Lasciati andare

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    ma perché lo fai usare a me. è un tuo PNG, io non posso usare PNG che hai in testa tu... non fai prima a muoverli te? In questo GDR si possono usare i PNG, sfruttatela questa cosa xD rispondo stasera, comunque non ho intenzione di fare niente di assurdo... era solo un modo per giustificare il rito, anche se... mi piacciono le cose senza senso ahahaha
     
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    Beh, ho pensato di lasciarti decidere che cosa succedeva perché magari potevi fare che forse non era per forza Togan ad aprire la porta, ma direttamente Ammet. Che magari lui e gli altri lo hanno neutralizzato per far prima in modo da non aspettare che David finisse di lavorare e lui può mentire dicendo che era un suo amico o un lontano parente (di Togan). Che magari era stato Togan a raccomandarlo a loro per ripagare ulteriormente il favore fatto, dato che conosceva il suo desiderio di potere. Che non c'era bisogno che lavorasse perché si era occupato già lui di tutto in modo che potessero discutere liberamente. Ma in effetti Ammet può tranquillamente interagire con David mentre lavora, o dopo che ha finito. Quindi, quando avrò tempo editerò. Ma se non lo faccio entro stasera rispondi lo stesso. In entrambi i casi mi va bene. ;)

    Edit

    Fatto. Ho editato.


    Edited by l.pallad - 15/4/2016, 12:25
     
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    I due uomini agirono come all'unisono, si erano preparati a una cosa del genere da tempo.
    Quando tornarono, stavano trascinando un drago dalle squame verdi smeraldo, divenute opache per la polvere che si era depositata negli spazi vuoti tra una placca e l'altra. Era legato per le zampe e per il collo da delle grosse catene, ma probabilmente per impedirgli di agitarsi gli era stato somministrato anche un enorme quantitativo di veleno paralizzante che lo aveva in parte stordito.
    Giunti di fronte alla creatura angelica, indietreggiarono quasi immediatamente, lasciando la povera bestia inerte al suolo al centro del cerchio, senza tuttavia lasciar andare le catene.
    "Un bell'esemplare... non c'è che dire"
    Ammet osservava la scena senza il benché minimo rimorso, anzi più fissava la creatura e più sembrava ghignare divertito.
    "Adesso procedi"
    "Non darmi ordini umano patetico, questo è solo un favore che vi è concesso perché io possa ricavarvi qualcosa di ben più grande"
    L'uomo inclinò il capo, con area di superiorità. Abbassò il tono della voce, evitando di apparire più spavaldo di quanto non fosse già, ma quella sua espressione da schiaffi lo rendeva incredibilmente fastidioso... anche per un angelo.
    "A me basta che tu faccia quello che devi, per il resto prenditi quel che vuoi"
    "Se continui così, sarà la tua vita che prenderò"
    "Quando sarà il momento potrai anche averla, adesso ho bisogno di un esercito. Un esercito potente, fatto di incapaci che noi renderemo grandi. Grandi e potenti, creature invincibili, implacabili e feroci"
    L'angelo non mutò il disegno dell'impassibilità divina sul proprio volto, si limitò a smuovere leggermente le ali e a gettare uno sguardo probabilmente pietoso al drago che gli si trovava davanti.
    Sul suo muso non del tutto coscente, si poteva scorgere la triste voce dello spavento, qualcosa che non era certo tipico di una fiera come lui. Si sentiva impotente, e per una creatura abituata a dominare i cieli una situazione del genere era di quanto più terrificante potesse esistere.
    Senza indugiare l'essere divino avvicinò di scatto le proprie dita artigliate al cranio del drago, ferendolo quanto bastava perché un lungo rivolo di sangue tingesse di scarlatto le sue scaglie.
    "Questo drago sarà il creatore di molti dei suoi simili, a partire da una razza ingenua e inferiore come la vostra. Sarà sufficente che un umano beva il suo sangue perché la trasformazione sia possibile... ora che l'ho unito al mio. Spero conosciate il livello di magia necessario per innescare il processo, altrimenti avrete fatto del male a questa creatura senza motivo, in quel caso pagherete. Del resto... pagherete comunque, ma spero per voi non prima del tempo" Disse l'angelo demoniaco, afferrando il grumo di sangue come fosse semplice sabbia, accumulandolo nel palmo della propria zampa destra. Si ferì su di essa usando gli artigli della sinistra, facendo sì che il proprio fluido vitale si unisse a quello del drago, e come niente lo riversò nel calice che gli era stato consegnato.
    Dopo di che lo porse ad Ammet, che per la prima volta esitò un istante, anche se non impiegò più di qualche secondo a riprendersi e ad afferrarlo tra le grinfie.
    "A sua volta il primo drago che nascerà... dovrà offrire del sangue per la prossima creatura, e così affinché il vostro esercito non sarà completo. Non ho altro da aggiungere"
    Con quelle ultime parole l'angelo espanse la propria luce, avvolgendo il corpo del drago che tutt'ad un tratto non parve più né spaventato, né sofferente. Il suo volto conobbe la pace, i suoi occhi parvero sorridere mentre artigli splendenti lo ghermivano e riducevano il suo corpo a pura luce. Come un alito sospirato dal paradiso, o dall'inferno che dirsi voglia, il suo spirito si levò assieme all'angelo, con il quale scomparve nel nulla nello sbigottimento dei due "colleghi" di Ammet, lasciando cadere a terra le catene in un tintinnio sordo.
    Tutto accadde in silenzio, un silenzio infinito e potente. Un abbraccio solenne che aveva sugellato un patto di innata crudeltà.
    "Ci siamo..." Commentò Ammet, osservando il calice colmo di sangue semidivino. Grazie ad esso avrebbero potuto riuscire in quello che li aveva visti fallire fino a quel momento, adesso avevano compreso ciò che mancava ai loro tanti fallimenti: una totale, invalicabile follia.

