Perle e draghi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Una volta fritto è buono!

    Group
    Kengardiano
    Posts
    118
    STIMA
    +5
    Location
    da qui e da là

    Status
    Offline
    <<kerus può essere una buona idea per cercare informazioni su tuo padre -la voce dell’elfo è un sussurro mentre accarezza il pelo dell’enorme lupo, sdraiati al’ombra di una secolare quercia- prova ad andare al Nido di stelle, ma attento, essere il figlio di un drago non ti rende speciale a gli occhi dei draghi>>, un sorriso placido e sensuale si disegna sul viso segnato da un’enorme cicatrice, una spirale che corre lungo tutto il viso e che lo rende cieco da un’occhio, << e nemmeno esserne l’amante>>. L’elfo affonda il viso nel pelo del lupo che emette un profondo ringhio di soddisfazione.

    Tirare il catamarano in secco, lontano dalla città, non fu la parte più facile; trovare una tartaruga marina e prendere il sacco con le perle e il corallo, se nell’organizzazione della cosa fu la più facile da fare, mentalmente fu la più estenuante. Combattere l’idea di doversi avvicinare a degli umani, per quanto fosse necessario per scambiare le perle e il corallo con cibo e attrezzi, era sempre difficile. “Magari trovo commercianti non umani” il pensiero lo riconforta mentre avanza a dorso di tartaruga tra le acque salate.

    Ad un metro dalla riva, in una foschia leggera e dal sapore salmastro, la voce dell’ibrido risuona armonica con le onde, come se se fosse un sciabordio tra gli altri. << Qui è perfetto, amica mia, grazie dell’aiuto. Fai attenzione tornando al largo>>, messo il sacco sulle spalle, grande quasi due volte lo gnomo, salta sull’acqua. Rade gocce schizzano mentre i piedi scalzi calpestano l’acqua come fosse terreno solido. Semplicemente cammina sacco in spalla, fino alla battigia, scalando le onde e usando la spuma per scivolare dolcemente.

    Il porto è in fervore per le attività del mattino, casse di pesce e spezie, urla di mercanti in tutte le lingue, pelli di tutti i colori. Ogni cosa è in un caos ordinato, dove tutto sembra esplodere, gonfiarsi, e poi sgonfiarsi. Un cuore pulsante di vita e attività, dove il piccolo ibrido spicca per il suo cappello rosso a punta e la sua coda squamosa, dal colore blu fiordaliso, terminante in una pinna verticale.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Non c'era nessuna spiegazione logica per il profondo mal di testa che le martellava il cervello. Non le era mai successo di svegliarsi e non riuscire nemmeno a pensare da quanto le pulsavano le tempie. Che si fosse ammalata? Ma stava bene fino a ieri... giusto? Ah, era troppo stanca per rifletterci..
    Si girò sul fianco e il suo letto scricchiolò con uno strano crac, come se avesse rotto dei gusci di uova. Da quant'era che il suo letto era così scomodo? Il materasso era tutto un bozzo, dalle finestre filtrava una luce molesta e gli spifferi si insinuavano dovunque! C'era un forte odore salmastro nell'aria e un sacco di urla, strepiti e altri rumori che provenivano dalla strada. Qualsiasi stimolo continuava a infastidirla e amplificare il suo mal di testa... perché tutta Kerus si era concentrata a fare casino davanti alla sua camera? Proprio oggi che stava male! Non aveva senso! Non era mai successo che...
    "Aspetta... oh no"
    Aprì gli occhi all'improvviso e li richiuse prima che la stilettata di dolore si irradiasse dalla retina a tutto il cranio. Quello non era il suo letto e lei non era a casa. Con gli occhi socchiusi, Jill si guardò attorno e cercò di abituarsi come meglio poteva alla fastidiosa luce del giorno. Dov'era finita? Sembrava che fosse in un vicolo e, a giudicare dall'odore e dai rumori, doveva trovarsi nella zona del porto. Chiuse gli occhi per trovare la forza di alzarsi da quel cumulo di spazzatura. Ok, con il senno del poi avrebbe preferito non sapere dov'era finita. Non era bello svegliarsi e scoprire che quello strano scricchiolio era dovuto letteralmente a dei gusci di uova rotti.
    < Per la luna nera! > esclamò mettendosi in piedi (o meglio, biascicò resistendo al desiderio di rimettersi a sedere).
    Cosa era successo? Non aveva nessun ricordo del giorno precedente, se non... *mal di testa* Owh, forse era meglio pensarsi quando sarebbe stata meglio, la priorità era capire dove fosse finita e tornare al suo vero letto. Nel suo stato era probabile che non avrebbe riconosciuto nemmeno sua madre, ma doveva fare almeno lo sforzo di capire dove fosse finita.
    Seguì la puzza di salsedine e puntò alla direzione del mare, le zone che più conosceva del quartiere e dove meglio si sarebbe orientata. Più procedeva avanti e più gente c'era. Jill cercò di stare per le sue, ma ad ogni schiamazzo doveva combattere contro una sensazione di nausea crescente. Quando le farfalle nello stomaco diventarono troppo evidenti per poterle ignorare oltre, Jill si tuffò in un vicolo laterale e... si liberò di tutto quello che poté.
    Buona notizia: si era liberata di chissà che schifezza aveva ingurgitato il giorno prima. La cattiva? Quel piccoletto dalle squame blu non doveva essere molto contento che Jill gli avesse vomitato proprio davanti al naso... ops, come aveva fatto a non vederlo prima con quel suo buffo cappello a punta?
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Una volta fritto è buono!

