Un nuovo mondo

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    Era l'alba ed macchia nera solcava ad alta quota il mare ceruleo, i battiti delle sue ali erano sconnessi ma non sembrava rischiare di precipitare. Era una ventina di giorni che non chiudeva occhio e non metteva qualcosa di decente sotto ai denti, la stanchezza e la fame iniziavano a farsi sentire, più quest'ultima della prima.
    Tutto il viaggio era stato un susseguirsi di acqua e vento, vento e acqua e la cosa a lui stava letteralmente scocciando, oltretutto il sole in quel posto picchiava come il martello di un fabbro su un incudine. Aveva deciso che avrebbe provato a pescare qualcosa se non avesse raggiunto la terra in poco tempo, fortunatamente a quanto pare qualcuno o qualcosa aveva ascoltato le sue continue ed incessanti lamentele.
    Proprio alla sua destra riuscì a scorgere una sottile linea di terra scura, era andato decisamente fuori rotta ma con una lieve cabrata si portò di fronte ad essa, una chiostra di denti bianchi apparve sul suo muso delineando un sorriso feroce, appena arrivato avrebbe fatto una corsa verso la prima macchia di bosco o vallata e si sarebbe dato alla pazza gioia.
    Gli ci volle più tempo del previsto, era arrivato in vista della costa che già era arrivato il primo pomeriggio e la mancanza di nuvole non lo aiutava a proteggersi dal sole che gli stava cuocendo il dorso.
    A quanto pareva oltre alla spiaggia si estendeva un grosso agglomerato di case disordinate come se fossero l'unione di vari villaggi confinanti, se gli umani di quel posto non fossero stati abituati alla sua razza sarebbe stato un problema sorvolare il posto, ma anche l'atterrare in mezzo al "villaggio" non sarebbe la più intelligente delle mosse.
    Spostò lievemente il peso sulla destra compiendo un ampio semicerchio sulla spiaggia ed atterrando sulla morbida sabbia, era a un centinaio di metri dal villaggio ma già riusciva a vedere la gente affrettarsi sulle strade e indicare nella sua direzione, il drago nero fece saettare la lingua fra le fauci pensando a cosa fare, non aveva di certo le forze per battersi con un villaggio, sarebbe dovuto fuggire?
    Osservò poche guardie mentre lo additavano, non sembravano avere intenzione di intercettarlo.

    *Oh beh. O la va o la spacca*

    Pensò avviandosi verso il villaggio con andatura tranquilla, la sensazione delle zampe che sprofondavano nella sabbia calda era alquanto piacevole e lo aiutò a riprendere il perfetto controllo degli arti atrofizzati. Mentre arrivava di fronte alla cittadina si avviò subito verso la prima macchia d'ombra, scoccò un occhiata ad una guardia che lo squadrò da cima a fondo. Non aveva dato di matto per ora, non sembrava avercela con lui a quanto pareva e lo liquidò con un rapido "non provare a creare problemi".
    Maven sbuffò tranquillizzato, aveva bisogno di cibo e acqua e al più presto...
     
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    Brendan, prima role.


    L'alba si stava alzando su Itios, quel piccolo agglomerato di villaggi abitati prevalentemente da umani, situazio in mezzo ad una tranquilla campagna circondata da un lembo di spiaggia morbida. Il sole mentre si alzava, colorava vivacemente di arancione i tetti delle case, facendo capolino dalle abitazioni con i suoi raggi caldi mattutini e dando il buongiorno a coloro che vi dormivano dentro beatamente.
    Brendan, un maestoso drago dalle scaglie cremisi, vedeva tutto questo spettacolo dall'alto. Volava ad una quota ragionevole e veniva dall'entroterra di Kengard, precisamente dal monte Axius. Lì, era dove aveva ricostruito da un paio di anni a questa parte, un villaggio con i superstiti che si erano salvati dall'eruzione vulcanica della sua terra natia.
    Ah, ricordi allegri, ma anche funesti e dolorosi assai erano per l'ex-principe di Skeiron rimembrar il proprio regno bruciato dalla lava incandescente di quel maledetto vulcano. Ma alla Natura, sovrana di tutti i mondi esistenti, non si comanda purtroppo. Bisognava accettare i cambiamenti che faceva, seppur a malincuore.
    Con l'amaro in bocca e la mente bagnata da quel flusso di pensieri, Brendan decise di atterrare non molto distante da un primo agglomerato di villaggi, in mezzo ad una boscaglia che costeggiava le modeste abitazioni. Con calma e lentamente, sperando di non essere visto da nessuno (anche perché aveva scelto di atterare apposta lì per non dare sospetti), prese la forma umana. Dato che Itios era abitato prevalentemente da umani, non voleva assolutamente creare scompigli. Chissà...magari gli abitanti nel vedere quel energumeno rosso ed alto, si sarebbero impauriti o intimoriti!
    Comunque, anche da umano, non è che appariva così normale: la prima cosa che si potena notare era proprio la sua chioma ribelle e lunga di capelli rossi come le sue stesse scaglie, e gli occhi tinti di un verde innaturale.
    Beh...sempre meglio che niente comunque!
    "Devo trovare quel monello di un felino!"
    Brendan era venuto apposta a Itios perché nel suo villaggio era scappato un cuccioletto di leone alato, figlio del suo ex-consigliere Keraxas. Proprio quest'ultimo, aveva sentito da diverse creature ed umani, che avevano visto questo leoncino dalle piccole ali piumate non ancora sviluppate, zampettare in direzione di Itios.
    "Giovani...così irrequieti!" pensò Brendan con un po' di stizza, nonostante volesse bene a tutte le creature del suo villaggio, ai piedi del monte Axius.
    Il drago, sotto l'apparente forma di umano, uscì dalla boscaglia e si avviò a piedi, al villaggio più vicino.
    Nel frattempo, con la coda dell'occhio sinistro, vide che da quella direzione stava arrivando un drago completamente nero e dagli occhi rossi come il sangue.
    "Mhm, speriamo che non gli rompano tanto le scatole." pensò, fermandosi un attimo. Notò che una guardia aveva prima squadrato da cima a fondo il drago sconosciuto e poi, si rivolse al ragazzo dalla chioma rossa, comportandosi altrettanto.
    Lui alzò le braccia e guardò l'uomo, con i palmi delle mani rivolti verso l'alto come se volesse far intendere cosa ci fosse di così interessante da osservare con tanta avidità.
     
