Fredda passeggiata mattutina

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    Una volta risolta la sua curiosità, Idas trotterellò nuovamente nelle retrovie dopo un piccolo cenno di ringraziamento verso l'ibrido. Questo sembrò legittimare una decina di altri marinai ad avvicinarsi.
    < Ma perché hai così tante dita? > chiese il primo.
    < Sai volare veramente? > si intromise un secondo.
    < Tutte le creature del fulmine si tatuano delle saette sul corpo? >
    < Quanto sei alto? >

    E lo tempestarono di domande. Almeno fossero delle domande intelligenti! Fergus provò a farsi largo tra loro.
    < Ragazzi, stiamo cercando il menestrello.. la smettete di importunarlo? >
    < Ma Fergus, non hai sentito che ha detto che è già volata via? Perché non approfittarne finché il capitano non ci scopre? >
    < Ma.. ma.. ma... dobbiamo indagare! Come facciamo a sapere che quello che dice sia vero? >
    < Ma se ha detto prima di voler parlare con il capitano! Come faceva a sapere il suo nome? >
    < Potrebbe anche aver ascoltato una conversazione tra lei e qualcun'altro...
    - si voltò verso l'ibrido - Scusa, Zell, in realtà mi stai simpatico, ma è un'eventual... >
    < Fergus! C'è una scialuppa in arrivo! >
    < Ah, diamine.. fine dei giochi! >
    borbottò uno dei marinai che si era avvicinato.
    Cominciarono a tornare tutti verso la costa per fissare i nuovi arrivati. Oh no, era quella faccia-torva di Kartas! Quell'uomo aveva il potere di farlo rabbrividire con certe sue uscite...
    < Scusa Zell, ti dispiace se vado a spiegare la situazione a Kartas? E' l'ufficiale in seconda del capitano.. forse è venuto a sapere perché nonci siamo ancora inoltrati nella foresta. >
    Fergus non aspettò una risposta, si voltò verso il mare e si mescolò tra gli altri marinai. Voleva essere lui a spiegare all'ufficiale la situazione, così quando i due marinai spinsero in cala la scialuppa che lo portava, gli si avvicinò a spallate. Cominciò a spiegargli la situazione, indicando di tanto in tanto la foresta e Zell.
    < Ah, Fergus, hai detto che quello è un ibrido elfo-drago del fulmine, giusto? >
    < Esatto. >
    < Che conosce il menestrello? >
    < Sì. >
    < E che cerca il capitano? >

    Fergus annuì.
    < Ma come può esistere un incrocio tra un elfo e un drago? >
    No, di nuovo? Com'era possibile che qualcuno esternasse gli stessi dubbi di Idas?
    < Dice che da dove viene lui non è così strano. > spiegò con un'alzata di spalle.
    < Ah, bene. E cosa state aspettando qui? Che il cielo vi cada sulla testa? >
    Detta da lui, con quella faccia così seria e tetra, non sembrò nemmeno un'ipotesi così assurda.
    < Il menestrello non è più qui, dice. Pare sia già diretta a Kerus. >
    < Ah, e quanto distante è da qui? >
    < Un po' ormai, immagino. E' a cavallo di un drago. Che puzza di pesce. >
    < Ah, ma siamo sicuri che sia una fonte attendibile? Non è che in realtà se l'è mangiata e si sta solo prendendo gioco di noi? >

    Altra alzata di spalle.
    < Sei arrivato prima che potessimo appurarlo... >
    < Ah, bene. >
    esclamò l'ufficiale prima di avviarsi verso l'essere.
    A Fergus non restò che seguirlo.
     
