Fredda passeggiata mattutina

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    Incubo infernale

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    Come erano stupidi ed ignoranti gli esseri umani. Zell ne ebbe la conferma quando l'umana rimase impassibile al fulmine che passò sopra la sua testa dicendo palesemente che non sapeva cosa fosse la tensione o un parafulmine e l'ibrido scosse sconsolato il muso. Ma come può sopravvivere una creatura così? Ed era già tanto nominarla come "creatura", tanto erano inferiori gli umani, per lui. Quel fulmine poteva folgorarla e lui poteva sfruttare il fatto che il drago azzurro fosse dell'acqua, l'elemento opposto. Zell era vulnerabile all'acqua ma Aesingr era vulnerabile all'elettricità ma quella poteva essere benissimo un'arma a doppio taglio e una battaglia elementale tra loro due poteva essere pericolosa per lui.
    Il fulmine di Zell fece innervosire il drago azzurro che puzza di pesce, tanto che si diresse verso l'ibrido. Zell iniziò a far fluire elettricità sulla mano destra, pronto a scagliare un altro colpo, ma stavolta diretto in pieno petto al drago se fosse stato minacciato, anche se in cuor suo sperava di non farlo mai. Non gli piaceva combattere contro un suo fratello di specie.
    Quando Aesingr si portò vicino a lui, Zell non mostrò il minimo segno di paura, anzi lo guardò con occhi ancora più a fessura accompagnato da sibili e ruggiti di gola mentre continuava a caricare elettricità nella sua mano destra per non farsi cogliere impreparato in caso di attacco. Non serviva lanciarlo, bastava che lo graffiasse, iniettandogli così l'elettricità direttamente nel corpo. Ma lo avrebbe fatto solo se il drago azzurro avesse attaccato per primo. Ma quello che fece venire la cena della sera prima in bocca a Zell era il suo odore i mare e di pesce. Proprio non gli piaceva, era disgustoso! Probabilmente doveva poi cospargersi di resina di abete per toglierselo di dosso.
    Aesingr, ormai sapeva il suo nome, disse che era erbivoro o al limite che si nutriva di pesce e Zell reagì con una reazione un pò stranita. Ma quando disse "Non preoccuparti... ce ne andremo dal tuo territorio" Zell si rilassò in parte anche se non smise di sibilare e a ruggire di gola. Fermò in parte il flusso di elettricità ma del tutto, nemmeno quando Aesingr si voltò dandogli le spalle. Poteva benissimo bleffare e attaccare non appena l'ibrido avesse abbassato nuovamente la guardia
    Il drago azzurro tornò a parlare con l'umana e a quanto pare entrambi erano diretti a Kerus e Zell si mise a ridacchiare leggermente quando il drago azzurro ammise che non era esperto del volo.
    "Ma che drago è che non ha esperienza di volo? Ma buono a sapersi...se dovessi combattere posso indurlo a spostare la battaglia in cielo...." pensò Zell tra se e se, proprio lui che era un esperto nel volo e un profondo conoscitore del vento, delle correnti, delle forme delle nuvole e dei sintomi di peggioramento del tempo atmosferico e lui aveva attraversato il mare dal suo continente a Kengrad volando ad alta quota e senza soste, con quelle sue ali verdi che non lo avevano mai tradito.
    Mentre parlava con l'umana, Aesingr continuava a lanciare delle occhiate all'ibrido, forse perchè voleva vedere come reagisse ma Zell rimase sempre fermo in quella posizione ad ali aperte limitandosi a ricambiare le occhiate, altrettando fiammeggianti.
    "Bene! Andate pure a Kerus, è a sud-est! Ma state attenti, non si sa mai che creature potreste incontrare sia lungo la strada che in città!"
    Zell non sapeva perchè aveva dato quell'avvertimento ai due. Non se lo meritavano affatto! Ma non era tanto per il drago, in quanto sperava, forse, che fosse in grado di difendersi da solo ma più per l'umana. La foresta era piena di predatori: orsi, lupi, linci e rettili velenosi che consideravano gli umani come delle semplici prede. E anche il cielo era insidioso; Zell sapeva che il clima di quell'isola era molto capriccioso. Ora il tempo era bello ma nel giro di poche ore poteva benissimo scoppiare una tempesta elettrica, un uragano o una bufera di gelo e neve causata dall'aria fredda in quota.
    E poi erano così sicuri di arrivare a Kerus? Sapevano cosa volesse dire "sud-est"? E sapevano orientarsi? Per quei due, arrivare a Kerus vivi e interi non era poi così sicuro.
     
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    Pungolare non ebbe fortunatamente tanto effetto. L'essere non rispose alle sue provocazioni, ma si limitò a quelle del drago. Dal canto suo, Aesingr, dopo il fulmine, sembrò trasformarsi sotto i suoi occhi, diventando in un istante quasi minaccioso, anche se in maniera leggermente diversa rispetto all'altro essere. Genna arretrò di un passo, anche se sapeva di non essere lei a cui era diretta quella minaccia.
    Se si fosse arrivati ad un combattimento lei che avrebbe fatto? Le sue armi erano state definite "stuzzicadenti", e se avesse inventato altri poteri distruttivi derivanti dalla padella, aveva paura che anche Aes si mettesse contro di lei.. questa volta sperò che la diplomazia fosse un'arte veramente utile a qualcosa, motivo per cui evitò di aprire bocca per tutto il tempo di interazione tra le due creature.
    Forse gli scambi funzionarono. Il drago riuscì a voltare le spalle senza ritrovarsi pizzicato dalla spada dell'essere. Che volesse dire qualcosa? Nonostante l'aspetto, che nessuno dei due - più lei - volesse davvero combattere? Il drago aprì le fauci.
    Egenna? Si era dimenticata di dire il suo solito soprannome? Ah beh, se Aesingr non l'aveva azzannata per avergli dato dell'Aes, il drago poteva pure chiamarla come preferiva. Ma il resto del discorso? Che cosa significava che potevano arrivare fino a lì volando? Genna non sapeva volare! Sarebbe più probabile che ci arrivasse lì cavalcando un delfino! O da un portale aperto da delle streghe impietosite dalla sua voglia di vendicarsi del capitano! Oppure che un troll la caricasse in spalla per poi lasciarla alla porta della città con una carezza e un bacino! E... ehm, e stop.. poche cose erano meno credibili delle sue ali retrattili! Ali? Cavalcare un delf.. ali? Oh diamine, il drago intendeva forse.. oh, diamine. Per Golat della Mano Nera! Per il latte acido di una mucca pazza! E per la diciannovessima stella del mattino!
    Doveva cavalcare un drago?
    Fissò lo sguardo sul drago, sembrava serio e minaccioso, solo lievemente scalfito dall'imbarazzo di ammettere di non sentirsi esattamente a proprio agio nel cielo. Genna aprì la bocca con l'espressione leggermente spaventata dalla prospettiva, ma non riuscì a far uscire nessun suono. Per la prima volta era rimasta senza parole. Ed era un'esperienza orribile. Arretrò di un altro passo.
    Serrò la mascella imbronciata distogliendo lo sguardo. Cosa doveva rispondere? Rifiutare? Non avrebbe rischiato di spappolarsi a terra, ma la ritirata dal territorio dell'essere sarebbe stata troppo lenta per i suoi gusti. Accettare? I suoi piedi si sarebbero staccati da terra forse un po' troppo, ma sarebbe volata a Kerus in un batter d'occhio!
    < Accetto, drago. >
    Il suo fu più un borbottio che una risposta, così bassa che dubitava che qualcuno potesse averla sentita, per lo meno per gli standard umani a cui era abituata. Perché aveva il coraggio di infastidire qualcuno che poteva folgorarla da un momento all'altro, mentre la spaventava un'offerta di aiuto in quella folle corsa contro il capitano? Uhm, il capitano. Il suo sguardo di fece perplesso. Oh, di nuovo diamine. I marinai! Fergus.. aveva detto che avrebbe convinto il capitano a riatraccare per cercarla! Non poteva lasciarli in balia di un essere pazzo ed arrabbiato! Non voleva che il suo caratteraccio avesse indisposto così tanto il lucertolone da influire sullo status vitale della ciurma che l'aveva portata nel Kengard. Oh, diamine. Cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Sospirò, e si avvicinò al drago in modo da avere un contatto diretto con gli occhi dell'essere. Sperò che notassev la sua sincerità.
    < Ehm, essere, fra qualche ora arriveranno altri umani dalla stessa, emh come l'avevi chiamata? Catapecchia galleggiante? Uhm sì, mi pare di sì. - scosse la testa, girarci intorno non era un ottimo modo per spiegare la situazione - Ti prego di non prendere me come esempio. Tra di loro ci sono anche bravi ragazzi, per favore, non attaccarli. Posso giurarti su qualsiasi divinità, che non hanno intenzione di invadere la foresta. Solo di cercarmi. >
    Bene. Ora, il drago aveva sentito la sua risposta? Gli lanciò una breve occhiata imbarazzata. Un problema alla volta, non poteva permettere che il capitano si risentisse ulteriormente nei suoi confronti, soprattutto se le motivazioni erano sensate quanto l'annientamento del suo equipaggio. Avrebbe perso troppo pubblico tra i marinai.
    Ma perché la sua mente se ne usciva con queste conclusioni?
     
