Un nuovo mondo

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    Incubo infernale

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    Il piano di Aesiril aveva funzionato. Le arpie erano finite nel groviglio di rami e alberi come degli insetti in una ragnatela. I due uccellacci rimasero molto straniti dal fatto che le fronde si stavano animando e si stavano chiudendo attorno a loro e pensavano a chi o cosa era capace di manovrarle. Forse non avevano mai visto un fenomeno del genere e Aesiril, rannicchiato dietro la vegetazione, mosse ancora le mani per stringere ancora di più la presa dei vegetali attorno alle arpie.
    Con la coda dell'occhio notò Brendan ragazzo che si avvicinò alle arpie intrappolate, a differenza di Aesiril, il ragazzo-drago si notava benissimo con quella zazzera rossa e con la spada infuocata.
    "Attaccale finchè le ho in pugno, Brendan, ma fai attenzione a non incendiare i rami con quella spada infuocata." lo informò l'elfo della Natura. Se Brendan avesse accidentalmente dato fuoco alle liane, tutti i suoi sforzi sarebbero stati inutili e le arpie si sarebbero liberate.
    Poi scoccò un'occhiata al drago nero, che aveva le fauci ancora grondanti di sangue delle sue vittime. Da un lato Aesiril era contento che il drago nero era così forte da poter sconfiggere le arpie ma dall'altra gli dispiaceva uccidere delle vite. Tra l'altro erano loro ad aver invaso inavvertitamente il loro territorio.
    "Cerchiamo di non ucciderne troppe. Siamo nel loro territorio, blocchiamole e poi tagliamo la corda." fu l'invito di Aesiril all'indirizzo di entrambi i draghi.
    Mentre parlava e faceva fluire la magia, l'elfo della Natura si assicurava di aver sempre il cucciolo di felino accoccolato alle sue caviglie, ben protetto.
     
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    L’arpia che aveva mirato Brendan fece in tempo a scansarsi ma si beccò comunque un bel taglio che gli recise di netto una delle sue zampe da uccello. La creatura stridì dal dolore e dato che si trattava della matriarca (quindi più forte e con più spirito combattivo) si avventò contro Brendan, lasciando stare Aesiril e Lias per il momento. Gli artigli miravano ai suoi occhi con l’obiettivo di accecarlo ma il drago contrastò quell’arma naturale della sua avversaria con la sua spada, trovandosi così faccia a faccia.
    “Arrendetevi se non volete che vi facciamo fuori dalla prima fino all’ultima!” tuonò Brendan visibilmente alterato. L’arpia in risposta emise soltanto un sonoro sibilo, facendo intendere chiaramente che non si sarebbe affatto tirata indietro. Fece ancora più forza con i suoi artigli fino a far sanguinare i palmi delle proprie mani a contatto con la spada del ragazzo.
    “Dammi la preda e allora noi ce ne andremo” .
    Brendan ruggì a denti stretti e con maggiore forza, spinse indietro l’arpia con la sua spada, allontanandola. Dopodiché si portò l’arma davanti agli occhi a mo di guardia e attendeva ansioso la prossima mossa della creatura.
    CITAZIONE
    Cerchiamo di non ucciderne troppe. Siamo nel loro territorio, blocchiamole e poi tagliamo la corda.

    L’elfo aveva ragione, ma se fossero scappati le arpie li avrebbero comunque inseguiti ovunque. Doveva ideare un piano efficace.
    Fu proprio in quel momento che una strana luce si illuminò negli occhi smeraldini di Brendan.
    ”Veramente, quella è la mia preda.” disse con estrema sicurezza. Gli occhi di Lias si sgranarono in due palle gialle ma il drago in risposta, gli fece un rapido occhiolino.
    L’arpia ,in procinto di attaccare, si bloccò e rimase sconcertata.
    “Esatto, è la mia preda. L’ho pedinata da questa mattina e voi stupidi esseri me l’avete rubata. Vi rendete conto? Avete rubato la preda ad UN DRAGO!! Quale oltraggio signore...
    La proteggevo per non farla mangiare da voi e per mantenerla viva fino al momento del pranzo.”