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    Era la prima volta che veniva ad Itios, da quando era giunto nell'isola di Kengard assieme al drago rosso Lenrian, che aveva preso tana sulle montagne dell'Ossidiana d'Argento, portando di tanto in tanto l'elfo Aesiril in vari punti dell'isola.
    Quel giorno aveva deciso di vedere Itios dopo aver esplorato a lungo la Foresta di Ahsnaeris, dove aveva fatto molte scoperte riguardo la botanica e la zoologia del luogo, scoprendo nuove piante e nuovi animali del tutto sconosciuti.
    Aveva trascorso la mattinata camminando lungo la battigia camminando a tratti sulla sabbia asciutta e a tratti su quella umida, lasciando che le leggere onde gli bagnassero i piedi scalzi e le caviglie. Era una giornata di bel tempo, di mare calmo e con una leggera brezza che manteneva la temperatura gradevole. I gabbiani volteggiavano tranquilli nel cielo, lasciandosi librare nel vento mentre alcuni umani passeggiavano sulla spiaggia. Alcuni di loro continuarono lungo la loro strada mentre altri squadrarono l'elfo con fare sospetto, lanciando occhiate alle sue orecchie a punta, ai suoi capelli e alla sua spada da combattimento che portava sempre con sè, spada presa di mira dalle occhiate di alcune guardie cittadine ma niente più.
    "Esseri con le orecchie rotonde....bah...." pensò tra se e se Aesiril.
    Dopo aver pranzato all'ombra di alcuni alberi, mangiando dei frutti e bacche commestibili che aveva trovato ad Ahsnaeris, l'elfo della Natura iniziò a camminare in direzione della cittadina e in quel momento colse un movimento dalla spiaggia. Un drago nero proveniente dal mare era atterrato sulla spiaggia dove prima l'elfo camminava e si stava dirigendo verso la cittadina mentre i bipedi dalle orecchie rotonde lo attorniavano.
    Aesiril sapeva che gli umani non guardavano di buon'occhio i draghi, e non solo loro, e solo il pensiero di vedere un drago nero atterrare così di improvviso sulla spiaggia poteva essere motivo di un'accoglienza non proprio positiva.
    Tenendo la mano destra appoggiata sull'elsa della spada, Aesiril percorse di corsa le vie strette di Itios, scansando agilmente gli umani che affollavano le strade.
    Quando raggiunse il drago nero notò che una delle guardie lo stava squadrando mentre, dall'altra parte della strada notò uno strano umano che sfoggiava una lunga zazzera rosso fuoco e che aveva dei penetranti occhi verdi. La guardia che squadrava il drago nero spostò la sua attenzione proprio a quel tizio, che alzò le mani.
    Aesiril guardò la scena lasciando l'elsa della spada ma tenendo la mano sempre nei pressi, in modo da sfilarla se ce ne fosse stato bisogno.
    "Perchè quella guardia dalle orecchie rotonde è così insistente su quel tizio e sul drago nero?" pensò l'elfo attendendo il corso degli eventi.
    Gettò un'occhiata al drago nero. Era un bell'esemplare maschio forte e muscoloso ma che ora appariva stanco e provato da un lungo volo. Chissà da dove arrivava?
     
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    Maven si limitò a chiudere gli occhi e chinare il capo in un cenno di assenso verso la guardia, non era di certo il momento migliore per attaccar briga anche se avrebbe voluto con tutto se stesso appenderlo ad un comignolo, si mosse per andarsene quando un odore strano gli giunse alle narici.
    Inarcò la testa all'indietro per guardare da dove arrivava quella familiare fragranza e si trovò a guardare un umano decisamente insolito, dai capelli rossi come il fuoco e penetranti occhi di un brillante verde smeraldino, probabilmente era la stanchezza ma non si era manco accorto di lui fino a quando non ne aveva percepito l'odore.
    Senza la minima decenza si voltò verso di lui e abbassò la testa all'altezza di quella della guardia che lo stava esaminando neanche fosse un fenomeno da baraccone. L'umano in armatura si irrigidì nel vedere la grande testa del drago a pochi centimetri da lui, un grande occhio rosso sembrava scrutarlo nel profondo, la lingua del drago saettò un paio di volte fra i due senza che lui dicesse nulla.

    "E' con me guardia, non siamo qui per portare guai. Se avessi voluto attaccarvi di certo non passeggerei in mezzo a voi, non crede?"

    Una voce tranquilla dalla tonalità bassa e un incedere decisamente strafottente uscì dalla sua gola. La guardia sembrò sul punto di avere un infarto e balbettò qualcosa sul non temere i draghi e su quanto sia stato addestrato a combatterli. Se avesse avuto delle pupille visibili i due umani avrebbero potuto vedere benissimo mentre le roteava verso l'alto con fare esasperato.

    "Certo, non ne dubito. Se me lo permette, me ne andrei. Ho fame... E lei dovrebbe cambiarsi quelle brache, immagino"

    Disse accennando alla macchia di urina che si era allargata ai piedi dell'umano che si affrettò a bestemmiare qualcosa in sua direzione e ad andarsene in tutta fretta correndo come un ebete.
    Maven si voltò verso il roscio, chiuse gli occhi esibendosi in un sinistro sorriso e indicò un posto a caso dietro di lui come se lo pregasse di seguirlo, non era un normale umano questo era certo, odorava di selvatico e aveva un aspetto fin troppo feroce per uno della sua razza.
    Nel voltarsi quasi l'infarto venne a lui, si compiacque di come riuscì a trattenersi dal mollare una testata al nuovo arrivo che si era portato accanto a loro senza che se ne accorgesse, di nuovo.
    Una creatura che ricordava di aver visto ben poche volte, gli bastò una rapida occhiata per attribuire quella forma slanciata e austera ad un elfo, quelle orecchie a punta erano inconfondibili.

