Fra cani e gatti

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Pharnasius viene da una nuova alleanza, che come al solito mi fa fatica linkare.
    Role organizzata tra me e Alister, se qualcun'altro vuole aggiungersi è il benvenuto ma solo un altro giocatore, così vediamo di non strarallentare troppo la role.


    Si sentiva rinata, come se l'ultimo scontro l'avesse rinvigorita piuttosto che distruggerla.
    Non fosse arrivato quel dannato lupo sbruffone ad aiutarla e non fosse stato per le cure di Maledet probabilmente non l'avrebbe raccontato, ma pace.
    Elvis le camminava accanto tutto fiero, pregustando la loro prossima zuffa in modo da dimostrarle che era ancora lui il più forte. Pharnasius non era sicura di saper riprodurre quel potere argenteo, ma se ci sarebbe riuscita l'avrebbe senz'altro spiazzato. Con quello che aveva passato non avrebbe comunque potuto fare sforzi eccessivi per un po', le zampe avevano smesso di farle male giusto da qualche ora.
    "In somma questo bestione?
    Lei non si voltò nemmeno a guardarlo.
    "Ti ostini a parlare nella lingua umana Elvis" gli fece notare la lupa, con disinvoltura.
    "E quindi? Ci capiamo meglio, e poi non è soltanto umana"
    Alzando le spalle e sospirando sonoramente, Pharnasius gli si portò davanti, facendo ondeggiare la criniera in maniera fin troppo figa.
    "Ma guardala, quanto siamo vanitosi!"
    In realtà non c'era aggettivo più sbagliato e inutile per descriverla, ma lui poteva darle anche della cucciola imbranata deforme... almeno finché
    non avesse recuperato il pieno controllo del corpo, a quel punto sapeva che se le sarebbero date per bene.
    Per il momento le interessava solo tornare a casa, e lui la pensava allo stesso modo. Le faceva solo uno strano effetto non poter correre, era probabilmente tanto remoto nel tempo l'ultimo sole in cui aveva camminato a passo tranquillo che aveva completamente dimenticato quando fosse stato.
    Attraversò un fitto boschetto, poi qualche salita fra le rocce ed in fine sterpaglie varie, ramoscelli caduti o ammassati dal vento sotto qualche bassa pianta mossa dal respiro del cielo.
    Elvis poi le saltò addosso, salendole sul dorso e strappandole un gemito. Con un ringhio se lo scrollò di dosso, ma lui rimase avvinghiato al suo collo con forza infilandole gli artigli nella criniera.
    "Avanti, devi rafforzarti..."
    Lo avrebbe fracassato se solo ne avesse avuto la forza, giurò a se stessa che durante il prossimo combattimento gliel'avrebbe fatta pagare molto cara. A costo di sfinirsi e di rischiare di nuovo il collasso.
     
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  2. Alister2410
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    Prima role di Alister


    Alister camminava per l'ossidiana d'argento senza una meta ben precisa, era in forma ferale, quella che preferiva quando girava in posti selvaggi; gli anni in forma ferale con il branco di leoni l'avevano segnato più che ad un normale Sahabriano; lui al ritorno dalla sua famiglia aveva scoperto che loro non erano altro che un branco di arrampicatori sociali che avrebbero fatto di tutto pur di salire la scala gerarchica del proprio clan, anche uccidere, quella scoperta lo segnò più del dovuto spingendolo a partire per Kengard.
    In quel momento non sapeva dove andare, voleva solo conoscere ogni angolo dell'isola per potersi ambientare meglio e scegliere un luogo dove creare la sua casa. Il suo pelo color sabbia luccicava grazie agli ultimi bagliori del sole, mentre la nera criniera ondeggiava in accordo con la leggera brezza che soffiava quel giorno. Il suo olfatto riusciva a sentire odori stranissimi per uno proveniente da oltre i confini come dicevano i Kengardiani; ma quello che quel giorno attirò la sua attenzione furono due voci; non erano troppo distanti da lui così decise di andare a curiosare.
    Qualche metro più avanti, in mezzo alla boscaglia iniziarono a palesarsi le fonti delle due voci, sembravano due lupi; gli sembrò strano che parlassero il linguaggio umano, ma oramai iniziava a farci il callo, era su quell'isola da appena un anno e già aveva
    visto cose che non credeva possibili quindi oramai non si poneva più troppe domande.
    I due lupi di certo non avrebbero faticato a notarlo; un leone alto 180 cm alla spalla di certo non sarebbe passato inosservato nemmeno ad un cieco, così decise di avvicinarsi lui e con voce tranquilla salutò i due: Buonasera ad entrambi, è proprio bello il tramonto da queste parti, vero? chiese con tono affabile il Sahabriano lasciando trasparire un sorriso.
     