    La donna-uccello stava per dire qualcosa, aprendo la bocca zannuta. Poi sembrò ripensarci un attimo quando notò che in tutta quella faccenda, l’elfo stonava assai. Brendan sperò che Aesiril si trovasse una scusa plausibile.

    Da qui lascio a te, così ci divertiamo un po’ a prendere in giro le arpie XD
     
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    Aesiril all'inizio non credeva alle proprie orecchie riguardo alle parole di Brendan ma uno sguardo d'intesa tra lui e il cucciolo felino gli schiarì ogni dubbio. Il drago rosso voleva giocare d'astuzia e bleffare, facendo credere alle arpie che il leoncino era una preda del drago rosso.
    "Bella pensata Brendan, sei davvero furbo!" pensò l'elfo della Natura ascoltando le parole ironiche del drago rivolte alle arpie che se le stavano bevendo come oro colato. Si sapeva che le arpie, per quanto fossero forti ed astute in battaglia, mancavano di intelligenza logica.
    "Non badare alle parole che diremo io e Brendan, è tutta una finta per tirarci fuori da queste bestiacce...ma fai finta di essere terrorizzato" fu il leggero sussurro di Aesiril al leoncino.
    L'elfo della Natura si alzò prendendo in braccio Brendan e brandendo la spada, senza comunque allentare il collegamento con gli alberi che ancora tenevano strette le arpie.
    "E ti dimentichi sempre un dettaglio. Me! Sei il mio drago da anni e continui a pensare di testa tua! Ti ricordo che abbiamo pedinato questa bestiaccia pelosa e che l'abbiamo mantenuta viva! E voi altre ci avete rubato la preda!" disse ad alta voce Aesiril prima rivolto al ragazzo drago e poi alle arpie, scandendo bene i plurali.
    L'elfo piano piano si avvicinava a Brendan, puntando la lama a Lias, mantenendo comunque una distanza di sicurezza per evitare colpi accidentali.
    "Dovete sapere, signore arpie, che i genitori di questa palla di pelo hanno invaso il mio villaggio e hanno ucciso a sangue freddo alcuni bambini elfi! Quindi vendicarli è compito nostro. E se quelli vengono a sapere che siete state voi ad aver ucciso il loro figlio...beh...penso che giocheranno al gatto con l'uccellino, dopo che il mio drago avrà messo a ferro e fuoco il vostro bel nido, sia chiaro!" disse Aesiril, mostrando grande sicurezza mentre il cucciolo miagolava terrorizzato.
    "Quindi per il vostro bene, lasciateci andare. Questo bosco è pieno di prede per voi arpie. La palla di pelo deve pagare i conti con noi!" aggiunse infine raggiungendo il ragazzo-drago ed allentando, seppur di poco, la stretta dei rami. Attendeva solo un segnale preciso da parte delle arpie per lasciare del tutto il groviglio vegetale, sperando che quegli uccellacci ci cascassero dentro ma a giudicare dall'espressione della matrona rivolta alle altre sembrava che il loro piano stesse funzionando.