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    E dopo la sua sfuriata, dopo tutte quelle rotture di scaglie, dopo essere stato in dubbio se dover combattere o meno... l'unica cosa che l'essere riuscì a fare fu ddare loro un consiglio?
    gli Parve più un commento derisorio, come volesse dire -non sopravviverete, è meglio che restiate quì- ma per quanto quella foresta gli piacesse, quel -restare- gli suonava molto fuoriposto.
    altro che restare! voleva volare il più lontano possibile.
    E probabilmente non avrebbe volato in solitudine.
    Quando Egenna accettò il suo aiuto, lasciandolo piuttosto senza parole visto che si aspettava una qualche strana risposta negativa, iniziò come a sentire nostalgia di quel luogo.
    Come ogni volta, appena sapeva di doversi allontanare le terre che l'avevano ospitato cercavano di trattenerlo. Ma quello non era il momento di essere nostalgici, sarebbe potuto tornare lì in seguito.
    per il momento era importante che raggiungesse Kerus e quella che pensava la fonte del suo destino. e ora aveva anche un motivo in più.
    Quando Egenna spiegò all'altro drago che sarebbero arrivati altri umani, Aesingr sperò che la sua facoltà di ipotizzare il futuro non fosse per niente attendibile: immaginava già lo strano ibrido intento a folgorare e squartare tutti coloro che ignari volevano passare di lì senza la ben che minima cattiva intenzione.
    Si sarebbe sentito in debito nei loro confronti, non poteva lasciarli morire, né rischiare che accadesse.
    Si rivolse alla ragazza, ignorando qualsiasi risposta l'altro avrebbe dato.
    "Se vuoi possiamo aspettarli quì. oppure, se sei certa che stiano arrivando, posso... raggiungerli e... no credo che si spaventerebbero e si getterebbero tutti in mare" ridacchiò, immaginando la scena dal punto di vista dei compagni di Egenna: vedersi arrivare incontro un lucertolone che nuota veloce quanto un aquila in cielo o vederlo emergere all'improvviso avrebbe come minimo causato qualche morto ancor prima di sfiorare il legno della nave.
    "Io sono pronto, a te la scelta. Ansi..." Mormorò, voltandosi verso il mare. "vado a rifornirmi di energia, più veloce viaggiamo prima arriviamo"
    Così dicendo trottò verso la riva, tuffandosi con le zampe anteriori protese in avanti e sollevando un gran casino d'acqua e di schizzi.
    Scese fin dove il fondale era più profondo, camminnando sull'erba e mantenendosi sott'acqua grazie alle ali spalancate.
    Quel poter viaggiare a ppiccoli passi sul suolo sottomarino era il modo migliore per rilassarsi e concentrare le forze, anche se effettivamente il suo non era nient'altro che uno stato mentale di pace assoluta, una quiete che serviva più a convincerlo di essere pieno di energia che a caricare il suo corpo realmente.
    Ma era dall'acqua che attingeva al suo potere e starne a contatto non poteva altro che rinvigorirlo.
    Restò immerso per più di un minuto, continuando a tenere le orecchie tese verso l'esterno. Se Egenna fosse stata in pericolo insieme a quel coso l'avrebbe saputo.
     
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    L'umana stava continuando a punzecchiare l'ibrido e lui dovette trattenersi dal saltarle addosso e trafiggerla con un'artigliata o con un fendente netto di spada all'altezza del collo. Ma non si trattenne quando l'umana gli si avvicinò e lo chiamò di nuovo "essere". Non poteva affatto sorvolare su quel soprannome. Accettava nomi comuni come drago, mezzodrago, mezzelfo, ibrido ma non essere. Ascoltando il dialogo di prima, sentì che Aesingr aveva chiamato Egenna l'umana. Forse era quello il suo nome? Ora lui sapeva il nome di entrambi ma non aveva ancora riferito loro il suo, tra tutto quel trambusto.
    "Smettila di chiamarmi essere! Io ho un nome! Mi chiamo Zell e sono un ibrido del Fulmine. Mezzo drago e mezzo elfo, hai capito? la sua voce accompagnata da un ruggito di rabbia tuonò di nuovo nella foresta e i suoi occhi guardarono sempre minacciosi l'umana.
    Poi fece una pausa, guardando il drago azzurro che puzza di pesce che aveva azzardato di aspettare lì l'arrivo degli altri umani. Erano tutti in combutta contro di lui? Perchè l'umana gli stava implorando di non attaccare gli altri umani della catapecchia galleggiante.
    "Senti, io non mi sono mai fidato di voi umani. Dovete sempre rovinare tutto e uccidere qualsiasi creatura che sia diversa da voi. Sappi che io non sono cattivo ma se i tuoi simili dovessero solo minimamente attaccare o dovessero tagliare solo uno di questi alberi, qui si scatenerà una strage e le piante si nutriranno del sangue dei tuoi simili!" rispose all'umana, con un filo di minaccia.
    Poi si voltò quando sentì Aesingr entrare in acqua con gran fragore e lo vide sguazzare contento dicendo che andava a caricarsi di energia. In un attimo il drago sparì sott'acqua lasciando Zell e l'umana da soli. Evidentemente il drago azzurro si fidava a lasciare l'umana da sola con l'ibrido pur sapendo che a lui bastava una zampata per ucciderla.
    "Scommetto che il tuo amico drago ora sta andando a chiamarli!" aggiunse infine indicando con la mano il punto dove il drago si immerse.
    L'ibrido portò nuovamente la mano all'elsa, tenendosi pronto. Molto probabilmente gli esseri umani erano già entrati nuovamente nella foresta.
     
