La notte dei folli

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    L'uomo chiamato Zahir si presentó piuttosto sospetoso nei nostri confronti.
    Sembrava alquanto scherzoso verso gli altri, forse era un suo modo per allegerire la tensione.

    Dopo che la mia spiegazione ebbe termine, vidi avanzare una strana nebbia. Capí che non era nulla di naturale.
    Le forze oscure , si stavano avvicinando. Nella nebbia potei distinguere delle sagome, non avevano l'aspetto delle creature che tanto temevo, forse queste ultime erano solo storie. Oppure si nascondevano aspettando il momento più propizio per colpire.

    Il nemico che avevo difronte non andava sottovalutato. Se si trattava di altri non-morti , allora le loro ossa si sarebbero sbriciolate con una facilità di rendere quasi superfluo l'utilizzo dell'ascia.
    Ma erano tanti, e non potevo fare a meno che temere per la mia incolumità.

    Impugnai l'ascia e spalancai l'artiglio corazzato per poi lanciarmi nella mischia.

    Venni subito ricoperto dalla nebbia, udivo quelle cose muoversi intorno a me.
    Fendendo con l'ascia qualsiasi cosa avesse l'aspetto di non-morto che mi si avvicinasse, feci volare teste, braccia ed interiora sulle mura dell'intera città.

    Le mie possenti braccia estraevano con furia dal corpo dei malcapitati la mia arma. Notando che questi ultimi tentarono di accerchiarmi, impugnai la catena legata all'ascia, per eseguire una possente spazzata che taglió a metà vari posseduti.

    Nonostante ne facessi a pezzi più che potevo, il numero non sembrava ridursi. D'un tratto uno degli esseri mi morse la spalla. Ulali dal dolore, per poi afferrare il suo volto deforme, animato da quei suoi occhi spiritici, e staccare via il cranio dal suo corpo con l'artiglio corazzato.

    Intorno a me le grinfie della nebbia si facevano sempre più vicine. Non vedevo nulla, potevo solamente percepire con l'olfatto e l'udito.
    Mentre indietreggiavo vidi una candela racchiusa in una lanterna, che aveva il compito di illuminare la città.
    L'afferrai per poi scagliarla difronte a me. Colpí un non-morto le quali carni presero fuoco, dissipando leggermente parte della nebbia.
    Quando fu completamente consumato dall'ardore delle fiamme del suo corpo non rimase altro che una viscida poltiglia, ad illuminare quel tratto di città.

    Avanzó difronte a me, uccidendo qualunque cosa che gli si parava davanti, una creatura dalle fattezze orrende. Non aveva un volto, era formato solamente da una rivoltate bocca lorda di sangue e carne ammassata sul suo corpo come fosse finita nelle mani di un macellaio. Al posto delle braccia, aveva delle articolazioni simili a gambe, ma affilate come una spada. E come se fossero gambe, le teneva rivolte all'insú squartando qualsiasi cosa il suo tatto avvertisse.

    Le mie zampe iniziarono a tremare, le storie sui mostri che abitavano quella cittadina erano vere.

    Ci volle tutta la mia forza di voltá per non impazzire nel vedere quel deturpato ammasso di carne vivente.

    Edited by Tiziel - 17/5/2016, 17:42
     
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  2. Ickym
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    CITAZIONE
    "Il mio nome... è davvero importante... dico lo avevate chiesto anche a lui prima di ridurlo così? Anche se a giudicare dal tanfo che emana il nostro amico qui a terra non mi sembra avesse molta voglia di chiaccherare... Zahir comunque...

