Itios!!!!! Ti piace la pace vero?

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    I pazienti sembravano manichini piuttosto semplici da abbattere, anche se pericolosi, e questa era l'idea che aveva pervaso anche la mente di Roxium e Fehrar. Nessuno dei due si poteva aspettare quel che sarebbe accaduto da allora in poi, perché né l'uno né l'altro, nonostante fossero da tempo viandanti, poteva aver assistito ad un simile spettacolo.
    Il gattone stava quasi per convincersi del fatto che l'elfo non avesse tutti i torti nell'incitarlo ad un attacco massiccio, anche perché molti degli avversari storditi si rialzavano in breve, quando avvenne una strana variazione nel loro schema d'attacco: uno di loro scagliò una palla di foho. Non una palla di fuoco qualunque, ma una palla di foho di quelle dei Carri alati. Non so se mi spiego.
    Nonostante fosse parecchio ravvicinato, il colpo fortunatamente prese di mira un altro degli individui ridestati, scagliandolo con una fiammeggiante esplosione di prepotenza a diversi metri di distanza senza coinvolgere i nostri sedicenti eroi.
    Con un miagolio spaventato il micetto balzò indietro. La sua pucciosissima coda era stata sfiorata dall'aura incandescente della sfera, la quale gli aveva abbrustolito qualche pelo ribelle.
    "Ma che accidenti!"
    Un altro colpo. Questa volta di elemento opposto, un violento dragone composto d'acqua che venne scagliato da un altro dei pazienti verso Roxium. A causa dello spazio fin troppo ridotto per l'evocazione di una tecnica del genere, questa travolse diversi degli individui nella stanza e li sbatacchiò da una parte all'altra facendoli sfracellare sul muro, ma non arrivò mai a centrare Roxium. L'impatto del dragone su uno dei letti lo scassò a metà, facendone volare frammenti ovunque e sbalzando chi si trovava nei dintorni in un tripudio di urla e gente che volava in ogni dove ed in ogni perché.
    Qualcos'altro poi avvenne; qualcosa di sconvolgente, aberrante, folle.
    Un basso uomo lucertola dalla pelle castana e squamosa si appropinquò direttamente a Roxium, questa volta con l'intenzione di attaccarlo frontalmente. Fehrar ringhiò, ma a livello fisico non era poi così minaccioso.
    Provò ad evocare uno dei suoi incantesimi di psichemansia per spingere via gli avversari da lui e dall'elfo, ma dovette concentrarsi su un altro avversario giunto alle proprie spalle con ben tre spade in pugno, o meglio due in pugno e una fra le fauci. A vederlo appariva solo come un mostriciattolo dalle sembianze di un ibrido fra un umano e un pipistrello bruttissimo, ma racchiudeva un potere che nessuno si sarebbe potuto immaginare. Appena parlò, con voce raschiante e raccapricciante, il mondo parve fermarsi.
    "Tecnica a tre spade: danza aerea dell'orco!"
    Il mostruoso demonietto cominciò a bersagliare il gattaccio con una serie di fendenti, stoccate, sottani e affondi da far impallidire qualsiasi imbecille dei Targarien, affettando talvolta anche qualche gentil letto circostante che ben poco aveva fatto di male nella propria esistenza. L'uomo lucertola invece non aveva distolto gli occhi da Roxium neanche per un istante, e si stava avvicinando a lui circondato di un alone sfrigolante e frizzoso. Tra zampilli azzurrini e scoppiettanti creò uno scudo di fulmini attorno al proprio corpo, digrignando le zanne e spalancando le fauci in un candido chiostro lucente assetato di elfi.
    Era avvenuto qualcosa in loro, qualcosa di molto brutto.
    Inutile dire che iniziarono a volare lettini, comodini, torce, persone, DVD di Ercules della Disney (il cartone preferito del dottore, perché c'era Eracle) e svariati altri oggetti e soggetti materiali ed immateriali, beni mobili ed immobili (che divennero mobili a loro volta) e quant'altrunque potesse essere, e non, presente in quella dannata stanza.
    "Roxium!" proruppe Kurama, gridando con ferocia nella testa dell'elfo. "Non è quello il modo di combattere, Kestrel sa approfittare del mio potere ben più di così. Distribuisci l'energia in tutto il corpo e ogni tua abilità ne risentirà, la velocità, la precisione e la potenza d'attacco aumenteranno. Avanti!"

