Inaugurazione!

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    Splendore celeste

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    Controllate dappertutto: sotto il cuscino, sotto il materasso, sotto al tappeto, o forse nell'appartamento del vicino al piano di sotto... non ha importanza! Basta che controlliate sotto qualcosa! Perché sarà lì che un magico biglietto con inciso il vostro nome e codice fiscale apparirà! Ciò che vi sarà scritto, sarà la chiave per partecipare all'evento che segnerà la svolta della vostra vita: l'inaugurazione della sezione pandemonio!

    Per chiunque sappia leggere e/o aprire delle buste, il messaggio tra una macchia di caffè e una cancellatura si rivelerà piuttosto chiaro:

    Tutti sono caldamente obbligati cortesemente invitati a partecipare all'inaugurazione del PANDEMONIO! Portate cibo, alcool, amici e tanta pazzia, che dobbiamo festeggiare l'apertura di questa nuova sezione! L'evento avverrà nel forum di Kengard (la tana di Aes), e più precisamente nella categoria Extra (il suo salotto)!
    *testo illeggibile e/o poco importante*
    - Vestiti eleganti richiesti: uno;
    - Inviti da portare: due, di cui uno falso o rubato. Va bene anche se strappi a metà il tuo invito;
    - Animali ammessi: tre. Dodi, tigri della Tasmania e Andrea Palladio. Siccome sono tutti estinti, meglio nessuno;
    - Livelli di follia necessari per sopravvivere all'esperienza: un sacco. Anzi, un sacchettino. Quelli piccoli dell'aereo. Che fanno un bel rumore quando scoppiano (boh, mi sembrava più indicativo di qualsiasi numero);
    - Aes, ricordati della forbice per tagliare il nastro. Se Aes non viene che qualcuno si procuri una sagoma di cartone a grandezza naturale come sostituto. E una forbice (NB. lui non sa che ho appena invitato tutti a casa sua, quindi... shhhhhh!);
    - E, per carità, qualcuno porti anche un nastro!

    *Il resto è stato strappato via e/o non ho voglia di riportarlo*

    Ergo, chi o cosa oserà partecipare a questa impresa?

    Bon, io credo di aver scritto tutto quello che c'era da sapere, ma se prima di cominciare qualcosa risulta ancora criptico, beh... pace. E' una ruolata pazza, vi perdono ^^
     
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    Io come PG uso Aidal, di conseguenza lei è la mia dragonsona XD


    Aidal stava facendo pulizie notturne nel suo antro di pietra.
    Si, essendo una dragonessa dalle abitudini notturne, di conseguenza fa ogni cosa di notte, (compreso uccidere i poveri malcapitati umani che le si presentavano davanti alla sua casa dolce casa) mentre il giorno, lo passa a dormire come un ghiro.... A testa all'ingiù come i pipistrelli.
    Adesso stava ripulendo con uno straccio in pelle di montone, la sua pila di ossi (di prede da lei stessa spolpate -adora collezionare ossa di ogni tipo-), con estrema precisione: si passava da un set di costole di cervo, un cranio di cinghiale, tibie e femori di bisonti....Non mancano all'appello ovviamente, vari crani di ammazzadraghi, con tanto di elmo in ferro in quelle teste vuote e scheletriche!
    Una volta completato la pulizia della collezione, ecco che passa a lustrare tutto il suo tesoro rubato dagli umani, moneta per moneta, pietra per pietra, fino a farle splendere come una luce abbagliante.
    Poi arriva il momento di pulire la tana vera e propria, così inizia a dare una spazzata sul pavimento roccioso, con la sua stessa coda: all'estremità si era attaccata un cespuglio secco che teneva appositamente per questo tipo di faccenda e con forti movimenti della coda, portò via tutto il sudiciume che vi era depositato (polvere, segature varie e pezzi di carne rinsecchita). Dopodichè ecco che passa a dare una bella cenciata con un gruppo di rami di salici piangenti, inzuppati precendetemente nella pozza d'acqua che aveva lì fuori e con l'aiuto delle zampe, porta via le macchie di sangue, causate dalle prede sanguinolente morte che si trascivana dentro ogni qualvolta che andava a caccia.
    Finito tutte le faccende casalinghe, si mette sopra il suo giaciglio composto da soffice erba secca a riposare e ad ammirare la sua tana bellina in ordine.
    Notò con grande astio, che si era scordata di mettere in ordine l'immensa pila di libri(anch'essi rubati) che stava vicino all'entrata. Si alzò mugugnando qualcosa di blasfemo contro sè stessa e con la poca pazienza che le era rimasta, incominciò a riordinare i libri dentro alla nicchia in pietra dove di solito li teneva.
    Ma fu solo allora che, nel mentre che prese "Gli ammazzadraghi: guida su come ucciderli e cucinarli per gustarseli fino al midollo!" (il suo libro preferito), sotto di esso c'era uno strano bigliettino mezzo ingiallito e con una cancellatura con scritto il suo nome e uno strano gruppo di numeri e lettere messi in fila (ignara di cosa fosse il codice fiscale. A cosa importa ai draghi di questo march... ehm, codice di riconoscimento?).
    Aidal incuriosita e stranita allo stesso momento, girò il biglietto e lesse ciò che vi era scritto.
    Era un invito alla tana di Aesingr, precisamente un inviti per l'inaugurazione di qualcosa.
    "Ahhh Aesingr... ma allora, come diamine è arrivato questo biglietto?"
    Sperò vivamente che NESSUNO si fosse infiltrato nella sua tana per portare questo invito... Comunque la sua attenzione cadde sulla parola "alcol".
    La dragonessa andò in fondo alla sua tana e controllò quanti barili di birra (anche loro rubati) aveva: ne erano rimasti quattro: due di birra chiara e due di birra scura.
    "Ne porto uno di un tipo e uno di un'altro. Così in men che non si dica e con la forza da drago, fece rotolare i barilozzi all'uscita della caverna, pronti ad essere portati.
    Passando al resto dell'invito, sotto alla raccomandazione dell'invito, vi era una sorta di lista abbastanza illeggibile, ma che Aidal riuscì (più o meno... ma è più meno che più).
    "Vestiti eleganti? Mah, l'unica cosa che ho di elegante è la mia preziosa collana di falangi di ammazzadraghi con dei piccoli rubini incastonati" A questo, ci avrebbe pensato per ultimo se metterla o meno...
    Ma la cosa che le preoccupava era: "Come avrebbe portato i barili di birra"?
    In volo? Forse uno. E l'altro?
    Pensò un attimo, passandosi un artiglio sotto il mento scaglioso.
    "Ma certo! Legherò i barili con una grossa fune e poi li metterò sul dorso, così riesco a calibrare il loro peso!"
    Così si precipitò a fare ciò.

