Il drago azzurro che puzza di pesce
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Conoscete tutti i nomi di Odino? No? vergognatevi… Cioè, ma come si può non sapere che nell' Edda in prosa, nel XIX canto, c'è una disquisizione dei suoi nomi tratta dal poema eddico Grímnismál? È opera del misterioso ospite Grímnir, che il re Geirrøðr torturò crudelmente tra due fuochi divampanti. Alla fine del poema, il prigioniero scrive: « Mi chiamo Grímr, mi chiamo Gangleri, Herian e Hiálmberi, Þekkr e Þriði, Þuðr e Uðr, Helblindi e Hár;
Saðr e Svipall e Sanngetall, Herteitr e Hnikarr, Bileygr, Báleygr Bölverkr, Fiölnir, Grímr e Grímnir, Glapsviðr e Fiölsviðr;
Síðhöttr, Síðskeggr, Sigföðr, Hnikuðr, Allföðr, Valföðr, Atríðr e Farmatýr; con un nome soltanto non mi chiamo mai quando io tra le genti viaggio.
Grímnir son chiamato presso le genti di Geirrøðr, e Iálkr presso le genti di Ásmundr, e poi Kialarr, perché tirai una slitta, Þrór nelle assemblee Viðurr nelle battaglie, Óski e Ómi, Iafnhár e Biflindi, Göndlir e Hárbarðr tra gli dèi;
Sviðurr e Sviðrir sono chiamato presso Søkkmímir, e ingannai quell'antico gigante quando io stesso divenni del prode figlio di Miðviðnir il solo uccisore.
Óðinn ora io chiamo, Yggr un tempo avevo nome; chiamato Þundr ancor prima, Vakr e Skilfingr, Váfuðr e Hroptatýr, Gautr e Iálkr tra gli dèi, Ofnir e Svafnir, i cui pensieri vengono tutti da me soltanto! »
Non appena Geirrøðr si accorge dell'errore che ha commesso balza in piedi per liberare il dio, ma inciampa e cade trafitto sulla propria spada. Cosa si fumasse Odino è ancora un mistero
Odino era il dio degli dei, supremo dei supremi, profumato dei profumati. Egli era il dio della magia, della guerra, della poesia, della tempesta, dei micro-onde; colui che nel cuore della notte, quando i venti ululavano, andava a caccia solcando il cielo seguito dalle anime dei soldati caduti, tutto fiero e fogato. Quando imperversava la tempesta, la gente riconosceva distintamente il rombo degli zoccoli di Sleipnir, cavallo a otto zampe di Odino, e dei cavalli della schiera di anime che lo seguivano. Era considerato la divinità suprema dell’Olimpo ed essendo il più anziano occupava di diritto il trono più alto, un luogo da cui dominava tutti i mondi con lo Sguardo; in conseguenza di ciò, Odino era sempre a conoscenza di quanto accadeva tra i giganti, gli elfi, i nani e gli uomini. La sua spada, rivestita di rune, si diceva non fallisse mai l’obiettivo. Al dito portava l’anello magico Draupnir, simbolo di fertilità, che si ottuplicava ogni nove giorni. Con lui viaggiavano molti animali, tra i quali i due corvi Huginn e Muninn (pensiero e memoria), che spediva ogni giorno in giro per il mondo così che, quando essi tornavano al tramonto, gli potessero sussurrare ciò che avevano visto; e i due lupi, Geri e Freki, ai quali gettava il suo cibo nelle cene del Valhalla, dato che egli si nutriva esclusivamente di idromele e di vino. Così si racconta nel poema Eddico Grímnismál: « Gera ok Freka seðr gunntamiðr, hróðigr Heriaföðr; en við vín eitt vápngöfugr Óðinn æ lifir. » (« Geri e Freki nutre, avvezzo alla guerra, Heriaföðr glorioso. Ma soltanto col vino fiero nell'armatura, Odino vive per sempre. »)
Il legame di Odino con i corvi può riferirsi al suo essere sia una divinità della guerra sia della morte: i corvi sono gli uccelli che, solitamente, banchettano coi cadaveri dei campi di battaglia. Lo stesso vale per i lupi. Nelle kenningar, le metafore poetiche tipiche della poesia scaldica, la battaglia è sovente chiamata "festino dei corvi" o "dei lupi". La sua cavalcatura, Sleipnir, era un veloce cavallo a otto zampe in grado di viaggiare tra i Nove mondi, il quale si narra sia Figlio di Loki e dello stallone Svaðilfœri.
