A1: la prima autostrada su Kengard

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    Zephiros faticava enormemente, a tenere contenuto qualcosa che già era a metà strada per la sua emersione:un energia negativa, che non sentiva forse da troppo tempo, prorompente e...cattiva, se si può un termine semplice, per descriverla. E se avesse dato la risposta che intendeva fornire, vuoi per distrazione, vuoi per istintiva mancanza di simpatia nei confronti di colei a cui chiaramente non gliene importava niente davvero di quello che lui diceva, senza interruzione alcuna...forse sarebbe stato ancora più probabile, che tale energia lo avrebbe avvolto...ma così non fu:già accorto della parziale mancanza di accordo degli altri, in merito all'umano non poté che girate l'occhio, quando vide e sentì sorgere...Kurama, al suo posto. Alchè sbatté le palpebre, fermandosi a pensare per qualche secondo...tornando finalmente a concentrarsi un po' di più sulla situazione attuale, e non su...questo. Così, dopo aver aspettato alcuni secondi, per comunicarle cosa voleva dirle (anche se questa si stava ora concentrando perlopiù sul fantasma della notte) alza leggermente il capo e ci riprova, guardando l'entità volpina sorgere...anche perché, dopo tanto tempo...c'era qualcosa, che aveva sepolto nella memoria, che per quelle ultime parole della dragonessa erano riemersi nella sua mente:qualcosa che forse l'avrebbe convinta ad aiutarli...
    Ti spieghi...bene:vedi un guadagno, e vai a prenderlo a discapito di tutto.
    Per qualche istante...lo scintillio verde balenò nuovamente nei suoi occhi, guidando i suoi stessi pensieri con la sua strana influenza: nemmeno lui, se si fosse guardato si sarebbe spiegato un simile cambio repentino di umore(ed onestamente Lesothos, che li stava guardando, anche se seguiva il discorso generale ne era leggermente preoccupato...).
    Forse abbiamo degli interessi che hanno valore nella stessa fatica.
    Lui...si mise ad abbozzare con l'artiglio, nel terreno...quello che sembrava il disegno di un villaggio abbandonato, fatto a quadratini, come ad indicare il fatto che...fosse fatto di un qualche genere di metallo?...
    Non sempre sono riuscito a salvare tutti quanti:un villaggio, nascosto nel folto della foresta ​alla vista di quasi ogni "esterno" non ha avuto questa fortuna, e i suoi abitanti sono stati costretti a scappare, prima del mio arrivo. Li aiutai, ma loro si rifiutarono di tornare, per paura dei predoni:predoni che non sono mai nemmeno arrivati, quando andai a controllare. La protezione che si erano lasciati alle spalle era incredibile, e persino un adepto mago avrebbe avuto difficoltà. E un drago avrebbe desistito, perché troppo "intricato e impegnativo", da cercare. Ormai quel villaggio altro non è che uno scheletro, di ciò che era un tempo, e nessuno vuole tornarci, ne lo vuole reclamare, non importa quanto avessi cercato di convincerli. Non mi piace, offrire quella che era un tempo la casa di qualcun'altro così...ma tu, e forse anche la Nebbia potreste averlo per intero,con tutto ciò che esso contiene:è grande come una cittadella, e conteneva numerosi metalli, nonché casse chiuse che non ho mai aperto.
    Aaaah, Mulan:alla fine la tua abilità commerciale è proprio tornata utile, al tuo mezzo drago prediletto, eh? Nemmeno lui lo avrebbe mai detto, ma a quanto pare stava facendo proprio come alcuni umani di una realtà a noi tutti più affine:convinzione graduale con la spartizione di danari. Il mezzo roc si giustificava, nella sua mente pensando che nessuno avrebbe mai trovato quel posto, e perciò non lo avrebbe mai usato, come rifugio. Ed inoltre, semmai gli altri presenti non ne fossero stati del tutto convinti...sarebbe potuta servire come base di controllo, per tenere sott'occhio questa organizzazione non del tutto...sana. Ma non comunicò agli altri, meno che mai a colei con cui poco prima stava parlando, questo:non sapeva perché...ma non se la sentiva, di tradire ulteriormente qualcuno a cui lui, ha fatto in piccola parte del male. Lì aveva sbagliato lui...e questo era un modo come un altro anche per rimediare a quello sbaglio...
    Nel mentre il mezzo grifone stava ascoltando, ed osservando la situazione corrente...con molta, pazienza:nonostante le sue parole, e quello che i presenti si erano finora detti non si era ancora raggiunto un accordo preciso...ma fu Zell, a fargli tirare mentalmente un sospiro di sollievo:finalmente qualcuno che aveva trovato uno straccio di decisione comune, cosicché tutti potessero cercare di farci appiglio.
    Il tuo suggerimento è per me bene accetto, Leamhan:non è per il momento consigliabile, attrarre attenzioni indesiderate da parte di quella spregevole creatura. Temo che, sebbene ci siamo prolungati nella dovizia del confronto delle nostre idee non sarebbe certamente una cattiva idea, avere un ulteriore fase di raccoglimento:in questo stato potremmo persino cadere vittime del nostro disaccordo. Come già detto:sarei tentato di dare a...la nostra entità dai caldi colori, e all'umano che parrebbe contenerlo, qui una possibilità, poiché affidarsi quasi esclusivamente ad una serie di dubbi, relegati a qualcheduno che non abbiamo modo di conoscere in modo completo, se non da alcuni pettegolezzi, alla fine della questione risulta prematuro. Inoltre... disse il mezzo drago candido, che poi osservò Liya, sorridendole il minimo sindacale.
    Da un punto tattico mi ritrovo d'accordo con l'eroe qui accanto a noi presente:qualunque sia l'avamposto di cui lui parla...nutro seri dubbi, che nell'eventualità di alcune trappole che queste possano in modo alcuno trattenere una creatura...potente come lei. disse l'ibrido serafico, un commento che il suo più orgoglioso omologo scuro, con tutta probabilità non avrebbe davvero aggiunto.
     
