Un nuovo mondo

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    Agile e veloce, Brendan si tuffò verso il cucciolo sfruttando al meglio le sue capacità nel volo. Protese le zampe posteriori in avanti allo stesso modo di un rapace ma fu anche molto delicato per non stringere o graffiare il leoncino alato.
    L'arpia strillava odiosamente contro il drago rosso per aver perso la sua preda e già consapevole di essere bersaglio facile per le fiamme di un drago rosso inferocito.
    Brendan lasciò il cucciolo ad Aesiril, che lo accolse amorevolmente vicino a lui accarezzandolo piano sul dorso. Lias piantò gli artigli sui suoi pantaloni come sono di solito fare i gattini ma grazie alle fibre rinforzate di tessuto elfico, Aesiril non sentì nulla.
    "Ciao Lias, ora sei al sicuro con me e Brendan" sussurrò al leoncino, che si raggomitolò sotto la sua mano sinistra, in cerca di protezione.
    Ma non era ancora il momento per le tenerezze, lui e il drago rosso dovevano sbarazzarsi di quella arpia starnazzante che continuava a girare loro attorno.
    L'elfo si strinse con forza con ginocchia e talloni contro il corpo del drago, visto che aveva la mano sinistra a protezione di Lias e la destra a brandire minacciosamente la spada. La stretta, anche se era forte per mantenere la stabilità e l'equilibrio, era leggera e non gli provocava dolore.
    E quella mossa fu fondamentale per non cadere quando Brendan piegò di lato per evitare l'attacco dell'arpia, fatto di nuovo da piume metalliche. I dardi che colpirono il drago rosso rimbalzarono contro le sue scaglie come se avessero colpito duro metallo, un altro dardo venne intercettato dalla spada di Aesiril levata sopra la testa a mò di protezione mentre l'ultimo colpì di striscio il fianco dell'elfo, aprendo un lieve squarcio nella rete di fibra elfica.
    L'elfo si lasciò sfuggire un gemito di dolore ma era poco più che un graffio.
    Brendan poi soffiò con fierezza un lungo flusso di fiamme rosse contro quell'uccello volante troppo cresciuto, Aesiril ammirò affascinato quel fuoco così rosso percependone il tepore.
    "Vai Brendan. Arrostisci quel pollo troppo cresciuto!" incitò l'elfo mentre continuava a tenere la spada puntata contro l'arpia.
    Dalla sua mano destra fece fluire l'energia della Natura, pronta a scaricarla sotto forma di irte spine lungo la lama se l'arpia si fosse avvicinata a lui e a Lias che si era del tutto rannicchiato sotto la mano e il braccio sinistro dell'elfo.

    Edited by King Bahamut - 17/5/2016, 19:21
     
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    La puzza di pollo bruciacchiato si sparse nell'aria circostante. Il fuoco di Brendan aveva bruciacchiato le piume dell'ala sinistra dell'arpia. A causa di ciò, perse quota di qualche metro ma si teneva in volo (anche se con un po' di fatica) con l'altra ala intera. Ammise mentalmente, con amarezza e con l'orgoglio ferito, che non poteva mai farcela contro un drago e un elfo in groppa: se non fosse stata attenta sarebbe stata lei il pranzo per quei due.
    Cosa fare dunque? Battere in ritirata? Di certo non era da lei, oltre al fatto che aveva da sfamare i suoi pulcini. Ma vedeva comunque che adesso era lei stessa ad essere in pericolo. Il drago rosso avanzava verso ella come un treno e l'elfo sulla sua groppa, era pronto ad attaccarla senza indugio. Doveva improvvisare qualcosa e anche alla svelta.
    L'unico modo era disarcionare quella creatura dal drago, così l'arpia avrebbe di nuovo ottenuto il suo prelibato pasto.
    Nel mentre Brendan stava volando verso il basso, mirando l'avversario con un'altra ennesima scarica di fuoco. Aveva sentito Aesiril emettere un piccolo gemito di dolore, forse qualche piuma metallica lo aveva colpito.
    "Tutto bene lì dietro?" domandò, con lo sguardo puntato in avanti e le zanne sfoderate dalle fauci.
    Due contro uno non era un combattimento tanto leale, quindi Brendan voleva solo offendere l'arpia per poi lasciarla andare. Non aveva intenzione di ucciderla, anche se lei non si sarebbe fatta problemi nel fare lo stesso con il povero Lias.
    "Non puoi vincere! Se hai un briciolo di intelligenza, ti consiglio di scappare." la avvisò il drago cremisi, ruggendo.
    L'arpia cercava di stare in volo, anche se pendeva un po' dal lato sinistro, la parte dell'ala con le penne bruciacchiate.
    "Non me ne andrò finché non avrò ottenuto quello che mi avete rubato!" Con quella frase, aveva praticamente dichiarato la sua condanna a morte e ne era consapevole. Una volta che Brendan fu abbastanza vicino a lei, si fece forza e sfrecciò sopra la sua cresta del collo come una furia, arrecandogli un taglietto sulla membrana rossastra e puntò Aesiril con gli artigli, cercando di afferrarlo per le spalle e disarcionarlo dal rettile volante.
    Il drago ruggì in risposta: si era avvicinato troppo a lei per assicurarsi delle condizioni dei suoi compagni di battaglia, provocandogli una distrazione.
    "Questa non me la perdono."
     