Odino si macchiò dell’orrendo crimine di fratricidio, uccidendo i suoi due fratelli Vili e Ve, e divenendo il signore assoluto di Asgardh, il mondo degli Asi, sfavillante di oro e pietre preziose, circondato da ampi corsi d’acqua e brulicante di spade affilate. I muri che circondano Ásgarðr furono costruiti dal gigante del ghiaccio, che in cambio avrebbe dovuto ricevere il sole, la luna e avere in sposa Freyja, la dea della bellezza e fertilità. Questo purché il lavoro fosse completato entro sei mesi e senza alcun aiuto da esterni. Il gigante chiese se avrebbe potuto usare il suo cavallo Svaðilfœri, e gli dèi acconsentirono. Il cavallo si rivelò un eccezionale lavoratore, tanto che era il doppio più veloce del suo padrone. Per evitare di dover onorare l'accordo Loki attirò lontano il cavallo magico del gigante, trasformandosi in una giumenta. Il lavoro non venne completato in tempo e gli dèi pertanto evasero il pagamento. Thor uccise il gigante e quando Loki uscì dalla foresta diede alla luce Sleipnir, il più veloce dei cavalli, che divenne il destriero di Odino.
Ad Asgard Odino possedeva due palazzi: Gladsheim, dove erano i dodici troni su cui sedevano gli dei in occasioni dei raduni, e il Walhalla, che rappresentava il salone in cui venivano portati i soldati valorosi periti in battaglia. Le sue porte erano tanto larghe da consentire l’accesso contemporaneamente a 800 soldati schierati uno accanto all’altro. Il salone era adornato da colonne dorate su cui erano incise le rune in tutto il loro splendore, il quale era tale da illuminare tutto l’ambiente. Il palazzo era reso inaccessibile al mondo dal portone Valgrind (portone della morte). Era qui che agli spiriti degli eroi caduti, gli “Einheriar”, le Valchirie riempivano le corna di squisito idromele. La guerra era considerata, dalle popolazioni dell’Europa settentrionale, come la più nobile delle occupazioni e il coraggio la suprema virtù.
Ottenne la saggezza assoluta bevendo dalla fonte della conoscenza del Dio Mimir: dovette sacrificare un occhio, ma ciò gli permise di acquisire la capacità di scorgere l’essenza delle cose dietro le apparenze. L’amore per la conoscenza e il desiderio di comprendere i più reconditi misteri dell’universo lo spinsero a sottoporsi ad un altro rituale, si ferì con la propria lancia e si impiccò a un ramo di Yggdrasil, dove rimase per nove giorni. In questo modo divenne anche maestro nell’uso delle rune magiche, le iscrizioni depositarie della conoscenza dell’universo capaci di realizzare qualsiasi scopo mortale, sia esso benefico o malefico. Non c'era limite alla sua brama di sapienza; desiderava possedere persino l’arte della poesia, racchiusa in una pozione magica custodita sottoterra da un gigante: si offrì prima a lui come schiavo e poi sedusse sua figlia, da cui ottenne infine la pozione.
Sua sposa era Frigg, Dea della fecondità e della fertilità, con la quale generò tutti gli altri Dèi tranne Thor, primogenito nato da un suo flirt con Jordh, la “madre terra”.
