La notte dei folli

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    Cavaliere Affatto Nobile

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    L'animeletto di Zahir ci era stato d'aiuto. Fra la polvedere delle macerie il mio olfatto non riusciva a localizzare il punto esatto in cui era caduto Ickym, io stesso dubitato che fosse ancora presente a Klengurd.

    Avrei voluto aiutare Zahir a combattere quelle repellenti creature prestandogli l'aiuto dei miei cloni d'ombra , ma essi sono privi di volontà. Senza di me a governati sarebbero stati inutili.

    Impugnai la pesante ascia e colpì le macerie con tutta la forza che avevo in corpo. La pietra si scheggiava per poi andare in mezzi, riducendo si in macerie più piccole che potevo facilmente spostare con le zampe.
    Ad ogni colpo il mio sensibile naso veniva suscitato dalla polvere, ignoravo il bisogno di fermarmi per starnutire. Le polveri facevano bruciare anche il mio sguardo, che divenne più rosso del solito.
    Fu una carica in più. Gli occhi quasi lacrimanti per la polvere, il naso irritato, un colpo di tosse ogni tanto. Mi diedero la carica sufficiente a colpire più forte.

    Quando vidi che gran parte delle macerie avevano sviluppato crepe a sufficienza, riposi l'ascia per sbatterevi con furia il pugno corazzato.
    Ad ogni colpo tirato, un masso si sgretola va, aprendo pian piano un'enorme voragine sul tetto.
    Riuscì a vedere Ickym, era sfinito. Pensai che per l'enorme fatica dello scontro è l'esplosione ricevuta, non sarebbe stato capace di risalire sulle sue gambe
    Vengo a prenderti, cerca di non morire.
    Dissi sarcastucasticamente facendomi scappare un sorriso.

    Conficcai con forza l'ascia nel tetto, per poi lasciar scivolare la lunga catena nella fessura che avevo creato.
    Balzai all'interno dell'abitazione facendo tremare le pareti al mio atterraggio. Cadde più polvere a causa di quel salto che per i pugni che l'avevano preceduto.
    Sperai che l'ascia avesse retto il peso, anche temporaneamente.
    Carica i Ickym sulle spalle, per poi afferrare le catena e dondolare avanti e indietro in modo da prendere la spinta necessaria. Ad certo punto l'ascia venne trascinata dal peso dei nostri corpi, come avevo previsto.
    Affermi al volo la mia arma, per poi conficcarla in una roccia mentre ero ancora a mezz'aria. Da dove mi trovavo esegui un balzo che mi permise di penetrare i bordi del foro con la zampa corazzata.
    Attingendo a tutta la mia forza mi tirarmi su con l'aiuto di ascia ed artiglio. Sbavando per l'immensa fatica.

    Ripresi un attimo fiato, per poi controllare le condizioni di Ickym.
    Il mio secondo pensiero fu per Zahir, di sicuro stava ancora combattendo.
    Zahir, l'ho preso!
    Gli urlai, per poi impugnare l'ascia e ruggire di nuovo pronto allo scontro.
     
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  2. Ickym
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    Da uno dei fori da cui entrava della luce, entrò anche una piccola bestiolina.
    Ickym non riuscì a vedere bene cos'era dato che, a parte quando entrò, il resto del tempo non rimase alla luce.
    Chissà dove stava andando, cosa a cui venne data risposta subito quando la creatura uscì dallo stesso buco da cui era entrata.
    Altre voci, ancora distanti e indistinte, raggiunsero Ickym.
    Poi, dopo un breve silenzio, colpi violenti si abbatterono sulle pietre al di sopra di Ickym, colpi che scatenarono una pioggia di polvere e, per riparasi, Ickym tentò di coprirsi il volto come meglio potè.
    Lentamente, quello che poco fa era un semplice buco, divenne una piccola voragine, da cui spuntò il volto di Mitar.
    CITAZIONE
    "Vengo a prenderti, cerca di non morire".

    Ickym prese la frase come una battuta, e sorrise anche lui fievolmente insieme a Mitar.
    Il licantropo si lanciò nella voragine, per poi atterrare pesantemente vicino ad Ickym, scatenando nel processo un'altra pioggia di polvere, ancora più forte della precedente.
    Ickym tossì forte per un paio di volte, per poi venire tirato fuori dalla trave da Mitar, che poi lo caricò sulle spalle.
    Un'unica fitta di dolore attraversò il suo corpo martoriato, ma strinse i denti, doveva farlo.
    Mitar, agilmente riuscì ad arrampicarsi fino "all'entrata" per poi lasciare Ickym per terra.
    CITAZIONE
    "Zahir, l'ho preso!"