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    Anche se era un elfo vegetariano, Aesiril non potè esultare ed essere contento nel sentire quell'odore di pollo arrosto troppo cresciuto.
    Il fuoco di Brendan aveva colpito in pieno il suo obiettivo e anche se era ancora un esemplare ancora giovane, il suo fuoco era davvero potente e il drago rosso dimostrava un'accurata abilità nel manovrarlo.
    "Una di quelle piume metalliche mi ha colpito di striscio al fianco destro ma non è una ferita profonda! Lias è al sicuro!" rispose al drago rosso, che evidentemente deve aver sentito i suoi gemiti.
    L'arpia non dette segni di ritirata, nonostante fosse stata colpita all'ala sinistra compromettendole l'abilità nel volo, in quanto era mossa dall'istinto predatorio. Ma non Lias, se doveva sfamare i suoi cuccioli, aveva tutto il bosco dietro la città per cercare qualsiasi tipo di preda che di certo non mancava.
    Brendan avvertì il loro avversario di battere in ritirata, vista la forza maggiore del drago e della loro superiorità numerica.
    Ma quel volatile era più testardo di un mulo, consapevole di essere già stata ferita, l'arpia continuò l'attacco, stavolta puntando dritta verso l'elfo della Natura.
    Se credeva di poterlo afferrare con gli artigli e buttarlo giù dal drago, si sbagliava di grosso. Aesiril volava con i draghi da molti anni ed era diventato molto abile a stare in equilibrio senza usare le mani, come in quel caso. E non si fece prendere impreparato.
    "Sei davvero un grosso pollo testardo!"
    Raccolse ancora di più la mano con tutto il braccio sinistro a protezione di Lias mentre portò la destra, quella che brandiva la spada, a pochissimi centimetri dal braccio sinistro, aspettando il momento giusto.
    Pochi istanti prima che l'arpia fosse nel raggio d'azione della sua spada, la mano scattò sfruttando tutta la forza della parte destra del busto e del braccio in un fendente inclinato dal basso verso l'alto. Allo stesso tempo la sua magia fluì dalla mano alla lama verde, dove si formarono quattro aghi di conifera corti ma molto pungenti e dalla consistenza metallica sul lato della lama affilata rivolta verso l'arpia, preparandosi a ricevere il contraccolpo della lama qualora avesse colpito il suo obiettivo. Contraccolpo che si sarebbe scaricato sulle ginocchia e sui talloni, le parti del corpo che lo ancoravano a Brendan, ma senza provocare dolore al drago.
     
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    Aesiril aveva visto bene ad attaccare in quel modo e infatti, la sua spada puntellata da aghi di conifera, andò a prendere l'arpia alla giuntura dell'ala destra. L'attacco avventato della creatura metà uccello gli era costata cara: con l'ala sinistra bruciacchiata e spennata e con la ferita che aveva dal lato destro, non aveva pià le forze per stare in aria e contrattaccare. Ella infatti, con l'orrore che colmava i suoi occhi da rapace, incominciò a sprofondare nel vuoto con le zampe intirizzite e la bocca spalancata da ciò che si sarebbe aspettato a breve.
    Brendan, vedendo che ormai l'avversario era stato completamente battuto, rimase lì, fermo a mezz'aria tra un battito d'ala e l'altra. L'elfo e Lias erano salvi e infatti era questo che voleva.
    Ma non voleva nemmeno uccidere l'arpia. Non era questo il suo obiettivo che si era prefissato a terra.
    Socchiuse le ali al proprio corpo e buttò il peso verso il basso in picchiata, raggiungendo la creatura che stava per scontrarsi contro il suolo. La afferrò per le zampe e la lasciò su un ramo secco ma ben stabile che pendeva su uno strapiombio roccioso.
    Il drago non disse nulla, rivolse solo un'occhiata eloquente all'arpia. Ella reagì voltando la propria faccia dall'altra parte, accettando la disfatta e reprimendo l'orgoglio che soffiava in lei come una pentola a pressione.
    Erano stati avversari tosti e se ne sarebbe ricordata per un bel pezzo, se non per tutta la sua vita terrena. Avversari anche fin troppo nobili.

    Brendan atterrò in una zona verde fuori dai villaggi di Itios. Si schiacciò contro il terreno e allungò un'ala a mo' di scivolo, in modo che Aesiril e Lias scendessero senza farsi male con le sue cremisi scaglie pungenti e taglienti.
    "Fiù..." sospirò il drago, appoggiando la testa a terra con fare stanco. L'adrenalina che prima aveva accumulato era del tutto svanita, lasciandolo abbastanza affaticato.
    "Lias per favore...non cacciarti mai più in un guaio simile. Sei stato fortunato che oggi c'eravamo io e Aesiril..." commentò in tono autorevole misto ad un po' di rimprovero.
     