    ***

    Eccolo lì, il loro bersaglio. Intento a fare quello che faceva ogni giorno per quello strano individuo, che come Ammet aveva scoperto si chiamava Togan, che era divenuto una sorta di amico per David nel corso del tempo.
    Mentre lavorava, concentrato nelle sue quotidiane manzioni, era vulnerabile come un cacciatore che sta per attaccare la preda.
    L'uomo gli si avvicinò, senza stare attento a non fare rumore; anzi, voleva dimostrarsi il più aperto possibile e convincerlo senza dover ricorrere a maniere forti. Al suo fianco, i suoi due... compagni, coperti interamente da un lungo mantello nero che copriva anche la testa, celando quasi interamente i loro volti.
    "Salve" Gli disse, mentre ancora si trovava di spalle. "Tu sei David giusto? Devo parlarti"
    Come avevo già abbozzato, Ammet è biondo, con i capelli abbastanza lunghi, ha gli occhi castanodorati e di carnagione è leggermente più scuro del normale. Veste un mantello nero ma il viso è scoperto, mentre gli altri invece sono incappucciati, perché tu così hai descritto nella scheda, parlando appunto di uomini incappucciati. Non hai scritto molto nella storia di David, mi sono attenuto a quel poco che c'è per il rito e le informazioni. Ripeto, se qualcosa non ti va bene dimmelo subito che cambio al volo
     
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    Beh, con la vita di David, avevo scritto nel suo profilo che aveva qualche problema a socializzare. Poi ammetto che non mi è venuto in mente altro. Anche nella trasformazione non mi era venuto in mente molto, anche se in effetti hai indovinato sul fatt che il sangue che aveva bevuto era di drago. E poi questa cosa che David può quindi trasmettere a sua volta la trasformazione un unica volta a qualcun altro è interessante. Per certe cose che non ho detto puoi agire liberamente.


    David stava lavorando normalmente quando poi avvenne l'incontro con chi avrebbe stravolto la sua vita.

    CITAZIONE
    "Salve"

    Gli disse una voce alle sue spalle

    CITAZIONE
    "Tu sei David giusto? Devo parlarti"

    David si voltò e vide tre individui che andavano verso di lui. Due avevano il volto coperto e quindi non poteva vedere nulla di loro. Ma il terzo individuo aveva il viso scoperto. L'uomo era di carnagione leggermente più scura del normale, i capelli biondi e lunghi, e gli occhi castano dorati. David non aveva idea di chi fosse. Si chiese se i due tizi incappucciati fossero monaci di qualche ordine religioso.