    Ickym stava osservando la nebbia che avanzava.
    Si perse a pensare cosa fare:
    "Piano A, attaccare a spada tratta, probabilità di riuscita bassa. Alta probabilità che siano altri cadaveri ambulanti. Conseguenze: venire sovraffatto e ucciso, Epilogo: Lesath libero"
    Mentre pensava a ciò, si immaginava ogni scena, soffermandosi in particolare sui punti in cui combatteva.
    Lesath nel mentre era divertito dalla situazione.
    Ickym percepì una folata d'aria provenire da dietrio di sè, ma non si girò per controllare la fonte.
    Poco dopo, Zahir esclamò [QUOTE]"Io prendo questi!"[QUOTE] dopodichè dei rumori di passi che si allontanavano seguì la frase.
    Anche Mitar si gettò nella mischia, passando davanti a Ickym.
    Ottimo. entrambi andati.
    In un unico fluido movimento ripose la spada e si mise a quattro zampe, fiamme vive cominciarono a svilupparsi fino a che non ricoprirono completamente il suo corpo.
    Neanche il tempo di finire ad attivare la sua abilità, che Mitar ululò di dolore. Ickym si precipito nella nebbia, usando le ali per fare uno scatto in aria, atterrò di peso sulla prima figura che trovò che si rivelò essere un umano in armatura. All'interno della nebbia non riusciva a vedere nulla, quindi si spostava attaccando ogni sagoma che gli appariva di vedere. Squarciò e lacerò molti corpi, che non apparivano a badare ai danni che Ickym infliggeva. Nonostante alcune ferite fossero mortali, nessuno stava a terra.
    Ad un certo punto, mentre combatteva contro un ergumeno in armatura, un'altra figura si lanciò sopra di lui. La cosa irritò molto Ickym che ruggendo infastidito lo avvolse con la coda, e lo spremette come un limone. Fluidi "vitali" uscirono dagli occhi e dalla bocca, fluidi che evaporavano quasi istantaneamente a contatto col fuoco. Lanciò il cadavere deformato dal trattamento contro l'energumeno, in modo da farlo cadere, poi ebbe un'idea, al posto di attaccare a punti vitali, attaccò le gambe strappandole con violenza dal corpo.
    Impennandosi ruggì di nuovo, e per poi dire "Se non vi posso uccidere almeno vi rendo il raggiungermi più difficile"
     
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  3. Darkfederik[DF]
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    La nebbia mi aveva circondato e non solo quella un numero non ben definito di non morti mi aveva bloccato ogni via di fuga e stavano avanzando verso di me, usando l'abilità e girando su me stesso il getto d'aria stordí i malcapitati e ne fece cadere un paio e li iniziai il massacro con un dash mi portai a gran velocita sul fianco di uno e in scivolata attaccai l'uncino di una spada alla sua caviglia facendolo cadere rovinosamente per poi infilzarlo con il pugnale dell'altra spada, rialzatomi ne divisi in 2 un altro paio e arrivato all'ultimo misi gli uncini sulle spalle e poi con un frontflip sopra la sua testa gli atterrai dietro tagliando cosí di netto le braccia alla radice, mi fermai un secondo per riprendere fiato ansimando un pochino "è stato semplice..." .
    All'orrizzonte fin dove lo sguardo riusciva a scrutare con la nebbia, due occhi verdi infuocati comparirono da essa erano alti e un rumore lento ma continuo di passi come un metronomo seguito da un rumore acuto, metallico come trascinato si avvicinava e poi eccolo comparire dalle tenebre un colosso di metallo e magia oscura alto 2 metri e mezzo ricoperto da una possente armatura decorata da particolari rune l'armarura nera sembrava di ossidiana e dal braccio destro pendeva una grossa catena con una falce all'estremità che lasciava trascinare a terra, in testa portava un cappuccio che non lasciava vedere nessun viso in vista se non gli occhi, occhi verdi infiammati come la lanterna che teneva nella mano sinistra una fiamma verde nel quale ardeva l'anima del lich unico punto debole della creatura nonchè fonte del suo potere e della sua vita eterna.
    Comparí alla mia vista e subito dopo spazzó via la nebbia di fronte a lui rivelando i miei due compagni intenti a liberarsi come me dei non morti, in particolare Mitar era alle prese con un particolare essere ripugnante, e i corpi dei nemici già sconfitti sparsi a terra.
    Il lich si fermó sul confine con la nebbia rimase qualche secondo a fissarci poi alzó il braccio con la lanterna e in pochi secondi tutti i corpi tagliati e spaccati fino ad allora si ricongiungievano e si rialzavano come nuovi pronti a ributtarsi nella mischia...
     
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    Nonostante le mie mani tremolanti trovai il coraggio di stringere l'ascia per tentare di abbattere l'abominio che avevo difronte.
    In quel momento la nebbia si dissipò, ed i miei occhi dovettero soffrire della visione d'una creatura mostruosa. Ma non d'aspetto, bensì capace di istigare il terrore tramite una dimostrazione delle sue capacità.

    Gli bastò alzare quella maledetta lanterna, per far ricongiungere gli arti ai busti, le teste ai colli in modo da richiamare ogni non-morto che avevamo abbattuto con tanta ferocia.
    Ma notai qualcosa. La poltiglia in cui avevo trasformato uno dei redivivi grazie all'aiuto della lanterna, non riusciva a rigenerarsi.

    Era chiaro che la ricostruzione dei tessuti per i miei avversari, era impossibile se i le loro sfoglie erano ridotte in poltiglia.
    Dovevo solo trovare il modo di bruciarli tutti, ma non ero capace di una simile impresa. Pensai che se fossimo riusciti ad abbattere l'entità che li aveva ricostruiti questi ultimi sarebbero ritornati nelle tombe.
    Ickym, Zahir, bruciate i loro corpi, è il solo modo per rallentarli.
    Rallentarli, poiché abbattere quell'esercito di redivivi era senza dubbio fuori portata.