    "Prima o poi mi verrà un colpo, ugh... Okay, con chi ho il piacere di parlare?"

    Disse ricomponendosi e iniziando ad avanzare lentamente verso il centro del villaggio, per la fame avrebbe pensato dopo a cacciare tutto quello che voleva fare in quel momento era trovare un pozzo e bere come se non ci fosse un domani.

    Edit: "Correzione errori Dx"

    Edited by -Cosmos- - 24/3/2016, 07:58
     
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    Non capiva perché tutti dubitavano di lui quando era umano. E che diamine...Brendan faceva di tutto pur di nascondere la sua vera identità in mezzo alle creature dalle orecchie rotonde e senza alcun potere. L'unica cosa che non riusciva a mascherare era il suo odore selvatico misto a bruciaticcio e fumo, che sicuramente avrà percepito il drago nero accanto a lui. Ma non era un gran problema...tanto gli umani avevano il fiuto più penalizzato di tutti. E l'importante era appunto, non mostrare la vera identità a loro.
    Quando il ragazzo dalla chioma rossa stava per dire alla guardia di non preoccuparsi e se per caso, aveva visto passare un cucciolo di leone alato color sabbia, proprio il drago nero dagli occhi completamente rossi parlò all'uomo di guardia. La sua voce aveva un che di strafottente che a Brendan piacque, portandolo a sorridere malizioso mentre si portò una mano sotto il mento, interessato alla scena.
    CITAZIONE
    "E' con me guardia, non siamo qui per portare guai. Se avessi voluto attaccarvi di certo non passeggerei in mezzo a voi, non crede?"

    Anche se il drago rosso era venuto da solo, il suo simile dalle scaglie nere cercò di difenderlo, se così si poteva dire, da altre rotture da parte dell'umano. Sorrise divertito quando vide che la guardia stava praticamente per infartare, bofonchiando in contemporanea parole incomprensibili e bestemmie a tutti gli dèi...oltre al fatto che si era urinato addosso dalla paura!
    Brendan trattenne una risata gonfiando le guance e portandosi una mano davanti alla bocca. Quel drago nero ci sapeva fare: in poche e semplici parole era riuscito ad umiliare la guardia, mettendola in imbarazzo e a farla correre via a gambe alzate.
    "Vi ringrazio, maestoso drago per ciò che hai fatto!" disse lui, dandosi un contegno e parlando con una certa eleganza, come di solito faceva lui.
    Nel campo visivo di Brendan, apparse improvvisamente una figura slanciata, magra, con una chioma castana lucida. Intravide due orecchie a punta e la sua mano vicino alla spada che cingeva al suo fianco. Portava un forte odore di foresta e di natura...beh, era sicuramente un elfo!
    CITAZIONE
    "Prima o poi mi verrà un colpo, ugh... Okay, con chi ho il piacere di parlare?"

    disse il drago nero.
    "Potete chiamarmi Brendan." disse il ragazzo-drago, mentre sfoggiava un leggero inchino, con una mano al vento e l'altra sul petto. Poi si rimise in posizione eretta e si aggiustò quel crine rosso, lungo e ribelle che non stava mai al proprio posto.
    "Non so se sono i miei occhi, ma vi vedo abbastanza provato e affamato. Conosco questo agglomerato di villaggi e posso dire che nel centro di questo villaggio, c'è un modesto pozzo d'acqua dove potete rinfrescar le vostre stanche membra."
    Il suo modo di parlare era singolare: essendo cresciuto in una famiglia nobile, anche il linguaggio appariva raffinato o troppo convenevole.
     
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    Aesiril guardò la scena tra il drago nero, il curioso ragazzo dai capelli rossi e la guardia umana.
    Il drago aveva una voce bassa, tranquilla ma anche straffontente contro esseri strafottenti com'erano gli umani, specialmente quegli umani. Un lieve sorriso si stampò sul volto del giovane elfo mentre cercava di capire il dialogo tra di loro, ma quando si accorse che la guardia era in preda ai propri bisogni fisiologici provocati dalla paura del drago nero, scoppiò a ridere senza trattenersi, indicando con l'indice della mano destra la guardia che se la dava a gambe levate e non proprio pulite. Dopo essersi asciugato le lacrime per le risate ed essersi un pò calmato, Aesiril si avvicinò al drago nero e al ragazzo dai capelli rossi, aggirando accuratamente ed a debita distanza quell'imbarazzante macchia lasciata lì dalla guardia.
    "Spero che gli umani abbiano almeno la decenza di ripulire...." pensò.
    Sentì i due parlare, il ragazzo che si chiamava Brendan elogiava il drago nero per le sue gesta nei confronti delle guardie e il fatto che il drago nero fosse stanco.
    Senza mostrare timidezza, l'elfo della Natura si presentò ai due.
    "Salve, posso unirmi alla compagnia? Questo sole pomeridiano mette sete a tutti e stavo andando al pozzo per rinfrescarmi la gola. Il mio nome è Aesiril e sono un elfo della Natura. E' un piacere conoscere un drago come voi e un ragazzo dai bei capelli rossi." disse con voce amichevole guardando entrambi.
    Oltre che da quel drago nero, Aesiril era attratto anche dal ragazzo da quei strani capelli. Non aveva mai visto nessun umano con i capelli di quel rosso vivo e sospettò che potesse trattarsi di un metamorfo e che in realtà fosse una creatura sotto mentite spoglie umane. Erano anche i suoi bellissimi occhi verdi a tradirlo. Ma se i suoi sospetti erano veri, Aesiril ne sarebbe stato molto felice, oltre ad essere curioso di sapere chi fosse in realtà quel tizio.
     
