Lasciati andare

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    Incubo infernale

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    David vide Liya ringraziarlo con un inchino per averla seguita. Quindi la vide sistemarsi in uno degli anfratti scavati nella roccia e chiedergli

    CITAZIONE
    “Dimmi David, da dov’è esattamente che vieni? E perché hai raggiunto Kengard?”

    Beh, era arrivato il momento. Tra poco gli avrebbe detto tutto. Ma ovviamente voleva prepararla prima. Non avrebbe tirato fuori così tutto in una volta. Lei voleva risposte, e lui gliele avrebbe date, ma con calma. Si avvicinò quindi d'innanzi a lei, senza però mettersi nello stesso anfratto, ma rimanendo a terra, si sedette sulle zampe posteriori, e disse

    "Beh, vengo da un isola molto lontana da Kengard. Ed il motivo per cui sono qui è perché laggiù, per colpa della mia ingenuità mischiata alla mia ambizione, mi è capitata una cosa."

    il suo tono passò dal normale ad un po' imbarazzato

    "E quindi sono venuto qui a Kengard perché la conoscevo di fama, e quindi speravo che da queste parti potevo trovare qualcuno che potesse aiutarmi a risolvere ed annullare quello che mi era successo. Ma ti confesso che in questo istante non sono più tanto sicuro se voglio davvero annullare quello che mi è successo."

    Poi aggiunse, in tono più calmo

    "Vorrei dirti tutto. Ma ti confesso che ho un po' di paura che la mia rivelazione non ti faccia cambiare atteggiamento nei miei riguardi. Sappi che apprezzo davvero la tua gentilezza, e non voglio che tu smetti di essere gentile con me. Da un lato temo che tu possa arrabbiarti, mentre dall'altro invece spero che tu riesca ad accettarmi. Posso dirti in anticipo che quello che devo dirti non è che ho fatto qualcosa di terribile, non ho fatto nulla di male, posso assicurartelo. Ma riguarda semplicemente chi e cosa sono. Posso allora fidarmi di te?"
     
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    David aveva deciso di gettare l'ancora e giocare a carte scoperte, finalmente. Non ci era voluto nemmeno molto, gli piaceva... decisamente! Uno che non si tira indietro, che non indugia, ma che vuole sapere se può fidarsi prima.
    Più che lecito, anche lei nella situazione in cui era finito lui, all'oscuro di Kengard e della stessa dragonessa che si trovava davanti, avrebbe esitato.
    Emise un piccolo sbuffo dalle narici, divertita e allo stesso tempo compiaciuta.
    "Non so se Valen te l'ha accennato... ma sia io che lei siamo coinvolte in faccende complesse, e dunque preferisco essere schietta con te... del resto è questo il nostro forte: fidarsi di noi può rivelarsi pericoloso. Ma una cosa è certa, il segreto che tanto custodisci... è al sicuro con me"
    Cercò di mostrarsi il più sincera possibile, anche perché lo era. Odiava mentire, odiava prendere in giro, preferiva scacciare con la forza e infuriarsi piuttosto che forviare. Ma con quel David non riusciva ad innervosirsi come di solito era con gli altri, forse ai suoi occhi era solo un cucciolo, o forse si sentiva attratta dal suo misterioso e insolito modo d'agire.
    Però ora tutto sembrava iniziare ad avere un senso, annullare... qualcosa successa a lui... niente di male... si, nella sua mente intricata si stavano consolidando labirintici ed elaborati intrecci di pensieri, al fine di tirar fuori le più probabili ipotesi. Le conclusioni possibili erano tante, ma nessuna che accettasse un filo logico o una qualche possibile svolta che non sfociasse nell'assurdo.
    "Nessuno può giudicarti, nessuno si arrabbierà con te. Non temere, so essere perfida ma so anche accogliere i trascorsi altrui... ammeno che tu non abbia ucciso senza un valido motivo che lo giustificasse, non avrò motivo di essere in astio con te, David"
    Attese un istante, dopo di che riprese, ticchettando con gli artigli sulla superficie dello scoglio.
    "Guardami, io... sono al servizio, più o meno, di un gruppo di folli che vogliono attuare qualcosa di più folle di loro. Individui incuranti del pericolo, sprezzanti della morte e della sofferenza. Qualcuno che ha dedicato la propria vita ad una causa che va oltre loro stessi, che potrebbe attribuire ai loro volti il nome di malvagi. Eppure non temono neanche l'ombra, io sono tra di loro ormai da tempo e..."
    Sollevò un'ala e si voltò di fianco, senza tuttavia staccare lo sguardo dal drago. Sotto l'attaccatura dell'ala sinistra si trovava la cicatrice di uno squarcio non ancora rimarginato, dove alcune scaglie mancavano e la pelle era quasi visibile. "conosco ferite che non possono rimarginarsi... sia nel corpo che nella mente. Eppure sono qui, e non temo niente e nessuno... non spaventarti del giudizio altrui, rivelati alla realtà"
    Riabbassò l'arto che quasi le era stato mozzato in un feroce combattimento, che avrebbe voluto evitare... quel giorno vinse, ma cicatrici profonde le rimasero impresse nello spirito. Per la prima e l'ultima volta aveva ucciso un suo simile. Non voleva che una cosa succedesse di nuovo, forse era per questo che era cambiata fino a quel punto.
    Anche se ancora in lei non era scomparsa quella vena di soddisfazione nel vedere certi individui spappolati dalla furia del suo vento, individui che non conoscevano né la pace né la pietà a differenza sua.
     
