La quiete prima della tempesta

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    I due lupi Maleyes guardarono l'ibrido salire su un ramo ed appollaiarsi su di un ramo per scrutare il paesaggio alla stessa maniera dei felini. Un volatile che si era appollaiato sui rami più alti dello stesso albero si alzò in volo starnazzando allarmato alla vista dell'uomo lucertola.
    Ai due fratelli la risposta di Alexander suonò un pò strana. Avevano già sentito parlare vagamente di "navi" dagli elfi che ogni tanto venivano sull'Ossidiana d'Argento ma non avevano mai capito di cosa si trattava. Così gli rivolsero una domanda che a lui poteva essere banalissima ma che per loro esigeva una chiara risposta, visto che vivendo su montagne e ghiacciai non avevano mai avuto a che fare con attrezzi riguardanti il mare.
    "Scusa la domanda. Ma che cosa sarebbe una nave? Ne ho sentito parlare vagamente ma non ho mai capito che cosa fosse." gli chiese Felthsar mentre guardava curioso la coda dell'ibrido che penzolava giù da un ramo mentre Kesya si guardava in giro per studiare meglio il boschetto ma restando sempre in ascolto dei dialoghi con Alexander.
     
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    Alexander guardò il lupo che domandava cosa fossero le navi. Ci pensò per qualche minuto per trovare le parole adatte per spiegare hai dei lupi cosa fosse una nave.
    “Possiamo dire che una nave è un cavallo di legno che porta persone, oggetti e animali da un luogo all’altro attraverso il mare. Ha l’aspetto di una scatola, sotto è curva e sopra ha dei alberi con delle vele” disse l’uomo-lucertola.
    “spero che io abbia sodisfatto la vostra curiosità, se la mia descrizione non basta posso sempre fare un disegno” disse sorridendo hai lupi.

    Scusami Zell ma in questo momento non ho ispirazione
     
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    I due Maleyes asoltarono le parole di Alexander mentre muovevano piano le code, tenendole leggermente in alto, segno che erano molto curiosi di imparare cose nuove. Felthsar e Kesya provarono a visualizzare nella loro mente ciò che Alexander diceva. Le navi erano dei cavalli di legno, con la pancia tonda e con degli alberi sulla schiena che dava l'idea di un istrice. E sopra a quell'enorme cavallo-istrice si trovavano persone, cose ed animali. I due Maleyes si guardarono preoccupati con l'espressione paurosa, come quello di chi teme a salire su una cosa del genere. Come potevano gli umani costruire delle diavolerie simili capaci di solcare il mare? Dovevano avere anche qualcosa di magico dentro.
    Il Maleyes maschio si rivolse all'uomo-lucertola.
    "Alexander, proprio non riusciamo ad immaginarci un cavallo di legno con degli alberi sulla schiena capace di nuotare e di portare cose e animali. Se ci facessi un disegno capiremo molto meglio." disse Felthsar, un pò timoroso, come se fosse un cucciolo che chiede al maestro cose elementari ma che lui non riusciva proprio a capire.
     
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    Alexander guardò i due lupi e notò la loro espressione di paura.
    "come mai sono spaventati? essendo che possono trasformarsi in drago non dovranno salirci." pensò l'uomo lucertola.
    "certo che posso farlo" disse alla richiesta di Felthsar.
    Alexander saltò giù dal ramo atterrando con le sue zampe posteriori, sbattendo la sua coda sul terreno dopo si inchinò e iniziò a disegnare la nave sulla terra con il sue artiglio.
    Ci piegò pochi minuti a disegnare la nave. Dopo aver finito il disegno disse "ecco, questa è una nave".
    Si alzò e attese i commenti dei lupi.
     
