a spasso nel bosco

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    Gixcaririxen viene da "esplorazione dell'isola"

    Sono passati due giorni da quanto Gix si era trasferito nel vulcano nell'isola Volto di Meridia.
    Era una splendido pomeriggio quando un drago rosso appare all'orizzonte della foresta di Ahsnaeris. "chi sa come sta Zell è un po di tempo che non lo vedo, andiamo a fargli visita sempre se è nella foresta" Quando raggiunse la foresta il drago rosso ci volò sopra cercando un punto dove poteva atterre senza danneggiare la foresta.
    Dopo un po di tempo trovò una zona con pochissimi alberi. Atterrò delicatamente ma a causa della sua grossa mole danneggiò un albero.
    "ops, spero che Zell non si arrabbi" pensò il drago rosso mentre iniziava ad addentrarsi nella foresta stando attento a non danneggiare altri alberi.

    Edited by Gixcaririxen - 28/3/2016, 17:04
     
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    Lyndis viene da "Inferno a Ahsnaeris".


    Era pomeriggio e Lyndi stava ritornando alla sua casa situata sull'Ossidiana d'Argento. Aveva percorso abbastanza chilometri a piedi e presto, avrebbe deciso di fermarsi a fare una pausa. La strada era lunga e bella intensa: sarebbe arrivata a destinazione l'indomani salvo imprevisti.
    L'elfa poche ore fa, aveva incontrato di nuovo l'ibrido drago-elfo Zell e una creatura del tutto nuova, Void il Lemuriano. A Lyndis gli stava simpatico, però le era dispiaciuta andare via con quell'amaro in bocca riguardo la discussione sulla bontà o malvagità degli umani. D'altronde lei pensava che c'era del buono e del male in tutte le creature esistenti e non esitava a spiattellarlo in faccia quando era necessario. Diceva sempre quello che pensava, odiava stare zitta e subirne le conseguenze. Void era accecato dalla rabbia e dalla vendetta nei confronti degli umani perché gli avevano distrutto la famiglia...ma se anche Lyndis si lasciava trasportare da essa, a quest'ora la sua anima sarebbe venduta ai demoni oscuri dell'Aldilà.
    "Capirai presto che la vendetta è un pasto delicato e pericoloso..." pensò mentre fece un sospiro e alzando in contemporanea gli occhi al cielo quando improvvisamente, sentì un qualcosa che stava per piombare nel bel mezzo della foresta. Od era la sua immaginazione?
    L'elfa si fermò, in attesa di sentire qualche rumore, con le mani sospese in aria.
    No, non era assolutamente la sua testa che si inventava le cose: rumori di imponenti battiti d'ala, una scia di scaglie cremisi tra la vegetazione...un rumore di un tronco spezzato.
    Poco più avanti, in uno spiazzo poco alberoso, era atterrato un enorme e mastodontico drago rosso. La sua mole era talmente grande che aveva danneggiato un povero albero vicino a lui.
    "Ma cosa ci fa un drago di Fuoco in mezzo ad una foresta?" si domandò nei pensieri Lyndis. Nella sua isola i draghi come quello abitavano in posti secchi e rocciosi, molto caldi e soffocanti dal fumo per evitare che con il loro soffio infuocato, potessero danneggiare la vegetazione.
    L'elfa si sistemò per bene l'arco a tracolla e poi corse da quella creatura. Si fermò a un paio di metri di distanza, con la testa alzata per poterlo guardare meglio: era molto alto! Poi, si avvicinò all'albero malandato, facendo scivolare sopra una mano sulla corteccia spezzata e crepata.
    "Purtroppo non sono un elfo della Natura...non posso far ritornare come era prima quest'albero.". mormorò Lyndis, studiando la pianta. I rami erano perlopiù spezzati e la corteccia graffiata, ma i danni non erano gravi.
    "Niente di grave, sei stato fortunato." disse lei con un sorriso accennato al drago rosso.
    "E' raro vedere uno come te qui a Ahsnaeris...stai cercando qualcuno o qualcosa?"
     