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    La capacità di leggere le espressioni facciali non era esattamente il punto forte di Leamhan, che infatti non seppe come interpretare l’occhiata confusa che Zell gli aveva scoccato. L’ibrido positivo scese dal grosso ramo dov’era appollaiato e si avvicinò con fare protettivo al teramin dal manto nero, esprimendo preoccupazione per il suo precario stato di salute attuale. Leamhan reagì alle sue parole con un piccolo saltello sul posto.
    < Oh. Signor Zell. > disse, < Tu dunque mi consideri un amico. Si. Ti sei avvalso di tale termine due volte consecutivamente. Hehe! >
    Il curioso equino dal manto nero pece zampettò brevemente sul posto descrivendo una rotazione completa attorno al proprio asse, in un moto non dissimile a quello che avrebbe effettuato un cavallino da giostra. La sua lunghissima coda, nel frattempo, dardeggiava alacremente in tutte le direzioni.
    < Hehe. Molto bene. Si. Me ne rallegro alquanto. Hehehe! Si tratta d’una mirabile notizia. >
    L’incontenibile eccitazione che il teramin esprimeva attraverso il linguaggio corporeo strideva nettamente con il suo eloquio, che invece risuonava piatto e monocorde come sempre. Le sue risa, aspre e acute come il gracchiare di un corvo, si stagliavano tremendamente sul timbro basso e cupo della sua voce.
    < Signor Zell. Il nostro legame d’amicizia è dunque ufficialmente suggellato. Poiché d’adesso anch’io ti ritengo mio amico. Eccellente. >
    Leamhan mise fine al suo balletto entusiasta, voltando poi il capo in direzione dell’ibrido positivo. Una proiezione d’ombra rappresentante una faccina sorridente si delineò sulla superficie di porcellana del suo muso.
    < = ) >