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    David ascoltò la risposta di Kiya riguardo al fatto che poteva fidarsi di lei e che non doveva preoccuparsi del giudizio degli altri. E questo fu rassicurante. Quando poi lei gli mostro la sua cicatrice, David si sentì dispiaciuto per lei. Avrebbe voluto toccare quella cicatrice, anche leccarla. Si, era un po' stupida l'idea di leccare qualcosa per un uomo dentro il corpo di un animale, ma in effetti era proprio perché in quel momento era un animale e gli animali fanno così. E leccargli quella ferita era l'unica cosa che sentiva che poteva fare per lei. Anche se ovviamente non glielo chiese se poteva farlo o no. Sarebbe stata una richiesta un po' intima ed inappropriata. E non sapeva se quello che stava nascendo tra di loro fosse abbastanza per chiedere una cosa del genere. Tali pensieri derivavano anche dal fatto che l'uomo trasformato in drago ignorava quali fossero i suoi poteri e quindi la sua capacità di guarire.

    Riguardo però al fatto che lei avesse detto

    CITAZIONE
    sono al servizio, più o meno, di un gruppo di folli che vogliono attuare qualcosa di più folle di loro. Individui incuranti del pericolo, sprezzanti della morte e della sofferenza. Qualcuno che ha dedicato la propria vita ad una causa che va oltre loro stessi, che potrebbe attribuire ai loro volti il nome di malvagi.

    Lui ebbe un po' da preoccuparsi. Ma decise di andare fino in fondo comunque. Voleva credere che poteva fidarsi di Liya e che non le avrebbe fatto del male.

    "Mi dispiace per la tua cicatrice e per qualsiasi altra cosa ti sia successa. Vorrei tanto poterti aiutare per ripagare in qualche modo la gentilezza che stai mostrando nei miei riguardi. Mi piacerebbe saperne di più riguardo a coloro per cui lavori, ma meglio che parliamo prima di me e poi di te. Voglio veramente credere che posso davvero fidarmi di te. Non escludo che, dopo quello che mi hai detto, forse il mio problema sia una sciocchezza o un'idiozia in confronto a quello che è successo a te. Oppure che le mie preoccupazioni erano inutili, e che non avrei dovuto credere che tu te la prendessi per così poco. E se è così ti chiedo scusa in anticipo. "

    Per cui fece un respiro profondo e disse la verità

    "La verità è che io non sono nato drago. Un tempo ero un essere umano. Degli individui mi hanno trasformato in un drago con qualche procedimento magico di cui non ci ho capito molto. Ammetto che fu colpa mia se sono finito nelle loro grinfie perché bramavo il potere e loro mi promisero di darmelo. Per chiarire un dettaglio si, mi piace il potere, ma non sono cattivo. Lo volevo, ma non sarei mai disposto a vendermi l'anima o a rinunciare al lato migliore di me stesso. Infatti lo bramo perché così pensavo che potevo usarlo per rendermi utile. Ma comunque, il punto è che quegli individui mi hanno trasformato in drago perché stavano facendo un procedimento, io ero la cavia perfetta per esso, e sarei stato il primo di molti. Una volta trasformato pensavano di controllarmi per i loro piani, ma io me la sono cavata e quindi non sono finito sotto il loro controllo. Sono venuto a Kengard perché pensavo che da queste parti avrei trovato qualcuno che avrebbe potuto aiutarmi a ritornare umano.

    Fece una piccola pausa ed aggiunse

    Però, da quando ti conosco, anche se è da poco tempo, non sono più sicuro di volerlo davvero. "

    Ed aspettò quindi di sapere la sua reazione.

    Edited by l.pallad - 10/4/2016, 09:03
     
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    Beh, parlava molto eh? Preoccupazioni, scuse, problemi... era decisamente affollata la sua testa.
    Aveva tirato su un monologo più lungo del suo, ma questo significava che si era scoperto. Fu quando aprì le fauci per la seconda volta che lei rimase esterrefatta.
    Le disse... di essere un umano. Un umano trasformato in drago.
    I suoi occhi violacei guizzarono a quelle parole, non tanto per la sorpresa di sapere che non era un vero drago, quanto nello stupore di aver scoperto che una cosa del genere era davvero potuta accadere.
    Restò per qualche secondo senza parole, dopo molto tempo basita e incapace di proferir parola.
    Cosa? Un umano... trasformato tramite magia in un drago? Non poteva essere! Decisamente no, no, assolutamente no!
    Era chiaro che lei non volesse ferire i suoi sentimenti, non prima del tempo almeno, ma un mezzo ringhio le uscì dalle fauci. David non poteva sapere che non era rivolto esattamente a lui, ma le sfuggì d'istinto all'udire qualcosa del genere.
    Il suo sguardo si fece di fuoco, le sue zanne si snudarono fameliche. Si accorse un po' troppo tardi che si stava infuriando come al solito, e lui non aveva motivo di vederla perdere il controllo.
    Indietreggiò di un passo, tornando calma e, per quanto concesso, impassibile.
    Tirò un lungo sospiro con le narici e distese i muscoli, tesi come corde di un'arpa sacra.
    "T... trasformato? Ne sei certo?" Beh, la domanda era idiota, ma l'aveva vagamente turbata una notizia di quel calibro, scombussolandole molte convinzioni di cui era sempre stata fermamente sicura.
    "Io ti vedo come un qualunque drago, seppur avessi notato irregolarità nel tuo comportamento. Non ti incolperò per peccati che non hai commesso. E non devi ringraziare per la mia gentilezza, ma... una cosa potresti farla per me: Raccontami la tua storia"
    Se quello che aveva detto corrispondeva a verità, dato che le parole non sarebbero probabilmente bastate, gli avrebbe chiesto di fare qualcosa che forse nessuno avrebbe mai fatto se non costretto. Lei lo avrebbe aiutato, ma David avrebbe potuto aiutare loro... più di quanto pensava.
     
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    La reazione non fu positiva, proprio come aveva temuto. E questo non gli piacque per niente. Dal ringhio ebbe anche paura che potesse saltargli addosso da un momento all'altro per sbranarlo.

    Il suo primo impulso fu quello di indietreggiare per prepararsi a scappare. Ma per fortuna vide poi la dragonessa cercare di mantenere la calma e di rilassarsi.