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    Nel mentre che attendeva una risposta da parte del drago, Brendan con la coda dell'occhio, vide l'elfo avvicinarsi. Egli chiese se si poteva unire alla compagnia dato che anche lui, stava andando al pozzo a rinfrescarsi. Si presentò con il nome di Aesiril ed era un elfo della Natura. Fece i complimenti sia al drago che al drago sotto spoglie umane, rivolgendo particolari attenzioni ai suoi capelli rossi accesi. Beh, di certo non era roba da tutti i giorni incontrare "umani" con quelle particolari caratteristiche fisiche...
    "Il piacere è tutto mio!" esclamò, porgendogli la mano in segno di saluto.
    "Certamente, puoi unirti per quanto riguarda me. Ma penso che sia lo stesso anche per lui." e indicò il suo simile dalle scaglie nere, poco più accanto. Solo a ripensare alla scena che aveva appena visto, gli veniva da ridere. Trattenne un risolino e scosse la testa per riprendersi. Avrebbe lottato tutto il giorno cercando di non pensare a quell'ironico fatto.
    Incominciò a camminare verso il pozzo, facendo in modo che anche l'elfo (e il drago, se voleva) lo seguisse.
    "Mi chiamo Brendan e... sto cercando un cuccioletto di leone alato che è scappato dal villaggio in cui abito. E' color sabbia, non ha ancora la criniera ed ha un paio di alette piccole e biancastre..." il ragazzo fermò la sua camminata per qualche secondo e nel mentre con le mani, cercò di fare intendere la dimensione del piccolo leone, che erano due taglie in più rispetto ad un comune gatto.
    "...non è che venendo qui, l'hai visto? Il fatto è che non sa ancora volare in quanto le ali non si sono ancora formate e...potrebbe essere vittima di attacchi di creature più grandi." Finì di spiegare il tutto con un pò di tristezza: non voleva che nessun membro del suo villaggio si facesse male o nel peggiore dei casi, venisse a mancare. Dopotutto, era lui che lo amministrava e lo proteggeva.
     
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    Lo strano ragazzo dai capelli rossi acconsentì all'elfo, il quale ricambiò con un sorriso e un gesto elfico mentre il drago nero aveva lo sguardo distratto e sembrò non aver sentito le sue parole.
    Mentre si incamminavano verso il pozzo, il ragazzo disse di chiamarsi Brendan e che stava cercando un cucciolo di leone alato. Aesiril sorrise di colpo, ecco da dove veniva quel leone alato che aveva visto prima sulla spiaggia poco fuori Itios e guardava contento i gesti di Brendan per far capire come era fatta la creatura.
    "Sì, credo di averlo visto. Prima mentre camminavo sulla spiaggia ho visto un leoncino alato che si divertiva ad affondare le zampe nella sabbia e ad arrampicarsi sui pini poco fuori il villaggio. Non sembrava in condizioni di pericolo anzi, sembrava divertirsi un mondo e credo che sia ancora là."
    Nel frattempo erano giunti nei pressi del pozzo e Aesiril si accinse a maneggiare con la manovella.
    "Giusto il tempo di dissetarmi e poi ti darò una mano a riprenderlo." aggiunse l'elfo della Natura.
    "Così, non appena siamo fuori dal villaggio mi fai vedere il tuo vero aspetto, draghetto. Devi essere un bell'esemplare!" pensò mentre lo guardava. Con poche occhiate, aveva capito la sua vera Natura
    L'elfo conosceva bene i draghi e le loro trasformazioni e ormai era in grado di distinguere un drago sotto mentite spoglie umane.
    E mentre armeggiava con argano e fune, Aesiril tirò fuori un secchio pieno di acqua fresca di falda.
     
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    Brendan fece un enorme sospiro di sollievo quando sentì che Aesiril aveva visto il piccolo leone alato. Fece un sorriso a 32 denti e alzò le braccia al cielo come se volesse ringraziare gli onnipotenti divini.
    CITAZIONE
    "Ho visto un leoncino alato che si divertiva ad affondare le zampe nella sabbia e ad arrampicarsi sui pini poco fuori il villaggio. Non sembrava in condizioni di pericolo anzi, sembrava divertirsi un mondo e credo che sia ancora là."

    "Che gli dèi elfici e draconici ti benedicano!" esclamò. Non si era resco conto di aver "invocato" le divinità draconiche, ma di fronte ad un elfo non c'era da preoccuparsi della vera identitò.
    "Grazie, grazie! Ero veramente in pensiero per quel piccolo guastafeste combinaguai, non sai quanto è vivace quel felino troppo cresciuto..." spiegò mentre guardava Aesiril che tirava fuori dal pozzo un secchio pieno d'acqua fresca.
    CITAZIONE
    "Giusto il tempo di dissetarmi e poi ti darò una mano a riprenderlo."

    Brendan fece cenno di sì con la testa. Si appoggiò contro il murello che cingeva il pozzo e curiosò al suo interno. Alzò lo sguardo quando diversi umani stavano attendendo il turno dell'elfo della Natura e tra la folla, gli parve di scorgere una piccola e pelosa figura color sabbia.
    Brendan strizzò gli occhi e si fece largo tra la gente frettolosamente, scusandosi con loro per averli spinti. La figura si stava facendo più nitida e infatti, era proprio il leoncino che curiosava allegro le persone intorno a lui.
    Il ragazzo allungò il braccio e puntò il dito contro la creatura.
    "Tu!" esclamò. Il leoncino fu sorpreso nel vedere un individuo che lui conosceva perfettamente e si ritirò indietro timoroso come un gattino impaurito.
    "No Brendan, non voglio ritornare a casa. Ti prego, solo ancora per un giorno...il mondo è così bello da esplorare!
    "E invece DEVI ritornare, non sai quanto e io e tuo padre ci siamo preoccupati!" Il ragazzo si abbassò per prendere il leoncino ma questi improvvisamente, corse via a zampe levate. Sparì dietro un vicolo con rapidità felina, correndo chissà dove.
    "Ehi! Ritorna qui Lias! Per favore!" esclamò allargando le braccia. Non aveva nessuna voglia di trasformarsi in drago per trovarlo con facilità, era in mezzo ad un paese di umani per la miseria!
    "Aesiril...è vero che mi darai una mano a trovarlo? Ti offrirò tutto l'idromele che vuoi."