    Dopo circa venti minuti, Aidal era pronta per andare a questa misteriosa festa nella tana di Aesingr. Aveva appena messo i barili sulla sua schiena (non erano così pesi come pensava) ebbe un attimo di esitazione se mettere la collana o no.
    "Al diavolo, le mie scaglie sono belle lucide questa sera, non ho voglia di mettere cianfrusaglie addosso"
    Si assicurò che la tana fosse a posto in tutto e per tutto e così, spiccò il volo nel cielo notturno.
    "Chissà se mi ricordo dov'è la tana di quel drago acquatico...." pensò dubbiosa.
    Atterrò dopo una mezz'ora di volo (aveva la schiena dolente a causa di quei dannati barili pieni zeppi di birra) in mezzo al nulla. Non era proprio il nulla, non sapeva dove fosse. Però il suo istinto gli disse che doveva atterrare LI, IN QUEL PUNTO PRECISO.
    Si osservò intorno in cerca di un punto di riferimento o in cerca di qualcosa che le potesse attivare la memoria, ma niente.
    Prese a camminare, sperando che prima o poi qualcuno (o qualcosa) la aiutasse.
     
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    Siccome è un pandemonio rispondo senza aspettare nessun'altro, ah! Mmh, anche perché non ho capito chi o cosa voglia unirsi.. mah

    Lì-in-quel-punto-preciso, era un spiazzo di terreno piano. Era un'area piuttosto anonima: una distesa d'erba copriva la terra nuda, qualche fiorellino copriva il verde dell'erba, qualche cespuglio copriva un po' del colore dei fiori, qualche albero copriva con i suoi rami tutto ciò che lo circondava... e dato che era notte, pure gli alberi non erano facilmente visibili, perché coperti a loro volta da una cupa oscurità. In quello spiazzo, in quella oscurità, IN-QUEL-PUNTO-PRECISO decise di atterrare una dragonessa, che con la sua mole pensò bene di coprire un po' di terra, dell'erba e un paio di fiori. Ella decise di proseguire a piedi, coprendo sempre più terreno, e così, passo dopo passo, non le ci volle molto prima che i suoi occhi potessero vedere il primo segnale che quella non era una terra poi così anonima.
    "PER DI QUA!" recitava la scritta.
    Era incisa su una lastra di metallo, che era saldata su un palo di legno, che era conficcato nella nuda terra, che era coperta dall'erba. Un paio di palloncini attaccati al cartello ondeggiavano su e giù tristemente secondo i capricci del vento, il quale si premurava pure di muovere un biglietto bianco, attaccato con nastro adesivo al palo di legno.
    "AFFITTASI!" diceva invece il biglietto. Aggiungeva pure un nome, un codice fiscale e un numero di telefono. Uh, zona ospedale? *appunta*

    ----

    Tira diede un'occhiata dal biglietto che stringeva nella sua zampetta. In realtà era un movimento puramente simbolico, dato che vista scarsa, grosso testone e corte zampette poco si collimavano all'idea di "dare un'occhiata". Fortunatamente già conosceva cosa il biglietto custodiva - un simpatico, ma soprattutto buonissimo apatosauro era stato invitato a leggerglielo un paio d'ore prima, poi era stato gentilmente invitato a depositarsi nel suo stomaco -, quindi il suo movimento era un semplice e inutile memorandum che serviva solo a ricordarle di essere estremamente in ritardo. Già, ma che colpa ne aveva se le sue stupide zampette faticavano a fare un nodo decente alla cravatta? Già riuscire a mettersela intorno al collo era stata un'impresa degna di Geppetto! E che poteva farci, se il suo unico vestito elegante era proprio quello?
    Ma a tutto c'era una soluzione, e stranamente questa volta non comprendeva nessun processo digestivo. Se voleva arrivare lì velocemente, le bastava saltare tutta la parte che avrebbe dovuto fare a piedi, no? E che metodo migliore di catapultarsi direttamente laggiù?
    Così Tira proseguì verso la sua collezione di trabocchi, baliste e strumenti bellici d'assedio, caricò un triceratopo in un cannone - il biglietto era chiaro: portare cibo e amici - accese la miccia e dopo il primo boom! imitò il gesto per se stessa. Se i suoi calcoli erano esatti, non ci sarebbe voluto molto prima di finire spiaccicata sulla tana di Aes.

