Lasciati andare

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    Bene, qui adesso ruoliamo solo io e Pallad.


    Era piuttosto caldo, solitamente il sole non picchiava in quel modo, con tanta insistenza, così acceso e luminoso.
    Anche la sabbia quasi scottava, mentre a pochi metri da lei osservava le onde infrangersi una con l'altra e spruzzare spuma in ogni dove.
    Si meritava un po' di riposo dopo l'ultima stupida e ignorante missione, in cui si era pure spezzata due dita per la miseria. Cadere giù da un palazzo senza la benché minima protezione sarebbe potuto essere decisamente più debilitante, quindi poteva ritenersi fortunata, ma quella povera mano destra le stava facendo un male cane.
    Se la strinse con l'altra per reprimere una fitta di dolore, forse doveva fasciarla o qualcosa di simile, come le aveva detto Liya. Invece se l'era lasciata tranquillamente scoperta come nulla fosse, con il medio e l'indice spappolati. Credeva nel recupero naturale e sarebbe guarita da sé... almeno sperava.
    Poteva provare a fare un tuffo in acqua, magari... no, un attimo. Che era quell'affare che stava per giungere dal cielo?
    Da prima delineò soltanto un'ombra, poi l'immagine iniziò a farsi più nitida e si rese conto che era Liya... no, non era Liya. Ma gli somigliava assai! Un altro drago? Ogni volta che ne incontrava uno che non conosceva si eccitava incredibilmente!
    E se fosse stato maschio? Iniziò ad ipotizzare le peggiori ed inquietanti cosacce tra Liya ed un ipotetico sconosciuto, anche se dubitava lei avrebbe acconsentito a qualcosa del genere. Era più probabile che, con una come lei, sarebbe potuta scoppiare una mezza lite di quelle non proprio allegre.
    Si sedette a terra, sprofondando nel caldo e chiaro manto sabbioso, prendendo una manciata di granelli e lanciandoli per aria. Magari così il drago l'avrebbe vista.
    C'erano altri mille modi più efficaci per farsi individuare, ma... le faceva fatica gridare o sbracciarsi nella sua direzione come una pazza forsennata.
    "Speriamo di essere un po' più fortunata di ieri accidenti..." Bisbigliò tra sé e sé, la missione era stata di quanto più clamoroso potesse esistere. Aveva fatto due figuracce da premio, però era finita come doveva finire quindi... nessun problema.
     
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    David stava ancora volando in preda al panico. Quelle sue ali erano ancora nuove per lui. L'uomo trasformato in drago era così confuso spaventato. Non sapeva proprio cosa fare. Era successo tutto da così poco. Un tempo era un ragazzo di bell'aspetto, ed un'attimo dopo si era ritrovato trasformato in un drago. Ed adesso in quelle condizioni non poteva più tornare da dove era venuto. Quando era umano aveva letto di un posto chiamato Kengard. E lì forse avrebbe trovato qualcuno che avesse potuto aiutarlo con questa situazione.

    Tutti quei pensieri avevano impedito al neo drago di godersi il volo che aveva fatto per tutto il viaggio. E non erano nemmeno solo i suoi pensieri a renderlo nervoso, ma anche i sensi amplificati a cui non si era ancora abituato. I tanti rumori che udiva gli causavano mal di testa, il suo olfatto amplificato gli causava disagio, non essendo abituato a tutti quei nuovi odori, e pure la supervista, non potendo controllarla, gli dava fastidio. Ma fu grazie a quella vista che poté vedere la spiaggia in lontananza. Non sapeva se era Kengard, ma di sicuro almeno sarebbe stato un posto dove riposare, visto che l'aver volato così tanto unito al fatto che non era ancora pratico per quel genere di cose, lo aveva stancato.

    Si accorse poi anche della presenza di qualcuno che, inizialmente, non lo aveva notato, ma poi alzò un po' di sabbia, probabilmente per farsi notare da lui. Nella mente di David pensò che, siccome era una del posto, magari poteva dirgli dove fosse finito. Per cui si apprestò per atterrare, cominciando a scendere in picchiata verso la spiaggia. Purtroppo si dimenticò di rallentare in tempo durante l'atterraggio, di cui era ancora inesperto in generale. Così, sapendo che non avrebbe potuto evitare lo schianto disse ad alta voce per avvisare quella che l'aveva chiamato

    "Fate Attenzione di sotto! Spostatevi tutti!"

    E si schiantò sulla spiaggia rotolando un po' in avanti e sollevando molta sabbia. Per fortuna la sabbia in se stessa aveva già attutito la caduta, ed anche lui era riuscito a rallentare, abbastanza da ridurre i danni dello schianto, e quindi si ritrovò solo un po' indolenzito, senza altri danni gravi. Anche le ali per fortuna erano intatte.