    CITAZIONE
    "T... trasformato? Ne sei certo? Io ti vedo come un qualunque drago, seppur avessi notato irregolarità nel tuo comportamento. Non ti incolperò per peccati che non hai commesso. E non devi ringraziare per la mia gentilezza, ma... una cosa potresti farla per me: Raccontami la tua storia"

    Per David fu un sollievo che Liya avesse deciso di non ucciderlo anche se, come aveva intuito, aveva qualche difficoltà a digerire la cosa. E, giustamente, voleva delle spiegazioni.

    Per cui rispose

    "Beh, il mio timore era proprio che tu non prendessi bene il fatto che non sono nato drago come te. E lo so che è difficile crederci. Ma è così. Io stesso sono sorpreso di come mi abbiano trasformato in una maniera così efficiente. Comunque se vuoi sapere la verità, te la dirò. Tutto è cominciato quando ero piccolo ed umano."

    Riguardo questo si ritrovò a fare a se stesso una buffa ironia di quanto ormai fosse diventato grosso in quanto a dimensioni rispetto allora.

    "Sono nato in un paesino tranquillo e pacifico di un isola molto lontana da qui. Non ero molto bravo ad inserirmi. E purtroppo ho anche dei problemi di sbalzi di umore che mi complicavano le cose. Insomma, gli altri bambini mi consideravano strano e mi evitavano. Così allora iniziai a dedicarmi alla lettura per colmare il tempo libero che avevo. Nel farlo mi appassionai alle creature mitologiche, tra cui i draghi appunto. Ma oltre a questo lessi le gesta di alcuni famosi maghi e stregoni del passato. La cosa mi appassionò molto. Era incredibile cosa riuscivano a fare con la magia. Allora pensai che se anch'io l'avessi avuta ed imparata, che avessi ottenuto il potere di cui avevo letto, avrei potuto vincere le mie paure, le mie insicurezze, e le mie inibizioni, per potermi così rendere utile. Perché rendermi utile è una cosa che desidero veramente."

    Fece un respiro profondo e continuò

    "Purtroppo negli anni, scoprii di non avere alcun talento innato o predisposizione alla magia. Nemmeno provare la via del guerriero mi era utile. Non avevo talento per le spade o altro e non ero molto forte in generale. E non mi piaceva la violenza. Comunque fosse, il sentirmi debole ed inutile fece crescer in me sempre di più la brama di potere. Continuai quindi i miei studi alla ricerca di qualcosa che potesse rendermi forte e potente. Arrivai persino nelle sezioni proibite delle biblioteche magiche per cercare qualcosa in grado di rendermi potente. Trovai infatti anche qualche rito che non necessitasse di talento magico dove avrei potuto invocare qualche creatura demoniaca con il quale avrei potuto stringere qualche patto diabolico in cambio di potere, ma ovviamente fui abbastanza saggio da scartarli tutti perché, anche se volevo potere, lo volevo senza distruggere la parte migliore di me stesso e senza perdere la mia anima. Lo volevo senza però perdere la mia mente e il mio cuore. Così allora continuai le mie ricerche per vedere se avrei trovato qualcosa che mi avrebbe permesso di diventare potente in generale, o se almeno mi avrebbe permesso di esserlo ad un prezzo abbastanza ragionevole."

    Arrivò quindi il momento di raccontare la parte dove era accaduto il fatto che aveva cambiato tutto.

    "Un giorno però fui avvicinato da degli individui misteriosi. Non ho mai saputo chi fossero perché portavano il cappuccio. Ma a quanto pare mi ero fatto conoscere in qualche modo. Essi mi offrirono quello che io avevo sempre voluto. Potere. Mi dissero di avere un metodo che mi avrebbe reso potente e che non richiedeva alcun prezzo terribile. Non avrei dovuto vendere l'anima a qualche demone o fare dei sacrifici umani. E non mi avrebbe corrotto l'anima come effetto collaterale. Io ovviamente sentivo che qualcosa non andava, ma loro, approfittandosi del mio desiderio di ottenere potere mi convinsero ad accettare la loro offerta. Ero disperato ormai, anche se entro certi limiti, e quindi, nonostante sapessi di rischiare andando con degli sconosciuti, accettai la loro offerta. Mi bendarono ovviamente mentre mi portarono nel luogo in cui sarebbe avvenuto tutto mi bendarono in modo che rimanesse segreto. Durante il tragitto io gli chiesi perché avessero scelto me, dato che non avevo alcun talento o potenziale magico, e loro mi spiegarono che era proprio per questo che avevano scelto me. La mia mancanza di magia. Per quello che stavano facendo occorreva quello che loro definivano un campo incolto. Perché se avessi posseduto un qualunque talento magico o se fossi stato un altro tipo di creatura con la magia innata, tipo un elfo o altro, quello che mi avrebbero messo dentro si sarebbe mischiato con ciò che avevo già creando qualcosa di distorto e di deforme un abominio. E quindi avevano bisogno bisogno di un umano privo di poteri magici se volevano procedere al rito senza mischiare le magie. Ed io per loro ero la scelta giusta. La cosa mi rese molto felice. Il fato non mi aveva dato alcun potere, ma adesso si poteva poteva rimediare. Non seppi quanto ci volle ad arrivare dove era il posto. Ma quando mi dissero che erano arrivati mi diedero poi una botta in testa facendomi perdere i sensi. Quando mi risvegliai ero incatenato a terra a terra, nudo, e su di un simbolo magico gigante. Allora mi dissero quello che volevano fare. Erano una setta che voleva creare il loro esercito personale di draghi che poi avrebbero potuto usare come arma per impadronirsi del regno. Fin'ora i loro tentativi erano stati un fallimento ma, come mi avevano spiegato, ora che avevano capito i loro errori, potevano usare me come cavia successiva. Io non potei fare nulla per fermarli, e così mi disegnarono dei simboli arcani sul corpo, mi fecero ingerire della roba, di cui io non avevo idea di cosa fosse, anche se credo che tra quello che ho ingoiato quel giorno ci fosse anche sangue. Poi hanno cominciato a riversare nel mio corpo della magia pura e primordiale mentre recitavano degli incantesimi arcani di cui non capivo nulla. I miei ricordi di quel giorno sono confusi. Ricordo solo il dolore del cambiamento. E non mi riferisco al dolore emotivo, ma a quello fisico. La trasformazione è stata decisamente molto dolorosa. Come fossi scappato quel giorno non ne sono sicuro. Credo di essermi liberato da solo spezzando le catene e poi di averli uccisi tutti. Ma se in realtà faceva parte del loro piano o se erano loro che non avevano previsto quanto fosse difficile tenere intrappolato un drago non lo so. So che poi, dopo averli uccisi, sono fuggito via. Quando mi sono riordinato le idee non avevo la più pallida idea di cosa fare. In questo corpo nessuno mi avrebbe riconosciuto ed avrei potuto spaventare chiunque mi avrebbe visto, e quindi non avevo idea a chi chiedere aiuto. Poi ricordai di aver letto di un continente chiamato Kengard abitato da creature di ogni tipo, e quindi decisi di andarci per vedere se lì avrei potuto trovare qualcuno che mi aiutasse. Per cui, eccomi qua."

