Un libro aperto

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    Non c'è pace per certi morti...

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    Kengardiano
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    Prima role di Nessuno.

    Il terreno era tutto bianco per la neve, i pochi alberi che emergevano sparsi erano coperti di stalattiti di ghiaccio, che li rendevano simili a lampadari di cristallo.
    Il cielo era oscuro e puntinato di stelle con la luna che illuminava la tundra.
    Cori di ululati si elevavano dalla distesa di neve, ma presto gli ululati cessarono, lasciando spazio al silenzio.
    Qualcosa d'ignobile era accaduto.
    Ora tre sagome nere vagavano con una slitta piena di pellicce.
    Erano cacciatori di creature magiche, e le pellicce appartenevano ad un branco di lupi mannari che avevano decimato, cuccioli compresi.
    Un essere diabolico era giunto li proprio ora appollaiandosi su un albero.
    Aveva un manto bianco e corna nere.
    Il suo corpo flessuoso riassorbì nella schiena le ali visto che ora non servirono, e il demone si stiracchiò contorcendosi in modi stranissimi.
    La creatura delle tenebre scese dal albero come una lucertola e si parò al gruppo accucciato davanti a loro con il capo chino, ma i cacciatori non lo vedevano bene a causa del buio, per quanto lo scambiarono per umano.
    "Chi sei tu? E soprattutto che ci fai qui? Rischi di congelare." Fece uno dei cacciatori al essere tra il preoccupato e il sorpreso da tale visione.
    Finalmente la creatura sollevò il capo rivelando un ghigno malvagio e uno sguardo tanto folle e depravato da farli balzare tutti indietro.
    "Non preoccuparti piccolo uomo, la mia rabbia mi tiene caldo! Io sono Nessuno e sono qui perché le vostre pene passino alla storia quanto le vostre colpe!"
    Disse il demone nelle loro teste, prima di generare dal nulla una falce e lanciarsi contro l'avventore.
    Un movimento velocissimo del demone con la falce e metà del corpo del cacciatore volò in aria tranciata alla vita.
    "Uno."
    Disse l'essere leccandosi le labbra con la sua lunga lingua.
    Al che uno dei due cacciatori rimasti estrasse una balestra per sparagli, ma il demone era veloce tanto da non riuscire quasi a vederlo, non riusciva a prenderlo di mira perché si muoveva a zig zag!
    Come è possibile che un essere ferale usasse tecniche militaresche tanto sviluppate?
    Il secondo cacciatore morì con questa domanda.
    "DUE! E ADESSO ARRIVA IL TRE!"
    Grido entusiasta il demone nella mente del unico cacciatore superstite.
    Il sopravvissuto estrasse un coltello mentre le mani gli tremavano, perché aveva ucciso que lupi? Ora per questo la sua vita stava per finire come quella dei suoi due migliori amici!
    Il demone sorrise in modo raccapricciante e intonò una risata folle e contorta, mentre girava la testa a 180 gradi come un gufo.
    Poi con la lunga coda colpì alla mano disarmandolo dal coltello.
    L'ultimo cacciatore* iniziò ad arretrare urlando terrorizzato, e inciampò sulla slitta cadendo sulle pelli di lupo, con gli occhi sgranati sul essere che si avvicinava ridendo.
    "Ridevi anche tu con i tuoi amici mentre spellavi vivi quei cuccioli solo perché i loro genitori furono umani un tempo! Lo so...
    Lo letto nella tua mente...
    Non preoccuparti, ora anche tu proverai cosa si prova essere spellati vivi mentre un tipo inquietante ti ride in faccia..."
    Quindi il demone sollevò la sua nuova vittima di peso e attuò il suo sadico proposito.
    Urla disumane si sparsero per la taiga, ma nessuno le avrebbe, forse, mai sentite.
    Poi il demone mangiò i loro cervelli e si infilò la pelle dell'ultima preda intorno il collo.
    "Ooooh!!! Ma questo scialle di vero cacciatore di lupi mannari è un veramente glamour! Lo indosserò quando vado a ricevimento!"
    Fece mentalmente Nessuno divertito e affascinato il demone rigirandosi e sguardandosi come una modella.
    Ma poi percepì una nuova presenza e capii di non essere solo, avrebbe dovuto un bel po' di spiegazioni per quel massacro... Forse, chi se ne frega, un demone fa sempre quello che vuole e ovviamente i massacri sono inevitabili.

    Ok ho cercato di esprimere al meglio Ness quando s'arrabbia.
    Scusate l'immondo spargimento di sangue :P
     
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    Shyra, prima role.

    Shya era fuori a fare la sua battuta di caccia serale, per procurare i viveri per la cena e per il mattino dopo. Eyrin, il suo "fratello" elfo, così lo definiva da quando si conobbero, era voluto restare nella dimora sua e della grifonessa perché aveva da sperimentare un nuovo medicinale con delle bacche che crescevano nei periodi più rigidi della tundra. Così la maestosa grifonessa bianca come la neve di quel luogo, era uscita da sola e stava solcando il cielo nero illuminato da una bellissima luna pallida. Dall'alto la tundra era davvero uno spettacolo esilarante, specialmente di notte, rendendo l'atmosfera piena di magia e di mistero.
    Le ali di Shyra erano distese e rilassate al massimo, mentre i suoi occhi da cacciatrice color zaffiro, erano puntati verso il basso, verso quella neve soffice tinta a piccole chiazze di un blu intenso. Era intenzionata a cacciarsi qualcosa di succulento e di buono, come una serie di lemming. Erano piccoli, ma squisitamente deliziosi. Solo a pensarci, le veniva l'acquolina dentro al becco.
    Dopo ben dieci minuti volo, eccolo, un piccolo puntino bianco che catturò subito l'attenzione di Shyra. Saltellava freneticamente tra una duna di neve e l'altra, correndo verso una piccola distesa di erba secca chiazzata di neve. Stava scappando chissà dove, verso un possibile rifugio. Aveva già percepito l'incombente presenza predatoria sopra di lui?
    La grifonessa d'altro canto, riconobbe subito che si trattava di una lepre artica. Orecchie lunghe, zampe posteriori molleggiate e scattanti come quelle di una rana...nessun dettaglio poteva sfuggire dalla sua potente vista.
    Shyra spostò il peso verso il basso, preparandosi a discendere in picchiata verso la preda. Socchiuse le ali quando fu a pochi metri dalla lepre e protese i poderosi artigli in avanti....e zack! La grifonessa atterrò si schianto sulla neve con l'animale fra le zampe pelose. Avvicinò il becco aquilino al collo, spezzandolo con un sonoro "crock", mettendo fine alle sue paure.
    "Mi dispiace amico, qualcuno in questa tundra doveva pur saziare il mio stomaco. Ritenta la prossima vita, forse sarai più fortunato."
    Shyra poi si alzò su tutte le zampe e ripose le ali con eleganza. Si scrollò la neve fine di dosso come un cane tutto bagnato e prese la lepre con il becco, diretta verso un posticino dove mangiare in tutta tranquillità.
    Improvvisamente delle urla forti irruppero violentemente in quella quiete quasi astrale. Erano urla umane, colme di terrore che imploravano pietà. Erano davvero raccapriccianti.
    La grifonessa infatti, vide all'orizzonte della tundra, una slitta con due esseri umani a terra, uno in piedi e l'altro...beh di umano non aveva niente. O era solo la lontananza che deformava le forme? Eppure Shyra aveva una vista eccezionale, c'era pure la luna quella notte che illuminava quasi a giorno quell'ambiente.
    Curiosa come non mai, la creatura grifonica si avvicinò a passi silenzioni, affondando nella neve soffice. Nel mentre, teneva tese le piccole orecchie rotondeggianti. Se si trattava di un gruppo di umani, sarebbe scappata a zampe elevate. Non voleva avere più a che fare con loro, era stata troppo traumatizzata quando era ancora una cucciola...per colpa di un errore commesso da lei stessa.
    CITAZIONE
    "Non preoccuparti, ora anche tu proverai cosa si prova essere spellati vivi mentre un tipo inquietante ti ride in faccia..."