    Urlò. Con un ruggito impugnò di nuovo l'ascia, pronto a buttarsi nella mischia.
    Ickym era ancora stordito, e fece fatica ad alzarsi, tanto che ebbe bisogno di un muro per riuscirci. Notò all'ora che gli incubi erano terribilmente vicini, e che Zahir li stava tenendo a bada.
    Scosse la testa un paio di volte per schiarirsi le idee. S'impose di rimanere lucido, ma sopratutto di dare una mano. Non poteva lasciare il lavoro sporco tutto agli altri. Barcollando un po' si diresse verso i sacchi di carne davanti a lui. Si preparò poi per sputare fuoco, dato che in uno scontro diretto, sarebbe certamente perito.
     
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  3. Darkfederik[DF]
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    Quei mostri erano troppi per ognuno che uccidevo altri 2 uscivano dai vicoli a fianco, le mie spade erano ricoperte del particolare sangue nero pece delle creature ero riuscito a resistere a lungo fin tanto che Ickym fu salvo, il flebile fuoco della mia torcia faceva fatica a tenerli lontani mentre la spada li trapassava e li mutilava, la schiacciante maggioranza dei nemici si faveva sentire e inziavo a indietreggiare per fortuna Mitar aveva tirato fuori Ickym e si era fatto avanti per darmi una mano.

    Arrivavano tutti dalla stessa parte, Non si puó andare avanti così, dobbiamo ritirarci, Ickym riesci a fare qualcosa le creature si arrampicavano nelle pareti delle case avanzando, erano sempre di più, ad un certo punto uno degli esseri mi tolse la torcia dalle mani con un colpo e tutti in qualche istante divennero più aggressivi costringendomi a indietraggiare in fretta con qualche dash.

    I versi voraci delle creature erano sconcertanti "tutto questo non ha senso, bisogna trovare un riparo più sicuro" nel frattempo un'abominio si lanció verso di me compiendo un enorme balzo, incrociai le spade davanti a me e parai l'attacco per poi infilzarlo con le mezze lune "Sono stremato..."
     
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    Lanciadomi all'attacco delle grottesche creature formate da carne e viscere, non mi accorsi di quanto il mio gesto fosse disperato ed insensato.

    Per quante teste volassero, per quanti ne veniva imprigionati dalle mie catene, per quanti cuori il mio artiglio d'acciaio prendesse. Non li avrei mai battuti.

    In maniera avventanta, incurante di chi avrei colpito. Feci vorticare la mia ascia intorno a me.
    Lacerando viscere e budella, braccia e gambe.
    Continuavano a venire, sembravano eterni.

    Una blasfemia priva di occhi o arti, ma con decine di bocche. Mi attaccó.
    Le sue grottesche sembianze, unite ad una dimensione che surclassava quella dei suoi fratelli. Mi fece rabbricare a tal punto che l'ascia mi tremava in mano.

    Tentó di mordermi con le immense e blasfeme zanne, che si trovavano all'interno della sua bocca più grande. Gli bloccai la mascella facendo ricorso a tutta la mia forza.
    Vedere l'intero di quella creatura mi mandó nel panico. Impugnai l'ascia e mi ci tuffai dentro.

    Tenendo la mascella alzata con un braccio, per impedire di essere masticato. Con l'altro braccio stringevo la mia arma e laceravo gli interni della creatura.

    La udivo urlare agognante in un sibilio che il mondo mortale non avrebbe mai potuto riprodurre.

    Udii la proposta di Zahir, e mi trovai d'accordo con lui.
    Fuggiamo a sud della città, verso la foresta

    Creai altri 2 cloni, e li manipolai perchè rallentassero le blasfemie.
     
