Eh, a volte succede

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    Rek si girò su se stesso un paio di volte, si guardò attorno senza sapere su cosa focalizzarsi. Della dispettosa ombra che lo aveva tormentato, non era rimasta nessuna traccia. Che senso aveva andare in giro a cercarla? L'aveva persa, ormai, e non avrebbe mai capito da dove venivano quelle misteriose lucine. La sua coda si muoveva nervosamente a destra e sinistra, spazzolando in tutte le direzioni gli aghi del sottobosco. Quando si sedette a terra sconsolato, però, sentì un urletto soffocato provenire dalle sue spalle. Rek si rialzò e si voltò di scatto.
    No, non capiva. Perché al posto della strana roccia rotondeggiante c'era una piccola creatura? Vero che la sua intelligenza non era tra le più luminose del firmamento, ma non era possibile che avesse scambiato quella voluminosa pelliccia marrone per pietra. Non era ancora a quei livelli, dai. La creatura davanti a lui era un piccolo mammifero di color marrone, con zampe tozze e una lunga coda di un marroncino tenue con delle striature più scure. Anche le orecchie e la pelliccia più vicina agli occhi erano di un marrone quasi nero, così come l'estremità delle zampe. Mmh, Rek aveva sentito già sentito parlare di animali simili, con quelle chiazze così simili a una maschera... doveva esserci almeno qualche storia che li aveva come protagonisti.
    < Un... procione? > chiese Rek.
    < Ta- tanuki... > bofonchiò la creatura, ancora mezza-stordita dal peso-non-piuma del drago.
    Rek non lo ascoltò. Che fosse quello il meticoloso individuo che il gatto e il serpente avevano avvertito di non approcciare? Peccato che non sembrava stare troppo bene per poterglielo chiedere. Ma forse c'era comunque un modo per saperlo!
    Facendo attenzione a non fargli male, Rek gli morse delicatamente la collottola e lo sollevò da terra. Trotterellò indietro sprizzando gioia da tutte le squame. I due che aveva incontrato prima stavano ancora parlando tra loro. Non si erano mossi da dove li aveva visti l'ultima volta.
    < Ehho! Ho trovah h'ahhahza-hahi! > esclamò, annunciando agli altri il proprio ritrovamento.
    Sputò davanti a loro il povero procione, che fece un paio di capitomboli davanti agli altri due prima di fermarsi di faccia su un cuscinetto di muschio. Per qualche strana ragione sembrava più stordito di prima.. Rek non se ne curò.
    < E' lui, vero? Il tizio che stavate cercando? >
    E come avrebbero potuto dire di no a quei due occhioni da cucciolo? Anche se non lo era per davvero, doveva per forza essere un ahhahza-hahi, eh
     
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    Zenon era così intento a dialogare con il serpente umanoide che si dimenticò totalmente del drago bianco, andando in giro per il bosco a suo rischio e pericolo di imbattersi nell'ammazzadraghi. Sharrak, ovviamente, offrì il suo aiuto nel cercare l'ammazzadraghi citando anche un suo amico e sfoggiando le sue abilità di spadaccino e di creatura velenosa. Il Creimvell fu ancora più incuriosito nel sapere che fosse quel suo amico e sul quale fosse il suo asso nella manica. Fu ancora più sorpreso nel sapere che il serpente umanoide aveva incontrato di persona Meno Zell e ovviamente non fu un incontro piacevole.
    "I miei amici stanno assoldando quante più creature possibili per rendere innocuo Meno Zell e rinchiuderlo in qualche segreta. L'ammazzadraghi umano è meno pericoloso di Meno Zell però dobbiamo comunque trovarlo e neutralizzarlo, anche se io non ho la benchè minima idea di come sia fatto, può anche passare qui davanti a noi senza saperlo riconoscerlo. Per ora vorrei mettere in guardia quanti più draghi possibili! Specialmente le dragonesse che hanno la cova! Uova e cuccioli sono obiettivi purtroppo molto ambiti dagli ammazzadraghi."
    Zenon stava per chiedere a Sharrak maggiori dettagli riguardo al suo amico e al suo asso nella manica ma il felino metallico venne sorpreso dal ritorno del drago bianco che sputò davanti a loro una piccola creatura pelosa del bosco, di aspetto molto buffo e carino.
    "Ma no...che vuoi che faccia un batuffolo di pelo come questo? Dove l'hai trovato? Volevi mangiartelo?" chiese al drago bianco mentre il peloso finì dritto contro del muschio.
    Con delicatezza, Zenon lo mosse piano con la zampa, per capire se fosse stato sbranato dal drago ma ad una prima analisi sembrava intatto.
     