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  3. Ickym
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    Xaven primissima role

    "Sssspero che quest'isola abbia qualcosa di più da offrire che sssemplici ssspuntini."
    Disse Xaven guardando con fastidio la carcassa dell'animale parzialmente divorato.
    Li nella foresta vivevano moltissimi animali, ma fino ad adesso Xaven ne aveva incontrati solo di piccole dimensioni.
    Era arrivato da poco meno di una settimana sull'isola, ed aveva passato il tempo a cacciare ed a esplorare la foresta: era decisamente sconfinata. Inoltre aveva la peculiare caratteristica di non avere una spiaggia nel punto in cui il mare toccava la terra; infatti la foresta continuava fino all'interno dell'acqua.
    Quando al suo arrivo lo aveva notato, era rimasto un'attimo interdetto, prima di collassare nell'acqua, stanco morto per il viaggio.
    Non fu proprio un arrivo facile, anche perché gli toccò nuotare per gli ultimi metri, prima di toccare, finalmente, la terra ferma.
    Con la coda, in un impeto d'ira, scagliò lontano la carcassa.
    All'improvviso sentì un leggero "thud", seguito da un rumore di quel che apparivano essere... "voci?
    La curiosità fu tale da spingerlo a investigare sulla cosa.
    Si diresse velocemente verso l'origine di quei suoni, stando attento a non fare troppo rumore.
    Giunse ad una piccola radura, dove un drago rosso stazionava vicino ad un'elfa.
    Si nascose in un cespuglio ai margini della radura, e qui rimase cercando di capire le intenzioni degli sconosciuti.
     
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    Gix stava per entrare nella vegetazione fitta della foresta ma si fermò subito appena sentì che qualcuno si stava avvicinando. Solo dall'odore capì che chiunque si stava avvicinando apparteneva una della razza elfica.
    Il drago si voltò per guardare bene l'elfo e notò che era una femmina, era felice di vedere che un elfa si stava avvicinando all'albero che accidentalmente aveva danneggiato. Ma la sua felicità durò poco perché aveva scoperto che l'elfa non era in grado ad far ritornare l'albero com'era prima.
    Gix continuò ad osservare l'elfa che stava analizzando l'albero e lo informò che non era grave e che era fortunato. Il drago rosso ricambiò il sorriso vuol dire che l'albero guarirà, giusto?"
    Gix ascoltò ancora una volta l'elfa e rispose "sono venuto qui per fare una visita ad un amico che vive in questa foresta"
    Il drago rosso sentì un altro odore di un altra creatura ma non ci fece molto caso e continuò a parlare con l'elfa "dipende, alcuni draghi di fuoco ci vanno nelle foreste ma cercano sempre di stare attenti a non soffiare fuoco per non danneggiare la natura, anche se io ho danneggiato l'albero a causa della mia grandezza"
     
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    Lyndis finì di analizzare l'abero con una smorfia rammaricata verso sé stessa per il fatto che non possedesse ancora dei poteri per poter risanare le piante. Si voltò verso il drago rosso il quale, le aveva domandato:
    CITAZIONE
    vuol dire che l'albero guarirà, giusto?"

    L'elfa sorrise, alzando le sopracciglia.
    "Si, giusto. Ci metterà un po' di tempo prima che ritorni in tutto il suo splendore." spiegò, alzandosi in piedi e allontanandosi dall'albero accidentato.
    Il drago poi, disse che era venuto in questa foresta per cercare un suo amico. Aggiunse anche che i draghi di fuoco come lui ci andavano abbastanza spesso nelle foreste, stando attenti a non danneggiare la vegetazione con i loro soffi.
    "Ah capisco.
    Ma non preoccuparti comunque per l'albero...può succedere, so che non l'hai fatto apposta."
    disse lei, alzando la testa verso il drago e rivolgendogli un gentile sorriso.
    "Come ti chiami, se posso saperlo?" domandò Lyndis, quando improvvisamente le sue orecchie a punta, captarono dei flebili rumori dietro la radura in cui erano stazionati lei e il grosso rettile. Potevano essere gli sciacalli che abitavano il luogo, altri animaletti selvatici o addirittura...altre creature? O forse Void e Zell l'avevano seguita di soppiatto?Impossibile, se ne sarebbe accorta immediatamente se ciò fosse stato vero.
    L'elfa Si portò istintivamente le mani sopra le daghe che cingeva ai fianchi per evitare che chiunque fosse nascosto lì dietro, la attaccasse senza un preavviso.
     
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  6. Ickym
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    A quanto pare i due stavano discutendo del più e del meno. Prima stavano parlando dell'albero, rovinato apparentemente dal drago rosso. Inoltre sembra che non si conoscano tra di loro, dato che si stavano scambiando i nomi proprio in quel momento.
    Xaven notò che l'elfa aveva portato le mani vicino all'impugnatura draconica delle daghe, il che instaurò il dubbio in lui.
    "Che mi abbia visto? Forse è meglio spostarsi" pensò.
    Tentò di uscire dal cespuglio silenziosamente, ma la sua fretta di spostarsi lo tradì, dato che uno dei rami si spaccò con un sonoro "crack". "Maledizione!".Si fermò in quello stesso istante, tenendosi basso, cercando di non farsi vedere e trattenendo perfino il respiro.
    Con la coda dell'occhio notò il ramo che lo aveva fatto scoprire: era incastrato in una della punte delle sue scaglie, completamente tranciato dal cespuglio.
    Si vergognò un po', un errore così grossolano non dovrebbe essere commesso da un'assassino addestrato come lui.
     
