Un nuovo male

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    Il drago nero più bianco di Kengard

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    In quella cupa e fredda notte senza stelle nel cielo non si udiva alcun rumore, fuorchè quello delle ali del possente drago oscuro che tagliavano incessantemente l'aria. Asmodeus aveva viaggiato dalla sua terra natale, Luthien, fino a Kengard e, dopo un giro di perlustrazione aveva finalmente trovato un posto adatto in cui stabilirsi. Veloce e aggraziato, nonostante la mole, atterrò in uno spiazzo della tetra e rocciosa Klenrung, ritirando le ali subito dopo e inspirando a pieni polmoni l'aria malsana di quel luogo.
    -In questo luogo sento molte presenze maligne... bene, molto bene- disse sogghignando e notando, solo allora, un povero viandante paralizzato dal terrore. Il dragone alzò una zampa e notò una carovana completamente distrutta.
    -Oh, voi stupidi, insignificanti esseri umani. Così piccoli... così fragili...- sorrise maligno, senza traccia di felicità e prese l'uomo con due artigli, come si prenderebbe un insetto.
    -Ma così divertenti- concluse sorridendo mentre l'uomo si dimenava spaventato e implorava. Le urla cessarono definitivamente quando il povero malcapitato venne gettato a terra come una bambola inutile e noiosa. Asmodeus guardò per un instante il corpo senza vita del viandante e poi tornò ad osservare la cupa città fantasma che sorgeva a parecchi metri da lui.
    -Umani- fu infine il suo commento -Non sono neanche degni per fare da spuntino-
     
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    Se non fosse stato per il suo mantello rosso sangue, Mael si sarebbe letteralmente fuso con quella notte nera come il petrolio, senza una Luna che illuminava flebilmente quello straccio di terra chiamato Klenrung, meglio conosciuto come "la città fantasma".
    Maestoso come una pantera, egli camminava sui tetti di paglia delle case dimesse e ammuffite, con la spada in mano e le quattro ali semi-spiegate per mantenere l'equilibrio. Ogni tanto scoccava occhiate in basso, si fermava, ascoltava e riprendeva la sua "ronda": cercava qualche vittima da dare in pasto alla sua Astaroth. La spada tremava dentro la mano di Mael come se fosse stata viva, agitandosi talmente tanto che il suo padrone dovette serrare ancora di più il pugno con cui la teneva. La lama bramava bagnarsi con il sangue di qualche povero sprovveduto; più egli era innocente e più Astaroth rimaneva come soddisfatta.
    "Non preoccuparti, tesoro, sono sicuro che qualcosa prima o poi spunterà fuori da queste topaie." commentò il decaduto con il suo solito modo di fare spregevole e altezzoso. Nel mentre continuava a camminare con una tranquillità innaturale, balzando di tetto in tetto con l'aiuto delle grandi ali corvine, un tempo splendenti e variopinte. Il silenzio in quel luogo abbandonato regnava sovrano, solo lo strusciare felpato del mantello di Mael si udiva assieme ai passi dalla cadenza lenta e subdola. La ricerca quindi continuava, ma si protrasse per alcuni quarti d'ora, senza dare risultati: nessun umano, dei pochi che erano rimasti, ebbe intenzione di farsi vedere.
    Mael allora decise di allontanarsi, lasciandosi la cittadina alle spalle, con l'intenzione di dirigendosi altrove. Magari in un centro più abitato come Knawr o Itios, seppur in volo erano piuttosto distanti. Tuttavia, pochi minuti dopo essere uscito dal centro ormai disabitato, Mael avvistò un uomo da lontano, che sostava vicino ad una carovana distrutta. Un povero e innocente viandante con la vita andata in frantumi: fu ciò che il decaduto riuscì a capire sondandogli la mente. Ed era proprio l'individuo che poteva fare comodo a Astaroth in quel momento, che riprese a tremare come una ossessa.
    Quell'uomo però incontrò presto la sua fine, purtroppo non per mano dell'angelo: prima di lui arrivò un drago che lo uccise senza tante remore.
    Mael osservò la scena silenzioso e guardingo, avvicinandosi lentamente all'essere che lo aveva sopraggiunto: si trattava un drago molto più grande del solito, con un aspetto tetro ma possente come cento leoni messi in fila. Emanava un'aura sinistra e malvagia e non sembrava affatto il classico rettile alato comune che Mael incontrava spesso in giro per Kengard. Quello sembrava essere fatto di un'altra pasta.
    "Gli umani..." esordì il caduto, allargando le braccia e riprendendo l'ultima frase che disse il bestione.
    "Sono degli esseri inutili, insopportabili e fragili. Mi domando come mai il mio Creatore ci tenesse così tanto." Sbuffò, scostandosi di lato una nera ciocca di capelli. Poi, grazie alla spinta che si diede con le ali, con un balzo atterrò vicino all'uomo privo di vita e con la punta della spada recise la vena del suo avambraccio, che si tagliò come il burro sotto l'affilata lama di Astaroth. Il sangue iniziò ad uscire fuori e Mael bagnò la sua arma con alcune gocce, facendola scivolare in tutta la sua lunghezza.
    "Questa servirà a farti stare buona al momento, anche se il sangue di questo sprovveduto non vale neanche una moneta di bronzo." mormorò alla spada, la quale smise di agitarsi... Per il momento.