    Tentai di raggiungere una delle lanterne che illuminavano la città, purtroppo l'abominio senza volto mi bloccava la strada.
    Agitava difronte a me le sue possenti lame di carne, tentando di impedirmi d'avanzare.
    Attesi paziente la sua offensiva, per poi creare una mia illusione col potere delle ombre. Lo stupido essere l'attaccò e mi permise di balzare via su una parete.
    Dal punto in cui mi trovavo esegui uno scatto rapido come una saetta, in modo da balzare sulla creatura e conficcare la mia possente ascia nella sua lorda bocca.
    Attaccavo con una furia che non mi apparteneva, volevo solo uccidere quella cosa immonda, in modo che non potessi più vivere un'incubo con la sua presenza.

    Quando ebbi finito di fare a pezzi la blasfemia notai che i non-morti tentavano di accerchiarmi. Mi saltarono addosso con l'interno di strapparmi la carne dalle ossa mordendomi con i loro denti giallastri. Infuriato, tirai una serie di pugni e calci per liberarmi.

    Molti dei redivivi che mi attaccavano non avevano terminato il loro processo rigenerativo, e perdevano le articolazioni molto facilmente. Ma in quella notte oltre ai non-morti altri abomini viventi erano intenti a tentare di prendere le nostre vite.

    Creature, quasi gemelle del mostro che avevo appena affrontato, avanzavano verso di noi. Si distinguevano l'une dalle altre per via delle loro particolarità. C'era chi aveva migliaia di bocche, chi tentacoli per stritolarci e spezzare i nostri colli, chi strisciava su una viscida coda.

    Afferrai un pezzo di segno ed un tessuto da una bancarella che mi si trovava vicina.
    Versai il liquido infiammabile di una delle lanterne sulla pezza, che poi avvolsi sul pezzo di legno, e gli diedi fuoco con un'altra lanterna, creando una torcia.

    Impugnando il cero con la zampa selvaggia ed l'ascia con l'artiglio corazzato, lanciai il potere delle ombre. Dalle tenebre un susseguirsi di catene emergeva bloccando i nostri avversari, che cadevano sotto i fendenti della mia ascia, per poi venire carbonizzati, in modo da impedire che si rialzassero.
    Abbattiamo quella cosa ed andiamocene da qui!
    Urlai a quelli che ormai erano i miei compagni di battaglia indicando il lich.

    Non mi curai nemmeno del pensiero che anche se avessimo impedito ai redivivi di rialzarsi, altre forze oscure incombevano su di noi, come quelle che avevano mandato gli abomini.
    Ululai alla luna e continuai ad abbattere qualsiasi cosa mi ricordasse solamente quelle creature, per farmi strada verso il nemico più grande, troppo grande perfino per me. Ma forse con l'aiuto di Ickym e Zahir, avrei potuto trionfare.

    Edited by Tiziel - 17/5/2016, 17:32
     
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  5. Ickym
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    La nebbia si diradó lentamente, come se fosse spinta da una brezza assente, fantasma.
    Ickym vide un lich poco lontano, e Zahir gli era di fronte. Poi notó anche Mitar, anche lui, non molto lontano e vicino a lui una creatura foglia degli incubi peggiori che un uomo possa avere.
    Solo allora Ickym notò che I cadaveri che fino a prima erano rimasti a terra, si stavano rialzando, portando con se nuovi ospiti.
    CITAZIONE
    "Ickym, Zahir, bruciate i loro corpi, è il solo modo per rallentarli"

    "E sia" Ickym inspiró piú aria che poté, per poi aprire le fauci e soffiare fuoco su tutti i cadaveri che aveva intorno, generando un piccolo incendio, il cui combustibile erano i cadaveri che, lentamente, si accasciarono mentre venivano liquefatti dal fuoco.
    CITAZIONE
    "Abbattiamo quella cosa ed andiamocene da qui!"

    Quest'ultima frase portó l'attenzione di Ickym verso Mitar, che stava indicando il lich di fianco alla carcassa dell'obbrobrio ucciso. Notò in quel momento altri di quei incubi muoversi verso di loro, il pensiero di doverne affrontare uno non era il massimo, ma cosí tanti, lo fece star male per un momento.
    Una risata di trionfo da parte di Lesath lo riportò alla realtà.
    Ignorò la felicità del simpaticone, e si fiondó ad ali spiegate verso il lich, ed essendo ancora ricoperto di fiamme, lasció dietro di se una scia composta da fiamme che si estinguevano subito e fumo.
    Prima uccidevano quella cosa, e prima se ne andavano.
     