    Si rialzò quindi un po' intontito dalla botta, e dai suoni che continuava a sentire con i suoi sensi amplificati, si scrollò di dosso la sabbia e, voltandosi verso chi lo aveva chiamato, le chiese, sorridendo un po' imbarazzato per l'accaduto

    "Mi scusi. Per caso è questa Kengard?"
     
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    Si grattò un attimo la fronte, prima di alzarsi di nuovo. Che stava facendo quel drago?
    Stava volando con un po' troppa foga, se fosse andato avanti così non si sarebbe fermato in tempo. E infatti... quando lo sentì gridare di spostarsi si allontanò di qualche metro,, anche se non si trovava esattamente sulla sua traiettoria quindi non ci sarebbero stati problemi.
    Tuttavia la stupì vederlo piombare a terra come un sacco di patate e atterrare sulla spiaggia in quel modo, dannazione... le ali le aveva! Perché non le aveva utilizzate? L'impatto sollevò qualche folata di sabbia, ma sperava non gli avesse causato troppi danni. Si, era decisamente simile a Liya, e la cosa la fece sorridere. Chi sa se... beh, non era il momento.
    il suo corpo era per metà blu per metà bianco, e sembrava di buona muscolatura e costituzione.
    Lo osservò rialzarsi un pelo goffamente, anzi un po' parecchio goffamente, e ipotizzò che provenisse da un lungo volo che doveva averlo disorientato.
    Strano però... era in condizioni fisiche apparentemente ottime, non sembrava presentare ferite ne altre contusioni.
    "Oh si, questa è decisamente Kengard" Gli rispose con un mezzo sorriso, passandosi una mano sui non troppo lunghi capelli rossi che le ricadevano sulle spalle. I suoi occhi castani scrutarono per un istante quelli verdi del drago, leggendovi pura confusione e... qualcos'altro, che non le era dato sapere.
    Si pulì i vestiti, di colore nero e molto semplici, dalla sabbia che vi era rimasta attaccata e poi riprese con disinvoltura.
    "Hai... bisogno d'aiuto?"
    Era decisamente ridicolo chiedere ad un drago se avesse bisogno d'aiuto da un'umana come lei, ma fu più una semplice forma di rispetto dato che, era chiaro, quella creatura aveva qualche problema. In ogni caso sapeva chi sfruttare in caso di draghi da aiutare... o reclutare.
     
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    Beh, a quanto pareva era decisamente finito nel posto giusto. Almeno una cosa gli era andata bene. Per cui fece un sospiro di sollievo e si sedette sulle zampe posteriori dicendo

    "Fiuu! Ce l'ho fatta!"

    Dopodiché studiò come quella ragazza lo stava guardando. Si chiese cosa gli passava per la testa.

    Quando poi gli chiese se avesse bisogno di aiuto, David non rispose subito. Non sapeva se poteva fidarsi di quella tipa. Di sicuro aveva bisogno di aiuto, ma era stato per essersi fidato di sconosciuti che era finito in quella situazione, e quindi non voleva ricominciare da capo e peggiorare ulteriormente la sua situazione.

    D'altra parte però non poteva di certo lasciarsi guidare dalla paranoia e dalla diffidenza se voleva uscire fuori dal guaio in cui si era messo. Doveva correrli dei rischi. Per cui chiese alla ragazza squadrandola attentamente

    "Beh, diciamo che la mia è una situazione complicata. Ma però non so se posso dirla alla prima che passa. Dimmi, come ti chiami? Vorrei conoscerti meglio e sapere se posso fidarmi di te prima di dirti qualcosa."
     
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    Situazione complicata... nello stesso momento in cui le aveva ammesso di non poterla rivelare al primo che passava, le aveva fatto capire che era qualcosa di ben più insolito di una tempesta in mare o un volo estenuante.
    Sapeva come fare in quei casi, anzi il suo lavoro era proprio quello in un certo senso.
    "Chi sono? Semplice, Valen manto d'ebano, e nonostante il mio stupido cognome non appartengo a qualche nobile casata di guerrieri né ad una dinastia reale. Lavoro e combino casini per un associazione... beh, non proprio tranquilla, di nome nebbia argentata. Sicuramente ne sentirai parlare a breve in giro... di recente ne stiamo combinando di tutti i colori e anche quando non facciamo male a nessuno veniamo parecchio malfamati. Poi qualcuno intralcia le missioni, noi ci difendiamo e si scatena il putiferio. In somma... non siamo proprio brava gente, ecco. Però evitiamo sempre di uccidere se non siamo noi a rischiare direttamente la pelle. Dunque non ti posso assicurare che tu debba fidarti di me, ma ti garantisco che non proverò in alcun modo a farti del male e... se vorrai il mio aiuto... lo avrai"
    Fece una piccola pausa, voltandosi verso Knawr da cui era giunta dove, al momento, non scorse quasi nessuno se non qualche passante che si stava dirigendo verso la spiaggia. Tra di essi vi era un elfo, uno strano folletto che non si capiva esattamente che problemi avesse dato che saltava in qua e in là neanche gli scappassero i bisogni, un ragazzo umano e qualcun'altro per nulla pericoloso.
    Quindi potevano parlare di questioni anche delicate senza orecchie indiscrete a rompere le scatole. Non aveva voglia di dover scazzottare qualcuno prima della prossima missione.!
    "Pensi ti sarebbe più facile aprirti con un tuo simile? So che molti draghi hanno un certo astio nei confronti degli umani, anche se non sembri appartenere a quel genere di individuo..."
     