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    I dialoghi e le domande erano troppo vicine. Zell non ebbe nemmeno il tempo di rispondere alla prima che già un secondo marinaio gli poneva un'altra domanda. Una volta appurato che l'ibrido non era, per ora, aggressivo tutti i marinai si trasformarono in cuccioli d'uomo che si avvicinarono e domandarono curiosi.
    "Piano...piano....." riuscì solo a dire Zell stranito da quella calca di gente. Mancava solo che si mettessero a toccarlo come si fa ad un peluche o ad un gattino. Erano straniti sul suo numero eccessivo di dita, sulle sue capacità di volo, sui suoi "tatuaggi" che in realtà non erano tatuaggi e sulla sua altezza.
    Era lunga e impossibile rispondere a tutte quelle domande. Che poi cosa aveva di strano? Era un normalissimo drago-elfo come tanti della sua specie, così come quella calca davanti a lui era composta da normalissimi umani. E come Aesingr era un normalissimo drago nonostante puzzasse di pesce.
    Zell rimase fermo ad ascoltare tutto quel confuso chiacchierare, come era tipico fare tra gli umani che si sbraitavano uno sopra l'altro. Per un attimo ebbe nostalgia del parlare calmo, pacato ma conciso degli elfi. Per non parlare del linguaggio dei draghi che comunicavano non solo a parole ma anche con gesti, sensazioni, odori, immagini mentali, pensieri, colori.
    Non appena uno di loro disse che stava arrivando una scialuppa, Zell guardò verso il mare.
    Scialuppa? Ah, quindi le piccole navi si chiamavano scialuppe?
    "Scialuppa......scia-lup-pa......vabbè...spero di ricordarmi un nome così scivoloso...." disse Zell sussurrando e guardando verso l'alto. Perchè gli umani dovevano inventarsi dei nomi così strani per definire delle cose così semplici. Tutti i marinai corsero verso la costa e Zell sperò che non l'avessero sentito parlare come un draghetto.
    Quando Fergus chiese a Zell di poter parlare con l'ufficiale, Zell si scervellò ancora di più e rimase un pò basito prima di rispondere a Fergus.
    "Vabbè vai....spero che sia anche lui calmo e pacifico come te!" rispose l'ibrido.
    Non appena Fergus si allontanò Zell tornò a farfugliare con le parole nuove.
    "Ufficiale.....capitano....marinaio"... - Zell fece spallucce - "....sono tutti umani! Perchè devono usare tutte queste parole diverse?"
    L'ibrido osservò Fergus confabulare con quell'altro. Il rumore del mare copriva le parole e da quella distanza Zell non riusciva a sentire le parole tra loro due, nonostante il suo udito sviluppato. Riusciva solo a sentire il loro vociare sconnesso e a vedere i gesti dell'ufficiale che indicava lui e la foresta.
    "Ma che stanno dicendo? Spero che non abbiano intenzione di buttare per aria la foresta."
    Improvvisamente quello che doveva essere l'ufficiale iniziò a marciare verso di lui, seguito da Fergus. L'ibrido non estrasse la spada però non abbassò la guardia. A differenza degli altri, quell'umano aveva qualcosa che non andava e mentre si avvicinava lo guardò con diffidenza.
     
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    E i due si avvicinano. Kartas bloccò i suoi passi a qualche metro di distanza da Zell, permettendo così a Fergus di affiancarlo. L'ufficiale alzò lo sguardo, si grattò il naso pensieroso e... e stop. Kartas non fece altro. Si limitò a studiare l'ibrido con la sua solita faccia torva, senza dire niente.
    Dopo un po' Fergus si scocciò.
    < Beh? >
    Kartas distolse lo sguardo dall'ibrido per lanciare una spaventosa occhiataccia a Fergus. Poi si riconcentrò sull'elfo-drago.
    < Il mio nome è Kartas Yeeks. Sono il secondo ufficiale della Ali di Falco. > si presentò scandendo ogni sillaba e alzando leggermente il tono di voce.
    < Signore, guarda che capisce quello dici. Non serve parlare strano... >
    < Stai zitto, Fergus.
    - lo liquidò anche con un gesto della mano - Ibrido, siamo venuti qui per cercare... Fergus, come si chiama il menestrello? >
    Il marinaio portò una mano verso l'attaccatura dei capelli, e cercò di nascondere la perplessità sistemandosi la benda sull'occhio.
    < Signore, ma sa già chi stiamo cercando. Non è tocco, ricorda quello di cui abbiamo parlato fino adesso... >
    < Se non mi fai ascontare quello che dice, come posso capire se fidarci di lui o no, eh? >
    < E come pensi di capirlo? Sai leggere le espressioni facciali di un drago? >
    < Posso provarci... >

    Gli occhietti dell'ufficiale diventarono due fessure, facendo arretrare Fergus di un passo. Deglutì. Adesso quasi sperava che Zell lo mangiasse... mai essere la voce della ragione, porta solo che guai.. dannato menestrello, gliel'avrebbe fatta pagare, davvero!