    Ok, quelle parole erano davvero inquietanti. Ed a dare conferma a ciò, fu un ulteriore grido disumano che squarciava l'aria.
    "Ma che diamine sta succedendo?"
    Quando Shyra fu nuovamente lì, la scena fu a dir poco da film horro: chiazze di sangue ovunque, uomini squartati come animali...una slitta abbandonata a sé stessa con svariate pellicce sopra.
    "Oh no...non dirmi che...quei uomini erano dei cacciatori?"
    E ciliegina sulla torta, in mezzo a quella strage c'era un essere fuori dal singolare: pelle bianca e viscida, un paio di corna nere, uno sguardo che metteva i brividi, nonostante il freddo pungente della tundra. Le cadde la lepre morta dal becco, dallo "stupore".
    CITAZIONE
    "Ooooh!!! Ma questo scialle di vero cacciatore di lupi mannari è un veramente glamour! Lo indosserò quando vado a ricevimento!"

    Quando Shyra sentì la parola "cacciatore", il suo stomaco si strinse come una spugna. E capì che tutte quelle pellicce appartenevano a lupi mannari. Con disgusto si immaginò le pellicce dei suoi genitori che stavano avvolgendo un essere umano con un ghigno strafottende in faccia...E in quel momento non sapeva se acclamare quella strana creatura con indosso una pelle umana o scappare via verso la sua dimora e raccontare tutto a Eyrin.
    "Ehm...ottimo...lavoro..." mormorò timida Shyra all'essere, mentre si faceva strada tra una chiazza di sangue e l'altra. Vide l'espressione deformata dall'orrore degli umani morti e si ricordò quella disperata di suo padre che le implorava di scappare quando furono attaccati dai cacciatori. Troppi, troppi ricordi dolorosi le erano affiorati nella sua mente, dannazione!
    "Questi corpi si ghiacceranno durante la notte...domani saranno tre statue blu, sepolte da cenimetri di neve. Nessuno li troverà più." disse la grifonessa, con un tono a metà tra il funesto e il macabro. Lei che viveva lì, sapeva benissimo le condizioni metereologiche di quel posto.
     
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    Sapevo che avresti riposto tu! X3

    Il sai percependo vicino a lui dei pensieri si bloccò.
    Non era solo.
    Sentiva i pensieri della creatura nella sua testa.
    Poi la creatura, a qui il demone dava le spalle, gli rivolse a lui.
    "Ehm...ottimo...lavoro..."
    Il sai sentendo ciò girò nuovamente il capo per vedere a chi stava dando le spalle, cosa piuttosto disturbante visto che girò il collo come un gufo al improvviso.
    I suoi occhi zaffiro si incrociarono con altri due occhioni dello stesso colore.
    Era una meraviglia grifonessa dal pelo e le piume completamente bianche.
    Era una creatura dalla stupenda bellezza.
    Il demone avrebbe voluto infilarsi sotto una delle sue ali per saggiarne la morbidosa morbidezza.
    Il demone gli sorrise cercando di non essere troppo inquietante con i denti che aveva.
    "Grazie mia gelida signora.
    Erano anni che non vedevo grifonesse belle come lei se posso permettermi di dirlo.
    Comunque... Forse ho un po' calcato la zampa con quei tizzi, ma per uno come me credo sia totalmente normale."
    Disse telepaticamente alla grifonessa con la sua voce seducente e calmante, mentre si rigirava in in una posizione più "normale", mettendo seduto come un gatto dinanzi alla grifonessa con le orecchie sollevate.
    La grifonessa non aveva intenzione di attaccare, altrimenti lo aveva letto nella sua mentre e nel suo modo di fare.
    Era sincera, era felice che quegli uomini fossero crepati, anche se era un po' disgustata dal modus operandi del demone. Cosa più che legittima visto che lei lo avevano visto mentre spellava un uomo vivo.
    CITAZIONE
    "Questi corpi si ghiacceranno durante la notte...domani saranno tre statue blu, sepolte da cenimetri di neve. Nessuno li troverà più."

    Il Sai si pulì a pelliccia dal sangue a leccate, la sua saliva agii da solvente e pulii la pelliccia bianca del demone fino a farla tornare morbida e vellutata quanto quella della grifonessa.
    Poi si avvicinò e quest ultima per presentarsi, ma immagini cruente e tristi emersero dalla mente della grifonessa, Nessuno vedeva i tristi ricordi a qui la grifonessa pensava e la sua espressione si fece più malinconica.
    Quella povera creatura aveva perso i suoi genitori per dei cacciatori umani.
    "Lo meritavano. Non si può uccidere una famiglia di creature meravigliose per le loro pellicce. So che anche voi avete sofferto per questo mia signora.
    Voi siete libro aperto per me, ma siete un libro molto triste... Mi spiace mia signora."
    Disse telepaticamente il demone commosso cercando di consolarla.
    "Scusa davvero. Per colpa mia hai ricordato questo, e non era mia intenzione farti soffrire.
    Io non ho un nome poiché sono Nessuno... Ma tu puoi chiamarmi chiami Ness."
    Disse sempre telepaticamente presentandosi cordialmente e porgendogli una zampa con fare amichevole.