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    I due Maleyes si misero ai lati di Alexander e osservarono curiosi l'ibrido mentre disegnava quella che doveva essere una nave, i loro occhi gialli seguivano rapidi i movimenti repentini e curati dell'artiglio di Alexander mentre entrambi scodinzolavano leggermente. La nave prendeva sempre più forma e i due inclinarono i musi per cercare di capire come potesse galleggiare una cosa con una forma strana come quella. Non sembrava affatto un cavallo di legno, piuttosto sembrava un istrice ingrassato; aveva una pancia molto grossa e non aveva nè una testa nè una coda evidenti e non capivano dove fosse il davanti e dove fosse il dietro e cosa ancora più strana, aveva sulla schiena degli alberi che facevano sembrare degli spuntoni così lunghi e stretti che nemmeno i draghi potevano vantare una cresta dorsale simile.
    Rimasero ancora un pò incantati a fissare il disegno, prima di poter rispondere all'ibrido.
    "Che forma strana, non sembra affatto un cavallo. Non ha le zampe, ha una pancia molto grossa, una schiena piatta e piena di alberi. Non capisco dove abbia la testa e dove abbia la coda e mi chiedo come faccia a galleggiare e a muoversi una cosa così grossa...." disse Felthsar.
    "E quegli alberi sulla schiena? Sono alberi veri o sono cresciuti lì con qualche incantesimo? Non so come facciano a sopravvivere su quella cosa che viaggia sull'acqua...." aggiunse Kesya, indicando con la zampa anteriore gli alberi del veliero disegnato, stando attenta a non toccare il disegno.
    I due Maleyes ora erano così curiosi che sembravano come dei cuccioli di lupo che vedono qualcosa di nuovo per la prima volta, cercando di capire cosa fosse, perchè fosse e tanti altri perchè, sperando di non assillare troppo Alexaner con le domande.
     
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    Alexander ascoltò i due Maleyes e sorrise.
    "allora la testa, oppure la parte davanti della barca i trova qui" disse l'uomo-lucertola mentre indicava la zona con il suo dito artigliato. "e la parte dietro e questa qui” indicò la zona.
    “la nave viene comandata da questa posizione” spiegò Alexander “resta a galleggia perché… emmm… come vi posso spiegare in modo semplice, be è l’acqua spinge la nave in su. Mentre un corpo oppure un oggetto entra nell’acqua la fa muovere generando delle correnti che la fanno spingere in su facendo restare in galla, ma questo dipende anche da molti fattori che non vi sto a spiegare”.
    Alexander fece una pausa e dopo riprese a parlare “per viaggiare la nave usa la forza del vento oppure bisognerebbe remare. Ma quando c’è vento la loro forza va contro le vele che spingono la nave in avanti. Rispondendo alla tua domanda Kesya gli alberi sono fatti con gli alberi abbattuti, come tutto il resto della nave” finì di rispondere alle domande dei due lupi e li osservò pronto a rispondere alle altre domande. Muoveva la sua coda destra e sinistra facendola strusciare sul terreno.
     
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    Alexander era molto bravo a spiegare le cose degli umani. Più parlava e più i due Maleyes capivano come faceva a funzionare la nave, dove era il davanti e il dietro. Trovarono curioso il fatto che fosse il vento a farla andare avanti e che la spinta stessa dell'acqua la facesse galleggiare.
    "Sì sì, essendo fatta di legno galleggia come un tronco o come quando noi nuotiamo. E' un oggetto curioso ma non so se me la sento di andarci sopra, preferisco mutarmi in drago e usare le ali per volare se dovessi attraversare il grande mare." commentò Felthsar.
    Kesya invece fece un leggero ringhio di rabbia e grattò il terreno con le zampe posteriori quando Alexander disse che per costruire le navi bisognava abbattere gli alberi.
    "Ecco fratello, vedi dove finiscono gli alberi che vengono abbattuti dagli umani? Oltre a farsi le case li usano anche per costruire quei mezzi! Sono degli ingordi! Non finiscono mai di distruggere i boschi!" si arrabbiò la lupa.
    Il Maleyes maschio andò vicino alla sorella e iniziò a leccarle l'orecchio destro per calmarla, ma lei continuava a ringhiare.
    "Noi Malayes, assieme ai draghi, agli elfi, ai lupi e molte altre creature proteggiamo i boschi dell'Ossidiana d'Argento per evitare che gli umani facciano scempio di alberi pure lì. Non è giusto che gli umani si prendano tutti gli alberi per loro!" aggiunse Kesya, rivolta all'ibrido. Non che ce l'avesse con lui, ma voleva far capire la loro posizione di protettori dei boschi e delle montagne contro gli umani.
    E come se il cielo volesse imitare la rabbia della femmina Malayes, dalle nuvole proruppe un lontano tuono cupo.
    "Un tuono! Visto che non mi sbagliavo? Tra poco pioverà e potremo dissetarci!" disse Felthsar alla sorella, per farle tornare il buon umore.
     
