Luce e ombra

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  1. Aesingr
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Nella dimensione da lei appositamente creata stavano facendo baldoria. La presenza estranea che vi si era intrufolata, non si sa bene come, non la turbava minimamente. Era anzi curiosa di capire cosa volesse e come si potesse essere imbucata nella sua personale casetta delle tenebre.
    Asmodeus non aveva perso tempo, nel frattempo stava facendo di tutto per non lasciarle via di scampo in alcun modo. Con un sottile accenno di sorriso gli rivolse un ghigno compiaciuto. Il fatto che lui stesse mettendo tutte le sue energie nel combatterla la divertiva ma soprattutto la faceva sentire in qualche modo apprezzata e temuta. Erano quelli i draghi con cui amava aver a che fare, quelli che sotto un alone di insolenza in realtà sanno quel che stanno facendo e non sottovalutano il proprio avversario. Aveva creduto che il dragone bianco stesse solo mostrandosi spavaldo perché convinto di non aver nulla da temere, invece le cose stavano molto diversamente.
    Quando evocò delle sinistre lame sopra di lei si preparò a difendersi. Lui le aveva dimostrato un mal celato rispetto con quella sequenza di attacchi prudenti ma decisi, avrebbe ricambiato a suo modo. Il suo corpo si circondò di un velo d'oscurità dalla pesantezza palpabile anche da qualche metro di distanza. Sembrava starsi ricoprendo di un'armatura composta di pura oscurità, con un sottile manto che però le rivestiva l'intero corpo.
    Non era una vera e propria corazza, piuttosto la sua stessa dimensione oscura manipolata per adattarsi a lei, attorniandola quanto bastava perché i fili elettrici non fossero più a contatto con le sue squame notturne. Questi scomparvero infatti all'interno dell mantelo d'ombra e il loro effetto paralizzante cominciò a dissolversi. Mantenne l'oscurità attorno a sé per alcuni secondi, quanto bastava perché il suo corpo cominciasse a riprendersi, tanto non v'era rischio che la ragnatela d'elettricità potesse ghermirla finché se ne restava protetta all'interno del suo piccolo mondo oscuro. Si spostò con semplicità, percependo una sensazione di fatica abbastanza inaspettata. Si allontanò dalle spade che il suo corpo aveva ignorato inspiegabilmente, rendendosi poi conto che l'intento della tecnica non era quello di trafiggerla bensì di indebolirla.
    Aveva creduto di evitare sia l'uno che l'altro rischio di venir colpita, non si aspettava qualcosa in grado di sottrarle le forze. Quindi la tattica di quel piccolo bastardello era quella di indebolirla? Una dimostrazione ulteriore di quanto se la facesse sotto a dispetto delle apparenze.
    Liya mosse la coda a mezz'aria e frustò il terreno, sollevando polvere e lapilli. La sua potenza fisica era nettamente inferiore a quella di un drago adulto, maschio o femmina che fosse, il suo intento non era apparire minacciosa grazie al proprio aspetto. A giudicare dall'esterno, non pareva nient'altro che una draghetta adolescente snella ed aggraziata, con guizzanti muscoli sotto le squame ma niente che potesse intimorire una creatura della sua stessa specie.
    La sua pericolosità stava altrove. Asmodeus se ne sarebbe reso conto ben presto.
    Dissolse il manto nero e si portò a passi leggeri più vicina al suo avversario. Le spade non avevano avuto tempo di assorbire le sue forze in quantità elevata, perché i sottili fulmini filamentosi non erano riusciti a trattenerla.
    In quel momento scomparve anche la dimensione in cui l'elfo e la strega, ennesima favola di esopo, si stavano dilettando in giochini probabilmente un po' erotici. Ma tanto al buio nessuno li avrebbe visti, se non la possente Cioccolata. Non ebbe modo di controllare che fine avessero fatto e dove fossero piombati, ma si sarebbero rimaterializzati in aria nel punto esatto in cui erano stati assorbiti. Tanto sapevano volare no?
    "Preparati Asmodeus, è tempo di duellare"
    Purtroppo le carte da Briscola non andavano bene per Yu Gi Oh, quindi il duello sarebbe stato senza carte. Gli artigli erano più che sufficenti. Si lanciò addosso ad Asmodeus senza nessuna strategia, senza alcuna tecnica ad anticipare le sue intenzioni. Solo una furia di veloci artigli, zanne e incostanti folate di vento che travolsero il drago in un'impetuosa manifestazione di possanza eracleica. Andate a rispondere al VS mitologico o vi ammazzo tutti i pg all'istante ^_^
    N.B. Eracleica ed erculea sono sinonimi secondo il vocabolario di Eracle.
    Non perse tempo. Una poderosa e violenta esplosione d'energia generò d'innanzi a sé un vento aggressivo, diretto contro quel tipetto dal muso da schiaffi.
    "Sei in grado di tenermi testa, drago?"
     
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