    Edited by H a w k e ; - 4/9/2017, 10:15
     
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  3. Emy Nightfall
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    uso ovviamente Alyx


    Alyx camminava in quella notte buia, sola. Non che non ci fosse abituata, anzi, preferiva stare sola che stare vicino ad umani o ad altri lupi. Le sue zampe toccavano il terreno con una delicatezza sovraumana, rendendola silenziosa come la notte che la circondava. La ragazza lupo si guardava intorno, in cerca di cibo. Erano giorni che non si cibava, e in quella terra non trovava nemmeno un animale. In verità non aveva incontrato anima viva, anche se intorno a lei sentiva molti odori fino ad allora sconosciuti.
    Sospirò, creando una piccola nuvoletta che rapidamente andò a scomparire e continuò a camminare, tenendo le orecchie tese e i sensi pronti ad ogni evenienza, fino a quando non arrivò al centro della città fantasma. Il silenzio la inquietava, o forse la spaventava, ma il suo carattere non le avrebbe mai permesso di ammetterlo, nemmeno sotto la peggiore delle torture.
    Entrò in una casa, rovistando in giro alla ricerca di cibo, per poi tornare in forma umana, ormai stanca di camminare e prese un pietra da terra, cominciando a colpire il duro metallo del suo collare, che dopo anni di tentativi, non si era ancora rotto.

    - Maledetti umani - esordì infine, dando un ultimo colpo e lanciando la pietra in un angolo, per poi sbuffare.
     
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    Il dragone udì una voce più in basso, che aggiungeva disprezzo al suo precedente commento sugli umani. Vide la figura aprire le ali e avvicinarsi al malcapitato che lui aveva appena ucciso, bagnando la spada col suo sangue. Quell'individuo non era umano, ne aveva già visti come lui, angeli dalle candide ali bianche che cercavano di porre fine al suo regno di terrore. Lui però era diverso, le sue ali erano scure come la notte ed emanava una piacevole aura minacciosa, non era affatto un normale servo del Creatore.
    -Tu devi essere un angelo caduto, uno di quelli che si sono ribellati al Creatore per l'odio che provavano verso gli esseri umani. Dico bene?- chiese abbassandosi e appoggiando il muso sulla zampa anteriore per vederlo meglio e stare comodo. Se quell'essere era veramente un angelo caduto forse avrebbe potuto aiutarlo a governare questa nuova regione ignota, era di certo una prospettiva allettante.
    -Ho anche conosciuto molti angeli puri, dediti al loro Signore. Di certo erano noiosi predicatori di bontà... Non hanno fatto una bella fine, ma il loro sangue era veramente... celestiale- concluse il drago ridacchiando divertito e osservando attentamente le reazioni dell'angelo caduto. Poi notò un movimento alle sue spalle, una ventina di uomini correvano verso di lui con le armi in pugno. Asmodeus roteò gli occhi quando la marmaglia attaccò, finendo per esclamare inorridita alla vista delle loro armi che si piegavano come burro contro le sue placche. Con un guizzo pigro della coda, il drago schiacciò quegli uomini, e di loro rimasero solo masse informi e sanguinolente e pezzi di metallo accartocciati.
     
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    Mael osservò la spada prima di porla nel suo apposito fodero. Astaroth aveva preso la sua dose di sangue "giornaliera" ma il caduto sapeva che non bastava a farla stare buona. La lama doveva essere completamente inzuppata di sangue per soddisfare il suo bisogno di sete.
    "Mio scheletrico amico, hai capito chi sono." replicò mellifluo verso il dragone, il quale si abbassò per vedere meglio l'angelo. Quest'ultimo gli scoccò un'occhiata rapida, poi fissò lo sguardo all'orizzonte velato dalla nebbia dato che da quella direzione udì dei passi avvicinarsi. Klenrung era sì una città fantasma, ma pullulava silenziosa di altre presenze sinistre.
    "Sono stato cacciato via perché volevo conoscere una cosa che era stata negata anche agli angeli. Pure a me, dato che ero proprio il guardiano di quella maledetta cosa." Tutte le volte che entrava in quell'argomento, Mael ribolliva di rabbia. Al contempo però, nemmeno si era pentito dell'atto che aveva compiuto: almeno aveva scoperto il vero sé stesso, rendendosi conto che prima era solo una stupida marionetta comandata a piacimento dai suoi superiori serafini.
    Abbozzò un sorriso mefitico quando il drago narrò del fatto che avesse incontrato angeli puri, e di come fosse gustoso il loro sangue. Il grosso rettile stava aspettando una particolare reazione da parte di Mael ma quest'ultimo incrociò il suo sguardo e gli rivolse un'espressione noncurante.
    "Puoi mangiarne quanti ne vuoi, sbranarli e strappare le loro ali per usarle come trofei di caccia. Anzi, se proprio devo dirtelo, sono io il primo a fare tutto ciò." esclamò. Il caduto ormai non apparteneva più a loro e li odiava con i nervi a fior di pelle. Erano idioti, pensava lui. Soggiogati, sfruttati e tra l'altro illusi continuamente su cose che forse esistevano, ma che non dovevano conoscere perché solo il Creatore poteva dato che era onnipotente. Mentre loro no, gli angeli non dovevano nemmeno avvicinarsi. Perché allora, tutte le schiere non si ribellavano in massa? Perché non protestavano? Avevano forse paura delle conseguenze? Di ritrovarsi catapultati in un limbo senza uscita?
    "Poveri sciocchi... Non capirete mai." pensò, scuotendo la testa fingendosi dispiaciuto. Si voltò poi verso il cadavere dell'uomo e lo guardò con disprezzo.
    "I miei ex-simili non meritano il mio rispetto se fanno da custodi ad esseri deboli e insignificanti come questo qui." concluse. Ogni singolo briciolo di bontà nell'anima di Mael era ormai svanita. Era diventato un nero demone piumato che si aggirava nefasto in tutti i luoghi della terra in cui era stato confinato. E quel dragone che aveva davanti, chissà se aveva idee malsane come le sue... Cosa voleva veramente quella creatura, in quel luogo sperduto? Tuttavia, prima che il caduto potesse rivolgergli la parola, un clangore metallico squarciò il silenzio. Proveniva dall'orizzonte, proprio dove l'angelo stava guardando prima. Dedusse, a occhio e croce (dato che era buio), che si trattava di una ventina di uomini corazzati. Aspettò quindi che si avvicinassero ancora di più e finalmente poté cogliere che quei tipi non gli erano nuovissimi.
    "Ahhh di nuovo loro." esclamò scocciato , roteando gli occhi all'insù. Aveva riconosciuto quelle armi e quelle armature che portavano: appartenevano agli stesso mercenari dell'altra volta, con la differenza che gli altri li aveva trucidati. Solo due rimasero in vita. Quindi i superstiti che aveva lasciato Maven, il drago nero conosciuto a Kerus, avevano logicamente mandato i rinforzi.
    "Ma non avete imparato la lezione dell'altra volta?" commentò, lasciando che il drago li schiacciasse come inutili insetti. Mael poi, quando l'enorme bestia ebbe finito, si avvicinò ad un soldato morente, completamente ricoperto di sangue. Lo alzò per la corazza e gli rivolse uno sguardo di finta compassione, forse uno dei peggiori da vedere prima di morire.
    "Vedo che siete cocciuti... E' inutile che vi ostinate a trovarmi con l'intento di uccidermi. Non avete ancora capito?" gli sibilò in un orecchio, velenoso come il Serpente che tentò Eva. Ma l'uomo nelle braccia della Morte osò ridere su quelle parole prima di esalare il suo ultimo respiro.
    E Mael capì perché costui aveva riso.
    Due bulbi fiammeggianti fiorirono nell'oscurità di fronte a lui e al drago. La figura che portava quei due occhi non era ancora chiara dato che si nascondeva nell'oscurità. Solo la sua voce, ad un tratto, rombò profonda come cento tuoni.
    "Un angelo decaduto e un dragone... Che meraviglia." Dopo che la misteriosa creatura ebbe parlato, si udirono degli zoccoli che battevano il suolo roccioso.
    "E... Uhm... Sento anche l'odore di licantropo. Un licantropo speciale, oserei dire. Potrebbe farci comodo."

