Kengard Award

L'intera città di Itios è presa da assedio da un esercito di demoni ombra rigurgitati dalle interiora più viscide e recondite dell'inferno stesso. I cittadini fuggono in preda al panico più assoluto, incespicando tra i cadaveri orrendamente mutilati di coloro che non sono scampati alle grinfie delle terribili creature.
Solo un manipolo di coraggiosi prova a tenere testa all'immonda orda. Sui loro corpi vi sono i segni di uno scontro feroce e sanguinario che li ha lasciati con le spalle al muro, spezzati tanto nel corpo quanto nello spirito.
Fu proprio allora che Liya giunse in città, calcandone con il passo rilassato di chi si sta dilettando in una gita di piacere le strade intrise del sangue e le interiora di centinaia di innocenti.

"Oh salve ragazzi, come ve la passate?", esordì con un fare ammiccante e vagamente sarcastico che strideva atrocemente con la tragicità della situazione.
"Cosa fai li impalata?", le rispose bruscamente uno dei membri della sparuta resistenza, visibilmente irritato dall'atteggiamento sornione della dragonessa.
"Aiutaci a contrastare queste empie creature demo-".
"Ah, intendi questi cosi qui?", lo interruppe Liya con aria annoiata, mentre tra gli artigli della sua zampa destra penzolavano i resti martoriati di una delle creature d'ombra.
"Questi esseri che voi avete faticato così tanto per contrastare, sputando sangue e lottando colpo su colpo mentre assistevate impotenti allo straziante spettacolo dei vostri fidati compagni ed amici che morivano l'uno dopo l'altro tra atroci sofferenze? Ah, si. Io ne ho già sconfitti una o due centinaia mentre passeggiavo per la città. Ho usato soltanto il mignolo della mia zampa anteriore sinistra. Chiaramente è bastato meno di un milionesimo del mio potere".
Nessuno dei membri della resistenza riuscì a proferire parola. Si limitavano a rivolgere in maniera alternata lo sguardo prima su Liya per poi scambiarlo tra di loro, incapaci di decidere se insultarla per la sua intollerabile ed irrispettosa insolenza oppure se ridere delle sue assurde vanterie senza capo né coda.

Fu proprio in quel momento che una voce inumana, cavernosa e roboante come un tuono in lontananza, scaturì dal suolo a poca distanza dal gruppo.
"Il mio nome è Nyarntathot'kamivar Aramis N'gavdourith, detto Nyan, generale della tredicesima legione infernale".
Avvolto in una lingua di fuoco e roccia fusa, un essere bipede di taglia colossale emerse lentamente dal terreno. I suoi occhi erano fornaci, la sua bocca una tagliola. Le sue corna, irsute e irregolari, una corona nera e lucente d'ossidiana. Tra le irregolarità della sua pelle scagliosa pulsava una luce rovente, come se nelle sue vene non scorresse sangue ma bensì acciaio fuso.
"Sono qui per dichiarare guerra a voi mortali tutti" esordì il demone. La sua voce, cupa e ringhiosa, era tanto possente che ogni parola da lui pronunciata faceva tremare paurosamente i vetri delle abitazioni circostanti.
"Poiché quest'oggi la vita stessa si sottometterà all'inestinguibile potere delle fiamme degli inf-"

Il terribile Nyan, venerabile generale della tradicesima legione degli inferi, s'interruppe. La dragonessa blu scuro che aveva davanti, infatti, aveva osato coprire la sua roboante voce con un lungo, sonoro e fastidiosissimo sbadiglio.
"Ops, ti ho interrotto?", fece Liya riuscendo incredibilmente a suonare allo stesso tempo profondamente annoiata ed incommensurabilmente strafottente.
"Perdonami, mi ero distratta pensando al modo in cui ti avrei fatto fuori nella maniera più ridicolmente rapida ed anticlimatica possibile. Allora, cosa preferisci? Tornado Abissale, Buco Nero Totale o Peto Cosmico?"
Il terrificante Nyan, glorioso generale della decima più tre armata infernale, scoccò alla dragonessa un'occhiata di sufficienza.
"Molto bene.", disse con freddezza. "La tua sofferenza sarà eterna"
Detto ciò sfoderò la sua gigantesca spada d'acciaio incandescente e caricò Liya, colpendola in pieno con un fendente di potenza tanto inaudita che alcuni degli edifici vicini esplosero spontaneamente che manco in un film di Michael Bay.
Quando la nube di fumo sollevata dall’inspiegabile deflagrazione si disperse, l'atroce Nyan, leggendario generale eccetera eccetera, non poteva credere ai propri occhi luminescenti da demone stereotipato frutto di scarsa immaginazione.
"4 su 10", bofonchiò Liya scalzando con nonchalance la spada del generale con un solo artiglio della sua zampa destra.
"Meh, l'ho quasi sentito. Ma persino quell'imbranato di Goku in modalità ultraistinto, l'allievo peggiore del mio allievo migliore Shaggy, avrebbe saputo fare di meglio".