    A seguito dell’aspro scambio di battute avvenuto tra Zell e Kestrel, il giovane umano ci tenne a mettere ben in chiaro di non aver affatto apprezzato i commenti caustici che l’ibrido aveva espresso nei confronti suoi e della specie umana nella sua totalità. Si spogliò rapidamente del suo vestiario, che gettò al suolo, dopodiché una densa aura scarlatta proruppe dal suo intero corpo. Il ragazzo scomparve fagocitato dalle lingue di fuoco rosso che lui stesso stava emettendo, le quali fluirono in maniera tale da dar forma ad una creatura simile ad una volpe avente non una, ma bensì nove code fiammeggianti. Questo perlomeno fu ciò che videro tutti i presenti ad eccezione di Leamhan, il quale, per via della sua cecità, non colse gran ché dell’intero processo; siccome tutto ciò che poté percepire fu il sordo boato prodotto dalle fiamme d’aura vermiglia, l’impressione che ebbe fu che Kestrel, semplicemente, fosse improvvisamente esploso.
    Colto alla sprovvista, in un moto istintivo il teramin emise un verso molto simile al nitrito di un cavallo e con un agile balzo da capriolo si allontanò immediatamente dalla fonte della deflagrazione.
    < AH! Cosa accade! >, sbottò, riuscendo incredibilmente a suonare inespressivo anche in una simile circostanza. Impiegò qualche istante per riprendere pieno controllo di sé, continuando nel frattempo a sbuffare fiotti d’aria dalle narici come un cavallo imbizzarrito. Riacquisito il suo sangue freddo, Leamhan esaminò Kestrel con il suo sonar. Non riuscì a figurarsi precisamente che forma avesse, poiché a causa delle fiamme d’aura che costituivano il manto della volpe la sua sagoma gli appariva sfumata e cangiante all’esame del sonar.
    < Signor Entità Fiammeggiante. Ti porgo i miei saluti. La mia supposizione circa la tua natura spirituale era dunque corretta. > esordì rivolgendosi al suo focoso interlocutore.
    < Perché desideri misurarti con Zell. Vi farete del male reciprocamente. >, domandò dimenticandosi di attribuire un tono interrogativo alla frase. < Se è vero che tu ricerchi uno scontro stimolante e paritario, attenderai che le circostanze si facciano più favorevoli. Si. Poiché noialtri c'impegneremo a dividervi qualora voi ingaggiaste un insensato duello. >
    Nonostante il suo eloquio imperturbabile, l’agitazione provata dal teramin era tradita dal moto della sua zampa anteriore destra, la quale, come un aratro, tracciava ripetuti solchi nel terreno sottostante.
    < Inoltre ti chiedo la seguente cosa. Elenca i nomi dei draghi con cui ti sei battuto. È possibile che Zell abbia fatta conoscenza d'alcuni. Ciò gli sarà d’aiuto per appurare la veridicità di quanto affermi. >
    Detto ciò Leamhan rimase in silenzio per alcuni istanti, continuando nel frattempo a martoriare il suolo con la punta acuminata della sua zampa.
    < Signor Zell e signor Entità Fiammeggiante. >, aggiunse infine, < Ho perso molto sangue e necessito quanto prima di cure. Dirigiamoci verso il mio villaggio natale. Esso è ubicato nella zona nord della Tundra del Bianco Meriggio. A sud di questa locazione. Affrettiamoci. Cortesemente. Poiché non voglio morire. >

    Edited by -Aleph- - 25/7/2022, 19:55
     
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    Zell rimase fermo a guardare l'umano che, di punto in bianco, decise di spogliarsi delle sue vesti, mettendo a nudo il suo ridicolo corpo. Che intenzioni aveva? La risposta non si fece attendere. Un'esplosione fiammeggiante seguì lo spogliarello e un kitusne fiammeggiante apparve al posto del debole umano. L'ibrido del fulmine si mise istintivamente di mezzo tra Kurama e Leamhan, per fargli da scudo, non senza mostrare un'espressione di pura sorpresa. Sorpresa sì ma paura no, non si fece intimorire da quella trasformazione.
    "Sei un kitsune!" fu la frase sorpresa di Zell che si ritrovò muso a muso con la creatura.
    "Va bene! Ho capito! Non sei un essere umano, ora calmati! Perdona se ho dubitato di te ma ho visto nella mia vita troppe volte gli esseri umani uccidere creature come cuccioli di draghi, volpi e anche kitsune!"
    ed evidenziò ad alta voce la parola kitsune.
    "Vorrei volentieri fare allenamento con te, Kurama, ma ora le priorità sono altre. Leamhan ora è in fin di vita e dobbiamo portarlo al suo villaggio. Gli scagnozzi di Meno Zell potrebbero tornare da un momento all'altro, ma con tutti queste creature presenti non credo che possano fare molto. Ora devo occuparmi di questo povero ferito..."
    Zell prese in braccio il Teramin con estrema delicatezza mostrando una protezione paterna, aggirò la volpe a nove code e si diresse dai due ibridi draghi-roc.
    "Dobbiamo muoverci! Leamhan è sempre più debole e dobbiamo raggiungere il suo villaggio nella Tundra del Bianco Meriggio, a sud di qui. Uno di voi due potrebbe tenerlo a bordo? Possibilmente senza farlo cadere. Dobbiamo volare, a piedi sarebbe troppo lungo e troppo pericoloso! Dopo che si sarà rimesso in forze, potremo elaborare un piano per stanare Meno Zell!" il draghelfo positivo incitò Zephiros e Lesothos a levare le tende quanto prima. Il tempo era contro il Teramin e non potevano di perdere un alleato così importante. E un nuovo amico.
     
