Kengard: Creature da oltre i confini

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    Lydia ascoltò in silenzio le parole del leone, ed aspettò una risposta da parte del furetto, che rispose inizialmente subito a lei, affermando che effettivamente le supposizioni della volpe erano esatte riguardo al divertimento del furetto in merito alla situazione, ma aggiunse anche che comunque non si stava nascondendo per divertimento. Diversamente accade per la risposta al leone, che invece tardò ad arrivare visto che il furetto diede le sue attenzioni al Creimvell praticamente in fin di vita. Lydia guardò con attenzione i movimenti del furetto sul corpo del Crimvell e guardò aggrottando le sopracciglia il furetto quando lui disse l'ovvio, ovvero che effettivamente nessuno possedesse abilità curative che avessero potuto aiutare l'animale in fin di vita anche prima di recarsi in quel posto. Insomma, chi gliel'avrebbe fatto fare di arrivare fin lì se qualcuno avesse potuto aiutarlo prima no? pensò. Roteò gli occhi e sbuffò, mentre pensava tra sé e sé quella frase. Ma il suo momentaneo nervosismo fu subito spento dalle parole del furetto in merito allo stato di salute del Creimvell, ovvero che purtroppo non c'era più niente da fare. Le orecchie di Lydia si abbassarono, come in un muto dispiacere per tutta la situazione creatasi, poichè anche se ci avevano tutti provato con le loro forze, purtroppo non c'era stato niente da fare. Rimase in silenzio per un po', e poi le sue orecchie si drizzarono come erano state fino a quel momento, quando il furetto rispose finalmente alle parole di poco prima del Sahabriano, rivelando poi la sua identità. Lydia rimase abbastanza scombussolata dalla cosa, non tanto dal fatto che fosse un Sahabriano, ma più che altro all'età del furetto. E la sua curiosità la divorò letteralmente quando il furetto si interruppe proprio quando stava affermando la sua grande conoscenza in merito alla loro razza. Difatti stava quasi per prendere parola, quando però sentì dei rumori non ben identificati. Il suo corpo, da rilassato che era, si drizzò improvvisamente, sull'attenti, pronta per scappare o cercare in qualche modo di affrontare il pericolo, che a quanto pare era imminente visto che secondo il furetto probabilemnte quelle creature orribili li avevano seguiti. Tutti uscirono di corsa da quella grande caverna, mentre correvano, passavano per corridoi molto simili a quelli utilizzati in precedenza per entrare in quel luogo. Una volta fuori, Lydia sospirò di sollievo quasi. Erano arrivati in un campo aperto e la vegetazione non era così fitta come quella che avevano trovato in precedenza, ma era più diradata e permetteva alla luce di uscire. Ma presto il corpo di Lydia fu attraversato da un tremito. Sapeva che stava arrivando il pericolo, se lo sentiva nelle ossa. E infatti poco dopo la nebbia si avvicinò, segno che quelle orribili creaturine stavano arrivando. Questa volta sarebbe stato un vero casino, visto che l'avversario non era più uno solo, ma molti di più. Quando il furetto esclamò quella frase, intimando a chi non volesse combattere, di nascondersi, Lydia gli rispose, cercando di sembrare più sicura di quanto in realtà non fosse, e cercando di non far trapelare troppo la sua paura ''Io ci sto!'' esclamò, e si mise poco distante dal furetto per fargli capire che avrebbe avuto il suo aiuto durante il combattimento. Notò anche che i due canidi erano pronti per combattere, e mandò un veloce sguardo al Sahabriano, proprio nell'esatto momento in cui il furetto gli porse la domanda sul darsi da fare in battaglia, ma la sua era come una muta richiesta di combattere con loro, anche se in fin dei conti sapeva che non sarebbe stato un codardo e che non sarebbe scappato, anzi tutto il contrario. Ma questo serviva forse più a lei, che a altri, aveva bisogno di sapere di poter contare comunque su qualcuno di vagamente più familiare rispetto agli altri membri del gruppo. Dopo il suo sguardo saettò verso il gran numero di bestiole orribili che man mano li stavano circondando. Il capobranco ringhiò, e poco dopo fu attaccato da una delle grosse creature, e questo bastò per sancire l'inizio dello scontro. Perfetto, pensò Lydia, ora diamogliene quattro a questi esseri orribili per poi buttarsi nella mischia anche lei, puntando un esserino a caso e cercando di ferirlo con i suoi artigli.
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