    Edited by l.pallad - 11/4/2016, 10:16
     
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    No scusa, aspetta. Tu rispondi un attimo a parole, e dopo ci penso io a farti spiegare da Liya come introdurre il tuo flash back... mi serve un altro post, massimo due. Basta che modifichi quello che hai fatto aggiungendo un breve riassunto della storia... voglio fare le cose per benino e dare un senso a tutto
     
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    Fatto. E scusa. Non avevo capito cosa intendevi.

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    Ooops. :Rabbit50: Mi sono reso conto solo ora di averlo fatto troppo grande. Va bene comunque o è meglio che semplifico?


    Edited by l.pallad - 11/4/2016, 11:25
     
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    No, va benissimo xD perfetto. Mi mancava solo di sapere quanti giorni fa circa è successo e quindi te lo faccio chiedere da Liya xD

    Il flusso di parole scorse da David a Liya impetuoso e denso di surrealtà, qualcosa che andava oltre anche al mondo che lei conosceva. E il mondo che lei conosceva era vasto, vario, infinito per così dire… ne aveva viste tante, fin troppe. Non pensava si sarebbe stupita più di fronte alla pazzia umana e a ciò a cui un uso spropositato della magia poteva portare, ma dovette ricredersi decisamente.
    Restò comunque inespressiva durante quasi tutto il racconto, almeno fin quando non le disse che si era liberato senza aiuti esterni e li aveva tolti di mezzo senza troppe remore. I draghi erano bestie fiere, potenti, praticamente indomabili… ma esisteva più di un modo per contenerli anche se non attuabile ovviamente da una banda di scellerati qualsiasi. C’era bisogno di anni di esperienza, pratica e livelli di magia piuttosto avanzata, nonché una feroce e insensibile follia.
    O quelli erano degli sprovveduti… o quel drago era veramente più potente di quello che sembrava.
    Se fosse riuscito a dominare i suoi poteri poteva diventare un grande alleato, e forse quel suo bisogno di… molte cose, poteva diventare una via in discesa verso una fratellanza vantaggiosa per entrambi. Ma doveva fargli capire che né lei né gli altri avevano intenzione di trattarlo come avevano fatto quei tizi.
    Solo che doveva essere convincente, e per quello che aveva bisogno di fare lei da sola non bastava. Non sarebbe bastata nemmeno Valen, ma se tutto ciò non era successo molto tempo prima, fattore che Liya immaginava possibile, potevano provarci immediatamente.
    “Ti ringrazio per avermi raccontato tutto ciò, David. E perdonami se prima sono sembrata in collera con te… ma detesto la magia umana e la mia ira non era rivolta nei tuoi confronti, ho anch’io dei trascorsi non proprio piacevoli che comprendono un utilizzo della magia non certo comune. Sono Liya, dragonessa del vento, nata e vissuta su quest’isola, e ne ho viste decisamente molte. Giuro solennemente di volerti aiutare, e sono disposta ad essere la tua guida. Se vorrai renderti utile, so perfettamente come fare in modo che sia tu che noi possiamo rimanerne soddisfatti”
    Sollevò una zampa e curvò gli artigli, piegandoli verso il basso e avvicinandoli al petto di David. Sperando che non si spaventasse ne poggiò le estremità in prossimità del cuore possente, affondandovi leggermente senza però provocargli dolore.
    Forse essendo la prima volta avrebbe potuto sembrargli fastidioso o fuoriluogo, ma il giuramento dei draghi del vento iniziava in quel modo… sarebbe dovuto concludersi con una lunga danza aerea, ma non era il caso lì dentro di tirare capocciate sulla roccia.
    “Devo solo sapere da quanto tempo sei trasformato, se non è successo da molto… puoi iniziare ad aiutarmi già da adesso” Terminò, ritirando la zampa e ricomponendosi.
    Con la mente nel frattempo raggiunse Valen, che non era molto distante e se ne stava ancora a mollo tra le onde spumose del mare.
    <puoi raggiungerci?> Le disse con la mente, senza perdere tempo. Sentì dalla parte
    Opposta un piccolo sussulto, la ragazza non si aspettava di ricevere un segnale mentale all’improvviso e Liya fu quasi certa che avesse bevuto, dato il breve momento di instabilità del contatto.
    <ovviamente>
    Mentre aspettava arrivasse, lasciò anche che David le rispondesse con la speranza di poter assistere a quello che le aveva raccontato.
     
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    Bene. Ora possiamo cancellare anche i post con gli spoiler


    Fortunatamente Liya rivelò di non essere infuriata con lui, e questo fu un sollievo. Era felice che nonostante tutto lei fosse ancora gentile con lui, ed adesso che gli aveva detto la verità si sentiva anche meglio. Riguardo all'offrirsi di fargli da guida, David si sentì molto lusingato. Trascorrere altro tempo con lei sarebbe decisamente stato piacevole.