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  5. Ickym
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    "Uno... Due... Tre!"
    Una fiammata investì la creatura più vicina a Ickym, la quale si mosse verso di lui per un altro paio di secondi, per poi smettere di muoversi per sempre. La pella squagliata mostrava la carne viva sotto, e l'odore di carne bruciata riempiva l'aria.
    Ickym smise di sputare fiamme e riprese fiato.
    Talmente tanti erano i mostri che alcuni iniziarono a strisciare verso di loro tramite i muri delle case.
    Ognuno era più rivoltante dell'altro. La vista, unita all'odore che impregnava l'aria e alla stanchezza gli fece rivoltare lo stomaco ad Ickym. Per risolvere un po' il malessere Ickym sputò una piccola fiamma in aria, il che funzionò.
    Gli altri non se la passavano meglio a quanto pareva, ed infatti proposero entrambi di andarsene di li.
    "Concordo" disse Ickym con voce roca.
    Mitar creò 2 cloni che si diressero verso i mostri.
    Ickym aspettò alcuni secondi prima di sputare un'altra vampata di fiamme per spaventare i mostri che risposero con sibilii infastiditi e versi che non aveva mai sentito prima, dopodichè iniziò ad arretrare senza mai dare le spalle a quei cosi.
    Preferiva star male vedendoli che trovarseli alle spalle a fargli una sorpresa.
     
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  6. Darkfederik[DF]
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    Mentre Ickym li teneva impegnati mi girai facendo qualche rapida ispezione alla strada che stavamo percorrendo, i mostri sembravano provenire solo da Nord dove Mitar e Ickym stavano ingaggiando battaglia, la strada a sud era libera mentre dai vicoli a lato dei gorgogli non molto lontani si udivano, feci un enorme salto in alto per dare un occhiata a come appariva il tutto: la strada principale sul quale eravamo era ben illuminata con qualche torcia accesa qua e la mentre il resto della città almeno fin dove potevo vedere era al buio e in silenzio.

    Tornato a terra tentai di avanzare in uno dei vicoli appena dietro a Ickym e Mitar e dopo appena un paio di metri gli abomini avanzarono a gran velocità dalle tenebre scivolai sotto al primo che aveva delle zampe lunghe per aprire il suo ventre con l'uncino della spada e diedi un poderoso calcio al secondo usando il muro della casa che avevo a fianco e un dash col piede per acquisire energia facendolo cadere a terra da un lato e pugnalandolo successivamente, ma troppe altre creature stavano avanzando e mi ritirai di nuovo nella strada maestra.

    Mi diressi allora sull'altro lato della strada verso un'altra diramazione solo per venir interrotto dai mostri che già stavano avanzando dalla stradina e così via per tutti i vicoli che riuscivo a raggiungere, "E' una trappola! Ci stanno attirando da qualche parte su questa strada...".

    Ne con lo sguardo ne con il salto precedente riuscivo a vedere dove portasse la strada ma avevo un pessimo presentimento, speravo solo che quello che avremmo trovato non fosse tremendo come quello che stavamo vivendo.

    La luna nel frattempo aveva quasi compiuto il suo arco e mancavano poche ore all'alba...
     
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    Stavo facendo a pezzi le blasfeme creature, quando udii quello che aveva detto Zahir.
    Una trappola. Quei viscidi esseri fatti di carne avevano davvero un cervello tanto sviluppato da elaborare una trappola?

    Dovevo concludere lo scontro in fretta o uscire da quella città maledetta prima di essere sopraffatto.

    Non sembrava esserci nessuna via d'uscita.
    Scrutai meticolosamente l'ambiente senza trovare nulla.
    Vi erano solo torce accese e porte sbarrate.
    I corpi dei mostri avevano ricoperto ogni cosa. Erano come formiche in cerca di rifornimenti per sfamare la colonia.

    Ancora una volta ululai alla luna, che sembrava avere quasi terminato il suo ciclo, richiamando il potere del berserker.
    Quando lo feci raddoppiai il numero di vittime.

    L'ascia e l'artiglio corazzato laceravano le loro carni e spolpavano le loro ossa con una furia tale che non sarebbe mai potuta essere emulata.
    Mentre distruggevo quegli insulti alla vita notai un tombino in strada.

    Balzai nella direzione affettando qualsiasi cosa si mettesse sulla mia strada.
    Arrivai al tombino, e la puzza emanata dalle fogne della città era insopportabile.Specialmente per un licantropo come me.

    Sterco di topo e lerciume erano dappertutto. Non sopportavo di dovermici tuffare, ma per salvare la mia vita e quella degli altri, ero disposto a farlo.
    Qui dentro! Usiamo le fogne come fuga sotterranea per poi ritornare in superficie in un punto meno infestato.
    Urlai ai due, mentre facevo a pezzi le blasfemie per evitare che si avvicinassero.
     