    Il leoncino se vuoi, puoi muoverlo anche tu dato che adesso ci mettiamo a cercarlo XD
     
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    L'elfo sorrise a Brendan, quando chiamò a se le divinità per benedire l'elfo. Benedirlo solo per aver visto il leoncino alato, doveva ancora trovarlo e prenderlo.
    "Oh grazie, Brendan!" fu la risposta dell'elfo, accompagnata dal gesto elfico di ringraziamento.
    Aesiril tuffò il viso nel secchio e si dissetò con l'acqua fresca di falda, tn vero toccasana per placare la sua sete.
    "Tu!"
    A quell'esclamazione di Brendan, l'elfo trasalì allarmato e gli fece andare di traverso gli ultimi sorsi iniziando a tossire e a battersi sul petto. Si guardò in giro per capire cosa stesse succedendo e fissò lo sguardo nella direzione dove indicava il ragazzo dai capelli rossi. Tra gli umani che passeggiavano tranquilli per Itios, scorse il leoncino alato che aveva visto sulla spiaggia. A quanto pare non voleva farsi prendere dal ragazzo, voleva solo esplorare il mondo attorno a lui, come era l'istinto di ogni felino cucciolo, sparendo poi oltre l'angolo.
    L'elfo della Natura intanto si era ripreso e si schiarì la voce per rispondere a Brendan, che gli avrebbe offerto in premio dell'idromele qualora lui lo avesse preso..
    "Oh grazie. Cercherò di fare il possibile per prenderlo ma il suo comportamento vivace è più che comprensibile. E' un cucciolo di felino spinto dal suo istinto e dalla sua natura, che vuole esplorare il territorio ed imparare. Non puoi tenerlo sempre al guinzaglio, Brendan." gli rispose Aesiril mentre iniziava a dirigersi verso il vicolo dove il leoncino era sparito.

    Dopo aver voltato l'angolo per sfuggire a Brendan, Lias imboccò un vicolo stretto ed ombroso, con dei rifiuti lasciati lì dagli umani. Lias annusò e saltò finchè, all'incirca di tre quarti di vicolo, incontrò un grosso gatto nero maschio dal pelo lungo che stava mangiando i resti di pesce crudo. Non appena vide arrivare il leoncino, il gatto nero rizzò il folto pelo per sembrare più grande di quanto non fosse in realtà, puntando gli occhi gialli e mostrando i denti bianchi soffiando minaccioso contro Lias.
    Il leoncino alato, dopo un attimo di esitazione, rizzò a sua volta il pelo spalancando le ali, rispondendo con un soffio al soffio.
    Il suo avversario nero iniziò a miagolare furioso mentre il leoncino avanzava e nonostante fosse un cucciolo, Lias era più grande del gatto nero che appiattì le orecchie e soffiò nuovamente, sempre più minaccioso.
    Lias lanciò dei versi acuti da cucciolo accompagnando ad altri soffi finchè riuscì a far scappare il gatto miagolante, non prima però di incassare un graffio alla spalla destra. Un graffio superficiale, innocuo ma ben visibile sul suo pelo color sabbia.
    Il gatto nero battè in ritirata miagolando e ribaltando alcuni secchi vuoti di metallo lasciati dagli umani e tutto quel trambusto attirò nel vicolo una figura alta e longilinea che stava arrivando verso la sua direzione.
    "Dannazione agli umani, non mi lasciano nemmeno mangiare in pace..." disse Lias prendendo tra i denti il pesce crudo e portandoselo via cercando un posto tranquillo dove mangiarselo.
    Ma la figura che aveva visto arrivare non era un umano come lui pensava.
    Ok, una breve battaglia tra felini ci stava XD
     
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    Doveva improvvisare un piano per acciuffare il cucciolo. Era sparito dietro l'angolo di un isolato di una casa anche perché sentiva il suo tipico odore di selvatico non molto distante da dove era Brendan.
    Poco dopo lo raggiunse Aesiril e accettò di aiutare il ragazzo a trovare il leoncino.
    CITAZIONE
    "Oh grazie. Cercherò di fare il possibile per prenderlo ma il suo comportamento vivace è più che comprensibile. E' un cucciolo di felino spinto dal suo istinto e dalla sua natura, che vuole esplorare il territorio ed imparare. Non puoi tenerlo sempre al guinzaglio, Brendan."

    Si grattò la nuca un po' sconfortato a quelle parole.
    "E' vero, però è ancora un cucciolo...è ancora sotto la patria potestà di suo padre diventato iperprotettivo con il figlio da quando sua moglie è stata uccisa da un gruppo di orchi." disse un po' amaro, abbassando lo sguardo a terra.
    "Ma non voglio rattristarti, mettiamoci alla ricerca di Lias." esclamò positivo verso Aesiril e seguendolo verso il vicolo in cui era sparita la piccola creatura.

    Almeno Lias ce l'aveva fatta, aveva ottentuto quel pesce crudo così ambito da quel gattaccio nero e rabbioso. E adesso, ci si metteva pure quella strana figura alta, oscurata dalle ombre del vicolo che stava venendo verso di lui.
    Il leoncino con il cibo in bocca, socchiuse gli occhi per distinguerne bene i contorni. Sembrava essere una figura femminile dal fisico longilineo e di bell'aspetto: gli occhi erano di un viola profondo dall'iride rotondeggiante e nera, simile a quella di un rapace, il viso presentava lineamenti delicati e morbidi, i capelli erano di un colore argento brillante che gli ricadevano sulle spalle arricciolati. Addosso sembrava essere vestita da un semplice straccio bianco tenuto legato alla vita con una corda dorata.
    Sembrava un angelo, un qualcosa di ultraterreno...almeno da quanto aveva intuito Lias. La donna si avvicinò al piccolo leone, lo guardò teneramente e si inginocchiò incrociando il suo sguardo felino. Il leoncino si ritirò indietro intimorito con il pesciolino in bocca, ma rizzò il pelo allo stesso momento per far vedere che era "pericoloso e cattivo"!
    "Ciao piccolino...ti sei perso eh?" disse lei con voce melodiosa. Lias non sapeva cosa rispondere. Scosse la testa lievemente per accennare un piccolo "no".
    "Ah, ho capito."rispose la donna misteriosa, alzandosi in piedi e guardando la creatura con un dito sotto il mento. Lo scruto profondamente in ogni suo dettaglio mentre nel suo viso si stava increspando un'espressione...maliziosa.