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    Genna si era diretta a Kengard per cercare elfi e draghi che potessero aiutarla nella sua ricerca della Canzone. Ripensandoci, in luce di ciò che le disse l'essere - ormai la sua mente aveva metabolizzato con quel termine, difficile che non le scappasse di tanto in tanto -, la situazione le sembrò una sorta di scherzo del destino: un elfo e un drago, eccoli! Ed entrambi davanti a lei, tutte fuse nella stessa creatura! Per fortuna non si era imbarcata per cercare viverne e troll, chissà quanto permaloso poteva essere un mostro creato dall'unione di quelle due specie! Ma poteva essere tanto peggio dell'ibrido che aveva davanti? Distolse lo sguardo. Anche questo incrocio sembrava abbastanza minaccioso. Perché continuare a farlo arrabbiare? Si promise che per lo meno avrebbe smesso di chiamarlo "essere". A voce alta, intendeva.
    La voce del drago la fece tornare alla realtà. Proponeva di aspettare gli umani che stavano per arrivare. In risposta, Genna serrò la mascella. Oh no. Quello era l'unica cosa che voleva evitare. In primis, chissà dov'erano, e quindi quanto tempo avrebbero dovuto aspettare nei territori dell'ibrido. Secondo, beh, non aveva intenzione di farsi beccare. Se non riusciva a smettere di punzecchiare Zell, perché avrebbe dovuto retrocedere anche dalla sua sfida contro il capitano?
    Anche l'ibrido ne sembrava contrariato. A Genna non le piacque molto come suonavano le parole "massacro" e "sangue"... In compenso, che faceva il drago, il suo eroe e salvatore? Ridacchiava. Ah, bene. Cosa c'era da ridere? E cosa intendeva con "andare a ricaricarsi"? Cosa aveva in mente... oh, e cosa stava.. no, dove stava andando? Perché si stava buttando in... si era tuffato. Aesingr non si vedeva più. Deglutì. E adesso era in balia dell'essere? Lentamente si girò verso l'ibrido. La consolava poco l'idea che lui non si considerasse cattivo.
    Si rassicurò un poco sapendo che il primo istinto dell'essere non fu avventarsi contro a lei, ma inventare strampalate teorie. Poteva portare la situazione a suo vantaggio dialogando? Evitare che "massacro" e "sangue" smettessero di essere solo parole? Poteva prevenirlo? Genna era certa che i marinai non si sarebbero mai sognati di attaccar briga con l'ibrido, ma come poteva garantire anche la salute delle piante?
    < Zell, ho una proposta da farti. Se accetti, me ne andrò senza darti altre noie. >
    La garantiva temporeggiando? Aspettando che il drago tornasse? No, aveva veramente un'idea. Sperò che la sua voce non avesse urtato l'ibrido così tanto da smettere di ascoltarla.
    < Ecco, Zell, la mia situazione è un po' complessa da spiegare, e probabilmente non ti interessa nemmeno. Basti sapere che è colpa mia se gli altri tornano verso la costa, quindi non vorrei partire prima di essere certa della loro sicurezza... li aspetterei, solo che, ehm, non credo mi piacerebbe essere.. beh, trovata da loro. Sarebbe una sorta di.. di sconfitta, sì chiamiamola così. Credo che l'unico modo per essere entrambi scontenti ma soddisfatti, sia che tu gli avverta che io mi sono già diretta a Kerus. Se ne andranno senza neanche sbarcare.. ehm, cioè mettere un piede a terra... >
    Lanciò un'occhiata preoccupata verso il mare. Di quanto tempo aveva bisogno il drago per.. fare quello che doveva fare? Non la stava lasciando lì, vero? Con un'immenso sforzo tornò a fissare Zell.
    < Devi chiedere del capitano Hoover. E' il, diciamo, il capo di quel gruppo. E' anche un cafone, ma credo abbia abbastanza sale in zucca da non comportarsi come faccio io. Ti ascolterà, se gli mostri qualcosa che capirà essere sicuramente mio. Ricorda: capitano Hoover. Il nome non potresti saperlo se mi avessi semplicemente sbranato e portato via il mio liuto. >
    Con un sospiro prese in mano la custodia. Gli lanciò una lunga occhiata prima di porgerla verso l'essere. Il suo liuto. Lo stava davvero abbandonando? Il mentore l'aveva affidato a lei, ed ora lei vedeva bene di cederlo? Sospirò di nuovo. Se le cose andavano bene, era per una buona causa.
    < Questa è la cosa a cui tengo di più in assoluto. - borbottò prima che potesse pensare e bloccarsi - Se mi ritorna anche con un solo graffio, giuro che ti compro un paio di pantaloni e ti costringo a portarli! >
    Chiedergli un favore minacciandolo di sorti stupide? Era appena un bisbiglio, ma quell'ibrido l'avrebbe senza dubbio sentito, maledizione a lei! Aes, dove sei? Stava tentando di nuovo il suicidio!
     
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    L'azzurro di fronte a se, il rumoroso silenzio del mare.
    Quella era l'unica vera sensazione, circondato dalle acque, come si sentisse sempre protetto.
    Sollevò il muso verso l'alto dove il cielo si stendeva sopra la superficie marina: vederlo attraverso lo strato d'acqua era qualcosa di straordinario, ttanto più quando qualche fresca nuvola bianca faceva timidamente capolino tra lo strato trasparente del mare in continuo movimento, assumendo le forme più svariate.
    Un violino, un'umana.
    Il suono delle corde che vibrava attraverso gli alberi. Come incantati uccelli, cerbiatti e caprioli si affacciavano dall'ammasso di alberi senza alcun timore, nonostante a pochi metri da loro si trovassero una ragazza e un grosso drago blu disteso a terra.
    La creatura era quasi sopita: tutte le membra poggiavano rilassate su un manto d'erba fresca di rugiada, con le ali distese a coprire i fianchi e parte degli arti posteriori.
    I sensi totalmente abbandonati a quella melodia, quel suono e quella voce:
    "Nemica se pur sincera...
    l'oscurità più nera...
    che abbaglia questa era...
    ricordi che ho di te
    è triste e vermiglio...
    questo sporco mio giaciglio...
    come una madre con suo figlio...
    ricordi che ho di te
    amara la mia sorte...
    si scaglia la tempesta...
    è col sangue e la spada che riavremo una casa
    è col sangue e la spada che riavremo una casa
    ricordi ... che ho di te"