Le rune furono il grande lascito di Odino, ritenute dotate di magici poteri di protezione e conoscenza. Come talismani personali erano incise su armi, scudi e muri delle case; tuttavia, furono i sacerdoti a conferire maggior importanza alle rune, impiegandole come oracoli nelle pratiche rituali di divinazione. L’alfabeto, chiamato Futhark, formato dai ventiquattro segni grafici runici, rimase in uso fino al secolo IX inoltrato. A coloro in grado di recitare correttamente l’alfabeto runico venivano attribuiti poteri mistici. I megaliti che recavano le iscrizioni runiche rimanevano avvolti da un’aurea di rispettoso mistero, già di per sé evocato dall’etimologia della parola runa, derivante dall’antico vocabolo germanico runer che significa “segreto”, e dalla voce dell’inglese arcaico run, a sua volta associata all’idea di mistero, di un segreto bisbiglio. A partire dall’età del bronzo, le rune diventarono anche un mezzo di scrittura tra il 100 a.C. circa e il 1600. Un elemento di confusione sull’uso delle Rune deriva dagli Ogham celtici, l’antico alfabeto usato da bardi e druidi formato, in origine, da 4 serie di 5 lettere-alberi ciascuna. La storia di Etain testimonia che gli Ogham erano un mezzo per “vedere” e la ruota dei druidi era un metodo divinatorio che usava rami o bastoncini con incisi poemi (o massime) in Ogham. Le Rune, invece, non predicono il futuro: le loro funzioni sono di cambiare la realtà fisica (la loro magia cura, seduce, strega, protegge contro il male ecc…) e dare consigli. L’uso divinatorio è precluso da un’affermazione di Wodan: "Tutto ciò che chiederai alle Rune si dimostrerà vero, Quelle che vennero dagli dei Che furono tessute dagli alti Poteri e che il Grande Saggio colorò: Dunque il silenzio è il consiglio migliore."
Il sistema runico più antico è chiamato Futhark: esso divide le 24 rune in 3 gruppi (Aettir) formati ognuno da una serie di 8 rune e prende il nome dalle iniziali delle prime 6 rune del primo gruppo, chiamato il gruppo di Fehu, seguito da quello di Hagalaz e da quello di Tywaz. La visione che deriva da questo modo di interpretare le rune è molto finalizzata al vantaggio personale, dove per gli altri non c’è molto spazio.
La seconda chiave di lettura è chiamata appunto Uthark. L'Uthark, al contrario del Futhark, che finalizza la sua azione nel dare controllo alla mente per scopi egoistici o voleri personali, segue l'ordine naturale delle cose che svela il segreto della creazione, delle forze vitali della natura e di noi stessi, poiché non è basato sulla mente ma sullo spirito. Per questa ragione il sistema Uthark era molto amato dagli sciamani runici, grazie al suo potere di portare in una determinata situazione l’armonia, l’equilibrio e l’ordine, senza recare danno a nessuno.
L'alfabeto runico
Feh (Fehu) abbondanza, bestiame. Nelle culture primitive, il bestiame veniva utilizzato come moneta e comportava duro lavoro. Doveva essere accudito, nutrito e mantenuto con fatica, quindi questa runa rappresenta un guadagno sudato e la soddisfazione che ne deriva. Capovolta indica difficoltà finanziarie ed eccessiva passività nelle proprie decisioni.
Ur Forza pura, energia. esprime la volontà di combattere contro tutte le avversità e la capacità di fronteggiare qualunque cosa ci si pari d'innanzi. Può anche significare salute di ferro, coraggio, fiducia in se stessi. Capovolta indica durezza di sentimenti, salute cagionevole o insicurezza.
Thurs Spina, riparo. Questa runa raffigura il potere del martello del dio del tuono Thor, che induce rispetto. Indica la difesa, la mente in grado di evitare il pericolo e di reagire ad esso. Per la pianta la spina è una protezione per tenere lontano il nemico, così lo è per l'individuo, che ne riceve protezione e rigenerazione. Capovolta indica scoraggiamento, incertezza e titubanza.
Ass Onestà, messaggio, incontro. Questa è la runa del suono, soprattutto nella lingua intesa come comunicazione intelligente, la saggezza e la consapevolezza di saper intrattenere un dialogo. Capovolta è presagio di cattivi consigli, falsità, inganni e suggerisce quindi prudenza nei rapporti con gli altri. Meglio tenersi a bada da chi sfrutta l’oratoria per trarci in inganno.
