La notte dei folli

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    Mitar prima role


    Il mio esilio mi portò a viaggiare sempre più lontano, così lontano che alle mie pelose orecchie giunse notizia di una città di cui avevo sentito parlare in passato. Klenrung.
    I viaggiatori la descrivevano come un luogo maledetto. Non considerai mai queste storie più di una favola per spaventare i cuccioli. Dicevano che solo un pazzo ci si sarebbe recato. In quel momento dovevo proprio esserlo divenuto, non so perché mi addentai in quella città.
    Era notte, e la luna , una dea per la mia razza, osservava attentamente le mie gesta, e quelle di tutta kengard.
    Il territorio che circondava la città non sembrava particolarmente ostile, cosa c'è di male nelle verdi pianure?
    Forse solamente le creature che la abitano...
    Voletti restare occultato fra gli alberi per un po' prima di entrare in città, osservando attentamente quello che succedeva. Non ero proprio il tipo di creatura che si vorrebbe incontrare.
    I miei occhi di sangue non riuscivano a vedere nessuno, e non era per il buio. In quanto licantropo la notte è come il giorno per me, ma non vedevo nessuno.
    Decisi di varcare la soglia della città, e fui pervaso da una strana sensazione.
    Sentivo come se qualcuno mi stesse osservano, ma solamente gli spettri sembrano abitare quella città. E ritengo, siano un nemico da temere.
    Attizzai il fiuto e l'udito nella speranza di avvertire qualcosa, ma non vi era nulla ad eccezione dello sterco degli animali selvatici e del suono delle civette.
    La situazione mi insospettiva leggermente, rendendo la mia zampa artigliata fremente di bagnarsi nel sangue di qualcuno. Ma dovevo trattenermi, non potevo dimostrarmi ostile.
    Essere temuti è bene, ma crea anche molti nemici. E nella situazione in cui mi trovavo speravo vivamente di non crearmi nuove nemesi di cui curarmi.
    Avanzai nella città desolata, tenendo l'altra zampa pronta a srotolare la catena liberando nei venti della notte i fendenti della mia ascia, se c'è ne sarebbe stato bisogno.
    Mentre mi addentavo sempre di più in quelle spettrali costruzioni, capì che l'anatema che aveva colpito quel luogo, era ben più di una semplice favola.

    Edited by Tiziel - 17/5/2016, 18:01
     
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  2. Ickym
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    Ickym prima role

    "Finalmente, dei segni di civiltà" pensò Ickym.
    La sua ricerca l'aveva portato su quell'isola estranea. Nonostante si fosse addentrato per parecchi chilometri nell'entroterra, non aveva ancora trovato nulla che segnasse il passaggio dell'uomo, o di qualsiasi altra creatura che non fosse un'animale.
    Almeno fino ad allora.
    La vasta pianura era illuminata dalla luna, dato che quella notte non c'era benchè minima nuvola.
    Dall'alto dove era, si scorgevano i tetti delle case costruite sulla pietra e alcune fievoli luci.
    Si spinse quasi fino al limitare della piccola città per poi atterrare silenziosamente. L'unica cosa che spezzava il silenzio della notte, era il fievole rumore dell'acqua che scorre. Richiuse le grandi ali, per dare un'occhiata intorno.
    Ickym notò che alcuni edifici si mostravano più trasandati di altri, quasi fatiscenti, ma tutti avevano un minimo stato di degrado.
    Una sostenuta brezza continuava a soffiare, nulla di troppo forte, ma abbastanza da muovere le fronde di alcuni alberi li vicino.
    "Curioso" Non sapeva se la città fosse abbandonata, eppure c'erano delle luci accese qua e la.
    Si mise il cappuccio bianco, lungo abbastanza da coprirgli gli occhi, e s'incamminò nella città guardingo: voleva trovare un luogo dove acquisire informazioni.
    C'era qualcosa della città sconosciuta che lo inquietava, ma non avrebbe saputo dire cosa.
    "Che c'è cucciolo? Hai paura?" Le parole di scherno di Lesath risuonarono nella mente di Ickym.
    "Oh, non iniziare tu, che non mi sei di alcuna utilità in questo momento".
    Evidentemente Lesath non aveva voglia di continuare a stuzzicare Ickym, perchè lo lasciò in pace, a camminare solitario nelle vie della città.
     