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    Quando si sedette a terra, riuscì a far scendere Elvis che decise di cedere volontariamente, anche perché Pharny minacciava di non volersi muovere da lì.
    !"Lupetta capricciosa, abbiamo visite"
    Lei annuì, ribaltandosi e pulendosi le zampe sul candido pelo di Elvis per insudiciarlo.
    "Lo so, ci sento meglio di te"
    Quando la creatura si avvicinò, si avvidero di quanto leggero effettivamente fosse il suo passo. L'odore era quello di un felino, senza dubbio, ma con uno strano sentore particolare. Pharnasius sniffò l'aria, incanalando gli odori in tutta tranquillità, inebriandosi di bosco, muschio, pelliccia e... qualcosa di vagamente umano, come quella roba che portavano addosso per sopperire alla mancanza di peli. E che bisogno ne avrebbe avuto quel leone non le era chiaro ma pazienza, magari il suo sopraffino olfatto si stava sbagliando.
    Ma quando mai... anche se fosse stato così mai l'avrebbe ammesso.
    "La tua frase mi suona molto insolita, felino"
    Elvis le diede una spallata, e lei faticò a non cadere.
    "Chiedo scusa, un po' di delicatezza in più le farebbe comodo. Sono Elvis, lei è Pharnasius... e si, decisamente è un cielo interessante quello di oggi" concluse, voltando lo sguardo azzurrino alla sfera di fuoco che si stagliava sui monti in tutto il suo sfolgorante fulgore.
    "Oh, mi dispiace se giusto qualche giorno fà ho rischiato di essere uccisa proprio per aver dato fiducia a qualcuno" replicò acida la lupa, artigliando il suolo e scrutando proprio in cagnesco entrambi.
     
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  4. Alister2410
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    Il Leone ora poteva osservare più da vicino le due figure due lupi, uno bianco dagli occhi azzurri e l'altra, una femmina dal pelo particolare, talmente particolare da lasciarlo basito per qualche secondo.
    La distanza tra di loro poteva essere di circa tre metri, quindi facilmente copribile con un balzo da ambo le parti, quindi, proprio come la lupa teneva occhi ed orecchie bene aperte pronti per captare un'eventuale assalto.
    Non capisco per quale motivo la mia frase dovrebbe risultarti insolita, ho fatto un apprezzamento al cielo, niente di più comune per un essere che vive a contatto con la natura e si bea di ciò che lo Spirito ci ha donato disse con tono tranquillo ma con una leggera vena canzonatoria, non aveva mai capito perché canidi e felini si odiassero così tanto l'uno con l'altro.
    Piacere Elvis, piacere Pharanasus, io sono Alister e non sono di qui, mi scuso se sono entrato nel vostro territorio inavvertitamente ma non sono qui per minacciare voi od il vostro branco. disse con tono affabile mantenendo sempre gli occhi blu elettrici sui due lupi.
    Mi dispiace tu sia stata ferita, ma non è una buona scusa quella che stai accampando; se mangi un'antilope e ti fai male al palato con la scheggia di un osso non è che smetti di mangiare, stai solo più attento, devi fare così oppure morirai di fame le disse concludendo la frase con un occhiolino, il consiglio era vero, ma l'occhiolino fatto alla fine l'avrebbe potuto di certo far trasformare in una presa in giro bella e buona.
    Senza aspettare che la lupa rispondesse si rivolse nuovamente ad Elvis con tono stavolta più affabile:
    Sto cercando un luogo dove poter fare la mia tana, vorrei che fosse isolato ma non troppo, capisci? vorrei che la città fosse facilmente raggiungibile ma allo stesso tempo che io possa lasciarmela alle spalle alla prima occasione per essere circondato dalla natura; conosci un posto simile?
    Detto questo aspetterebbe la risposta dei due in silenzio guardandoli con un'espressione tranquilla sul volto, quasi come fossero amici da sempre
     