    ricorda che ti legge i pensieri(per questo motivo la role s'intitola così). E ricorda anche che Ness ha una morbidosa pelliccia anche se è un demone, solo in quel momento era un po' insanguinata... :3
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Era freddo. Era dannatamente freddo... si lo era, accipicchia se lo era! E era notte.
    E lui avanzava, a carponi sulle zolle di neve, tra le creste di ghiaccio sporgenti dal terreno e sulle piccole dune gelate sparse qua e là fra la rada vegetazione di arbusti.
    Le sue zampe facevano scricchiolare il suolo, o meglio gorgogliare quando schiacciava la neve sotto i cuscinetti dei polpastrelli.
    Si aspettava quella strage, sapeva sarebbe successo. Si erano allontanati tutti e tutti erano finiti male, ma perché non gli davano mai retta? Rimase un po' in ascolto, fermandosi a tendere le orecchie per qualche secondo, poi uggiolò lievemente. Non voleva piangere, non aveva senso. Alzò gli occhi al cielo, cercando di ululare seppur gli uscì poco più di un latrato. Si guardò attorno. Il suo pelo bianco si confondeva con la neve e i suoi occhi gialli erano praticamente invisibili, nascosti dal candore del suo folto pelo da lupo adulto.
    Sospirò. O meglio aprì le fauci, inspirò con forza, espellendo l'aria inalata con ancora più energia e vigore. Che doveva fare? Se n'erano andati tutti, e poco dopo aveva sentito alcune grida.
    Di chi erano quelle grida? Qualcuno di loro era ancora vivo? No, aveva perso il contatto mentale con l'intero gruppo. Il suo branco non esisteva più, lui non era più un Alfa.
    No... chi erano quei due? Non si erano accorti che lui era lì? Va beh, ovviamente non se n'erano accorti. Nessuno si accorgeva del suo arrivo se lui non si faceva sentire, era troppo silenzioso. Era diventato troppo esperto nel non farsi sentire, nessun cacciatore l'aveva mai preso alle spalle, non l'aveva mai acciuffato con nessuna sorta di trappola e, per questo, lui sapeva come gestire emozioni e sentimenti, per questo era un alfa. Quegli incoscenti no, non avevano capito che le esche degli umani erano semplicemente un modo per attirarli in trappola ed ucciderli, dato che da esseri inferiori qual'erano non potevano che usare la subdolità di un inganno per cacciare prede più forti di loro.
    Respirò nuovamente l'aria gelida del luogo, con nuovo vigore. La sua gola cercava insensibilità nel gelo per non bramare altro sangue, cercava una morsa che ne inibisse la fame. Voleva uccidere, ma non voleva farlo. Voleva tante cose, le avrebbe volute, ma la vendetta non era contemplata tra di esse.
    Si, doveva soltanto chiedere a loro, chiedere spiegazioni, a quei due esseri insoliti, diversi e stranamente amichevoli l'uno con l'altro. Un grifone, quello sapeva riconoscerlo, ed un altro essere non bene identificato di natura probabilmente demoniaca, se non infernale. Aveva un che di assolutamente inquietante, emanava un negativo e dispregiativo alone di minaccia, mentre la grifonessa emanava solo calma, fierezza e... aah, ma perché se ne stava lì a perder tempo in quel modo.
    Tanto se non si fosse avvicinato non l'avrebbero visto. Nessuno riusciva ad intercettarlo, perché nessuno ci riusciva? Perché non avevano ammazzato anche lui? Ma chi gliel'aveva fatto fare di prendersi quelle responsabilità?
    Analizzò rapidamente la scena: gli uomini erano morti, non molto distanti dai loro corpi si trovava uno dei loro aggeggi per trasportare oggetti... o pelli in quel caso. Non si accorse nemmeno che gli umani erano mutilati in più parti del corpo, che erano sepolti in pozzanghere di neve disciolta nel sangue e che ad ucciderli era stato una delle due creature a pochi metri da lui.
    Se ne accorse solo quando capì cosa voleva fare, anche se non era né il suo istinto né la sua ragione a dettargli tale consiglio.
    Si avvicinò lentamente, con il muso chino, allo strano essere simil-demone che era certo avesse compiuto quella strage. Non voleva spaventarlo o apparirgli alle spalle, quindi dopo una prima manciata di passi deviò leggermente traiettoria per trovarsi sul suo campo visivo.
    Quando lo raggiunse, non perse troppo tempo con i convenevoli. Non aveva alcuna intenzione di soffrire ancora.
    "Sei stato tu ad uccidere quegli umani?" Gli domandò, ignorando volutamente la grifonessa, non certo per mancanza di rispetto. Semplicemente, non voleva saperne più niente, di niente e di nessuno.
    "Se l'hai fatto... potrai uccidere anche me. A giudicare dai resti dei loro corpi non ti è dispiaciuto farlo, quindi non dovrebbe essere difficile"
    Solo allora volle voltarsi per un istante a fissare la splendida grifonessa a cui praticamente stava dando le spalle, ma non le rivolse niente più di un'occhiata. Il suo candido corpo elegante e maestoso, affianco alla sua energia, gli suggerivano -come un libro aperto- la sua natura appartenente alle energie fredde. E invece lui che cosa era? Un alfa che aveva sperato di poter salvare ciò che non gli apparteneva, cioè la vita altrui. Forse negli inferi l'avrebbero perdonato... o forse no, non gli importava poi tanto in fondo. Non sapeva nemmeno se credere agli inferi, non era mai stato legato a nessuna sorta di entità superiore o divinità, tanto meno alla religione. E che doveva fregargliene, era un licantropo vissuto in forma bestiale dalla nascita, le religioni... sapeva solo che esistevano, niente più. Tornò a fissare l'inquietante essere negli occhi.
    Doveva sbrigarsi accidenti, non voleva più avere a che fare con quel mondo, non un attimo di più.
    zan zan zan zan
    so che non avevo tempo e so che devo rispondere ad altre role, come so che questo non è un mio PG ovviamente... però volevo intervenire, voglio giocare un po' con nes e farlo sclerare, e adoro Shyra U.U
     
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    Shyra ebbe un brivido quando vide la testa di quella creatura girarsi a 18o gradi, proprio come quella di un gufo. Incrociò i suoi occhi. Erano meravigliosamente azzurri come i suoi e gli sembravano quelli teneri di un cucciolo in un corpo strano quanto interessante. Non aveva mai visto né incontrati esseri come quello. Dava l'aria di essere un contorsionista professionista, quel corpo sinuoso e altrettanto coperto da morbido pelo traslucido suscitava questo alla grifonessa.
    Poi lui parlò. Aveva una voce invidiabile, che si infilò dolcemente nella sua mente in modo telepatico. Shyra voleva provare ad imitarla. Magari le sarebbe tornata utile per chissà quale situazione!
    CITAZIONE
    "Grazie mia gelida signora.
    Erano anni che non vedevo grifonesse belle come lei se posso permettermi di dirlo.
    Comunque... Forse ho un po' calcato la zampa con quei tizzi, ma per uno come me credo sia totalmente normale."

    Shyra si mise a sedere sulle zampe posteriori e così fece altrettanto il suo interlocutore. Osservò le sue buffe orecchie ritte, sembrava un gattino in attesa del suo padrone. Una sensazione di tenerezza la invase.
    Forse era una strana tenerezza....la chiostra di zanne accuminate che mostrava e il pelo macchiato di sangue faceva intendere ben altro. Eppure Shyra aveva appena ignorato questi dettagli e il suo sguardo erano centrati sui suoi occhi.
    "Per chi caccia senza scrupoli e per divertimento, si merita questo e altro." disse lei, portando l'attenzione su quella innumerevole catasta di pelli. Portavano ancora l'odore delle creature decedute...era davvero raccapricciante.
    CITAZIONE
    "Lo meritavano. Non si può uccidere una famiglia di creature meravigliose per le loro pellicce. So che anche voi avete sofferto per questo mia signora.
    Voi siete libro aperto per me, ma siete un libro molto triste... Mi spiace mia signora."

    Shyra si pietrificò.
    Come diamine faceva a conoscere il suo passato?
    E soprattutto...quando aveva detto "voi siete un libro aperto per me...", aveva subito capito al volo che quella creatura, sapeva leggere nelle menti.
    Rimase immobile e non disse nulla. Solo lo sguardo faceva intendere che quello che aveva detto lui, era esattamente in quel modo. La scena in cui suo padre stava per piombare in quel baratro senza fine la stava martellando dolorosamente. Dannazione!
    CITAZIONE
    "Scusa davvero. Per colpa mia hai ricordato questo, e non era mia intenzione farti soffrire.
    Io non ho un nome poiché sono Nessuno... Ma tu puoi chiamarmi chiami Ness."