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  3. Ickym
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    Tiziel, hai saltato Darkfederik, rispetta i turni per please
     
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    errore mio, credevo che per ora non sarebbe intervenuto
     
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  5. Ickym
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    aah oki ^.=.^ Tra poco dovrebbe arrivare la sua risposta.
     
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  6. Darkfederik[DF]
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    Zahir prima role

    "Fallito" facevo il conto della situazione "di nuovo..."
    La luna era alta nel cielo e riusciva ad illuminare la terra come solo lei sa fare"Scappato..."pensavo, davanti a me ero finalmente giunto alle porte della città spenta"di nuovo..." mi volto sulla soglia della città e scruto l'orizzonte per controllare di non essere più seguito"questa volta non volevano proprio lasciarmi andare"un altra rapina andata male che mi aveva costretto a scappare lontano, stranamente sembrava che avessero rinunciato all'inseguimento non appena la sagoma della città era comparsa all'orizzonte.
    Una volta assicuratomi della mia sola presenza mi rivoltai verso il lungo vicolo che si insinuava all'interno della silenziosa città, non si sentiva nulla, solo lo scorrere in lontananza dell'acqua e il flebile suono del vento tra le strutture di roccia delle case"questo si che è un silenzio innaturale, staranno solo dormendo."
    per qualche secondo una brezza più significativa si fece avanti venendomi incontro e facendo muovere i miei capelli e la mia maglia con più decisione, poco prima di muovere il primo passo all'interno del vicolo per sentirlo riecheggiare con decisione intorno a me

    Edited by Darkfederik[DF] - 12/5/2016, 10:33
     
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    Continuavo a spingermi sempre più in profondità pur non trovando nulla.
    D'un tratto il mio fiuto scattò, avvertì l'odore tipico emanato dall'uomo. Una sagoma mi corse davanti agli occhi correndo ad incredibile velocità.
    Lo udivo respirare pesantemente, come se avesse corso per molte miglia.
    Balzai verso di lui in modo da sbarrargli la strada, così che potesse illuminarmi riguardo a quella misteriosa città fantasma
    Mi scusi, avrei delle doma-
    Mi fermai non appena vidi il suo volto, era qualcosa di agghiacciante.
    Come se fosse sceso all'inferno per poi risalire, completamente impazzito.
    All'inizio pensai che dipendesse dal mio approccio nei suoi confronti, ma le sue parole smentirono il mio pensiero
    L... loro ... sono ovunque... loro ci osservano. Non possiamo scappare, possiamo solo morire.
    Lo afferrai per un braccio non appena vidi che tentava di fuggire.
    Loro chi? Cosa c'è in questa città che la rende tanto temuta?
    Fu senza dubbio il modo sbagliato di approcciarsi, l'uomo non faceva altro che agitarsi tentando di fuggire.
    Scappa, prima che loro ti trovino, prima che tu divenga una preda.
    Il viso dell'uomo si congelò, non muoveva più le palpebre, non respirava ne espirava. Completamente paralizzato.
    Gli lasciai il braccio ed egli corse via lanciando un urlo che fece svegliare gli uccelli, i quali volarono via.
    Cosa aveva mai visto mi chiedevo.
    Istintivamente, pensando che qualunque cosa fosse era pronto a porre fine alla mia esistenza, estrassi l'ascia che fendette l'aria.
    Ma non vi era nulla, nessuna blasfemia che potesse scatenare una simile follia, come io avevo contrariamente immaginato.
    Sapevo che qualunque cosa ci fosse in quella città aspettava solo di sgozzarmi.