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    "Nessuno ha parlato di territorio, questa è terra di nessuno" continuò la lupa, passando la lingua fra le zanne.
    L'altra frase che il felino enunciò, dopo essersi avvicinato anche più del dovuto per i suoi gusti, le fece piuttosto drizzare il pelo. Non diede a vedere quanto effettivamente detestasse i maestri di vita, in fondo ancora non le aveva dato serio motivo di alterarsi. In quel momento poi doveva tenere ancor più prudenza del normale.
    La cosa che in quel momento la fece pensare fu l'intelligenza, o comunque la capacità di parola, del leone; non che lei avesse vissuto il mondo in lungo e in largo, ma le risultava insolita quella presenza. Che fosse un altro presagio di sventura?
    Pf, non esistevano nemmeno i presagi... se si ritrovava a pensare cose simili era messa davvero male.
    Cercando di sembrare più affabile a sua volta, finse un sorrisetto di scherno.
    "Sto facendo più attenzione, infatti. E ti conviene seguire il tuo stesso esempio, ultimamente anche questi monti sembrano diventati un campo di battaglia"
    Elvis muoveva la coda con leggerezza, frustando di tanto in tanto un fianco di Pharnasius che ricambiava con qualcheocchiataccia random. "Inoltre... questo è un luogo ottimo per farsi la tana, non pensi di cercare un po' troppo nel volere due cose opposte contemoraneamente?"
    Elvis le diede un'altra spallata, questa volta buttandola per terra. Fortunatamente le zampe non le fecero strani movimenti, o si sarebbe ritrovata a ululare dal dolore per mezza montagna. In ogni caso, gliele avrebbe fatte pagare tutte.
    "Su questo ha in parte ragione" continuò il lupo bianco, accorciando la distanza tra lui e il felino con disinvoltura. "Starsene al sicuro in mezzo a due realtà è diventato difficile: nelle città, di cui non posso raccontare molto, devi saperti adattare o accettare ciò che vi abita. Mentre fra questi monti e nella terra di Ahsnaeris, la grande foresta... sarai sempre abbastanza solo da doverti ritenere costantemente in pericolo"
    Elvis non voleva risultare scoraggiante né presuntuoso, ma aveva capito in che situazione versasse quell'isola, la tranquillità e la pace erano sì presenti ma in vivace contrasto con l'incertezza e la paura.
     
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  6. Alister2410
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    Da quel che so voi lupi siete piuttosto territoriali e visto che non sono che un viandante in questa zona mi è sembrato più che cortese chiedere quest'informazione
    Disse il leone con tono piuttosto calmo verso la lupa.
    Quella lupa gli pareva strana, dalla colorazione al modo di esprimersi, era come se ci fosse un mondo di cose da scoprire sotto quella folta pelliccia blu argentea, tuttavia decise di non domandare, non sarebbe stato cortese da parte sua.
    Ti ringrazio vivamente per l'avvertimento è proprio questo che sto cercando di evitare, battaglie inutili che rischiano solo di portare sofferenza a quest'isola. Tuttavia se dovesse risultare necessario sarei in grado di scendere in campo senza troppi problemi Disse il Sahabriano sorridendo a sua volta mentre si sedeva ed iniziava a leccarsi una delle poderose zampe artigliate.
    Non fu infastidito dall'accorciamento delle distanze da parte del lupo bianco; ma dovette faticare non poco per trattenere una risata alla vista della rovinosa caduta di Pharanasus.
    Ho i miei motivi nel cercare un luogo simile dice tranquillo in risposta ad entrambi per poi tornare a rivolgersi ad Elvis Posso ben capire cosa intendi, più di quanto non creda, tornare a vivere in città dopo la mia infanzia è stato quantomai faticoso per me... Tuttavia ci sono dei vantaggi non da poco nel passare anche qualche ora del proprio tempo in una città. Come dici tu nel bosco sei abbastanza solo da poter essere facilmente vittima di qualsiasi creatura ma ci sono anche momenti in cui per ritrovare la tua pace interiore devi passare del tempo con te stesso in solitudine
    Disse con tranquillità mentre continuava, di tanto in tanto, a leccarsi la zampa.
    Sai com'è, quando passi tanto tempo in mezzo alla folla rischi di dimenticare chi sei veramente.
     
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    In fondo era solo un po' troppo estroverso e palesemente in cerca di dialogo, chi sa da quanto non chiaccherava? Nella folla ciaveva perso anche qualcos'altro quella creatura, oltre al -chi era veramente-.
    Mentre si rialzava con uno sbuffo, Pharnasius cercò di mordere la coda al lupo bianco, ma questa le sfilò via dalle zanne un istante prima che potesse afferrarla. Non aveva ancora recuperato la piena mobilità, ed Elvis aveva quindi ancora per un po' campo libero quando si trattava di importunarla o di deriderla. Lei digrignò le zanne, pensò quasi di ignorare il leone e di lanciarsi addosso al compagno per iniziare ad azzuffarsi come un tempo, era molto che non giocava con Elvis; considerando che era l'unico essere vivente con cui riusciva a farlo e con cui poteva non avere remore, si sentiva parecchio in astinenza.
    Il leone si era seduto, come a dire -ho ancora voglia di chiaccherare, non ve ne andrete mica così?-
    Non aveva altro da fare quel giorno che passare di lì? Dannazione, doveva tornare alla tana e recuperare le forze al più presto, non aveva tempo di parlare con un leone vagabondo chiaccherone. Si leccava la zampa pure tutto baldanzoso, poteva essere anche un tipo interessante ma non in quella circostanza.
    Sbuffò, abbassando il muso per rialzarlo qualche istante dopo con lo sguardo un po' più ammorbidito, seppur la sua aria di indifferenza fosse sempre presente.
    "Stiamo tornando alla nostra tana, puoi seguirci se vuoi"
    Elvis si voltò di scatto a scrutarla con un'espressione che sarebbe risultata chiarissima anche ad un insetto: -coooosaaaa?-
    Era la prima volta che le sentiva dire una frase simile, cosa le era successo in quegli ultimi giorni di così tremendo da poter giustificare un cambiamento del genere? Nel raccontare si era fermata ad alcuni dettagli superficiali quali l'elfo, il golem e la gente dilaniata durante la battaglia, come al solito la lupa non aveva approfondito i rapporti con gli altri individui se non qualche aggettivo come -interessante o -simpatico-.
    "Almeno puoi visitare le montagn ein compagnia"
    Elvis non capiva se Pharnasius stesse cercando battute strane per prendere in giro il nuovo arrivato o se glielo stesse davvero proponendo, ma già il semplice fatto che avesse insinuato in lui questo dubbio era incredibile.
    "Ti... senti bene? Certo che le hai prese davvero pesanti per esserti..."
    La lupa non lo stava considerando minimamente, si era anzi incamminata per conto proprio dirigendosi verso la prosecuzione del sentiero che avevano già inboccato.
    Le foglie sopra di loro venivano mosse placidamente dal vento, mentre il sole rischiarava le chiome dei frassini e dei larici in caldi giochi di verde di mille sfumature. Ripensare al cielo di sangue di quella battaglia non poteva che farle apprezzare l'azzurro infinito che si stagliava sopra la sua testa in quel momento, l'unico dubbio adesso era legato al timore di poter ricevere un attacco simile quando era sola con Elvis. Erano stati appena in grado di difendersi in quattro, per di più draghi eccetto lei, non credeva loro due soli avrebbero saputo come affrontare una minaccia come quella appena sventata.
    In ogni caso voleva rilassarsi ora, rimuginare su ciò che aveva appreso dalla mente di Sylverion e godersi un po' di Elvis in pace.
     