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    Senz'altro, quello non era ciò che Kurama voleva sentirsi dire. Zell aveva cominciato a sproloquiare su umani, kitsune, volpi e altre cose assolutamente inutili, senza curarsi di aver risvegliato l'energia che sia Kestrel che Kurama avevano faticosamente tenuto a freno in quel momento. Leamhan si mise di mezzo per contribuire con un'ulteriore inutile parlantina di quelle che al volpo facevano salire l'urticaria ai peli delle orecchie. E Zell l'aveva preso in braccio. Questo non era un bene.
    "Vuoi davvero provare a dividerci?" ringhiò in direzione del teramin, convogliando energia all'interno del proprio corpo e indirizzandola verso le fauci in un flusso di calore continuo e intenso.
    Batté con violenza tre code a terra, oscillando quelle laterali in aria. Generò tra le zanne una grossa sfera luminosa e di scatto protrasse il collo, scagliandola sopra a Zell e Leamhan in direzione della boscaglia alle sue spalle. L'impatto deflagrò un paio di poveri faggi e una grossa zolla d'erba.
    "La scelleratezza deve essere punita"
    Così dicendo si lanciò verso i due, chiudendo gli artigli in modo da non rischiare ferite eccessive. Doveva solo essere un avvertimento. Effuse una violenta esplosione d'energia vermiglia e con un balzo violento lo assaltò frontalmente, non dandogli il tempo di volare via. Avrebbe dovuto affrontare il suo attacco o essere abbastanza rapido da evitarlo. Non aveva importanza chi dei due avrebbe centrato. Non si curò degli altri, dalla posizione in cui si trovavano non avrebbero fatto in tempo a intercettarlo. Anche si fosse sbagliato, non aveva timore ad affrontarli tutti.

    Liya lanciò un'occhiata di sufficienza a Kurama e al resto del gruppo, per poi tornare a scrutare i due bestiolini piumati. Zephiros si era di nuovo prodigato in uno dei suoi discorsi incomprensibili, al che lei si era grattata il collo con l'artiglio di un'ala e aveva sbadigliato nella noia più totale.
    "Hai finito?" gli domandò stiracchiandosi la coda e le zampe. "Sei più noioso di David. E lui quando comincia a parlare è ingestibile"
    Fece un paio di passi a vuoto mentre osservava le tracce segnate dall'artiglio del drago piumato, imitandolo per gioco e strofinando gli artigli sull'erba distrattamente. Le squame blu di Liya Neratempesta risaltavano sul verde del bosco. Le era sempre piaciuto quel contrasto.
    "Non mi è ben chiaro cosa tu mi stia offrendo. Un villaggio come nascondiglio? Cosa mai dovrei farmene? La Nebbia ha tane a sufficienza. Certo potrebbe essere utile trovare un altro buco in cui nascondere quei dannati oggetti, ma non è a me che gioverebbe. Mi riferisco a tutt'altro"
    Così Liya si prese il suo tempo, si stese a terra sul dorso, dispiegò le ali e con le zampe reclinate sul ventre esposto come in una serena e pacata dormita cominciò a raccontare.
    "Io non ho salvato nessuno invece. Ho ucciso, seminato distruzione, raso al suolo isole e popolazioni senza rimorso. Ho giocato con la paura e con il terrore degli avversari divenuti vittime. Ho combattuto ogni creatura e sono stata sconfitta solo quando l'ho voluto io. Mi sono divertita per molto tempo, poi ho incontrato un avversario molto più forte di me. Parlo dell'oceano in tempesta, che nel pieno delle forze avrei considerato una culla amorevole. Purtroppo non sono mai stata abile nel dosare le energie e per fuggire dal disastro che avevo combinato, forse in un breve momento di rimorso o chi sa, mi sono ritrovata stremata alla deriva. Poi mi hanno salvata, ho cominciato a tenere anche alla vita altrui oltre che alla mia e... come dire, adesso è in altro modo che lacero i vostri cuori"
    Sogghignò e ripiegò le ali ai fianchi. Con il suo sguardo d'ametista trafisse Zephiros, lasciando che l'altro bestiolino dalle piume bianche risolvesse la questione volpe arrabbiata. O qualunque cosa avesse in mente di fare insomma.
    "Ti sbagli se credi che il mio guadagno sia a discapito di tutto. Il mio è un guadagno anche per te, così sarà più facile ottenerlo. Che tu sia un drago, un umano o una strana creatura con le piume e la parlantina eccessiva, sarai sempre più propenso a accettare una proposta se questa porta vantaggio anche a te. Commerciare è vantaggioso, spesso più di rubare o ottenere con la forza. Quindi piccolo giovane drago piumato con la parlantina eccessiva *senti da che pulpito*, cosa stai cercando?"