    Decisi di sfruttare le mie capacità ricoprendomi col potere buio, divenendo impercettibile a coloro che si affidavano solamente alla vista.
    Ma il timore di essere attaccato non fu l'unica ragione che mi portò a rendermi invisibile. Un uomo che scappa via urlando ed un Tefzar in armato d'ascia proprio nel punto da cui fuggiva. Chiunque mi avrebbe incolpato di avere attentato alla sua vita.

    C'era qualcosa di strano, nessuno accorse in quel momento. Eppure la città brulicava di luci che dissipavano le ombre portate dalla notte.
    Mi piegai sulle gambe facendo pulsare le mie vene per poi compiere un balzo verso i tetti, aggrappandomi con la zampa corazzata ad un appiglio, per poi terminare la scalata portandomi sulla cima del palazzo.
    Non vedevo ancora nessuno, solamente le ombre della notte.

    Ad un certo punto avvertì un puzzo immane, come di carne in decomposizione.
    Seguí il mio olfatto, e venni condotto ad uno spettacolo orribile.

    Un corpo morto per strada, con migliaia di vermi che si agiravano per le interiore del malcapitato mentre le mosche gli ricoprivano il volto, con ancora impressa l'espressione della paura più pura.

    Mi allontanai dal cadavre e richiamai a me il potere delle ombre generando una perfetta copia del mio corpo fisico, dopodiché balzai nuovamente sui tetti in modo da poter osservare lo sviluppo della situazione.

    La mia illusione era una preda in bella vista, il terrore sui volti di quegli uomini era stato generato da qualcosa che sicuramente era strisciato via dall'inferno per venire a tormentare i mortali.
    Sapevo che in qualche modo la causa del terrore era consapevole della mia presenza, ed avrebbe di certo tentato di fare sprofondare nell'oblio anche la mia mente, per questo non volevo farmi cogliere impreparato alla sua venuta.
     
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  8. Ickym
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    La brezza si fece più sostenuta, e con essa un'odore di morte e putrefazione si sparse nell'aria.
    Se l'odore non era abbastanza per allertare Ickym, l'urlo che seguì lo fu sicuramente. Degli uccelli si alzarono in volo spaventati tale fu la sua forza.
    "Qualcosa sta succedendo qui"
    "E' arrivato capitano ovvio in città!" disse Lesath
    "Non è il momento!" rispose Ickym
    Ickym seguì l'odore che lo guidò verso un'altra strada.
    Un'altro odore si era aggiunto, ma Ickym non lo riconobbe: non lo aveva mai percepito fin'ora.
    Si mosse con cautela ma senza essere troppo lento.
    Trovò il punto dove il puzzo diventava più forte, talmente forte da coprire l'odore estraneo.
    Davanti a lui, quel che sembrava un licantropo era intento a guardare un cadavere per terra. La pelliccia grigia-nera era sporca di sangue.
    D'istinto Ickym sguainò la spada corta e si nascose in una piccola zona d'obra non illuminata, sotto ad una tettoia..
    Muscoloso, armato, corazza scarsa, una preda facile... Per me, lascia che ti aiuti. Lesath s'intomise di nuovo
    Ickym scosse la testa ignorandolo. Per qualche motivo la sua presenza si stava facendo invadente ogni momento di più.
    Dalla tettoia sporse solamente parte della testa per dare un'occhiata. "Non lo ha ucciso lui, il cadavere è già in putrefazione, e il sangue su di lui sembra abbastanza vecchio."
    E allora? Non ti sembra che questa strada voglia bere un po' di sangue fresco?
    Di nuovo Ickym lo ignorò, uscendo dallo scoperto e con tono calmo disse: 'Sera, saprebbe dirmi cosa è successo qui?.
    Si avvicinò alla scena, ma si mantenne a debita distanza dal licantropo, e con la spada ancora in mano. Dopotutto anche lui era armato, e per quanto innocente gli sembrasse, prevenire è meglio che curare.
    Avvicinarsi gli permise di notare molte cose: prima di tutto, il fatto che la povera anima a terra stava venendo divorata dai dei vermi, e poi la sua faccia terrorizzata. Non era un buon segno.