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    Gix ascoltò l'elfa che confermò che l'albero guarirà anche se ci vorrà un po del tempo e lo assicurò che sapeva che era un incidente.
    Gix annuì e disse "grazie per la compressione, il mio nome è Gixcaririxen piacere di conoscerti".
    Il drago rosso notò che l'elfa si era allarmata e portava le mani vicine all'impugnatura delle daghe, subito dopo sentì un rumore di un ramo spezzato proveniente alla stessa direzione in cui aveva sentito l'odore della creatura.
    "ora ti sei tradito da solo, e sei costretto ad uscire fuori dal tuo nascondiglio" pensò il drago rosso mentre si voltò per guardare la direzione in cui proveniva il suono e attese che la creatura si faccia viva.
    "chi sa cosa vuole?, il problema è che se è una creatura aggressiva non potrò usare il mio fuoco, ma è lo stesso, sono bravo ad usare il mio corpo come arma" continuò a pensare il drago rosso
     
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    Il drago rosso di presentò con il nome di Gixcaririxen.
    "Lieta di conoscerti. Puoi chiamarmi Lyndis." disse lei, mentre teneva le mani sulle daghe in attesa che chiunque fosse nascosto dietro alla vegetazione, uscisse allo scoperto.
    Ci furono ulteriorio rumori che stavano ad indicare un eventuale fuga o spostamento da lì perché senz'altro, lo sconosciuto si era accorto di esser stato individuato.
    Un sonoro "crack" irruppe nella tranquillità cinguettante di Ahsnaeris. Adesso doveva per forza uscirne fuori, ormai Lyndis sapeva benissimo che si trattava di un qualcuno senziente.
    L'elfa si avvicinò con passo lente alla sorgente dei rumori sospetti, mentre teneva una mano su una delle sue daghe alla vita.
    "Oggi non ho nessuna voglia di combattere, ma sappi che se stai facendo il furbetto mi ci trovi." disse lei con un po' di arroganza intimidatoria. Che fosse stato un drago, un suo stesso simile o un altra creatura non le importava assolutamente. Lyndis non guardava in faccia a nessuno.
     
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  9. Ickym
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    Il drago rosso, dal nome Gixcaririxen, si girò verso la sua posizione, senza proferir parola. Subito dopo anche l'elfa, di nome Lyndis, si fece avanti, in questo caso minacciando Xaven con fare sicuro. Non aveva buoni ricordi degli elfi, ma non si fece intimidire.
    Sibilando per il disappunto di essere stato scoperto uscí lentamente dal suo nascondiglio.
    "Non ho intenzioni ossstili" disse. "almeno, questo dipende da voi" completó la frase con il pensiero, guardandosi bene dal dare voce ai suoi pensieri.
    Si alzó dal terreno, giusto per arrivare all'altezza degli occhi dell'elfa.
    Mentre faceva ció, rimase in guardia per possibili segni di ostilità, certo non sembravano tipi da attaccare a caso, e il fatto che si erano appena conosciuti poteva volgere a suo vantaggio, ma la prudenza non é mai troppa, e lo aveva imparato a caro prezzo.
    Proprio per questo si preparó ad usare il suo elemento, e come conseguenza di ció, la pietra incastonata sulle scaglie della "pancia", insieme agli occhi e alle linee rosse sulla coda iniziarono a brillare flebilmente di luce propria, a malapena visibile, data la luce del sole.
     
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    Gix annuì e subito dopo seguì l'elfa che stava andando nella fonte dei rumori. La ascoltò che avvertì chiunque sia nascosto che era pronta a combattere anche se non aveva voglia di farlo.
    Il drago rosso sentì un sibilo e subito dopo osservò attentamente la creatura che stava per uscire e subito riconosce la razza.
    ”ah è un Anfittero” pensò mentre lo guardava. Mentre lo guardava notò qualcosa di strano, la creatura non ha le ali ma al loro posto ci sono ci sono delle sbarre di metallo.
    “deve avere l’elettricità come elemento base” pensò e subito dopo notò che c’è tensione elettrica nell’aria intorno alla creatura e disse con voce calma “bè non sei credibile se ti prepari ad utilizzare il tuo elemento, non vogliamo farti del male, e non abbiamo motivo per fartene, quindi per favore rilassati”
    Gix non sapeva quali saranno le intenzioni del anfittero ma se quella creatura diventerà aggressiva lui era pronto a difendersi.
     