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  8. Alister2410
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    Il battibecco silenzioso tra i due lupi continuava ma Alister non ci faceva troppo caso, pensava fosse una cosa tra loro e non gli sembrava il caso di intromettersi più di quanto non avesse già fatto.
    Continuava a leccarsi le zampe quando qualcosa lo sorprese; la lupa lo aveva invitato nella loro tana, tutto si sarebbe aspettato tranne quello...
    Ci pensò un attimo, poi avendo notato lo sguardo del lupo maschio disse
    Mi farebbe piacere... Sempre che vada bene anche a te Elvis.
    Mentre attendeva la risposta del lupo maschio e prima che la lupa femmina non fosse più a portata di voce, chiese a quest'ultima
    Scusa se sono rude, ma volevo chiederti una cosa... Chi ti ha ridotto in quel modo? Francamente non mi sembri una pivella del combattimento, ma per ridurti così dev'essere stato qualcosa di grosso.
    Il tono potrebbe essere simile a quello di un bambino curioso... un grosso bambino curioso e peloso da 200 kg
     
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    Elvis annuì, abbozzando quello che pareva essere un sorrisetto d'intesa.
    "Certo, se a lei va bene..." disse, indicando Pharnasius con il muso ancora un po' confuso dalla reazione della compagna.
    La lupa si era già incamminata, ma aspettò che il leone l'avesse raggiunta per rispondere alla sua domanda. Restò in silenzio qualche secondo, facendo ondeggiare molto lentamente la coda.
    "Qualcosa che non vorresti mai affrontare"
    Perfetto, era sempre la stessa. Elvis affiancò il leone, mentre si allontanavano.
    "Lascia stare, è sempre così. Sembra abbia combattuto contro un golem abnorme di pietra e che, a suo dire, l'abbia distrutto dall'interno con l'aiuto di altre creature molto potenti. Io non ci credo, e..."
    "Poi ti spiegherò per bene come ho fatto" continuò lei, mostrandogli gli artigli di una zampa posteriore. Il lupo bianco arricciò le labbra, digrignando i denti.
    "Come no..."
    Proseguirono in silenzio accompagnati dal canto dei volatili e dal sospirare del vento, finché non giunsero di fronte ad un'ampia biforcazione; questa conduceva da una parte verso l'alto, e dall'altra verso le pianure sottostanti dove il verde più assoluto la faceva da padrone.
    Si inerpicarono su per il pendio, e ad un certo punto Pharnasius si ritrovò a dover digrignare i denti per lo sforzo. Non le era mai successo neanche di affaticarsi in salita correndo un'ora senza fermarsi, e in quel momento appena riusciva a proseguire a passo calmo. Batté più volte le zampe a terra per la stizza, e Elvis sogghignava divertito.
    "E dai lupetta, ti riprenderai"
    Lei lo ignorava costantemente, ma avrebbe senz'altro vesiderato ribattere.
    Ad un certo punto Pharnasius si fermò in mezzo al sentiero, ferma sulle quattro zampe con il muso puntato verso l'alto e uno sguardo che Elvis non le aveva mai visto. Non era chiaro cosa stesse succedendo e a cosa stesse pensando, ma qualcosa gli suggeriva che negli scuri occhi di lei fosse comparsa una vena di terrore.
    Difficile crederlo, difficile anche pensarlo, eppure era così. Con un sospiro però la lupa tornò a camminare adagio, riportando il muso nella fiera posizione di avanscoperta come al solito.
    Elvis si domandò cosa lei non vli avesse ancora raccontato, c'era ovviamente dell'altro e non ci avrebbe messo molto a scoprirlo.
    Quando finalmente ebbero raggiunto un'altitudine piuttosto elevata, dove la temperatura si faceva più gelida e le rocce sotto le loro zampe più spoglie di vegetazione, la vetta del monte cominciò a sembrare vicina. Pharnasius accelerò un po', lasciando che il desiderio di tornare a casa surclassasse nettamente il dolore agli arti e alle ossa del costato.