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    La ragazza disse il suo nome e la sua professione. Dunque, se non gli mentiva, poteva avere una possibilità. Gli offrì persino di parlare con un altro drago. Ne conosceva uno quindi. E la cosa lo fece sentire molto lusingato.

    Magari un drago poteva essere d'aiuto. Ma d'altra parte, come aveva detto, alcuni draghi non avevano simpatia per gli umani. E se anche quel drago che conosceva fosse di quel genere? Quanto avrebbe potuto prenderla a male per il fatto che un umano si era trasformato in uno di loro? Avrebbe potuto prenderlo come un insulto? Un abominio della natura? Un affronto? Qualcosa di sacrilego? Questo non poteva saperlo. Per cui lo chiese direttamente

    "Un mio simile? Beh, si. Ammetto che io non sono quel genere di individuo. E dimmi, se conosci un altro drago con cui posso parlare, anche lui o lei, nel caso sia femmina, non prova avversione verso gli umani, vero? Perché diciamo che nella mia storia c'è qualcuno che, si è ritrovato in una situazione in cui non ha avuto il controllo. E quindi non so se sia da biasimare o no per quello che gli è successo. Specialmente dalla prospettiva di un drago. "
     
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    come dicevo di là, Valen è un PNG per questo non aveva senso mettere link che portassero al nulla. Comunque l'ho scritto, capelli rossi non molto lunghi, occhi castani, abbastanza graziosa ma semplice semplice e con vestiti... bo, neri, poi ognuno i dettagli se li immagina a modo suo.

    Le aveva confermato di non essere quel genere di drago che si spaventa di fronte ad un umano o cerca di attaccarlo. Beh, in fondo ne esistevano di personalità nel mondo, era ovvio conoscerne di entrambe le categorie.
    In effetti Liya non era mai stata una grande amante degli umani, ma lei non era mai stata amante di nient'altro che non fosse quello che le interessava in un dato momento. Per questo era caratterialmente un po' precaria a volte, ma con lei si era sempre trovata bene, sia in missione che in rapporti di quella che, anche se un po' celata, poteva definirsi amicizia. Avevano passato tanto di quel tempo insieme che non poteva nascondere di volerle molto bene.
    Sicuramente si sarebbe impegnata per aiutare un suo simile, nonostante quelle parole l'avessero confusa. Che intendeva quel drago?Biasimato...
    "il termine biasimare è per chi pensa di saper giudicare..." Disse, alzando lo sguardo al cielo e incrociando le braccia al petto.
    "In fondo... nessuno può biasimare nessuno, perché è impossibile conoscere ciò che qualcuno ha vissuto o sofferto allo stesso modo di chi è stato a viverlo"
    Probabilmente aveva trovato qualcuno di interessante, sicuramente ci sarebbe stato da ridere una volta che l'avesse portato da Liya. Sperava vivamente che sarebbe andato tutto bene, non voleva avere qualcuno sulla coscenza solo per avergli proposto di incontrare una dragonessa dai modi... non esattamente pacati.
    "Puoi stare tranquillo, Liya non ha niente contro gli umani, sarei felice di condurti da lei. ma ti avverto... è un po' strana. Non farci caso se... ecco... dice qualcosa di spiacevole, è fatta così"
     
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    David ascoltò le parole della ragazza. A quanto pareva quella aveva qualche perla di saggezza da dare. Dopo aver ascoltato quelle parole, David si chiese se quella ragazza avrebbe poi pensato che quella situazione non era poi così grave, dopo che avrebbe saputo la verità. In effetti lui si era solo trasformato in un drago. Non aveva mica ucciso qualcuno. La sua colpa al massimo sarebbe stata quella di essersi comportato come uno stupido. Naturalmente lo avrebbe saputo quando avrebbe detto la verità. Valen gli parlò anche di Liya, che a quanto pareva, era un drago femmina. Lo rassicurò che lei si comportava bene con gli umani, e che quindi poteva stare tranquillo, nonostante il suo carattere strano. Questo era abbastanza rassicurante. Per cui decise di rischiare e parlare con loro.

    "Beh, ok. Portami pure da lei. Così posso parlarci. Magari parlerò proprio con entrambe. Così faremo prima."

    Fu quindi la risposta che diede. Ora doveva solo aspettare che si muovesse o la chiamasse. Così potevano cominciare.
     