    Ok, forse si era capito, ma come pg uso un gigantesco T-rex di nome Tira. Ha l'abitudine a mangiare tutto ciò che incontra, sia che non si muova, sia che abbia gambe o ali per scappare dalle sue fauci. Adora ripetere spesso di essere "Tira, il terrore del cretaceo", e come la sottoscritta, non ha molta voglia di inventarsi tante caratteristiche in una botta sola ^^"
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    em... si, ok

    Il sole risplendeva alto e luminoso, tepido e confortevole, illuminando il suolo sottostante. Il limpido azzurro tingeva la volta cieleste... d'azzurro.
    Una splendida mattina di quella stagione che intercorre tra la primavera e l'estate in somma.
    Aes, nato il dodiciassei febbruglio milleqquindicentosettordici, aprì gli occhi, stiracchiandosi dopo la bella e rilassante dormita della notte scorsa, passata a ronfare riguardo la bevuta della sera precedente al matrimonio di al momento non ricordava chi.
    Gettò un'occhiata fuori dalla sua fighissima e molto trasgry caverna, rendendosi conto di quanto fuori la pioggia inperversasse prepotentemente.
    Ma non era una giornata di sole? Ma no, ma perché? Perché la pioggia era così forte da aver allagato tutto? perché c'era così tanta acqua che stava nuotando? Perché stava per affogare?
    "Aiutooo!" Iniziò a dimenarsi e a scalciare come un ossesso tifoso fiorentino che ha perso la giacchetta nello stadio, cercando di fare quello che una qualunque altra creatura in pericolo di vita avrebbe fatto: cercare di salvarsi.
    Impiegò solo un paio di minuti a ricordare che le sue branchie, in quanto drago d'acqua non che abitante di una caverna sottomarina, gli permettessero di respirare poiché organi in grado di garantire la respirazione a molte creature marine. Questi fini filamenti, protette dall'opercolo , formato dalle ossa opercolari e contenute in una camera branchiale, gli consentivano contemporaneamente di assorbire ossigeno entro una fitta rete di capillari sanguigni, grazie alla membrana da cui sono ricoperte, mettendoli da questi in circolo per tutto il corpo e di espellere l'anidride carbonica dalla circolazione sanguigna.
    Ricordò anche molte altre belle cose, ma piuttosto che pensare di starle pensando si limitò ad uscire, tranquillo e pacato, dalla sua tranquilla e pacata caverna.
    E emerse dall'oceano, altrettanto pacatamente, emergendo con la dovuta lentezza. Si, tutto con calma, con quella beneamata calma che contraddistingueva sempre le sue leggadre azioni. Calma che lo accompagnò per i più o meno circa 7,148 metri che dividevano la sua caverna dall'esterno, calma che lo accompagnò persino nei più o meno circa 34,339 metri che separavano la grotta dalla spiaggia, calma che venne brutalmente interrotta da qualcosa.
    Un fattore, tendenzialmente irrilevante, come ad esempio un qualcosa più grosso di te che ti finisce addosso a ventordicento chilometri orari.
    "Ma chi, ma cosa..." Pensò non che esclamò, mentre a rallentatore finiva addosso al suo amorosissimo oceano, che li accolse a braccia aperte con la sua infinita clemenza.
    E così, lui e la fantomatica cosa che l'aveva colpito, erano finiti esattamente in acqua.
    Ora c'era da chiedersi il come mai di ciò. E quindi... se lo chiese.
    Non ottenne risposta. Maledetto interlocutore che viveva in lui stesso!
    Si guardò attorno, cercando di capire quale fosse la fonte di quel miracolo divino appena avvenuto.
    E la vide. La dragonessa nera, in fondo alla spiaggia, così tranquillamente pacata, come lui, ma per motivi diversi. Lei era pacata perché era stato lui a prendersi un quel qualcosa addosso, che lei gli aveva sicuramente scagliato.
    E così lei era tranquilla e pacata e lui no. L'ingiustizia...
    "Ei tu laggiù! Che ti sembra questo il modo? Non si buttano le cose in mare! rispetta la natura!"
    Questo succede a organizzare cose a casa di Aes
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    Ombre e luci si rispecchiavano nella coda bianco e nera del Lemuriano.
    -Sigh perché ho la coda di questi colori se odio la Juve?-
    Pensava passeggiando lungo la spiaggia prima che un onda anomala lo travolgesse.
    Ma fortunatamente un enorme conchiglione lo colpì in testa e lui lo afferrò iniziando a fare surf su di esso in totale fighaggine, ma poi si ricordò che non sapeva surfare, così si aggrappò ad esso urlando mentre l'onda energeticanomala si infrangeva sulla riva.
    Void si guardò accorgendosi di aver perso il drappo, così si sollevò dal conchiglione di vongola titanica coprendosi le nudità come la venere di Nilo.
    Correndo sulla sabbia frego a un bagnate il costume e volò a casa sua.
    Dentro la tasca del costume trovò un biglietto.
    -Inaugurazione? Oh oh sarà divertente!-
    Fece tra sé, si lavò con una doccia, si asciugò con salviette e una dozzina di Phon il folto pelo. Poi con passo baldanzoso si diresse verso il guardaroba.
    Si mise la giacca bella, il drappo colorato da cerimonia, si spruzzò del profumo, e per finire mise un garofano rosso al occhiello.
    Si guardò allo specchio e sorrise.
    -Sei un vero fusto Void!-
    Si disse sorridendo.
    Poi uscì e volò verso un luogo che il suo intuito gli diceva essere IL POSTO GIUSTO , ma quando si accorse di essere sulla spiaggia iniziale lanciò un imprecazione a squarciagola.
    Si guardò intorno è vide una dragonessa nera molto bella in lontananza, ma non vide null'altro perché si ritrovò nuovamente investito da un onda enorme.
    -ANCORA!?!-
    Urlo sopreso fra la furia dei flutti.
    Quando si riprese era su qualcosa di blu e scaglioso.
    Era su un drago.
    "Ei tu laggiù! Che ti sembra questo il modo? Non si buttano le cose in mare! rispetta la natura!"