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    Il colpo di spada andò a segno, centrando l'ala destra dell'arpia e con le spine che non ebbero pietà. Seppure forte e ben mirato, il colpo non bastò ad ucciderla ma tolse ogni possibilità all'arpia di rimanere in volo, dopo che aveva ricevuto danni da fuoco all'ala sinistra. Così iniziò a precipitare verso il basso, verso il duro terreno.
    Brendan rimase fermo per qualche attimo fermo a mezz'aria a guarare l'arpia che cadeva a terra, per poi gettarsi in picchiata verso il basso, costringendo l'elfo ad una presa ferrea, colto all'improvviso da quella manovra, cercando di tenere sempre fermo il cucciolo, per evitare che venisse sbalzato giù dal dorso del drago.
    Aesiril guardò la scena del drago che salvò l'arpia dallo schianto a terra che l'avrebbe uccisa, prendendola delicatamente con le zampe e lasciandola sul ramo di un albero e capì la bontà di quel giovane drago rosso. La maggior parte dei draghi se non lo avrebbe fatto e un qualsiasi drago "normale" si sarebbe goduto lo spettacolo dello schianto per pavoneggiarsi ancora di più della propria vittoria.
    Anche l'arpia aveva capito che i suoi avversari erano troppo forti e rimase sul ramo, a pensare su come ha agito e soprattutto a smaltire la sconfitta, sconfitta che le sarebbe servita da lezione di vita.
    "Anche se sei giovane, mostri già profonda bontà e saggezza, Brendan" pensò l'elfo mentre fece una grande carezza al fianco del drago.
    Infine, i due guerrieri e il cucciolo atterrarono in una zona tranquilla immersa nel verde poco fuori Itios, dove Brendan fece scendere i propri passeggeri usando l'ala.
    Aesiril scese con estrema delicatezza sopra la membrana alare, stando molto attento di non toccarla con il fodero della spada e non appena fu a terra, lasciò libero il cucciolo che si mise subito a fiutare il terreno in cerca di qualcosa.
    "Brendan ha ragione. E' giusto che tu di diverta e giochi ma devi stare attento. Non tutte le creature sono così buone. Spero che la lezione di oggi ti sia servita!" aggiunse l'elfo della Natura al cucciolo felino, in un tono un pò meno duro di quello del drago ma comunque con la voce di chi sa insegnare bene.
    Aesiril poi si avvicinò all'attaccatura alare destra del drago e iniziò a massaggiarla con molta delicatezza.
    "Sei un guerriero forte, nobile e giusto, Brendan. Hai dimostrato di essere coraggioso in battaglia ma anche leale con l'avversario. Quel gesto di aver impedito morte certa dell'arpia dimostra la purezza della tua anima. I miei complimenti!" si complimentò Aesiril continuando ad accarezzare il drago rosso.
    "Sei stato ferito?" aggiunse poi, l'elfo guardando le scaglie creimisi del drago.
     
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    Alzò la testa cremisi quando l'elfo parlò, mentre Lias, a suo pieno agio, scese dalla schiena del drago e incominciò ad annusare il terreno circostante con calma e tranquillità.
    CITAZIONE
    "Brendan ha ragione. E' giusto che tu di diverta e giochi ma devi stare attento. Non tutte le creature sono così buone. Spero che la lezione di oggi ti sia servita!

    Aesiril rimarcò le parole del rettile, con tono meno duro ma autorevole. Brendan si limitò ad annuire e il piccolo di leone alato, abbassò la testa, segno che aveva capito la lezione. Con l'artiglio della zampa sinistra, disegnava cerchietti asimmetrici sulla terra e ogni tanto scoccava occhiate all'orizzonte sbarrato dagli alberi, che si estendeva davanti al gruppetto insolito.
    "Quando torniamo a casa? Papà sarà arrabbiatissimo." mormorò preoccupato.
    "Spiegherò il tutto a tuo padre, non si altererà." Era faticoso dover pensare a tutti i problemi e alle faccende interne del suo piccolo villaggio che aveva ricostruito non appena arrivato a Kengard. Aveva bisogno di relax e del tempo tutto per sé, ma non poteva e soprattutto, non voleva.
    Inaspettatamente, Aesiril si avvicinò al drago rosso e incominciò a massaggiargli l'attaccatura dell'ala destra. Per tutti gli dèi, non aveva mai provato un simile piacere! Era così rilassante che avrebbe potuto addormentarsi sotto quella piacevolissima sensazione che solo le delicate mani di un elfo sapevano dare.
    CITAZIONE
    "Sei un guerriero forte, nobile e giusto, Brendan. Hai dimostrato di essere coraggioso in battaglia ma anche leale con l'avversario. Quel gesto di aver impedito morte certa dell'arpia dimostra la purezza della tua anima. I miei complimenti!"