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  6. Darkfederik[DF]
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    Ero ancora paralizzato dalla paura, il mio corpo si rifiutava di collaborare, il terrore che quegli occhi riuscivano a instaurare in me avevano abbassato di molto la mia lucidità.
    Senza preavviso il lich con un veloce movimento del braccio scagliò verso di me la falce attaccata alla catena che per pochi centimetri non mi divise in due se non avessi effettuato un dash all'ultimo secondo per schivare, non ci fu neanche bisogno di effettuarne un altro per avvicinarmi che il lich si era lanciato dove la falce si era impiantata a terra riavvolgendo la catena e mi era a fianco mentre mi ingaggiava a viso aperto con enormi spazzate con la falce in mano costringendomi a schivare all'indietro, un tentativo di bloccare un attacco con le mie spade sarebbe stato di sicuro insufficiente per bloccare tale forza, arrivato all'angolo dove non potevo più schivare risrotolò parte della falce ed effettuò una lunga spazzata con la catena cercai di deviare l'attacco con una raffica di vento localizzato ma era troppo tardi la catena mi colpi in pieno petto scaraventandomi a terra diversi metri più in là. il lich sembrava sorridere, in quel volto insistente lui ghignava mentre con la falce strisciante a terra si avvicinava per darmi il colpo di grazia, non rendendosi conto di Ickym che lo stava raggiungendo da dietro come un treno...
     
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    Mentre l'acciaio fendeva la carne, uno dei miei compagni fu in pericolo, per un gesto troppo avventato.

    I non-morti e gli abomini incombevano su di noi.
    Sentivo già le loro fredde e morte dita sulla mia pelliccia mentre li scacciavo a colpi d'ascia e d'artigli.
    Una delle blasfemie mi colse impreparato, scagliandomi all'interno di una delle abitazioni.

    Mi preparavo a tornare alla carica, poi notai i polverosi barili di liquido infiammabile che ornavano quel luogo.
    Feci roltolare gli scricchiolanti contenitori sui miei nemici, aprendo dei fori sulle loro superfici in modo da riversare sulle strade il liquido in esso contenuto.

    Il fetore era insopportabile per le mie sensibili narici lupesche. Fui costretto comunque a seguire lo spostamento dei barili per attrarre i non-morti dove desideravo.
    Dovevo far si di creare un muro di fuoco, in modo da allontanare le creature fino all'uccisione del lich.

    Riprodussi le mie sembianze col potere delle ombre in 2 costrutti, da adoperare come esche. I redivivi come cani col bastone, stupidamente li inseguivano.
    Questo mi diede modo di frantumare molti barili rimasti intatti con rapidi fendenti d'ascia lanciata dalla potente catena.

    Rapidamente afferai l'ultima lanterna che illuminava quel tratto di strada, in modo da frantumarla sul liquido dandogli fuoco.
    Una scia di furenti fiamme ci circondò, bruciando la pelle e le interiora dei nostri avversari.

    Mi scagliai sguainando le zanne con la catena dell'ascia salmente legata al mio braccio contro il lich, che rispose alla mia offensiva facendo roteare la possente arma di cui era munito.
    I nostri armamenti scintillavano in un confronto fisico che poteva avere un solo vincitore.

    Ulali alla luna richiamando i miei poteri di Berserker. Sentivo le vene nei muscoli pulsare, la mia lingua bramava il sapore del sangue, ringhiavo ferocemente contro il lich mentre Ickym si preparava a colpire.

    Cercai di spezzare la sua guardia sfruttando fino in fondo tutta la mia rinnovata potenza. Le scheggie di vetro che avevo in corpo dopo l'essere gettato in quel'abitazione, mi causavano un dolore che mi fece ringhiare e combattere con più ardore.

    La tenebra prese forma, catene striscianti come serpenti stritolavano il lich, in modo da piegarlo e renderlo inoffensivo causandone così la totale distruzione da parte dei nostri poteri combinati.

    Indietreggiai rapidamente terminando il confronto fisico e sbilanciando la creatura.
    ORA!
    Urlai, incitando ad un attacco combinato mentre mi preparavo a tartassare nuovamente il lich di bruti colpi d'ascia.
    Ed allo stesso tempo il muro di fuoco alle nostre spalle si indeboliva.
     
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  8. Ickym
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    Ickym estinse le fiamme che lo ricoprivano perché stavano consumando troppa energia magica, e gli serviva quell'energia, ora piú che mai.
    "Devo ancora capire se sei folle o stupido, dato che ti dirigi verso la tua morte"
    "Si chiama onore. Chi combatte al mio fianco, é colui per cui vale la pena morire se necessario, ma tu non puoi capire. Comunque non preoccuparti, non ti lascerò libero tanto presto..."
    "Piccolo stupido umano..."
    Ickym interruppe le parole di Lesath urlando : "Zahir! Togliti di lí!"