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  8. Ickym
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    CITAZIONE
    "E' una trappola! Ci stanno attirando da qualche parte su questa strada...".

    "Ottimo ci mancava solo questa!" pensò Ickym. Erano davvero in grado di tendere una trappola? E per fare cosa? Se volevano ucciderli non gli servivano piani complicati, bastava che continuassero così e gli avrebbero sovraffatti
    Si era tenuto a debita distanza dagli abomini ma stavano diventando troppi per pensare di continuare così. Da quanto era impegnato a tenere lontani quei mostri, non si accorse che il sole era ormai prossimo a spuntare dall'orizzonte.
    Diede fuoco ad un'altra creatura, la quale si contorse stridendo, finchè rimase a terra immobile. Ne presero il posto altre 2 di quei mostri.

    CITAZIONE
    "Qui dentro! Usiamo le fogne come fuga sotterranea per poi ritornare in superficie in un punto meno infestato."

    La voce di Mitar fece notare a Ickym l'alba imminente, il che lo fece sentire ancora più stanco. Erano rimasti li a combattere delle ore, senza accorgersene. Goffamente si mosse verso le fogne.
    Prese una delle tante torce e si preparò a saltare dentro il tombino.
    Forza! Non abbiamo molto tempo!
    Fece gesto a Zahir di raggiungerli, in modo che se ne potessero andare da li
     
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  9. Darkfederik[DF]
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    Tra me e il tombino c'erano una ventina di metri, lanciai la torcia che avevo vicino a questo aprendo un varco tra i mostri e con un paio di dash raggiunsi il tombino, una delle creature ci si mise sopra intenta a impedirmene l'accesso e con un drop kick misto alla spinta dell'aria lo atterrai dandomi il via libera.

    Raccolsi la torcia, riosservai la luna "2 ore.. e speriamo che la luce del sole li faccia scappare" e mi infilai all'interno del tombino.

    Una volta all'interno cercai di fare luce con la torcia il tanfo sembrava non migliorare molto da quello esterno e per terra c'era una poltiglia strana e maleodorante.

    Nei tunnel ogni tot metri la leggera luce della luna filtrava attraverso i tombini, uno spaventoso verso delle creature rimbombó dietro di me proveniva dalla galleria alle mie spalle, non dovevano essere molto lontane "dobbiamo muoverci verso la galleria che va a sud e in fretta"mi incamminai sulla galleria verso sud "spero di avere ragione e che tutto questo finisca presto" nel mentre stringevo con una mano la pietra nella collana.
     
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    Aspettai che i miei compagni furono scesi nel tombino, prima di addentrarmici anch'io.
    Nel frattempo continuai a falciare a colpi d'ascia i fragili corpi degli abomini. Le loro budella erano ovunque.
    Il fetore emanato dai corpi morti di quelle creature blasfeme era così insopportabile che non appena ne ebbi l'opportunità mi tuffai nel tombino.

    Nello scendere feci attenzione a chiudere il tombino dietro di me, non volevo che quelle cose ci inseguissero. La puzza delle fogne era sufficiente.
    Ovunque mi voltassi vi erano solo topi e resti d'immondizia, che galleggiavano in quelle putride acque verdastre. Pensai che forse restare a combattere fino alla morte non era poi così male.
    Il fetore penetrò nelle mie sensibili narici, come un verme fa con una mela matura.

    Non appena toccai terra ringhiai ferocemente. Detestavo sentire il mio pelo bagnato, e quell'acqua così lercia d'immondizia e feci di topo, mi rendeva tanto furioso che avrei potuto uccidere la prima cosa che mi avrebbe fatto irritare ulteriormente solo per il gusto di farlo.
    Usciamo in fretta da qui...
    Dopo aver pronunciato quelle parole fissavo disgustato le mie zampe, mentre la bava colava dai miei denti.
    La mia furia era percepibile nell'aria. Agitavo l'ascia avanti ed indietro mentre camminavo lentamente seguendo con la coda dell'occhio la torcia di Zahir, continuando a fissare disgustato le mie zampe.
    Molto in fretta
     