    Disse il drago blu.
    Void si attorcigliò al collo del drago come una collana 100% lemure, e da quella strana posizione vide la dragonessa di prima.
    -CHI?!
    COSA?!
    DOVE?!
    Per tutte le melanzane! Che sta sta succedendo? Che diavolo ho bevuto?
    E perché faccio la sciarpa ad un drago?-
    Disse Void in stato confusionale.

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    LI, IN QUEL PUNTO PRECISO era altro che una bellissima distesa di terra morbida e erbosa circondata dall'oscurità più totale, gli alberi coprivano il cielo con fare minaccioso. Aidal continuava a camminare tastando ogni singolo pezzo di terra e annusando l'aria notturna a pieni polmoni. Nel mentre, cercava un qualcosa che potesse aiutarla a trovare il luogo della festa.
    Ed ecco che improvvisamente, nella visuale della dragonessa apparve un PER DI QUA', inciso su un cartello metallico, a sua volta conficcato nel terreno con violenza. E c'erano pure dei palloncini bianchi attaccati che se non davano per niente l'aria di essere una festa di compleanno, dato che dondolavano a a danzar del vento con fare triste e malinconico.
    Così Aidal, dato che a quanto pare, c'era solo quel segnale nei paraggi, seguì quel barlume di speranza, con i barili di birra che dondolavano come dei massi giganteschi sui fianchi della creatura.
    ...solo che dopo ben dieci minuti di cammino continuava a non vedere nulla se non alberi, alberi alberi e ALBERI.
    "Quale follia!! Questo non può essere possibile!" ruggì Aidal, mentre camminava e sbuffava, non riuscendo a trovare la meta stabilita.
    Improvvisamente, per qualche ragione, legge di fisica, legge di quello che volete voi, da notte si passò subito al giorno e la dragonessa con il sole prepotente che le batteva negli occhi gelidi, vide che stava camminando su una spiaggia(con il mare avanti, ovvio).
    Ma come cavolo c'era finita in un luogo del genere se poco prima (oltre al fatto che era notte), era su una distesa erbosa ricca di alberi?
    Non ci facciamo domande, tanto a quanto pare in queste occasioni non servono...
    Aidal continuò a percorrere la spiaggia, ruggendo nervosa perchè sentiva il sole che coceva il suo corpo come la carne al barbecue.
    Solo allora, strizzando gli occhi, ad orizzonte vide un drago azzurrino che stava in mezzo al mare e gli rivolse delle parole che sembravano avvertirla.
    "Ei tu laggiù! Che ti sembra questo il modo? Non si buttano le cose in mare! rispetta la natura!"
    La dragonessa si avvicinò fino al punto in cui sabbia e mare si incontravano e posò i barili di birra sul terreno cocente e ghignò contro il drago che aveva osato chiamarla in causa per niente!
    "Come scusa?
    Io non ho fatto niente, bello. Sono la prima a rispettare la natura e TU ti stai comportando da cafone, draghetto acquatico!"
    disse Aidal, rispondendogli per le rime. Erano modi per rivolgersi ad una dragonessa? Una dragonessa di una certa eleganza(?) e pericolosià come lei?
    Che quel drago azzurro sia stato Aesingr o meno non lo sapeva, sinceramente non se lo ricordava benissimo. Perchè, c'era stata una volta che l'aveva visto? Bah, dettagli...
    Poco dopo si aggiunse una strana creatura che sembrava un lemure antropomorfo in smoking che dalla paura, si era attorcigliato intorno al collo del drago che era in acqua. Aidal lo sentì urlare qualche parola.
    La dragonessa non aveva nessuna intenzione di entrare in acqua, nemmeno se le avessero offerto una intera tana ripiena di pietre preziosa e si limitò solo a bagnarsi le zampe anteriori dell'acqua salmastra.
     