    Senza rallentare minimamente il suo volo Ickym si schiantó di peso contro il lich, facendolo barcollare per un momento. L'impatto fece perdere il controllo a Ickym, che rimbalzó per terra, atterrando violentemente sul pietrisco che componeva la strada, e rotolando un paio di volte prima di fermarsi.
    Stordito Ickym, vide il lich girarsi verso di lui, per poi venire attaccato da Mitar. Il licantropo stava combatendo ferocemente, distraendo il lich dai suoi compagni.
    Barcollando Ickym si alzò, ruggendo per una fitta di dolore all'ala destra. Osservó l'ala, che era piegata in modo innaturale.
    Strinse i denti e tiró il braccio dell'ala finché, con un sonoro schiocco, ritornò nella sua posizione naturale.
    "Dobbiamo trovare il suo punto debole" pensó Ickym.
    CITAZIONE
    "ORA!"

    urló Mitar dopo aver sbilanciato nuovamente il lich.
    Dato che non sembrava molto vulnerabile al fuoco, Ickym corse verso di lui, saltandogli addosso, e arrampicandosi su di lui, e raggiungendo rapidamente l'elmo. Solo allora notó le rune, e le conosceva. Il problema era che gli serviva tempo per decifrarle, ma forse gli avrebbero rivelato il suo punto debole.
    Valeva la pena tentare...
     
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  9. Darkfederik[DF]
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    Ero ancora in stato confusionale, la faccia a terra e un incredibile mal di testa e all'addome
    CITAZIONE
    "Zahir! Togliti di lí!"

    io ero ancora a terra che cercavo di rimettermi in piedi e riusci a distinguere solo una grande massa offuscata che si schiantava contro il lich, successivamente riuscì a rimettermi in piedi anche se ancora in stato confusionario mentre Mitar ingaggiava una furiosa battaglia con la bestia.
    CITAZIONE
    Ora!

    L'urlo di Mitar mi fece rinvenire, vidi Ickym saltare addosso al lich arrampicandosi su di esso, "E' troppo potente, qua serve un altra soluzione o ne daremo fuori. Vorrei aiutare ma non so cosa fare..." rividì il volto della creatura incappucciata gli occhi erano ancora più accesi di prima, sembrava che di tutto ciò che gli stava venendo contro non se ne preoccupasse minimamente, quegli occhi mi paralizzarono di nuovo ero succube della sua malvagità.
    Poco dopo il lich reagì, in pochi secondi si liberò dalle catene magiche che lo bloccavano e cercava di liberarsi di Ickym nella sua schiena.
     
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    Ickym era intento ad attaccare il lich mirando alla sua testa. Ma quello che stava eseguendo più che un attacco mi pareva un tentativo d'abbraccio. Perché non infiammava quegli artigli e lacerava le carni del demone in un travolgente impeto di fuoco e fiamme?
    Zahir non si muoveva, era completamente inerme. Che sia stato un incantesimo o la paura non mi interessava. Le nostre vite erano in pericolo, doveva trovare il coraggio di reagire. Non potevo morire così futilmente in quella città maledetta che portava il nome di Klenrung.

    Il nostro comune avversario si stava liberando dalla prigionia a cui lo avevo costretto. Per quanti potenti fossero le catene non riuscivano a trattenere una simile mostruosità.

    Mi preparavo ad investire il Lich con tutta la tempra che avevo in corpo, quand'egli spezzò le mie catene.
    Non indietreggiai. Più furioso che mai azzannai lo scheletrico braccio del demone, che nel dimenarsi mi sbatté addosso la possente catena.
    L'afferrai con l'artiglio corazzato nel mentre che il lich tentava di fendermi con l'arma. Ribattei con un colpo della mia ascia, tirando a me la creatura usando la catena che avevo afferrato.
    Una selva dei miei fendenti investì la creatura che roteava la potente arma per contrastarli.

    Notando un varco nella sua guardia riposi rapidamente la scure sulla mia schiena, facendo tuonare sul torace del lich una serie di pugni carichi d'ira.Volevo vederlo sputare sangue!

    I colpi lo investirono anche sul volto e sulle spalle, ma non si piegava. La resistenza di quel demone era impressionante, sembrava veramente invincibile. Ma Mitar l'esiliato non si piega difronte a nessuno!