    "Ti ringrazio, nobile Aesiril." rispose, inchinando la grossa testa in segno di gratitudine.
    "Forse quello di prima non è stato un atteggiamento tipico di un drago. Un'altro mio simile, avrebbe sicuramente ucciso quella arpia sprovveduta." Portò gli occhi color smeraldo verso Lias che cercava di svolazzare, alzandosi appena di due centimetri dal terreno.
    "Forse a trasformarmi troppo in umano, sto prendendo le loro sfumature." disse, ironizzando.
    CITAZIONE
    "Sei stato ferito?"

    domandò poi, con una certa premura mentre guardava le scaglie del drago.
    "Oh, direi di no. La cresta ha subito un piccolo taglio, ma non comprometterà assolutamente il volo." Con una zampa, si sfiorò la membrana crestosa che aveva sulla testa, individuando così il taglietto. Non era lunghissimo e tantomeno grave. Roba da niente, insomma.
    "Tu piuttosto come va? Prima mi pare di aver sentito che quell'uccellaccio di aveva attaccato."
    Cosmos, se vuoi entrare fallo adesso XD! Se no, al prossimo turno u.u
     
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    Camminare era decisamente più comodo di volare, sempre che quello potesse considerarsi tale.
    Scivolava fra ombra e ombra, silenzioso come una serpe, il drago nero era alla ricerca di quei due che aveva incontrato prima di attardarsi a bere e riposare, non era da lui lasciare una conversazione a metà ma aveva decisamente bisogno di quel paio d'ore di sonno, fortunatamente i loro singolari odori non erano difficili da seguire.
    Sbucò da un'ombra a un centinaio di metri da loro mentre, a quanto pare, stavano combattendo con quella che sembrava un'arpia che, neanche a dirlo, ebbe la peggio.
    Maven ridacchiò fra se e se alla azione successiva del drago, aveva risparmiato quella infima forma di vita, chi diavolo si credeva di essere, un Messia? Troppo buono... O idiota, non sapeva decidere, le arpie raramente viaggiavano da sole. Chissà quanto tempo ci avrebbero messo i suoi compagni ad arrivare?
    I tre atterrarono, a quanto pare il drago rosso aveva trovato quello che cercava, un innocente cucciolo di leone alato. Il dragone scrollò la testa abbattuto, avevano combattuto per recuperare quello quindi? Una primordiale rabbia cominciava a montare dal petto del drago, annebbiandogli la mente. Perché diavolo rischiare di cadere in una trappola per salvare qualcuno che non aveva fatto altro che meritarsi le sue disgrazie?

    *Calma... Non sono qui per farmi nemici, almeno per ora...*

    Pensò scrollando violentemente la testa ancora nascosto in una macchia di fitta boscaglia, uscì allo scoperto cercando di mantenere un'andatura costante e tranquilla, dirigendosi verso i tre, i denti serrati in un muto ringhio e gli occhi che dardeggiavano da una parte all'altra, pronto a scattare al minimo movimento. Doveva almeno avvertire quei tre del possibile pericolo.
    Percorse la strada in pochi secondi, annunciandosi con un sonoro "Hey, voi!". Guardava il drago negli occhi ignorando gli altri due visto che era l'unico che riconosceva come simile e sperava nel suo buon senso.

    "Non c'è tempo per i saluti, dovete andarvene di qua"

    Il suo sguardo dardeggiò verso la parete rocciosa dove era stata posata la creatura, fuori dal suo campo visivo.

    "Le arpie viaggiano raramente da sole, ci deve essere un nido vicino. Io mi toglierei di qui il più rapidamente possibile"

    Concluse a denti stretti, non era da lui esporsi per aiutare qualcuno ma dei possibili alleati, per quanto improbabili, erano sempre utili alla sua causa.
    Il suo sguardo si posò poi in modo inquisitorio sul cucciolo, evitò di sputargli addosso la sua incoscienza ed ignoranza. La cosa importante ora andarsene da quel posto prima che la situazione peggiorasse, non perché avesse paura ma perché odiava combattere ed essere costretto a proteggere qualcuno nel frattempo.
    Il vento stridette nelle sue orecchie. Una, due, cinque volte... Erano vicine.