    Spostò lo sguardo sul licantropo notando le borse e i teschi attaccati alla stessa cintura delle borse.
    "Ottimo, di bene in meglio".

    Edited by Ickym - 13/5/2016, 08:50
     
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  9. Darkfederik[DF]
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    Ormai procedevo da un po' all'interno della città sembrava come congelata tale era la desolazione che si poteva percepire attraverso ciò che mi circondava, una strana senzazione quasi un bisogno di voltarsi per essere sicuri di non essere seguiti mi pervade, ne avevo sentito parlare tempo prima in qualche bar di città da degli sconosciuti le avevano anche dato un nome, la chiamavano tunnel-fobia, pare sia molto comune ahi minatori nelle gallerie, specialmente senza un'illuminazione adeguata, finivi per sentirti come se una presenza incombesse alle tue spalle. Di tanto in tanto, la sensazione si acutizzava a tal punto da sentirsi addirittura lo sguardo di qualcuno sulla nuca, non c'era modo di immaginare a chi o cosa appartenesse, certe volte quell'impressione era talmente oppressiva da diventare impossibile da sopportare: ma a voltarsi di scatto verso l'oscurità, si scopriva sempre che non c'era proprio nulla... il silenzio... il vuoto... era tutto tranquillo. Forse. Ovviamente quando il malcapitato si voltava a fissare l'oscurità il buio lo attaccava dall'altra parte, costringendolo a girarsi di nuovo nella direzione opposta e via così all'infinito fino a impazzire. Ora quella sensazione si stava impadronendo della mia psiche quasi a volerla plagiare quando un grido raccappricciante e il successivo fuggi fuggi di alcuni uccelli non strappó quel silenzio assordante appena oltre una fila di case sulla destra, sguainai le spade uncinate e con un balzo saltai incima a uno dei tetti delle case che si affacciavano verso la direzione da cui le grida erano soppraggiunte davanti a me a qualche decina di metri una sagoma si ergeva su un corpo inanimato a terra

    scusate ho risposto solo ora per esigenze di studio arretrato dell'ultimo minuto ^^'
     
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    La mia illusione venne avvicinata da una creatura come non ne avevo mai viste.
    Le sporgenti corna e le grandi ali, lasciavano intendere che non fosse umano.
    Pensai che potesse essere una creatura draconica ,ma la sua postura era quella umana, e le sue dimensioni erano nulla paragonate a quelle di un dragone.

    Avvolte durante la notte, i miei occhi venivano privilegiati col poter ammirare il volo fra le nubi di quelle creature.

    Dal tono della sua voce sembrava non bramare il sangue. Buono a sapersi, avrei evitato di macchiare ancora il mio manto.

    Non volevo svelarmi a lui, così defisi di scendere silenziosamente dal detto su cui mi ero appostato. Silenzioso come un detestabile felino, balzai via dal detto per attarare esattamente dietro alla mia illussione.
    No, dovrai rivolgere questa domanda a qualcun'altro. Sulla reputazione di questo luogo maledetto posso offrire solo vecchie favole per spaventare i bambini.
    Mentre parlavo badavo bene di manipolare la mia copia perché muovesse la bocca.

    Non era sicuro dare fiducia al primo essere dal tono calmo che si incontrava, mai.

    Purtroppo la mia copertura era destinata ad una fine crudele.

    Il morto divorato dai verdi ebbe un impulso, che fece muovere leggermente il suo braccio appoggiato sullo stomaco.
    All'inizio pensai che fosse opera di qualche creatura intenta a divorare l'interno del defunto, cercando qualcosa di cui i vermi non si fossero già nutriti.

    Ma poi il cadavre si alzó tentando di azzanare la mia spalla, o per meglio dire. Quella della mia illussione, che sfumó via, rivelando la tenebra di cui era composta.

    Istintivamente estrassi l'ascia e fendentti il capo dell'uomo, facendolo rotolare via.
    Dopo quest'azione rivelai anche il mio vero corpo, che fino a poco fa era coperto dalle ombre.