    Il gelido abbraccio dei monti le ricordava troppi momenti passati, momenti vissuti in balia di se stessa e del pandemonio che viveva in lei. Ora aveva trovato qualcosa nel suo animo, qualcosa nel proprio cuore a cui affidare tutto ciò che era.
    Non poteva tradire la scelta che aveva fatto, e anche a costo di scendere a compromessi con il proprio spirito pseudo assassino, avrebbe trovato l'equilibrio che da sempre cercava.
    Pensò a Sylverion, a Maledet, alla dragonessa oscura che in fondo tanto le somigliava. non sapeva nemmeno per quanto fosse rimasta realmente insieme a loro, erano passati forse sette o otto giorni... ma per lei era stata un'era, un'evoluzione durata secoli, espressi in poco più di una settimana.
    La tana era vicina.
     
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  10. Alister2410
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    Il leone ascoltò con attenzione le discussioni tra i due lupi, ma senza proferire parola, erano cose loro e non aveva intenzione di intromettersi più di quanto non stesse già facendo seguendoli nella loro tana. Il percorso continuava in salita e con l'aumentare della pendenza e dell'altezza le difficoltà della lupa procedevano di pari passo; doveva essere stata una battaglia veramente epocale per arrivare a farla stare in queste condizioni.
    [OT: sta frase mi è uscita proprio a schifo ma non sapevo come renderla]

    La vegetazione attorno a loro si faceva sempre più brulla ma con l'aumentare dell'altezza aumentava anche il panorama scrutabile dalla propria posizione, così mentre i due lupi parlavano lui se ne stava tra i suoi pensieri a godersi il panorama.
    Il freddo pungente non spaventava il grosso leone che grazie al suo pelo riusciva ad essere schermato dalla temperatura esterna e l'enorme criniera faceva anche da paravento.
    Scusate se ve lo chiedo, ma siete compagni? Mi ricordate molto il modo di fare che avevo con mia sorella più grande, per questo chiedo
    Disse ridacchiando pensando a sua sorella ed ovviamente uscendo dalla trance che quella vista mozzafiato sulla pianura gli aveva procurato.
    Avete scelto un posto bellissimo per fare la tana, rinfranca veramente lo spirito.
    Il tono di voce era quasi sognante, ed il tramonto che stava inondando di arancione quella valle non faceva altro che acuire quella sensazione di una dimensione onirica che si stava creando nella mente del Sahabriano.
     