    Dato che Alyx si trova ancora nel centro abitato di Klenrung mentre Asmodeus e Mael sono fuori in uno spiazzo roccioso, ho tirato fuori un png che scoprirete moooolto lentamente... Intanto se volete potete tirare a indovinare XD


    Edited by H a w k e ; - 6/9/2017, 12:43
     
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  6. Emy Nightfall
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    La ragazza rimase per qualche minuto seduta nell'angolo della casa in cui era appena entrata, poi, avendo sentito una forte concentrazione di odori sconosciuti provenire da fuori, uscì dalla casa e camminò, avvicinandosi alla fonte. Sussultò appena vide un viandante senza vita a terra e i vari uomini corazzati che avevano fatto la sua stessa fine, ma solo dopo notò il possente dragone e l'angelo caduto, da cui si nascose mettendosi dietro ad un albero, con la schiena completamente poggiata contro la corteccia. Non voleva assolutamente vedere cosa facevano i due esseri.
    - è pericoloso ... molto -. Alyx continuava a ripetersi queste parole, rivolte solamente a sé stessa. Una parte di lei sarebbe corsa via a gambe levate, cosa che però l'avrebbe fatta scoprire, mentre l'altra voleva restare, facendole probabilmente fare la stessa fine. Rimase ferma, paralizzata per un tempo che le sembrò infinito, fino a quando non venne riportata alla realtà da un rumore di zoccoli che battevano al suolo e una voce profonda risuonare nel vuoto di quel luogo. Non si sporse per vedere cosa stesse succedendo, ma udì perfettamente le parole pronunciate dalla persona appena arrivata. Era stata scoperta in pochi minuti, ma quei pochi minuti le erano bastati per capire che le creature che aveva di fronte non erano di certo qualcuno con cui scherzare.
    - Il peggio che possa succedermi, è morire no?- sussurrò la ragazza, per poi uscire allo scoperto con un sorriso beffardo stampato in volto e le mani alzate, in segno di arresa. In verità era solo una posizione che le dava la possibilità di attaccare in modo rapido e, probabilmente, infallibile. Alyx osservò il dragone in tutta la sua grandezza, l'angelo con la sua spada e la persona che dedusse fosse la fonte della voce profonda che aveva sentito da dietro l'albero. I suoi occhi avevano preso delle venature nere, simbolo che fosse spaventata e allo stesso tempo incuriosita dalle sue nuove "conoscenze".
    - Fantastica giornata, mh? - esordì con la sua solita sfacciataggine.