    La sua mano afferrò il mio braccio corazzato. Fuochi spettrali, come fossero stati evocati dal regno dei morti bruciavano nel suo sguardo. Venni travolto da qualcosa che potevo solo associare ad un impulso cinetico. Nell'essere sbattuto via per poco non frantumai un muro.

    Ululai ancora più forte tornando alla carica affiancato dai miei duplicati. Procedemmo rapidamente attorno al demone, balzandogli da un fianco all'altro per confonderlo.
    Si voltava a destra a sinistra, guardava in su in giù. Sembrava un cucciolo smarrito, un cucciolo armato di falce che non esitava ad agitare per scacciare le ombre che tentavano di assaltarlo.
     
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  11. Ickym
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    Appena il lich si liberò dalla stretta delle catene di Mitar cercò di afferrare Ickym, ma venne subito investito dalla furia del licantropo.
    Nel frattempo Ickym tentava di leggere le rune.
    "E stai un po' fermo stupido bestione!"
    Se l'armatura del lich fosse stata di metallo avrebbe potuto tranquillamente trapassarla con i suoi artigli, ma l'ossidiana era ben altro materiale.
    Ickym era un po meravigliato della precisione e dalla cura con cui, chiunque avesse creato quell'armatura, aveva lavorato quel materiale inusuale.
    Continuò a leggere le rune ma gira e rigira, ripetevano sempre la stessa cosa :"La fiamma della vita che illumina il buio... La fiamma della vita che illumina il buio...

    Mitar prese a pugni il bestione, alcuni dei forti colpi arrivarono fino alla testa, poco distante da Ickym.
    Alla fine il lich riuscì ad afferrare Mitar e a spedirlo contro un muro li vicino.
    "Devo sbrigarmi! La fiamma della vita che illumina il buio, che diamine sta a significare?!? La fiamma della vita che illumina il buio..."
    In lontananza altri cadaveri avvanzarono verso il gruppo, seguiti dagli abomini. L'incendio iniziato da Mitar si era ormai estinto, e nulla ora bloccava i mostri dall'avanzare verso i vivi. C'è n'erano troppi per pensare di affrontarli. Dovevano chiudere la cosa qui ed allontanarsi il più velocemente possibile.
    Mentre Mitar stava attaccando di nuovo insieme alle sue copie, il lich si dimenò per tentare di difendersi. Ickym si strinse al capo del bestione per non cadere. Fu quando il lich, mentre si dimenava, mostrò la lanterna ad Ickym che quest'ultimo ebbe l'illuminazione.

    Con fare sicuro, Ickym si issò sulla spalla, per poi raggiungere la mano dove teneva la lanterna. Si aggrappò saldamente al braccio e rese incandescenti i suoi artigli, e tagliò l'anello metallico che teneva la lanterna salda nella mano del lich.
    La creatura se ne accorse.
    Ickym si lasciò cadere tempestivamente, quando vide gli occhi infuocati del lich posarsi su di lui.
    Infatti il bestione con una mano si diresse per prendere la lanterna, mentre con uno strattone spostò il braccio dove si trovava Ickym.
    Fu troppo lento, Ickym cadendo afferrò la lanterna per poi atterrare sulle sue zampe. Con gli artigli ancora incandescenti distrusse rapidamente il vetro della lanterna e poi colpì la fredda fiamma azzurra che li giaceva.

    Una risata, disperata e pazzoide uscì dalle fauci di Ickym, mentre la fiamma si affievoliva sempre di più, e allo stesso tempo, il lich barcollava urlando. Il suo urlo era raschiante e gutturale, e segnava sofferenza.
    Come il corpo della creatura toccò per terra, la fiamma si ingrandì in un'istante trasformandosi in un'esplosione, che avviluppò Ickym, il lich, e tutta la sezione di strada dove si trovavano i due. Dall'esplosione centinaia, forse migliaia di urla diverse riempirono l'aria, mentre le anime di altrettante creature lasciavano questa terra, finalmente libere da quella prigionia.
    Dopo che le fiamme si dissiparono, i morti che prima si dirigevano verso il combattimento caddero a terra, iniziano a decomporsi a ritmi molto veloci, finchè non rimase altro che poltiglia di loro. Gli incubi però non fecero lo stesso, semplicemente rallentarono la loro "corsa", ma non si fermarono.

    Un piccolo cratere si era formato dove c'era la lanterna, le case li vicino erano crollate o pericolanti, il lich era stato spostato, seppur di poco, dalla violenza dell'esplosione. Di Ickym nessuna traccia.
    Un essere, dalla forma indefinita data la distanza e dall'aura azzurrina attraversò il cielo, passando davanti alla luna, per poi sparire nella notte.
    Al suo passaggio un sibilio cupo e cavernoso riempì l'aria...