    Lax aveva combinato il disastro ultimo. Non ci volevano né un genio né l'intelletto di Makon per capirlo, eppure era arduo capacitarsi di come avesse potuto demolire mezza struttura in pochi semplici gesti.
    Nel mentre che il resto della combriccola avanzava austero, Makon aveva superato ogni ostacolo in maniera francamente ladra, scivolando silenziosamente attraverso le pareti e passando accanto ai più oscuri stanzini, alla prigione, ai biglietti esci gratis dalla prigione, alla casella delle probabilità fino a raggiungere il via, per quindi oltrepassarlo con supponenza.
    In tutto quel viaggiare non si era avveduto di come il Doc, che poco prima si era dilettato in bestemmioni di alto retaggio, si fosse ferito ad una mano.
    Dalle sue dita sgorgava sangue nero e corrotto. Il sangue di coloro che avevano osato sfidarlo si sarebbe potuto dire, e invece no; si era semplicemente smerdato con l'olio di uno dei suoi strani ingranaggi nel cercare di disattivare una delle trappole che Lax aveva inavvertitamente attivato.
    Il vampiro, celato in un angolino segreto, attendeva il momento propizio per colpire. Non aveva tuttavia fatto i conti con gli immensi poteri di quel demone, e si ritrovò di fronte il più inquietante degli spettacoli a cui avrebbe mai potuto assistere.
    Silenti come nembi grigiastri carichi di pioggia e portatori di morte, veloci come sciami astrali che parevano rilucere anche nel pallido firmamento dell'alba, si manifestarono i più neri incubi che chiunque avrebbe sperato di non dover incontrare.
    Erano tutti lì.
    Una ragazza bionda dagli occhi smeraldini giunse al fianco di Makon; attorno alla di lei figura, si erano disposti altri due individui, parzialmente oscurati dalle ombre che invadevano il vano circostante. Il dottore non aveva perso tempo, balzando agilmente su un pilastro che dava su un piano sopraelevato rispetto a quello in cui si poteva accedere scendendo nella botola.
    La veste bianca si distese lungo le sue gambe, con spaventosa eleganza degna di un bramino del più elevato rango. Purtroppo non si chiamava Makon, e quindi si sgualcì leggermente.
    "Benvenuto messere. Non avrei mai creduto che qualcuno si sarebbe introdotto fin qui da solo" asserì, sogghignando.
    Con spavalderia si accomodò il colletto del camice, rimpinguando la sua aria supponente con un cenno della mano destra rivolto alle tre losche figure.
    Se era pur vero che il loro aspetto non potesse suggerire niente a Makon, né al suo fervido intelletto, ancor più profonda era la verità che presenziava in cotanta blasfemia che costoro emanavano. Protese verso il vampiro, le mani della gentil fanciulla convogliarono un grumo d'energia dando forma ad una vorticante sfera oscura, mentre dalla sua sinistra si generavano catene d'ombra ferrata e alla sua destra guizzavano scintillii vermigli e soprattutto particolarmente siderali.
    Attaccarono all'unisono; erano loro, in un unico indissolubile trio: la strega, il lupo e il mezzo drago. Potrebbe sembrare il titolo di una favola di Esopo, purtroppo si palesava bensì come un'ineluttabile, sconcertante, mera realtà.
     
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    pensava di aver visto molte forme di delirio e follia, ma all'improvviso Roxium dovette ricredersi: : una palla di foho sparata come se non ci fosse un domani, un fiero drago d'acqua che rischiò di centrarlo in pieno, ma ringraziando tutte le divinità di Kengard non lo fece... ansi colpì alcuni dei suoi nemici.
    All'improvviso fece l'enorme cavolata di pensare che la situazione non potesse peggiorare ancora di più... si come no!!! All'improvviso comparvero due creature, la prima si concentrò sul gatto, mentre la seconda si concentrò proprio sull'elfo e come se non bastasse si circondò con uno scudo elettrico.
    D'istinto allungò una mano in avanti per evocare una delle sue vampate di fiamme, ma all'istante si ricordò di non essere più nel suo vero corpo e si diede uno schiaffo mentale da solo per la sbadataggine e allo stesso tempo maledì il dottore per aver usato quella tecnica stile Ginew e per la prima volta non seppe come agire, dato che il nemico era circondato da uno scudo elementale e lui invece ne era sprovvisto. Come se non bastasse, dovette sorbirsi le lamentele della volpe all'interno della sua mente e con un tono stizzito gli rispose: -"Ho capito che Kestrel sa utilizzare meglio il tuo potere... e grazie al flauto di Pan!! Lui ha avuto anni per imparare a sfruttare i tuoi poteri, io sono dentro a questo corpo da nemmeno cinque minuti!". Pensato ciò, provò comunque a seguire i consigli del demone coduto e concentrandosi, sentì in effetti la sua forza aumentare in maniera spropositata e sentì anche che la velocità ne risentiva e ispirato dalle nuove forze scattò in avanti e menò un fendente contro lo scudo elettrico, ma quest'ultimo non dava segni di voler cedere. Ovviamente anche la creatura iniziò ad attaccare con le sue fauci e l'elfo poté soltanto iniziare a schivare i suoi colpi visto che la spada non era molto utile per spezzare lo scudo e visto la situazione disperata formò un altro pensiero per la volpe: -"Ehi, d'accordo che con la tua energia la mia forza e la mia velocità sono aumentate, ma hai idee per spezzare lo scudo di questa creatura??".
     