    David si chiese chi fossero, da dove venissero, che cosa volessero da lui, come facessero a conoscere il suo nome, quali fossero le loro intenzioni, ma però non aveva in mente nulla.

    Oltretutto non poteva nemmeno giudicarli, dato che adesso gli avevano rivolto la parola, e non c'era niente di male in quello. Era ancora troppo presto per appurare qualche giudizio s di loro. Sia buono che cattivo.

    Adesso stavano solo iniziando conversazione. Ed in questo non c'era nulla di male.

    Quindi decise di rispondere andando direttamente al sodo.

    "Si, sono io. Che cosa volete da me?"

    Fu tutto ciò che per il momento poteva dire per iniziare quella conversazione.

    è un po' corto perché non c'è molto da dire.
     
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    "Beh... un sacco di cose. Ma ciò che conta è quello che vuoi tu"
    Ammet guardò il suo interlocutore con fare misterioso, anche se il suo viso tradiva una certa malizia.
    "Sono Ammet. Ti tengo d'occhio da un po' e... so che... stai cercando del potere, potere che pensi ti sia stato negato per natura. Forse è così... forse no. Ma voglio tu sappia che ciò non significa che non puoi acquisirne uno"
    I due uomini accanto a lui non proferirono parola, anzi quando Ammet avanzò di un passo restarono immobili e indifferenti, come la cosa non li coinvolgesse o come se sapessero che era lui a dover svolgere quel compito.
    "Vorremmo, in poche parole, offrirti una possibilità... una grande possibilità. Nella tua inesperienza, c'è comunque del talento"
    Non era esattamente così, anche se in parte era quasi vero. In ogni caso era quello il modo migliore per accattivarsi le grazie del prossimo, che fosse per un'inezia o per qualcosa che avrebbe cambiato più di una vita.
    "Sei disposto a seguirci?"
    In realtà esistevano altri come lui, ma in David viveva qualcosa che in altri non c'era: l'ambizione. Potevano assolutamente sfruttarla a loro vantaggio, è più facile convincere qualcuno in cerca di qualcosa che qualcuno che possiede già tutto.
     
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    David ascoltò quello che aveva da dire quel tipo.

    CITAZIONE
    "Sono Ammet. Ti tengo d'occhio da un po' e... so che... stai cercando del potere, potere che pensi ti sia stato negato per natura. Forse è così... forse no. Ma voglio tu sappia che ciò non significa che non puoi acquisirne uno"

    Beh, questo era sempre stato quello che aveva sperato. Ed era rassicurante che glielo dicesse qualcun altro. Ma personalmente non capiva perché volesse parlare con lui di questo.

    CITAZIONE
    "Vorremmo, in poche parole, offrirti una possibilità... una grande possibilità. Nella tua inesperienza, c'è comunque del talento"

    David praticamente fu colto alla sprovvista da quello che Ammet aveva appena detto. Praticamente quei tipi avevano in mente di dargli quello che voleva. Lo ritenevano degno di ricevere un qualche dono. Nonostante ciò, David per quanto avesse cercato il potere, ovviamente voleva saperne di più. Quel giorno si sarebbe comportato da stupido, ma però non lo sarebbe stato completamente. Un po' di cervello lo avrebbe avuto, anche se poi si sarebbe fatto ingannare. Così, quando Ammet chiese

    CITAZIONE
    "Sei disposto a seguirci?"

    David rispose.

    "Beh, sembra bello. Ma ditemi, dov'è la fregatura? è vero. Voglio il potere. Ma di certo sono comunque attento al prezzo che devo pagare. Spero che non debba compiere qualche sacrificio umano o vendere l'anima a qualche creatura demoniaca per ottenerlo o roba simile. Perché in quel caso la risposta è no. Ammetto che lo desidero tantissimo. Ma non fino a questo punto. Quindi ripeto la domanda. Non dovrò fare nulla di terribile che mi costi l'anima o che mi faccia provare rimorso per tutta la vita, o che distrugga in generale il lato migliore di me stesso, in cambio di qualunque cosa vogliate offrirmi?"