    PFH.
    UNA ARPIA? DAVVERO?
    RAGASHISH.
    MINIMO CINQUE.
    A parte questa, se muovete voi i PNG fate pure che sono lontane ma mi sembrava decisamente noioso troncare il tutto così senza fare divertire anche me ;-;
     
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    Aesiril non notò tagli o ferite sul corpo del drago, con quel manto scarlatto, poi, era ancora più difficile notarlo visto il colore quasi uguale al sangue. Brendan confermò che non aveva ferite evidenti, a parte un piccolo taglio sulla cresta ossea della testa che indicò sulla testa e che l'elfo della Natura giudicò non grave.
    Fu il drago rosso a far notare che Aesiril era stato colpito da una delle piume metalliche dell'arpia e ora, passata l'adrenalina della battaglia, sentì di nuovo una fitta al fianco sinistro.
    L'elfo si tirò su la tunica mimetica verde-marrone, e così facendo scoprì parte del drago rosso tatuato sulla schiena, notando un lungo graffio ma poco profondo che non aveva colpito la parte di pelle tatuata. Aveva sanguinato in maniera lieve.
    "E' poco più di un graffio di gatto, il tessuto elfico della mia tunica ha retto bene. Le fibre hanno subito lieve danno del tutto riparabile" lo rassicurò Aesiril.
    Prese da una tasca una fiala contenente resina di conifera e se la spalmò con cura lungo la ferita, applicando poi delle foglie dai poteri curativi.
    Aveva appena finito di curarsi quando un frusciare tra la vegetazione lo mise sull'attenti, facendogli sfoderare istintivamente la spada e mettendosi nuovamente a protezione di Lias.
    "Arriva qualcuno!" disse a Brendan, mentre fissava il punto verso il quale provenivano i rumori.
    Era di nuovo quell'arpia venuta in cerca di altre bastonate? La risposta non si fece attendere e per fortuna non era lei.
    Era il drago nero incontrato prima in città.
    "Ah sei tu...mi hai fatto prendere un colpo..." si tranquillizzò l'elfo rimettendo a posto la spada.
    Il drago nero mise subito in guardia Aesiril, Brendan e Lias sul fatto che le arpie non sono da sole e che altre possano venire ad attaccarli. Specialmente per difendere il nido e il territorio, come sottolineò il drago nero.
    "Hai ragione. E' meglio che ce ne andiamo!"
    E così dicendo, prese in braccio Lias, intento a dare delle lievi zampate ad una cavalletta. Il leoncino alato lanciò un miagolio di protesta quando il terreno gli mancò da sotto le zampe e si ritrovò in braccio all'elfo.
    "Ci riposeremo al villaggio o sulla spiaggia" aggiunse accarezzando il piccolo felino sulla collotola.
    E in quel momento, uno strano rumore nel vento giunse alle orecchie dell'elfo.
     
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    "E' poco più di un graffio di gatto, il tessuto elfico della mia tunica ha retto bene. Le fibre hanno subito lieve danno del tutto riparabile"

    disse Aesiril rassicurando Brendan. Il drago aveva visto l'elfo scoprirsi il punto in cui egli aveva ricevuto il taglio, notando con gran stupore che sulla sua schiena, aveva notato un pezzo di un tatuaggio. Aveva intravisto delle zampe e delle ali, sembrava essere un drago rosso, proprio come lui!
    Emise un mugolio soddisfatto, portandosi un artiglio color avorio sotto il mento rugoso. Quando stava per porre una domanda ad Aesiril riguardo il tatuaggio che possedeva, la creatura dalle orecchie a punta improvvisamente, sfilò la propria spada e si mise a protezione di Lias.
    Brendan si limitò ad alzare la testa, poiché sapeva che non aveva percepito nulla di minaccioso. Dalla boscaglia infatti, uscì il drago nero che aveva incontrato prima davanti alle porte di Itios. Egli puntò immediatamente i suoi dardeggianti occhi rossi su quelli verdi del rettile dalle scaglie cremisi.
    CITAZIONE
    "Le arpie viaggiano raramente da sole, ci deve essere un nido vicino. Io mi toglierei di qui il più rapidamente possibile"

    Brendan infatti, quando prima era volato a salvare Lias, aveva intravisto una rocca abbandonata e malmessa che dava proprio l'idea che fungesse da nido per le arpie. Dunque, quella di prima era soltanto un assaggio.
    Il drago annuì alle parole di Aesiril e si alzò su tutte e quattro le zampe.
    "Ti ringrazio per l'avviso." disse ringraziando il suo simile nero. "Teniamo i sensi all'erta e..." Brendan si interruppe quando uno strano sventolio solleticò fastidiosamente il suo udito draconico.
    "Aesiril, nasconditi tra la vegetazione, presto!" sibilò a denti stretti, preparandosi ad un eventuale attacco.
    Aspettavamo proprio te Cosmos per ri-azionare l'attacco delle arpie XD
    Comunque, puoi farle rientrare in gioco e come abbiamo fatto io e King, ce le muoviamo a vicenda come vogliamo u.u
     
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    Il dragone ebbe l'impulso di lanciarsi via lasciando i due al frutto della loro disattenzione ma con un'enorme sforzo di volontà si trattenne dallo scomparire nel bosco, anzi l'idea del dragone rosso gli solleticò i sensi. Se l'elfo avesse attirato le arpie nel bosco lui poteva avere un vantaggio in tutte quelle ombre, un sorriso sadico gli solcò il muso quando per la prima volta da quando era arrivato degnò l'elfo del suo sguardo vuoto.