    Non volevo allarmare il dragone riguardo ad una presenza fantasma nel mio corpo, anche se... sembravamo circondati dagli spettri
    Forse fra questi morti-viventi, troverai qualcuno che possa dissipare le tue domande
    Gli dissi accenando ad un sorriso, mentre mi guardavo intorno. Temevo fortemente per la mia incolumità. Se vi erano altre creature come quella , allora non avrebbero attesso per mettere i denti sulle nostre carni.
    Non avevo mai affrontato nulla del genere, e qualsiasi cosa fosse... speravo fosse vulnerabile al freddo acciaio della mia ascia.

    Quel morto-vivente era la certezza assoluta, che le storia con cui tentavano di spaventare i più giovani, non erano solo frutto di fantasia. O almeno quelle sul fatto che quel luogo fosse maledetto.

    In tutta la città si cominciarono ad udire sibili vari, non ci voleva un genio per capire che eramo mosche finite in una tela di ragno.
    Ed il ragno di stava avvicinando.

    Non notai ai miei piedi, perché troppo occupato a guardarmi intorno, che la testa decapitata stava lentamente rotolando verso le sue sfoglie.

    Edited by Tiziel - 16/5/2016, 20:21
     
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  11. Ickym
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    CITAZIONE
    No, dovrai rivolgere questa domanda a qualcun'altro. Sulla reputazione di questo luogo maledetto posso offrire solo vecchie favole per spaventare i bambini.

    rispose il licantropo.
    Ickym stava per rispondere, quando notó che il cadavere si stava... movendo?
    "No, non é possibile devo essermelo sognato".
    Come per fare dispetto a queste parole, il cadavere si alzò e morse la figura davanti a Ickym, che al posto di soffrire o comunque di reagire al contatto col mostro, si dissipó nell'aria.
    Ickym afferrò di scatto uno dei coltelli da lancio dalla tasca sulla spalla, e stava per lanciarlo quando la testa del cadavere rotoló per terra, e lo stesso licantropo di prima riapparí con l'ascia in mano.
    "Interessante"
    "Già, rende tutto più avvincente"
    "Smettila! non verso sangue senza un motivo ben preciso"
    CITAZIONE
    Forse fra questi morti-viventi, troverai qualcuno che possa dissipare le tue domande

    Mentre il licantropo diceva questo, Ickym notó che la testa stava rotolando verso il cadavere.
    "Tu forse... io faccio come mi pare"
    Senza volerlo il suo braccio si mosse, volto a lanciare il coltello, ma verso il licantropo.
    Lesath stava agendo al posto suo, ma Ickym riuscí a deviare il colpo all'ultimo momento, direzionando il coltello verso la testa e inchiodandola al terreno, tale la forza con cui aveva lanciato il coltello.
    "Ti conviene rimanere morto" disse Ickym con tono rabbioso, frase volta sopratutto a Lesath, ma anche al cadavere.
    Con un po di fiatone per la tensione del momento Ickym aggiunse per tentare di sviare l'attenzione dall'accaduto: "Perdonami, ma dovevo essere sicuro che non si movesse più. Ma dove sono le mie maniere? Mi chiamo Ickym, e lei é?"
    Non dava mai del tu ad uno sconosciuto, colpa della sua educazione.
    Inoltre distratto com'era da quel turbinio di azioni, Ickym fallí nel notare i sibilii che cominciavano a strisciare fuori dalle strade, come se appartenessero ad esseri che stavano nelle fondamenta stesse della città.
     
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  12. Darkfederik[DF]
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    Stavo per avvicinarmi e presentarmi alla figura che appariva come un licantropo in parte coperto da una armatura e con un ascia dalle particolari incisioni
    CITAZIONE
    quando il corpo in putrefazione disteso davanti a lui si alzò e morse la figura davanti a me, che al posto di soffrire o comunque di reagire al contatto col mostro, si dissipó nell'aria.

    solo allora Zahir notó la presenza di un ulteriore partecipante, uno pseudo drago antropomorfo intento a scagliare un coltello da lancio
    CITAZIONE
    quando la testa del cadavere rotoló per terra, e lo stesso licantropo di prima riapparí con l'ascia in mano.