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  11. Ickym
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    Ickym ghignò divertito appena toccò l'acqua della fogna. Chissà cosa stavano pensando i suoi genitori del suo stato... Ferito, sporco di sangue, polvere e qualsiasi altra schifezza ci fossero in quell'acqua.
    Si rivolse ai suoi genitori: "Stupidi damerini senza spina dorsale, avete visto che fine si fa non volersi sporcare le mani?".
    Ravviò la fiamma della torcia, con un piccolo soffio di fuoco, mentre Mitar chiudeva il tombino.
    Appena toccò l'acqua Mitar divenne visibilmente irritato, invece Zahir sembrava indifferente al fatto che stava camminando nel lerciume.
    Dietro di loro si sentivano alcuni versi degli abomini, ma poi svanirono dopo poco.
    Ickym si avviò dietro i compagni mentre camminavano lungo il tunnel. Per un po' camminarono nel silenzio: l'unico rumore che spezzava il silenzio erano i passi del trio nell'acqua.
    "Non mi piace..."
    "Non dovrebbe infatti"
    "Guarda, guarda chi si vede, cominciavo a preoccupamii che ti fossi perso nei meandri della mia mente."
    "Scellerato, la tua mossa ti è quasi costata la vita... Non ho mai visto nessuno agire tanto sconsideratamente.
    "Esatto. Quasi. E comunque che ti interessa? Non ci trai nessun svantaggio."
    "No infatti, ciò non toglie che è stata una mossa stupida, d'altronde cosa dovrei aspettarmi da un umano?"
    "Non capisco a cosa tu ti riferisca, io non sono umano
    Ickym ghignò di nuovo. Il suo ghignò durò poco, perché udì dei rumori dietro di se.
    Si girò di scatto, e vide che i mostri li avevano seguiti anche lì dentro.
    "Ah! C'ero quasi: distrarti è un po' troppo semplice"
    "CORRETE!" urlò Ickym, per poi innondare la caverna con una fiammata, arrostendo i mostri più vicini. Fortunatamente il tunnel era piccolo abbastanza da impedire a quei cosi di attaccare da più lati.
     
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  12. Darkfederik[DF]
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    Le fogne non mi davano problemi durante i mesi più bui ero stato in posti ben peggiori, una volta passai quasi una settimana su quello che pochi giorni prima era stato il fronte di una sanguinaria battaglia tra due eserciti.

    Non avevo idea di che popolo appartenessero e sinceramente non ne ho idea tutt'ora, la terra era ricoperta di cadaveri in putrefazione uno sopra all'altro e il sangue riempiva gli spazi vuoti trasformando il terreno in una enorme distesa rossa per chilometri e chilometri ero li per controllare 1 a 1 quei corpi dissacrati in cerca di qualcosa che valesse la pena rubare, di giorno il calore del sole faceva puzzare ancor di più le carcasse dei morti e di notte i voraci topi si cibavano di queste in un certo senso l'odore nelle fogne mi ricordava quel posto...

    CITAZIONE
    "Correte!"

    Non ci pensai due volte percepii le fiamme di Ickym divampare dietro di me e feci strada con la torcia attraverso il cunicolo, più avanzavo più l'odore di putrefazione si faceva pungente fino a quando non sboccammo in una zona delle fogne più grande, molto più grande, una vastissima stanza circolare di una 50 di metri di diametro con una enorme voragine nel mezzo che arrivava quasi fino alla pareti lasciando solo un metro mezzo per aggirarla e profonda... beh talmente profonda da non riuscire a vederne il fondo la torcia riusciva a illuminare solo una parte della fossa comune, perchè di questo si trattava centinaia forse migliaia di corpi ammassati e lamentosi di non morti che cercavano di uscirne.

    La riconobbi la puzza quella puzza di cadaveri e di sangue lasciati marcire, un brivido partito dalla schiena pervase il mio corpo facendomi rinvenire, notai delle sbarre di ferro dall'altra parte della stanza in fondo a delle scale che apparentemente davano all'esterno e attraverso il quale una piccola scala "umana" piano piano faceva uscire uno a uno un non morto alla volta dalle fessure praticamente divelte delle sbarre d'acciaio "La porta dall'altra parte! Presto!" invocai hai miei compagni e cedetti loro il passo, mentre dal basso i versi delle creature sembravano farsi più vicini, infatti le creature mostruose che ci stavano inseguendo si trovavano anche sotto di noi e stavano risalendo le pareti senza troppi problemi e a gran velocità
     