    "Non preoccuparti... " rispose la grifonessa, aggiustandosi le ali ai fianchi. Non disse nulla nemmeno in quel momento...tanto l'essere avrebbe percepito la sua mente addolorata che cercava di mandare via ricordi funesti.
    "Io sono Shyra.
    Nessuno...sei un tipo singolare. Ammetto di non aver mai visto creature come te."
    esclamò tutto d'un botto lei, mentre rizzò le piccole orecchie da orso polare verso l'interlocutore, sinonimo di interessamento.
    Shyra con la coda dell'occhio, vide improvvisamente una sagoma bianca che si stava avvicinando. Gli occhi gialli erano l'unica cosa che risaltava in mezzo a quel candore, capendo che si trattava di un lupo dal manto come la stessa tundra. No, forse di un licantropo...l'odore era troppo più selvaggio rispetto ad un comune canide selvatico.
    Esso si avvicinò silenzioso, con il passo felpato e la testa china, apparendo così nel campo visivo di Nessuno.
    CITAZIONE
    "Sei stato tu ad uccidere quegli umani?"

    domandò a lui.
    CITAZIONE
    "Se l'hai fatto... potrai uccidere anche me. A giudicare dai resti dei loro corpi non ti è dispiaciuto farlo, quindi non dovrebbe essere difficile"

    La grfionessa abbassò un orecchio e alzò un sopracciglio piumato. Era una domanda assurda...perché una creatura maestosa come quella doveva morire? Perché sempre i migliori se ne dovevano andare?
    "Delle volte il suicidio o la morte volontaria è una via di fuga troppo facile." disse lei dritta e senza timidezza. Anche se il licantropo si era rivolto alla creatura simil-demoniaca, Shyra si era sentita di dire ciò. Senza malizia o superbia.

    Edited by H a w k e ; - 16/3/2016, 11:21
     
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    La grifonessa aveva capito che Nessuno leggeva la mente.
    E il demone lo sapeva, lo aveva letto in lei.
    Il demone guardò i ricordi delle sue ultime vittime, roba inutile e piuttosto triste a dire il vero.
    Il mercato di organi e parti del corpo di creature magiche era non è mai in crisi crisi.
    Se il demone non fosse folle lo sarebbe diventato di tristezza.
    Via quello schifo dalla sua mente!
    Gran parte dei ricordi acquisiti dal demone vennero cancellati per fare spazio ad altri, solo poche utili informazioni vennero conservate.
    Intanto lei, la leggiadra grifonessa polare parlava.
    E il demone poté ascoltarla iniziare a parlare proprio mentre finiva quel procedimento.
    "Io sono Shyra.
    Nessuno...sei un tipo singolare. Ammetto di non aver mai visto creature come te."
    Il sai ora tornò a sorridere con la sua dentatura mostruosa.
    Quella grifonessa era così carina, aveva voglia di spupazzarla di coccole.
    Inoltre sembrava così morbida la sua pelliccia e così soffici le sue piume che avrebbe voluto buttarsi su di lei come su un lettone o infilarsi sotto una sua ala come un cucciolo per scaldarsi.
    Anche se in realtà un sai può resistere anche al gelo pazzesco del fiume cogito, ma questo era irrilevante.
    Gli voleva essere amico Nessuno, così poteva usarla come peluche gigante per dormicchiare.
    Si era un pensiero egoista, ma anche tenero.
    Poi un alleato in più fa sempre comodo, specialmente se non si fa problemi se uccidi la gente e gli svuoti il cranio.
    Però chi lo sa, sarebbero potuti diventare più che amici come con quel pittoresco vampiro che aveva conosciuto anni fa, ma ora forse correva decisamente troppo.
    "Sono incantato dalla vostra maestosità Shyra. È un onore fare la vostra conoscenza, e chiamatemi pure Ness se preferite.
    Comunque non è strano che io sia il primo in vita vostra che incontrate.
    La mia specie, per quanto numerosa a Kengard, sa celare la propria esistenza molto bene."
    Spiegò il demone stiracchiandosi mettendo le braccia dietro la schiena che ruotò in modo strano alla rovescia, poi avvolse le braccia a spirale in modo molto bizzarro prendendosi le mani.
    La flessibilità delle ossa e la snodabilità delle giunture dei Sai era assolutamente incedibile.
    "Ahhh! Quanto mi piace stiracchiarmi!"
    Pensò e trasmise involontariamente tale pensiero alla grifonessa.
    Poi percepì pensieri addolorati.
    Il suo fine udito lo aveva già sentito, riconosceva il modo di camminare e il peso dei passi.
    Doveva essere lupo più grande per la media, no calcolo errato.
    Era un mannaro, aveva pensieri logici quindi non poteva essere un semplice lupo.
    Doveva fare parte del branco che i cacciatori avevano sterminato.
    Se non altro c'era un sopravvissuto.
    Il demone lo fissava con i suoi occhi penetranti mentre il mannaro passò davanti.
    Quando lo raggiunse, non perse troppo e disse subito quello che doveva dire.
    "Sei stato tu ad uccidere quegli umani?" Gli domandò, ignorando Shyra, sembrava stranamente impaziente.
    Il demone si limitò ad fare segno di si con la te.
    "Se l'hai fatto... potrai uccidere anche me. A giudicare dai resti dei loro corpi non ti è dispiaciuto farlo, quindi non dovrebbe essere difficile"
    Solo allora il mannaro si girò un attimo verso la grifonessa, prima di tornare a guardare il demone con i suoi occhi gialli.
    Il demone lo capiva; la sua famiglia era crepata in malo modo, era come per i pazienti che il demone"graziava" perché affetti da terribili malattie incurabili.
    Ma lui era forte, sano e in salute per quello che poteva vedere.
    Un lupo molto in salute, e bello.
    Poteva ancora farcela e magari ricostruirsi una vita, per questo gli dispiaceva doverlo eliminare, ma era pur sempre un demone e non avrebbe avuto rimorsi per averlo fatto.
    "Delle volte il suicidio o la morte volontaria è una via di fuga troppo facile."
    disse Shyra con sicurezza.
    Il demone al che si avvicinò al lupo, si mise di fronte a lui.
    Poi gli mise le mani hai lati della testa, al inizio le zampe erano solo appoggiate, ma poi all'improvviso le dita artigliate del demone si premettero dolorosamente nella sua testa, mentre le punte degli artigli affondarono in essa.
    "Avrai quello che vuoi se desideri tanto la morte, ma prima guardate."
    Il sai era stato tra i suoi viaggi nei territori di caccia; il paradiso dei lupi mannari e dei licantropi.
    Divinità della natura e delle bestie crearono questo infinito piano del aldilà.
    Qui i lupi e i loro simili semi-umani predavano prede infinite, tra qui i bracconieri umani più crudeli che erano condannati a venire cacciati al infinito dai lycan e i mannari con quelli che il demone aveva ucciso e che ora il branco del lupo mannaro stava sicuramente facendo già la festa.
    Gli mostrò le pianure tanto fiorite da sembrare un sogno.
    Gli mostrò i boschi e le foreste di quel paradiso, ricolme di prede che non provavano dolore nel essere mangiate e che dopo tornavano in vita sane e forti per essere cacciate di nuovo. Cerano zone desertiche per i Coyote e i fennec, fino alle taighe per i lupi e le volpi artiche.
    Gli unici edifici in quel luogo erano villaggi e cittadine dove vivevano i Licantropi più legati al proprio lato umano, ma vivevano in quel luogo in perfetto contatto con i loro fratelli.
    C'era pace e amore.
    Non cerano mari o oceani, ma miriadi di fiumi e laghi cristallini incontaminati dal uomo.
    Lì tutti i suoi lupini abitanti erano giovani e immortali per l'eternità, o almeno fino a quando non decidevano di reincarnarsi in altre creature canidi, o creature umanoidi predestinate a ricevere la benedizione della luna e diventare ancora una volta lupi.
    Insomma era un vero paradiso, che il sai mostrò al lupo che non avrebbe potuto far altro che essere commosso davanti tanta meraviglia.
    Solo allora il Sai lasciò dalla ferrea presa sulla testa del lupo.
    "solo gli uomini cattivi possono andare all'inferno e col tempo diventano anche loro demoni... Come me che comunque così son nato.
    Questo perché gli uomini possono concepire il male in modo diverso dagli animali o le creature semi-animalesche come voi.
    Quello che ti ho mostrato era il paradiso dei lupi, oltre che dei loro cugini e fratelli. Io ho visto varie zone dell'aldilà e quella è una delle mie preferite.
    Ognuno deve essere libero di scegliere, anche se in realtà credo tu sappia cosa è giusto.
    Voi potete andare subito dal tuo branco, oppure potete vivere nella consapevolezza che loro vi aspettano lì e continuare a lottare in questa vita fino a quando non sarete finalmente insieme per sempre.
    Per me è indifferente."
    Disse il Demone scrollando le spalle.
    jpgun posto così. :3