    Ed attese poi la risposta. L'interesse dell'uomo era stato catturato, ma Ammet avrebbe dovuto impegnarsi un po' di più per convincerlo.
     
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    Ammet non poté che scoppiare a ridere, anche se si volle trattenere con tutte le sue energie per non perdere il controllo. Si aspettava una battuta ingenua, ma non la più ingenua del mondo... ce n'erano di tipi strani in quel villaggio, ma David li batteva tutti.
    "Nessun demone, niente di quello che pensi. Nessun sacrificio, ciò che era necessario è già stato attuato... la fregatura sta nel fatto che noi abbiamo bisogno di te, quanto tu di noi. Sei libero di rifiutare se la proposta non ti aggrada"
    No, sapeva che non avrebbe rifiutato, l'aveva osservato vivere: l'aveva osservato fremere a caccia di ciò che non gli era stato donato.
    Non aveva nessuna intenzione di ingannarlo, non avrebbe avuto senso perdere tempo a prenderlo in giro. Certo gli avrebbe spiegato quando fosse stato il momento tutti i dettagli, solo quando sarebbe stato sicuro che David non avrebbe più potuto rifiutare... una così generosa offerta.
    "Una cosa è certa, quest'occasione ti capiterà oggi... e mai più"
    Non era oratore di grande abilità, o comunque, semplicemente, non gli piaceva parlare più del necessario. Ma quelle parole sarebbero dovute essere più che sufficenti.
    Finse di riaggiustarsi il mantello da viaggio, o da stregone figo che dirsi voglia, per poi schiudere le labbra in un ampio sorriso.
    "Sono certo che... non te ne pentirai"
    Avrebbe potuto anche tentare di convincerlo con altri metodi meno consoni, ma non voleva farsi notare ne inimicizzarsi gente del posto inutilmente. Se non fosse bastato... avrebbe usato un altro metodo.
    Sperava solo di non dover insistere troppo. Non si voltò neanche a cercare un qualche consenso, responso o altro da i colleghi, erano lì soltanto perché... era più facile coprirsi a vicenda.
     
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    Quando Ammet scoppiò a ridere David si chiese cosa avesse detto di così divertente. Ma quando poi disse

    CITAZIONE
    "Nessun demone, niente di quello che pensi. Nessun sacrificio, ciò che era necessario è già stato attuato... la fregatura sta nel fatto che noi abbiamo bisogno di te, quanto tu di noi. Sei libero di rifiutare se la proposta non ti aggrada. Una cosa è certa, quest'occasione ti capiterà oggi... e mai più. Sono certo che... non te ne pentirai"

    David si sentì come torcere allo stomaco. Era vero? Finalmente, dopo aver cercato tanto quello che voleva, era quello che voleva che aveva trovato lui? Da un lato non era sicuro di fidarsi, perché non sapeva nulla di quelle persone. Ma dall'altro ebbe come paura di rifiutare. Ammet aveva detto che oggi sarebbe stata la sua unica possibilità. E le occasioni mancate erano qualcosa che era molto sgradevole già per gli altri. Ma una cosa simile sarebbe stata molto peggio per lui, specialmente dopo quello che aveva passato.

    Ricordava quando era piccolo l'ingenuità con cui credeva che sarebbe diventato un grande mago, di come avrebbe cavalcato un drago, e di come si sarebbe reso utile al suo prossimo. Ricordava poi la sua enorme delusione quando aveva scoperto di non avere nessun talento per la magia. Ricordava anche di come aveva provato ad andare al corso di scherma per diventare un guerriero, ma di come, a causa della sua indole bonaria, non riusciva a colpire con sufficiente forza finendo sempre col venir sempre picchiato facendo continue figuracce, e tali figuracce ebbero la conseguenza di renderlo il bersaglio di alcuni bulli. Ed alla fine, a causa dei suoi problemi di sbalzi di umore, aveva addirittura accidentalmente mancato di rispetto all'istruttore, alzandogli contro la voce, ottenendo così di farsi espellere dall'accademia, e rimanendo quindi con un ricordo negativo di quell'esperienza, che poteva considerare il suo più grande fallimento.