    Rinfoderai le spade e saltai giù dal tetto della casa avvicinandomi intento a chiedere informazioni sull'accaduto "che diavoleria è mai questa?" noncurante dell'aggressività con cui il licantropo aveva tranciato la testa dell'anonimo attentatore e la forza con cui l'antropomorfo aveva impalato a terra il cranio con un coltello da lancio...
     
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    Il dragone notò il muoversi della testa, e la impalò prima che potesse ricongiungersi col corpo.

    Dal suo modo alquanto forbito di parlare sembrava avere ricevuto una buona educazione. Cercai di rispondere in maniera forbita, evitando di sbavare ad ogni parola come mi era naturale.
    Ickym, io sono Mitar, Mitar l'esiliato
    Non appena terminai di rispondere un secondo individuo balzo davanti a me.

    Era un uomo, ed anche lui era all'ignoto di cosa accadesse in quella città.
    Sembrava che nessuno sapesse nulla, la cosa mi irritava
    Qual'è il tuo nome?
    Domandai all'uomo castano, qualora mi sarei dovuto rivolgere a lui tanto valeva conoscerne il nome, senza usare vari epiteti.

    Cominciai a credere che fosse il caso di raccontare ai 2, delle reputazione che aveva la città.
    Sarebbe stato meglio che fossere informati. Se le storie che avevo udito erano vere, mi sarebbe servito tutto l'aiuto possibile per salvarmi la pelliccia.

    Spalacai le zanne e ringhiai leggermente. L'idea di venire ammazzato a poco dall'inizio del mio viaggio mi rendeva nervoso.
    Ascoltate, ho udito storie su questa cittadina, il suo nome è Klenrung. I racconti che mi sono arrivati alle orecchie parlavano di gente che spariva senza lasciare traccia, come se quando varcassero queste tetre mura ... finissero all'inferno senza via d'uscita.
    Alcune, parlavo di un mostro, un demone per precisare.

    Mentre parlavo i sibili si fecero sempre più forti, come se qualcosa si stesse avvicinando.
    Cominciai ad avvertire un leggero tanfo, simile a quello del cadavere che avevo abbattuto
    Ma non dobbiamo preoccuparcene. Se le sue armi sono solo vecchi cadavrei in decomposizione, possiamo sopravvivere .
    Il mio tono mutò, divenne molto più basso. Ringhiai più fortemente, al pensiero di quello che avrei dovuto affrontare.
    Si dice che vi siano delle creature in questo luogo, tanto blasfeme , da far impazzire un uomo con il solo sguardo ...
    Il sibilio si fece più forte. Le forze che governavano quel luogo erano sempre più vicine.
    La città era grande, e di sicuro abitata da parecchi esseri oscuri. Che probabilmente ignoravano l'esistenza l'uno dell'altro.

    Sperai che non si trattasse degli orrori viventi di cui avevo sentito parlare.
    Se così fosse stato, la mia mente non avrebbe retto di guardare una simile mostruosità.
     
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  14. Ickym
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    CITAZIONE
    "Ickym, io sono Mitar, Mitar l'esiliato"

    Ickym stava per rispondere a Mitar quando un terzo personaggio piombò nella strada dall'alto.
    CITAZIONE
    "Che diavoleria è mai questa?"

    esordì lo sconosciuto. Era vestito in maniera semplice: maglia larga un po rovinata, pantaloni corti, un borsa in tela... se non fosse per le spade dalla forma curiosa che porta sulla schiena si direbbe che stia per andare in vacanza.
    CITAZIONE
    Qual'è il tuo nome?