    "Ci sarà da divertirsi"

    Gli disse con un tono a metà fra il sadico ed il minaccioso. Di certo le creature che aveva davanti non potevano non averlo riconosciuto, lui era un oscuro, non potevano aspettarsi pietà o gentilezze infinite da lui, ma forse era il caso di rendere chiara la cosa.
    Gli stridii nel frattempo si erano fatti più vicini, molto più vicini, per poi zittirsi di botto non riusciva però a capire perché non le vedeva.
    Qualcosa gli passò per la testa, scattò verso lo strapiombo e proprio nel momento nel quale allungò la testa per guardare di sotto una decina di penne affilate gli schizzarono puntando ad accecarlo, ritrasse la testa all'indietro salvando gli occhi per un pelo ma falciandogli il muso, due fiotti di sangue cremisi tinsero l'aria, un ringhio di disapprovazione scappò dalla bocca di Maven, era stato stupido.

    "Via di qua!"

    Disse girandosi di scatto e correndo verso di loro, un'istante dopo cinque arpie spuntarono dalle profondità del baratro, i visi di fattezze umanoidi quasi irriconoscibili da quanto erano deformate dalla rabbia, il drago nero si affiancò al suo simile cremisi senza però staccare gli occhi dalla flottiglia che aveva di fronte che a quanto pare non era così stupida da attaccare senza pensare. Una di loro, più grossa delle altre e dai capelli del colore dell'avorio parlò alle altre che si divisero in due gruppi, volando alte ed iniziando ad accerchiarli.

    "Giovane, spero tu possa trasformarti a comando e passare nel bosco perché se volete trarre in salvo quel cucciolo l'aria non è una opzione, se riusciamo a tirarcele dietro e a dividerle potremo riuscire a cavarcela senza perdite"

    Mentre parlava si stava lentamente muovendo verso la boscaglia, se solo fosse riuscito a venire a contatto con un'ombra sarebbe stato più sicuro ma in quel momento, se non voleva lasciare i suoi temporanei compagni a loro stessi, le sue scelte erano molto limitate.

    Hmmm, che ne dite di metterci anche una "matriarca" arpia nel mezzo? Sarebbe quella specie di leader che ho menzionato. Sapete... Una specie di mini-boss X°D
     
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    Incubo infernale

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    "Aesiril, nasconditi tra la vegetazione, presto!" disse improvvisamente Brendan, quando si accorse del pericolo.
    L'elfo della Natura non perse attimi preziosi e, tenendosi ben stretto il cucciolo, corse nel bosco cercando protezione nel suo elemento.
    Mentre correva, sentì chiaramente gli stridii delle arpie messe in allarme dalla presenza di due draghi e un elfo che avevano inavvertitamente invaso il loro territorio.
    Aesiril scelse un angolo buio e nascosto tra gli alberi di latifoglie, le cui fronde coprivano interamente il cielo sopra di lui e lì si acquattò lasciando il cucciolo sotto di lui, vicino ad un cespuglio. I suoi abiti mimetici rendevano l'elfo quasi invisibile nel bosco.
    "Stai buono lì sotto e non muoverti" sussurrò Aesiril a Lias.
    "Non ci penso nemmeno, mi sento al sicuro sotto di te, grande amico elfo!" rispose il cucciolo, con voce finissima.
    Aesiril accarezzò piano il cucciolo e sotto il morbido pelo, sentì che tremava di paura, il cucciolo aveva capito il pericolo.
    "Non temere. Ci siamo qui noi"
    Senza smettere di coccolare il cucciolo, l'elfo della Natura guardò i due draghi. Il drago nero, che aveva capito che era un oscuro, era stato ferito sul muso da delle penne metalliche e iniziò a puntare verso il bosco dove si era nascosto l'elfo, affiancandosi a Brendan.
    Dietro ai due draghi, comparvero cinque arpie infuriate una delle quali di dimensioni maggiori, doveva trattarsi del loro capo.
    Immerso nel suo elemento, Aesiril si sentì pieno di energia. Il terreno sotto i suoi piedi nudi si accese di un bagliore verde che lo mise in sintonia con gli alberi e gli arbusti attorno. Stava chiedendo loro un aiuto contro le arpie, per difendersi e per avere il tempo di tagliare la corda per fuggire dal loro territorio e in quel flusso di energia sentì che il mondo vegetale lo ascoltò.
    "Che bello...." fu il commento a voce bassissima di Lias quando vide il terreno accendersi di verde. Almeno quel fenomeno lo distraeva un pò dalla paura.
    Aesiril fu pronto a far muovere rami e fronde, qualora le arpie fossero entrate nel tunnel verde dove si era appostato. Non mirava ad ucciderle ma almeno, diversi colpi di rami di quercia poteva stordirle e distrarle, in modo da avere il tempo di scappare.