    Edited by Ickym - 20/5/2016, 13:00
     
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  12. Darkfederik[DF]
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    L'esplosione fu quasi istantanea, feci appena in tempo a coprirmi dietro un muretto, le grida mi gelarono il sangue ma non appena mi rialzai per controllare la situazione rimasi stupito...
    Ickym era sparito nel nulla mentre del lich era rimasta la carcassa e nel luogo del contatto con la lanterna un cratere mentre intorno c'erano segni di bruciatura un po' ovunque, la nebbia era svanita nel nulla e la luna era di nuovo visibile nel cielo.
    "Tutto ok?"mi rivolsi a Mitar mentre esaminavano i segni delle bruciature.
    Poco dopo una leggera brezza mi sfiorò dall'alto, mi rivolsi alla luna scorgendo appena un'ombra passarci attraverso, non ci feci caso.
    "Ickym?"..."Beh forse è il caso di trovare un'uscita da qui, non è più divertente" feci un altro passo e una forte fitta all'addome mi fece tentennare, cercai di mascherarlo, ma con scarsi risultati mi appoggiai ad un muro con una mano e poi mi lasciai cadere sedendomi a terra, aprii la borsa a tracolla e poi presi delle bende e iniziai ad applicarmele, nel frattempo la mia piccola lucertola alata mi raggiunse e iniziò ad arrampicarsi fino alla spalla,"Kuku? Anche tu qui è..." Kuku mi fissó qualche secondo con fare spensierato"Lui? Ah tranquillo è amico..."
     
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    Il folle gesto di Ickym rischiò di ucciderci tutti e tre.
    All'inizio non ne compresi il motivo, poi il velo di ignoranza che mi copriva la mente venne sollevato.
    Capendo di essere in grave pericolo balzai su uno dei tetti, per restare al riparo dietro quest'ultimo in direzione opposta all'esplosione.
    Le fiamme azzurre illuminarono il profondo buio della notte, per poi disperdersi nel nulla. Era davvero finita?

    Le mie possenti gambe , nello scendere dal tetto sfondarono qualche tegola.
    Osservai la zona. L'enorme voragine sul pavimento era stata di certo causata dall'azzurrina esplosione. Ickym non era li presente, temevo fosse stato distrutto.
    Con una malinconia che celavo in una maschera di indifferenza risposi a Zahir.
    Non dovremmo preoccuparci di noi stessi. Un valoroso forse è cad-
    Smisi di rispondere a Zahir nel notare l'ombra passare difronte alla luna. Non ero sicuro che fosse Ickym, le sue dimensioni non erano sufficienti a generare una simile ombreggiatura. Però non vi era traccia dei suoi resti carbonizzati.

    Non avevo dimestichezza con la razza dei dragoni, ma la mancanza di resti era una prova inconfutabile. Ickym era salvo, quella notte nessun caduto sarebbe stato pianto.

    Stavo per annuire all'affermazione di Zahir, e la mia lingua venne fermata dal notare la sua evidente stanchezza. Ed io che speravo di andarmene sgominando gli abomini a colpi d'ascia con il suo aiuto.
    Fiutai la curiosa creatura che uscì dalla sua borsa, contenente il sufficiente per medicarsi.
    Mi definì amico, e ne fui lusingato. Avevo trovato qualcuno di cui fidarmi, ed anche da proteggere viste le sue attuali condizioni.

    Il muro di fiamme che avevo creato si era ormai estinto, lasciando agli abomini la piena libertà di venire a spolpare le nostre ossa.
    Le mie ossa scricchiolavano, ed i muscoli urlavano per l'estrema fatica derivante dalla furente battaglia.
    Optai per la fuga, non vedevo altre possibili soluzioni.
    Finirai di medicarti al sicuro sui tetti. Le mie ombre li distrarranno
    Dal mio corpo tentacoli di tenebra fuoriuscirono, presero forma, la mia forma. Ruggendo in un modo che solo io potevo eguagliare e surclassare, i miei cloni si prepararono a procedere.
    Guidati dalla mia mente lupesca, confusero le stupide creature dandomi il tempo di afferrare Zahir per trasportarlo sui tetti dove saremmo stati al sicuro. Poi mi sarei cimentato nella ricerca di Ickym, se fosse stato ancora presente in quella città maledetta...
     