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    "bhe, e mo che ca....zzo ti inventi" sproloquiò il sommissimo intelletto di Makon, dando ancora una volta dimostrazione di una favella assai ricca di espressioni.
    Non aveva tutti i torti, dovette ammettere tra sè e sè il vampiro; era in una situazione che definire fatta di sostanza organica comunemente prodotta dopo l'idromele della mattina, era un eufemismo.
    Anche se si trovava in un'ambiente oscuro, i suoi occhi di non-morto gli permisero di vedere benissimo di quale entità fosse la minaccia....
    "ohibò, di tanto in tanto vorrei non possedere questi miei occhi così dannatamente buoni..." mormorò rivolto al suo intelletto.
    "ciò che mi si para dinnanzi è bastante per giustificare qualsivoglia atto criminoso. concluse il pensiero.
    I tre individui che stavano per attaccarlo non potevano essere più diversi tra loro:
    volgendo lo sguardo verso la propria destra, Makon vide stagliarsi la empia figura di un uomo, se così si poteva dire, assai brutto, con fattezze più bestiali che altro;
    alla propria sinistra vi era invece... quello che si poteva definire un guerriero pesantemente bardato, data l'armatura indossata; da lui emanavano ad ondate odore di sangue e fuoco in egual misura, e mentre del primo Makon ne era attratto, non si poteva dire del secondo... lunico fattore che poteva mettere fine definitivamente alla sua preziosa esistenza.
    Al centro, come una margherita che sbuca da una montagna di... bhe avete capito.... vi era la figuretta di una fanciulla assai graziosa, che in quel momento però gli stava per scagliare contro una sfera di energia oscura.
    La situazione era proprio come la descriveva l'intelletto di Makon.
    Come poteva tirarsi fuori da quel mare di c...retini?
    "ohi bho,innanzitutto, credevate bene, qualcuno non sarebbe giunto qui da voi da solo, ma vedete, io non sono qualcuno, io sono Makon e questo basta a chi unque. Poi debbo farvi i complimenti mio caro ehm.... dottoremone? per questa dimostrazione di efficenza, potenza e maestria nelle arti arcane... anche noi, siamo rimasti, vorrei dire piacevolmente sorpresi, ma non e' così. comunque concludo dicendo.... la può anche smettere con tutti quei gesti supponenti e carichi di arroganza, e cosa più grave... vi si è sgualcita la veste!".
    Nonostante questa dimostrazione di tranquillità, Makon era veramente a corto di energie; gliene restava giusta giusta per un'ultimo atto teatrale e vedere cosa sarebbe successo.
    Con un gesto carico di supponenza e arroganza in direzione dei tre loschi figuri, il vampiro evocò una nube sabbiosa, la quale lo celò momentaneamente alla vista dei nemici.
    Quando si diradò... Makon.... era....
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    ancora lì, naturalmente non sarebbe scappato.
    Davanti a lui galleggiavano tre freccie puntate contro chi gli stava difronte.
    Prima che chiunque potesse muoversi i dardi sfrecciarono in direzione dei propri bersagli:
    La prima si diresse verso l'uomo-brutto, la seconda contro il guerriero, e la terza.... già la terza dove era finita?
    La freccia che doveva colpire la strega, la quale era il bersaglio più facile dato che era esattamente in faccia a Makon, era svanita.
    Le prime due frecce avevano quasi raggiunto i propri bersagli, ed erano cariche di una potenza distruttiva non indifferente.
    Mentre la sfera oscura della strega lasciava la mano della sua creatrice, e si dirigeva verso il vampiro, un'ombra più nera del resto riapparve ad una breve distanza dal dottore.
    La sfera in fine raggiunse Makon colpendolo e lui ribaltandosi al suolo, non vide cosa successe in seguito.
    Egli aveva infatti deciso di colpire quelli che riteneva di nemici più infausti, e dato che uno dei due possedeva il fuoco, la scelta non era stata difficile.
    La terza freccia l'aveva smaterializzata pochi cientimetri dal petto della strega, così che non si fosse visto dove si era diretta veramente.
    Ora Aes, tocca a te muovere, decidi tu gli effetti della tecnica di Lucidana su un vampiro, e cosa fanno le 3 frecce.


    Edited by Elexar - 28/5/2019, 11:47
     
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    Ho scritto ciò in meno di 25 minuti, quindi conto che sia straricolmo di errori

    Con intenzioni bellicose, e con la logica degna del più esperto dei giocatori di D e D, Roxium si era lanciato a spada tratta contro uno scudo Elettrico che aveva tutta l'aria di volerlo fulminare. Non il lucertoloide, proprio lo scudo voleva fulminarlo.
    Aveva intimato a Fehrar di fare sul serio, aveva fatto lo spavaldo smanaccando con la spada di Kestrel a destra e a sinistra, e poi si era fatto friggere da uno scudo elettrico vagamente rubato dalle tecniche di un altro elfo di nostra conoscenza. Non solo l'attacco non riuscì ad andare a segno, ma le sfrigolanti scintille frissero i pantaloni che Kestrel non indossava più da un bel po' e Roxium, notiamolo, in quel momento indossava ancora il convinto vestitino rosa raccattato chi sa dove.
    Venne così sbalzato indietro, e il piccolo uomo lucertola gli piombò addosso generando una saetta fra gli artigli di una zampa. Cercando di schiacciarlo a terra, con un balzo, portò le zampe posteriori sul petto del poco furbo Roxium che venne nuovamente redarguito dal suo nuovo ospite.
    "Dannazione!"
    La volpe ruggì nella sua mente, e fiamme scarlatte fuoriuscirono dal corpo di Kestrel, concentrandosi sulle braccia.
    "Colpiscilo! Sbrigati!" gli urlò mentalmente, inviandogli la più forte scarica d'adrenalina che fosse in grado di trasmettere. Il bestiolino stava per assestargli un colpo da cui difficilmente sarebbe sopravvissuto, dopo aver convogliato la propria energia elementale, e da quella posizione non avrebbe faticcato molto a colpirlo in faccia.
    Kurama era disperato. Kestrel avrebbe perlomeno ruttato sul muso di quel lucertoloide, lo avrebbe preso a ginocchiate dove non batte il sole, avrebbe sferrato gomitate con le mani dietro la schiena con strane dinamiche non banalmente proponibili, ma avrebbe sicuramente saputo come respingere una simile aggressione. Ma soprattutto...
    non si sarebbe scagliato addosso ad un alone d'elettricità con una fottutissima spada in mano! Per tutte le statue del cavaliere senza testa, com'era possibile che in un paio di minuti già gli mancassero le strampalate idee di Kestrel?
    Il micio intanto stava facendo saettare i propri occhietti gialli da una parte all'altra della stanza, per parare le chiappe a quel tizio che non sembrava sapersela cavare come Makon e Kestrel quando si trattava di fare a cilacche con il prossimo. Arrivato ad Itios aveva visto pavimenti saltare, soffitti crollare, pezzi di carro volare (quelli più che visti li aveva sentiti) e sindaci venir proiettati da un oibò all'altro senza ripensamento alcuno. Eppure erano ancora vivi, entrambi.
    Questo stava per rimetterci la pelle, fra l'altro non la sua, dopo il primo scudo elettrico di turno. Che disastro!