    Quando poi gli toccò il petto proprio sul cuore, esso gli batté molto forte per l'eccitazione. Inizialmente aveva temuto che volesse fargli male, ma lei gli aveva detto che non era arrabbiata con lui, e quindi rimase immobile e gli permise di farlo. E la sua fiducia fu ricompensata. Non stava facendo affatto male. Non seppe cosa stesse facendo, ma glielo permise. Sembrava importante per lei e non voleva contraddirla.

    CITAZIONE
    “Devo solo sapere da quanto tempo sei trasformato, se non è successo da molto… puoi iniziare ad aiutarmi già da adesso”

    David dovette rifletterci per ricordare. Non ci aveva fatto molto caso da quando era successo. Poi ricordò

    "è accaduto due o tre giorni fa. Ammetto di non averli contati perché ero troppo preso dal cercare di riprendermi dalla situazione. Ma è così che è andata."

    Poi aggiunse

    "Intanto che aspetto che tu faccia quello che devi fare voglio dirti una cosa. è vero. Quando sono venuto qui ero sicuro che volevo tornare umano. Ma tu hai insinuato il dubbio dentro di me. Da quando ti conosco non ho fatto altro che scoprire cose belle sull'essere un drago. Prima, quando ti ho visto arrivare, ti ho vista fare tutte quelle acrobazie. Sei stata magnifica e meravigliosa. Ed allora ho pensato a come sarebbe stato se avessi potuto fare anch'io quello che facevi tu."

    Spiegò aprendo e guardandosi un attimo le ali prima di richiuderle.

    "Poi la nostra intimità, anche se so che non c'è quel tipo di sentimento tra di noi, visto che ci conosciamo poco, mi ha fatto pensare a come sarebbe bello che una creatura bellissima e fantastica come te provasse quel genere di sentimento per me. Poi è bello che siamo già arrivati qui quando da umano non ci sarei mai riuscito da solo. Ed amo la sensazione piacevole che mi da l'umidità di questo posto. Non so se lo trovo piacevole in generale o se è il mio corpo da drago, tramite la magia che mi hanno fatto, è indotto a sentirsi a proprio agio in questi posti, e personalmente non mi interessa questo dettaglio. Mi piace e basta. E quando ci siamo arrampicati..."

    Disse sedendosi sulle zampe posteriori e rimirandosi poi quelle anteriori avvicinandole al muso, facendo attenzione a non perdere l'equilibrio e a cadere

    "Ho sperimentato per la prima volta la forza di queste zampe e di questi artigli. E devo dire che mi è piaciuto. è stato fantastico. Non mi sono mai sentito tanto forte in tutta la mia vita."

    Per cui, rimise le zampe anteriori a terra e disse

    "Ammetto che non so ancora controllare il mio olfatto, la mia vista, ed il mio udito superiori, e non sono ancora bravo a volare. Ma il tempo passato con te mi ha appunto insinuato il germe del dubbio. Ora una parte di me vuole rimanere drago. Ma ovviamente non è una decisione da niente quella che voglio prendere. Per cui, per scegliere liberamente ho bisogno di saperne di più. Quando avrai fatto qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare, se hai in mente di fare qualcosa, vorrei chiederti, mi insegneresti ad essere come te? Mi insegneresti ad essere un drago? Per compiere una vera scelta tra ritornare umano e rimanere drago ho bisogno di sapere tutto quello che questo corpo ha da offrirmi, e quindi devo imparare ad usarlo. Capire come sarebbe vivere una vita da drago. Tu mi hai detto di essere del vento, beh, io non lo so ancora che elemento sono, e mi piacerebbe scoprirlo adesso."

    Ed attese la sua risposta.

    ho messo 2 o 3 giorni perché non penso che una settimana o 10 giorni sia poco. E poi, quanto tempo può vivere un drago senza mangiare (pensavo infatti che David lo faceva in questa ruolata il suo primo pasto da drago)?


    Edited by l.pallad - 13/4/2016, 17:44
     
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    Ah, Valen è in "costume" non è nuda... se ai presenti i costumi del medioevo ahahahah


    Due tre giorni! Magnifico, non dovevano perdere tempo allora... più tempo passava più l'accaduto rischiava di dissolversi come cenere nell'uragano.
    Liya ebbe un piccolo sussulto a quella notizia, quel drago era appena nato, era esattamente un cucciolo. Probabilmente anche David avrebbe fatto bene a capirlo al più presto, ma ogni cosa a suo tempo.
    Le chiese di aiutarlo, di insegnargli... ad essere un drago.
    Lei restò in silenzio alcuni secondi, difficile sapere cosa dire.
    "Eccomi... o santo Ikaelus!"
    Valen fece capolino dall'entrata della grotta gridando, ma poi scomparve immediatamente. La dragonessa sogghignò.
    "Ecco un motivo per cui sono d'accordo con te che sia meglio essere un drago" Commentò, mentre sentivano uno splash nell'acqua. La ragazza si era arrampicata ed era clamorosamente caduta come una scema di professione.
    Mentre attendeva che risalisse, Liya iniziò ad accumulare le proprie energie. Un leggero vento si propagò all'interno dell'antro, infilandosi nei meandri più sottili, fino a sfiorare anche le scaglie di David. Lo rassicurò con un cenno del capo, facendogli capire che era lei ad aver provocato quel soffice alito di brezza.
    "Accidenti agli scogli troppo cresciuti" Fece Valen, riuscendo finalmente a risalire, grondante acqua.
    Liya immaginò come per David potesse essere imbarazzante una scena del genere, anche se lo ipotizzò soltanto pensando al concetto che avevano quei piccoli fragili esseri riguardo al pudore, non potendolo veramente comprendere fino in fondo.
    Valen ovviamente non sapeva che quello era un suo simile in forma di drago, quindi non si preoccupava di cose del genere... e il che era divertente, troppo!
    Non era quello comunque a cui dovevano pensare. E nel momento in cui Liya le spiegò mentalmente, in pochi secondi, tutta la situazione... la ragazza non mostrò alcun segno di stupore. Degno di lei in un certo senso.
    L'unica parola che proferì fu:
    "Pronta!" La ragazza poggiò una mano sulla spalla destra di Liya, illuminandole il corpo d'azzurro per un paio di secondi. La dragonessa emise un basso verso gutturale, nonostante non sentisse dolore... provocava un gran fastidio quella sensazione.
    "Ti aiuterò David... farò ciò che mi hai chiesto. Ma prima, se sei disposto a condividere la storia della tua trasformazione, dovrai mostrarmi"
    Un piccolo vortice di filamenti azzurrini si formò tra lei e il drago, sostenuto come da un vento allo stesso tempo naturale e sovrannaturale. Raggi di luce si sparsero tutt'attorno, circondando i tre in una danza di bagliori che si muovevano in traiettorie più o meno concentriche.
    "E puoi farlo solo fidandoti di me. Questo luogo è sicuro, ma sappi che saremo vulnerabili a qualunque cosa accadrà all'esterno del nostro corpo per un po', per tutta la durata del tuo ricordo. Valen con il suo potere mi permetterà di vedere, ma non potrà difenderci, questa sua capacità consuma moltissima energia. Quindi prima di procedere... devi darmi il permesso di farlo"
    Mentre parlava lo fissava negli occhi, con vivida intensità, ferma e decisa. Doveva accettare ad ogni costo, probabilmente avevano tra gli artigli qualcosa di veramente incredibile e non potevano lasciarselo sfuggire.
    In effetti stavano sfruttando quel povero cucciolo, ma aveva intenzione di ricambiare al suo favore quando avessero terminato.