    Il ricordo, l'illusione, il sogno... qualsiasi cosa fosse stata si infranse istantaneamente.
    La sua mente si era decisa che il rifornimento d'energia era più che sufficente.
    "Ricordi..." era quello che cercava. forse nei suoi stessi pensieri esistevano quei ricordi.
    I ricordi che ho di te.
    si diede una spinta con le zampe posteriori, ripiegando le ali e sfrecciando verso l'alto.
    Saettò all'esterno, già diretto verso la riva e lo scatto fu sufficente a lanciarlo a pochi metri dalla linea erba-acqua che divideva l'oceano dalla foresta.
    Una volta fuori si diede una piccola scrollata per liberare l'acqua rimasta incastrata tra le scaglie e fece qualche passo verso Egenna, mentre si rendeva conto di quanta differenza di temperatura ci fosse tra lì dentro e fuori.
    Il vento, se pur leggerissimo, rendeva la sensazione di bagnato anche molto gelida. Questo non poteva altro che fargli piacere visto quanto adorasse il freddo, ma non andava per niente bene, proprio no.
    Si era dimenticato che doveva portare qualcuno sul dorso e doveva assolutamente asciugarsi in fretta, quindi si chinò fino a poter poggiare le ali a terra e le strofinò sull'erba asciutta, per poi strofinarle a loro volta sul resto del corpo che non impiegò molto ad asciugarsi quasi completamente.
    L'operazione durò quasi un minuto, durante il quale i suoi pensieri erano rivolti a quello che aveva -sognato- sott'acqua.
    Quando ebbe terminato si concentrò unicamente su Egenna, a cui doveva molto. A lei e al suo...
    Eh no! Questa storia cosa significava?
    "Perché vuoi affidargli il tuo strumento?"
    Si sapeva che quello era uno stromento fonte di musica. Quando aveva aperto la custodia aveva potuto vederlo in parte e anche se prima non avrebbe saputo dire di cosa si trattasse ora ne era certo.
    Si era lasciato prendere dai suoni ammalianti di quel ricordo per provare a udire cosa i due si stessero dicendo mentre era in acqua, quindi si limitò ad attendere, per quale motivo lo stava porgendo all'altro drago?
    rimango sul vago così ci si orienta meglio tra i dialoghi e non ci si infriniglia come un paio di post fà XD


    Edited by Aesingr - 21/12/2014, 20:05
     
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    L'ibrido richiuse le ali. Ormai si erano completamente asciugate e non aveva senso lasciarle aperte con i muscoli in tensione e guardò l'umana quando le fece una proposta. Rimase fermo immobile ad ascoltarla, senza mostrare segni di aggressività nei suoi confronti allontanando la mano dall'elsa.
    A quanto pare l'umana non voleva farsi vedere dai suoi simili e che era colpa sua se loro dovevano entrare nella foresta anche se Zell non ne capì bene il motivo. Quando le disse che lui doveva parlare con loro dicendo il nome del loro capitano, Hoover, Zell ebbe un brivido lungo la schiena. Lui sarebbe dovuto andare incontro a quella catapecchia galleggiante in quell'enorme catino di acqua salata? Proprio lui che aveva grandi carenze nel nuoto e che sarebbe morto affogato o mezzo folgorato a causa della pericolosissima acqua salata?
    L'umana gli porse il suo liuto, uno strumento di ottima fattura dal bellissimo legno. Zell lo prese in mano con molta delicatezza cercando di non graffiarlo con gli artigli affilati, consapevole della fragilità dello strumento. Aveva visto molti elfi suonare i liuti e trattarli con molta cura. Mentre osservava e studiava lo strumento, Zell fece un salto impaurito ma senza danneggiare il strumento.
    "Eh??" disse impaurito l'ibrido quando l'umana gli disse che gli avrebbe fatto indossare dei pantaloni se lui avesse danneggiato il liuto.
    I pantaloni...quei cosi che si mettevano gli umani e gli elfi sulle gambe. Rabbrividì al pensiero di indossarli, al pensiero di avere le gambe infilate in quegli affari e la vita stretta fino a quasi soffocarlo. Oltre al fatto di sentirsi ridicolo e di vedere le sue belle scaglie scintillanti e i suoi fulmini gialli impressi sulle cosce nascosti da quei ridicoli indumenti che lui non aveva mai indossato.
    Zell non sapeva che fare. Se fosse entrato in mare sarebbe quasi sicuramente morto, se non avesse mantenuto la proposta o se avesse solo minimante graffiato il liuto avrebbe indossato dei pantaloni. Poteva comunque approfittare della prima assenza dell'umana per strapparseli di dosso oppure attendere che le scaglie affilate li rompessero ma non poteva accettare di indossarli nemmeno per un minuto.
    Fortunatamente il drago azzurro che puzza di pesce tornò presto dal suo bagnetto in quella grande pozza salata guarandolo un pò con ribrezzo mentre si asciugava. Come ci si poteva lavare in quell'acqua, salata e piena di alghe e altra roba che si attacca alle scaglie? Il drago azzurro ottenne l'unico risultato di puzzare ancora di più di prima. Se restava ancora lì Zell di sicuro lo avrebbe costretto a lavarsi a lungo nell'acqua dolce.
    Non appena li raggiunse, Aesingr chiese un pò stranito come mai Egenna avesse affidato lo strumento a Zell.
    "Mi dispiace....Egenna....ma non posso farlo da solo. Vorrei il suo aiuto per andare incontro alla catapecchia galleggiante." le chiese indicando con il muso il drago azzurro, visto che lui non aveva nemmeno il minimo problema a entrare e uscire da quell'acqua.
    "Io.....io....in quell'acqua salata non ci metto nemmeno la punta dell'artiglio dell'alluce!" disse quest'ultima frase un pò velocmente. Non voleva far notare a quei due il suo estremo astio per il mare e la sua paura dell'acqua profonda e salata. Ne andava del suo orgoglio.