    Il dottore sghignazzava. Alla luce di fioche facelle, non favelle, la sua inumana dentatura riluceva sinistra e pregna di un qualcosa che soltanto Makon in realtà dovrebbe possedere. Al massimo Vashnarak, ma non un demone a caso giunto dal nulla.
    Ora, io in realtà le dinamiche del post precedente non me le ricordo proprio bene. Il tempo di rileggerlo non ce l'ho, perché tra Bramastra che si smaterializzano, Vulnus che si scandalizza se gli ammazzo i pg che stanno già nel Grimorio e altre dinamiche poco chiare, meno chiare delle gomitate di Kestrel, non ci si capiva una sega. Quindi l'unico ad esser stato colpito fu Setran, che è quello che ci sta un po' a tutti sulle bolas. Egli però aveva ben più di un asso nella manica, ed estraendo dal nulla una poderosa danza siderale dei motoschifi, delle scrofe, degli scafi e delle stelle, respinse le frecce di sabbia con possanza degna solo del più fiero ammazzadraghi-vampiri di Kengard. Ruggì con ferocia, le fiamme che circondavano il suo corpo in un turbinante vortice di fuoco senza requie.
    Si scagliò incontro a Makon, ma purtroppo per lui non aveva considerato quanto i suoi alleati potessero essere fuori di testa: il lupetto, armato di catene d'ombra ferrata, si era aggrappato ai muri adiacenti alla di lui stessa persona per evitare il potente attacco dardeggiante del redivivo favellante. Tale atteggiamento venne coronato di talmente tanta convinzione, che qualcosa di mai visto in questa role accadde.
    Qualcosa che nessuno aveva mai visto manifestarsi ad Itios, qualcosa di così raro che in questa role è accaduto si e no altre 17 volte.
    Il soffitto cadde.
    Si sapeva che Mitar fosse un esperto arrampicatore di pareti, ma ancor più nota era la sua innata facoltà di far crollare soffitti nelle stanze segrete delle fogne di Kerus. I frammenti di roccia piovvero inesorabili sul povero Setran, che per quanto confidasse nel maneggiamento inconvulso della propria Shadormorcomeminchiasiscrive, non riuscì a smanaccare con la stessa abilità di Roxium e finì sepolto.
    "Nooooo!" gridò il doc, che aveva perso il suo più fido alleato sotto un cumulo di detriti.
    No scherzo, di Setran non fregava una cippa manco a lui, semplicemente con quel casino gli avevano ammaccato la linda e sicuramente piastrellata pavimentazione dei sotterranei.
    Lucidana aveva afferrato Mitar al volo, munita della sua proverbiale scopa, planando leggiadra con le vesti pseudo sgualcite alla dottore-maniera.
    Il demone mosse le proprie mani. A giungere da quelle parti fu un altro individuo, materializzatosi altrettanto dal nulla, o per meglio dire dalla penombra che avvolgeva quel luogo. Non poteva essere, era davvero lui.
    Era l'unico, inimitabile, possente nano. Makon aveva affrontato avversari di ogni tipo, talvolta aveva pensato di schiaffonare anche possibili alleati oltre che avversari (tipo all'inizio della role con Kestrel), ma mai si era trovato di fronte all'unico individuo a Kengard che poteva vantare una forza erculea.
    Armato di convinzione, e di una sbrilluccicante martozza, Sicfrid era lì. Imponente nella sua magnificente statura, al fianco di altri due individui dall'aria decisamente losca e sospetta.
    Si, le altre due facce da schiaffi che avrete compreso comporre il superbo Trio lescano. Ammeno non vi chiamiate Roxium, che non si degna di leggere I carri e quindi figuriamoci Hai un bel casino, dovreste conoscere i loro nomi che oramai, con supponenza, riecheggiano nelle pacifiche vie di Kerus.
    Makon non poteva farcela da solo. Anche perché Lucidana l'aveva centrato con la sua violenta sfera d'energia, che lo aveva sbalzato contro la parete retrostante in un esplosione di demoniache lingue violacee.
    Niente paura. Ad assisterlo vi fu qualcuno. Qualcuno giunto lì con un unico intento... quello di svergare gente.
    Lucidana aveva colpito il vampiro, ma non certo la sua veste. Il nuovo venuto avrebbe permesso a suddetta veste, che ci eravamo dimenticati esser stata un pelino aperta da un fendente di spada, di non subire più alcun oltraggio.
    "Porto un bestemmione a Binx, bestemmiando sopra al mar. Vengo e poi bestemmierò... e ribestemmierò!
    Tutti noi bestemmierem, e poi ribestemmierem... mentre Thor scende già anche Geb bestemmierà!"
    Alle spalle della immane figura erano finalmente pervenuti Lax, che brandiva un'intera fortezza tascabile munita di torrette ed eserciti, e l'immancabile inserviente.
    Quest'ultimo si avvicinò a Makon, puntando il proprio sguardo da tipico addetto alle pulizie in quello intellettuale del gentil vampiro con in mano il dardo di sabbia che aveva oltrepassato Lucidana.
    "Un così prepotente attacco non poteva che provenir dalle mani della tua persona, Makon. Ora tocca a noi. Come fossero due ignoranti statue senza testa, li abbatteremo in nome delle pulizie"
    Neanche fossero stati amici d'infanzia che da sempre si conoscevano, l'inserviente passò la freccia a Vashnarak con semplicità. La freccia per paura di finire fra le sue mani si sbriciolò in minuscoli granelli di polvere, mentre le sue possenti dita erano sul punto di ghermirla per spararla in faccia a quel dannato dottore.
    Lax si approssimò a Sicfrid, mentre Vashnarak prendeva posto d'innanzi alla povera Lucidana che rivisse nuovamente i traumi del passato. Altro che l'alchimista, altro che i post di Vulnus, il fallace retaggio e l'alacre empietà, ora erano cazzi sonanti!
    Ksefira ed Elenthyr, nonostante ormai fosse chiaro che fossero copie e non i veri costoro, anche se sotto il controllo del demone avevano cominciato a farsi i cazzi propri sorseggiando idromele e scambiandosi fendenti d'affetto. Che quelle fossero semplici evocazioni significava che Setran, Lucidana e Mitar purtroppo erano ancora a piede libero per Kengard, o Cristus fermateli, ma persino per loro una fine tanto indegna sarebbe stata... indegna.
    Anche se piegare il ginocchio d'innanzi a Vashnarak sarebbe stato un onore, il più grande di cui potessero mai divenir protagonisti nella loro vermiglia esistenza siderale delle lande delle stelle del retaggio del coso del caso di cosa minchia sto scrivendo aiuto fermatemi!!!!!1!11!!!