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    Salirono ancora di diversi metri. Il leone li stava seguendo fidandosi completamente, senza neanche pensare che la loro potesse essere una qualche strategia, una trappola per attirarlo nella loro tana.
    In fondo cani e gatti si odiavano, e fra quei monti molto spesso l'istinto dominava sulla ragione.
    "Compagni..." bisbigliò Pharnasius, senza neanche voltarsi. I suoi compagni erano quelli che aveva incontrato durante la sua ultima deliriante e assurda corsa contro il destino, al momento non poteva dire di aver avuto altri compagni... alleati... o amici durante la sua breve profonda esistenza.
    Tuttavia Elvis era qualcosa di più di un compagno, almeno lei non sarebbe potuta vivere se lui non le avesse dato una ragione per continuare a farlo.
    Fratelli? Si, forse. Forse era quello che le mancava, quello spirito di branco che non poteva più far parte di lei ma che bramava con intensità; un'intensità tale da lasciarla più volte a viaggiare in realtà impalpabili che la vedevano al fianco di una lunga fila di lupi che, ringhiando e ululando, sfidavano i venti il cielo e la luna.
    Aveva ritrovato quello spirito in Elvis.
    La lupa si fermò di nuovo, questa volta però il lupo bianco avvertì distintamente un mutamento in lei.
    Stava annusando l'aria di fronte a sé, come se da un momento all'altro stessero per imbattersi in qualche entità potenzialmente pericolosa. Pharnasius però avanzò lentamente, e dopo qualche altro metro anche Elvis captò una traccia. L'odore non era piacevole, in effetti.
    "Qualcosa è stato ucciso di recente" disse lei, senza voltarsi.
    Si trovarono di fronte al corpo martoriato di un creimvell; difficile distinguerne i tratti, era riconoscibile soltanto dal pelo grigio-azzurrino tipico della sua specie e dalle sporgenze d'osso che spuntavano dalle spalle, dalle ginocchia e dalla coda.
    Elvis emise una specie di ringhio sommesso, che la stessa Pharnasius faticò a decifrare.
    aumentando il passo la lupa si avvicinò a quello che credeva essere un cadavere, per rendersi conto che era ancora in grado di respirare. Non era solita usare la delicatezza delle libellule, non le apparteneva. Con energia afferrò la testa della creatura e cercò di scrutarla negli occhi gialli, riuscendo a scorgere in lui un immutabile terrore.
    "No, rispondi. Cos'è successo?!" esclamò, dandogli una botta con una zampa.
    Non conosceva molte creature, ma sapeva quanto quei felini fossero abili in battaglia. Non poteva esser stato una preda di caccia.
    E dopo quanto accaduto ultimamente non riusciva ad ignorare la cosa. Quello pareva collassato totalmente, con le palpebre semichiuse e le labbra ricurvate in un'espressione sconvolta.
    Elvis provò a immettersi, ma non aveva effettivamente idea di come comportarsi. Né lui né Pharnasius conoscevano abilità curative, e subito si voltarono verso il leone.
    "Sapresti come dargli una svegliata?" disse Pharnasius, senza troppe remore.
    Elvis la guardò storto.
    Le zampe del felino si muovevano leggermente, ma non sembrava voler parlare... o non ci riusciva, molto più probabilmente. tra i peli si potevano notare alcuni leggeri tagli, che non sembravano capaci di annientare in quel modo una creatura come quella. Pharnasius avvicinò il muso ad uno di essi, annusandolo, captando solo un nauseabondo odore di putrefazione.
    Sembrava che i suoi tessuti si stessero corrodendo, nonostante le ferite abbastanza lievi. Dovevano svegliarlo, adesso voleva sapere.
    "Vuoi reagire dannazione!" insisté, dandogli una zampata su un fianco per provare almeno a farlo tossire, dato che sembrava faticare anche a respirare.
     
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    Lydia era arrivata da poco a Kengard, ma ciò nonostante già si sentiva in pericolo. Aveva appena assistito all'uccisione di un creimvell, non era riuscita a capire bene le dinamiche del combattimento, e men che meno a capire quale creatura avesse aggredito l'altra, era troppo presa dall'agitazione e dal bisogno di mettersi al sicuro, per curarsene. Appena vide il corpo del creimwell a terra, non se lo fece ripetere due volte dal suo istinto : iniziò a correre in direzione opposta a dove si trovava l'animale a terra, più forte che poteva, senza mai voltarsi indietro. Fortunatamente era in forma animale, per cui era agile, e riusciva a correre molto veloce. Correndo intravide davanti a se altri tre animali, due lupi e un leone fermi ad osservare il corpo del creimvell a terra, e inizialmente le prese il panico, ma appena notò le iridi azzurre del leone, si tranquillizzò perché aveva riconosciuto un altro membro della sua razza. Una volta arrivata poi davanti a loro esclamò con voce incrinata per la paura '' Avete visto quel cremvell a terra? Non sono riuscita a capire come o cosa sia successo, ma so solo che non voglio essere attaccata anch'io e vi consiglierei di fare anche voi dietro front''
     