    Edited by Master of Void - 14/3/2016, 12:34
     
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    Trovarsi di fronte a quell'essere lo metteva a disagio, ma niente che somigliasse alla paura o alla preoccupazione, si sentiva semplicemente scombussolato. Il suo aspetto non gli dava sicurezza, ma in quel momento forse era l'unico che poteva aiutarlo.
    Gli premette gli affilati artigli sulla testa, iniziando dopo qualche secondo a spingerli contro le ossa parietali del suo cranio. La sensazione era fastidiosamente sgradevole, ma era abituato ad un dolore ben peggiore, come quello che stava provando la sua anima in quel momento.
    Gli disse di guardare... e lui obbedì. Non aveva motivo di non farlo. Gli mostrò qualcosa che doveva essere appunto il luogo in cui sarebbe finito dopo la sua morte, assieme ai suoi compagni.
    Giusto pochi secondi prima stava pensando alle divinità, ma quel paradiso pareva tutto fuorché una terra governata dagli dei.
    Che gli stesse mentendo? Che gli stesse mostrando quelle lande ricche di verde, di flutti e di giovani alberi in una costante rivogliosa primavera luminescente? Avrebbe veramente incontrato lì il suo branco?
    Quella creatura gli stava davvero mostrando cosa sarebbe avvenuto dopo la morte? La risposta ad una domanda del genere era così vicina oppure lo stava soltanto forviando?
    Non ne avrebbe avuto motivo, quell'essere sembrava smanioso di uccidere come una bestia inferocita, solo che in lui albergava anche una razionale e intelligente crudeltà, e questo era spaventoso. Quindi non avrebbe avuto alcun motivo di raccontargli menzogne, anzi si stupì che non l'avesse ucciso all'istante e gli avesse dato una seconda possibilità.
    Quando lo lasciò andare si sentì stranamente pieno, come se qualcosa avesse ripreso a fluire in lui. Difficile dire se fosse la voglia e il desiderio di continuare a vivere, difficile capire se il suo cuore volesse continuare a battersi.
    Ma quello che aveva detto Shyra era vero, e lui lo sapeva. Soltanto che non aveva il coraggio di affrontarlo per la seconda volta, avevano già sterminato il suo precedente branco e quando era riuscito a ricostruirsi una vita e una famiglia se l'era vista portar via, questa volta dagli umani... e per chi sa quale futilità.
    Una piccola lacrima rigò il suo muso bianco, confondendosi con la neve difronte alle sue zampe. Voleva gridare, voleva ululare il suo sconforto, ma cadde a terra senza trovare la forza di risollevarsi.
    "Ho paura che... se continuassi a vivere imboccherei la strada della vendetta. Questo mi fa più paura della morte, non sto fuggendo... non sono i primi fratelli che perdo, e ora non so più cosa devo fare"
    Non sapeva a chi si stava davvero rivolgendo, se all'essere demoniaco, alla grifonessa o a se stesso.
    Sapeva solo che le parole della creatura l'avevano portato su un pericoloso bivio: fermarsi o proseguire? Entrambe le scelte racchiudevano qualcosa di assolutamente triste, e non si sentiva abbastanza forte da sopportare le conseguenze di una vita vissuta per vendetta ne quelle di una resa. Se veramente avesse continuato ad esistere anche dopo la morte come diceva il demone, probabilmente avrebbe rimpianto la sua così poca voglia di continuare a vivere.
     
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    Shyra stava per assistere ad un'ennesima scena di uccisione? No, non la voleva vedere...basta sparigemti di sangue di creature innocenti. Piuttosto, voleva vedere i fiumi rossi tinti di sangue umano. E nel profondo del suo inconscio lo desiderava, anche se lei stessa non lo voleva ammettere.
    Quel licantropo era seriamente intenzionato a farsi uccidere da Nessuno: quest'ultimo gli aveva preso i lati della testa con i suoi artigli in modo minaccioso. Se avesse premuto un tantino di più, la testa si sarebbe fracassata in mille pezzi, spappolandone il cervello.
    No, assolutamente no, pensò la grifonessa portandosi un'ala davanti al becco. Non voglio vedere una simile cosa.
    CITAZIONE
    "Avrai quello che vuoi se desideri tanto la morte, ma prima guardate."

    Cosa intendeva Ness con "guardate"?Shyra non capiva....
    Mostrò nuovamente il becco da sotto l'ala, assumendo un'espressione quasi incuriosita. I due che aveva davanti a lei, sembravano intensamente immersi in un qualcosa, in un modo che forse, era distante migliaia e migliaia di miglia da qui. Avevano un'espressione assorta e quasi sofferente...e infatti, dagli occhi del licantropo, scese una lacrima che gli rigò il pelo bianco come le sue piume, come la neve della Tundra.
    CITAZIONE
    "Ho paura che... se continuassi a vivere imboccherei la strada della vendetta. Questo mi fa più paura della morte, non sto fuggendo... non sono i primi fratelli che perdo, e ora non so più cosa devo fare"

    E così lui aveva perso il branco...ecco quelle pelli sulla slitta a chi appartenevano.
    La grifonessa abbassò le piccole orecchie, facendole sprofondare nelle folte piume del collo. Era davvero terribile, vedere i resti dei propri fratelli o familiari in mano ad esseri senza pietà e senza rispetto delle altre specie.
    E le parole della cretaura lupina in effetti, avevano un senso. Ci stava ripensando sopra, producendo un discreto flusso di pensieri che senz'altro Nessuno, lo avrebbe percepito benissimo.
    Shyra voleva consolare il licantropo, ma non sapeva come. Aveva paura di rigirare l'artiglio dentro la piaga, producendo dolore sopra un dolore già esistente.
    "E' scontato quello che sto dicendo ma...non arrenderti. Qualunque cosa succeda, nella vita non bisogna mai arrendersi." Certo, tutto ciò era più facile a dirsi che a farsi...ma Shyra eppure, non si era arresa. Decise di continuare a vivere perché era questo che i suoi genitori volevano. Vivere, scacciando via il male che affliggeva il mondo.
    E aveva passato un'esperienza simile a quella del lupo.
     