    David non voleva assolutamente più sentirsi così. Il suo desiderio di essere potente, di diventare di più di quello che era, ormai lo consumava completamente con tutto il suo essere. Al diavolo i rischi. Voleva assolutamente liberarsi di questa sensazione di impotenza che lo consumava. Voleva disperatamente appagare le sue ambizioni ed i suoi desideri. Specialmente dopo le ricerche infruttuose che aveva fatto per tentare di riuscirci. E, se questa era l'occasione per ottenerla senza pagare nessun terribile prezzo, allora doveva rischiare.

    "Molto bene. Se le cose stanno così, allora accetto."

    Poi aggiunse

    "Però prima vorrei finire di fare quello che sto facendo. Sapete, mi pagano per questo. Certo, forse non avrò più bisogno di un lavoro se il vostro metodo funziona d'avvero, ma mi piacerebbe comunque finire quest'ultimo, perché, per principio, non lascio mai un lavoro incompiuto. E se davvero finalmente i miei desideri ed i miei sogni stanno per realizzarsi, allora voglio godermi la cosa con una mente libera senza pensieri e preoccupazioni. Non credo sia un problema per voi aspettare. Vi ho appena detto di si, quindi non credo che qualunque cosa abbiate preparato per me possa scappare nel frattempo. Ma magari, se volete, potreste darmi una mano. Così prima finiamo prima possiamo andare."
     
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    Ammet ascoltò con attenzione ogni singola sillaba dell'uomo, sempre più speranzoso e convinto di aver trovato il tipo adatto.
    Gli disse di voler concludere il suo ultimo lavoro... e perché no!
    Anche perché dubitava che nella sua nuova forma avrebbe potuto arare campi e coltivare grano. Alla richiesta, anche abbastanza legittima, Ammet rispose con un semplice cenno del capo. Fu quando poi chiese loro di aiutarlo che non riuscì a trattenere un'espressione stupita.
    Aveva davvero chiesto loro di dargli una mano? più singolare di quanto immaginava, decisamente.
    "Non vedo dove sia il problema"
    I due fratelli alle sue spalle si abbassarono il cappuccio e, appurato che non c'era niente da temere, si avvicinarono lentamente.
    Ti ricordo che hanno capelli neri e lunghi, occhi nocciola e naso strano xD

    "Cosa dovremmo fare esattamente?" Chiese quello di destra, mentre l'altro sbuffava vagamente stizzito.
    Invece ad Ammet non dispiaceva dargli una mano, anche perché... lui avrebbe dato una grande zampa a loro, non era un male se ricambiava con un così umile favore. I suoi colleghi non sembravano dello stesso acchito, ma era lui che comandava e loro dovevano tacere, almeno in quei frangenti.
    "Ti avverto che non sono bravo in queste cose" Fece notare a David, sfregandosi le mani e attendendo istruzioni, mentre si toglieva il mantello nero e lo gettava addosso a uno dei due uomini accanto a lui. Quello imprecò in qualche lingua antica, ma afferrò la veste e la tenne sulla propria spalla, mentre l'altro, seppur con riluttanza, si avvicinò ulteriormente a David e Ammet.
    Adesso che si era tolto il lungo mantello, Ammet vestiva come un qualunque uomo appartenente a una qualunque borghesia, con una qualunque maglia di lino bianco a maniche corthe e un qualunque paio di braghe dello stesso materiale, di colore nero. Ai piedi indossava bassi stivali di cuoio, mentre in vita ora si poteva chiaramente vedere il lungo pugnale dal manico di zaffiro ancorato ad una cinghia in pelle.
    Facciamo tutto in un post o la portiamo avanti questa cosa del lavoro? Carina comunque xD
     
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    Facciamo pure in un unico post


    A quanto pareva David aveva appena trovato degli aiutanti per concludere al lavoro più rapidamente.

    Sembrava comunque che quei tipi avessero una opinione contrastanti se farlo o no. Ma a quanto pareva era Ammet a comandare. E lui aveva deciso di aiutare.

    Ora doveva solamente spiegare cosa dovevano fare.

    "Beh, dunque, quello che devo fare è versare la dose quotidiana di concime per il campo ed innaffiarlo. Ma ammetto che il problema generico è che non sta crescendo niente ultimamente di questi tempi. Se magari conoscete un modo per far crescere rapidamente quello che c'è qui possiamo anche fare prima."