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    Sharrak ascoltò Zenon e dovette ammettere che esso non ha tutti i torti, non potrebbero riconoscerlo visto che non sapevano che aspetto aveva. La rabbia dell'uomo serpente aumentò mentre sentì il felino che disse che le uova e i cuccioli sono bersagli molto ambiti per un ammazzadraghi, un essere spregevole come quello non meriterebbe nessuna pietà.
    Stette per dire qualcosa ma venne subito distratto dal drago bianco che tornò con qualcosa tra le zanne per poi sputarlo d'avanti a lui ed al felino, quella fu un altra prova per Sharrack che il drago bianco non aveva ascoltato con dovuta attenzione alle parole di Zenon. Egli mise la sua mano sul suo muso da serpente mentre lo scosse, poi incrociò le braccia sul petto mentre attese la risposta del drago bianco, quell'intervento aveva un po' distratto Sharrack.
    scusatemi non mi veniva mente nient'altro
     
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    Lo sguardo di Rek vagò dal gatto al serpente e dal serpente al gatto, alternativamente. All'inizio il drago era il ritratto spiccicato dell'allegria, ma più osservava gli altri due e più aumentava la sua confusione. In che senso batuffolo di pelo? Non riuscivano anche loro a notare le pericolose insidie che che quel meticoloso individuo aveva in serbo per loro? Era forse perché le sue fastidiose lucine avevano disturbato solo il suo di sonno?
    < Perché dovrei mangiarlo? Ho appena mangiato... > borbottò crucciato, dopo la carrellata di domande che gli fece il gatto blu.
    Rek si sedette a terra pesantemente. Il suo sguardo era perplesso, la coda si muoveva nervosa a destra e sinistra, come se nemmeno lei sapesse cosa dovesse fare.
    < Ed è stato il procione a cominciare! > sussurrò tra i denti. Che ingiustizia, perché ce l'avevano con lui? Aveva solo cercato di aiutarli!
    Alla parola "procione", una delle zampine della piccola creature ebbe un tic. Dopo poco, il procione si mise a sedere con un balzo. Si guardò attorno frettolosamente e, quando il suo sguardo trovò quello del drago bianco, alzò un pugnetto contro di lui e iniziò a fissarlo bellicosamente. L'unica reazione del drago fu di inclinare la testa da un lato, sempre più confuso.
    < Non sono un procione, dannato lucertolone troppo cresciuto! - sibilò il procione - Io sono un tanuki. Un TANUKI! >
    Rek rimase qualche secondo a fissarlo, senza realizzare di cosa la creatura stesse parlando.
    < Ehi! Non sono un lucertolone troppo cresciuto! - distolse lo sguardo - O quanto meno, credo di poter crescere ancora... >
    Solo in quel momento il procione si rese conto di quello che c'era attorno, in particolare dei due strani spettatori alle sue spalle. Con un *GASP!* la creatura schioccò le dita e un fumo denso avvolse la sua piccola figura. La nebbia si diradò in pochi istanti: al suo posto c'era un piccolo cespuglio dalla forma tonda, quasi del tutto indistinguibile da qualsiasi altro arbusto dei dintorni. Solo un piccolo particolare lo distingueva dal resto...
    < Ehi, procione! Perché le tue foglie sono di colore marrone? >
    < Sono un tanuki, smettila di chiamarmi "procione"!
    - rispose il cespuglio - E non mi parlare. Non vedi che mi sto nascondendo? >
     
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    La palla di pelo non era una preda del drago bianco, dato che affermava di aver già mangiato (forse un suo simile?). Inoltre il drago bianco affermava che era stato il piccolo peloso a iniziare...cosa?
    Zenon continuò a guardare il candido rettile per studiarlo. La stazza della creatura faceva pensare ad un individuo adulto ma il suo modo di fare dimostrava il contrario. Forse nei draghi bianchi, i cuccioli erano di stazza maggiore? Impossibile, il Creimvell aveva conosciuto diversi draghi bianchi sui ghiacciai dell'Ossidiana d'Argento ed era giunto alla conclusione che i draghi bianchi erano quelli di stazza minore rispetto agli altri!
    Nel frattempo, quello che era stato bollato come procione si svegliò e, senza alcun timore, protestò all'indirizzo del candido rettile affermando di essere un Tanuki. Solo in quel momento, la piccola creatura si accorse che c'erano altre presenze, in forma di potenziale predatore, attorno a lui e per tentare una mossa difensiva si trasformò in un cespuglio, ovviamente di colore marrone. Dettaglio che non sfuggì al drago bianco, che continuò a sfottere il Tanuki.
    "Ma quanto è tenero...." fu il pensiero del felino metallico.
    "Ehm ehm...senti lucertol.....ehm...signor drago bianco! Credo che il signor Tanuki abbia degli impegni da sbrigare, che ne dici se lo lasciamo qui in pace e ce ne andiamo per la nostra strada?" propose Zenon al drago bianco che non aveva intenzione di lasciar stare il piccolo pelosetto.
     