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  13. Alister2410
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    Il leone teneva tranquillamente il passo dei due lupi, tuttavia qualcosa stuzzicò in modo negativo il suo olfatto; non ebbe nemmeno il tempo di dire la cosa ai suoi compagni di viaggio che si ritrovò di fronte alla fonte dell'odore; un creimvell più morto che vivo con delle ferite leggere che sembravano avergli procurato più danni del dovuto. Stava per dire qualcosa quando Pharnasius si voltò rapidamente verso di lui
    Posso provare a svegliarlo, ma non credo servirebbe a molto... è svenuto, non sta dormendo...
    disse avvicinandosi al felino blu sfruttando sia gli occhi che il fiuto per tentare di capire come mai quelle ferite apparentemente superficiali potessero ridurlo in quello stato
    ...poi il mio modo per provare a svegliarlo non è dei più consoni in questa situazione; se il suo aggressore fosse ancora nei paraggi potremmo rischiare grosso anche noi...
    Continuò guardando negli occhi il lupo bianco sperando che capisse cosa intendesse dire; poi tornò a guardare la lupa
    Hai visto le sue ferite? Non so se hai dimestichezza con queste cose ma quello è acido, per questo non ha senso provare a svegliarlo, soffrirebbe solo di più... Piuttosto, teniamo gli occhi aperti e le orecchie all'erta, siamo allo scoperto, qualsiasi cosa l'abbia attaccato non l'ha fatto per cibarsene, quindi è lecito immaginare che sia solo un "gioco" per lui.
    Le iridi blu elettrico poi passarono di nuovo sul lupo bianco
    Elvis tu guardaci le spalle, io guardo di fronte a noi, Pharnasius tu se vuoi provare a svegliarlo provaci.
    Il cipiglio preso dal Sahabriano è proprio quello di un capobranco; nel suo branco fu preparato proprio per ricoprire quella carica, ma non si sentì pronto, così decise di andar via per fare esperienza con la promessa di ritornare in futuro.
    Improvvisamente le sue orecchie udirono un fruscio provenire dal loro fianco destro, gli arti retrattili vennero "sguainati" ed il pelo della criniera nera e delle spalle si ingrossò enormemente, era pronto ad attaccare ma non fu necessario; dal loro lato spuntò una volpe rossa che probabilmente era stata attratta dall'odore di sangue e di una preda facile. Questo almeno fino a che non la sentì parlare e non vide i suoi occhi; una Sahabriana? Qui? Non se lo aspettava minimamente; di solito sono pochi i suoi conterranei che lasciano la loro isola natia per andare all'avventura.
    Shhh
    L'ammonì il leone mostrando i denti per la rabbia, poi capì una cosa...
    Aspetta... hai visto chi è stato ad attaccare quel felino? E sei scappata? Cazzo! sai cosa significa?!
    disse in preda ad un misto tra rabbia e preoccupazione
    Che qualunque cosa abbia attaccato lui probabilmente ti ha notata ed ora ti sta inseguendo, la stai portando dritto verso di noi!
    esclamò con preoccupazione mentre si preparava a combattere
    Prepariamoci alla lotta, probabilmente arriverà tra poco il nostro avversario...
    E detto questo tacque non curandosi più della sua conterranea se voleva andarsene poteva farlo; le volpi dopotutto sono abituate così, non come i leoni.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Come previsto, quel leone non era in grado di aiutare a livello curativo il creimvell.
    In fondo se l'aspettava, probabilmente non era molto diverso da lei in quanto a modus operandi, soprattutto a giudicare dalle sue parole.
    Fu Elvis a rispondergli però, dato che la sua attenzione era rivolta altrove.
    "In realtà non penso Pharny agirebbe più delicatamente, decisamente no"
    Non era momento di fare ironia, ma era senz'ombra di dubbio vero.
    Pharnasius aveva idea che non sarebbe stato proprio un bel risveglio quello per mezzo delle sue fauci, ma detestava l'agonia di un essere vivente moribondo. La preda andava uccisa in fretta, in maniera semplice e diretta, nel suo caso anche quasi del tutto indolore data la velocità con cui cacciava.
    In fuga dallo stesso individuo che con ogni probabilità aveva attaccato il felino azzurro, arrivò un'altra creatura. Cos'era quel giorno, il raduno degli animaletti parlanti?
    C'era qualcosa nello sguardo della volpe appena giunta che le faceva supporre fosse in qualche modo legata al leone, che fossero fratelli?
    In tal caso sarebbe stato il branco più assurdo mai esistito. Come facevano a convivere? Non che le importasse in quel momento, c'era decisamente ben altro a cui pensare.
    In realtà non le interessava più di tanto nemmeno del creimvell, era stato sempre molto facile per lei dividere ciò che era di suo riguardo e ciò che avrebbe fatto meglio ad evitare. In quel caso non era nessuna delle due, quelle ferite sul dorso e sui fianchi della creatura le facevano salire l'energia alle viscere dalla rabbia; un ringhio gutturale emerse dalle sue fauci, mentre con gli artigli cominciò ad incidere la carne attorno al taglio, solcando i confini degli squarci anneriti per delinearne un perimetro. Non sapeva quanto fosse coscente il creimvell, ma non poteva rischiare di ammazzarlo del tutto dandogli una zampata per stordirlo definitivamente. In ogni caso tanto valeva provare, sarebbe morto comunque.
    Il sangue cominciò a zampillare a fiotti, fuoriuscendo copiosamente e rivestendo il fiero manto dell'animale con macchie di un rosso vermiglio.
    Non aveva la più pallida idea se quello che stava facendo fosse utile o meno, aveva capito soltanto che alcuni veleni in natura necessitano di uscire fuori prima di contaminare irreparabilmente i tessuti interni, cercò quindi di applicare quel poco che sapeva a riguardo alla situazione.
    Stava per chiedere alla piccola volpe se sapesse come chiudere quelle ferite, ora che in qualche modo pensava di aver interrotto la corrosione interna al corpo del gattone, quando delle piccole vocine canticchianti arrivarono dal pendio d'innanzi a loro. Vocine non stridule, né gutturali; voci punzecchianti, ma in un certo senso sottili e fastidiose.
    Pharnasius dovette distogliere l'attenzione dal proprio operato, quando vide arrivare a piccoli balzi una schiera di bassi esserini con quello che sarebbe dovuto sembrare un tenero musetto di pelo e piume nere.
    A prima vista parevano palline pelose dotate di zampette, con piccoli occhi che spuntavano dai faccini teneri ed innocenti, ma non era difficile notare i sottili artigli che spuntavano sia dai lati del loro gracile corpicino che dalle loro zampe.
    Un'ombra in lontananza, un tremendo odore di carcasse ammucchiate avvertiva della presenza di qualcun'altro... sicuramente qualcun'altro con cui nessuno avrebbe voluto aver a che fare.
    Un battito d'ali, ali nere come la notte. Una sorta di scura coltre ne adombrava la figura, impedendo allo sguardo di carpirne i contorni e i tratti distintivi.
    La lupa non aveva la benché minima voglia di combattere, né era in grado di reggere un combattimento serio. Dovevano assolutamente capire di cosa si trattasse e cosa volesse, a quel punto non sapeva neanche se era disposta a cedere il corpo del felino, ma poco le importava se sarebbe stata lei a rischiare grosso.
    Le creaturine continuavano ad emettere suoni cantilenanti, come stessero intonando delle melodie allegre se considerate singolarmente ma fin troppo inquietanti se udite all'unisono. E al suo udito dava fastidio tutto ciò, tremendamente fastidio.
    Non sapeva quanto avrebbe resistito senza sbottare, i suoi occhi erano già divenuti fessure indiavolate.
    La nebbia si stava protendendo in maniera terribilmente sinistra verso di loro, mentre le creaturine si spandevano da una parte all'altra grattando il suolo con gli artigli e causando un suono più che fastidioso. Da dove venivano quegli affari? Neanche la mente di Sylverion aveva una più pallida idea di cosa fossero, perlomeno non c'era traccia in ciò che aveva visto di quegli individui. Ad ogni modo non sembravano troppo pericolosi.
    Irys: volendo, anche se non so come agirebbe il tuo pg, puoi sfruttare il fuoco per cauterizzare le ferite del creimvell se ti interessa.
    Entrambi: ma come sanno i vostri pg che quello è un creimvell? Dol'hanno visto? xD