    Edited by Aesingr - 24/8/2022, 22:08
     
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    Quel Kurama sapeva sicuramente gettare carbone nella sua ciminiera:questo, era quello che il serafico Lesothos stava pensando, osservando il caos provocato di una creatura volpina...non esattamente incline alla mera ragione, quanto più che alla soddisfazione delle proprie necessità. E quella sua reazione improvvisa all'ultimo secondo? Se doveva essere onesto con se stesso...non era la prima volta, per l'ibrido del gelo che si ritrovava in una simile situazione:ciò che è meglio fare, spesso è evitare di reagire all'iniziale attacco, e rispondere soltanto se l'intenzione di offesa è seria. Perseverare avrebbe solo aperto un ulteriore ostilità...un ostilità sicuramente inutile, considerando la presenza di un ferito, che aveva al più presto bisogno di venir curato. La risposta, a quel punto non poteva che essere una sola. E questo...accadde:
    Un sottile strato di ghiaccio apparve, attorno all'intera zona, sboccando anche nei punti anche solo sfiorati, dall'azione apparentemente ostile dell'al momento ostile Kurama. Ben presto ogni, minuscola possibilità di un incendio, così facendo si ridusse notevolmente...anche se tutti cominciarono a percepire un leggero calo della temperatura. Così, poi la creatura serafica sospirò, e si mise al centro dei presenti, aldilà di Liya e Zephiros...
    Signori cari...è per me alquanto scortese, dover interrompere le vostre conversazioni, dilemmi personali...ed altrettanto personalissime opinioni. Ma sono della sempre più evidente opinione...che il tempo si stia opponendo, alla risoluzione di queste opzioni...e certamente non desidererei mostrare la scortesia di interrompervi, se non esistessero problemi che dovrebbero trovare risoluzione in un breve tempo limite. Perciò, se mi è possibile optare per una scelta in particolare... disse, così il serafico ibrido, che senza proferire ulteriore parola, rendendosi conto che, in buona parte esse si sarebbero rivelate praticamente inutili...andò da Zell ed al teramin, dopo il suo apparente tentativo di un attacco, guardandolo con un minuscolo senso di...dispiacere, girando in seguito lo sguardo verso i due ed osservandoli da vicino con un lieve sorriso, il più possibile rassicurante nonostante la chiaramente calda situazion:ci avrebbe pensato lui, a prendersi cura della creatura in pericolo per il viaggio che adesso si prefissava.
    Zephiros, al contrario di s...eehm, del suo opposto non fu così calmo:se non fosse stata per l'azione immediata, di Lesothos avrebbe certamente minacciato l'essere volpino con la forza, per farlo desistere, non usare una simile strategia passiva...ma sì dovette calmare, posando lo sguardo sul teramin in pericolo, rendendosi conto che l'ultima cosa di cui quell'essere aveva bisogno...era di ulteriore caos. Lesothos ci stava ben pensando, alla situazione:adesso doveva concentrarsi su questa dragonessa, sulla quale così posò lo sguardo...tuttavia ritrovandosi a considerarla quantomeno interessante, sentendo della sua storia. Non si aspettava, qualcosa del genere:una persona che uccideva pur di farsi largo, una guerriera indomita...una persona, però molto facile da annoiare, apparentemente...ma anche qualcuno che sembrava aver trovato il cambiamento, nel suo cuore: Zephiros non si aspettava, una nota altruista, da lei. Quando qualcuno cominciava a parlare in termini similari ai suoi spesso non voleva saperne, di ulteriore benessere se non il proprio. Era davvero inaspettato...
    ...suppongo che fornirti questa offerta, a questo punto non sarà abbastanza. Come desideri...grande e sicuramente abbastanza onorevole guerriera:quel villaggio fu un esempio del mio fallimento come oratore in passato, per cui non passa giorno senza che io mi senta in colpa. Io non posso prendermene cura, visti i miei numerosi viaggi per aiutare Kengard a modo mio...ma una creatura come te, che ha sicuramente delle buone connessioni, se non può farlo da se può affidare quella cittadina a qualcuno che sarebbe disposto a prendersene cura e persino a viverci, avendoci solo di che guadagnato, poiché non desidero che essa crolli come un mero cumulo di macerie. Meritava molto di più...ma ti guiderò in quella postazione soltanto se accetterai di aiutarci:in ogni caso tu non ci perderai nulla, ma se ci aiutassi sia entrambi noi che anche gli altri potremmo effettivamente guadagnarci. disse il mezzo drago carboncino, che la guardò deciso, pronto a sentire di un possibile rifiuto...e alla possibile delusione che ne deriverebbe: fortunatamente riuscì a contenere quella...strana scintilla verde che gli era spuntata negli occhi, di cui adesso non vi è più alcun cenno...
     