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    Uffa, come poteva il demone sfruttare la situazione a suo vantaggio?
    Doveva calcolare ogni variabile:
    Uccidere il lupo avrebbe probabilmente messo la grifonessa contro di lui e non voleva.
    Gli sarebbe dispiaciuto uccidere quel lupo ad essere sincero, ma preferiva dargli la pace per non sentire il suo dolore ancora.
    Però la grifonessa lo fece persino ricredere il demone.
    "O mia signora! Io vi rispetto in pieno!
    Io ho ucciso molte creature perché in qualità di medico(incredibile, ma vero) non ho potuto curarle.
    Loro non avevano speranze, per questo motivo sono stato costretto a fare loro, come dire, opere di carità brutali.
    Però..."
    Il sai si volse verso il lupo con un sorriso atipicamente sicuramente gentile.
    "Però voi non siete come i miei pazienti perduti Mister Lupo.
    Tu hai ancora speranza di salvarti! Si!!! Hihihi! Speranza!"
    Fece il demone euforico e un po' svitato mentre gli occhi gli brillavano.
    Poi il guizzo di finii e gli occhi tornarono di un blu profondo e mite.
    Si mise a zampettare quadrupede intorno al lupo, e intanto parlava telepaticamente.
    "Ok ora sono calmo, si. Se hai ragione non serve urlare, devo ricordarlo... Comunque se temi la vendetta, allora sappilo: La vendetta più grande è andare avanti, perché nessuno avrà il diletto di assistere al tuo tormento e alla tua distruzione, solo con la pace dentro di te potrai imbrigliare quella furia che fa tremare i cieli.
    Sia calma la tua furia e delicati e legger come il mio ultimo tocco, della morte che causi il tuo attacco.
    Odi questo mondo? Allora per fargli un dispetto impara ad amarlo e proteggerlo.
    Questo mondo è un vero paradiso rispetto ad altri. Sono gli umani che lo rendono un inferno.
    Per questo molti li mangio."
    disse al lupo fermandosi infine dinanzi a lui.
    Un sorriso maniacale si era dipinto sul suo viso mentre pronunciava le ultime parole.
    No, non mentiva.
    Non stavolta.

    Ooook spero che vada bene XD
     
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    Arrendersi... andare avanti... vendetta... umani... pace... cieli... furia...
    Una scintilla si fece largo nelle tenebre della sua anima.
    "Ma quanto parli..." Commentò il grosso lupo, senza ancora rialzarsi da terra, ma drizzando il collo verso l'interlocutore.
    La grifonessa gli aveva consigliato, sottolineando anche quanto la cosa fosse effettivamente ovvia, di non arrendersi.
    Non arrendersi... per natura la preda non si arrende e combatte fino all'ultimo, si dibatte, cerca di fuggire, e a volte ci riesce.
    Lui, forte alfa dalla grande potenza fisica e dall'energia infinita, adesso era una gracile preda di fronte alla crudeltà del mondo.
    "Ti sbagli" Riprese, rivolto allo strano demone che, a suo modo, sapeva come persuadere. "non sono soltanto gli umani il male del mondo. Sono gli umani... e tutti coloro che permettono loro di distruggere. Gli umani sono una specie molto fertile che continua a proliferare, ma l'odio si diffonde tra di essi... non proviene soltanto da loro. La crudeltà sta inondando pian piano quest'isola, con un mezzo o con un altro, e la disperazione di molti singoli individui può portare al sopraggiungere di una disperazione ben più grande, fino a colpire anche chi di cuore è puro. Non dirmi che non hai mai visto un orco crudele, un elfo oscuro e malvagio o un drago devoto alle tenebre sotto il loro aspetto più perfido... le specie non si comprendono tra loro: la diversificazione di tutto e di tutti, la paura di ciò che ci è ignoto, ha portato a tutto questo. Esisterà forse una vita peggiore di quella in questo mondo, ma dove c'è incomprensione tra chi è diverso... non può attecchire la vera pace"
    Recuperato un po' di vigore si rialzò, era patetico in quello stato. Aveva appena un futile motivo per sopravvivere e poca voglia di farlo, ma non doveva sprecare l'occasione che l'incontro con quei due gli aveva donato.
    "E tu puoi mangiarli per nutrirti, puoi mangiarli per difenderti, puoi mangiarli se è l'unico modo per salvarli. Ma sei convinto di avere il diritto di vita o di morte su creature viventi... per quanto ignobili possano essere? Non sei così diverso da loro allora, e qualcuno potrebbe venire ad uccidere te perché hai eliminato quegli uomini" Continuò, indicando lo scempio provocato dal demone senza un ben preciso scopo. "Quindi... è anche grazie a quelli come te se ora il mondo è così"
    Era quello che pensava, e anche se l'avesse pensata diversamente quello che aveva detto era vero e nessuno poteva negarlo.
    Si voltò dunque verso la grifonessa, puntando per un istante lo sguardo in quelli meravigliosamente blu della splendida creatura.
    "Lei ad esempio... non voleva vedermi ucciso da te, a lei non piace spargere sangue e probabilmente neanche vederne a distese sulla neve. Invece tu stesso hai detto che per te sarebbe stato indifferente uccidermi o meno"
    Doveva ammettere che quell'essere assurdo l'aveva in un certo senso salvato, ma non gli era veramente grato. In realtà, gli aveva ricordato che il male esiste ovunque e indipendentemente dalle razze, dalla provenienza, dai giudizi altrui. Gli umani compievano costantemente azioni terribili, ma se ci fossero stati tanti Nessuno quanti umani... sarebbe stato ancora peggio.
     
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    Io ho ucciso molte creature perché in qualità di medico(incredibile, ma vero) non ho potuto curarle.