    Ma che figo prendere per il di dietro le arpie XD
     
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    Maven osservò dalle ombre il susseguirsi delle azioni, davvero quel branco di idiote si era fermato ad ascoltare quei due? Patetico, e creature come quelle avevano superato la selezione naturale, tutto ciò gli fece salire la bile alla bocca, scivolò nelle ombre fino ad arrivare dietro all'elfo e al drago in forma umana apparendo in forma competa dietro di loro, seduto e zitto guardava la matrona dritta negli occhi con i suoi occhi rubino, la creatura si mosse a disagio dopo quella sua entrata in scena cercando però di mantenere la calma, sembrava sul punto di arrendersi ma lui non era venuto in quel posto per farsi amica la fauna locale, le ombre intorno a loro sembrarono muoversi per un istante per poi tornare ferme al loro posto, il drago nero snudò i denti in un muto ringhio rivolto alla arpia incastrata fra i rami.
    Rapidi come fulmini filamenti di ombra si avvolsero intorno alle arpie che aveva di fronte aumentando esponenzialmente di numero e dimensione fino a che di loro non rimase che la testa libera, le poveracce non ebbero nemmeno il tempo di schivare, come si può in effetti schivare un attacco che non si vede arrivare? Il ringhio lasciò il posto ad un sorriso piuttosto malevolo sul muso del drago che sempre mantenendo gli occhi sulla matrona si avvicinò alle sue figlie scavalcando i due compari di sventure, le due creature erano come intrappolate in un bozzolo di oscurità.

    "Inseguire sconosciuti in mezzo ad un bosco... Non è così che iniziano le storie dell'orrore?"

    Sibilò alla creatura che era stata prima ferita da Brendan, rapidamente un artiglio passò sulla gola della poveretta che si ritrovò suo malgrado a soffocare nel proprio sangue, le ombre la liberarono proprio nel momento in cui esalò il suo ultimo respiro, spostò quindi la sua attenzione verso la sua seconda preda posando la grossa zampa sulla testa di essa, gli artigli posati a pochi millimetri dagli occhi.

    "Cosa fare a lei? Potrei cavarle gli occhi e farglieli ingoiare... Che ne dici?"

    Chiese rivolto alla matrona ancora intrappolata fra i rami evocati dall'elfo. La creatura era ora terrorizzata e non riuscì a fare altro che urlare di terrore mentre cercava di scappare dalla gabbia un sentimento condiviso dalla sua figlia che però non riusciva a staccare gli occhi dal drago, e dalla carneficina che si preparava a fare, roteò però improvvisamente gli occhi svenendo.
    Maven ruotò la testa verso i suoi due compagni.

    "Credo abbiano imparato la loro lezione. Dico bene?"

    Aggiunse rivolto alla arpia che aveva sotto alla zampa la quale non riusciva a trattenere le lacrime ma singhiozzò un "Si" ed un "Ti prego". Maven inspirò soddisfatto e alzò l'artiglio dalla bestia sciogliendo quasi ombre che la tenevano ben piantata a terra ma mantenendo comunque la zampa sul suo cranio. Chissà se uno dei suoi compagni era curioso quanto lui di vedere come era fatto il cervello di quella creatura. Tirò su col naso mentre un senso di sconforto lo percorse, era molto improbabile.
    Lasciò andare la creatura.

    Urgh odio gli ospedali.
    Salve gente.
    Voglio finire sta role almeno vi libero della mia presenza.
    Scusate ;-;
     