    La richiesta derivava dal fatto che tutti loro avevano la magia, e quindi magari conoscevano qualche incantesimo che forse potevano aiutare con la crescita delle piantagioni del campo. In questo modo avrebbe risolto i problemi di Togan.

    Naturalmente aggiunse

    "Se però non ne conoscete nessuno posso sempre spiegarvi come annaffiare e concimare con tutta calma e tranquillità."

    Se non conoscono nessun incantesimo utile nel prossimo post dillo direttamente tu che il mio pg lo ha spiegato come fare
     
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    Ammet restò un pelo deluso quando gli venne chiesto se conosceva un metodo per far crescere tutto più in fretta. Alludeva all'uso della magia?
    Beh, in tal caso forse non aveva ben chiaro il concetto di magia, come la intendevano loro almeno.
    "Mi dispiace, le piante crescono solo se nutrite dalla terra, io non posso sostituirmi al suolo"

    In breve David gli spiegò cosa dovevano fare e passarono alcuni minuti ad irrigare, a dare il concime e a sporcarsi come contadini che non si lavavano da tre mesi. Anche il primo dei due fratelli che inizialmente si era offerto di aiutare, si tirò indietro quando comprese che una cosa del genere non faceva per lui.
    Ammet invece, nonostante fosse piuttosto maldestro, si dimostrò abbastanza capace... per cose di quel livello doveva riuscirci per forza. Altrimenti ne andava dei suoi titoli di mastro tutto e colui che può. Del resto... se li era attribuiti lui, come tradirli?
    Quando tutto fu ben concimato e annaffiato, per quanto ne capiva ovvio, si voltò verso David e si pulì le mani sui propri pantaloni, dopo aver lanciato un'occhiata divertita verso i volti schifati dei colleghi.
    "Beh, è stato divertente in fondo... hai altro da fare? Non vuoi salutare il tuo amico per cui lavori?"
    Da allora in poi probabilmente non avrebbe potuto più salutare nessuno dei propri cari, ma svelandoglielo gli avrebbe anticipato un po' troppe cose... e era meglio non rischiare, ad un passo dalla riuscita.
    L'uomo al suo fianco fece per restituirgli il mantello, ma lui lo fermò con il gesto di una mano e gli fece intendere che se lo sarebbe dovuto tenere lui. Quello sbuffò stizzito, ma non replicò.
    Ad Ammet piaceva giocare con le prede, e si stava divertendo da matti ad assecondare David... si domandava se sarebbe stato davvero tutto così semplice.
     
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    Ammet non conosceva alcun incantesimo per far crescere le piante, ma almeno si rese utile al livello manuale. Così tutto procedette bene ed il lavoro si completò prima del solito. E quando Ammet disse

    CITAZIONE
    "Beh, è stato divertente in fondo... hai altro da fare? Non vuoi salutare il tuo amico per cui lavori?"

    Beh, non sapeva perché lo avesse chiesto, ma in effetti era vero. Dato che stava per andare a compiere il suo destino era meglio salutarlo per fargli sapere che aveva finito.

    "Beh, si. Vado a salutarlo. Poi possiamo partire."

    Così si avviò da Tonag per avvisarlo che aveva finito. Arrivato da lui quest'ultimo gli disse

    "Ciao David. Hai già finito?"

    "Beh, si. Ho trovato qualcuno che mi ha dato una mano."

    "Immagino che tu ora voglia essere pagato. Beh, ecco, te li sei meritati."

    Così prese il compenso pattuito e glielo diede

    "Grazie. Adesso devo andare. Sai, finalmente sembra che le cose inizieranno ad andare per il verso giusto."

    Tonag fu confuso da quell'affermazione.

    "Che intendi?"

    Chiese confuso

    "Vedrai."

    Fu la sua unica risposta.

    "Non so cosa ti sia successo o cosa tu abbia in mente, ma fai attenzione. Non fare nulla di cui potresti pentirti. "

    Lo mise in guardia l'amico.

    Dopo essersi quindi scambiati i saluti, David raggiunse Ammet e gli altri due dicendo

    "Beh, ho fatto. Possiamo andare."
     