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    Il drago aveva acconsentito, avrebbe parlato con Liya.
    Ora stava tutto nel fare arrivare Liya o nel portare lui da lei. La seconda opzione aveva più effetti collaterali di quanti ce ne si sarebbe potuti aspettare: oltre al fatto che quel drago sembrava abbastanza provato, Liya non amava... ecco... essere disturbata proprio dentro la sua tana, neanche se veniva avvertita prima del tempo. Non gli piacevano gli intrusi, l'unica che poteva entrare quando voleva senza essere azzannata alla giugulare era lei.
    Chiaramente aveva sempre rispettato gli spazi della dragonessa, sia per non rischiare sia perché così era la sua volontà, ma effettivamente Liya con lei si era sempre comportata bene.
    In ogni caso, era decisamente meglio farla venire lì, anche se avevano imparato da poco a comunicare ad una distanza superiore a pochi chilometri. Sperava di esserne in grado e di riuscirci alla prima senza fare cilecca.
    Allontanò la propria percezione dal corpo e ampliò la mente fino ad espanderla verso quella in cui, sapeva, trovarsi la dragonessa. La espanse e la espanse ancora, finché la scintilla non le diede la certezza di averla raggiunta.
    Perfetto, anche se non aveva mai gestito un legame mentale con quella enorme lontananza ancora... poteva entrare in contatto con lei.
    <liya...>
    Non sentì né uno sbuffo, né altro. udì soltanto la sua mente che stava inviando sospiri di risposta, finché non parlò.
    <valen... cosa vuoi? Adesso non ho voglia di andare in missione>
    <no no, ma potresti raggiungermi? Vedi... c'è un drago un po' strano che penso possa aver bisogno di una zampa>
    <e da me? Non sono brava con queste cose>
    <e dai ti prego! Non fare la difficile, so che anche a te pia...>
    <ho capito, va bene>
    Valen esultò con un piccolo risolino ed un "siii!" strizzato fra i denti. Probabilmente il drago si sarebbe chiesto se fosse impazzita, ma non aveva tutta questa importanza.
    <ti trovi a Knawr?> Continuò Liya, non avendo ancora interrotto il contatto mentale.
    <sulla spiaggia, dove le onde si scontrano>
    <ho capito, sto arrivando>
    <cerca di non farti vedere... mi raccomando>
    <ma vai dove sai bene!>
    Si aspettava una risposta del genere.
    Bene, e quella era fatta. si lasciò andare e emise un sospiro soddisfatto, se era riuscita a raggiungerla così lontano avrebbe avuto un grande vantaggio ad aiutarla nelle missioni d'ora in avanti. Era così tanto che giocavano insieme che, prima o poi, avrebbero per forza di cose imparato a farlo... in lavori come il loro era un'abilità quasi necessaria.
    Si rivolse dunque al nuovo arrivato, con un piccolo sorriso.
    "Bene, sono felice tu voglia aprirti... Liya sta arrivando, sarà qui tra pochi minuti"
    Infatti fu così; trascorsero alcuni minuti in cui lei non aggiunse altro, sia perché non voleva farsi ancora gli affari del drago, sia perché non era brava a tirar fuori agli altri quello che non volevano tirare fuori. Dopo appena una decina di minuti ecco la dragonessa che, rapida e indifferente come al solito, atterrò sulla sabbia con eleganza e scioltezza. Non sollevò neanche un granello di polvere, avendo conficcato gli artigli sul suolo friabile per darsi stabilità.
    Era stata tutta fuorché invisibile, anzi... aveva sicuramente dato sfoggio delle sue abilità di volo e era sfrecciata a bassa quota sopra a Knawr senza ritegno alcuno. Eppure lo sapeva che avrebbero potuto riconoscere la creatura che scatenò un innocente uragano da far decollare le capanne!
    Si avvicinò, a passi lenti, fissando con i propri occhi ametista il drago giunto dal mare. Erano abbastanza simili di dimensioni e corporatura, forse Liya era leggermente più piccola, e anche il colore delle sue scaglie appariva perfettamente blu, solo che questo copriva tutto il suo intero corpo mentre il drago era per metà bianco sul ventre. Non fosse stato per gli occhi di colori diversi, persino il muso sarebbe stato praticamente identico, al pari delle corna e degli artigli.
    Oddio, erano fatti l'uno per l'altra! Valen non poté che lasciar spazio di nuovo ai peggiori filmini mentali, svalvolata com'era.
    "Salve, benvenuto a Kengard straniero. Il tuo nome? Io sono Liya" Gli disse, senza troppe remore ne inutili tentennamenti, sempre continuando ad avanzare finché a dividerli non ci fu che un metro.
    Aveva capito in un attimo che proveniva dall'esterno, anche se non le aveva detto niente a riguardo. Era fin troppo brava ad analizzare situazioni e personalità altrui, anche se sembrava strano... alla fin dei conti... era sempre stata Liya quella -intellettuale- in missione, e lei si era sempre data alla pazza gioia nel fare casino come meglio poteva.
    In effetti l'unica cosa che la stupì fu il sentirla pronunciare quelle parole con tutta quella calma e, per così dire, sensualità. Non era solita iniziare conversazioni dolci, chi sa cosa le passava per la testa.
    Adesso conosciamoci, tempo di qualche post e iniziamo la ruolata che intendevi tu. L'ho descritta bene Liya? Immaginala simile a David, però tutta blu, artigli scaglie corna e cresta dorsale compresi (solo un po' più scure del resto del corpo). Ha gli occhi viola ametista ed è un po' più piccola di lui, ha una grande apertura alare, le sue zampe forse sono leggermente più snelle e slanciate di quelle di David e... basta :)
     
