makon alzando gli occhi al cielo; così facendo saccorse giusto in tempo di un pugnale vagante che dirigevasi senza timore alcuno contro la sua persona.
    Quando fu a portata di mano, egli la levò così che il pugnale andò a tintinnare innocuo contro la parete di destra senza provocare altri danni.
    una volta che il tutto ebbe fine, dopo che il drago ebbe dato il suo notevole contributo alla causa, dopo che Lax ebbe ringraziato il doc per quello spettacolino, Makon si decise a scendere dal dorso di Adar.
    "direi che qui ve la cavate tutti benissimo mi pare...." disse e dopo aver salutato con un gesto elegante della mano il drappello di gente ferma nel mezzo del corridoio, si avvicinò ad una delle ombre proiettate sul muro dall'alone delle fiaccole; invece di sbattere con la faccia contro la parete, vi si immerse e sparì.
    All'improvviso tutto si fece etereo attorno al vampiro: vedeva ancora i suoi compagni di avventura fermi li dove li aveva lasciati, vedeva il corridoio dispiegarsi dinnanzi a lui.... ma tutto era tremolante e appariva come in un miraggio dato dal sole.
    Il vampiro stava attravversando le ombre per raggiungere il demone che smanaccava più avanti.
    Seguendone i rumori attraversò senza troppi problemi pareti, affreschi e dopo pochi metri, visto che aveva tagliato tutti passaggi, raggiunse il suo obbiettivo.
    Siccome non era idiota del tutto, riapparve silenziosamente in un angoletto buio, a qualche metro di distanza; il dottore era girato di spalle e quindi Makon non poteva intuire cosa stesse combinando.
     
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