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    Leamhan non era mai stato un grande estimatore del contatto fisico ma, esausto com’era, questa volta si lasciò volentieri sollevare di peso da Zell, che lo strinse tra le braccia con la delicatezza che si riserverebbe ad gatto da compagnia. Probabilmente entrambi ritenevano che la situazione stava finalmente volgendo verso una distensione, ma ciò che avvenne negli istanti successivi smentì loro pronostico nella maniera più clamorosa possibile. Le parole che l’ibrido e il teramin avevano rivolto al kitsune ebbero, infatti, un effetto diametralmente opposto a quello sperato. La volpe dalle molte code, d’un tratto preda di una rabbia incontenibile, emise dalle fauci una sfera di energia vermiglia che sorvolò i suoi interlocutori abbattendo con un’esplosione due grossi alberi poco distanti. Si trattava evidentemente di un colpo d’avvertimento, perché subito dopo si scagliò in carica su di loro con l’intento di colpirli con una zampata.

    Mentre Lesothos reagì prontamente tentando di rallentare l’attacco con una folata gelida, la quale contribuì se non altro a tenere sotto controllo le fiamme innescate dal proiettile esploso poco prima, Leamhan fu invece colto del tutto alla sprovvista. Agì d’istinto e fece appena in tempo a proiettare la propria ombra davanti a sé e Zell, dalla quale scaturì una fitta schiera di colonne nere. Non si trattava certamente della più ottimale tra le soluzioni, data la mediocre resistenza che caratterizzava tali costrutti d’ombra, ed infatti l’attacco della volpe li infranse senza troppi problemi essendone rallentato solo in parte. Leamhan, centrato in pieno, fu scaraventato dietro Zell per un paio di metri, impattando al suolo come un sacco di patate. Il colpo era stato, in realtà, molto meno vigoroso di quanto poteva sembrare, il kitsune fiammeggiante si era chiaramente trattenuto, ma per sua sfortuna il teramin aveva già diverse costole rotte a causa del precedente scontro con i banditi e dunque il dolore causatogli dall’urto fu lancinante.