    Edited by Aesingr - 22/11/2017, 18:46
     
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    Appena finito di parlare, il Sahabriano davanti a lei praticamente l'attacò verbalmente senza pensarci due volte, così, Lydia, gli rispose a tono Prima di tutto, rilassati. Secondo, no, non ho affatto visto chi ha attaccato quel felino, e si che sono scappata! disse con tono esasperato, per poi aggiungere E se non lo avessi notato, quel felino, è ridotto malissimo e io non vorrei fare la sua stessa fine concluse infine. Quando poi il leone le fece notare che probabilmente chiunque avesse attaccato quel felino, avrebbe potuto notarla e di conseguenza seguirla, la volpe sbuffò poiché purtroppo aveva ragione il Sahabriano, e difatti lo ammise Ok, va bene disse alzando le zampe per evidenziare che, effettivamente, forse era stata un po' sbadata hai ragione, però spero vivamente che non ci abbia seguito nessuno. Anche lei però si mise sull'attenti come fecero gli altri, in fondo la situazione in cui si trovavano non era ben chiara, aveva fatto una mossa azzardata e senza calcolare le conseguenze che ne sarebbero conseguite, per cui non le rimaneva altro se non stare con i sensi all'erta. Notò poi che la lupa iniziò ad esaminare il corpo del creimwell e ad incidere la pelle dell'animale accanto alle ferite. Lydia non sapeva bene come comportarsi in quella situazione, era anche abbastanza spaventata ma cercò di darsi un contegno. Fissò il lavoro che stava facendo la lupa, quasi con ammirazione, poiché sembrava molto padrona delle sue azioni e anche molto calma, nonostante la situazione poco tranquilla. Mentre la lupa continuava il suo lavoro, Lydia continuò ad osservarla in religioso silenzio e piuttosto incuriosita. Ma quel silenzio durò poco, infatti pochi secondi dopo sentii dei suoni strani e volse immediatamente lo sguardo verso la direzione da dove sembravano provenire quei suoni così fastidiosi. Appena girò lo sguardo vide una massa scura, poco definita, da cui spuntavano dei musi pelosi e piumati, con piccoli occhi e artigli. Lydia guardò gli altri presenti, non sapendo che dire, non sapeva cosa fosse quella creatura e cosa volesse. Anche la lupa sembrava innervosita da quella cosa non ben definita che avanzava verso di loro. Decise però, di non farsi prendere dal panico, e in un impeto di impulsività, avanzò leggermente in avanti in direzione di quella '' strana cosa'', e le chiese Cosa vuoi?, cercava di sembrare sicura di se, ma le uscii una voce stridula e tremante, si vedeva che era spaventata, ma sperava nell'aiuto degli altri presenti, qual'ora ce ne fosse stato bisogno.
     
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33 replies since 21/10/2017, 00:27   522 views
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