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    David vide Valen riflettere sul da farsi. Probabilmente, andando semplicemente a teorie, non sapeva se portare lui da Liya o il contrario. Mentre aspettava anche lui era indeciso su cosa avrebbe detto o come l'avrebbe detto. Il drago era già preoccupato per il fatto che forse quella dragonessa, sapendo la verità su di lui, nel caso non la prendesse a male ed accettasse il fatto che era un uomo in un corpo di drago, avrebbe potuto considerare la sua situazione come nulla di speciale, e forse arrivare a considerare il semplice fatto che l'avessero chiamata una perdita di tempo. Lui non voleva offendere nessuno, ma era sinceramente preoccupato per quanto stava per accadere. Oltretutto lui non aveva mai incontrato un vero drago in carne ed ossa, e l'esperienza in generale era decisamente eccitante.

    Sperò solo di fare una buona impressione quando l'avrebbe vista. Lui aveva sempre adorato i draghi, e sognava da sempre poterne cavalcare uno e di farci amicizia. E questo gli fece considerare la sua situazione come una buffa ironia. Voleva cavalcare un drago ed adesso invece era diventato un drago. Non poteva cavalcarne uno perché tanto poteva volare per conto suo.

    Durante le sue riflessioni vide come a Valen scappò un sorriso. Si chiese cosa avesse, ma poi ricordò di aver letto su qualche libro di drago e cavaliere che comunicano mentalmente e quindi ipotizzò che forse era così che si stavano comunicando.

    "Quindi Valen ha deciso di chiamare qui. Beh, speriamo che vada tutto bene allora."

    Ad avere conferma delle sue teorie fu proprio Valen a dirgli

    CITAZIONE
    "Bene, sono felice tu voglia aprirti... Liya sta arrivando, sarà qui tra pochi minuti"

    Il drago allora aspettò pazientemente che la dragonessa arrivasse chiedendosi ancora come avrebbe potuto comportarsi e cosa dire.

    Quando arrivò, David riuscì già a vederla grazie alla sua vista superiore, nonostante avesse ancora qualche difficoltà a controllarla. La vide dare sfoggio alle sue abilità di volo, e ne fu molto estasiato. E questo insinuò nella sua mente l'idea

    "Se imparassi ad usare questo corpo potrei anch'io fare questo genere di cose."

    Non capì perché avesse pensato una cosa del genere, ma ormai era nella sua testa. Poté anche vedere quanto quella dragonessa fosse brava anche per il fatto che fosse atterrata meglio di lui.

    David poté inquadrarla bene. Il colore delle squame era lo stesso del suo, anche se il ventre, le corna, e gli artigli erano diversi. Ed era leggermente più piccola di lui. Questo fece fare a David un'altra ironia. Aveva visto i draghi come creature grandi e possenti, ma la prima che incontrava era più piccola di lui, anche se di poco. Naturalmente doveva ricordarselo che non era lei ad essersi rimpicciolita ma che era lui invece ad essere cresciuto. Comunque, a giudizio definitivo, quella dragonessa era decisamente bella per gli standard della sua nuova specie.

    Lei ovviamente volle arrivare subito al sodo

    CITAZIONE
    "Salve, benvenuto a Kengard straniero. Il tuo nome? Io sono Liya"

    Beh, decisamente era brava se aveva già capito che veniva dal fuori Kengard, e quando gli si avvicinò, anche la distanza ravvicinata gli fece battere il cuore forte per le emozione. Si chiese se ci stesse provando con lui. Se fosse stato così, la cosa lo avrebbe fatto decisamente sentire lusingato ed imbarazzato, ed in effetti, non sapeva nemmeno come avrebbe potuto reagire ad una tale eventualità. Trovarsi qualcuno era decisamente nei suoi interessi, ma farlo come drago era decisamente qualcosa a cui non aveva mai pensato. Non sapeva nemmeno come funzionassero le relazioni tra draghi. Se fossero simili a quelle umane o no. Comunque i suoi occhi verdi non si staccarono dagli occhi color ametista di lei.