    Non ho mai sparato tanti nomi a caso in vita mia XD
     
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    "Che brutto questo qui...." fu il primo pensiero mentale dell'ibrido quando l'umano appena arrivato si fermò davanti a lui.
    L'espressione di Zell divenne di nuovo stranita mentre l'ufficiale lo studiava. E l'ibrido del Fulmine lo scrutava di rimando, silenzioso, immobile come una statua. Tutti gli umani malati a lui doveva capitare? Dopo la signorina della paellia gli doveva arrivare questo "Carta" di ufficiale? Ma che giorno era? Il giorno dei matti? Nessun dannato umano che avesse mai visto un ibrido come lui?
    Mentre l'ufficiale gli parlava come se stesse parlando ad una pianta aliena, Zell guardò per un attimo Fergus con un'espressione di muso che diceva "ma questo è scemo?" poi tornò a guardare l'ufficiale e lo scrutò come se davanti avesse un elfo completamente ubriaco che vaneggiava e sparava parole a caso.
    "Io mi chiamo Zell. E parlo la tua stessa lingua, non sono muto, nè sordo nè tantomeno scemo! E come ho già detto, Egenna è volta via con...." ma Zell interruppe la frase e guardò Fergus con espressione un pò seccata, era già stufo di quell'ufficiale.
    "Fergus, perchè mi fate ripetere tutto due volte? Avete già capito la situazione e l'hanno sentita tutti i vostri amici! E tutto quanto ho detto è vero, lo giuro sul mio stesso sangue. Non avrei nessun motivo di mentirvi, ne ho nulla da nascondere."
    Zell fece uno sbuffo stufato e davanti le sue fauci si potevano scorgere delle piccolissime scintille elettriche, del tutto innocue.
    "Quello che non ho ancora detto è che Egenna mi ha dato il suo liuto da far vedere al capitano Hoover e mi piacerbbe che uscisse dalla catapech...cioè dalla nave! Io...non posso salire sul vostro mezzo!" disse rivolto sia a Fergus che a Kartas.
    "Che teste vuote hanno certi umani. Vuote ma terribilmente dure allo stesso tempo, come un blocco di granito senza minerali!" pensò tra se e se paragonando la testa degli umani alla roccia mentre attendeva una risposta chiara e certa.

    Ahah, Zell già non può più di Kartas. XD
     
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    Fergus non aveva idea di cosa fare. Ogni tanto guardava preoccupato l'ibrido, rispondendo alle sue occhiate con un'impotente alzata di spalle, altre volte si focalizzava sull'ufficiale, cercando di arginare ciò che stava combinando. Quando un ormai esasperato Zell se ne uscì con un altro sfogo, il marinaio cercò di farsi venire in mente qualche scusa, ma un po' per quello sbuffo arricchito, e un po' perché ormai aveva esaurito tutti i conigli del cappello, non riuscì a dire una parola.
    Un gruppetto dietro di lui non sembrava altrettanto senza fantasia. Li sentì confabulare tra loro.
    < Ehi, hai sentito? - Fergus girò la testa in tempo per vedere una gomitata - Ha detto di non poter salire sulla nave! >
    < Già... lo sapevo io che non sapeva volare! >
    < Ma dai, forse ha solo paura dell'acqua.. >
    < Perché? E cosa beve? >

    Distolse l'attenzione. Era circondato di questioni inutili quel giorno, che rabbia. Un ulteriore fastidio fu la faccia di Kartas che si focalizzò su di lui.
    < Fergus, ma perché non lo ha detto subito? >
    < Detto cosa?
    - chiese ormai sull'orlo dell'esasperazione - Che vuole il capitano? Sono state le sue prime parole... >
    < Che ha il liuto della ragazza. >

    Bene. Oltre che orbo adesso perdeva anche pezzi di conversazione. Cosa, il suo liuto? No, era impossibile. Quella donna teneva troppo al proprio strumento musicale per cederlo al primo essere che le capitava a tiro...
    < Perché lo chiedi a me? >
    < Credo di irritarlo. >
    rispose semplicemente con un cenno del capo in direzione dell'ibrido.
    Solo Kartas era in grado di dirti con assoluta tranquillità di non essere del tutto simpatici ad un bestione elfo-drago.
    < Signore, allora ti consiglio di mandare Trent, Gios e Lex dal capitano per convincerlo a venire a terra. Io intanto parlo con lui. >
    < E perché loro? >
    < Tu non puoi, perché tu sei stato mandato qui probabilmente per sovrintendente i rapporti con Zell, e loro perché sono le tre persone più nervose e pessimiste che conosco, dopo.. beh, niente. Credo che riusciranno a fargli abbastanza ansia da indurlo a venire... >

    L'ufficiale si allontanò di qualche passo prima di voltarsi di nuovo verso Fergus.
    < Sei più intelligente di quello che sembri. >
    < Merito della benda. >
    aggiunse anche un'alzata di spalle.
    Un po' imbarazzato si voltò, finalmente solo, verso l'ibrido.
    < E' fatto così, scusalo. Zell, hai davvero il liuto di Genna? Posso vederlo? >
    Bene, quante altre scuse avrebbe dovuto fare prima della fine della giornata?
     