    Questo sì che era inquietante. Era strano vedere un tipo come lui che facesse il medico...e Shyra aveva paura dei medici, in ricordo di una traumatica esperienza che ebbe anni fa, appena incontrato Eyrin.
    Però gia tanto che Nessuno si era ritirato indietro dall'uccidere quel meraviglioso licantropo...lei, non sapeva leggere i pensieri degli altri, ma percepiva una strana sensazione omicida che proveniva da quel simil-demone. O forse si era fatta suggestionare dal suo sorrisetto pazzo, tempestato da quella chiostra di denti così bianchi?
    Rimase lì ad ascoltare il suo discorso. Cosa la teneva incollata lì? Il fatto che degli umani erano stati uccisi perché avevano sterminato un intero branco di lupi? Per sputare sopra i loro corpi?
    Sì. Nell'inconscio, anche se lei non voleva ammetterlo, si era fermata per questo. Ripugnava il fatto che disprezzasse gli umani perché sapeva che era ingiusto, che tutte le specie esistenti potevano compiere simili scempi...ma era più forte di lei stessa. Non riusciva a domare quel rancore che si celava sotto quello strato soffice di peli e piume.
    CITAZIONE
    "Non dirmi che non hai mai visto un orco crudele, un elfo oscuro e malvagio o un drago devoto alle tenebre sotto il loro aspetto più perfido... le specie non si comprendono tra loro: la diversificazione di tutto e di tutti, la paura di ciò che ci è ignoto, ha portato a tutto questo. Esisterà forse una vita peggiore di quella in questo mondo, ma dove c'è incomprensione tra chi è diverso... non può attecchire la vera pace"

    Il licantropo aveva ragione. Le sue parole riecheggiarono nella sua mente per qualche secondo.
    Shyra sapeva bene il significato di queste frasi, Eyrin più volte le faceva presente. Ma essendo cresciuta con un padre che si teneva alla larga dagli umani, imprimendo così questa impronta su di lei, non era facile disincrostarsi da questo modo di pensare male contro la specie umana.
    La grifonessa provò a memorizzare quelle parole, sperando che prima o poi esse, le facessero da lezione.
    CITAZIONE
    "Lei ad esempio... non voleva vedermi ucciso da te, a lei non piace spargere sangue e probabilmente neanche vederne a distese sulla neve. Invece tu stesso hai detto che per te sarebbe stato indifferente uccidermi o meno"

    Già...Shyra non voleva più vedere nessuna creatura uccisa. Ma provava un piacevole sollievo nel vedere quegli umani dilaniati.
    "Smettila di pensare così o la vendetta ti renderà schiava di essa..." pensava lei, parlando con sé stessa.
    Però era contenta nel vedere quel licantropo prendere nuovamente vigore, lentamente. Non poteva buttare una vita al vento ed essere uccisi senza dignità.
    Non le ho fatto dire nulla perché non sapevo come farla interagire XD
     
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    Il demone guardò il lupo con fare sonnacchioso, si stava annoiando in maniera incredibile! Perché non poteva incontrare un mannaro di quelli che ammazzano la gente a random? Nooo il moralizzatore doveva capitargli!
    CITAZIONE
    CITAZIONE
    "E tu puoi mangiarli per nutrirti, puoi mangiarli per difenderti, puoi mangiarli se è l'unico modo per salvarli. Ma sei convinto di avere il diritto di vita o di morte su creature viventi... per quanto ignobili possano essere? Non sei così diverso da loro allora, e qualcuno potrebbe venire ad uccidere te perché hai eliminato quegli uomini"

    Continuò, indicando lo scempio provocato dal demone senza un ben preciso scopo.
    CITAZIONE
    "Quindi... è anche grazie a quelli come te se ora il mondo è così!"

    Nessuno, piuttosto perplesso, lo guardò inclinando il capo e socchiudendo un occhio.
    "Amico guardate che io mica li ammazzo così per gusto di farlo, per avere il poterei vita e di morte fine a se come intendete... Io per lo più li mangio perché ho fame, ma in realtà anche elfi, orchi o semplici animali andrebbero bene.
    Diamine non sono certo un genocida! Uccidere ed essere egoisti è nella mia natura, ma io per cercare dì essere una persona migliore e fare qualcosa di buono curo la gente!
    come puoi pensare simili cose?
    ho ucciso quei tizzi perché volevo evitare che eliminassero altri branchi come il vostro, e poi se avrebbero potuto uccidere il mio di branco, beh, sicuramente avrebbero fatto... Capisci? io voglio solo proteggere le nostre specie! Perché non vuoi capir..."
    il demone on poté finire di parlare perché il lupo non la finiva più di parlare.
    CITAZIONE
    "Lei ad esempio... non voleva vedermi ucciso da te, a lei non piace spargere sangue e probabilmente neanche vederne a distese sulla neve. Invece tu stesso hai detto che per te sarebbe stato indifferente uccidermi o meno"

    Il demone si mise in una posizione aggressiva per il nervosismo.
    "Lei lasciala stare! Te l'ho detto che è nella mia natura essere egoista! Io però ho cercato di aiutarti, e se vuoi saperlo per me ognuno ha il diritto di fare quello che si vuole! Persino uccidersi, e anche se mi dici queste cose in realtà però non voglio ucciderti... Io non voglio prendermi questa responsabilità."
    il demone si riscosse e si avvicinò al lupo, e tristemente li disse: "Non m'importa cosa peni i me. Voglio solo vivere libero, cacciare, giocare con i bambi, curare la gente e proteggere la mia famiglia. è forse sbagliato? No non m'importa la tua risposta... Per me è giusto, e questo è quello che conta
     
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    Il lupo non aveva intenzione di attaccare briga, voleva solo dire come la pensava riguardo al comportamento di quell'essere e, il semplice fatto che si fosse comportato in quel modo, bastava e avanzava per capire che genere di individuo fosse.
    "Non era una vendetta che ti apparteneva quella del mio branco. Essere egoisti non è nella natura di nessuno. Non esiste qualcuno egoista per natura, lo si può solo diventare. Puoi nascere aggressivo, perché la natura ha voluto così; puoi nascere schivo, perché la tua specie ha paura di essere predata; puoi nascere vigliacco, perché l'unico modo per sopravvivere che ti resta è fuggire... e puoi nascere protettivo, perché il tuo istinto di genitore, fratello... o alfa lo richiede. Verso il tuo territorio, verso la tua tana, verso i tuoi cari... protettivo, non egoista"
    Probabilmente stava per farlo infuriare, data anche l'espressione e la posizione che aveva assunto il demone, ma non era certo quello a preoccuparlo. In ogni caso doveva anche ricambiare al favore che gli aveva fatto.
    "Indipendentemente da ciò devo ringraziarti, seppur qualcosa di te mi disgusti"
    Prima che potesse saltargli addosso o fare qualunque altra cosa, il lupo bianco si diresse verso i resti umani a pochi metri da loro e in quattro e quattr'otto fece piazza pulita di tutto quello che ne era rimasto, lasciando poco più di qualche ossicino casuale qua e là che seppellì sotto la neve. Così la loro morte avrebbe avuto almeno un senso.
    "Se davvero sei un medico..." Disse, tornando verso di lui "non ti dispiacerà aiutare un mio compagno, Xaviher, che per antonomasia è sopravvissuto al massacro a causa della sua malattia. Non è molto distante da qui, ma penso non gli restino molti minuti di vita. Ero... ero con lui fino a quando non ho sentito le menti del branco scomparire una ad una"
    Soltanto che il tempo a loro disposizione era davvero poco, pochissimo. L'aveva lasciato ormai agli sgoccioli e solo perché era stato lui a pregarlo di andarsene. Non si abbandona un compagno ferito, per niente al mondo... e lui era più che ferito, era totalmente senza forze e continuava a buttare sangue dalla bocca a causa di qualcosa che non conosceva e di cui nessuno del branco aveva sentito parlare.
    Aveva solo una speranza per poterlo aiutare, ma non doveva perdersi in tentennamenti superflui.
    "Grifonessa..." Fece, voltandosi. "Ti prego, se ti guiderò con la mia mente verso di lui, potresti raggiungerlo e portarlo qui? Indipendentemente da quanto possa servire provare ad aiutarlo, vorrei che non se ne vada da solo. Non è piacevole quello che ti chiedo, ne sono consapevole, però... per favore..."
    Si era lasciato andare perché più niente era rimasto del branco, l'unico superstite stava per raggiungere quel luogo paradisiaco che il demone gli aveva mostrato e... sarebbe rimasto solo lui. Lui, solo, di fronte al mondo opaco e cinico.
    Ma forse c'era la possibilità che, per un incredibile gioco del destino, proprio Xaviher si sarebbe potuto salvare.
    "Noi siamo abituati a comunicare fra noi con i pensieri, proprio come sta facendo... lui" Riprese, voltandosi verso il demone. "e, se concedi alla mia mente di allearsi con la tua per qualche minuto,
    potrei guidarti fin dove si trova, rimanendo in contatto anche a distanza. Tu sicuramente arriveresti e torneresti molto più velocemente di quanto impiegheremmo noi ad arrivare"
    tanto ho intenzione di far sclerare Nes e ci riuscirò xD
     