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    < C'è qualcosa di strano. > pensò Tira ad alta voce.
    Non aveva nessuno attorno che poteva sentire ciò che stava dicendo, ma non era questo che intendeva con "qualcosa di strano". Guardò giù con un'espressione che dimostrava una crescente incomprensione. Ecco cosa la turbava: il terreno di qui-giù-in-quel-punto-preciso. Prima sembrava semplicemente verde e lontano, con montagne che incorniciavano la sua ascesa sempre più piccole, tanto che se fossero state davvero delle dimensioni con cui lei le vedeva, probabilmente non avrebbero potuto nemmeno saziarla; poi aveva sentito il suo peso farsi più leggero, il terreno invece aveva cominciato a sembrare sempre più vicino, sempre più distinto, sempre più verde, sempre più grande e sempre più incomprensibile; e ora.. boh, non riusciva nemmeno a pensare cosa di preciso non andasse, semplicemente c'era qualcosa di strano...
    < Sul serio.. qui c'è qualcosa che non va. > continuò lei pensierosa.
    Portò la zampetta sotto il mento - il grosso testone le permise appena di raggiungere la giugulare, ma non era questo che non andava -, mentre la cravatta schioccava a destra e a manca per il forte vento che si opponeva al suo schiantarsi a terra. Eppure, anche se quel gesto era universalmente noto per favorire i processi mentali, il suo piccolo cervellino non raggiunse nessuna illuminazione. Forse era colpa della cravatta, il suo fastidioso rumore la distraeva. Abbondò la formazione da pensatrice, e cercò con le piccole zampette di recuperare quella guizzante e sfuggente striscia di stoffa. Non funzionò, non ci mise molto a ridursi a sbattere su e giù le zampette come un uccello, uno di quelli che non volano. Questo la fece arrivare ad una conclusione.
    < Devo aver tralasciato qualcosa di importante. >
    Lo sentiva, c'era quasi. Stava finalmente per capire cosa la turbasse, e non era questo che pensava di aver tralasciato. O invece sì? Bah, no. Piuttosto era... oh. E finalmente ci arrivò: stava per decorare la tana di Aes con le sue spiaccicate interiora! Dopo il primo felice attimo di auto-congratulazione, coronò la sua realizzazione con un: < Ah. Mannaggia. >
    Ma.. ma.. e ora come si supponeva che atterrasse? Perché insieme allo stegosauro non aveva lanciato pure uno pterodattilo? O un ombrello? O un materasso? O... uno stegosauro? AH! Lanciò un'occhiata soddisfatta davanti a lei. Ecco come sarebbe atterrata, non bastava fare altro che rimbalzare dolcemente sopra lo... no. NO! Le sue speranze furono infrante dallo scontro di un jumbo jet e il suo ormai spiaccicato amico stegosauro. Lo vide mentre la sua traiettoria deviava leggermente di lato, lo fissò mentre con una capriola dietro l'altra divergeva dal percorso che lei aveva scelto per lui e per se stessa, e lo odiò mentre distruggeva la sua unica ancora di salvezza.
    < Ah. Mannaggia. > si ripeté.
    Sotto di lei giù-in-quel-punto-sempre-più-preciso diventava ancora più vicino e preciso. La consolò poco che i suoi calcoli la stavano davvero conducendo alla tana di Aes. Chiuse gli occhi per non guardare, strinse le zampe al petto -torace- per un minimo di conforto, sentì la coda arricciarsi per la preoccupazione, si preparò ad aspettare l'impatto, e... niente, non successe proprio niente. Anzi, qualcosa successe, ma fu molto meno problematico di quello che si aspettava. Riaprì gli occhi, un po' per curiosità e un po' perché non aveva più senso tenerli chiusi, giusto in tempo per vedere un Aes che schizzava dentro il mare come una biglia, che creava onde anomale alte come una montagna, che si vestiva di lemuri come... come boh, ma che importava.. lei era ancora viva!
    < Oh, Aes! Grazie per aver messo qualcosa di morbido su cui atterrare! Mi stavi aspettando, eh? >
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    "Ma che ca**o ti urli lì sopra!"
    Qualunque cosa stesse succedendo, avere un essere di ignota fattura attorno al collo gli dava fastidio più di ogni altra cosa. Non lo scrollò di dosso solo perché rispettava l'altrui incolumità, vedere esserini strani spiaccicati al suolo, azione che il suo istinto gli suggeriva di intraprendere, non era poi troppo bello.
    Rimaneva la questione fondamentale... Ok. i casi erano due: o l'acqua di mare conteneva un tasso alcolico superiore a quello che lui conosceva, o stava sognando.
    Per ovvi motivi scartò entrambe le ipotesi dato che l'acqua marina conteneva sali minerali e le ossa gli facevano un pochino appena male dopo la piccola botticella presa.
    Quindi, la terza opzione, era che quella fosse la realtà. La realtà ovvero... che tutto ciò stava accadendo realmente. nella realtà, realisticamente realizzata in scala reale.
    Prima di riuscire a preoccuparsene sentì il proprio Iphone, 5C fra l'altro, squillare nella sua tasca... che non aveva.
    "Ok aspettate un attimo. Pronto? si, si certo... ovviamente... credo che sia più probabile... si si, è chiaro... no con le patatine... si, si. Forsennatamente"
    Chiuse la chiamata e ripose l'Iphone dove l'aveva preso (non è ben chiaro tale particolare), rivolgendosi agli altri.
    Agli altri chi? chi era quella gente comparsa dal nulla? Perché era comparsa dal nulla come l'Iphone? Perché lui era lì ad osservarli con sguardo tranquillo e sereno, battendo di tanto in tanto le palpebre così per ricordare agli altri che sapeva farlo?
    La dragonessa gli rispose, non esattamente compiaciuta della sua accusa. Non era stata lei a lanciargli quel qualcosa, verso cui si sarebbe voltato a breve? e allora chi era stato?
    "potresti scendere per favore?" chiese al tizio comparso da non si sa dove, attorcigliato beatamente attorno al suo collo.
    era finito in acqua per forze ignote e quando era uscito si era scatenato l'inferno. che fosse acqua magica quella del suo mare e non l'aveva mai saputo?
    che fossero tutti... em...
    stavi aspettando? Aes?
    Si voltò verso il... la... Tirannosaura, indeciso.
    "beh, può darsi... ma ci conosciamo?"
    Fece qualche passo di circostanza (?), appropinquandosi alla dragonessa nera per parlarle.
    "Ok aggregati pure tu, chiariremo dopo chi mi ha lanciato... lei" disse indicando la tirannosaura. "chiedo venia se ti ho incolpata ingiustamente"
    Prima di tutto le scuse, poi se per caso fosse stata veramente lei... le avrebbe rubato il 3DS senza alcuna remora.
     