    Ok, io ci sto e....per ora dovrei manovrare io il cucciolo visto che lo sta proteggendo Aesiril ^^
     
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    Sembrava che le arpie non fossero presenti e invece proprio una, passò sopra la testa del drago nero. Un'altra invece fece la stessa cosa con Brendan ma fece in tempo ad abbassarsi. Se quelle creature piumate volevano guerra beh, che guerra sia! Per Brendan non c'erano assolutamente problemi, era il primo ad affrontare una battaglia in prima linea.
    Si avvicinò al baratro assieme al suo simile. Improvvisamente, una scarica di piume metalliche salirono dal profondo di esso e andarono a colpire il drago nero nel muso, con l'obiettivo di accecarlo. Alcune piume affilate tagliarono di striscio la pelle di Brendan priva di scaglie, vicino alla cicatrice che aveva sulla guancia e un'altra, si andò a conficcare come una freccia su una dura scaglia rossa della spalla.
    Indietreggiò rapidamente ruggendo minaccioso contro le arpie, mentre metteva in mostra le ali spalancate per allontanarle. Capì che il gruppo era capeggiato da una sorta di matriarca comandante, riconoscibile dalle dimensioni e dalla diversa capigliatura che aveva.
    Quegli uccellacci non si davano pace finché non avrebbero ottenuto ciò che volevano, ovvero il povero Lias. Voltò la testa cremisi verso la boscaglia per vedere se almeno lui e Aesiril si erano nascosti. Non vide la loro presenza nei paraggi e quindi, sperò che non gli fosse successo niente di grave.
    CITAZIONE
    "Giovane, spero tu possa trasformarti a comando e passare nel bosco perché se volete trarre in salvo quel cucciolo l'aria non è una opzione, se riusciamo a tirarcele dietro e a dividerle potremo riuscire a cavarcela senza perdite"

    Al momento era l'unica soluzione, ovvero nascondersi tra la vegetazione. Brendan non poteva nemmeno usare il suo fuoco per poter annientare quelle creature altrimento tutta Itiso sarebbe andata in cenere.
    Annuì con la testa in risposta, senza tanto e né quanto. Poi, si tuffò praticamente dentro alla boscaglia, mettendo in atto la sua trasformazione in umano. Dalla sua mano materializzò la sua spada da una fiamma aranciata e prese a correre, in cerca dell'elfo e del cucciolo di leone alato.
    Si fermò quando vide uno strano bagliore verde non molto lontano da dove era., dentro ad uno strano tunnel di vegetazione. Ci mise poco a capire che si trattava di Aesiril, quindi cerco di avvicinarsi di soppiatto verso di lui, ma un'arpia del gruppo l'aveva seguita. Attaccò Brendan-umano alle spalle con le proprie zampe da uccello, buttandolo contro terriccio umido. Gli artigli riuscirono a penetrare attraverso i vestiti, lacerandogli la pelle delle spalle. La ferita incominciò a sanguinare, ma questo non era abbastanza per fermare un drago come lui.
    "Lo svantaggio di essere umani...rimpiango le mie dure squame."
    Il ragazzo si rialzò di colpo furioso e tese la spada, pronto ad affrontare l'uccellaccio faccia a faccia che lo aveva attaccato.
    Ma lì intorno non c'era nessuno, l'arpia sembrava essere sparita. Due strani occhi gialli da rapace però, lo scrutavano dalla cima di una vecchia quercia. Una lingua rosea si abbinò a quello sguardo inquietante, la quale, andò a leccarsi le labbra quando l'arpia nascosta sentì l'odore del sangue di Brendan, misto a quello di Lias nascosto insieme all'elfo.
    Si si, anche per me va bene!
     
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    Maven si tuffò verso il bosco con tre arpie alle calcagna, fortunatamente non conoscevano le sue abilità quindi quando scomparì nel terreno ombroso tutte e tre si fermarono sorprese, quasi andando a sbattere contro gli alberi, guardandosi intorno senza la minima idea di dove quel mastodonte era scomparso.
    Veloce e silenzioso il drago nero si spostò verso il drago rosso che, a quanto pareva, aveva problemi a combattere in forma umana. Non lo biasimava, corpi così deboli non erano fatti per combattere come draghi, ma lui aveva già un piano in testa e se tutto andava come doveva andare il suo "amico" non avrebbe ricevuto altri colpi, almeno non fatali.
    Silenzioso e letale si mosse verso l'albero dove aveva visto l'arpia nascondersi, la stolta si stava leccando le labbra già pregustando il sangue della sua preda, non avrebbe neanche avuto il tempo di pentirsene.
    Maven apparve dietro di lei, le fauci già strette sul suo collo, sfortunatamente non era molto bravo negli atterraggi quindi sfondò alcuni rami rovinando a terra con la creatura fra i denti che si dibatteva frenetica, si era sbagliato, l'avrebbe visto arrivare e ne avrebbe assaporato ogni istante.
    Serrò le mascelle spezzandole il collo e la lasciò cadere, leccandosi le labbra con la lunga lingua biforcuta assaporando il sangue della sua preda misto al proprio. Un brivido di piacere lo percosse.