    Edited by Aesingr - 5/6/2019, 00:56
     
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    Quando con tutta la fierezza di questo mondo Roxium sferrò un fendente con la spada verso il lucertoloide, non tenne conto di tutti i lati negativi di quell'azione e infatti non solo non fu efficace, ma alcune scintille dello scudo elettrico colpirono la gamba friggendogli un po' la pelle e per non farsi mancare nulla, la creatura lo buttò a terra e iniziò a generare un fulmine dalla sua zampa per finirlo.
    Di norma dopo un'azione così sciocca e folle si dava una sberla mentale, ma in questo caso ci pensò il simpatico demone coduto dentro di sé, ma esso non si limitò a bacchettarlo, ma gli fece provare la più grande scarica di adrenalina di tutta la sua vita e come se non bastasse, l'elfo vide concentrarsi sulle proprie braccia delle fiamme e alla sola visione del fuoco, Roxium si sentì più sicuro di sé ritrovando parzialmente il suo elemento.
    Preso dall'euforia, diede un potente pugno infuocato dritto sul muso della bestia, la quale si ritirò immediatamente da sopra di lui e grazie a questo vantaggio, l'elfo rotolò di lato e si tirò subito in piedi pronto a colpire. Non perdendo neanche un istante, si avvicinò verso il lucertolone e gli assestò un altro pugno e un poderoso calcio, il quale lo scaraventò dall'altra parte della stanza. Il lucertolone però era un osso duro e ovviamente non si fece sconfiggere da un semplice calcio e con un gesto improvviso scagliò una saetta contro l'elfo, ma quest'ultimo grazie alle nuove energie generosamente offerte dalla volpe riuscì a schivarlo e una volta fatto ciò, con uno scatto fulmineo, l'elfo prese la creaturina per le spalle e lo lanciò con tutta la forza che aveva in corpo contro il muro e per assicurarsi di non farlo rialzare, prese un letto dove c'era ancora un paziente sopra e lo scaraventò verso di esso , la quale venne travolta dal letto e come se non bastasse, il paziente non contento del volo, si scagliò contro la prima cosa che gli capitò a tiro, ovvero la creatura!!
    "Beh, grazie per il prezioso aiuto e per le fiamme, mi hanno fatto davvero comodo!!" asserì mentalmente verso il demone e una volta fatto ciò, si incamminò nella direzione del gatto per vedere se poteva dargli una mano, ovviamente stendendo altri pazienti lungo il suo cammino.
     
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    scusate la lunga attesa, ma ogni tanto mi devo rigenerare l'intelletto


    Era una cosa ineccepibile: il suo attacco più supponente e potente non aveva recato danno alcuno a nessuno dei nemici.
    E come se non bastasse era stato colpito dall'attacco di quella streghetta incompetente; l'attacco lo sbalzò contro uno dei muri ove la sua somma testa naturalmente, impattò con grazia.
    A causa del consumo di energie, l'urto fu più violento di quanto lo sarebbe stato in condizioni normali; quindi quando Makon vide l'inserviente avvicinarsi stringendo in mano il suo dardo, egli fece la cosa più naturale di questo mondo... svenne.

    Elenthyr dal canto suo tra un sorso di idromele ed un fendente di spada in compagnia di Ksefira, si avvicinava pericolosamente al doc che se ne stava bellino bellino appollaiato in cima alla colonna.
    Mentre colpiva e schivava, l'elfo con la coda dell'occhio individuò un pilastro che si ergeva d'innanzi a quello dove il demone osservava lo svolgersi dei vari combattimenti.
    Afferrò la mano della fanciulla, e concentrando un poco di magia nelle gambe, spiccò un balzo verso l'alto; Aterrarono l'uno affianco all'altra.
    Elenthyr estrasse anche la seconda lama da dietro la schiena: e poi volgendosi verso Ksefira:
    "credo che sia giunto il momento di uccidere quell'insulso demone. Cosa ne dite?"
    L'elfo incrociò le lame gemelle davanti a se; all'improvviso vi fu un bagliore che crebbe di intensità finchè con un lampo la luce si convogliò in una imponente figura: un drago fatto di pura elettricità si palesò.
    Ad un gesto della spada di Elenthyr, la fiera si scagliò con ferocia verso il demone.
     