    Chiese Mitar. Ickym percepì un po' di astio nella domanda.
    Il licantropo ringhiò per un momento prima di spiegare che quella città era maledetta : infestata da un demone, e parte della sua popolazione scomparsa del nulla.
    "Quella Klenrung?" Disse Lesath divertito.
    "Cosa ti diverte così tanto?"
    "Semplicemente il fatto che tu da questa città non uscirai vivo, ed io sarò finalmente libero" e dopo questa frase si mise a ridere. Una risata che esprimeva odio e felicità allo stesso tempo.
    Ickym si girò per guardarsi intorno : adesso i sibilii erano chiaramente udibili. Mentre Miltar continuava a spiegare :
    CITAZIONE
    "Ma non dobbiamo preoccuparcene. Se le sue armi sono solo vecchi cadaveri in decomposizione, possiamo sopravvivere"

    . Il licantropo ringhiò un attimo per poi concludere
    CITAZIONE
    "Si dice che vi siano delle creature in questo luogo, tanto blasfeme , da far impazzire un uomo con il solo sguardo ..."

    Una nebbia leggera cominciò ad avvicinarsi. Dei tentacoli di nebbia precedevano la massa più grande, dove delle figure, coperte fino ai fianchi dalla nebbia, avanzavano al ritmo dettato dalla nebbia.
    Ickym si girò da una parte all'altra della strada sguainando la spada corta dal fodero sulla schiena: ne stavano avanzando da entrambi i lati, forse una decina, o forse di più, sembravano umani dalla forma, ma aveva ormai imparato che in quella notte c'era da fidarsi poco degli occhi.
    Un odore di marciume e di vecchio pervase talmente tanto l'aria, da coprire ogni altro odore.
    Il cranio del morto, ancora inchiodato a terra dal coltello cominciò ad emettere un rantolo appena udibile, ma che diventava via via più chiaro è coinciso.
    "E' colpa vostra..." diceva in ripetizione. Poco dopo anche le figure nella nebbia che camminavano verso il trio cominciarono a dire la stessa cosa.
    "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra..." "E' colpa vostra!"
    Ormai c'era una cacofonia formata da sibilii ed urla.
    Tu sai cosa sta succedendo?!
    Forse, ma farebbe differenza? Sei cibo per vermi comunque, heheheh.
     
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  15. Darkfederik[DF]
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    CITAZIONE
    Qual'è il tuo nome?

    "Il mio nome... è davvero importante... dico lo avevate chiesto anche a lui prima di ridurlo così?chiesi noncurante della sfacciataggine che avevo usato "Anche se a giudicare dal tanfo che emana il nostro amico qui a terra non mi sembra avesse molta voglia di chiaccherare..." osservando meglio il corpo decapitato mi ero reso conto che era ad uno stadio avanzato di decomposizione"Zahir comunque..."
    La successiva spiegazione del licantropo fù abbastanza esaustiva, mentre intorno a noi la nebbia stava lentamente e inesorabilmente avanzando verso di noi,
    CITAZIONE
    dove delle figure, coperte fino ai fianchi dalla nebbia, avanzavano al ritmo dettato dalla nebbia.

    lentamente sguainavo le spade mentre cercavo di ascoltare ciò che le figure stavano rantolando a bassa voce
    CITAZIONE
    "E' colpa vostra..." diceva in ripetizione. Poco dopo anche le figure nella nebbia che camminavano verso il trio cominciarono a dire la stessa cosa.
    "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra!" "E' colpa vostra..." "E' colpa vostra!

    "scherzavo, sono proprio dei chiacchieroni!", la nebbia continuava ad avvicinarsi "E' ora di dissipare ogni ostacolo" tesi le braccia una verso la nebbia di destra e una verso quella di sinistra e sparai forti getti di aria verso le due mura di nebbia che però dopo essere retrocesse di qualche metro velocemente lo recuperavano come decidessero deliberatamente di non lasciarsi in dietro"questo si che è strano...", era chiaro che quella nebbia non fosse semplice vapore nell'aria, sembrava quasi più viva e cosciente che inanimata, ormai ne eravamo circondati e le figure erano a meno di una decina di metri, decisi di fare la prima mossa Io prendo questi! e mi lanciai verso le figure scomparendo in fretta nella nebbia come se questa mi avesse inghiottito e perdendo velocemente le tracce dei compagni dietro di me
     
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