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    I marinai dietro loro avevano bisbigliato le teorie più plausibili sul fatto che l'ibrido non potesse salire sulla nave e guarda caso una delle due era quella giusta. Anche se parlarono piano, Zell sentì chiaramente le loro parole. Inoltre era sempre più dell'idea che l'ufficiale era completamente fuori di testa, o che più semplicemente fosse un povero malato di mente che non capiva niente. E poi diede del "più intelligente" a Fergus. Ma se era Fergus quello più dritto di tutti! Forse Fergus poteva anche prendersi il merito e il privilegio di essere il primo essere umano ad essere simpatico a Zell.
    Quando gli chiese di fargli vedere il liuto, Zell pensò di spiccare il volo, dopo aver fatto cenno di sì con il muso a Fergus. Non era necessario volare, visto che bastava camminare per aggirare il masso dietro al quale era nascosto il liuto. Ma Zell, orgoglioso di se e del suo corpo, voleva far capire ai marinai che quelle ali verdi non erano lì per bellezza o messe lì per caso. Servivano proprio a farlo volare in alto nel cielo, a cavalcare i venti. A differenza degli umani, che restavano inchiodati al suolo come pali.
    Così l'ibrido spalanco al massimo le sue ali verdi, dando l'impressione di essere ancora più grande e forte. Poi le ali verdi come la vegetazione alle sue spalle, batterono forte sollevando turbini di sabbia e l'ibrido salì senza fatica per una decina di metri da terra mentre i marinai lo fissarono gettando indietro la testa per poter guardare su.
    Zell rimase in aria per qualche secondo per poi scendere dietro al masso con la stessa eleganza con la quale era salito. Prese il liuto dal nascondiglio con molta delicatezza e poi lo portò camminando verso Fergus.
    "Eccolo qui, devo stare attento a non rovinarlo. Genna mi ha detto che se lo graffio....." disse Zell porgendo lo strumento musicale perfettamente integro a Fergus.
    "....mi fa indossare i pantaloni...ma dimmi te cosa si è messa in testa quella ragazza!" aggiunse sottovoce a Fergus, per evitare che quest'ultima frase venisse udita dagli altri. Non voleva rischiare che a qualche altro umano venisse la stessa idea della signorina della paellia di far coprire Zell con dei brutti abiti umani.
     
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    E Zell spicco il volo. Questa volta Fergus non si spaventò per il movimento improvviso come era successo mentre l'ibrido stava gesticolando contro il menestrello, ma si limitò ad alzare il volto e fissare quel balzo aggraziato. Per lo meno si erano risolti metà dei problemi inutili che si erano creati in quel momento, ma non si sentì nessuno che lo realizzava. Con tutto quel silenzio, erano lo sciabordio delle onde e il rumore delle ali che sbattevano contro l'aria che si imponevano sull'udito di tutti. Anche Trend, Lex e Gios, ormai sulla scialuppa, si erano bloccati e voltati per vedere dove l'ibrido stesse andando.
    Finalmente Zell atterrò, anche se Fergus si sorprese che il punto di arrivo non fosse tanto distante da dove si trovava qualche secondo prima. Eccolo, il liuto. Zell gli si avvicinò porgendoglielo, e confidenzialmente gli riportò la minaccia che Genna gli aveva fatto in caso di graffio. Ah, aveva ragione ad essere preoccupato, quella donna sarebbe anche stata in grado di mantenerla!
    < Zell, conservalo pure per il capitano, ti credo. Quando Genna me l'ha lasciato reggere in mano per pochi secondi mi ha detto che se si fosse scheggiato mi avrebbe tinto la benda di rosa e disegnato sopra dei fiorellini... >
    Riuscì ad evitare di scoppiare a ridere - attirava troppo l'attenzione -, si limitò ad un semplice sorriso, e un occhiolino... beh, strizzò l'occhio.
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    Il capitano era stufo di essere continuamente disturbato nella propria cabina, motivo per cui adesso si limitava a fissare la scena sulla spiaggia dal solito parapetto. La silenziosa presenza del suo primo ufficiale, Fidias, era una sorta di certezza. A bordo aveva circa metà dell'equipaggio, quindi nel caso le cose si fossero messe male poteva ordinare di salpare per Kerus comunque, sempre che quel bel tempo reggesse. Ovviamente sperava che quell'ordine non uscisse mai dalle sue labbra, ma non appena vide quell'essere prendere il volo temette per un istante che l'essere potesse sputare fiamme che inghiottissero i suoi uomini, e che quindi fosse costretto a farselo sfuggire. Fidias si sarebbe limitato ad un'occhiata profonda alla spiaggia, e senza uno sospiro, uno sbuffo, o un grugnito si sarebbe messo a urlare ordini ai marinai rimasti... fortunatamente non era successo.
    Tre marinai stavano tornando sulla nave con la scialuppa usata da Kartas. Lui non era a bordo. Con il cannocchiale lo scorse a parlare con dei marinai, solo Fergus era vicino all'essere... sembrava che tenesse qualcosa in mano, ma non si riusciva a distinguere... chissà..
    < Fidias, andiamo anche noi, prepara l'ultima scialuppa. >
    Come un'ombra l'ufficiale lo lasciò solo. Quale pazzia lo faceva allontanare dalla sicurezza della sua nave? Ah, lo sapeva, la curiosità. In quale pasticcio li aveva ficcati quella pazza? Bah, se non era successo niente fino adesso, perché doveva accadere proprio ora? Se lo diceva ad alta voce, la legge di Murphy smetteva di esistere?
    Mi sa che tra prima o poi dovrò cominciare a studiare un po' più intensamente... forse i miei ritmi si faranno un po' lentini.. cercherò comunque di rispondere, se mi dimentico di tutti i nomi che sto usando, rischio di impazzirci a cercare di ri-impararli XD
     