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    Kengardiano
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    Capricci della realtà...
    Una tirannosaura col cravattino era caduta dal cielo...
    Una tirannosaura? Ma non si erano estinti? E perché è caduta dal cielo?
    Certo e adesso?
    Un ondina gli fece finire l'acqua marina in bocca al Lemuriano.
    -E ora perché oltre ad animali del giurassico che cadono dal cielo l'oceano ha questa gradazione alcolica? Sarò finito nuovamente in un universo alternativo?
    O mi sono fo***to questa realtà con lag e bug dimensionali giocando Skyrim e Fallout 3?
    O forse perché non fanno più giochi di una volta?
    Mistero della fede...-
    Fece il lemure.
    Poi vide che il drago aveva tirato fuori dal suo "posto oscuro" e aveva parlato con qualcuno a riguardo di non prendere delle patatine.
    -Uh io le patatine le voglio!-
    Fece divertito al drago tenendo la lingua di fuori, e allungando la zampa sul drago quasi a prendergli il telefonino per modificare l'ordine, ma poi si ritrasse.
    Non era certo uno di quelle scimmie che rubano il telefono.
    Lui era una scimmia di classe!
    Un lemure!
    Poi vide il drago rimettere il telefono nel suo "pertugio", e gli disse di togliersi di dosso perché gli dava fastidio.
    Così il lemure si staccò da lui e incominciò a fluttuare col fatine apparse da chissà dove che gli svolazzavano attorno.
    Ma le fate vennero poi divorate dai gabbiani in modo grottesco...
    Questo aveva ricordato a Void che si era dimenticato di portare un amico e pietanze...
    -Ha è vero! Marty!-
    Fece Void a se stesso.
    Tirò fuori il suo Nokia lumia Lucifer 666 e con quello messaggio al amico Marty di venire e portare roba da mangiare.
    Il lemuriano si voltò verso il drago e prese in mano il biglietto umido per la festa dalla tasca.
    Quindi semplicemente disse.
    -per caso Aesingr sei tu?- domandò con fare gentile, ma irriverente.
     
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    Si accorse che in quel momento Aidal non era stata presa in considerazione, e allora la dragonessa incominciò a passeggiare nervosamente avanti e indietro lungo la spiaggia, decidendo se entrare a mollo per dare una bella lezione al drago marino o se stare lì e aspettare ogni altro avvenimento. Detestava l'acqua e detestava il mare, più il caldo la stava facendo impazzire.
    Sapete... il nero purtroppo attira il caldo!
    Improvvisamente ecco che un'onda si generò e andò a schiantarsi contro la povera dragonessa, oramai zuppa fino all'ultima scaglia della coda. Ruggì imbestialita e guardò chi era il fautore di tutto ciò.
    "Un tirannosauro?" disse, pensando a voce alta.
    Ma non si erano estinti? Non si erano estinti, lasciando posto alla più nobile delle creature, il drago?
    "Bah, questa giornata incomincia a darmi da pensare sul serio... Che il sommo drago Shenron mi aiuti quest'oggi..." disse, pensando al drago dalle "sette palle...ehm, dalle sette sfere.
    Ecco che finalmente, il drago blu da un minimo di attenziona a Aidal, dicendole che si scusava per l'accusa di prima senza fondamento e che si poteva unire a loro per chiarire meglio la situazione.
    La dragonessa con molta poca pazienza, afferrò drago blu, tirannosauro e lemure in smoking con i suoi tentacoli invisibili e con la forza bruta erculea(?), li scaraventò a riva con "grazia".
    A mollo col cavolo che si sarebbe entrata, loro dovevano venire da lei e se non lo facevano... l'avrebbe fatto lei con la forza, come infatti è appena successo.
    "Si può sapere cosa sta succedendo?
    Chi è Aesingr fra voi tre?"
    domandò, mentre si scrollava l'acqua della precedente inondazione dal corpo scaglioso.
     