    Brendan raggiunse il vicolo e con estremo sollievo, vide Lias in fondo a esso assieme ad un'altra figura femminile. Credendo che anch'essa si fosse precipitata o per curiosità o per qualsiasi altro motivo davanti al leoncino, il drago rosso da lontando disse:
    "Per favore, fermi quel cucciolo!" esclamò. La donna che era davanti a Lias, socchiuse gli occhi e sorrise ambiguamente, rivelando una dentatura fitta e accuminata.
    Il piccolo felino a quella vista, appiattì le orecchie, mollò il cibo dalla bocca e incominciò a soffiare ed a emettere versi acuti simili a forti miagolii. Senz'altro stava tentando di ruggire ma con scarso successo. Brendan vedendolo sulle difese, sgranò gli occhi preoccupato ed il suo cuore accellerò i battiti.
    "Va bene, non ci sono problemi. Ma prima...vieni a prenderlo."
    Improvvisamente la donna si ricoprì di piume bianco-grigiastre in tutto il corpo: i capelli divennero penne, i piedi si trasformarono in zampe d'aquila con artigli lunghi e ricurvi mentre le braccia, si allungarono e si trasformarono in vere e proprie ali. Emise una risata agghiacciante che riecheggiò nel vicolo come un suono inquietante e si strappò la tunica bianca di dosso con un gesto d'impeto.
    "Maledizione! Un'arpia!" Brendan senza farselo ridire due volte, evocò sulla mano destra la sua spada da un vortice di fiamme cremisi. Si gettò contro la creatura con un fendente.
    La donna di prima ora divenuta arpia, sibilò minacciosa in direzione del ragazzo e dell'elfo, poi afferrò Lias per il dorso con i suoi artigli argentei. Vedendo che stava per essere attaccata, colpì il drago-umano con una delle sue larghe ali sul torace, facendolo cadere a terra.
    "Il leone è mio e sarà il mio prelibato pranzo per oggi!" Dopodiché l'arpia si alzò in aria con il povero cucciolo che miagolava impaurito. Dalla sua ala sinistra, lanciò una raffica di piume metalliche contro l'elfo cercando di toglierlo subito dal mezzo e poi, sparì verso nord, oltre il villaggio umano.


    Lias
    winged_cub_by_risachantag-d8n2fmq

    Arpia
    harpy_by_therafa-d86busz
     
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    Aesiril si fiondò assieme a Brendan nello stretto vicolo buio e maleodorante, facendo una sorta di corsa ad ostacoli per evitare di calpestare cose disgustose che gli umani avevano scaricato in quel vicolo per nascondere agli occhi delle vie più ampie e trafficate. Un fracasso metallico di bidoni che si ribaltano proveniente dal fondo del vicolo attirò l'attenzione dell'elfo che riuscì a scorgere un gatto nero che scappava da un altro felino con le ali. Fortunatamente Lias doveva essersi fermato e loro avevano guadagnato terreno tenendolo a vista.
    Ma il leoncino alato non fu da solo, una figura femminile e longilinea apparve dall'altra parte del vicolo che si inginocchiò per sbarrare la strada a Lias.
    "Almeno per una volta gli umani sono d'aiuto...." pensò l'elfo credendo di avere ormai "il gatto nel sacco". Ma si sbagliava. Nel giro di pochi secondi quella che sembrava una femmina di umano, si trasformò in un'arpia. Un avversario che poteva essere pericoloso.
    "Lascialo andare!" urlò l'elfo sfilando la sua spada verde da combattimento mentre Brendan evocò sulla sua mano una curiosa spada infuocata, gettandosi subito contro il suo avversario.
    L'arpia lo colpì con un'ala che lo fece finire a terra, poi prese il cucciolo e si alzò in volo, sferrando un attacco contro l'elfo.
    Aesiril, che si trovava più indietro di Brendan e più distante dall'arpia, riuscì con un balzo felino ad abbassarsi e a ripararsi dietro ad una cassa di legno. Alcune piume metalliche tranciarono le punte dei suoi lunghi capelli che si trovavano ancora in aria mentre altre si conficcarono con forza nella cassa di legno.
    Non appena si rialzò, l'arpia era sparita e Brendan era ancora a terra, così corse in suo aiuto, dandogli una mano per rialzarsi. Nonostante quel colpo d'ala, il ragazzo dai capelli rossi non sembrava ferito.
    "Volo con i draghi fin da quando ero piccolo e so chi sei in realtà. Usciamo da questo vicolo e spalanca le tue ali, combatteremo insieme!" Aesiril incitò Brendan per infondergli coraggio. L'arpia si era alzata in volo e un paio d'ali era strettamente necessario per seguirla e sconfiggerla.
    L'elfo della Natura, da parte sua, aveva accumulato dentro di se dell'energia del suo elemento entrando in connessione con i pini marittimi durante la sua passeggiata mattutina e poteva sfruttarla stando attento a dosarla in modo corretto.


    Il terreno e il villaggio si allontanarono di colpo, eppure le sue ali da cucciolo erano ferme. Era trattenuto in una micidiale gabbia di artigli che puzzavano di malvagità. Si ricordò che quell'arpia aveva colpito il suo Brendan e lanciato delle frecce metalliche contro un elfo che era accorso in suo aiuto. Lias sperò che il suo amico si fosse ripreso presto per assumere le sue vere sembianze e salvarlo.
    "Lasciami andare!" urlava il leoncino con la sua voce cristallina da cucciolo mentre accompagnava le parole a dei miagolii.
    Ma il suo istinto selvaggio prevalse e il cucciolo iniziò, per quanto poteva, a difendersi. Con il muso, cercò la pelle più morbida che si trovava dietro uno degli artigli e iniziò a mordere, cercando di affondare i suoi denti da cucciolo felino più a fondo che poteva. Non doveva avere paura.
     