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    Sharrak ascoltò il drago bianco che rispose alla domanda di Zenon e poi lo sentì borbottare che il procione aveva iniziato, quella frase lo aveva confuso l'Yuan-ti, visto che non capiva che cosa il drago intendesse dire.
    "Iniziato a fare cosa?" pensò, ma poi subito dopo, con la coda dell'occhio, vide l'animale bollato come procione che si mise a sedere per poi alzare un pugnetto verso il drago bianco e lo sentì protestare, dicendo che egli era un Tanuki e non un procione. Dopo, quando la creatura scoprì che c'erano altre presenze, Sharrak lo vide trasmutarsi in un cespuglio di colore marrone, la cosa lo incuriosì.
    "questa tecnica è molto interessante e sarebbe stata molto utile, se solo il colore fosse esatto e che nessuno ti abbia visto. Ma visto che, noi ti abbiamo visto che ti sei trasformato, direi che in questo momento è un po' inutile la cosa" disse con tono calmo mentre avvicinò il suo muso verso il cespuglio marrone per guardarlo meglio, dopo sentì Zenon che propose di lasciare in pace il Tanuki e di andare. L'Yuan-ti ritrasse il muso dal cespuglio per poi guardare il drago bianco e dire con lo steso tono di prima"lo penso anche io"
     
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    Era probabile che sia il gatto che il serpentone avessero qualcosa da obiettare riguardo al passatempo del drago bianco di tormentare il povero procione. Peccato che Rek non li ascoltò minimamente: tutta la sua attenzione era rivolta verso quella strana piantina dalle foglie marroni.
    < Ehi procione, quello lo chiami nasconderti? > lo derise il drago con un sorrisetto sornione.
    Il procione rilasciò la trasformazione, perfino lui aveva dimenticato i due spettatori attorno e concentrò tutta la sua irritazione verso il drago.
    < Beh, credi di poter fare di meglio, lucertolone? > lo sfidò.
    Rek alzò gli occhi al cielo, come per riflettere. Poi, con un sorriso, indietreggiò di qualche metro a piccoli balzi e si accucciò a terra. Portò la coda in avanti, come a volersi abbracciare da solo, e arruffò le ali a terra, in modo che fossero il più aderenti possibili al corpo. Piano piano il colore delle squame cambiò, virando prima dal bianco a un grigio uniforme, e assumere quindi tutte le tonalità di colori necessari per simulare quelli di un qualsiasi masso incastonato nel terriccio del sottobosco.
    Il procione serbò un astioso silenzio per qualche istante, ma riprese subito a bofonchiare tra sé e sé. Zampettò vicino al drago-roccia e scoppiò a ridere dopo averlo guardato attentamente. Rek aprì un occhio, che risaltò di un bianco accesissimo contro il grigio della finta pietra.
    < Che c'è? Perché sghignazzi? >
    < Si vede benissimo che non sei una roccia: si notano i bordi delle ali a terra! >

    Rek aprì le fauci per commentare, ma si trattenne. Forse non era il caso di dirgli che - di solito - le sue prede non avevano abbastanza tempo di osservarlo. Tendeva ad azzannare prima che notassero quei piccoli particolari...

    Scusate l'estremo ritardo!
     
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    L'invito di Zenon a lasciar perdere la creaturina pelosa non fu recepito dal drago bianco, che continuò a battibeccarsi con il piccoletto come due bambini delle scuole elementari. I due erano intenti a mostrare le proprie capacità di mimetizzarsi con l'ambiente circostante così, se Tanuki poteva assumere le sembianze di un cespuglio, il drago bianco poteva assumere quelle di un masso. Questa sua proprietà attirò l'interesse del gattone metallico che si avvicinò alla finta roccia, che comunque emanava un leggero odore di drago. Agli occhi estranei però, era uguale a qualsiasi altro masso che si trovava sull'Ossidiana d'Argento e quello stratagemma poteva essere utile sia in caso di attacco verso una preda, sia in caso di difesa verso un ammazzadraghi. L'unico pericolo, seppur molto remoto, poteva essere un geologo di passaggio che poteva sferrare una martellata la finta pietra con la sua piccozza per capire di che tipo di roccia si trattasse.
    Tanuki, ovviamente, fece capire al drago che i bordi delle ali erano ancora visibili.
    "Ottimo stratagemma, devo dire. Se dovesse passare l'ammazzadraghi e ti vedesse così, sicuramente tirerebbe dritto per la sua strada senza nemmeno accorgerti di te." fu il commento di Zenon che toccò la finta roccia con la zampa anteriore nel punto dove si poteva trovare la schiena del drago.
     
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    Sharrak sospirò ed incrociò le sue braccia mentre la sua attenzione era rivolta verso il drago bianco che continuò a stuzzicare il Tanuki per la sua abilità di camuffamento.
    Dopo che la piccola creatura ebbe sfidato il drago bianco, l'uomo serpente rivolse la sua attenzione verso il drago che si mise in posizione e poi cambiò colore fino ad assumere un colore simile ad un masso. Una volta finito Sharrak dovette ammettere era colpito dall'abilità del drago bianco di cambiare colore e di assomigliare ad un masso, poi disse "devo ammettere che l'abilità del drago bianco mi ha sorpreso molto, il mimetismo è molto migliore rispetto quella del Tanuki visto che può confondersi nell'ambiente. Ho una domanda per il drago bianco: poi assumere qualsiasi colore?"
     
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