    Aesingr...quella poesia nel tuo messaggio è bellissima *___*
     
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    Ottimo. Continuare a parlare, non dette troppo fastidio all'ibrido, che anzi allontanò felicemente la zampa dalla spada. Forse il suo sguardo si fece un attimo perplesso al suo borbottio riguardo i pantaloni, ma va beh, finché la spada si limitava ad essere inguainata nel solito fodero e non nel suo addome, andava tutto benissimo. Un'altra buona novella fu il ritorno del drago. Che gioia! Adesso aveva di nuovo la certezza di potersi barricare dietro di lui in caso di sproloquio! Genna sentì la tensione delle spalle che spariva gradualmente. Aveva davvero pensato che Aesingr la abbandonasse così al suo destino? Che le avesse promesso salva la vita solo per disilluderla? Che volesse capire se pugnalare alle spalle un'umana era.. ehm, divertente? Certo, per un lunghissimo minuto il pensiero non l'aveva abbandonata nemmeno un istante. E come poteva? Aveva la testa piena di canzoni che parlavano di tradimenti del genere, ma forse si era troppo abituata alla natura umana per non associarla anche alle altre razze. I draghi potevano davvero essere tanto diversi? Doveva abituarsi ad una mentalità così stupendamente strana se voleva vivere in quell'isola? Era sempre più curiosa riguardo alle loro canzoni.. non le importava nemmeno se avesse dovuto imparare un'altra lingua..
    Senza neanche una parola il drago cominciò a giocare, rotolandosi a terra. Ok, aveva sbagliato ad associare il drago alle sue canzoni. Quale eroe si comportava in quella maniera? Chi dopo un bagno si rotolava tra la terra sporcandosi di nuovo? Oh, per Sol'Kanan il drago d'oro! Doveva davvero cavalcare un elemento simile? Cominciò a grattarsi la tempia con un'espressione perplessa che si accentuò alla domanda del drago. Il suo strano comportamento le aveva fatto dimenticare cosa stava facendo. Ora che ricordava, si incupì un poco. Lasciare il suo liuto in quelle gigantesche mani indelicate? Che le era saltato in testa?
    L'essere mosse delle altre obiezioni, effettivamente sensate sapendo come aveva reagito ad una misera spruzzatina d'acqua. Ma Genna lo ascoltò solo in parte, era troppo impegnata a seguire con lo sguardo ogni movimento dello strumento. Non avrebbe mai dovuto darglielo. L'idea nell'insieme non poteva che essere delle più insensate.. mandare un essere idrofobo a caccia di una nave, e una creatura idrofila a spasso per i cieli? Era appena arrivata sull'isola, e già tentata di sovvertire il naturale ordine delle cose. Beh, ma perché non invertire le due parti? Aspetta, lo aveva pensato veramente? Bastava vedere l'ostilità con cui l'ibrido ancora la guardava per capire che a Kerus con lui non ci sarebbe mai arrivata. E se un gioco di sguardi non bastava, la faceva abbastanza rabbrividire l'idea di affidare ad Aesingr il suo luito. Non per mancanza di fiducia, ma per assenza di praticità, non aveva nemmeno degli arti simili a mani con cui reggerlo... o proteggerlo dall'acqua marina. Che diavolo! Mmh, a meno che...
    < Quanto tempo ci vuole più o meno per raggiungere Kerus in volo? Se voi due insieme andate ad avvertirli che non mi troveranno qui, riuscireste poi a farmi arrivare in città prima di loro? Non ricordo più per quale motivo, ma sono sicura che fosse una condizione importante.. >
    Rimanere da sola in una foresta sconosciuta? Beh, che problema c'era, non era la sua idea iniziale? Forse si sarebbe divertita a crearsi nuovi nemici! Ah, chi glielo aveva fatto fare di andare a Kergard?
    Yep, mi associo a King. Ti è venuta sul momento?
     
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    Ma che accidenti si erano detti mentre lui non li aveva ascoltati? Perché sembravano così riappacificati?
    In un certo senso era meglio così ma per quale motivo lo strumento si trovasse tra le mani dell'altro drago non gli era troppo chiaro.
    Poi il drago arrivò persino a dire qualcosa che riguardava anche lui, che doveva aiutarlo...
    a raggiungere gli umani nella nave?
    Ma che senso aveva tutto ciò?
    Le cose gli apparvero ancora più confuse quando persino Egenna suggerì qualcosa di un po' strano: perché mandarli entrambi ad intercettare la nave e lasciarla sola?
    Perché si stavano complicando la vita quei due? Perché improvvisamente gli era tornata la fame?
    Non gli andava di immergersi ancora, semplicemente perché poi si sarebbe dovuto asciugare di nuovo e perdere altro tempo. In oltre ogni scusa era valida se poteva evitare di uccidere altri esseri viventi, pesci o cibo che fossero.
    "La maniera più rapida sarebbe quella di mandare me ad avvertire gli umani e... farti accompagnare da lui" disse abbassando lievemente il muso verso Egenna, "ma piuttosto che mandarti in volo con lui preferisco farmi tutta Kengard in volo cento volte senza usare le ali"
    Beh, ciò non aveva senso, ma non aveva importanza. Era vero, non avrebbe mai lasciato Egenna con quello, i suoi sbalzi d'umore lo stavano un po' preoccupando.
    "Non per togliere niente al nostro amicone ma... se facessi entrambe le cose io arriveremmo sicuramente prima. Non voglio certo esaltarmi ma credo di essere più veloce di una nave. E anche se non sarò esperto come quello nel volo faremo comunque prima, ammeno che anche loro non chiedano un passaggio"
    Rivolse un'occhiata eloquente all'ibrido, come a dire... -non è che li porti te per farci dispetto?-
    "Quindi non ha senso che lui venga con me ad avvertirli. In ogni caso se devi fare prima di loro sbrighiamoci. E tu non rompere il suo strumento! Perché... perché... perché non devi romperlo"
    Come mai non doveva romperlo? Teneva a quel coso senza neanche saperne il motivo.
    Si voltò verso il mare e cercò di ascoltare aldilà del suono delle piccole onde che si infrangevano sulla foresta, attraverso il soffice alito di vento che spirava su quelle acque.
    Non captò nessuna fonte di suoni anomala, solo i delicati sussurri del cielo e dell'oceano.
    La nave ci avrebbe impiegato un po' ad arrivare, avevano ancora tempo.
    grazie! XD si Tira scrivo sempre sul momento, non riesco a premeditare e poi scrivere perché poi appena inizio stravolgo tutto quello che mi ero organizzato quindi...
    di canzoni (non poesie Zell *picchia Zell* ne inventerò a random quando capiteranno quei ricordi e... e poi quando... muhahahahaha no spoiler XD

    comunque uff ce l'ho fatta a postare, ma domani e giovedì probabbbbblemente non ci sarò quindi fate con calma.
    PS: arrenditi Tira quel liuto vogliamo per forza farlo essere senza custodia ahahah già era in pericolo in quel modo
     