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    Aveva preso una notevole botta dall'arpia, per poco non gli mancò il respiro. Si rialzò subito in piedi grazie anche all'aiuto di Aesiril e guardò in alto nel cielo dove ormai la creatura metà uccello e il piccolo Lias erano diventati un indistingubile puntino minuscolo nella volta azzurra diurna.
    Brendan digrignò i denti dalla rabbia e riassorbì la spada di fuoco dal palmo della mano così come l'aveva evocata, avvolta da un piccolo tubrine di fuoco arancione.
    CITAZIONE
    "Volo con i draghi fin da quando ero piccolo e so chi sei in realtà. Usciamo da questo vicolo e spalanca le tue ali, combatteremo insieme!"

    disse l'elfo senza ripensamenti. Il drago fece un sorrisetto a testa bassa e la rialzò guardando Aesiril di sbieco.
    "Sai, mi dimentico sempre che ai sensi degli elfi sono un drago in tutto e per tutto, anche se cambio forma. disse sarcastico. Si stirò le mani, facendo scrocchiare le nocche e sciolse le gambe come se dovesse fare una gara di corsa. Fece un passo in avanti, si portò le braccia unite contro il viso e improvvisamente dalla giacca nera, sbucarono due ali. La statura aumentava e il corpo si allungava strappandone i vestiti mentre si ricopriva di lucenti scaglie rosse cremisi. Il viso presto si tramutò in muso, i capelli divennero una lunga ed ampia cresta che si dilungava fino il collo; piedi e mani diventarono zampe con tanto di artigli acuminati. La coda fece il suo ingresso come ultimo elemento della trasformazione assieme a corna e varie cuspidi situate sul mento, naso e coda.
    A termine operazione, Brendan era diventato un massiccio drago in tutto e per tutto, alto circa 6 metri e lungo 15. La lunga coda rossa scorgeva dal vicolo tantoché vari umani si preoccuparono vedendo ciò.
    "Ops, credo che mi abbiano notato..." disse con un tono preoccupato. Il suo sguardo cadde poi sui vestiti umani strappati a terra e emise una nera nuvoletta di fumo dalle due narici.
    "Mhmpf, ci tenevo a quegli indumenti ma non avevo tempo di svestirmi prima. Pazienza, nella mia tana ho altri ricambi..." disse, facendo un occhiolino all'elfo della Natura. Abbassò il collo verso di lui e con la testa gli fece cenno di salire sulla sua groppa.
    "Sali a bordo, quell'uccellaccio presto assaggerà la nostra furia!" esclamò con un sorriso di sfida e soddisfazione. Lasciò il tempo alla creatura dalle orecchie a punta di montare e di sistemarsi comodamente e poi Brendan una volta arrampicatosi sul tetto di un'abitazione per avere lo spazio necessario per aprire le ali, spiccò il volo verso l'arpia. Emise un ruggito di sfida verso l'avversario e aumentò l'andatura di volo.


    L'arpia volava verso nord, in direzione di una rocca abbandonata e diroccata, ora diventata il suo fidato nido. Per quel giorno aveva rimediato un buon pasto per pranzo, anche perché aveva da sfamare la sua nidata di piccoli di arpia: a quell'età erano molto più voraci che da grandi, erano peggio dei piranha se così si poteva dire.
    Teneva la preda ben salda tra gli artigli anche se sentiva che stava incominciando a divincolarsi.
    CITAZIONE
    "Lasciami andare!"

    urlò Lias. L'arpia rise malvagiamente a quelle parole.
    "Neanche per sogno, piccolo e stupido leoncino." sibilò ella tra i denti affilati. Il cucciolo allora, preso dall'istinto dell'attacco, incominciò a mordicchiare la parte più tenera della zampa ed a graffiarla con i suoi artigli retrattili. La creatura metà uccello e metà donna sentì delle forte fitte alla carne e lasciò istintivamente Lias cadere nel vuoto. Il leone alato terrorizzato dall'idea di morire spiaccicato contro il suolo, cercò in tutti i modi di planare con le sue piccole ali non ancora del tutto formate. Ma in quel frangente di momento, vide verso sud, una figura rossa che volava tagliando il cielo a tutta velocità. E sulla sua groppa, il leone gli parve di scorgere una sagoma umanoide verde.
    Dall'altra parte del baratro, verso nord, l'arpia si era accorta del suo fatale errore e con un paio di agili manovre aeree, stava ritornando indietro verso Lias. Doveva prenderlo prima che cascasse contro il terreno, non doveva assolutamente perdere una preda rara come quella.
    Chi per prima prenderà il leoncino al volo? I secondi erano contati e il suolo si stava avvicinando sempre di più...

    Ho dovuto per forza autoconcludere quando Brendan spiccava il volo con Aesiril in groppa, non c'erano altri modi XD
     
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    Aesiril contemplò orgogliosamente il Brendan ragazzo tramutarsi in Brendan drago. Guardò ogni parte del corpo del drago spuntare e fare a brandelli gli abiti mentre procedeva con la trasformazione.
    "E' un drago rosso ancora giovane ma con un fisico molto robusto. Le proporzioni del corpo sono ottime, gli artigli sono ben ricurvi ed affilate, le scaglie cremisi ben curate e scintillanti. Assomiglia molto a Lenrian quando aveva qualche decennio in meno." pensò l'elfo mentre studiava ogni parte del corpo del drago che si formava.
    A trasformazione terminata, del ragazzo rimasero solo i vestiti a brandelli sparsi ai piedi del drago, che si attirò su di sè gli sguardi attoniti e basiti degli umani che vagavano per la città. Se per Aesiril quella trasformazione era del tutto normale, agli occhi degli umani sembrava che in città si fosse verificato un evento soprannaturale lasciandoli così basiti che rimasero fermi come statue, comprese alcune guardie cittadine.
    Ma gli umani non ebbero il tempo di fare nulla, che Brendan fece salire l'elfo il quale fu sulla sua groppa in pochi, agili e delicati balzi. Si sistemò sulla sua groppa, sguainò nuovamente la spada verde in segno di sfida ed incitò nuovamente il giovane drago rosso.
    "Vai vai vai! Più veloce del vento!"
    Brendan usò il tetto di un'abitazione come rampa di decollo, staccando con le zampe alcune tegole e facendo uscire da quella casupola degli umani che, dapprima basiti, iniziarono ad urlare contro il drago e l'elfo. Ma le loro urla furono presto molto flebili perchè i due guerrieri erano già in cielo e le ali del drago rosso sferzarono l'aria per guadagnare quota e velocità.
    Pochi attimi dopo il decollo, Aesiril scorse un puntolino in aria che stava volando a gran velocità.
    "Ecco l'arpia! Verso Nord! Accelera!" disse ad alta voce l'elfo, per contrastare il vento.
    Brendan si portò subito verso la direzione, cercando quanta più velocità erano capaci le sue forti ali. L'elfo sentiva chiaramente sotto il suo manto rosso i muscoli sviluppati del drago che si portavano al massimo sforzo e il cuore che pompava sempre più forte.
    I due guerrieri bruciavano sempre di più la distanza ma subito dopo Aesiril vide una cosa che gli fece gelare il sangue nelle vene. Un puntolino che stava precipitando.
    "Lo ha fatto cadere!!! Corri, Brendan, corri!!!" urlò allarmato l'elfo.