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    Alexander ascoltò il lupo e sorrise "ti posso capire, anche io ho un po di timore a salire su una nave ma essendo che non le ali per volare dovevo correre il rischio e salire su una nave per venire qui".
    Dopo osservò la reazione di Kesya e Felthsar che cercò di tranquillizzarla.
    "sei sicura di quello che dici? Guarda che anche gli elfi abbattono gli alberi ma loro usano metodi diversi, stanno più attenti a non rovinare la natura" disse l'uomo-lucertola che fecce una pausa appena sentì un tuono e subito dopo riprese "comunque non giudicate tutti gli umani come ingordi, barbari e altre cose perché non tutti lo sono”.
    Alexander era calmo non si sentiva offeso dalla reazione contro di lui da parte della lupa subito dopo si diresse verso l’albero per avere un riparo dall’imminente pioggia.
     
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    L'ibrido parlava come se fosse un umano in tutto e per tutto, invece di esserlo solo per metà. Come se si sentisse molto più legato al mondo degli uomini che non a quello dei rettili, e questo fece insospettare Kesya sulla vera natura di quel tizio.
    "Gli elfi sanno quello che fanno. Sanno come tagliare gli alberi senza danneggiare i boschi e sanno come ripiantare alberi nuovi mentre gli umani non riescono a capirlo. So che non sono tutti così ma lo sono la maggior parte di loro. Ho visto con i miei occhi degli esseri umani stanare una tana di lupi e uccidere tutti i cuccioli. Quegi umani sono malvagi!" rispose la femmina di Maleyes all'uomo lucertola, prima di avviarsi verso un punto scoperto dalla copertura arborea, per essere bagnati dalla pioggia.
    Un fulmine illuminò il boschetto costiero e dopo circa una decina di secondi fu seguito da un tuono più forte e rimbombante del precedente.
    "Non è una scelta saggia stare sotto gli alberi con il temporale, Alexander, a meno che tu non padroneggi la magia del Fulmine." aggiunse Felthsar, rivolto all'ibrido.
    I due Maleyes in forma lupina guardarono il cielo sempre più cupo e minaccioso, in attesa dell'agognata pioggia. Ad anticiparla, furono le improvvise raffiche di vento che rinfrescarono quasi subito l'aria e fecero frusciare le foglie degli alberi del boschetto mentre altri fulmini guizzarono tra i nuvoloni scuri.
    I due fratelli guardarono le intenzioni dell'ibrido, sperando che non se ne stava tranquillo sotto l'albero. Avevano visto cosa poteva fare un fulmine quando centrava un albero.
     