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    Lyndis rimase in posizione di attacco-difesa fino a quando non sentì altri rumori che misero in mostra un esemplare di anfittero. L'elfa lo osservò da cima a fondo con una faccia tra intimidatoria e analizzatrice, scorgendo che al posto delle ali che di solito hanno tutti gli esemplari di questa specie, aveva una sorta di barre metalliche. Che gli servissero da conduttore per qualche suo attacco? Non ne era sicura al cento per cento.
    CITAZIONE
    "Non ho intenzioni ossstili"

    sibilò l'anfittero, alzandosi alla pari degli occhi di Lyndis. Lei nel mentre, notò che i suoi occhi si illuminarono di una flebile luce elementale.
    Lei lo squadrò con la bocca storta e assunse una posizione più rilassata da quella che aveva prima.
    "Se non hai intenzioni ostili, allora perché ci stavi spiando? Anche se sinceramente, non abbiamo nulla da nascondere."
    Anche il drago appena conosciuto di nome Gixcaririxen lanciò alla creatura serpentina una specie di avvertimento, il quale lo avvisava di stare calmo perché nessuno aveva intenzioni ostili, proprio come aveva detto lui.
    Vi va bene se al prossimi giro faccio intervenire un PNG?
     
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    per me va bene
     
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  13. Ickym
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    "notevole, si sono accorti che mi stavo preparando" pensò leggermente stupito. Si annotò mentalmente di essere più discreto in futuro.
    Smise di utilizzare il suo elemento, e disse : "Dalle mie parti sssi dice che prevenire è meglio che curare, credo che sssi dica lo ssstessso qui... dovunque sssia qui" rispose al drago rosso, e fissandolo nei gialli occhi continuò : "sssspessso le parole non sono la verità delle intenzioni"
    Si girò verso l'elfa per risponderle, nel mentre si interrogava che tipo di elfa fosse. Come primo tentativo, pensò che fosse un'elfa del bosco, o comunque della natura; ma abbondonò l'idea, c'era qualcosa che non convinceva Xaven "vi ssstavo ossservando per determinare ssse sssiete un pericolo o no, sssfortunatamente ho commessso il grave errore di farmi ssscoprire.
    Sibilò per un momento, per poi osservare i due di fronte a lui. Badò bene di non muoversi, ad eccezione della coda, che si muoveva avanti e indietro. Avranno anche avuto intenzioni non ostili, ma di certo davano a Xaven l'impressione di non tollerare movenze strane.

    Certo, va tranquilla.
     
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    Gix ascoltò l'anfittero che recitò un detto che aveva già sentito durante il suo viaggio per il mondo. Un po lo capiva.
    "sì hai ragione anche tu, avvolte è molto meglio prevenire che curare, finora questo detto l'ho sentito da maggior terre che ho visitato quindi presumo che si dirà anche qui" disse il drago rosso mentre ricambiava lo sguardo e dopo annuì con la testa subito dopo l'ultima frase rivolta verso di lui.
    A Gix venne in mente che a volte era stato ingannato dalle persone che volevano fargli del male, ma lui viveva ancora ma quelle persone non più.
    Ascoltò Lyndis che domandò il motivo della spiata e la risposta dell'anfittero che spiegò che voleva capire se erano pericolosi oppure no.
    Il drago rosso sorrise e disse "be io ti ho scoperto subito grazie hai miei sensi draconici, non so se l'elfa ti abbia scoperto oppure ti a indotto a scoprirti. Comunque cambiamo argomento, da quanto ho capito non sai dove ti trovi giusto? ti trovi nel'isola di Kengard"
     
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    Certo, la s di quell'anfittero era fin troppo assordante ed appunto, sibilante. Tutte le volte che pronunciava parole che contenevano la lettera s, Lyndis faceva una leggera smorfia infastidita perché le si insinuava nelle orecchie, solleticandole in maniera non piacevole.
    L'elfa lasciò le braccia cadere ai propri fianchi, lasciando momentaneamente l'impugnatura delle due daghe. L''anfittero poi ammise che stava spiando da dietro la vegetazione per vedere se lei e Gix erano tipi ostili.
    "Niente di grave, almeno per me, non sono un'assassina maniaca... anche se a giuducar dall'aspetto esteriore potrei sembrare una tipa poco raccomandabile, ecco." disse Lyndis, incrociando le braccia al petto.