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    Zell continuava a tenere il liuto con molta cura, consapevole di cosa gli sarebbe successo se Egenna lo avesse visto graffiato, e quei suoi artigli affilati e più duri del diamante erano pericolosissimi per il delicato legno dello strumento. Ma quando Fergus gli rispose quello che voleva fare ad Egenna si mise a ridere anche se non spudoratamente di come aveva fatto prima con la ragazza quando esaminava la paellia. Già quella benda era ridicola di suo, ma vederla colorata di rosa con i fiorellini.
    L'ibrido provò a portarsi la mano sinistra sul suo occhio sinistro per provare a simulare la benda sull'occhio dell'umano. Non era affatto bello vedere il mondo con un occhio solo, Zell ebbe l'impressione che il mondo fosse stato tagliato a metà. E quello gli fece un pò di pena nei confronti dell'umano.
    "Non dev'essere per niente bello vedere il mondo con un occhio solo. Cosa ti è successo all'occhio?" gli chiese Zell, temendo di non essere troppo invadente.
    Del resto se i mariani chiedevano delle sue caratteristiche fisiche, perchè l'ibrido non doveva fare altrettanto? Era la sua curiosità dettata dal suo lato draconico a indurlo a chiederglielo.
    Tra la spiaggia e la nave, nel frattempo, si era creato un grande viavai. Scialuppe che andavano, scialuppe che venivano. Marinai che andavano, marinai che venivano. Forse si erano decisi a far uscire il capitano Hoover?

    Tranqui Tira. Prima il dovere poi il piacere. Anch'io ho i miei impegni quindi rispondi pure con calma appena puoi ^^
     
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    Ancora sorridente Fergus inclinò la testa leggermente di lato. Cosa voleva comunicare Zell con quel gesto? Perché si era preso metà testa con una mano? Perché si nascondeva un occhio? Perché Fergus criticava tanto le questioni inutili, se anche lui finiva per porsele?
    L'ibrido parlò. Il sorriso del marinaio si trasformò per un attimo in smorfia. Ma ci voleva altro per intaccare la sua allegria, e un occhio mancante non era più un fatto così eclatante. Una volta che ci si abitua.
    < Pirati. La nave dove viaggiavo prima fu attaccata da un'altra, e durante l'arrembaggio una spada mi ha sfiorato nel punto sbagliato. - alzata di spalle - Poi ci si abitua. >
    Mmh, era un po' sospetto il modo in cui la sua mente continuasse a riproporre quella frase. Ma in fondo, molto in fondo, era vero. Questione di abitudine. A parte per il calcolare correttamente le profondità...
    Abitudine. Punto.
    ----
    < Capitano! Cosa ci fa qui? Noi eravamo diretti a bordo! >
    Il capitano, eretto orgogliosamente sulla poppa della scialuppa, alzò un sopracciglio. No, nessuno dei tre continuò la spiegazione. Gli era andato incontro solo per questa, perché non si degnavano di dargliela?
    < Difficile non notarlo... > provò a spronarli.
    Di nuovo. Si limitarono ad annuire senza proseguire. Il capitano sbuffò infastidito.
    < Ebbene? Perché tornavate indietro? Dov'è il menestrello? >
    Fecero addirittura un'espressione perplessa. Ma che diamine...
    < A Kerus, capitano.. >
    Fu il turno del capitano a simulare perplessità. Lanciò un'occhiata al primo ufficiale, che ovviamente se ne stette in silenzio.
    < A Kerus? Come diavolo ci è arrivata a Kerus? >
    < A cavallo di un drago! >
    borbottò Gios, come se fosse qualcosa di scontato.
    < Che puzza di pesce! > Lex accennò anche un sorriso. Per loro era davvero qualcosa che aveva un senso?
    Il capitano si portò la mano verso le tempie, e cominciò a massaggiarsele. Sospirò.
    < Tornate a bordo e dite a tutti di prepararsi. Salperemo non appena riesco a far tornare gli altri sulla nave. >
    I tre annuirono. Trend e Lex imbracciarono nervosamente i due remi, mentre Gios lanciava occhiate imbronciate verso riva. Li lasciò perdere. Sarebbe impazzito se avesse provato a capire tutto di tutti. Impaziente aspettò che i due marinai portassero all'asciutto la navetta.
    Non fece nemmeno in tempo a balzare giù che Kartas gli si materializzò al fianco. Con un tono tetro gli fece un resoconto di quello che era successo fino a quell'istante. Di tanto in tanto il capitano lanciò delle occhiate curiose all'essere. Che stava facendo? Perché si stava coprendo un occhio con una mano? Era una sorta di saluto della sua specie? Si sarebbe offeso se andava da lui senza imitarlo? No, Fergus che stava parlando con lui aveva entrambe le braccia che riposavano al suo fianco... mmh, eppure Kartas aveva tenuto necessario informarlo che l'essere parlava la loro stessa lingua, e che non era scemo. Allora perché si comportava così? Bah, problemi, il mondo ne era infestato!
    < Kartas, manda tutti a bordo. Lascia solo una scialuppa per me, Fidias e Fergus. Prepara la nave per salpare. Finiamo questa cosa alla svelta. >
    Seguito come un'ombra dal suo primo ufficiale, si diresse verso l'essere e Fergus.