Reid Ruota, viaggio, tragitto. Questa runa rappresenta il movimento e la forza di qualcuno, nel viaggio da intraprendere alla ricerca dei valori più importanti e alla scoperta di sé. Indica il ritorno alla retta via e ad un corretto ordine delle cose. Capovolta, rappresenta impedimenti e ritardi nei piani già programmati, turbamenti, cambiamenti improvvisi e pieni di inconvenienti.
Ken (Kano) Fiaccola, luce, talento. Ken offre la luce nel buio, offrendoci la possibilità di scorgere ciò che prima era celato. L’apertura di nuovi orizzonti, il forte impulso di esprimersi attraverso l'arte e la creatività, l’ispirazione e il discernimento artistico. Capovolta indica perdita di intuizione e orientamento, la fine di una relazione sia d'amore che di amicizia o fallimento in generale
Gyfu (Gebo) Dono, generosità. Essa indica il ricevere o il fare un regalo, oltre che ospitalità offerta e ricevuta. Forse la più favorevole tra le rune, Indica la mancanza di freni in una coppia, la condivisione di tutto ciò che si ha e la pace del rapporto tra gli amanti.
Wynja Orgoglio, fortuna. Rappresenta l'avverarsi dei desideri e la realizzazione dei sogni. L'orgoglio e la soddisfazione di aver compiuto un progetto e la gioia per il lavoro svolto. Favorisce anche l’arrivo di nuove relazioni d'affari che possono sfociare in una situazione economica positiva. Capovolta indica sfortuna, tristezza, problemi che potrebbero rendere la propria vita estremamente caotica.
Hagal Grandine, bufera, rottura. Questa runa può essere interpretata come un monito che può avvertirci di aver raggiunto un momento della nostra vita in cui è necessario cambiare qualcosa, prendere delle scelte. Anche se spesso difficili, sono le decisioni che portano a qualcosa di concreto, e la forza di proseguire il cammino deriva proprio da esse. Abbandonare le abitudini e ciò a cui si tiene non porta certo felicità, ma può divenire una grande lezione.
Naud (Not) Necessità, resistenza. Questa runa ha il significato del bisogno, un bisogno ricercato nella mancanza di qualcosa che possa completarci. Si deve accettare l’arrivo del dolore e della sofferenza quando questi giungono per insegnare, poiché ciò può rafforzarci.
Iss (Isa) ghiaccio, conservazione, isolamento. Simbolizza il principio della staticità e della conservazione delle cose nel loro stato immutabile, sia nel bene che nel male. Non potendo essere capovolta, rappresenta l’ambivalenza di un ristagno che può sia essere utile, nel caso dell’attesa di un momento più favorevole, sia dannoso, poiché restare immobili troppo a lungo non porterà a niente.
Jara (Jera) Raccolto, cambiamento ciclico. Una runa favorevole, che preannuncia cambiamenti positivi e che porta alla maturazione. Dopo un anno di lavoro si raccoglieranno i succosi frutti del raccolto, ma è sempre bene non forzare i tempi e godersi i propri successi senza strafare.
Pertra (Perth) Segreto, allegria. Questa runa indica felicità, gioia e spensieratezza, e può essere simbolo di un segreto da custodire per rimanere al sicuro. Capovolta invece figura il troppo ciarlare inutilmente e con leggerezza. È anche un monito a non gettarsi in imprese folli o sconsiderate senza prima aver riflettuto, e di evitare ciò che non si conosce poiché potenzialmente pericoloso.
Eoh (Eihwaz) Albero della vita, resistenza. Rappresenta l'albero del tasso, longevo e sempreverde, ed è la conferma di continuità e perseveranza in grado di sfidare tutte le influenze negative compresa la morte. Unisce la mortalità del corpo all’immortalità dello spirito, creando un completamento ed una forte stabilità nell’individuo.
algiz Difesa, protezione, scudo. Essa collega l'istinto di sopravvivenza ai meccanismi di difesa di un organismo. Una forza protettiva che attinge dallo spirito, formando uno scudo vi difende dai pericoli fisici, emotivi e mentali. Permette di prevedere quando qualcosa possa ferirci, e è portatrice di intuizione e prudenza. Capovolta, indica vulnerabilità ed esposizione ai pericoli circostanti.
sol Sole, forza vitale. La runa Sol simbolizza l'energia del sole, fonte di luce e di calore. Indica il successo in ciò che si cerca di ottenere, l’energia nel desiderio di fare qualcosa e di impegnarsi in qualunque azione, per quanto semplice. Appare però anche come un fulmine che può colpire all'improvviso, spazzando via tutto in un istante. Non può essere capovolta, ma se si abusa della propria energia e del proprio potere essa può rappresentare un risultato controproducente.