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    Mentre mi agitavo disgustato dal luogo in cui ero stato costretto a fuggire, udii l'avvertimento di Ickym.
    Maledezione! Credevo che nelle fogne non ci avrebbero seguiti, mi ero bagnato le zampe per nulla.
    Come se non bastasse il correre fra quelle pareti umide, su una strada fatta di d'acqua lercia. Faceva si che tutta quella putrida immondizia mi schizzasse anche sul torace e le braccia.
    Per lavare via il fetore mi sarei dovuto fare un bagno. Il solo pensiero era irritante, preferisco il mio puzzo di cane bagnato.

    Corsi mentre alle mie spalle le blasfeme creature venivano arrostiti dal fuoco Ickym.
    La carne bruciata, gli arti strappati via dalla morsa del calore. Uno spettacolo magnifico.
    Quanto sollazzo traevo da quella visione di morte, di certo abbastanza per distrarmi dal lercia che mi ricopriva il pelo.

    L'immensa sala circolare in cui giungemmo fu una temporanea visione di salvezza. Non appena scoprii che era infestata dai non morti pensai che non convenisse muoversi lateralmente, intorno ai bordi dell'enorme voragine.
    Guardai il tetto e notai vari appigli, probabilmente usati per la manutenzione. Decisi di tentare una follia.
    Impugnai l'ascia srotolando la lunga catena sulla mia schiena. Carica i muscoli delle gambe, sentivo le vene esplodere per la forte pressione che stavo facendo su di esse.
    Spicca un salto, che mi portó a qualche metro vicino al centro della sala circolare. Lancia l'ascia che si conficcó in uno degli appigli.
    Dondolandomi riuscii a portarmi all'altezza del tetto, ed a con ficcare in un appiglio l'artigianato corazzato.
    Diedi uno stratone all'ascia, che se non fosse stato per la catena sarebbe caduta nel vuoto.

    Dal punto in cui mi trovavo percepivo l'insopportabile fetore emanato da quella pozza arrugginita. Sentivo i non morti avanzare uno dopo l'altro.
    Dovevo affrontarli nuovamente, non potevo restare appollaiato in quella posizione fino alla scocciatura dei miei avversari.
    Tirai la lunga lingua fuori dalla bocca, per riprendere fiato. Respiravo affannosamente, sbavando sula pozz di cadaveri e leccandomi il muso ogni tanto.
    Afferra gli appigli uno dopo l'altro, per portarmi all'estramitá della voragine. Quando mi accorsi che non vi erano abbastanza appigli per raggiungere l'altra parte, conficcai nuovamente l'ascia in uno di quelli dietro di me, per poi lasciarmi cadere del vuoto.
    Fortunatamente l'ascia tenete il mio peso. Dondolandomi con la catena, per poi dare uno strattone ad essa, riportando l'ascia nel mio peloso artiglio, riuscii ad evitare di finire spiaccicato su una pozza di cadaveri.

    Ebbi il piacere di sfogare la mia collera per l'immondizia sul pelo sopra i non morti. Mozzai con colpi secchi le loro dita, strappai le teste da quei sudici colli in fase di decomposizione .
    L'azione più piacevole era conficcare gli artigli nei loro stomaci, ormai svuotati, per strappare la spina dorsale ed usarla come una fragile frusta.
    Richiamando i poteri oscuri, ne imprigionai parecchi nei luoghi da cui stavano sorgendo, grazie alle mie catene oscure.
    Continuai a far volare teste finché la via non fu libera.
     
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  14. Ickym
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    Ormai il tunnel era ostruito di cadaveri in fiamme, non ne sarebbero passati altri per di li, almeno finchè le fiamme sarebbero durate.
    CITAZIONE
    "La porta dall'altra parte! Presto!"