    Edited by Emy Nightfall - 6/9/2017, 18:06
     
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    -Molto bene, cosa abbiamo qui? Un licantropo e una creatura che si nasconde nelle ombre. Manca solo un succhiadangue all'appello- sbuffò il drago leggermente irritato da tutte quelle apparizioni, poi si girò verso l'entità sconosciuta e riprese.
    -Allora,si può sapere cosa sei? E soprattutto darmi un buon motivo per non usarti come antipasto per le bistecche di lupo- sogghignò tornando in piedi e guardando tutti i presenti dall'alto on basso.
    -Parlando seriamente, l'angelo caduto può tornare utile ai miei piani, è un alleato malvagio e potente. Non penso però che un singolo licantropo abbia qualcosa di utile per aiutarmi a distruggere queste isole, stessa cosa vale per una creatura che si cela come fa un ratto che fugge nel suo buco- guardò la ragazza e l'essere misterioso, sembrava pensare a qualcosa.
    "Klenrung... È il posto adatto per far sorgere la capitale di un nuovo rrgno di morte e terrore. L'angelo sarà certamente un valido alleato, e con le creature oscure di cui questo luogo pullula sarà uno scherzo creare un esercito... Eccellente"
     
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    Iniziò a tirare un leggero ventolino che bastò per dissolvere un po' di quella nebbia che aleggiava spettrale a Klenrung. Tuttavia l'oscurità regnava, tutto era buio come il petrolio. Solo i due occhi fiammeggianti del misterioso ultimo arrivato puntavano interessati ma al contempo minacciosi il "simpatico" trio che si era appena formato.
    Mael fece dei passi in avanti, con la spada puntata verso il probabile obiettivo che si celava misterioso. Al contempo, rivolse uno sguardo tagliente alla ragazza che odorava di licantropo, la quale esordì con una certa sfacciataggine che il caduto trovò insopportabile.
    "Ringrazia solo il fatto che ho qualcosa più importante da fare fuori, altrimenti avresti fatto la stessa fine di quell'uomo." esclamò spregevole, indicando con gli occhi il viandante ucciso dal dragone poco prima. Mael era visibilmente in collera, lo si poteva chiaramente vedere. Il motivo? Non sopportava che i suoi avversari si nascondessero o che parlassero il minimo indispensabile per non compromettere la loro copertura o il loro fascino misterioso. Tutto ciò, infatti, entrava in conflitto con il suo carattere strafottente e diretto.
    "Allora, parla chiunque tu sia. Non sopporto questi giochetti, mi fanno ribollire il sangue."
    Passarono alcuni secondi immersi in un silenzio colmo di suspance, poi qualcosa nell'oscurità, di fronte ai tre, si mosse sinuoso come un'onda. Sembrava che le tenebre si materializzassero in qualcosa di concreto.
    "Oh, quanta impazienza." disse la creatura sconosciuta, socchiudendo gli occhi di fuoco con finta rassegnazione. Lentamente, dall'oscurità uscì una figura equina nera come l'ebano. Aveva un aspetto scheletrico e dimesso, quasi come se fosse malaticcio. Inoltre, versava in un stadio avanzato di decomposizione: lo si poteva notare dalle ossa che si contavano sotto la sua pelle, la quale era lacerata e mangiata dai vermi che guizzavano ogni tanto dai buchi. Solo gli occhi dell'inquietante creatura erano vivi come le fiamme degli Inferi. Ardevano impetuosi e lasciavano una scia aranciata quando egli si muoveva. Ebbene, si trattava di un incubo.
    "Non sono un affascinante stallone, dopotutto?" esordì. Il sarcasmo e il "black humor" facevano parte del suo carattere. Era una creatura diabolica, furba ma con un ottimo senso dell'umorismo che tirava fuori in tutte le occasioni. Mael però socchiuse gli occhi violacei ad una fessura a quella stupida battuta che trova rivoltante, mantenendo la spada puntata contro di lui.
    "Ah, tesoro, puoi stare calmo. Rilassatevi poi, voglio solo parlare con voi." L'incubo sogghignò ambiguo e malizioso verso il caduto e iniziò a camminare intorno al trio. I suoi zoccoli battevano sul suolo con ritmo lento ma ritmico.
    "Un angelo caduto sanguinario che non teme niente e nessuno. Interessante..." Passarono altri secondi carichi di silenzio, poi l'incubo riprese nuovamente a parlare.
    "Una licantropa inusuale, con poteri glaciali come il colore del suo manto... E un drago distruttivo con manie di potenza. Cosa potevo trovare di meglio?" L'incubo annuì soddisfatto, ascoltando i piani futuri del dragone oscuro. Si finse interessato, poi scosse la testa. Mael non distoglieva un attimo lo sguardo da lui, non vedeva l'ora di mettere le mani addosso a quel cavallo mezzo putrefatto.
    "Vedi, rettile, ammiro la tua scelta ma ahimè devo deluderti: sarò io che prenderò controllo di questo posto. Dopotutto i miei nuovi mercenari hanno bisogno di una nuova base, dato che gli altri sono stati sterminati da un certo ex-cherubino dalle ali nere, mhm?" disse, rivolgendo uno sguardo eloquente al caduto. Quest'ultimo lo folgorò con gli occhi, digrignando i denti che a momenti facevano scintille.
    "Farai la loro stessa fine se non sparisci." gli ruggì contro, facendo un ulteriore passo in avanti.
    "Oh ne dubito, dopo la proposta che farò." ribatté mellifluo l'equino.
    "Esatto, avete sentito: proposta. Vedete, dopo aver ottenuto la cittadina di Klenrung, sto cercando dei bravi subordinati che addestrino i miei mercenari per minacce ben più grosse di loro... Così ho trovato voi. Se accettate, avrò laute ricompense per voi... La desiderata discesa agli Inferi per l'angelo..." L'incubo si avvicinò a Mael, sibilandogli invitante in un orecchio.
    "La libertà per la licantropa..." e con lo sguardo indicò il suo collare.
    "... E un pezzo del territorio che conquisterò per il dragone.
    Però... Dovrete unirvi a me ed obbedire ai miei ordini. Troppo facile, altrimenti."
    La creatura emise un nitrito sinistro alquanto divertito.
    "Oh, quasi dimenticavo: mi chiamo Valahbaal."