    Aveva chiesto il suo nome, e quindi era giusto dare una risposta. Per cui disse, non sapendo cos'altro dire

    "Ciao. Io sono David. Come va?"
     
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    La dragonessa abbozzò un mezzo sorriso, anche se l'approccio del drago, il quale diceva di chiamarsi David, gli parve un po' strano.
    Da quando in qua quelli della sua specie si conoscevano con un banalissimo... come va? Un drago abituato alla vita con gli umani? O con i nani forse? Decisamente era inconsueto, l'unico modo che aveva per decifrarlo meglio era tirarglielo fuori, i misteri la intrigavano. Ma prima meglio capire se fosse disposto a a parlare di sé senza portargli fuori la verità "con la forza".
    Colse quindi le sue poche parole come spunto per cercare di cominciare una conversazione valida, seppur fosse complicato con una frase simile.
    "Non è un periodo semplice, ma il flusso della vita va avanti... tu invece devi essere reduce da un duro viaggio, cosa ne dici di riposarti un po qui con noi?"
    Ovviamente mise nelle ultime parole un filo di innocente malizia, come a fargli capire che non le sarebbe dispiaciuto passare un po' di tempo con lui... in un posticino tranquillo.
    Non disse... "con me" solo per non essere un po' troppo esplicita. Ovviamente David non poteva sapere che tutto quello era solo un labirintico gioco di pensieri per arrivare oltre, ma lo avrebbe compreso a breve. A lei bastava che lui dicesse qualcosa in più di sé, al resto avrebbe pensato lei.
    Ci pensò Valen con un piccolo colpo di tosse ad interromperla.
    "Em... scusate, io vado a farmi un bagno"
    La ragazza non perse tempo, senza indugiare si tolse i vestiti fino a restare in intimo e si buttò in acqua, lasciando gli indumenti abbandonati sulla sabbia.
    Non si preoccupò neanche di lanciare un occhiolino o uno sguardo particolare a Liya, erano talmente in sintonia in quel senso che sarebbe stato solo banale.
     
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    David fu preso alla sprovvista quando la dragonessa lo invitò a riposarsi insieme. Ormai lo aveva capito. Quella veramente stava cercando di sedurlo. Se avesse avuto ancora la pelle, invece che le squame, sarebbe arrossito.

    "Non pensavo di essere così attraente come drago."

    In effetti, guardando il suo riflesso negli occhi di lei non vedeva un mostro, ma una magnifica, imponente, e bellissima creatura. Se non fosse stato lui il drago che vedeva nel riflesso degli occhi color ametista di Liya, nel vedere questo drago ne sarebbe stato estasiato come lo era stato guardando quella dragonessa quando era arrivata.

    Quando poi Valen iniziò a spogliarsi per fare il bagno, David evitò ovviamente di guardarla, rimanendo concentrato su Liva, facendo attenzione a non mostrare apertamente l'imbarazzo di vedere una femmina nuda (non voleva offendere Liva in alcun modo possibile). Ovviamente non poteva biasimarla per essersi spogliata d'innanzi a lui. Dopotutto era un drago, ed i draghi non avevano il concetto di nudità. In effetti gli faceva uno strano effetto che come drago non indossasse i vestiti ma non si sentisse in imbarazzo per questo.

    Ma comunque il fatto che anche Valen avesse voluto lasciarlo solo con Liya, usando il nuoto come scusa, gli fece intuire che anche lei fosse favorevole a quello che la sua dragonessa stava facendo.

    "Quella vuole proprio che io e Liya ci accoppiamo insieme."

    A riguardo lui non sapeva se in effetti Liya si sentisse davvero attratta da lui, o se stesse facendo finta, anche se temeva che probabilmente la dragonessa non avrebbe più avuto questo atteggiamento seducente nei suoi confronti quando gli avrebbe detto la verità su di lui. Ma, indipendentemente dal fatto che stesse fingendo o no, col suo comportamento in David si era insinuata l'idea di quanto sarebbe stato piacevole la prospettiva che una creatura magnifica ed imponente come Liya o anche solo simile a lei provasse attrazione per lui.

    Che gli stava succedendo? Perché provava questi pensieri per la testa? Naturalmente sapeva già cosa avrebbe fatto: Avrebbe detto la verità a Liya, indipendentemente dalla sua reazione. Non sapeva se sarebbe sbocciato qualcosa tra di loro. Ma di certo se c fosse stata, avrebbe voluto un rapporto sincero con lei. Naturalmente avrebbe fatto tutto con calma per non andare di fretta. Per cui disse

