Itios, suppongo la pace non ti sia di gradimento... vero?

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  1. Aesingr
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Il piano sembrò andare in porto. Sembrò o fu davvero così? Lo scopriremo... nel prossimo episodio!
    Fine.
    No ok. Il garuda si era preparato all'impatto. Con le braccia incrociate al petto aveva attutito il colpo. In volto aveva stampata la soddisfazione più assoluta, non si era reso conto a pieno del pericolo. La spada di Roxium, quel semplice elfo un po' troppo vivace a cui non aveva dato molto peso, quello che aveva sottovalutato fino a quell'istante e che difficilmente l'avrebbe impensierito se avesse fatto sul serio, era appena riuscito a ferirlo; non con una ferita leggera e trascurabile, gli aveva bensì procurato uno squarcio profondo sull'avambraccio destro. L'euforia nascose il dolore, ma non i danni subiti. Kairus spalancò le ali e le braccia in un ruggito. Voleva fare di Roxium polpette arrosto di elfo sbruffone!
    Lo scontro con la spada però l'aveva sbalzato di nuovo indietro. La luce tornò ad immergersi nell'oscurità. Il garuda cadde di nuovo. La sua furia cresceva. I secondi passavano. Con un vigoroso balzo e un battito d'ali in grado di squotere il mondo Kairus tornò all'esterno, solo per ritrovarsi a sbattere su una barriera d'energia che lo aveva confinato nella voragine. Fehrar era tornato.
    Il gatto nero si avvicinò a Roxium e lo invitò a rialzarsi. La botta aveva sbalzato via l'elfo spadaccino, che si era ritrovato a capitombolare a Poggibonzi tra capriole e volteggi.
    "Ci siamo" disse Fehrar strizzando una palpebra. "Preparatevi"
    Così dicendo si voltò verso Kairus, che stava prendendo a pugni la roccia e la barriera, furente come mai prima. La prigione non avrebbe retto per molto, dovevano assolutamente sbrigarsi. Kurama si avvicinò a passi leggeri. Nonostante la sua mole quasi non produceva rumore quando si muoveva. Come aveva anticipato, aveva a disposizione l'energia soltanto per un'ultima sfera. Probabilmente in termini distruttivi era l'unico attacco di cui disponevano in grado di danneggiare il garuda, ma senza il giusto supporto non sarebbe servito a niente. Kurama odiava collaborare, ma spesso si ritrovava a non avere scelta. Quella era una di quelle volte. Fehrar semplicemente indicò il garuda e concentrò al centro della zampa un globo di luce.
    "Conoscete questo verso, miei cari? Cedano i legami, danzino le stelle, si sveglino gli spiriti e le loro cupe favelle. Si perdano nel tempo, per tornare a noi cari, cantiamo i supplizi per gli stolti e gli avari. Si chiedano di noi pensando al domani, stringiamo le mani, siano elfi o nani vinceremo i villani. E così mi chiedo, vi ritroverò? Arrivederci, Itios. Credo che la pace non sia proprio di tuo gradimento"
    Mentre recitava, tutte le sue creazioni lo circondarono in un caotico avanzare di costrutti demoniaci. In quei golem c'era parte del nemico e parte dei suoi alleati, alcuni emanavano fiamme e altri sfoggiavano lunghi artigli; alcuni presentavano numerose code, altri prandivano fioretti, altri ancora bisbigliavano... -Bramastra...-
    Tra di loro si trovavano demoni sconfitti, gli stessi che avevano dato il via a tutto quel macello. Servivano Kairus, un tempo. Non gli appartenevano più ormai.
    Con un vigoroso pugno il garuda spezzò la barriera, che in un boato tremendo deflagrò e sbriciolò la roccia circostante. Kairus così si portò di fronte ai suoi avversari.
    "Come osi!" gridò l'aquila angelica che era divenuto il corpo di Kairus, in direzione del suo potente rivale felino.
    Fehrar era pronto. Il globo esplose nella sua zampa.
    "Colpite!"
    Lo gridò alle sue creature, ma anche a Kestrel e Roxium. Avrebbero messo in quel colpo tutta la loro convinzione.
     
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