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  14. Ickym
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    Un campo illuminato dal sole circondava Ickym. Si guardò attorno per poi accorgersi di essere di nuovo umano.
    Con stupore si osservò le mani, rosee e "normali". Improvvisamente cominciò a piovere violentemente : lampi, tuoni e fulmini riempirono il cielo. Mentre osservava le nuvole, un drago enorme uscì da esse. Ickym non fece in tempi a vederlo bene, ma vide chiaramente i suoi occhi, feroci, sprezzanti e sanguinari. L'ultima cosa che vide furono le fauci del mostro.
    Poi il nulla, buio completo.
    Lentamente Ickym aprì gli occhi. Aveva la vista annebbiata e gli fischiavano le orecchie. Era immerso nel buio, tranne per alcuni fasci di luce che penetravano dall'alto.
    A poco a poco, la vista gli tornò più chiara insieme all'udito. Tramite le fievoli luci, vide che delle macerie e dei calcinacci lo circondavano. Una grossa trave gli impediva di muoversi, normalmente sarebbe riuscito ad alzarla, o almeno a spostarla, ma non era quello il caso, perché si sentiva troppo debole.

    Sentì delle voci, ma non capì ciò che stavano dicendo. Tentò di chiamare aiuto, ma invece delle parole, dalla sua gola sgorgò solo un misero rantolo misto a sangue. Il tipico gusto del fluido vitale gli si diffuse in bocca. Ne sputò un grumo per terra, vedendo per la prima volta in che stato era ridotto: alcune scaglie frantumate, altre perse, altre incrinate, anche alcune delle placche che ricoprivano il torace erano crepate.
    I vestiti erano un po laceri, ed in alcuni punti sporchi di rosso.
    Altro sangue, raccoltosi in una piccola pozza sotto di Ickym, sgorgava da delle ferite formatesi dove le scaglie erano state tolte dall'esplosione.
    Dove sono Zahir e Mitar? Che siano morti? Feriti? Che lo avessero abbandonato? Infondo poteva essere già morto...

    "Non voglio morire" pensò mentre da una posizione sdraiata tentava di mettersi a sedere. Non ci riuscì. Prese un pezzo di legno da un cumulo di macerie li vicino, causando un piccolo crollo, che gli face piovere addosso polvere e un paio di calcinacci. Sembrava abbastanza robusto, quindi tentò di fare leva per alzare la trave.
    "Non devo morire" pensò mentre, a denti stretti tentava di fare forza con il pezzo di legno. Quest'ultimo pensiero gli diede l'energia necessaria per alzare la trave. Per un momento sembrò funzionare, poi il pezzo di legno si spaccò con uno schiocco e la trave cadde un pelo più in basso. Un tonfo ne conseguì, ed ora Ickym era messo peggio di prima, perché la trave ora gli schiacciava l'addome, rendendogli difficile respirare.

    Lesath era divertito dal giovane, e Ickym questo lo percepiva.
    "Arrenditi, non c'è via d'uscita..."
    "Non morirò, non ti preoccupare. non tornerai mai libero"
    "Vienimelo a dire tra un po di tempo, quando quei pezzi di carne la fuori ti raggiungeranno"
    Gli abomini! S'è n'era completamente dimenticato!
    In quel momento l'oscurità attorno a lui sembrò farsi più pesante. Sarebbe morto lì, in una città maledetta, fatto a pezzi da degli incubi viventi? Poi Lesath si sarebbe liberato tramite la sua morte, e avrebbe iniziato a portare caos anche in quella regione.
    "Perdonami fratello, perché ho fallito..." penso tristemente.
     
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  15. Darkfederik[DF]
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    Finii il bendaggio sul tetto, mi diede il tempo di osservare le macerie intorno a noi, le case nei dintorni dell'esplosione erano in parte crollate e il vento si infilava tra una pietra e l'altra, sentivo le correnti insinuarsi tra i fori nelle macerie e percipii un punto in cui un muro e parte del tetto era crollato ma sembrava che la sotto fosse rimasta una buona parte vuota dove le pietre non si erano insinuate, "Ickym non può essere andato lontano, non ne avrebbe avuto il tempo"
    Poco dopo qualche pietra si mosse"Mitar, li sotto" controllai che i non morti fossero ancora lontani, a fatica mi rialzai in piedi e scesi verso le macerie "kuku, vai" mandai la piccola lucertola all'interno di un foro in avanscoperta e poco dopo questa risbucó fuori gracchiando "È qua! Mitar tiralo fuori da lí", grossi massi troppo pesanti per me bloccavano il passaggio, nel frattempo peró le creature si stavano lentamente avvicinando"Le tengo lontane io da qua, ce la faccio... ero deciso a riscattarmi presi una delle torcie che illumimavano la strada e subito mi diressi dal primo degli abomini che si era staccato dal gruppo lo spaventai con la torcia per poi trafiggerlo da parte a parte con la spada egli rimase inerme e non si rialzó più...
     
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77 replies since 10/5/2016, 17:53   919 views
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