    Il vuoto. La sensazione dello stomaco che arrivava fino in gola. L'aria che lo sferzava. Il terreno che iniziava a salire verso di lui. Ma era lui che stava scendendo verso il terreno, dove l'erba non sarebbe bastata ad attutire la caduta.
    L'arpia lo aveva lasciato andare ma lui non aveva previsto il mortale impatto con il terreno. L'istinto lo portò a battere furiosamente le piccole ali ma queste, non ancora sviluppate, poterono solo concedergli una blanda planata.
    Nel cielo vide arrivare un drago rosso, fulgido come un rubino. Il suo Brendan, cavalcato da qualcuno vestito di verde e marrone armato di spada.
    "Brendan!!!!!" riuscì ad urlare Lias, sperando che l'udito sensibile del drago riuscisse a sentirlo.
    Il terreno si avvicinava sempre di più. In cielo da una parte vedeva la rassicurante sagoma rossa del suo amico drago, dall'altra l'orribile sagoma dell'arpia. Chi dei tre contendenti lo avrebbe preso?

    Non problem Hawke ^^
     
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    Ci stava mettendo davvero del suo Brendan, i muscoli stavano subendo un duro lavoro per poter sfrecciare il più veloce possibile sopra i cieli di Itios. Aesiril, sopra la sua groppa, lo invitava a fare del suo meglio. Velocemente e mentalmente, il drago si compiacque perché l'elfo non si sentiva nemmeno, era leggero e non gli stava affatto tirando le membrane alari.
    "Un punto in più per il mio nuovo amico dalle orecchie a punta!
    Mentre continuava a seguire la scia odorosa lasciata dall'arpia (che puzzava decisamente di pollo bagnato) improvvisamente, i suoi occhi smeraldini videro una cosa che non avrebbero mai voluto vedere: una sagoma giallognola che precipitava verso il vuoto.
    Era Lias e stava cadendo. L'arpia l'aveva lasciato per chissà quale motivo.
    CITAZIONE
    "Lo ha fatto cadere!!! Corri, Brendan, corri!!!"

    "Sarà fatto!" esclamò lui, dandosi un'ulteriore spinta con le grandi ali membranose. Spostò il peso del proprio corpo verso il basso, incominciando a discendere verso il leone alato ad una discreta velocità. Protese gli artigli delle zampe posteriori in avanti, pronti per afferrare il cucciolo.
    CITAZIONE
    "Brendan!!!!!"

    urlava lui, in preda al terrore quando vide il drago rosso.

    Nel mentre, l'arpia, accortasi che aveva perso il suo pranzo, incominciò a volare rapidamente verso il suo obiettivo, strillando rabbiosamente come un'aquila.
    "Quello è il mio pasto! Non osate rubarmelo!" esclamò con la lingua che saettava tra i denti affilati. Anche lei riuscì a volare rapidamente verso Lias e quando il piccolo leone sembrava essere destinato a morire sfracellato contro il suolo molto ravvicinato, si sentì afferrare per una grossa zampa rossa per il corpicino peloso.
    Si tolse le zampe dagli occhi (messe precedentemente per la paura) e sorrise felice, contento di non essere trapassato in maniera pietosa.
    "Brendan!" ruggì gioiosamente dentro la sua zampa.
    "Dopo le parole, adesso dobbiamo disfarsi di quell'uccellaccio." disse, facendo un occhiolino ad Aesiril.
    "Prendi Lias con te un attimo, starà più al sicuro." e detto questo, fece arrampicare il piccolo felino lungo il suo collo fino ad arrivare dove era seduto l'elfo. Impaurito che potesse cadere di nuovo, si attaccò come un gatto ad una sua gamba, stringendo la testa tra le spalle.
    "Ciao..." esordì timidatemnte, girandogli un occhio dorato verso di lui.
    Stando attento a non far cadere sia Aesiril che Lias dalla sua schiena, Brendan fece una virata larga verso destra, aggirando l'arpia per poter studiare meglio i suoi punti critici. Nonostante fosse un avversario relativamente piccolo rispetto alla sua taglia, non era da sottovalutarsi perché poteva avere in serbo attacchi a sorpresa.
    "Maledetti voi! Ridatemi il mio pranzo o vi ridurrò a fettine!" gridò lei tra un battito d'ala e l'altra per poter stare sospesa in aria. In preda all'ira, fece una giravolta su sé stessa e lanciò un'ulteriore scarica (composta da 5 dardi) di piume metalliche e taglienti, mirando sia il drago che elfo, che erano i bersagli più vistosi. Il rettile si girò di lato, cercando di evitarli anche se due dardi metallici, rimbalzarono come proiettili impazziti sulle scaglie rosse delle spalle. Esse al colpo, si scalfirono appena appena.
    Brendan in risposta, dette via al fuoco. Siccome non aveva mangiato rocce per renderlo viscoso e denso, la fiamma era una comune fiammata classica da drago. Solo il colore cambiava, infatti era di un rosso accesso.
     
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