    Perfetto, tu rispondi e nel mio prossimo post... se accetti... inizio il flash back. Ricordati che è come se David lo stesse vivendo per la prima volta, proprio come non sapesse ancora che si sarebbe trasformato. Non sta ricordando nel vero senso della parola. Se non ti è chiaro chiedi
     
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    David assisté a tutta la scena. A quanto pareva Liya dubitava se lo avrebbe istruito o no. In quel momento arrivò anche Valen, e David, fu sollevato di non doverle nascondere più la verità, così almeno non avrebbe dovuto fingere di non curarsi della sua nudità, anche se per fortuna Valen non era nuda, ma aveva ancora le parti intime coperte. In quel momento gli arrivò anche un forte vento, e la sensazione poi del vento che gli attraversava le squame fu piacevole. E, come aveva intuito, era stata la dragonessa a farlo.

    Quando poi Valen disse

    CITAZIONE
    "Pronta!"

    David si chiese confuso

    "Pronta per cosa?"

    Poi la vide poggiare la mano sulla spalla destra di Liya, e vide tutta la magia che ne derivava. Fu una scena incredibile, fantastica. Si chiese cosa stessero facendo.

    Poi Liya disse che avrebbe acconsentito alla sua richiesta ma che doveva prima condividere la storia di come si era trasformato. L'uomo trasformato in drago non capiva che cosa intendesse, ma oltre a questo gli chiese anche fiducia, e di permettergli di fare qualcosa. I due si scambiarono uno sguardo intenso. Non capiva cosa intendeva, ma però decise di fidarsi. Era vero che si era trovato in quella situazione e cacciato nei guai perché si era fidato della persona sbagliata. Ma con Liya sentiva che invece voleva fidarsi. Voleva credere che lei non lo avrebbe ingannato. Ed oltre che a questo che aveva ormai da perdere? Se non erano davvero loro ad aiutarlo chi altri avrebbe potuto farlo? Oltretutto si era già fidato confidandole che era un umano, quindi poteva ancora fidarsi di lei. Per cui rispose

    "Beh, non so che cosa vogliate farmi, ma mi fido di te Liya. Quindi ok. Avete il mio permesso. Fate pure qualunque cosa abbiate in mente di fare."
     
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    "Non vogliamo farti assolutamente niente, se non permettere a me di conoscerti e a te di conoscere meglio te stesso..."
    Quell'energia era instabile, combinare un'abilità come quella e sfruttare la potenza scaturita dalle energie dei venti per alimentarla non era semplice.
    Ma non potevano fallire, per più di un motivo.
    Per la prima volta la dragonessa si sentì in debito con qualcuno, e non per l'aver semplicemente accettato la proposta... David le aveva dato fiducia senza chiedere niente in cambio. Lui voleva solo che lei gli insegnasse ad essere se stesso, ma non aveva fatto domande e si era totalmente abbandonato a qualcosa che non conosceva.
    O credeva veramente di aver perso già tutto, o era terribilmente ingenuo, oppure avevano trovato qualcuno veramente in gamba e su cui si poteva contare. In ogni caso era il secondo essere vivente che si fidava di lei.
    Lo sussurrò più che pronunciarlo, quasi in un sibilo.
    "Grazie"
    Con un esplosione d'energia chefece vibrare le pareti della grotta, Liya diresse il vortice contro David, mentre i filamenti luminosi lo avvolgevano. Valen lasciò andare la spalla della compagna e Liya si avvicinò al drago, innescando la reazione con successo e abbozzando un mezzo ghigno soddisfatto.
    Il vortice si deflagrò in tanti piccoli frammenti azzurri, coinvolgendo entrambi i draghi in un globo splendente che, quando si dissolse, lasciò sia Liya che David distesi a terra, apparentemente svenuti. In realtà David stava rivivendo dal principio l'evento più sconvolgente della sua esistenza, mentre Liya stava assistendo ad esso come in un sogno, di cui però non poteva fare parte. Tutto si delineò nitidamente e con gran cura, Valen aveva fatto sicuramente un ottimo lavoro.