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    Mantenendo ancora la posizione di guardia con la spada tesa davanti a sé, Brendan, nonostane fosse accaldato per via della lotta precedente, cominciò a sudare freddo. Se Aesiril non fosse intervenuto con qualche scusa plausibile, sarebbero finiti nei guai ancora più grossi.
    "Che i Divini draconici siano con noi..." pregò mentalmente, cercando di nascondere il suo attuale stato emotivo dietro ai suoi brillanti occhi smeraldini. Il drago in forma scoccò rapide occhiate all'elfo e a Lias, cercando in loro un contatto visivo in modo da trasmettergli non verbalmente ciò che stava provando al momento.
    Proprio quando Brendan credette di trovare un diversivo e quindi, via di scampo da quella bizzarra situazione di stallo, la voce del suo ormai divenuto compagno di sventure esordì da dietro l'aggrovigliata gabbia di rami e radici. Il drago emise un mentale sospiro di sollievo, ringraziando nuovamente tutte le divinità draconiche e non che conosceva. L'elfo fortunatamente, fu molto abile nel reggere il gioco tantoché la matrona e le sue figlie sembrarono ascoltare con una certa stranezza mista a serietà. Quasi quasi gli venne da ridere, ma dovette trattenersi voltando la testa di lato e premendo le labbra contro una spalla.
    "Non credevo che fossero così stupide... Come diamine hanno sopravvissuto fino ad oggi questi cervelli di gallina?"
    I suoi pensieri vennero interrotti dall'improvviso e silenzioso arrivo del drago nero, il quale si sedette dietro Aesiril e il ragazzo. Quest'ultimo potè notare che la matrona cominciò a sentirsi a disagio con l'entrata del suo simile oscuro e dal giorno alla notte, la situazione precipitò: il drago fece muovere dei filamenti d'ombra che avvolsero le arpie che aveva di fronte e poi, si avvicinò a loro con un ringhio che presto si tramutò in un malevolo sorriso sadico. Brendan non approvava moltissimo quel modo di uccidere così subdolo e doloroso...
    CITAZIONE
    "Inseguire sconosciuti in mezzo ad un bosco... Non è così che iniziano le storie dell'orrore?"

    sibilò il rettile nero verso l'arpia ferita prima dal drago rosso. La fece fuori in men che non si dica senza dire né tanto e né quanto, causando l'immediato sprigionamento dell'odore metallico tipico del sangue, macchiando allo stesso tempo il suolo boscoso di un rosso vivido proprio come gli occhi dell' "assassino". Quest'ultimo poi, passò ad un'ulteriore arpia e Brendan credette che facesse la stessa identica fine della sua precedente simile... E invece il drago, si soffermò un attimo:
    CITAZIONE
    "Cosa fare a lei? Potrei cavarle gli occhi e farglieli ingoiare... Che ne dici?

    disse, rivolto verso la matrona ancora intrappolata.
    "Basta così! Basta così... disse il ragazzo, abbassando la spada. Tutta quella violenza cominciava ad essere insulsa. Brendan voleva farle "allontanare" facendole cadere in un tranello verbale, proprio perché la sua intenzione non era di certo fare una carneficina splatter. Era un principe figlio di due sovrani e nel corso dei suoi duecento anni, aveva visto guerre, aveva visto compagni cadere, aveva visto uccidere senza pietà.
    CITAZIONE
    "Credo che abbiano imparato la loro lezione. Dico bene?"

    L'arpia sotto la zampa del drago nero fremeva di paura e singhiozzava tra le lacrime, temendo di essere trattata come le sue compagne. Dopo vari secondi di ripensamento, la creatura oscura lasciò andare l'essere metà uccello.
    La festa è finita, nascondiamo i corpi e andiamo via di qui. tagliò corto Brendan freddo, mentre rinfoderò la spada e raggiunse Lias con Aesiril dietro al muro di rami. Il ragazzo prese in collo il piccolo leone più terrorizzato del solito e comicniò a cullarlo tra le sue braccia umane, cercando di tranquillizzarlo. Aveva visto troppo di tutto in quel giorno, non se lo sarebbe dimenticato facilmente nel corso della sua vita.
    Con Brendan non posso essere spietata alla Aidal, se ci fosse stata lei allora si sarebbe divertita insieme a Maven :'D
     