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    L'umana non aveva ben capito la situazione dell'ibrido. Per Zell era pericoloso perfino alzarsi in volo a bassa quota sul mare in quanto un sbilanciamento gli sarebbe costato caro. Per sorvolare il mare lui doveva volare almeno al livello delle nuvole per avere un buon margine di sicurezza in caso di sbandamento in volo. E volevano perfino mandarlo con loro a Kerus? A che fare? Proprio lui che non sopporta la città, la confusione e soprattutto gli umani? Le uniche città che lui aveva visto erano quelle degli elfi, costruite in totale sintonia con gli abeti della foresta senza danneggiarli. Aesingr poi propose di andare lui a intercettare gli umani per poi andare a Kerus...tutto quel piano confuse Zell che non capì più un accidente su come intendessero procedere quei due ma a quanto pare Aesingr voleva accollarsi tutti i favori dell'umana e a quanto pare il drago azzurro che puzza di pesce non aveva recepito il precedente dialogo e si era perso la presentazione di Zell.
    "Bene! Quindi posso restituirtelo, Egenna." e con quelle parole l'ibrido restituì lo strumento musicale all'umana, perfettamente integro e senza graffi.
    "Durante il tuo bagnetto ti sei perso qualcosa, Aesingr. Il mio nome e la mia origine. Come ho già detto ad Egenna io mi chiamo Zell e sono un ibrido del Fulmine. Metà drago e metà elfo!" e mentre si presentava al drago, gli venne un'idea fulminante.
    "Senti Egenna, perchè invece del liuto non facciamo vedere la paellia agli umani sulla catapecchia galleggiante? Non credo che Aesingr riesca a maneggiare bene il liuto con quelle membrane e con sole tre dita. Se gli scivola, il liuto farebbe una brutta fine e sarà lui ad indossare i pantaloni. E' molto più rischioso che lo rompa lui invece che io!" propose l'ibrido all'umana. Come poteva dimenticarsi della paellia? L'aveva esaminata così a fondo che poi l'aveva lanciata e poi si era vendicata tirandogli l'acqua addosso facendolo andare su tutte le furie. Era davvero un oggetto multiuso che poteva nuovamente tornare utile.
    Mentre attese che gli altri prendessero una decisione definitiva, Zell fece un balzo e si sedette su un grosso ramo a qualche metro di altezza.

    *restituisce le legnate ad Aesingr* lo sai che le canzoni possono essere considerate anche poesie? u.u Il liuto ora è di nuovo al sicuro, non posso rischiare di vedere Zell con i pantaloni anche se Egenna lo vorrebbe più di ogni cosa XD
     
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    Rispondo adesso, che il Natale inibisce le mie facoltà mentali...
    Ripensandoci, era lei stessa che aveva deciso di andare a Kergard. Ora non poteva fare a meno di chiedersi quanto aveva bevuto la sera precedente a quella decisione. Ma senza dubbio era molto meno sbronza rispetto a quello che doveva essere in quel momento. Che stavano farfugliando quei due? Volare senza ali? Amiconi? Paella? Pantaloni... stop! Cosa...
    Si incuriosì riguardo all'impaperettamento del drago sul perché non bisognasse rompere i liuti. Lei poteva capire la difficoltà di quella risposta, dato che nemmeno con tutte le parole di cui era a conoscenza, lei sarebbe mai stata in grado di rispondere. Ma un drago, che ne poteva sapere? Conosceva la bellezza della musica? Anche se le sue appendici lo rendevano adatto solo a suonare tamburi?
    Ah, impazziva!
    < Basta, non ci sto più capendo niente! Come avete fatto a confondermi così tanto le idee? Eh sì che sono abituata a stare in mezzo a uomini sbronzi e.. lasciamo stare. - si voltò verso l'essere - Zell, che senso ha mandare lì Aesingr con una padella? Il liuto era qualcosa di accettabile dato che non sono una cuoca, ma un menestrello... - si focalizzò sul drago - E tu, no, non mi lascerai da sola con Zell. Se io ricomincio a dire castronerie questa volta mi fa secca di sicuro. >
    Con uno sbuffo cercò di cancellare la sua espressione imbronciata, senza riuscirci del tutto.
    < Adesso facciamo a modo mio! > sibilò nemmeno troppo piano, tanto ormai aveva capito che non poteva borbottare più in santa pace.
    Lanciò un'occhiataccia all'ibrido, una di quelle che avrebbero potuto martellare un chiodo dentro un muro. Le piaceva borbottare incompresa, maledetti sensi acuti draconici o elfici!
    < Zell, tu aspetterai a terra gli uomini, e appena arriveranno gli chiederai del capitano Hoover mantenendoti, se preferisci, rigorosamente lontano dall'acqua. Così potrai anche controllare che nessuno stupido umano pieghi nessuno stupido rametto! >
    Con l'ultimo sguardo al liuto, finalmente il suo viso si fece meno cupo. Lo ripose nella custodia prima di riporgerlo all'essere.
    < La minaccia dei pantaloni vale ancora, sappilo. Dallo al capitano non appena lo vedi, lui me lo restituirà a Kerus con suo immenso stupore. >
    Bene. Minacce e ordini. Lei sì che non si faceva mancare mai niente! Anzi, prima doveva risolvere un'ultima questione. Si voltò verso il drago.
    < E tu, invece, per prima cosa rispondi: conosci la Canzone? >
    Quello era il suo obbiettivo principe. Tutto il resto in confronto poteva andare alla malora. Anche se sperava ancora che il capitano fosse il primo ad andarci. Bastava lei stessa per complicarsi l'esistenza, aveva bisogno che altri la mettessero in situazioni simili? Prometteva di rispondere, se fosse sopravvissuta alla sua sfuriata.
    Ammirazione, Aes *w* Mi sa che prima o poi toccherà tentare pure a me.. gné, il grande dramma di aver creato un pg menestrello XD una curiosità, il secondo pg che volevi creare è quell'umana che salta fuori nei tuoi ricordi? No, non dirmi niente, odio gli spoiler XD
    ah, per la custodia sono ormai rassegnata, cerco di adeguarmi XD

    Zell, quei pantaloni arriveranno, vedrai *risata malvagia* Santa Claus is coming XD
     
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    Si era ormai giunti al punto di non ritorno. Il delirio si stava impossessando impietosamente della conversazione: chi suggeriva cose a caso chi si presentava dicendo di averlo già fatto chi dava e ridava lo strumento senza capire chi dovesse veramente tenerlo...
    Quello si chiamava Zell? Almeno non avrebbe dovuto impegnarsi nel pensare di evitare combinazioni ibride tipo mantide e aragosta.
    Ahh ora tornava tutto! Metà drago e metà elfo...
    ... metà drago e metà elfo? Ma che...
    Ne aveva ipotizzate tante di combinazioni, ma anaconda ermellino era quella che preferiva e scoprire che era ancora più assurda di quanto avesse pensato lo sconvolse non poco.
    A quello però non rispose, alla frase seguente invece si:
    "Appendici?" Aesingr sollevò una zampa anteriore e strinse le dita una contro l'altra, estraendo gli artigli.
    Magari l'altro avrebbe pensato che quello fosse un tentativo di attacco, ma per quanto non gli era apparso da subito molto simpatico non erano quelle le sue intenzioni.
    "Vedi? Posso tenere anch'io oggetti tra gli artigli" Continuò, mentre abbassava e dischiudeva le dita.
    Il liuto, così capì chiamarsi dalle parole di Zell, tornò da Egenna e poi di nuovo tra le mani del drago elfo.
    Finalmente Egenna aveva stabilito un piano che avesse un senso, si sarebbero attenuti a quello eccetto ulteriori suggerimenti genialmente folgoranti.
    Quello che lo colse alla sprovvista fu l'ultima sua domanda, in seguito a qualcosa di farfugliato su -i pantaloni-, vocabolo di cui ignorava il significato.
    "Cosa intendi per la canzone?"
    Che fosse qualcosa legato a quello che aveva visto nella sua testa?
    Di canzoni ne conosceva... o meglio, sapeva di conoscerne anche se queste vagavano nel vuoto dei suoi pensieri.
    "Conosco canti draconici elfici e persino umani, ma non so se è quello che ti interessa. Ah e non chiedermi di cantare! Ti porto a Kerus anche dieci volte ma se dovessi provare a cantare... temo decimeremmo la popolazione locale"
    Detto ciò si sedette, aspettando gli ordini di Egenna.
    "Comunque... sono pronto"
    Si certo Zell, ma immaginatele cantate con il violino dietro. il ritmo e la melodia inventatevele da voi, non ho tempo di fare il pentagramma XD
    Tira si si la personaggia è lei, ma non ti spoilero nulla perché a parte il fatto che suona il violino e qualcosina dell'aspetto non ho idea di come crearle, quando inizio a fare la scheda vedrò
     