    I poteri di Valahbaal li scoprirete man mano che ruoliamo. Intanto si vede che ha il potere della telepatia dato che conosce i desideri dei personaggi.
     
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  9. Emy Nightfall
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    Alyx osservò il caduto mentre si avvicinava alla figura sconosciuta impugnando la spada e ridacchiò alla sua esclamazione
    - Dovresti impegnarti molto per uccidermi, angioletto - disse, abbassando poi le mani e poggiandole sulla vita, continuando ad osservare i tre, in particolare l'essere equino appena si mostrò
    - Dio, è disgustoso - fu il suo primo pensiero, soprattutto dopo che Valahbaal si autoelogiò per la sua bellezza
    - Narcisista - sussurrò, velenosa come un serpente spostando poi lo sguardo sul dragone, constatando che non avrebbe dovuto fargli perdere le staffe per nessuno motivo al mondo. Quello poteva ucciderla con un semplice movimento di coda. Il cavallo e il caduto,invece, non la preoccupavano più di tanto: non erano nulla che non avesse già incontrato e affrontato in passato.
    Si voltò di scatto verso l'equino appena sentì accennare i propri poteri, chiedendosi come potesse sapere delle sue capacità. Strinse i pugni, facendone uscire involontariamente una nebbia fredda, che portò l'ambiente circostante a scendere di una decina di gradi e stette ad ascoltare la sua proposta.
    Un altro essere con manie di conquista che le stava chiedendo il suo aiuto in cambio della propria libertà? Quante volte aveva già visto questa situazione? Troppe, e questa volta non si sarebbe fatta convincere facilmente.
    - Legge nella mente - fu il suo ultimo pensiero.

    Edited by Emy Nightfall - 8/9/2017, 16:10
     
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    Il dragone, dopo aver sentito le parole della creatura, lo guardò un istante. Se fosse stato un minimo più intelligente avrebbe fatto a meno di svelare una carta utile come il suo potere telepatico. Man mano che il suo discorso andava avanti, Asmodeus iniziava a spazientirsi, poi arrivò alla parte che lo irritò di più.
    -Stupido, piccolo essere ripugnante. Pensi veramente che IO prenda ordini da te? Mi prometti un pezzo di territorio quando io posso avere già tutto? Casomai sono io a proporti qualcosa. Prostrati e chiedi scusa per la tua stupidità, se sei un minimo utile potrei anche decidere di non usare quella pelle marcia come tappeto per un cimitero-
    Poi squadrò anche gli altri due, sbuffando e abbassandosi per guardarli meglio.
    -Voi due, avete intenzione di ascoltare questo idiota putrefatto e combattere contro di me? Oppure volete ascoltare una vera offerta, una fatta come si deve e non di stupide proposte irrealizzabili basate sui vostri desideri. A quanto pare, però...-
    Continuò il drago sorridendo in modo maligno e voltandosi verso l'equino demoniaco -Qualcuno non sa usare il suo potere come si deve. Guarda meglio piccolo puledro, guarda quali sono veramente i miei desideri-
    Sorridendo, il drago ripensò alla sua terra, la terra che aveva conquistato e distrutto. Se quell'essere avesse provato a scrutare nella sua mente avrebbe trovato scene raccapriccianti, morti violente, draghi smembrati e resi quasi irriconoscibili dalle torture, pene degne di essere applicate nei più bassi gironi infernali. Tutto quello gli portò alla mente i suoi piani, e immaginò anche quella nuova terra bruciare, di un fuoco violaceo e malvagio, un fuoco di paura, morte e dolore, il suo fuoco, lo stesso che aveva già distrutto molte terre.
     