    Disteso a terra su un fianco, Leamhan gemeva debolmente. Rimase in quello stato per un lasso di tempo considerevole, finché non riuscì finalmente a trovare le forze per alzarsi sulle sue sottili zampe. Il suo respiro era irregolare e stentato.
    < Ma... ma perché. Perché l’hai fatto. >, domandò, risuonando in qualche modo ancora più monocorde del solito, senza curarsi di volgere il muso in direzione della volpe né tantomeno di imprimere alle sue parole un tono interrogativo.
    < Io m’ero offerto d’aiutare il tuo compare a reperire la sua arma. Si. T’offersi assistenza e tu ora m’hai aggredito. Ma perché. > Il suo intero corpo venne attraversato da un fremito. Di punto in bianco il teramin iniziò a trafiggere ripetutamente il suolo con la punta acuminata della sua zampa anteriore destra.
    < Ma perché! Perché. Perché! Perché l’hai fatto, perché! Ngh! >, ripeteva, pugnalando il manto erboso ogni qualvolta pronunciava la parola “perché”. Poi, improvvisamente, sembrò aver completamente dimenticato come parlare la lingua umana; continuava ad emettere sbuffi d’aria e nitriti come un vero e proprio cavallo privo della facoltà di parola, senza smettere di contorcersi e di perforare rabbiosamente il terreno con la zampa. Proseguì per una decina buona di secondi, verosimilmente preda di una collera che non riusciva a tradurre verbalmente, infine volse il muso in direzione della volpe dalle molte code.
    < Stammi lontano. Non t’avvicinare a me! Le nostre strade si dividono qui. > Nelle sue parole, pur poco espressive come sempre, traspariva un tremito di rabbia.
    < Non voglio più incontrarti. No. Giammai io avrò alcunché da spartire con un soggetto cotanto imprevedibile ed incline alla violenza. Mai. Noialtri lasceremo adesso siffatto luogo e tu non ci seguirai. >

    Per una ragione di posizionamento era inevitabile che ad essere colpito fosse Leamhan, d'altronde Zell lo teneva tra le braccia. :asd:


    Edited by -Aleph- - 22/10/2022, 15:39
     
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    Zell non si aspettava proprio un attacco. Non si aspettava proprio che la volpe dalle molte code attaccasse a freddo lui e il Teramin mentre si trovavano in una posizione del tutto inoffensiva. Il draghelfo positivo, visto che aveva Leamhan in braccio, non riuscì in alcun modo ad organizzare una difesa efficace ma fortunatamente sia Lesothos che lo stesso Teramin furono in grado di contrastarlo. Il drago-roc evocò il suo ghiaccio mentre Leamhan fece apparire un reggimento di colonne nere davanti a sè e a Zell. L'attacco comunque strappò la creatura equina dalle forti braccia dell'ibrido e finì nell'erba. Non fu un attacco potente ma nelle condizioni in cui si trovava Leamhan poteva essere decisamente pericoloso. Zell, invece, non subì nessun danno particolare ma lo fece andare su tutte le furie.
    "MA SEI IMPAZZITO?? PERCHE' L'HAI FATTO?? SEI PROPRIO UN *********!!!!! SI VEDE CHE IL TUO ASPETTO UMANO TI HA INQUINATO E, COME UN ESSERE UMANO, ATTACCHI A SORPRESA CONTRO CREATURE INDIFESE!!" e tali parole furono seguite da altre parole ad alta voce molto volgari sia nel linguaggio umano che quello bestiale.
    Finito di sputare parole volgari urlanti e temendo un secondo attacco, il draghelfo indietreggiò verso il Teramin senza staccare lo sguardo da Kurama ed evocando davanti a se lo Scudo del Fulmine mentre Leamhan sembrava essere diventato un motopick del mondo umano moderno e stava perforando tutto il terreno.
    "Stai calmo amico mio, non sprecare energie per niente. Lesothos! Zephiros! Andiamocene! Non abbiamo più tempo da perdere con quelle nullità. Leamhan è sempre più debole!" e Zell invitò tutti a levare le tende e lasciare quel posto maledetto.