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    Alexander ascoltò la lupa che diceva le stesse cose che ha detto lui ma in un modo diverso e aggiunse qualcosa a proposito degli umani.
    "ma mi ascolta mentre parlo? sono le stesse cose che ho detto io ma dette in modo più dettagliato" pensò l'uomo-lucertola.
    Pensò sopra le parole della lupa e disse "vero cercare le tane dei lupi con solo scopo per ucciderli è sbagliato e uccidere i cuccioli è davvero crudele”
    Vide un altro fulmine e subito dopo arrivò il tuono. Alexander ascoltò Felthsar e si allontanò dall’albero.
    “in poche parole mi tocca bagnarmi speriamo che non faccia freddo” pensò l’uomo-lucertola
     
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    E la pioggia arrivò, fresca ed improvvisa, accompagnata dalle raffiche di vento che fecero scendere sensibilmente la temperatura, un toccasana per i due Maleyes accaldati ed assetati. I due lupi si lasciarono investire dall'improvviso scroscio di pioggia reso quasi orizzontale dal vento impetuoso, a vederli per un momento sembravano due statue, per quanto erano immobili, Felthsar affiancato a Kesya.
    "Che bello, ora si sta davvero bene!" disse la femmina, lasciandosi inebriare dalla freschezza della pioggia.
    Felthsar che scorse Alexander scendere dall'albero e dirigersi verso di loro come consigliato, lasciò la sorella da sola sotto la pioggia battente e fece alcuni passi attorno a lei e ad Alexander, per poi prendere la rincorsa ed assaltare l'uomo lucertola cogliendo un suo momento di distrazione per atterrarlo con un ruggito. Il tutto, con movimenti molto delicati, senza puntare gli artigli e senza mordere. Era il modo che usavano i lupi con i loro simili quando volevano semplicemente prendersi qualche momento di gioia.
    Kesya guardò divertita quella inaspettata scena che le fece passare il malumore di poco prima, avvicinandosi ai due.
    "Felthsar vuole solo giocare. Quando è di buon umore si comporta come un cucciolo!" disse la Maleyes femmina rivolta ad Alexander.
    Intanto la pioggia crebbe di intensità, i tuoni rombarono e iniziarono a formarsi le prime pozzanghere che ben presto sarebbero diventate prede dei Maleyes.
     
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    Alexander non era felice della situazione, non le piaceva il freddo, preferiva molto il caldo e il sole.
    "speriamo che finisca presto" pensò l'uomo-lucertola.
    Quando arrivò ai Maleyes notò che quello maschio è scomparso, stava per chiedere a Kesya dov'era andato ma subito dopo venne atterrato con un ruggito dal lupo maschio.
    "ma che cosa???" pensò Alexander e subito dopo notò che la Maleyes guardò divertita la scena e la ascoltò che spiegava il motivo del suo comportamento.
    Alexander sorrise prese i fianchi stando attento a non graffiarlo con i suoi artigli e subito dopo rotolò portando il lupo per tera e lui sopra di lui.

    comunque hai fatto una mossa auto conclusiva
     
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    Sì scusami ma non riuscivo a resistere alla scena dell'atterramento giocoso xD


    La pioggia si fece insistente e roboante mentre i fulmini e i tuoni illuminavano il cielo ma senza creare pericolo per i due Maleyes e per l'uomo-lucertola.
    Dopo aver assaltato Alexander, Felthsar venne ribaltato a sua volta, finendo con la schiena a terra, facendo dei versetti da lupo cucciolo mentre la sua coda spazzava la terra e la sabbia sempre più bagnate. Il folto pelo da Maleyes del ghiaccio lo proteggeva molto bene e sentì a malapena la presa degli artigli dell'uomo-lucertola sui fianchi.
    Felthsar mordicchiò le zampe dell'ibrido che aveva al fianco, ovviamente sfiorandole appena con i denti, come usava fare nei finti combattimenti con gli altri lupi, mentre con le zampe cercava di liberarsi dell'ibrido. Assunse un'espressione di muso più battagliera, con le orecchie tirate all'indietro e le zanne snudate.
    "Ecco...e ora vuole che combattiate per gioco...." disse Kesya prendendo lei parola visto che il fratello continuava a ringhiottare.
    La femmina di Maleyes non perse tempo, poi a dissetarsi e si diresse verso la pozzanghera più vicina e bevve avidamente l'acqua fresca di pioggia.
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    ragazzi vi va se mi unisco con Jix?
     
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    Per me è ok ^.=.^
     
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