    A queste parole di Zahir, Ickym si girò per capire dove erano.
    Era una stanza circolare, di enormi dimensioni. Una voragine immensa al centro, con un camminamento laterale che la circondava. Nel camminamento passavano 4 fiumiciattoli, posti a mo di assi che scaricavano il lerciume delle fogne nella fossa.
    Il soffitto costruito a cupola aveva un piccola apertura al centro, unica fonte di luce della stanza.
    Non c'era nessuna sbarra di protezione per impedire di cadere dentro la voragine, ed a testimonianza di ciò, moltissimi cadaveri riempivano il buco.
    Unico problema: si muovevano, e li stavano raggiungendo.
    Fortunatamente, non tutti si erano accorti della loro presenza, ed alcuni erano fin troppo marci per poter pensare anche solo di muoversi. Alcuni abomini stavano salendo le pareti della voragine, ovviamente con un obbiettivo soltanto: uccidere.
    Allo stesso tempo i cadaveri, tramite una "scala umana" tentavano di uscire dal buco, e quelli che ci riuscivano imboccavano una galleria più piccola dei tunnel.
    Ickym era curioso di sapere quanto fondo fosse il buco, e di sapere quanti di quei cosi c'erano.
    Con un gorgoglio, sputò una sostanza viscosa che prese immediatamente fuoco. Bruciando, produceva una intensa luce giallo-bianca, che cadendo illuminava le pareti del pozzo.
    Ickym trattenne il respiro quando vide la marea di mostri che stava salendo.
    Non fermatevi! Abbiamo poco tempo! Urlò mentre correva verso la galleria, girando attorno il buco.
    Appena raggiunta l'apertura non cercò di uccidere i morti ma semplicemente scagliò i pochi che erano sul camminamento, giù nell'oblio tramite la lunga coda. Infine, sputò la stessa sostanza di prima, ma in questo caso continuò per un paio di secondi, proprio dove i non-morti si arrampicavano.
    Subito la sostanza iniziò a scivolare pian piano lungo la parete, bruciando e dando fuoco a qualunque essere fosse abbastanza vicino da toccarla. Con un ghigno soddisfatto Ickym, poi si mise vicino alla porta pronto a combattere se necessario, e a imboccarla appena i suoi compagni fossero arrivati.
     
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  15. Darkfederik[DF]
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    Stavo osservando meglio la stanza, la cupola, i mostri che ormai erano risaliti ed avevano occupato il camminamento, quelli che arrivavano dal tunnel alle mie spalle mi avrebbero assalito a momenti da ogni lato non rimaneva che un a cosa da tentare, mi piegai appoggiando un ginocchio e le mani a terra, qualche istante per concentrarsi per poi spiccare un enorme salto riuscendo a malapena a schivare la presa di una delle creature.

    Osservai l'enorme massa di corpi dall'alto passando sopra la testa di questi, sentivo l'aria sbattere addosso a me per poi riversarsi dietro di me seguendo la linea dei miei vestiti, i miei occhi sembravano accendersi nel buio che mi circondava, fu una questione di istanti ma dove il buco sulla cupola lasciava penetrare la fioca luce notai segni di bruciature sui corpi al di sotto di questa.

    Riuscii a malapena nel salto, con un atterraggio quasi fortuito di fianco a Ickym facendo un roll e scivolando a terra per un altro metro ma ero passato, subito mi alzai in piedi e con un getto d'aria rispedii al mittente la prima creatura risalita fino a noi, forse centinaia di creature stavano risalendo dalla fossa comune e si stavano rapidamente avvicinando a noi,"Aiuta Mitar!", mi rigirai e mi diressi a gran velocità su per le gradinate fino a un piccolo spiazzo con una scala di ferro e un tombino chiuso al di sopra feci saltare il tombino a decine di metri di altezza con i miei poteri e mi precipitai al di sopra senza pensarci due volte.

    Una volta uscito fui inondato da una sensazione di oppressione eravamo esattamente dove volevano che fossimo, dove volevano portarci fin dall'inizio, al termine della strada illuminata che avevo visto in precedenza, una piazza di enormi dimensioni vuota probabilmente il centro della città dal quale partivano tutte le vie principali della città compresa quella che attraversavamo prima, i loro occhi mi stavano osservando erano ovunque sui tetti, nei vicoli e nelle strade principali che davano sulla piazza immobili e in attesa dei miei compagni.

    Non sapevo da che parte voltarmi, stavo impazzendo, ma poi feci caso alla luce, non erano più delle torcie a illuminare la città ma il sole che lentamente stava sorgendo dietro i tetti delle case, in pochi minuti l'alba avrebbe fatto luce su ogni cosa e non rimaneva da vedere come queste creature avrebbero reagito ad essa, fino ad allora però bisognava resistere
     
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77 replies since 10/5/2016, 17:53   919 views
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