    "Si. In effetti ho volato tantissimo per arrivare fin qui. Accetto volentieri e con gratitudine la tua offerta. Così nel frattempo possiamo anche chiacchierare un po' e conoscerci meglio."
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Benissimo, perfetto.
    Era quello che voleva sentirsi dire. Forse il drago si era un po' montato la testa, ma era proprio quello che avrebbe dovuto fare. L'unico modo per conoscere era approcciarsi senza destare sospetti, e poi lei non aveva cattive intenzioni, voleva solo... beh, conoscere. Un drago da oltre i confini era sempre molto più facile da convincere se ancora all'oscuro della nebbia e di cosa questa si portasse dietro. Sapeva che avrebbe dovuto mantenere il contatto mentale con Valen, tanto più ora che era così vicina, per farle sentire quello che David aveva da dire... ma lo sconosciuto si era dimostrato così accondiscendente e così bisognoso di raccontare... che non le sembrava giusto rendere pubblica la sua storia a qualcun'altro.
    Non per tutti i draghi parlare di faccende delicate era facile di fronte ad un'umana, tanto più se questa era pazza come Valen. Non era ancora riuscita a decifrarlo del tutto, ma una cosa era certa: qualcosa di delicato ce l'aveva da raccontare.
    Inoltre sembrava uno a cui non serviva molto per esternarsi, non avrebbe faticato e sia lui che Liya probabilmente si sarebbero divertiti.
    "Tranquillo, non ho intenzione di gettarmi in grandi cose" Gli sussurrò, per fargli intendere che non avrebbe certo bruciato le tappe e non si sarebbero messi a fare cosacce dopo due minuti dal momento in cui si erano conosciuti.
    "Ma... qui siamo un po' esposti, sei mai stato dentro a uno scoglio? È molto più pulito e fresco di quanto immagini"
    Detto ciò gli si avvicinò e gli poggiò un'ala sulla spalla destra, per condurlo verso il lato opposto della spiaggia verso cui voleva arrivare camminando e non volando. Aveva notato la piccola voragine non molto distante da dove aveva trovato David, immaginava come fosse stata provocata e non voleva infierire sulle sue povere ali affaticate. O forse... non voleva mettersidi nuovo a fare la sbruffona come prima quando era arrivata... la divertiva destreggiarsi in acrobazie maestose e aggraziate per stupire chi la osservava, ma c'era un limite anche alla sua innocente vanità.
    Dopo poche centinaia di metri gli indicò uno scoglio al largo, molto ampio e alto, verso cui si diresse a nuoto lasciando andare il drago e sperando che la seguisse. Vi si aggrappò con gli artigli e si issò sul primo sperone roccioso, arrampicandosi su un altro e poi su un altro ancora, finché non incontrò una fenditura nella superficie coriacea nella quale infilò le unghie. In effetti non voleva ancora dare sfoggio di sé, ma la situazione lo richiedeva: non avevano altri posti in cui ripararsi per il momento e David probabilmente non avrebbe retto l'attraversamento di Knawr per raggiungere luoghi boschivi o montani. Graffiò con le unghie finché non ebbe trovato un modo per incunearle nella roccia, poi spinse e tirò con forza, ruggendo debolmente e strappandone un brandello con la sola energia delle zampe anteriori.
    Andò avanti così finché non ebbe aperto una voragine abbastanza grossa da farli entrare, che si spalancava su uno spazio interno dello scoglio in cui l'odore di mare e di muschio erano molto vivi.
    Sperava che anche il nuovo compagno apprezzasse come lei quella tranquilla umidità, altrimenti... gliel'avrebbe fatta piacere lei.
     
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    Incubo infernale

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    Liya per fortuna non aveva intenzione di unirsi carnalmente a lui fin da subito. Anche lei, nel caso sarebbe nato qualcosa tra di loro, voleva che si avvicinassero l'un l'altro con calma.

    Riguardo alla sua offerta di andare insieme dentro ad uno scoglio fu piuttosto allettante. Ormai in lui si stava accendendo il desiderio di provare nuove cose, e quindi volle assecondarla. Ed in quella circostanza imparò anche che poteva usare pure le ali, oltre che le zampe anteriori, per gli usi più comuni come abbracciare e poggiare sulla spalla, ed il suo primo contatto fisico con lei gli fece battere forte il cuore.

    Avanzarono per qualche centinaia di metri sulla spiaggia, e David fu sorpreso di quanta strada riuscivano a fare semplicemente camminando quando, come umano, un tempo per andare così veloce avrebbe dovuto correre. Oltretutto, durante il tragitto, David rifletté sul fatto di quanto apprezzasse veramente la gentilezza della dragonessa e a quanto l'idea che lei lo avrebbe respinto ed avrebbe cominciato ad essergli ostile una volta che gli avrebbe rivelato la sua natura umana lo spaventasse. Ogni istante che passava insieme a lei sentiva sempre di più il desiderio ed il bisogno che lei continuasse ad essere gentile con lui anche dopo aver saputo la verità.

    "Possibile che mi sto veramente innamorando di lei?"