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    Nessuno si era veramente infuriato con il licantropo. Shyra non sapeva a chi dare ragione, era confusa. Così si allontanò di due o tre passetti indietro, per evitare di finire nel mezzo per niente. Non che non avesse le armi necessarie per difendersi, su questo era ben attrezzata se così si poteva dire.
    Si accucciò sulla soffice neve della Tundra, mentre ossservò il licantropo che fece praticamente piazza pulita di quegli umani, lasciando solo qualche osso spolpato e niente di più. Beh, almeno lo avevano sfamato...era così che funzionava la catena alimentare in quei posti rigidi. O mangi, o vieni mangiato!
    Anche Shyra si accorse di aver lasciato la lepre cacciata qualche istante prima di incontrare Nessuno. Ed eccola lì, non molto distante da lei, che giaceva morta con il pelo coperto di neve.
    Non se lo fece ridire due volte, aveva una certa fame: afferrò la preda con il becco e la inghiottì tutta intera. Avrebbe buttato fuori dopo, un grosso bolo composto da pelo e ossa.
    Il lupo nel mentre, continuava a parlare con quella specie di demone, dicendogli che se era veramente un medico, poteva aiutare in qualche modo l'unico superstite del suo branco, afflitto da una strana malattia.
    CITAZIONE
    "Grifonessa..."Ti prego, se ti guiderò con la mia mente verso di lui, potresti raggiungerlo e portarlo qui? Indipendentemente da quanto possa servire provare ad aiutarlo, vorrei che non se ne vada da solo. Non è piacevole quello che ti chiedo, ne sono consapevole, però... per favore..."

    Lo avrebbe fatto. Comprendeva il significato di quelle parole...non era bello morire da soli. Preferiva salvarlo in qualche modo...ma lei, non era capace in questo, purtroppo.
    La grifonessa fece cenno di sì con la testa, verso il licantropo.
    "Chiamami Shyra." disse lei, scattando su tutte e quattro le zampe. Era sorprendente quanto apparisse robusta, imponente ed orgogliosa con tutte quelle piume bianche. Rizzò le piccole orecchie da orso, pronta a ricevere quel flusso di immagini mentali...ahh, perché lei non aveva sviluppato la comunicazione telepatica? Quanta invidia!
     
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    E ancora!
    Il lupo non la finiva più con le sue paranoie assurde.
    CITAZIONE
    "Non era una vendetta che ti apparteneva quella del mio branco. Essere egoisti non è nella natura di nessuno. Non esiste qualcuno egoista per natura, lo si può solo diventare. Puoi nascere aggressivo, perché la natura ha voluto così; puoi nascere schivo, perché la tua specie ha paura di essere predata; puoi nascere vigliacco, perché l'unico modo per sopravvivere che ti resta è fuggire... e puoi nascere protettivo, perché il tuo istinto di genitore, fratello... o alfa lo richiede. Verso il tuo territorio, verso la tua tana, verso i tuoi cari... protettivo, non egoista"

    Il demone si coprì il viso e gli occhi con una zampa e scoppiò a ridere.
    "Hahahahaha! Ma ti senti? "Essere egoisti non è nella natura di nessuno. " Hahahahaha..! No.
    Se parli così deve essere la prima volta che incontri un demone, comunque non hai motivo di sclerare tanto, quindi ora smettila o mi arrabbio."
    Fece il demone sfottendo il lupo.
    Non era colpa sua, quel tipo era incredibilmente fastidioso.
    Andava avanti continuando a infastidirlo.
    CITAZIONE
    "Indipendentemente da ciò devo ringraziarti, seppur qualcosa di te mi disgusti"

    Per tutta risposta nessuno gli rivolse il dito medio alzato senza nemmeno guardarlo.
    Non aveva voglia di abbassarsi a rispondergli.
    Intanto il lupo intanto andò a spolpare i cadaveri dei cacciatori.
    Il sai avrebbe potuto ora che ci pensava mangiarseli lui, ma poco importa.
    "HEI! VOLEVO SURGELARLI PER MANGIARMELI DOPO IO QUELLI!!! Oh vabbè fai come vuoi."
    Fece il demone irritato quando il lupo tornò.
    CITAZIONE
    "Se davvero sei un medico..."

    Disse, tornando verso di lui
    CITAZIONE
    "non ti dispiacerà aiutare un mio compagno, Xaviher, che per antonomasia è sopravvissuto al massacro a causa della sua malattia. Non è molto distante da qui, ma penso non gli restino molti minuti di vita. Ero... ero con lui fino a quando non ho sentito le menti del branco scomparire una ad una"

    fece il lupo.
    Il demone lo guardò sconcertato.
    Avevano la possibilità di salvare un altro amico del lupo mannaro, ma questo era in fin di vita.
    Come poteva essere così stupido?!
    "Tu... Tu hai abbandonato il tuo amico così?! E mangiavi le MIE prede come niente fosse!? SEI PAZZO IRRESPONSABILE!!! Dobbiamo sbrigarci, lo curerò per quanto possibile, ma non mi assumo la responsabilità nel caso muoia!"
    Sclerò il demone stressato e affettato mentre generava e spalancava le ali.
    Dovevano correre.
    Doveva farlo in nome della laura in medicina comprata al mercatino del usato appesa in quel obitorio di casa sua.
    Poi il lupo si rivolse a quella bellissima grifonessa...
    CITAZIONE
    "Ti prego, se ti guiderò con la mia mente verso di lui, potresti raggiungerlo e portarlo qui? Indipendentemente da quanto possa servire provare ad aiutarlo, vorrei che non se ne vada da solo. Non è piacevole quello che ti chiedo, ne sono consapevole, però... per favore..."

    La grifonessa lo capiva... Non era bello morire da soli, per questo a volte Nessuno abbracciava le sue normali vittime che cacciava e le confortava dolcemente prima di ucciderle, ma per quei cacciatori di prima la cosa era diversa. Comunque salvarlo col la sua saliva curativa non sarebbe stato difficile.
    Non aveva gli abitanti da medico, ma fortunatamente aveva un kit di pronto soccorso e la sua saliva curativa.
    Sperò che sarebbe bastato, ma poteva solo sperarlo mentre seguiva i due volandogli sopra per essere più veloce.
    Se non arrivava per primo poteva non venire affatto.

    Aesingr Ness inizia a sclerare come agoni... Sarà un casino... XD


    Edited by Master of Void - 22/3/2016, 20:49
     
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