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    Sembrava che le arpie ci fossero davvero cascate nel tranello tessuto da Brendan ed Aesiril e che stavano per lasciarli andare ma al drago nero non piaceva quella tranquillità. Reagì come solito erano fare le creature oscure, inglobando in fili d'ombra le arpie e sgozzando una di loro senza mezze misure. Il sangue ed il corpo dell'arpia caddero sul morbido terreno boscoso, macchiando di rosso le grandi foglie di felce che formavano il sottobosco. Non contento, passò alla seconda arpia, minacciandole di strapparle gli occhi a vivo mentre sfidava l'arpia matrona ancora intrappolata nei rami tenuti ancora stretti da Aesiril, doveva mostrare che lui era il più forte di tutti, perfino del suo simile rosso e dell'elfo della Natura. Nell'aria si udì chiaro il verso di arpia terrorizzata che infine svenne per lo spavento.
    "Credo abbiano imparato la loro lezione. Dico bene?" furono le parole inquietanti del drago nero, rivolte sia alla matrona ma anche ai suoi "compagni di avventura".
    "Sì, hanno imparato la lezione. Lasciamole andare, non siamo qui per annientare le arpie dal loro territorio." rispose Aesiril.
    Quasi allo stesso tempo, il drago dell'Oscurità e l'elfo della Natura lasciarono andare le trappole tessute dai rispettivi elementi. Le ombre si dissiparono, i rami e le foglie tornarono nella loro posizione originale e le arpie furono libere. Il grosso drago nero lasciò andare anche l'arpia che teneva sotto la zampa e che piangeva e invocava pietà. Aesiril tenne comunque la spada in posizione di guardia, non si sentiva sicuro fino a quando non fossero tutti usciti dal territorio delle arpie. Con movimenti fluidi, tornò dal ragazzo-drago e gli restituì un ancora terrorizzato Lias che aveva assistito a tutta la scena. Così piccolo e aveva già visto sangue versato. Anche Brendan sembrava essere d'accordo a non continuare la carneficina iniziata dal drago nero e lasciare andare le arpie. In fondo, erano stati loro ad aver invaso il loro territorio.
    "La festa è finita, nascondiamo i corpi e andiamo via di qui." disse il ragazzo dai capelli rossi.
    "E' meglio lasciare i corpi alle arpie, appartengono a loro e loro sanno che farne. E' meglio tagliare subito la corda e portare il cucciolo in un posto sicuro. Oggi Lias ha visto anche troppo ed è tutto scosso." gli rispose Aesiril, notando come il cucciolo tremava ancora tra le braccia di Brendan, anche se lui faceva di tutto per tranquillizzarlo.
    "Tu vieni con noi?" chiese poi al drago nero.
     
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    Maven osservò i suoi due compagni, come aveva già immaginato non erano molto d'accordo con il suo modo di fare e a lui, sinceramente, non importava. Si leccò l'artiglio sporco di sangue assaporandone il sapore metallico, aveva già mangiato purtroppo e quel banchetto sarebbe andato a male.
    Il suo simile e l'elfo parlarono, quest'ultimo alla fine chiese se voleva aggiungersi a loro. Il suo sguardo si spostò sui suoi interlocutori, soffermandosi sul leoncino che era decisamente scosso.

    "No, è stato un piacere combattere con voi. Un piccolo consiglio... La pietà potrebbe uccidervi un giorno. Fate attenzione a non abusarne"

    Detto questo si voltò facendo qualche passo verso il bosco e scomparendo nelle ombre senza un rumore.

    Eeee Maven esce. E Hawke... Si. Voglio un massacro la prossima volta, sia chiaro XD
     