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    Seduto sul ramo e con i piedi a penzoloni, Zell fissò stranito la zampa del drago, con sole tre dita e con una membrana simile a quella delle ali ma molto più piccola, oltre ad avere gli artigli retrattili simili a quelli dei felini. Lui si vantò di come potesse afferrare gli oggetti aprendo e chiudendo le dita.
    "Tsk....sei sono meglio di tre, non credi? Io posso anche frantumare una pietra con la sola stretta della dita!" e fu il turno dell'ibrido che divaricò e strinse per un paio di volte tutte le sue ventiquattro dita con altrettandi artigli.
    Quando Egenna restituì di nuovo il liuto a Zell e menzionò nuovamente i pantaloni e che disse di fare tutto di testa sua, lui si limitò a fare degli strani versi annoiati facendo dondolare la testa.
    "Stai tranquilla, a meno che tu non voglia tentare di nuovo di bagnarmi o farmi indossare quegli affari, ti assicuro che non ti sfioro nemmeno un capello."
    Il drago bipede nutrì un pò di interesse quando sentì il drago azzurro menzionare dei canti draconici elfici, forse erano delle canzoni che conosceva anche se Aesingr disse chiaramente di non voler cantare. Forse era più stonato di un elfo ben ubriaco.
    Dopo che disse di essere pronto, Zell intervenne prima che potesse farlo l'umana.
    "Comunque, per prima cosa, dovremo individuare la posizione della catapecchia galleggiante e questo posso farlo io volando sopra la foresta!"
    E senza attendere oltre e dopo aver appoggiato accuratamente il liuto sul grosso ramo assicurandosi che non cadesse, spiccò il volo. La sua forma bipede che vedendola a terra poteva sembrare inadatta al volo, mostrò subito la sua eleganza in aria. Con potenti battiti delle ali verdi che fecero muovere gli aghi degli abeti, Zell prese velocità e si portò in breve tempo sopra le cime degli alberi più alti seguendo una rotta parallela alla linea di costa pur mantenendosi bene all'interno.
    L'ibrido si mantenne a mezza altezza, nè troppo basso nè troppo alto, a quella altezza giusta da avere una buona distanza da terra ma allo stesso tempo non eccessiva per poter dare troppo nell'occhio agli umani al largo. Non ci volle molto per individuare la cosa galleggiante, là una cosa di legno in mezzo al mare. Stava facendo esattamente la stessa strada a ritroso e stava puntando verso la spiaggia dove aveva scaricata l'umana. A occhio, Zell calcolò che ci sarebbero voluti circa una quindicina di minuti per farli arrivare a terra.
    Zell fece un rapido cambio di inversione e tornò dagli altri due. Come aveva fatto per il decollo, Zell battè forte le ali anche nell'atterraggio per poter diminuire in poco tempo la velocità e posare i piedi artigliati a terra con una grazia felina, senza sbatterli. Con altrettanta grazia felina balzò nuovamente sul ramo e riprese lo strumento e riferì.
    "La catapecchia galleggiante sta tornando indietro, nello stesso punto di dove ti ha lasciata prima, Egenna. E....ha un nome quella..... cosa?" chiese infine Zell. Gli umani avevano di sicuro una parola più corta per descrivere quella cosa. Come la paellia, che lui l'aveva chiamata "misterioso oggetto metallico potenzialmente pericoloso".

    Edited by King Bahamut - 26/12/2014, 21:16
     
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    Cose da draghi maschi. Come poteva definire il vantarsi del numero dei propri artigli, se non in quella maniera? Se fossero stati due uomini Genna si sarebbe già messa a sbuffare e borbottare. Meglio distogliere l'attenzione dal discorso. Fortunatamente il drago le parlò.
    Così non conosceva la Canzone? Peccato, quell'incertezza sul non rompere un innocente strumento musicale l'aveva fatta sperare. In compenso pare che conoscesse molte altre canzoni - musica elfica, pure! - che, però, sommate alla sua presunta incapacità di cantare, la aiutavano ben poco. Che sconforto! Beh, cosa poteva aspettarsi? Era appena arrivata a Kengard, e lei non era mai stata così fortunata da beccare la risposta giusta al primo colpo. Si sarebbe fatta indicare la strada, quello sì, se il drago conosceva delle canzoni, significava che conosceva pure persone che avevano cantato per lui.. doveva conoscerli. Assolutamente.
    Le parole di Zell la distolsero dai suoi pensieri. Che intendeva che voleva andare a controllare a che punto erano gli umani? Che volesse... Argh, il suo liuto appeso in quella maniera! A quell'altezza! Ehi, che...
    Bene. Zell era volato via. Ignorando il suo precedente impeto di comando.
    Beh, il drago prima l'aveva lasciata sola con l'essere per farsi una nuotata, adesso Zell aveva aperto le ali abbandonandola col drago. Per equilibrare le cose cosa rimaneva a lei? Sotterrarsi per lasciare i due lucertoloni a confabulare tra di loro? Oppure quale altro elemento mancava? Oh sì, una bella autocombustione spontanea. Quella sì che era un modo piuttosto plateale per uscire di scena qualche istante. Mmh, forse un po' di più di qualche istante... meglio evitare.
    Genna cercò di distogliere lo sguardo da uno Zell che rimpiccioliva sempre di più, ma non ci riuscì. Era quello che significava volare? Alzarsi da terra così tanto da vedere scomparire le cose sotto di sé? Perdere ogni contatto con la terra ferma per non trovare nessun punto di riferimento tattile? Era almeno un po' come nuotare? Deglutì. Lei doveva cavalcare un drago. Era la cosa più vicina al volare che le sarebbe mai capitata. Tralasciando il precipitare.
    < Aesingr, tu vuoi davvero fare una cosa del genere? > chiese con una vocina quasi flebile, guardando sempre verso il cielo, nel punto in cui una macchiolina scura dimostrava che l'essere era ancora sospeso.
    Volare o non volare? Era in tempo per tornare dal capitano con la coda tra le gambe? Tornare per una volta sui propri passi? Abbandonare quella che poteva essere un'esperienza di vita che a molti era preclusa? Dopo tutto quel polverone che aveva alzato? Giammai! Ostinazione era il suo secondo nome, e la sua improvvisa paura per le altezze impallidiva a confronto di essa! Magari lasciava un piccolo alone nella sua determinazione.. un'ombra... no, era più una bella macchiolona. Deglutì. I draghi non si strangolavano facilmente, vero? Perché lei aveva intenzione di stringergli il collo con tutte le sue forze. Se l'idea di cavalcare un drago la disturbava così tanto, il precipitare non voleva nemmeno prenderlo in considerazione.
    Zell tornò dopo non molto.
    < Per Zork del Folklore Toc, già qui? Hanno fatto in fretta... >
    Digrignò i denti. O il capitano si sentiva in colpa più di quanto aveva immaginato, oppure...
    < Appena lo vedo, devo strangolare Fergus e le sue dannatamente efficaci opere di convinzione! - borbottò a volume mai troppo basso - Mi aveva promesso qualche ora... qualche ora! >
    Scosse la testa per cancellare il pensiero. Ci mancava solo che i due lucertoloni la considerassero pure una sorta di assassina... ormai il danno era fatto. Pace, sospirò.
    < La catapecchia, certo, meglio che tu non vada lì senza una piccola infarinatura su quello che ti aspetta. Allora, quella cosa si chiama nave, o barca, o galleggiante, o mercantile, o veliero, o galeo... no, chiamala semplicemente nave. A volte tendo a complicare le cose più del necessario... - pausa, aria perplessa - L'equipaggio, o ciurma della nave è formata da marinai. Puoi chiamarli più o meno tutti con quel titolo... oh, tranne il capitano Hoover, per carità, chissà come se ne risentirebbe... e non chiamare marinai nemmeno i tizi con cui gira sempre, loro sono.. beh, lascia perdere, non parlare con loro. Un'ultima dritta: riferisciti a me come menestrello, non come Genna, ehm anzi, Egenna. Non tutti marinai conoscono il mio nome... >
    Squadrò per un attimo entrambi i rettili.
    < Hai capito tutto Zell? Tu Aes, sei pronto? Non dobbiamo farci scoprire.. o è meglio aspettare che la nave salpi di nuovo prima di partire? >
    Ah, dimenticava, si era promessa di rispondere ad una domanda, e la era risposta era: no. Bastava se stessa e la sua bocca per complicarsi la vita. Ma certi individui.. per la Spada Stellata, quanto le rompevano le uova nel paniere!
     