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    Un esemplare di un particolare centauro trottava in mezzo alla tranquilla, coloratissima e cinguettante foresta di Ahsnaeris.
    I centauri, le cui origini si sono perse dalla notte dei tempi, sono creature dall busto di uomo e il corpo di cavallo, abili e inclini per tutto quello che riguarda le stelle, l'Universo, l'arte della caccia e della guerra.
    Ma se proprio dobbiamo dirlo, sono proprio pessime caratterialmente: rozzi, selvaggi ed estremamente irascibili, quindi qualsiasi cosa li manda in bestia.
    E proprio questo tipo di esemplare di cui vi sto parlando, è un tipo molto poco ragionevole...e spietato.
    Si chiamava Astraios, un centauro dall'aspetto sicuramente brutale e poco rassicurante. Apparteneva ad una piccola ma pericolosa tribù di centauri situata al confine di Ahsnaeris, la quale, le piaceva mettere zizzania e contendersi i territori con le altre popolazioni confinanti, spargendo sangue e violenza proprio come un contandino che semina il suo campo.
    Astraios era il favorito della sua tribù e dal capotribù stesso, quello che la sapeva lunga e quello che partiva per primo se c'era da fare guerra. Proprio in quel giorno e in quel preciso istante, era stato informato dalla sua spalla che avevano visto uno strano drago antropomorfo accompagnato da un essere con la coda ad anelli ed un'elfa, vicino al loro prezioso territorio di caccia. Era partito per trovarli e dare loro una lezione: nessuno doveva intromettersi nei loro possedimenti.
    Astraios aveva un aspetto fisico singolare, differenti dagli altri suoi simili in meglio: il busto umano, terribilmente muscoloso, aveva una pelle olivastra quasi bruna che rifletteva ogni singolo raggio solare rendendola visibilmente lucida e levigata; la testa invece, era sormontata da due lunghe corna angolari con una cresta da moicano bianca che gli scendeva lungo la schiena. La faccia quasi sempre aggrucciata, era piena di piercing sul naso, sulle sopracciglia e sulle orecchie. Quest'ultime, erano lunghe e pelose, come quelle di un cavallo.
    La metà inferiore, ovvero quella da equino era di colore marrone-nero dalla corporaura massiccia e dagli zoccoli grandi e robusti. La groppa e il petto era protetta da una macabra armatura di acciaio con appeso dei eschi umani e di piccoli draghi, facendo sottointendere quanto fosse spietato quell'essere.
    Tra le sue mani, teneva un'ascia imponente, riccamente disegnata con linee ed intrecci che ricordavano decorazioni elfiche, mentre l'impugnatura era fatta...con una colonna vertebrale umana. Quell'arma non era altro che un dono del suo capotribù, eleggendolo suo fidato e fedele consigliere, nonché maestro d'elité di guerra.
    Astraios continuava a trottare con una certa furia cieca, mentre faceva ruoteare l'ascia sopra di sé per tagliare tutta la vegetazione che gli ostruiva il passaggio. Sembrava uno stallone impazzito, scappato dalle mani del proprio domatore.
    "Vi troverò e con i vostri teschi ci farò calici e decorazioni per la mia dimora." Era un centauro fedele al suo capo e alla sua tribù, quindi non accettava assolutamente ingiurie da parte degli altri. Non avrebbe permesso a quel gruppo di tre creature di fare i cavoli loro sul loro territorio.
    Da trottare Astraios passò a galoppare, portando l'ascia in basso e buttando il peso del busto umano in avanti. Tra le foglie della vegetazione, gli parse di vedere un vivace colore rosso. Aumentando la velocità, il centauro scorse finalmente una figura di un drago molto grande, di uno strano anfittero con ali di metallo...e quello che sembrava essere un elfa. L'odore era quello...e senz'altro, doveva essere lei quella di cui parlava il suo fidato scagnozzo.
    Astraios giunse così in mezzo a quella radura in cui erano situate le tre creature dall'aria abbastanza testa. Il centauro si fermò a pochi metri prima di loro, impennando sugli zoccoli posteriosi e sbuffando, proprio come fanno i cavalli. Origliò le ultime parole che sentì del drago rosso, le quali dicevano "ti trovi nel'isola di Kengard".
    Il centauro digrignò i denti. Alzò l'ascia da guerra con la mano sinistra e la puntò verso di loro.
    "Sbagliato, grosso ammasso di scaglie rosse, tu e i tuoi neo-amichetti vi trovate molto vicino al nostro territorio, fate attenzione a dove mettete le vostre zampacce!" ruggì Astraios con una certa arroganza.
    "Ora ditemi...sto cercando un gruppetto formato uno strano drago-ibrido, un'elfa e un essere di cui non conosco né il nome, né la specie. Se li avete visti, è bene non mentirmi."
    Astraios
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