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    Mael ascoltò la lurida creatura che parlava a proposito di un lurido piano che non gli andava per niente a genio. Lui che prendeva ordini da un cavallo decrepito che si vantava della sua bellezza? Sia mai...
    "Odio coloro che sono più narcisisti di me." sputò velenoso l'angelo, rispondendo indirettamente all'affermazione della licantropa.
    "E odio gli equini. Stupidi quadrupedi senza cervello." Mael rivolse a Valahbaal un'occhiataccia che quest'ultimo ricambiò con un ghigno divertito... Perché sì, l'incubo si stava divertendo. Trovava quel gruppetto sì interessante, ma anche esilarante nella loro diversità.
    "Oh, ma non sono un semplice equino come dici tu." ribatté naturale, senza alterarsi. Egli sapeva che non avrebbe ottenuto facilmente quelle tre creature. Difatti le loro risposte non lo offesero più di tanto, anzi, trovò interessante ciò che il dragone gli mostrò, aprendogli la mente e lasciando fluire dentro la sua uno scenario di morte e distruzione, paragonabile ad un'arida landa infernale. Quell'immaginario poi si sovrappose all'attuale paesaggio di Klenrung che veniva lentamente divorato da fiamme viola e oscure.
    L'incubo sorrise compiaciuto, nonostante il suo muso mangiato che mostrava un'inquietante dentatura scheletrica.
    "Davvero ammirevole, rettile. Ah, peccato che non vuoi accettare la mia proposta, sono davvero deluso." ammise la creatura, chinando la testa di lato e guardando il trio di sbieco con i suoi occhi fiammeggianti.
    "Anzi, peccato che nessuno dei tre voglia aiutarmi nella mia impresa. Sapete, voi facevate proprio al caso mio..." Valahbaal prese a camminare avanti e indietro davanti a loro, scoccando ogni tanto delle occhiate ai tre interlocutori e al paesaggio spettrale dietro di loro. Mael, sempre con la spada puntata verso l'avversario, la muoveva secondo gli spostamenti dell'incubo, non perdendolo assolutamente di vista.
    "...Però ormai ho svelato il mio piano e, dato che non avete accettato il patto, sarò costretto a porre fine alle vostre inutili vite. Che notte funesta, nevvero?"
    L'incubo si fermò tutto d'un colpo e, impennando con gli zoccoli anteriori, emise un nitrito molto forte che echeggiò in quella desolata terra. Con impeto poi prese a scalpitare a terra, la quale iniziò a tremare per un'area piuttosto ampia che comprendeva anche quella in cui c'erano il drago, il caduto e la lupa. Mael si alzò istintivamente in volo con un balzo, avendo l'impressione che sul terreno si sarebbero presto formate delle crepe.
    E invece niente di ciò successe, anzi, la terra smise di tremare. E Valahbaal era inaspettatamente sparito, così come era venuto. Di lui non c'era più traccia.
    "Quel codardo!" tuonò l'angelo. Seguirono una serie di imprecazioni, minacce e bestemmie da parte sua, dette nella maniera più blasfema possibile. Atterrò con uno schianto furioso, sollevando della terra intorno a sé: non sopportava quando un avversario gli sfuggiva da sotto gli occhi. In quel caso dava proprio di matto.
    "Esci fuori! Tu e i tuoi patetici mercenari!" urlò, contro il vuoto, contro la notte, contro la nebbia... Valahbaal nonostante ciò continuava a non farsi vedere. Il trio era nuovamente solo, in mezzo a quel mare di cadaveri... Che inaspettatamente si circondarono di uno strano alone rossastro e presero... Vita.
    Lentamente si alzarono come marionette, emettendo al contempo versi distorti e disturbanti. Chi era senza un braccio, chi senza una gamba, chi senza la testa... Tutti gli uomini trucidati prima dal dragone avanzavano verso il gruppetto con le loro armi nelle mani. Presto a quell'armata se ne aggiunsero altri che emersero dalle tenebre di Klenrung, con la differenza che questi non erano armati, non erano uomini... Erano anche donne, bambini, altre creature come antropomorfi, elfi, grifoni... Risorti secondo la volontà di Valahbaal e comandati da lui stesso, senza pietà.
    "Buona fortuna... O buona sfortuna dovrei dire?" echeggiò la voce dell'incubo, posto chissà dove. Come se non bastasse, le gambe e le zampe delle tre creature furono avvolte da spesse radici che spuntarono dal terreno come serpenti aggressivi, con l'obiettivo di immobilizzarli per facilitare l'esercito dei redivivi che avanzavano verso di loro.

    I redivivi, come avete notato, sono circondati da un alone rossastro. Questo significa che sono sotto controllo di Valahbaal e quindi, finché non lo trovate e non lo abbattete (dato che è la fonte di tale magia) i non-morti continueranno a rigenerarsi ad ogni colpo ricevuto. Per facilitarvi un po' le cose, vi dirò ciò: più colpite i cadaveri e più questi avranno una rigenerazione lenta. Quindi in questo turno potete benissimo muovere i redivivi che vi assaltano, provare a ucciderli, abbrustorirli, ghiacciarli e chi più ne ha più ne metta XD
    Per quanto riguarda Valahbaal, beh, trovarlo in un post o due sarà un po' un casino (evil master mode: ON), quindi... Buon divertimento, per ora :'D


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  12. Emy Nightfall
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    La licantropa sbuffò ascoltando le discussioni dei tre, annoiata da quella situazione. Stavano litigando come dei bambini, per cosa? Un pezzo di territorio dimenticato da tutto e tutti. Un drago con manie di prepotenza e superiorità, un angelo scontroso ed un cavallo narcisista, che fantastico trio.
    Finì per non ascoltare nemmeno ciò che stavano dicendo, prestando attenzione soltanto al territorio intorno a lei, cercando una via di fuga rapida e sicura nel caso fosse successo qualsiasi cosa pericolosa. Si accorse di non aver fatto la scelta sbagliata appena vide le persone che prima erano senza vita a terra, alzarsi e dirigersi dritte verso di lei.
    - Oh, avanti, siamo seri? - disse praticamente urlando, per poi usare la tecnica che usava di più in combattimento: congelare gli avversari per pochi minuti, in modo da darle giusto il tempo di scappare, colpendo anche il dragone e l'angelo, non sapendo se fidarsi o meno di loro. Alyx corse più veloce che poté verso la città, con lo scopo di nascondersi nella stessa casa in cui si trovava qualche tempo prima, ma una trappola, probabilmente ideata per lei, andò ad attivarsi al suo passaggio, afferrandola attraverso un gancio per il collare in acciaio e tenendola sospesa a qualche metro da terra, facendola faticare a respirare. L'azione imprevista non le aveva dato per usare i propri poteri, e sicuramente non sarebbe riuscita a spaccare il gancio utilizzando del semplice ghiaccio o una spada. Si dimenava con tutte le sue forze, tentando di liberarsi dalla presa di quella trappola, cosa che andava soltanto a peggiorare la situazione della sua gola pressata dal collare, rendendo ancora più difficile la respirazione e la lucidità per salvarsi.
    In quel momento, sarebbe stata disposta a fare o accettare qualsiasi cosa per venire aiutata da qualcuno. Qualsiasi cosa .
     