    Edited by Tirannosaurorex - 6/1/2015, 00:53
     
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    Ecco perchè Fergus prima aveva paura della spada dell'essere. Con un secondo colpo incassato al volto avrebbe rischiato di rimanere cieco a vita e quello era davvero brutto. Zell conosceva di altri ibridi, di elfi e addirittura di draghi che erano diventati ciechi, alcuni dalla nascita ma altri a causa di combattimenti finiti male e dicevano sempre "era meglio perdere la vita che la vista".
    "Oh, mi dispiace. Ma su vuoi un consiglio da un guerriero, dovresti stare più attento e fare più allenamento difensivo. Se fai esercizi con le parate alte e con i riflessi eviti di prendere pericolosi colpi al volto e al collo. Un secondo colpo così e rischi di perdere la vista." era la prima volta che Zell dava qualche dritta di scherma agli umani.
    Lui era stato maestro di scherma tra i giovani elfi e i giovani ibridi che come lui volevano imparare l'arte della spada. Ovviamente per gli ibridi le mosse erano diverse a causa della diversa conformazione fisica. La coda e le ali davano un grande aiuto per il bilanciamento e per l'equilibrio anche se le ali dovevano rimanere chiuse per evitare che la membrana venisse trafitta.
    Era quasi sul punto di chiedergli se fare qualche colpo amichevole di allenamento a spada quando il viaviai di marinai e scialuppe divenne più frenetico e dal mare provenne un gran vociare di istruzioni. Zell vide che da una delle scialuppe stava tornando quel Kartas accompagnato da un umano che aveva tutta l'impressione di essere il capitano, visti i suoi abiti.
    "Fergus, quello è il capitano Hoover?" gli chiese indicando con il muso i due uomini che si stavano avvicinando a loro.
     
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    Fergus si sorprese delle dritte di Zell riguardo la scherma. Era la prima volta che una creatura che non fosse un essere umano gliene dava. Era stato altre volte nel Kengard, ma non avrebbe mai pensato che qui i draghi & co. fossero così amici degli umani da fare cose simili. Beh, forse era stato anche fortunato a beccare un bipide, se gli fosse capitato un drago o un grifone gli avrebbe consigliato di affilare gli artigli?
    Stava per esternare questi pensieri a voce - condito con qualche rassicurazione alla "Ci si abitua a tutto" - quando Zell lo bloccò per chiedergli del capitano. Il marinaio si voltò e intravede il capitano che bisbigliava con Kartas. Fergus notò la faccia dell'ufficiale salire e scendere per qualche istante per poi girarsi e salire su una delle scialuppe che stavano... ehi dove stavano andando tutti? Se non avesse avuto la benda, la sua espressione sarebbe stata di assoluta perplessità.
    < E' lui. - mugugnò irritato, non gli piaceva non capire le cose, quando queste non erano inutili - Quello rigido come una scopa al suo fianco invece è Fidias, il suo primo ufficiale. E' simpatico, ma non parla molto. >
    Il capitano sistemò pensieroso il bavero della giacca. Portò una mano verso il mento, per poi voltarsi verso l'essere e Fergus. Quando si accorse che i due lo stanno fissando, assunse la sua posa più orgogliosa. Si avvicinò imbronciato sempre seguito da un muto Fidias. Lanciò un'ultima occhiata all'ufficiale per poi focalizzarsi su Zell.
    < Ibrido, sono il capitano Hoover della Ali di Falco. Ho sentito che avevi delle informazioni su una persona che stavamo cercando, che le hai date, e che comunque vuoi parlare con me. - annuì soddisfatto - Bene, sono qui. >
     