    "Preparati, le prossime non si faranno fregare così facilmente"

    Due delle tre creature che lo stavano seguendo si lanciarono verso di loro urlando di rabbia mentre la matriarca e un'altra si lanciarono verso Aesiril, venendo prontamente rallentate da rami e liane che però non potevano competere con la pura forza fisica della anziana arpia che fendeva la sua via attraverso a loro facendo spazio anche per la sua figlia, lentamente ma sempre più vicina all'elfo ed al leone.
     
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    La situazione si complicava. Le arpie non si fecero intimidire dai due draghi che decisero di seguire Aesiril nel bosco. Le piume metalliche lanciate dall'arpia colpirono anche Brendan sul muso e ad una spalla. Il drago rosso, come consigliato dal drago nero, decise di assumere la propria forma di umano, armandosi con quella curiosa spada fiammeggiante, ma così facendo commise l'errore di dare le spalle ad un arpia mentre correva verso l'elfo della Natura e venne graffiato ad una spalla, che iniziò a sanguinare.
    "Riparati dietro di me!" disse a Brendan, già ferito.
    L'arpia che aveva colpito Brendan sembrava essere sparita ma subito dopo l'adocchiò su di una quercia, minacciosamente appollaiata a leccarsi i baffi nel vedere Aesiril e Brendan ferito. Ma il pennuto non aveva previsto l'attacco del drago nero che strisciò come un'ombra fino alla quercia e uccise il loro avversario stringendolo tra le sue micidiali fauci. Aesiril sentì il collo dell'arpia rompersi come un legno secco, per poi vedere il suo corpo esamine cadere a peso morto, mentre il drago nero si leccava i baffi come aveva fatto poco prima l'arpia.
    L'elfo della Natura non provò nè pena nè ribrezzo. Ormai erano tutti in battaglia, dovevano uccidere se necessario. L'uccisione di una di loro, fece andare su tutte le furie le altre arpie che si avventarono su di loro.
    "Nemmeno noi ci faremo fregare così facilmente!" rispose l'elfo al drago nero.
    "Brendan....ho tanta paura...." riuscì a dire molto flebilmente Lias accompagnando le parole a dei miagolii mentre scorgeva Brendan umano da dietro le caviglie di Aesiril.
    L'elfo della Natura non si fece prendere impreparato, quando vide la matrona e un'altra arpia puntare minacciosamente su di lui, fece agire il suo elemento.
    Con movimenti fluidi della mani, Aesiril mosse i rami delle querce, usandoli a mò di frusta contro il muso dell'arpia matrona per rallentarla ancora di più e usò le liane per avvolgere quella più piccola. Una liana si avvolse attorno alle zampe artigliate della creatura mentre una seconda liana si avvolse attorno al collo in una morsa sempre più stretta, come un serpente pronto a strangolarla.
    L'elfo della Natura cercò di mantenersi il più possibile concentrato nell'uso del suo elemento per avere più effetto possibile, le arpie non avrebbero mai preso il piccolo Lias, che si strinse ancora di più sotto l'elfo.
     
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    Quando Brendan percepì un movimento furtivo dietro l'arpia che lo stava sadicamente mirando, il drago nella sua attuale forma umana abbassò la spada e fece due passi indietro: ormai quella creatura stolta non aveva più vie di scampo, era miseramente caduta in trappola per una semplice cosa, ovvero quella di guardarsi le spalle. Ben presto finì tra le fauci del suo simile oscuro il quale, atterrò con molta poca grazia sul terreno con l'arpia che si dimenava disperatamente come uno scarafaggio schiacciato. Il ragazzo dalla chioma rossa fece in tempo a scansarsi di lato per evitare di far la stessa fine della donna-uccello e si concesse alcuni secondi di pausa per riprendere fiato, mentre osservava il drago che spezzò l'osso del collo dell'arpia con un macabro sonoro "scroc".
    "E' ovvio, la matriarca a mandato in avanti le sue file più deboli e inesperte..." mormorò Brendan in risposta al rettile nero. Un violento fruscio proveniente dalla vegetazione, annunciò l'entrata in scena di altre due arpie che urlarono rabbiose e si lanciarono contro Aesiril e Lias, protetti dalla gabbia di rami. Quella più anziana, riusciva a sfondare e fendere le piante con molta più facilità rispetto all'altra e stavano comunque riuscendo a raggiungere i loro obiettivi. Brendan, sentendo i miagolii impauriti del piccolo felino, partì all'attacco con la spada alzata sopra la sua testa color fuoco e approfittò del momento per attaccare quando l'elfo usò una delle sue liane per intrappolare gli uccellacci. L'obiettivo del drago rosso era quella di attaccare alle spalle e di tranciare di netto un'ala della matrona con la sua arma infuocata. Era una mossa azzardata sì, ma Brendan era talmente una testa calda che niente e nessuno lo avrebbe fermato.
     
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38 replies since 22/3/2016, 01:16   481 views
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