    Group
    Kengardiano
    Posts
    118
    STIMA
    +5
    Location
    da qui e da là

    Status
    Offline
    La salsedine era la sue seconda pelle, l’odore di alghe decomposte non lo sconcertava così tanto, le gride dei gabbiani erano poco cosa. Tutto era un grande tutto, nell’ordine naturale delle cose. Tutto, tranne gli umani. Esseri abietti, falsi, propensi al piacere dell’uccidere come i goblin, a derubarsi tra di loro come i koboldi e ad ordine fitte trame d’odio per conquistare il mondo come i drow. E razzisti, sopra ogni altra cosa, come se la loro fosse l’unica razza degna di nota. Ora, con questo preambolo, l’ibrido si addentra nel porto in cerca di un mercante non umano. Le perle tintinnano sulla schiena, mentre i coralli giacciono ben impacchettati sul fondo del sacco.

    Ogni strada brulicava di maledetti umani, sguardi avidi sul suo sacco, sul suo corpo. Ogni metodo era buono per fare soldi in questa maledetta razza.

    Ogni banco era gestito da umani. “Forse era il lato sbagliato della città” il pensiero è un ritmo che va e viene, al suono dei piccoli passi in quei pantaloni grigi. L’insieme di colori, del tutto caotico, forse non è dei migliori, ma quelli sono i soli vestiti comodi e puliti che possiede. Del resto a che servono i vestiti quando vivi da solo su un catamarano?

    È solo un attimo di distrazione, un solo momento preso a scrutare un essere più simile ad un goblin che ad un umano, che una ragazza gli blocca la strada e piegandosi a metà, regala al mondo il resoconto del pasto precedente.

    Un odore acido, pungente, una nausea che sale dalle viscere fino alla gola. Non è tanto il vedere vomitare la ragazza il problema, ma l’odore che sembra volergli azzannare le narici. Fortuna ha voluto, almeno questo, che le memorie in forma semi-liquida si spandessero al suolo senza sporcargli né i pantaloni né tanto meno i piedi.

    Gli occhi lilla dell’ibrido fissano il suolo, non tentando nemmeno di analizzare il vomito, e lentamente si sollevano verso il viso di Jill per fissarla con una forte nota di disgusto.

    << Maledettamente certo che sia la parte sbagliata della città >>, il tono è basso, come la risacca del mattino. Parole uscite da sole, mentre la coda comincia a battere nervosa il terreno. La mano destra sale, libera dal sacco, ad accarezzare la barba argentea. Alla ragazza, l’ibrido, appare in tutto il suo semi gnomico splendore. Coperto di scaglie blu fiordaliso, barba e capelli argentati, un grosso cappello rosso a tese larghe e un sacco grande quasi due volte Abagizal, gettato sopra la spalla sinistra e tenuto senza fatica alcuna.

    Gli occhi ora passano da Jill al vomito, in maniera ritmica << Quindi? >>, domanda secco. Che si aspetti delle scuse?
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Di solito a Jill piaceva l'odore di mare. Aveva passato tutta la sua infanzia in un villaggio di pescatori e quando il vento seminava per le strade di Kerus l'odore di salsedine, Jill non poteva fare a meno di pensare alla sua famiglia. Non quel giorno, però. Qualsiasi odore le faceva torcere le budella, compresi quelli più familiari, e tutto quello a cui riusciva a pensare, era di trattenersi dal rigettare anche quello che non aveva nello stomaco.
    Ok, forse non era l'ideale tornare a casa in quelle condizioni.
    Non aveva idea di cosa fosse successo la sera precedente, cosa ci facesse nella zona del porto o perché si fosse svegliata su quel cumulo di alghe e spazzatura... al momento, tutto ciò che contava era arrivare in un ambiente dove raccogliere le idee. Possibilmente con un bagno dove darsi una rinfrescata. Dannazione, perché aveva tutto quel mal di testa?
    Fu in quel momento che Jill si rese conto di non essere sola in quel vicolo: c'era un enorme sacco vicino a lei. Jill abbassò lo sguardo, aprì e chiuse gli occhi più volte prima di riuscire a mettere a fuoco il cappello rosso a punta appena davanti al sacco. Abbassò ancora lo sguardo e... toh guarda, c'era una strana creatura blu sotto a quel cappello... una strana creatura blu e irritata.
    Seriamente, cosa era successo il giorno prima? Perché diamine non ricordava nulla?
    < Quindi cosa? > ripeté lei.
    Non capiva. La creatura si stava aspettando una risposta da lei?
    < Non è che te sai come arrivare al "pellegrino armato"? - chiese con voce impastata - E' una locanda qui del porto. A meno che... aspetta, siamo ancora a Kerus, vero? >
    Forse non avrebbe dovuto parlare con le creature frutto della sua immaginazione. La gente avrebbe pensato che lei fosse pazza... se non le fosse bastato le condizioni in cui era presa.
     
    Top
    .
3 replies since 6/5/2022, 08:41   161 views
  Share  
.