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    Quindi era quello il capitano Hoover, della nave Ali di Falco. Un nome non proprio adatto ad una cosa galleggiante, chissà perchè gli avevano dato quel nome? Zell dubitava forte che quella cosa potesse raggiungere la velocità del formidabile predatore dei cieli. Era quasi un offesa per i falchi!
    Zell si voltò completamente verso il capitano mentre questo si avvicinava a lui assieme ad un altro ufficiale, il primo ufficiale. Ma quanti ufficiali hanno gli umani? Non ne bastava uno?
    Il capitano Hoover aveva una posa che sembrava orgoglioso, ma da parte sua l'ibrido non capiva cosa ci fosse di orgoglioso negli umani. E anche lui lo chiamò "Ibrido" possibile che doveva presentarsi ogni volta? Nessuno di tutti quegli umani gli aveva riferito il suo nome? Già l'ufficiale fuori di testa lo sapeva.
    "Chiamami Zell, capitano Hoover. Bene, da quanto ho capito voi siete qui per cercare la signorina della paellia, Egenna o Genna. L'avete scaricata stamattina all'alba e mentre voi eravate via è arrivato Aesingr, il drago azzurro che puzza di pesce. Sono entrati nella foresta, hanno cercato di attaccarmi con l'acqua e la paellia rischiando di farmi male. Poi Genna è partita cavalcando questo drago e si sono diretti a Kerus quindi è inutile che la cercate qui. E, non metto in dubbio la velocità della nave ma un drago è molto più veloce quindi non potete raggiungerli in velocità. Potete sperare che si fermino durante il viaggio ma io non ci metterei la mano sul fulmine se dovesse succedere qualcosa. Quel drago marino non è tanto bravo a volare e il cielo non è mai così stabile."
    Zell fece una pausa per guardare il liuto che teneva ancora nella mano destra.
    "Ah, e mi ha detto di mostrarti questo. E' il suo liuto, me l'ha affidato a me ma io non so che farmene e rischierei di rovinarlo e se lo faccio quella ragazza un pò tocca mi mette i pantaloni addosso!"
    L'ibrido porse lo strumento musicale ad Hoover, sperando che lo prendesse lui e attese per capire cosa volesse fare.
     
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    L'ibrido fece un resoconto di tutto quello che era successo tra il menestrello, lui e il drago dal singolare odore. In parte Kartas lo aveva già avvertito, ma l'ufficiale aveva glissato su qualche dettaglio poco importante come l'attentato del menestrello alla vita dell'ibrido o la difficoltà del drago nel volo. Pazza! Non ci aveva messo molto a trovare altri guai dopo essere scesa dalla sua nave! Ali di falco un corno! Il capitano aveva scelto quel nome per la capacità dei falchi di guardare lontano.. fino adesso aveva portato fortuna, evitando le tempeste più pericolose e scegliendo le rotte più sicure, ma perché non era riuscito a prevedere i guai che quel menestrello da strapazzo avrebbe portato a bordo?
    Il capitano cominciò a digrignare i denti. Bah, era meglio se si concentrava sul presente piuttosto che su quelle baggianate. L'ibrido gli porse il liuto raccontandogli una stranissima minaccia. Mmh, era vero, l'essere non portava i pantaloni. Notò Fidias abbassare lo sguardo dal volto dell'elfo-drago, per poi alzarlo di colpo arrossendo. Il capitano trovava sempre assurdo come quell'uomo si imbarazzasse per un nonnulla, mentre le occasioni più disperate non lo tangevano nemmeno un po'...
    Nel frattempo Fergus si era fatto leggermente in disparte, assistendo comunque a tutta la scena. Che faceva? Si teneva la bocca tra le mani e... ah, stava trattenendo delle risate! Si vedeva chiaramente che le sue spalle erano scosse da una risata repressa. Cosa c'era di così divertente, eh?
    < Fergus, è il suo liuto quello? >
    < Di chi potrebbe essere? Quanti altri si comporterebbero in quella maniera? >