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    Le mostruosità abominevoli evocate dal demone, ovvero Ksefira e compagni, si stavano ribellando al loro creatore. Guidati dal fiero tono di Elenthyr, tutti loro volgevano ormai lo sguardo in direzione del sedicente dottore.
    Quando egli si vide arrivare il fulmineo colpo dell'elfo dritto sul gargarozzo quasi non poteva crederci. Le copie da lui create, non ci è dato saper come, stavano volgendo la loro potenza proprio verso di lui. Come palesassero arcigno disprezzo nei confronti della sua persona, ognuno stava scrutando con astio quell'empio demone che aveva profanato le maestose figure dei più grandi guerrieri di Kengard.
    Con il suo indegno e sudicio gesto, aveva risvegliato nelle sue stesse creazioni la brama di vendetta per coloro che erano stati a loro insaputa plagiati. Si era permesso di mandare totalmente a quel paese il copyright, e questo non poteva essere perdonato.
    Non credeva qualcuno avrebbe mai scoperto che aveva rubato aspetto, abilità e personalità dallo schedario del forum. E invece si, così impari!
    Elenthyr e Ksefira non potevano certo accettare un simile oltraggio, ad una tale calugna si poteva rispondere in un unico modo: con supponenza!
    Purtroppo la più grande fonte di supponenza dell'isola aveva appena perso i sensi, quindi sarebbe toccato agli altri il compito di pulizia dei rifiuti. Per quel frangente specifico avevano anche un valido inserviente dalla loro parte, che di sporcizia se ne intendeva sicuramente.
    Il dragone di fulmine si lanciò implacabile dalle mani di Elenthyr contro il dottore. Questo però non si fece cogliere di sorpresa; con un rapido balzo si gettò verso il basso, scivolando a terra come stesse fluttuando. L'ondeggiar della veste e il frusciar delle di lui movenze accompagnarono la sua discesa verso terra, con un ghigno ad increspargli le labbra.
    "Pensavate davvero di potermi affrontare? Voi che siete mie creazioni! Come avete osato, ora tornate da do..."
    Ksefira era schizzata in aria, spiccando un salto clamoroso. Il dragone elettrico non aveva ancora impattato con un ostacolo, evitando la colonna per un fil di lama.
    Sicfrid capì senza che né lei né altri ebbero proferito favella: afferrò la ragazza per un piede, e facendola roteare alla velocità della luce, con la potenza del sole e con l'energia di un universo, la lanciò di prepotenza verso il dragone. Con una piroetta Ksefira si slanciò in avanti e sferrò un calcio micidiale.
    Siccome i giochi con i dadi dalle dinamiche fatte di pura logica insegnano, fu evidente allo spettatore quel che avvenne. Il calcio di Ksefira, senza scarpe di gomma, aveva impattato con i fulmini del drago di Elenthyr e ne aveva deviato la traiettoria verso il dottore. Nessuno poteva aspettarsi un così sensato risvolto, neanche lui, infatti venne centrato in pieno dall'esplosione di lampi e saette, in un tripudio di scintille frizzanti e luminose permeate di potere.
    Il demone non ebbe neanche tempo di urlare. Venne proiettato addosso ad una parete e batté una sassata con il nervo del gomito, di quelle indicibili, cominciando a rimbalzare tipo flipper da una parte all'altra senza ritegno alcuno.
    Fu a quel punto che Vashnarak si portò avanti, afferrò al volo il dottore per la veste sgualcita e cominciò a sbatterlo con violenza da una parte all'altra, come Hulk con Loki in Avengers. Legnate, legnate e ancora legnate, i tonfi riecheggiavano fino al piano superiore dove la stanza in cui si trovavano Roxium e il gatto aveva cominciato a tremare. Come terremoti, le fragili manine di Vashnarak si stavano dilettando nel constatare se vi fosse veridicità nel detto "avere la testa dura come il marmo". Quella del dottore probabilmente doveva esserlo, dato che venne usata per lasciare profondi solchi sul pavimento, sulle pareti e sul soffit... ah no scusate, quello non c'è più.
    Quando Stangaele lo lasciò, il demone incredibilmente era ancora vivo. Si rialzò digrignando i denti, il suo volto una maschera di puro odio.
    "È inutile, ho iniettato nel mio corpo sostanze che lo rendono indistruttibile!" esordì ansimando, mentre afferrava due sottili pugnali dalla bianca veste. "Ora capirete perché mi chiamano Dottore! Scoprirete cos'è il vero..."
    Sbum. Una martozzata sul groppone lo decollò direttamente al piano di sopra, facendolo passare per la stanza in cui i due altri eroi stavano affrontando i morti, fino a lanciarlo direttamente fuori dalla struttura. Atterrò poco lontano dal punto in cui Kestrel si era messo a giocare a solitario con le foglie.
    Vashnarak si avvicinò a Makon e con la sua ombra imponente lo sovrastò. Sollevò una mano, pronto a dargli un ceffone nei denti se non si fosse svegliato.