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    Dopo aver visto l'esercito senza vita che si animava, il dragone schiacciò i nemici più vicini a lui e ruggì, era un ruggito così minaccioso e imponente da poter impaurire anche il più coraggioso avventuriero, di certo non era nulla in confronto alla rabbia che provava per la codardia di quel cavallo schifoso.
    -MALEDETTO CODARDO- urlò il dragone quando l'equino scomparve, lasciando il lavoro sporco ai corpi senza vita di guerrieri e abitanti di quella distesa desolata. Si alzò in volo per evitare di venire congelato insieme al resto dei corpi, tirando poi un colpo di coda all'abitazione in cui la ragazza si era rifugiata, facendola crollare e salvandola involontariamente, avendo abbattuto i supporti della catena.
    -Voi due, se non siete dei codardi senza orgoglio rendetevi utili e trovate quel bastardo. Io controllo dall'alto, voi radete al suolo ogni casa e perlustrate ogni grotta. Gli farò rimpiangere di essere nato, morto e tornato alla non vita- detto ciò, Asmodeus, si alzò in volo, scrutando la landa con la sua vista perfetta, sia di giorno come di notte, girando in piccoli cerchi che andavano velocemente ad allargarsi. Così facendo poteva avere tutto sotto controllo e, nel caso l'essere si fosse di nuovo nascosto nelle ombre, l'avrebbe notato, essendo l'unica parte di territorio che non riusciva a scorgere. Contava poi sull'aiuto dell'angelo caduto e di Alyx per controllare le zone escluse al suo campo visivo, come case e grotte, potendo contare sul loro istinto di sopravvivenza, alla sete di vendetta e al rancore che covavano per quell'essere disgustoso.
    "Quello stronzo schifoso... non merita nemmeno l'onore di venir polverizzato con uno dei miei attacchi più potenti... e nel caso stessi ascoltando, carogna inutile, fatti vedere, mostrati se hai coraggio, affrontami o inchinati davanti a me. Non è mai troppo tardi per chiedere pietà"
     
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    Mael in quel momento desiderava decapitare quell'incubo con le sue stesse mani. Non doveva perdere tempo quindi: si sarebbe disfatto di quei cadaveri camminanti, riducendoli come uno spezzatino, se possibile. E poi... Avrebbe dato la caccia a Valahbaal.
    Con un gesto d'impeto, l'angelo recise con Behemoth le radici che avevano afferrato le sue caviglie. Strappò le rimanenti con le mani ma uno zombie lo prese da dietro, stringendolo per il collo. Con forza sovrumana catapultò l'ammasso di carne putrida in avanti, e dopo con Astaroth lo infilzò dritto in mezzo alle costole. La stessa sorte toccò anche agli altri non-morti che si accingevano ad attaccarlo, infilzandoli come spiedini di carne uno dietro l'altro. Lo stesso Mael in tutto ciò si macchiò del loro sangue scuro e marcescente, mentre teste e vari arti degli avversari volavano come pietre scagliate da catapulte.
    "Morite, esseri ripugnanti!" tuonò l'angelo con disprezzo, mentre continuava a mietere senza fermezza. Al contrario di come sperava, gli zombie purtroppo non morivano, nonostante i grossi danni che gli infliggeva continuamente il caduto. Quest'ultimo, accorgendosi di ciò, iniziò a sentirsi frustrato... Ma presto quell'emozione si trasformò in una rabbia collerica, repressa dentro il suo corpo e pronta ad esplodere da un momento all'altro. Era infatti talmente preso da quel turbinio di emozioni negative che non si accorse subito dell'ondata di gelo che aveva generato la lupa. Alzandosi tardi in volo, si ritrovò mezza gamba sinistra intorpidita dal ghiaccio.
    "Merda!" esclamò Mael digrignando i denti, con il volto contratto in un'espressione accigliata. Non era un grosso problema quello, almeno finché restava in volo.

    Valahbaal si divertiva proprio a fondersi con le ombre e osservare lo spettacolo con dei fantastici attori... Il drago aveva schiacciato alcuni dei redivivi, mentre l'angelo li aveva trapassati da parte a parte e la lupa li aveva congelati... Peccato che essi, sotto la stessa magia dell'incubo, si erano ricomposti. Gli altri avvolti dal ghiaccio si muovevano molto lentamente, ma il mefitico equino aveva altri cadaveri viventi come sostituti. La sua armata delle tenebre dopotutto era efficiente e piuttosto resistente, ma necessitava continuamente di ordini dato che i membri erano privi della propria volontà. Quindi Valahbaal doveva "scoprirsi" per fare ciò, rilevando fugacemente la sua posizione seppur solo vocalmente.
    "Dirigetevi alla città abbandonata e cercate tra le case." esclamò, da qualche parte nascosto nelle infide tenebre di Klenrung.
    I morti-viventi cambiarono direzione a passi trascinati, emettendo al contempo versi distorti e grotteschi dalle loro labbra violacee mangiate dai vermi. Qualche minuto dopo infatti l'armata invase la città. Due mercenari non-morti, armati l'uno di spadone e l'altro di martello da guerra, accerchiarono la licantropa prendendola di mira. Altri, precisamente una dozzina di arcieri, iniziarono a scagliare una pioggia frecce infuocate contro il dragone oscuro, il quale volava sopra Klenrung come un avvoltoio.
    Tutta quella landa fu invasa da un intero reggimento di cadaveri viventi. E Valahbaal apparse per qualche istante su un tetto di un'abitazione, troneggiando su quello spettacolo alquanto macabro.