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    Ammet e gli altri attesero che David avesse salutato l'uomo, preparandosi per quello che dovevano fare... che non sarebbe stato certamente qualcosa di divertente, né tantomeno semplice.
    "Bene... andiamo"
    Si erano permessi di perdere un po' di tempo, semplicemente perché non c'era fretta, tanto per David quanto per loro quella sarebbe stata una svolta decisiva per le loro esistenze.
    Lo precedettero verso il viale che conduceva all'esterno del villaggio, da cui si potevano intravedere cerchi di verdeggianti colline e fitti sprazzi di boscaglia in lontananza. Oltrepassarono quello che doveva essere il cimitero del luogo, con la sua grigia struttura tipica dei luoghi di sepoltura, raggiungendo un'area nella quale la vegetazione si infittiva generando cupole scure di chiome d'ogni genere e forma.
    "Non manca molto, però forse è meglio non rischiare inutili problemi"
    Ok per rispettare cos'hai scritto dovrei far stordire David xD
     
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    Incubo infernale

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    David cominciò ad andare con loro. Uscirono fuori dal villaggio e proseguirono normalmente inoltrandosi nella vegetazione. David era decisamente eccitato per questo. Finalmente, se non lo avevano ingannato, sarebbe diventato potente. Riflettendo su cosa sarebbe successo si chiese come sarebbe stato quando avrebbero fatto. Cosa sarebbe stato capace di fare? Che poteri avrebbe avuto? Sperò sinceramente che fosse qualcosa di fantastico e che ne valesse la pena. Non vedeva proprio l'ora di mostrare il nuovo se stesso agli altri e sfoggiare di cosa fosse capace.

    Quando poi Ammet disse

    CITAZIONE
    "Non manca molto, però forse è meglio non rischiare inutili problemi"

    David fu piuttosto confuso.

    "Che intendi? Ah, a proposito, una domanda: siete sicuri che funzionerà senza che ci sia alcun problema? Sarò veramente potente? Non c'è quindi bisogno di nessun requisito particolare perché il tutto funzioni?"
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ammet sorrise.
    "Nessun requisito particolare, è proprio grazie all'assenza di talento magico in te che possiamo renderti molto potente... più potente di quanto pensi"
    Raggiunsero un sentiero abbastanza coperto dalle chiome degli alberi e dalle ombre che essi gettavano sul suolo.
    I due alle sue spalle si fermarono, mentre Ammet continuò a camminare al fianco di David.
    "Diventerai tanto potente da poter solcare i cieli e dominare un elemento..."
    All'improvviso, con uno scatto repentino, l'uomo che si trovava esattamente alle spalle di David sferrò a quest'ultimo un colpo con uno scuro oggetto metallico sulla testa, stordendolo all'istante.
    Ammet si voltò a fissarlo, con un mezzo ghigno che gli incurvava le labbra in maniera sinistra.
    "Ottimo lavoro. Adesso lo portate voi, ovviamente"

    ***

    Si trovavano in piedi, nella loro tana, nella stessa grotta nella quale era avvenuto il rito... per così dire... angelico.
    David era incatenato al terreno per le braccia e per le gambe, al centro del cerchio in cui il sangue di drago si era mischiato a quello del demone.
    Ammet non perse tempo e si schiarì la voce, osservando la loro preda dall'alto in basso.
    "Mi dispiace caro... ma abbiamo dovuto prendere le giuste precauzioni. La tua trasformazione sarà dolorosa e quando si concluderà... sarai una nuova creatura, un nuovo David"
    La magia inizziò a comparire sui palmi delle sue mani e su quelle dei suoi compagni, ma senza ancora iniziare a scorrere verso David. Esse si circondarono di luce azzurra, manifestandosi in piccole volute concentriche che si allargavano dalle estremità delle loro dita.
    "Conoscerai una nuova incredibile realtà, e lotterai per noi... sarai il precursore del nostro esercito di possenti draghi e ti unirai a loro alla conquista di queste sciocche terre... ovviamente, non ci limiteremo a luoghi ridenti come questi... oh beh, a ciò penseremo poi"
    Erano pronti, il processo stava per cominciare.
     
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