    Roxium era finalmente riuscito a fare qualcosa che avesse un senso, o meglio aveva violato le regole del buon senso di questa role. Non si fanno le cose sensate qui! Ovvìa!
    Con una rastrellata di pugni di fuoco aveva preso a legnare gente a profusione, con questa ost di sottofondo.
    Fomentato dal potere di Kurama, stava dando fondo a tutta la potenza delle fiamme. Il vigore del fuoco della volpe era pressoché illimitato, per questo anziché rimanere stremato lasciava il posto a Kestrel dopo la trasformazione. Semplicemente un umano non avrebbe sopportato un consumo così esagerato di calore ed energia, neanche se all'sterno si trovava la resistente pelliccia dell'enneacoda.
    Fra lettini che saltavano, gente che rotolava e altre cose immonde, passò a tutta velocità il povero dottore. Può darsi che Fehrar contribuì con una spinta telecinetica a spedirlo all'esterno, ma questi sono dettagli.
    I corpi animati continuarono tuttavia a combattere nonostante il demone fosse letteralmente fuori dai giochi. Il micio si stava servendo della psichemansia per sollevare a mezz'aria qualche lettino e sbatterlo in fronte ai redivivi, mentre Roxium percepiva un innato diletto nel dar fuoco a quel che gli capitava a tiro e non.
    Insomma Roxium, descrivi te come si conclude lo scontro lì sopra!
     
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    Dopo che ebbe sconfitto il suo avversario, Roxium si fomentò come non aveva mai fatto in vita sua dato l'enorme energia che stava ricevendo dal demone coduto presente dentro di sé. A quel punto si guardò attorno e vide che quei maledetti pazienti stavano ancora combattendo, ma notò due cose: la prima è che non ne erano rimasti molti e la seconda fu che il micio li stava tenendo a bada grazie ai suoi enormi poteri.
    A quel punto decise che c'era un'unica cosa che poteva fare per porre definitivamente fine a quella dura battaglia, ovvero dare fondo a tutte le energie e scatenare il panico!!! Con un ringhio quasi animalesco, concentrò le fiamme che aveva evocato precedentemente sui pugni e ne aumentò il volume e fatto ciò, si scatenò come una furia sui pazienti. Durante quest'ultimo scatto di devastazione, anche l'ex elfo fece fatica a capire cosa stesse facendo, visto che era diventato una macchina da guerra ben oliata... pugni, gomitate, testate e chi più ne ha più ne metta e i pazienti a poco a poco caddero sotto i suoi micidiali colpi, ovviamente non ebbero una morte dolce, visto che i suoi colpi erano infuocati.
    Dopo un paio di minuti buoni di devastazione, Roxium sollevò la testa per vedere come se la cavava il gatto e vide che stava sollevando e scagliando i lettini con una precisione da cecchino e vide anche che era rimasto un solo avversario da sconfiggere e l'elfo non aveva intenzione di lasciarlo al micio!! Con un altro grido di battaglia, prese un lettino per utilizzarlo come arma letale, ma non aveva considerato una cosa: anche il gatto voleva avere l'onore di finire la battaglia e quindi successe una cosa che mandò Roxium su tutte le furie: il lettino iniziò a sollevarsi in aria e portò l'elfo con sé e con una forza micidiale venne scagliato verso l'ultimo paziente e centrarono il bersaglio con una forza micidiale tanto da andarsi a schiantare contro il muro.
    Il colpo fu molto violento e per questo ci vollero un paio di minuti per riprendersi e con fatica si stava rimettendo in piedi per andare a fare quattro chiacchiere non molto amichevoli con il gatto, quando successe un fatto strano: vide un essere che stava viaggiando alla velocità della luce stile Team Rocket verso l'unica uscita presente nella stanza e l'unico dettaglio che riuscì a cogliere fu uno sprazzo bianco di un vestito.
    A quel punto non riuscendosi a trattenere sbraitò contro il gatto: "Ehi, ma ti sembra il caso di usarmi come una palla da bowling?" Poi respirando a fondo e calmandosi un po', aggiunse "Comunque penso sia il caso di inseguire quel maledetto dottore, anche perché ho ancora un conto in sospeso con lui!!". Detto ciò, con il gatto alle calcagna, si incamminò a ritroso nei corridoi della villa, fino ad arrivare all'ingresso e una volta uscito vide un dottore molto frastornato e con stupore anche quel fuggitivo di Kestrel.
    "Bene, bene, bene, guarda un po' chi abbiamo qui" disse l'elfo avanzando con passo deciso verso il dottore, si piazzò davanti a lui e aggiunse: "Penso che sia l'ora di rimettermi nel mio vero corpo e al momento te lo sto chiedendo con le buone... vedi di non farmi tirar fuori il mio lato cattivo, anche perché te ne pentiresti amaramente!!"
     