    ***

    Ovviamente, Liya vedrà e sentirà soltanto quello che David ha visto e sentito, anche se aggiungerò qualcosa di esterno. Ti lascio carta bianca sui nomi del villaggio e dei PNG che utilizzerai, e come ho già detto all'interno della tua storia puoi utilizzare PNG come fossero tuoi tranquillamente



    La biblioteca di Kalvantarix quel giorno non era per niente affollata, anzi era tutto piuttosto calmo e pacifico. La tranquillità di un villlaggio di gente tranquilla, contadini onesti, stallieri umili e studiosi vissuti sull'odore di pergamena i quali speravano di poter raggiungere quello che, ancora, il mondo non aveva offerto loro.
    Un giorno come un altro del resto, in cui la fauna selvatica costruiva la sottile ragnatela di suoni tipici del canto degli uccelli e dei cavalli che si lamentavano perché avevano fame, mentre qualcuno chiaccherava dei problemi riguardanti la raccolta del grano che, quell'estate, pareva non voler nascere.
    Un uomo vestito di mantello nero e di bisaccia fece capolino all'interno della biblioteca, soffermandosi qualche istante ad osservare i pochi ragazzi e ragazze seduti ai tavoli di fronte a dei libri che sembravano avere più anni del suolo stesso di quel posto.
    Probabilmente una biblioteca da quelle parti non aveva il suo enorme successo, in quel villaggio si lavorava... come dimostrava l'odore di fieno, il rumore dei martelli sui chiodi e il vociare del contadino di turno che imprecava contro la prima divinità che gli salisse in mente. Lì, o ti davi da fare e ti rendevi utile in qualcosa, oppure...
    L'uomo si strinse nel mantello e stette ben attento a non mostrarsi, almeno per il momento. Ovviamente era facile capire che fosse un estraneo, ma poteva benissimo essere considerato un viandante qualunque finché recitava bene la sua parte. Sapeva che, nonostante tutto, c'era qualcuno da quelle parti che poteva essergli veramente d'aiuto. Il suo sguardo sembrò brillare per un istante, un sorriso non proprio rassicurante gli dipinse il volto. Si allontanò dalla guancia destra una ciocca ribelle di capelli biondi, mentre indietreggiava e scompariva com'era venuto.

    "Penso sia pronto, ancora sembra in cerca della sua realizzazione"
    "Oh beh..." Disse l'altro ridacchiando, "gliela faccio trovare io"
    "Di questo puoi starne certo"
    Altre risate sommesse.
    "Avete già preparato il siero d'angelo?"
    "Mi sembra ovvio... direi che possiamo cominciare"

    Da qui puoi fare come vuoi, scegli tu dove muoverti... con chi... e io ci creo gli eventi attorno
     
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    "Non vogliamo farti assolutamente niente, se non permettere a me di conoscerti e a te di conoscere meglio te stesso..."

    Furono queste le parole che Liya gli disse per rassicurarlo. David apprezzò molto quello che aveva detto. Non era un problema per lui che loro volessero conoscerlo meglio. E di certo riuscire a conoscere meglio se stesso era qualcosa che desiderava moltissimo. Prima era sicuro cosa voleva, ora non più.

    Quando la dragonessa lo ringraziò, ringraziamento che aveva potuto sentire grazie all'udito superiore, lui non capì di cosa stesse parlando. Se fosse solo per la fiducia o altro. Ma fu comunque felice per la cosa. Fu solo per questo che mantenne l'autocontrollo quando il vortice magico gli fu addosso, nonostante avesse un po' di paura. Aveva deciso di fidarsi di lei e sarebbe andato fino in fondo.

    Fu questo l'ultimo pensiero di David prima che l'incantesimo gli fece perdere i sensi e cominciasse a fargli rivivere il suo ultimo giorno come essere umano.

    ***

    David era andato anche quel giorno alla biblioteca di Kalvantarix. Naturalmente aveva di nuovo letto tutto quello che poteva leggere quel giorno. Era nato e cresciuto in quel villaggio, ma nonostante si fosse trovato un lavoro pagato come coltivatore, David voleva di più di quanto aveva. Ma il fato era stato crudele con lui, facendolo nascere senza la magia. Per questo quindi cercava un modo per vedere se c'era una maniera per acquisire potere. Per poter superare le sue paure e le sue insicurezze. Per essere più di quello che era. Non immaginava nemmeno lontanamente che quel giorno la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Ignaro di quello che gli sarebbe successo, continuava a leggere quello che trovava, senza però avere una soluzione. O trovava qualcosa che aveva già letto oppure nulla che non fosse una novità per lui. Quando ebbe finito di leggere l'ultima pergamena, essendosi stufato dei suoi tentativi a vuoto del giorno, David rimise tutto apposto ed uscì dalla biblioteca deciso a farsi una passeggiata per schiarirsi le idee.

    Dunque, David è un uomo alto 1,90 con un fisico nella media, occhi castani, capelli castani e corti, ed indossa un vestito piuttosto normale di una persona normale tipica del posto. Per il momento non dico altro perché per il momento non mi sembra che ci sia molto da usare. Quando andremo più avanti vedremo che posso inventarmi per le situazioni che tu pui creare. ;)


    Edited by l.pallad - 13/4/2016, 22:20
     
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    Sarebbe decisamente carino se tu facessi interagire David con un suo amico, o con la sua famiglia... o con qualcuno del genere, per me sarebbe molto più facile e divertente inserirmi. Oppure se vuoi andiamo dritti al punto senza tante remore, a te la scelta. Per questo post resto sul vago, così ti do la possibilità di aggiungere roba