Nyan, l'empio demone generale bla bla bla, era fuori di sé dalla rabbia.
"Soffrirai", sibilò con voce vibrante di inumano livore. "Soffrirai per sempre"
Recitando una breve formula nella blasfema lingua dei demoni, Nyan scagliò a Liya un incantesimo ancestrale di livello incommensurabile, scaraventandola in una realtà illusoria dove non esisteva null'altro che dolore.
La dragonessa, di tutta risposta, proruppe in una lunga risata.
"Un'incantesimo d'illusione? Sei serio?", disse, asciugandosi una lacrima con una zampa.
"Non sai che mi basterà rivivere due o tre linee di dialogo di una mia esperienza passata non particolarmente piacevole per uscirne con la massima comodità e senza alcuna conseguenza per la mia incolumità fisica e psicologica?"
"M-ma io...", fece il demone a metà tra il confuso e il costernato.
"Beh... Se le illusioni non funzionano, dunque la tua prigione sarà reale. Sprofonderai nell'abisso cosmico del nulla che oscilla in bilico tra l’esistenza e la non-esistenza, laddove fluttuerai eternamente in uno stato di- COSA? COSA C'E' ADESSO?", sbottò il demone, notando che la dragonessa era nuovamente scoppiata a ridere.
"No, scusa", disse Liya sforzandosi di soffocare le risa.
"Il fatto è che, guarda caso, tra le varie cose i miei poteri includono la creazione di varchi dimensionali. Quindi... posso uscire dalla tua dimensione quando voglio. Sai, con l'elemento oscurità puoi fare un po' il cazzo che ti pare. Dico bene, Aleph? Poi salutami Leamhan"

"BASTA!" ruggì esasperato Nyan il terribile.
"Ne ho abbastanza di te. Vediamo se riesci a sopravvivere a QUESTO!"
Un raggio di luce verde iridescente scaturì dalla mano del generale, trafiggendo la dragonessa blu in pieno petto.
"Non importa quanto impenetrabili siano le tue squame", ringhiò Nyan (l'empio) mentre un sorriso di malevola soddisfazione incurvava la sua bocca irta di denti non esattamente splendenti.
"Questo raggio di pura radiazione mortifera è in grado di attraversare qualsiasi materiale. Sarai incenerita dall'interno, misera mortale!"
L'espressione soddisfatta del demone, tuttavia, ebbe vita breve.
"Ma perché? Perché non ti fai niente? CHE SCUSA HAI QUESTA VOLTA".
La dragonessa della tempesta oscura rimase in silenzio qualche istante, limitandosi a fissare Nyan (l'atroce) con un sorrisetto arrogante stampato sul muso.
"Perché, mi chiedi?", domandò con palese sarcasmo.
"Beh... perché sono Liya."

"MACOSACENTRAAAAAAAAAAAAAHHHHHRRRG!!” Il generale dell'armata demoniaca, in preda ad un esaurimento nervoso in piena regola, lanciò un lungo ed inarticolato grido di pura frustrazione. Dopodiché, dopo aver emesso uno strano suono strozzato, come se qualcosa gli fosse andato di traverso, stramazzò al suolo.
Uno dei membri della resistenza, notando che Nyan (lo sterminatore) non muoveva un muscolo da ormai una ventina di secondi buoni, prese coraggio e si avvicinò cautamente a lui.
“È… morto”, balbettò incredulo.
“Ha avuto un infarto”, aggiunse con un filo di voce.
Un sorrisetto beffardo si dipinse sulle labbra di Liya.
"Heh… Che delusione”, commentò con sufficienza.
“E pensare che ho usato soltanto il 3,2% della mia fastidiosità”