    Mael si diresse a volo sulla cittadina disabitata, emettendo versi seccati per via della gamba mezza congelata. Come un ossesso cercava quel dannato cavallo, farneticando bestemmie mai sentite prima.
    Quando lo vide stare sul tetto di una casa come un bellimbusto, l'angelo si fiondò a dritto sul suo obiettivo, con la spada protesa in avanti pronto per porre fine alla sua esistenza. Atterrò di schianto sulla superficie per via dell'intorpidimento all'arto inferiore ma Valahbaal era nuovamente scomparso come un'ombra. Non era riuscito a prenderlo.
    "NO!" ringhiò sdraiato supino per quanto era lungo, sul tetto di paglia. Si rialzò aiutandosi con la spada, ma inaspettatamente sotto il suo corpo Mael udì uno strano scricchiolio sinistro, sinonimo che qualcosa stava cedendo. Infatti il tetto marcio si aprì sotto i suoi piedi, ma l'angelo fu rapido a evitare una conseguenza spiacevole, rotolando di sotto. Cadde a terra di schianto, alzando della polvere che inalò involontariamente. Tossì un paio di volte per liberare le vie aeree e si alzò aiutandosi con la spada, Si sentiva ancora la gamba fredda e terribilmente intorpidita, nonostante il ghiaccio fosse andato via. Ed era sicuro che avesse qualche costola rotta a causa della caduta, ma niente di grave.

    Alyx può muovere i mercenari che l'hanno accerchiata e lo stesso vale per Asmodeus con le frecce infuocate.
     
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  15. Emy Nightfall
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    Alyx cadde sulle ginocchia appena il drago la liberò involontariamente e sbuffò quando pretese di darle ordini sul da farsi.
    - Io intendo soltanto sopravvivere, sicuramente non cercare un cavallo in decomposizione - sbottò, alzandosi e decisa ad andarsene, quando si trovò davanti i due mercenari. Rimase in silenzio e sbuffò, terribilmente infastidita.
    Strinse un pugno, facendone apparire una spada di ghiaccio affilata come vetro e attaccò il mercenario dotato di martello, tagliandogli di netto il braccio sinistro. Subito notò che le parte amputata si stava lentamente riformando, senza che il mercenario si smuovesse di un millimetro. Fece uno scatto indietro per allontanarsi dai due avversari e li guardò attentamente, pensando a coda fare.
    -Fantastico! Ora come dovrei uccidere due cosi che non posso morire? Due uomini due contro una donna, che scontro sleale - disse ridacchiando, mantenendo sempre un velo di menefreghismo. Lentamente la sua pelle stava diventando di puro ghiaccio, cosa che avrebbe reso la maggior parte degli attacchi da parte di armi bianche inutili. Quando il ghiaccio ebbe raggiunto tutta la pelle della ragazza, questa si fiondò sul mercenario dotato di spada e con un calcio ben calibrato lo disarmò, lanciando la sua spada a qualche metro di distanza e gli sferrò un pugno congelato in pieno volto, facendolo cadere all'indietro. Corse poi verso le catene con cui era legata qualche attimo prima e, sempre correndo, le avvolse intorno ad un albero per poi correre intorno all'avversario ancora in piedi, avvolgendolo come un salame e buttandolo a terra con un calcio. Con la poca forza trascinò il mercenario verso l'albero, decisa a concludere con un altro giro di catena, ma l'altro uomo, quello che aveva ricevuto il pugno, si era alzato, e stata correndo verso di lei a tutta velocità, di nuovo con la spada in mano.
    La ragazza ringhiò - mai una volta che mi lascino fare il mio lavoro in pace - pensò. Prendendo poi la sua forma aquila, scattò in alto, evitando la carica del mercenario e lo prese per le spalle, piantando per bene gli artigli nella carne, iniziò ad alzarsi di quota e si allontanò dal luogo della battaglia il più velocemente possibile di qualche chilometro, per poi lasciare precipitare l'avversario. Il suo obiettivo era solamente allontanarlo il più possibile da lei. Tornò rapidamente verso l'albero e atterrò, tornando "umana" subito dopo, con la pelle ormai tornata normale. - Dove diavolo è finito quell'essere inutile? - Non ebbe nemmeno il tempo di finire che si ritrovò una catena stretta sul collo, tenuta, da dietro di lei, dal mercenario con il martello. Di scatto mosse una mano all'indietro, facendo apparire la spada e tagliando di netto il braccio destro del mercenario, permettendole di liberarsi e scattare di qualche metro dalla parte opposta.
    - Tu, lurido essere ripugnante - disse, mentre i suoi occhi prendevano delle sfumature di rosso, un rosso molto scuro, simbolo della sua rabbia - pensi davvero di poter riuscire così facilmente ad uccidermi? - aggiunse ridendo istericamente - ci vuole ben altro per riuscire a farmi fuori. Non sono una schiappa come tutti voi esseri grandi e forti credete - disse infine, lasciandosi su di lui con la spada in un pugno, attaccando numerose forse con attacchi non potenti, ma soprattutto veloci, che venivano per la maggior parte parati dal mercenario. Alyx prese di mira il braccio con cui il mercenario teneva il martello, e, dopo numerosi tentativi, riuscì a tranciarlo, cominciando poi ad attaccare altre numerose volte, finché il corpo non era diviso in vari pezzi, che già cominciavano a riformarsi. La licantropa usò la bufera di ghiaccio in una forma un po' meno grande, in modo da congelare solo i pezzi di corpo e bloccarli in quella fase, poi prese il martello e lo spadone e corse via, gettandoli in un cespuglio lì vicino, andando poi a nascondersi in uno degli edifici abbandonati della città, con lo scopo di riprendersi qualche minuto. Si massaggiò il collo al di sotto del collare e si sedette, schiena contro il muro, prendendo respiri lenti e regolari, sperando di non venire trovata.
     
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27 replies since 3/9/2017, 14:31   581 views
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