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    Splendore celeste

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    Si potrebbe immaginare che sopravvivere ad un volo di trentadodici mila metri sia qualcosa di abbastanza strano, se non per i mila-metri, almeno per il trenta-dodici. Chi, però, arriva scioccamente a questa conclusione, non si è mai trovato davanti a 1) un drago blu, che puzza di ittiosauro; 2) un drago nero, con due legno-gobbe da cammello; e 3) un lemure in smoking, fradicio, logorroico. Non erano tanto queste tre figure che turbavano la semplice logica della mente di Tira - nella sua lunga vita aveva assistito all'evoluzione di ben più strane razze, mante e altri pesci - quanto piuttosto il modo in cui si comportavano.. era normale che sia il lemure che il drago blu possedessero stani aggeggi, che sfruttavano per ordinare la cena ai propri amici immaginari? Era giusto che nessuno dei due draghi aveva un vestito elegante, ergo tutta la faticaccia per mettersi il cravattino era stata puramente inutile? Ma soprattutto: perché da un momento all'altro si era trovata a lievitare, come se una qualche forza invisibile avesse intenzione di stritolarla?
    Cercò di divincolarsi per tutto il viaggio mare-spiaggia, muovendo scompostamente zampette, zampotte, coda e testone. Una volta a terra, sana e salva, viva (e) Vegeta - tanto per mantenere il tema dragonball - finalmente tornò a rilassarsi. Cercò di ricomporsi, prima cercando di ravvivarsi i capelli, che non aveva e a cui le sue zampette comunque non sarebbero mai arrivate, per poi cercare di spolverarsi il vestito, che non aveva e che comunque sarebbe stato più bagnato che impolverato.
    Ora che nessuno parlava in strani apparecchi e/o volava senza sbattere le ali, che non aveva e che comunque non avrebbero mai retto il suo peso, Tira poteva quasi tendere a osare di pensare di riuscire a capirci qualcosa. Questo, qualsiasi cosa volesse dire letteralmente, significava procedere per punti, i suoi punti, che non avevano probabilmente nessun senso seguendo la cronologia degli eventi, ma che nella sua testa si erano organizzati così bene che era un vero peccato mischiarli:
    1) Il drago blu. Aes. L'ittiosauro. Chiedeva se loro due si conoscevano? Bah!
    < Aes, ovvio che non ci conosciamo! Basta leggere i sottotitoli.. vedi, ogni volta che parlo io cominciano con "Tira:", quando parli tu, con "Aes:" - si picchettò pensierosa sulla guancia (collo) - Ah.. ma forse sono io che ho fatto casino con il telecomando... sai com'è con quei moderni tubi catodici, non sai mai che pulsante pigiare.. >
    2) Il drago nero. Aidal. Il cammello-sauro. Aveva usato la parola "tirannosauro" in una frase interrogativa? Mah!
    < Ma io non sono un tirannosauro. - dichiarò come se fosse la cosa più naturale e sensata del mondo - Io sono il terrore del cretaceo. >
    3) Il lemure. Master... il, ehm, lemure?
    Ehm... ehm... lo fissò indecisa inclinando la testa leggermente di lato. Le aveva rivolta qualche parola? Lei ne aveva da rivolgerle a lui? Dato che la risposta ad entrambe le domande era monossido di azoto, si chiese semplicemente se quello strano mammifero fosse commestibile, oltre che chiacchierone.
     
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    Sacro Custode delle P.R.

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    Evento random: iniziano a piovere polpette
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ma cosa? ma perché? cosa c'entravano le polpette? va beh, dopo aver letto l'inpreniuntabile e geniale intervento di Spyro Aes tornò a concentrarsi sulle sue faccende.
    Losche faccende... molto losche. Si era dato da fare con i doni della morte alcuni giorni prima, dopo di che si era dato alle frodi, però mai si sarebbe aspettato qualcosa del calibro "scena PS4, Crash e Spyro forse torneranno su next gen".
    Ciò che stava accadendo era al pari di una notizia così sconvolgente e devastante, notizia che gli tornò in mente non appena il lemure ammise che i giochi di una volta non esistevano più.
    Eh già, purtroppo era vero... dovevano farsene una ragione.
    Era tutto intento a pensare e a crogiolarsi nei ricordi dei vecchi tempi, che un'ignota, oscura, impalpabile e abbassata di un semitono (?) forza, lo costrinse ad avvicinarsi alla costa.
    Non si ritrasse, anzi prese la cosa come una divertente e inspiegabile giostra, atterrando di schiena dopo essersi capovolto in aria alla Chuck Norris.
    Con un complesso calcolo matematico che prendeva in considerazione il teorema di A.Cauchy e il piano osculatore ad una curva in un suo punto, comprese che la dragonessa era stata l'artefice di ciò, dato che gli altri erano stati trascinati allo stesso modo.
    . . . . . . . . . . . . . . . .
    Aes, con sguardo furente e cuore colmo d'omniscente iracondia, sentenziò:
    "Figo! Possiamo rifarlo?"
    Dopo essersi rialzato (fino a quel momento era rimasto supino sulla sabbia) ed essersi scrollato dai granelli che reputava superflui (si, alcuni li reputava utili), continuò.
    "Vorrei saperlo io cosa diavolo sta succedendo. Perché tutti sapete il mio nome? Perché date l'impressione che io debba sapere il motivo della vostra presenza?"
    Doveva anche degnare di una risposta la tirannosaura, ma proprio proprio... perché lei si era impegnata nel proferire qualcosa che lui non aveva ben compreso. L'unico telecomando che conosceva era quello Wii e dubitava che potesse avere una funzione alternativa all'essere lanciato nel lampadario della caverna adiacente alla sua, facendo incasfionare i suoi vicini che non comprendevano la sublimità di una partita a bowling di Wii Sport.
    "Se non ci conosciamo, come mai tu mi conosci?" La domanda tecnicamente poteva anche avere senso.
    E il pandemonio cominciò.
    E piovvero polpette.
    E io fu.
     