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    Ma cosa gliene importava a lui di cosa si poteva fare con sei artigli. Non si preoccupò di farlo notare, ma in quel momento il numero e l'utilità dei loro artigli era la cosa che gli interessava meno.
    Aveva semplicemente tirato fuori la questione per rispondere a Zell e quando gli spiegò che con i suoi artigli poteva frantumare le pietre l'unica sua eclatante risposta fu quella di voltarsi verso Egenna.
    In fondo quel drago non era cattivo, solo un po' strano, lunatico, folle, aggressivo, potenzialmente pericoloso e di fattezza arcana. Come si poteva essere un ibrido elfo drago!
    Finalmente riuscì a stupirlo quando disse che in qualche modo anche lui poteva rendersi utile, alzandosi in volo per individuare la nave che stava tornando a riva.
    Provò a lasciar passare inosservato quel pizzico di esibizionismo in quella fin troppo emozionante ed elegante ascesa al cielo... in fondo a lui che importava se qualcuno faceva di tutto per mettersi in mostra?
    Al commento di Egenna non potette far ammeno di farsi sfuggire un sorrisetto comprensivo, veder volare via quel lucertolone in quel modo non le sarebbe certo stato d'aiuto per il volo che si accingeva ad affrontare.
    "Se sei tu a volerlo... però se non te la senti..."
    Si fermò un attimo. Doveva essere rassicurante, doveva portare Egenna con se.
    Perché? Bo, qualcosa gli diceva che doveva essere così. In oltre gli era simpatica e la sua era la prima presenza umana che gli fu possibile definire piacevole.
    "Ma non devi preoccuparti, non mi metterò a fare capriole e giravolte per aria"
    Certo, come se ne fosse in grado. già per lui era un buon traguardo alzarsi ad un centinaio di metri senza sentirsi a disagio, se si fosse messo a piroettare in maniera poco graziosa in mezzo alle nuvole sarebbe stato lui a doversi preoccupare.
    "Voleremo a bassa quota, non dobbiamo nasconderci a nessuno. E puoi stare tranquilla, non ti lascerò cadere"
    Sperava di averla convinta, ma in un certo senso comprendeva il suo -lieve- timore.
    Lui era un drago e volare era nella sua natura, ma nonostante fosse dotato di ali e volare gli piacesse non gli era difficile mettersi nei panni di qualcuno che in caso di caduta libera avrebbe inevitabilmente conosciuto l'oblio.
    Quando Zell tornò, riappollaiandosi sull'albero da cui era partito, non gli rivolse troppa attenzione almeno fino a quando non riferì ciò che aveva visto.
    15 minuti? Soltanto?
    Egenna iniziò a inveire contro qualcuno che doveva attualmente trovarsi nella nave o qualcosa del genere, per poi soffermarsi a impartire qualche lezione al lucertolone che riguardo alla nave e all'equipaggio. Sembrava che Zell non sapesse il significato di marinaio e di capitano.
    In fondo anche per lui non erano concetti di cui trattava tutti i giorni, ma la sua vita marina gli aveva permesso di scoprire ben altre faccende più complesse. In oltre...
    No, non era il momento.
    "Non per contraddire la tua acutissima vista" Gli disse, cercando di non sembrare ostile come gli stava venendo un po' naturale, "ma a giudicare da quello che ho sentito non sono così vicini. Però se vogliamo anticiparli dobbiamo sbrigarci"
    Impiegò qualche istante per decidere quale fosse la giusta mossa successiva: come doveva fare per far salire Egenna senza problemi? Sarebbe stata davvero al sicuro sul suo dorso?
    Le si portò davanti, lanciandole una rapida occhiata con cui avrebbe voluto ripeterle di stare tranquilla, ma non fece altro che piegarsi fino quasi a distendersi a terra, in modo che le sue spalle fossero alla sua portata.
    "Se non ti senti sicura posso tagliare delle liane con cui puoi sorreggerti. Però in caso devo muovermi, non ci metteranno ancora molto a raggiungerci"
    Gli sembrava di trovarsi in mezzo ad un inseguimento. Si sentiva braccato, come se dovessero sbrigarsi a fuggire per non essere in pericolo. Eppure dovevano semplicemente fare prima di loro per qualche motivo sconosciuto! Che ci fosse qualcosa sotto? Che gli umani avessero cattive intenzioni? Che la canzone fosse in realtà qualcosa di mistico e...
    Perché gli era tornata in mente? Su quel punto avrebbe dovuto approfondire la discussione con Egenna, gli interessava quell'argomento, anche se avrebbe mentito affermando di saperne chiaramente la ragione.
    Emmmmhmhmhmhmrhmtrmh... stiamo per dividerci? Zell non ci raggiungerai? Penso che tra qualche post cambieremo zona. ammeno che Zell non si infuri, Genna venga uccisa da un raffreddore e Aes non apra un sexy shop in paese
     
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