    Scintille violacee, strani simboli e rune tracciate sul suolo ricoprivano la pietra del pavimento di una grotticella scavata ai piedi del monte Crigeminiur, nei pressi del quale era situato il villaggio in cui viveva David, la loro preda.
    Con le mani chiuse a coppa l'uomo se ne stava immobile a fissare il vuoto, o comunque qualunque cosa si trovasse tra il suo sguardo perso e lo strano gruppo di simboli intrisi di magia oscura e di potere demoniaco.
    Non ci volse molto prima che dalle sue dita saettasse una sfera luminosa, di modeste dimensioni ma abbastanza potente da far esplodere tutte le scintille in un unico fragore d'energia. Adesso sul terreno si trovava il tracciato di uno strano disegno, rappresentante due ali piumate e una sorta di rampicante che le avvolgeva lasciando libere solo le sottili estremità.
    La sua espressione era assolutamente compiaciuta, mentre quella dei due uomini al suo fianco sembrava perlomeno intimorita. I due sembravano gemelli, entrambi avevano capelli lunghi e neri, ad incorniciare due paia di occhi color nocciola e un naso piuttosto adunco, che non faceva altro che rendere il loro volto abbastanza inquietante.
    "Sicuro funzionerà Ammet?" Chiese il primo, all'uomo biondo che stava ancora osservando la parete.
    "Non preoccuparti, so quello che faccio"
    Un ruggito sommesso provenì da un antro adiacente al luogo nel quale stava avvenendo il più assurdo e terrificante degli eventi, un suono simile ad un lamento, un guaito disperato.
    Nel frattempo dal nulla comparve un'ennesima luce abbagliante, che si diramò tutt'attorno in tante fronde florescenti ed eteree come caldi raggi solari. Fu proprio da essi che venne a formarsi la figura di una creatura per metà angelica e per metà demoniaca, dal volto stupendo come quello di un'essere celeste, ma con il corpo dotato di tratti tutt'altro che angelici.
    Dalla sua schiena spuntavano ali membranacee di colore nero, le sue braccia e le sue gambe erano piuttosto zampe artigliate coperte di pelo ispido e il suo torace era in parte scoperto in parte rivestito dalla stessa peluria che scendeva fino a sotto l'addome. Anche la sua lunga coda non rappresentava esattamente il più piacevole degli attributi.
    "Avete ottenuto il siero d'angelo?" Chiese, senza perdere tempo, mentre ancora la luce sprizzava attorno al suo corpo.
    "Certo"
    Ammet gli porse il calice colmo di rosso scarlatto e la creatura lo afferrò con una tale decisione che per poco non lo riversò al suolo. Immerse le dita al suo interno, per poi chinarsi e tracciare un cerchio attorno alle strane rune disegnate sul pavimento, sogghignando in maniera per niente rassicurante.
    "Molto bene. Portate qui il drago"
    I due uomini si diressero verso l'antro buio da cui era provenuto quell'orrendo lamento, che si ripeté in un altro ruggito straziante.
    Beh, per completare i preparativi del rito ho in mente una scena ma è un po' straziante... se sto esagerando con le trovate stupide fammelo sapere. Nel prossimo post faccio anche incontrare Ammet e David... tu intanto scrivi quel che ti pare! più lungo lo fai meglio è xD
     
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    La passeggiata di David durò per un periodo indeterminato. All'uomo piaceva ogni tanto prendere un po d'aria e divagarsi dagli studi per la ricerca di qualche potere. I suoi fallimenti lo lasciavano avvilito, ed a volte si chiedeva se avrebbe dovuto cedere e ricorrere a uno di quei riti oscuri e demoniaci nella quale si era imbattuto. Ma ovviamente ogni volta respingeva questa idea brutalmente. Era disperato, si, ma non fino a questo punto. Sarebbe riuscito a trovare un modo che gli avrebbe permesso di ottenere potere senza che questo significasse perdere la sua anima o trasformarsi in una specie di mostro senza cuore. Doveva pur esserci da qualche parte un modo che lasciasse intatti la sua mente e del suo cuore, e lui lo avrebbe trovato.

    Dopo la passeggiata di riflessione decise che era meglio tornare al lavoro. Forse, una volta ottenuto potere, non ne avrebbe più avuto bisogno. Ma, finché non ci sarebbe riuscito, doveva pur sempre guadagnarsi da vivere. Ed almeno così, nel frattempo, poteva rendersi utile in qualche modo, anche se in piccolo. Oggi era al lavoro alla fattoria di Togam. Un bravuomo che si era slogato una caviglia in un incidente di caccia e quindi non aveva potuto lavorare i campi, ed allora David gentilmente si era offerto di aiutarlo, e lui giustamente lo stava pagando per questo.

    Quello sarebbe poi stato l'ultimo giorno di lavoro per David, non solo per quello che sarebbe successo dopo. Ma anche perché ormai Togam si era ripreso e quindi, da domani in poi poteva riprendere a lavorare da solo. Aveva solo bisogno di un'ultimo giorno di riposo.

    Una volta arrivato alla porta di casa, David bussò dicendo

    "Togan, sono io. David. Sono qui per il mio ultimo giorno di lavoro."

    A quel richiamo la porta si aprì mostrando un uomo di 30 anni alto 1.78, con i capelli rossi e ricci, barba folta, gli occhi verdi, e con indosso un vestito tipico dei coltivatori.

    Esso fu molto amichevole con David

    "Ciao David, sei un po' in ritardo. Fammi indovinare, eri di nuovo in biblioteca."

    "Beh... ecco..."

    Rispose David un po' imbarazzato

    "Non ti preoccupare. Non fa niente."

    Gli rispose Togan sorridendogli con tono amichevole

    "Sei un bravo lavoratore, e quindi riesci sempre a compensare il tutto. Ma devi fare attenzione. Questa tua ricerca del potere ti farà finire nei guai un giorno."

    "Beh, non vedo come possa accadere. Non invocherei un demone per fare un patto con lui, non ricorrerei mai ad un rito che comprenda un sacrificio umano, quindi non vedo cosa potrebbe succedermi."

    "Un modo per finire nei guai lo troveresti anche così se non ti liberi di questo desiderio. Sei un bravo ragazzo, non hai bisogno del potere. Comunque vai adesso. Come avrai sentito, di questi tempi il grano ha qualche problema nel crescere, ed il campo ha decisamente bisogno di maggiori attenzioni."

    "Agli ordini."

    Disse David congedandosi con un inchino educato.

    Il campo dietro la casa di Togan era di dimensioni medie. Ed il compito di David quel giorno era di rinnovare la dose di concime e di innaffiare nuovamente. Così, conscio che ci sarebbe voluto un po per fare tutto per bene, si diede una rimboccata alle maniche, e si mise subito al lavoro.

    Edited by l.pallad - 15/4/2016, 17:33
     
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