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    Mentre al piano di sopra, o come direbbe Makon al piano il cui pavimento ha la funzione di soffitto per il piano ove la sua supponente persona poggia le sue estremità inferiori, le palle di fohoo si alternavano a sganassoni di fohoo in un susseguirsi spaventevole,
    al piano sotterriore il vampirozzo era alle prese con un fastidioso essere....
    ...
    se stesso.
    "ordunque dovresti riprendere la posizione verticale" esordì l'intelletto di Makon
    "ohi bhobhò!!!!!!! per quale facezia dovrei compiere un si fatto inutile gesto?" questionò non senza un poco di irritazione il vampiro.
    "bhe, l'uomo d'innanzi al quale pure il tuo bramastra si è spaventato, sta per farti risorgere dal mondo di Morfeo a ceffoni.... e questo potrebbe sgualcire la tua veste... si lo so che le tue vestigia non si sgualciscono", continuò l'intelletto vedendo che Makon si stava preparando a fare delle dimostranze, "ma codesto energumeno parebbe possedere una forza quasi quasi Erculea.... mi intendi? dico Erculea... e sappiamo benissimo che nella storia solamente una persona ha posseduto una tal suppotenza..."
    All'udir tali possenti favelle provenire dal suo intelletto, il vampiro convenne che era il caso di riprendersi.
    Riaprì gli occhi proprio mentre il doc veniva fatto deccollare attraverso ciò che restava del soffitto.
    "mi par di intendere che questa vicenda sia giunta quasi alla sua degna conclusione" si disse; poi dando fondo a quelle poche energie riguadagnate mentre era svenuto, sconmparve nell'ombra per riapparire in quella del portone d'ingresso della magione.
    A pochi passi da lui, vi era il dottoremone bello sdraiato in terra, ed al contrario di Makon le sue vestigia erano tutte spiegazzate, ed era proprio ciò che dava l'idea di quanto potesse essere vicino alla fine il demone.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Kestrel ebbe del piacere immenso nell'avvedersi di quale piega avessero preso i nefasti eventi di sopravvenente role. (?)
    Il dottoremone si trovava di fronte a lui, fra la sua persona e quella di Roxium, rigorosamente invertite. Non concordava sul fatto che fosse arrivato il momento di ritornare nel suo corpo, ma bearsi del silenzio lo stava quasi annoiando.
    Non poteva certo già sentire la mancanza di Kurama, avrebbe fatto volentieri a meno di lui per un altro decennio minimo, tuttavia non negava di cominciare a sentirsi solo. Sbuffando si rimise in piedi e scrutò torvo il dottore.
    Volle non avvalersi della sua posa fiera e del brandimento della sua spada, ma solo perché non sapeva come sarebbe apparso nel corpo empio di Roxium.
    In quel mentre anche Fehrar li stava raggiungendo, baldanzoso e fuffoso come al solito. Impugnava un dizionario, e pareva persino intento a leggerlo. Forse anche a disquisire con la copertina, rimembrando di occulti eventi ormai perduti nel tempo.

    Le evocazioni si erano dissolte. Elenthyr e Ksefira si erano con fierezza elevati verso il cielo e avevano nel mentre sganassato un po' di carri giusto per gradire.
    Vashnarak, mano nella mano (montagna nella montagna) con Sicfrid e Lax, fece strada alle guardie, al fiero capitano e all'inserviente, che in tutto ciò si erano dispersi nei meandri dei cunicoli sotterranei.
    Anche Hadar era salvo, nonostante fosse uno dei pochi draghi che io stesso prenderei a schiaffi. Erano tutti vivi, eccetto alcune guardie che avevano ceduto alle trappole, mentre il dottore era rimasto solo.
    "Che insospettata piega degli eventi" sottolineò il drago con alterigia, come fosse suo il merito.
    Il demone grugnì, sollevando le mani per compiere uno dei suoi incantesimi. Fu nel vedere una mano di Vashnarak sollevarsi che cambiò immediatamente idea, tornando per benino al suo posto.
    "A cuccia" tuonò Stangaele con voce possente. Al suo fianco Lax e Sicfrid sarebbero letteralmente scomparsi se non fossero stati... Lax e Sicfrid.
    Remissivo, il dottore annuì.
    "Avete vinto"
    Il capitano delle guardie fu il primo a rispondere.
    "V'era necessità nel sottolineare tale inopportuna ovvietà? A nomine della sottoscritta persona e di costoro cui hanno marciato a tergo di essa, ringrazio il virtuoso Makon, la sua favella e i suoi compagni, in suddetto ordine d'importanza"
    Fehrar prese a smanettare sul dizionario come non ci fosse un domani, ma neanche un dizionario poteva contrastare tal impetuoso verbo.
    <a presto Roxium, è stato divertente> concluse Kurama nella mente dell'elfo, ghignando.

    Fu così che il demone riportò Roxium nel proprio corpo, per quanto Kestrel avesse da ridire, e si prese un paio di amichevoli sberle da Vashnarak; la prima lo spedì a Kerus, la seconda lo rimise dov'era prima.
    Nessuno voleva lasciarlo davvero andare, tutti bene o male volevano fargliela pagare per motivi non ben noti. Alla fine decisero che non serviva, accontentandosi della lezione che erano riusciti ad impartirgli.
    "Vai dai tuoi amici e digli cosa succede a chi cerca di interrompere la pace ad Itios!" esclamò convinto Kestrel, per poi scrutare innocentemente Makon. "Non è a voi demoni che spetta questo onore, dico bene virtuoso oibò? Boibòroibòbòbò??"
    Sperò che il vampiro l'avesse perdonato per la follia di prima, quando aveva liberato il dottore dalla sabbia. Di sicuro glielo avrebbe rinfacciato a vita. Anzi a non morte, per essere più precisi.
    Il demone però rispose qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato:
    "Dunque è così? Sappiate che ben presto vi ritroverete ad affrontare qualcuno di ben più pericoloso di me!"
    Ovviamente se l'aspettavano tutti. Se no che gusto ci sarebbe stato?
    "Noi abbiamo un Vashnarak" si immise Lax, che già aveva stretto amicizia con Sicfrid. Questo, nonostante fosse soltanto un'evocazione, ci aveva messo un bel po' prima di scomparire. Se ne andò solo quando fu lui a decidere che era giunto il momento, dopo essersi congedato dalla nuova compagnia.
    Ovviamente tutti questi loschi figuri ci spiegheranno perché sono qui...
    si, nella prossima role!

    Wow, è finita... La pace ad Itios! In tutti i sensi!
    Senza dubbio una delle follie più folli del 2019, se non dell'intero forum. Va beh non ci allarghiamo :sclero:
    Si ringrazia l'intelletto di Makon che ha concretamente supportato le sovranarrate vicende!
     
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54 replies since 24/7/2018, 22:03   1005 views
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