    Zell usa la sua tecnica III Scudo del Fulmine
     
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    Ovviamente, ovviamente, Kurama non riusciva a starsene buono per più di mezza giornata senza combinare un casino. Forse anche per questo motivo aveva cominciato a trovarsi bene con Kestrel, per quanto la loro visione di caos si fondasse su principi diversi. Il fatto che la situazione si fosse intrecciata, o per meglio dire rovesciata completamente, rendeva la relazione per Kestrel più intrigante che mai. Solitamente era la volpe a tenerlo tranquillo, o almeno a suggerirgli cosa non fare quando voleva uscire da una situazione scomoda. Ritrovarsi nella mente di un Kurama tanto adirato era piuttosto improbabile. Neanche provò a inviargli un qualche ragionamento logico, non era da lui alla fine, per cui si limitò ad assaporare il delirio attraverso i sensi acuiti del demone.
    Quando il proiettile deflagrò, la foresta iniziò a urlare fiamme e il devasto prese forma, per Kestrel fu il principio di una festa. Si godeva quei frammenti di sensazioni solo quando finivano, per un motivo o per l'altro, ad affrontare un pericolo di natura un po' troppo pericolosa. Assistervi da una prospettiva più o meno rilassata lo fece sorridere nella mente di Kurama, il quale non mancò di redarguirlo con un prevedibile <c'è poco da ridere!!!>
    La folata di gelo che giunse in aiuto degli alberi dal drago piumato il volpo poteva vederla come un affronto. Kestrel lo sentì, ma sentì anche che, in fondo in fondo (ma proprio in fondo), la ragione di Kurama era sempre un minuscolo passetto avanti al suo istinto. Anziché infierire e procedere nel suo intento bellico, stava prendendo di mira proprio le zone dove il ghiaccio era riuscito a domare le fiamme. Kestrel era abituato a incendi che ci mettevano un po' di più ad attecchire. Per qualche ragione lì attorno si era bruciato tutto piuttosto in fretta, dal suolo erboso ai tronchi sottili, fino anche a un paio di chiome distanti cinque o sei metri da terra. Così Kurama ne fece una gara di insistenza, come i bambini piccoli e stupidi: cominciò a sparare sfere esplosive in ogni dove, stando comunque attento a non coinvolgere nessuno, dando fuoco a qualunque cosa gli capitasse a tiro. Qualcosa del tipo "volete spegnere l'incendio? Vediamo se ci riuscite!"
    Ufficiale: la stupidità di Kestrel ha contagiato anche Kurama.
    Ovviamente, oooovvviaaameeeeenteeee, né Kestrel né Kurama si stavano curando dello stato in cui versava Leamhan. Tantomeno diedero peso al suo astio riversato a casaccio, accentuato probabilmente dal dolore e dalla confusione mentale. Anche Zell si era dato da fare col ribadire le solite cose da umani e non umani, a quelle Kurama avrebbe dato più peso se il suo colpo non avesse effettivamente danneggiato il teramin più del previsto. Un pensiero come quello era molto difficile da decifrare per la mente di Kestrel, un po' stupido un po' limitato, ma nella mente del volpo era traducibile in "Poveretto, forse ci sono andato troppo pesante. Non so perché mi dispiace, di solito non me ne frega niente. Va bhe, pazienza".
    Liya era ancora meno coinvolta dalla cosa. Come sempre. Quando una zaffatina di fiamme e calore le si avvicinò, con lo sbuffo di un'ala mosse il vento abbastanza rapidamente da estinguerla. Incredibile ma vero, per una volta era coinvolta dalla conversazione senza che l'altra parte avesse fatto qualcosa per incuriosirla.
    "Non sono del tutto sicura di aver capito per cosa ti serve aiuto" rispose distrattamente, nel mentre che spingeva un'altra folata d'aria in direzione di un proiettile di fuoco. "Non mi piace lavorare in gruppo. Anzi, non mi piace lavorare nemmeno in due. Solitamente quando mi è chiaro l'obbiettivo faccio di tutto per portarlo a termine. Quando lavoro non voglio nessuno tra i piedi. A meno che questo qualcuno non si dimostri in grado di starmi dietro"
    La sfera fiammeggiante si estinse in un vortice di scintille prima di impattare al suolo. Non ne giunsero altre, quindi Liya rilassò le ali e le riportò lungo i fianchi. Mosse lentamente la coda verso il mento di Zephiros e glielo sollevò di pochi centimetri fissandolo negli occhi.
    "Mi hai capito? Voglio visitare il villaggio di cui parli. Se racchiude una storia, ha un valore anche un cumulo di macerie"
     
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