    Pensò tra se e se. Si chiese come fosse possibile una cosa simile. Se il suo fosse vero amore, o solo una temporanea infatuazione. Se conoscendola meglio quel sentimento che stava nascendo per lei sarebbe cresciuto o svanito. Beh, lo avrebbe scoperto tra non molto.

    Quando Liya gli mostrò lo scoglio a largo dove dovettero andare, e si diresse a nuoto verso di esso, David ebbe qualche esitazione all'inizio per seguirla. Non aveva mai nuotato prima di allora in quel suo corpo da drago, e non sapeva se ci sarebbe riuscito. Ma, non volendo rimanere indietro, si fece forza ed entrò in acqua.

    All'inizio dovette solo camminare. Poi quando l'acqua diventò abbastanza profonda da dover nuotare, i primi tentativi di David furono piuttosto goffi ed impacciati. Ma piano piano, grazie anche al suo intelletto, perché non era affatto stupido, riuscì a capire lo stile di nuoto più adatto per quel corpo quadrupede, riuscì a muoversi che era una meraviglia, e fu estasiato di quanto fosse facile nuotare come drago una volta capito come fare.

    Per fortuna riuscì a raggiungere la dragonessa abbastanza presto e la vide come cominciava ad arrampicarsi nei suoi primi tentativi di imitarla furono abbastanza penosi. L'uomo divenuto drago, quando si aggrappò agli speroni, inizialmente rischiò di scivolare, ma quando poi riuscì a conficcare gli artigli nella roccia, sia con le zampe posteriori che anteriori, David fu molto estasiato e meravigliato. Prima di quel momento non si era mai reso conto della forza che disponeva da quando era diventato un drago. Ed il fatto che quando era umano non avesse mai avuto tutta questa forza fisica di certo lo aiutava a sentirlo meravigliato nella scoperta di quel suo nuovo potere.

    "Si. Si. Siiii!"

    Disse meravigliato sempre di più mentre si arrampicava di sperone in sperone assaporando con tutto se stesso la forza delle sue zampe.

    Arrivò anche abbastanza presto per vedere come Liya strappava pezzi di roccia aprendo una voragine per entrare dentro lo scoglio. Se lei pensava di far sentire David inferiore o debole, invece lei la guardava solo con meraviglia ed ammirazione, pensando a quanto sarebbe stato fantastico che anche lui potesse fare questo genere di cose.

    Una volta che fu entrata, anche lui la seguì, ed arrivarono su uno spazio interno dello scoglio dove l'odore di mare e di muschio erano molto vivi. David si guardò intorno meravigliato dall'ambiente in se stesso, ed il suo nuovo corpo di drago trovava piacevole la tranquilla umidità del posto. Anche il suo olfatto super sviluppato lo aiutava ad apprezzare meglio l'odore di mare e muschio.

    Si strofinò sulla roccia dello scoglio come fa un gatto, sorpreso di come le sue squame lo proteggessero e impedissero di graffiarsi, dicendo

    "Questo posto è bellissimo. Non ci sono mai stato prima. Ma grazie di cuore per avermici portato. "
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Senza alcun dubbio, quel drago era odecisamente strano.
    Non riusciva a capirlo, del resto non era sempre così scontato riuscire a comprendere gli estranei, eppure c’era qualcosa che assolutamente non andava, e Liya lo percepiva sulle scaglie. Beh, tanto meglio, pane per i suoi denti… o meglio carne per le sue zanne!
    La ringraziò dicendo che non era mai stato in un luogo simile, e lei abbozzò un mezzo inchino.
    “Ti sono io grata per avermi seguita”
    L’aveva sentito emozionarsi nell’arrampicarsi su per quel masso, e in effetti, per quanto divertente fosse, non doveva essere una tale novità per lui. In fondo quelle erano abilità che si acquisivano dopo pochi mesi dalla nascita, eccetto che in casi speciali.
    Si accomodò in uno degli anfratti scavati nella roccia e distese le ali lungo i fianchi, odorando la salsedine e quel piacevole sapore di mare che le inebriava le fauci.
    “Dimmi David, da dov’è esattamente che vieni? E…” Voleva porgli una domanda che non fosse indiscreta e non esagerasse con la ricerca di informazioni, non voleva cadere troppo sul personale prima del tempo e doveva farlo aprire pian piano. “…perché hai raggiunto Kengard?”

    Gli incollò addosso i suoi occhi indagatori, restando però tranquilla e pacata come stessero confabulando di niente più che un pezzo di carne da spartire dopo la caccia.
    Era buffo, e per giunta era pure carino. Inoltre, per assurdo, le somigliava anche e non aveva potuto fare a meno di notare le similitudini tra se stessa e quel drago. Era piacevolmente accattivante, con quel suo fare particolare.
    Da una sorta di “missione secondaria”, il fare la sua conoscenza poteva diventare anche qualcosa di più interessante.
     
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73 replies since 2/4/2016, 15:36   857 views
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