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    Aesiril suggerì di lasciare i corpi esanimi maciullati alle arpie e di dileguarsi il prima possibile per portare Lias in salvo. Brendan annuì e, con ancora il piccolo leone tra le braccia che tremava come una foglia, guardò il drago nero che si allontanò silenzioso e furtivo come un'ombra. Aveva detto a loro che la pietà un giorno li potrebbe uccidere e che dovevano fare attezione ad abusarne. Il rosso era in parte d'accordo con lui: non gli piaceva mietere vittime senza uno scopo preciso ma non era nemmeno il tipo che si faceva mettere le zampe in testa. Diciamo che era in giusto equilibrio tra la pietà e la spietatezza, da bravo drago adulto sapeva come gestire la "faccenda".
    "Quand'è che torniamo a casa?" miagolò Lias verso Brendan, il quale rinfoderò la spada al suo posto e si preparò ad uscire da quel luogo d'Inferno.
    "Ce ne andiamo subito, è tutto finito."tagliò corto lui, uscendo rapido e quatto dalla boscaglia. Giunse così sopra un picco roccioso laddove sotto di esso si apriva il completo paesaggio di Itios, cosparso di casette in mezzo a macchie verdi di tutte le tonalità. Il sole ancora era alto e a orizzonte si poteva scorgere dei rapaci diurni volare maestosamente in cerchio sopra a chissà quale preda avvistata.
    Il ragazzo prese un bel respiro scacciando così l'odore metallico del sangue che gli si era attaccato addosso e poi, si girò verso Aesiril con tutto il corpo.
    "Noi ce ne andiamo, facciamo ritorno al nostro villaggio." esordì quasi solenne, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra. "E' stato un piacere conoscerti coraggioso elfo della Natura, un giorno saprò chi chiamare se avrò bisogno di un compagno di battaglia della tua audacia."
    "Ciao ciao." disse timidamente il felino alato, agitando una delle sue zampette artigliate. Il drago congedò Aesiril con il saluto elfico e con Lias ancora tra le braccia, si buttò a peso morto nello strapiombo sotto il picco. Dopo una manciata di minuti, un drago dalle ampie ali cremisi si stagliò nel cielo azzurro davanti agli occhi dell'elfo e Brendan, nella sua vera forma, si diresse verso i boschi dell'Ossidiana d'Argento.
    Brendan esce!
    Avrei voluto continuare con Aesiril ma so che King ha il pc rotto e quindi, sono uscita per non tenere il mio pg bloccato ^^' Vuol dire che ci rifaremo la prossima volta :)
     
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    Il drago nero congedò le due creature bipedi sparendo come un'ombra nel bosco, allo stesso modo di alcuni lupi che apparivano e sparivano tra gli alberi come dei fantasmi, lasciando al ragazzo drago e all'elfo un avvertimento sulla pietà.
    "Si vede che non mi conosci bene. Non conosci bene me e non conosci bene il popolo degli elfi" fu il pensiero di Aesiril. Se quel drago nero avesse visto l'elfo della Natura in un vero combattimento, non avrebbe formulato quella frase.
    L'elfo della Natura si diresse con il ragazzo drago fuori dalla boscaglia territorio delle arpie fino ad uno sperone roccioso che dava sul villaggio di Itios, placidamente stagliato sotto il sole.
    Brendan si congedò facendo il classico saluto elfico ed Aesiril rispose con lo stesso gesto.
    "Il piacere è mio aver conosciuto un drago fiero e giusto come te, Brendan. Che le stelle ti guidino sempre. Un giorno i nostri sentieri si incroceranno di nuovo!" rispose al ragazzo drago.
    Poi l'elfo si rivolse al cucciolo che lo salutò agitando una paffuta zampa artigliata da cucciolo.
    "E per quanto riguarda te fai attenzione a non cacciarti nuovamente nei guai. Hai tutto il diritto di divertirti come un cucciolo ma non far arrabbiare o preoccupare Brendan. Cresci con fierezza e salute! Ciao Lias" si rivolse dolcemente al cucciolo felino facendogli dei leggeri grattini tra le orecchie.
    Il ragazzo poi si buttò giù dal precipizio come se volesse suicidarsi ma subito dopo, una raffica di vento fece muovere i rami degli alberi e i lunghi capelli dell'elfo e nel cielo azzurro si stagliò la figura cremisi del drago rosso. Aesiril guardò con fierezza ed orgoglio il volo del drago rosso finchè non sparì, volgendo il muso verso il suo villaggio. L'elfo prese il ripido sentiero che scendeva verso Itios, e da lì in cerca di nuove avventure, magari assieme al suo drago Lenrian. Chissà dov'era in quel momento.

    E anche Aesiril esce ^^
     
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