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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    Il livello di caos dimensionale era sempre più grande.
    I bug nella realtà si erano intensificati!
    Ora piovevano polpette!
    -che sia stato Marty il mio amico marziano?-
    Pensò Void.
    No! Era sicuramente un evento causato dal paradosso infranto del continuo spazio-temporale di una polpetta, che probabilmente si era trovata nello stesso posto in un tempo differente, così causando quel bislacco evento.
    Poi lui, il drago e la t-Rex vennero trascinati da forze misteriose a riva.
    Void fece sci nautico senza sci con i piedi che sfioravano l'acqua. però non appena si avvicinò alla spiaggia si ribaltò finendo in una posizione equivoca, col sedere rialzato e la coda che ciondolava al in su', questo proprio davanti alle zampe anteriori della dragonessa, Void si rialzò e si sollevò in piedi.
    Odiava la sabbia addosso e l'acqua incasinava solo le cose.
    Così si afferrò la zip sulla nuca e la tirò giù togliendo il costume da Lemuriano e rimanendo solo come uno stupido umano con gli occhiali.
    Poi però prese un altra zip, nascosta sotto la nuca, e si tolse il costume da umano rimanendo come un Lemuriano perfettamente asciutto e in ordine nel suo smoking, mentre fluttuava a una spanna da terra.
    Fatto ciò si stiracchiò, sentendo quel che disse la dragonessa ripose:
    -Io non son Aesingr, ma tu in compenso mi hai spettinato.-
    Fece Void calmo ma imbronciato mentre prendeva un pettine e risistemandosi
    I capelli, ma si bloccò quando sentii una presenza alle sue spalle si voltò e vide la tirannosaura, che oltretutto lo guadava con la classifica espressione "ti mangio vivo".
    A Void cadde il pettine dalla zampa, cacciò un urlo e corse, per poi andarsi a rifugiare dietro un delle zampe anteriori della dragonessa oscura, come fa un pulcino con la chioccia.
    -AIDAL AIUTO!
    Ho paura dei dinosauri carnivori che mi vogliono mangiare! Preferisco le belle dragonesse come te!
    O dei!
    Sono troppo carino e puccioso per morire!!!!-
    Sclerò Void con la tipica espressione di chi vede un T-Rex.
    Poi da quella posizione poté vedere bene la dragonessa a qui sorrise teneramente.
    Era splendido esemplare di drago oscuro, doveva aver più paura di lei che del T-Rex, ma per qualche motivo che gli sfuggiva di mente la trovava bella, e persino sensuale.
    Però si sorprese.
    -Wooow! cosa fai per le scaglie? Sono così resistenti, ma anche morbide e flessibili! Poi sono così luccicanti! E hai proprio un buon odore.-
    Disse il Lemure rimanendo teneramente attaccato alla zampa di Aidal come un bracciale.
    Poi guardo il drago blu.
    -Ma sei tu allora Aesingr!-
    Poi ascoltò la T-rex di nome Tira.
    -senti terrore de cretaceo qui siamo tra gente razionale, e non si mangiano le persone!-
    Disse Void con tutta la garbatezza del suo essere.


    per te Hawke un bel braccialetto in vero lemure :3


    Edited by Master of Void - 29/9/2015, 16:00
     
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    Inaspettatamente, incominciarono a piovere le polpette.
    "Che schifo le polpette, BLEAH"

    Poi rivolse lo sguardo sui tre malcapitati tra le grinfie della dragonessa, spiattellati tutti nella sabbia sotto il sole come braciole sul barbecue.
    < Ma io non sono un tirannosauro. - dichiarò come se fosse la cosa più naturale e sensata del mondo - Io sono il terrore del cretaceo. > disse appunto, il tirannosauro.
    Quindi niente Aesingr.
    "Figo! Possiamo rifarlo?" esclamò il drago blu.
    "Certo, se mi smolli 100 euro in monete da 1€ molto volentieri." gli disse con un sorriso malizioso e inquietante allo stesso momento, mettendo in mostra i suoi bianchi denti affilati.
    "Se non ci conosciamo, come mai tu mi conosci?" disse di nuovo il drago.
    Aidal prese incastrato tra le sue corna e ripiegato in modo ordinato, il bigliettino che aveva trovato sotto la sua pila di libri e lo schiaffò davanti agli occhi del drago marino che odorava malamente di pesce andato a male... Nemmeno i banchi del pesce che la dragonessa tanto odiava, puzzavano in quella maniera. Trattenne quindi, un conato di vomito nel mentre che si avvicinava a lui.
    "Qui c'è scritto di un invito alla tana di un certo Aesingr, che ho appena scoperto che sei proprio TU!" esclamò la dragonessa nera.
    Osservò poi il lemuriano che si stava togliendo vestiti dietro l'altro tramire l'uso di zip spuntate da chissà dove (?). Però, il Re Julien in smoking alla vista del tirannosauro, urlò il nome della dragonessa e andò a rifugiarsi dietro una delle sue zampe nere.
    Come conosceva il suo nome? Bah, tanto ormai che importava.... stava naufragando in un mare di caos.
    Il lemure le fece un paio di complimenti sulle scaglie e sul buon odore che aveva.
    Davvero aveva un odore allettante?
    In genere odorava di cenere, carne in putrefazione di ammazzadraghi o al massimo dopo che si era fatta il bagno, di aroma all'aghi di pino...ma dettagli.
    Prese mister coda ad anelli proprio appunto, per la coda e lo appoggiò sopra il suo dorso scaglioso, con delicatezza. Piuttosto, perchè adesso era così confidente con quel lemure in smoking? Forse era l'aria salmastra che la mandava fuori come un terrazzo.
    "Nessuno ti mangia, non credo proprio che questo tirannosauro si cibi di lemuri... "
     
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23 replies since 17/9/2015, 18:49   305 views
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