Tyr Guerriero spirituale, coraggio. Questa runa rappresenta la forza, la resistenza e l'affidabilità. Essa veniva utilizzata dagli antichi guerrieri affinché li proteggesse in battaglia, ma impersona anche lo spirito competitivo e il principio del lavoro duro. Indica l’oltrepassare un proprio limite o il traguardo raggiunto da qualcun altro, del quale si intende emulare e superare le gesta a costo di grandi sacrifici. La forza che ci fa andare avanti, tramite nobili ideali. Simboleggia anche la virilità maschile, oltre che la fecondità nel senso più puro del termine. Capovolta diventa la mancanza di fiducia in se stessi, che impedisce di dare il massimo nel cercare di raggiungere una meta.
Bjarka (Berkana) Crescita, sicurezza, energia della madre. Un'energia dolce, materna, che può indicare oltre alla nuova vita anche l'inizio di un’idea, di un nuovo modo di vedere le cose, per ottenere un obiettivo comune in relazione al concetto del matrimonio. In generale, indica un inizio e una nascita. Capovolta presagisce stagnazione e disarmonia all'interno della famiglia.
Eh (Ehwaz) Cavallo, alleanza, movimento. Indica l’unione tra cavallo e cavaliere, un’alleanza che permette di superare gli ostacoli lavorando all'unisono. In generale, rappresenta il legame che unisce, e attraverso cui si può trovare la forza di affrontare un viaggio rimanendo uniti. Capovolta, preannuncia rotture di rapporti e allontanamento o anche falsità.
Madr (Mannaz) Umanità, solidarietà, motivazione ed intelligenza. È l’equilibrio del mondo circostante e testimonia la solidarietà comune a tutti gli uomini, indipendentemente dall'età, razza, sesso o religione. Regola la comunicazione verbale e le capacità intellettive, anche se il suo vero potere è quello di unire la ragione con l'intuizione, il conscio e l’inconscio. Capovolta significa solitudine, pessimismo e testardaggine, oltre al rifiuto di accettare consigli o punti di vista diversi dal proprio.
Lagu (Laguz) Acqua,forza fluida. Simboleggia l'acqua che scorre placida, portatrice di forza vitale rigenerante. Si collega ai cambiamenti di energia e alla crescita maturata attraverso le proprie esperienze. Può rafforzare la sensibilità, l’armonia tra gli alti e i bassi della vita, e la possibilità di realizzare le proprie potenzialità. Capovolta indica una scarsa capacità di giudizio, fatta di errate intuizioni.
Ing (Inguz) Sviluppo, progresso. Rappresentata dal DNA che indica le caratteristiche della creazione di un individuo, può significare l’inizio di un periodo migliore al termine di uno negativo. Indica la possibilità che accada qualcosa di favorevole che potrebbe addirittura cambiare la propria esistenza.
Odal (Othila) Beni di Famiglia, patrimonio. Indica le qualità innate, sia spirituali che fisiche. Consente di ottenere risposte riguardo la vita sociale o i beni materiali. Capovolta può significare perdita di beni o esclusione da una comunità.
Dagaz Giorno, completamento. Essa viene paragonata alla farfalla che dalla crisalide si trasforma, per volare libera, come rappresenta il passaggio dalla notte al giorno. Allo stesso tempo indica la forza di volontà di portare a termine un obbiettivo.
Wird Runa Bianca, destino, ignoto. Aspettarsi l’inaspettato, anche l'ignoto può aprire nuovi orizzonti e possibilità. Basta avere fiducia in se stessi, e non perdere la speranza. C’è sempre qualcosa oltre le apparenze, la via imboccata può comunque portare a qualcosa di positivo, seppur dubbio.
Edited by Tirannosaurorex - 28/3/2021, 09:55
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