    Una lacrimuccia era comparsa a lato del suo unico occhio. Era tanto simpatica questa situazione per lui? Il capitano sentì i suoi occhi assottigliarsi a due fessure, e Fergus cambiò posizione a disagio.
    < E' il suo, capitano. Le decorazioni sono le stesse. >
    Il capitano annuì soddisfatto.
    < Bene, prepara la scialuppa. - prese il liuto con delicatezza e lo pose al suo primo ufficiale - Fidias, guai a te se gli stacchi gli occhi di dosso. Se il menestrello diffonde quella maledetta canzone anche giù al porto solo perché si è rotto il suo giocattolo, ti appendo all'albero maestro a testa in giù! >
    Fidias incassò la minaccia, come se stesse ascoltando le previsioni del tempo, era solo leggermente rosso, ma questo era dovuto ancora all'imbarazzo precedente. Impassibile prese anche il liuto. Il capitano si voltò infine verso l'ibrido.
    < Se non c'è altro da dire, ti ringrazio, ehm, Zell, per il tuo aiuto. Prometto di non sbarcare più persone nei dintorni. Addio! >
    Detto questo, giro i tacchi e si diresse verso riva. Fergus aveva eseguito l'ordine, e stava aspettando lui e Fidias prima di spingere la scialuppa verso il mare. I due salirono su, ma il marinaio si voltò di colpo.
    < Zell, arrivederci! - gridò quindi - Stammi bene, amico! >
    Con un ultimo gesto della mano salutò l'ibrido, per poi balzare sulla barca e precipitarsi ai remi. Bene, tutto era a posto ora, potevano finalmente andare per la loro strad... il liuto, dannazione! Ecco il nuovo guinzaglio di quel maledetto menestrello!
    Scusa, forse ho bruciato un po' le tappe... sentiti pure libero di bloccarli se ti va di continuare
     
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    E alla fine tutto andò come previsto dall'ibrido.
    Egenna e Aesingr se n'erano andati, il liuto era in buone mani, i marinai stavano per andarsene e la minaccia dei pantaloni era caduta, visto che aveva resituito il liuto perfettamente inatto. D'ora in poi non era colpa sua se si sarebbe rovinato.
    Tutti i marinai congedarono Zell ma con modi diversi; il capitano gli disse "addio" mentre Fergus gli disse "arrivederci amico".
    "Arrivederci a tutti!" disse l'ibrido sventolando la mano destra a sei dita.
    Mentre si allontanavano verso la nave, l'ibrido provò un sentimento nuovo. Era la prima volta che un umano gli dava dell'amico.
    "Beh, alla fine erano tutti simpatici....i primi umani che si comportano così bene..." pensò tra se e se mentre li guardava andare via. Infine era stato bene con loro, specialmente con Fergus, l'uomo con la benda. Forse era nata una piccola amicizia?
    "Fergus, se un giorno passera di nuovo di qua fermati pure a trovarmi, se vuoi!" aggiunse Zell.
    L'ibrido rimase fermo sulla spiaggia finchè le scialuppe non vennero riportate sulla nave e questa salpò verso il largo.
    Poi con un sospiro l'ibrido tornò verso la foresta e mentre camminava si guardò il corpo da drago antropomorfo.
    "Ho i piedi tutti pieni di sabbia e ho ancora addosso l'odore di Aesingr e degli umani, ho bisogno di lavarmi" Zell scaricò attraverso le piante dei piedi la tensione che aveva accumulato in quella mattinata. L'elettricità che permeava nei muscoli fluì lentamente nel terreno e Zell si sentì più rilassato. Ora poteva anche immergersi in acqua, purchè fosse dolce e poco profonda. Passò sotto la sua casetta sull'abete e si diresse ad una cascata poco distante dove si mise sotto l'acqua e si lavò tutto il corpo lasciando che l'acqua lo ripulisse senza fargli male.
    Dopo essersi lavato, l'ibrido prese dal tronco di un abete rosso della resina e se la passò addosso, donandogli una piacevolissima sensazione di freschezza.
    Così ripulito, Zell intraprese una zampettata nel bosco. Cosa avrebbe imparato oggi dalla Natura?


    Ok, Zell esce anche se mi piaceva quella compagnia ma li lascio andare in cerca di Egenna. Qui si può chiudere. Ora Zell è libero se qualcun'altro vuole fare un'altra role ^^. Comunque questa mi è piaciuta, bravi ad entrambi ;)
     
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73 replies since 5/12/2014, 18:59   1149 views
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