Fidati di me

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Furono momenti incredibili. trascorsero minuti di energia e di passione, come solo due draghi... nel senso più puro del termine... potevano fare.
    Una volta finito, Liya si era seduta a fissare la foresta in silenzio , apparentemente imbambolata, con lo sguardo perso nel vuoto.
    In realtà non era totalmente assente; i suoi sensi erano vigili, ma la sua mente vagava altrove.
    Troppi pensieri affollavano la sua testa, infiniti dubbi e infinite speranze, oscure reminescenze e potenti realtà.
    Erano anni che non succedeva, ma quel giorno un quarto di lacrima le rigò il muso scivolandole sul collo, fino alle zampe e aterra.
    Chinò la testa e osservò l'erba sottostante, come racchiudesse il più misterioso dei segreti, come se dovesse distogliere l'attenzione dall'orizzonte per non dover di nuovo percepito una lacrima farsi strada tra i suoi occhi.
    Non ricordava più quella sensazione, non ricordava cosa volesse dire. Troppi sentimenti, troppi intrecci... adesso aveva di nuovo qualcosa a cui teneva, qualcosa che poteva perdere.
    Qualcosa che poteva di nuovo diventare il suo più grande incubo, che qualcuno avrebbe potuto usare contro di lei. Perché quei ricordi, perché quei pensieri?
    non poteva lasciarsi sopraffare dai sentimenti.
    "Per oggi l'allenamento è finito" Disse a David, cercando il suo muso per poi accasciarsi di nuovo a terra, con tutta l'intenzione di dormirsela grossa.
    "Ieri ho vegliato sul tuo sonno, faresti la stessa cosa per me? Sono ormai notti che non dormo e credo di averne bisogno" ammise, ruotando la testa sulle zampe anteriori e accucciandosi come un lupo su se stessa.
     
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    Fu qualcosa di incredibile, potente, selvaggio, ed intenso. Aveva appena donato la sua verginità a Liya, e la cosa lo rese molto felice. Se qualcuno tanto tempo fa gli avesse detto che avrebbe avuto dei momenti così intensi con una dragonessa, e provato sentimenti tanto forti nei confronti di quest'ultima, non ci avrebbe mai creduto ed avrebbe pensato che quel qualcuno fosse pazzo. Diventare un drago era stata davvero la cosa migliore che potesse capitargli. Ed adesso, con sua grande gioia, lui e Liya si appartenevano l'un l'altro. Mentre lei se ne stava fissando il vuoto nella foresta, lui invece se ne stava sdraiato godendosi la freschezza e la carezza dell'erba sulle squame. Era stato veramente così appagante accoppiarsi con Liya, ed adesso erano finalmente liberi di amarsi l'un l'altro. Adesso, se avesse incontrato Ammet si chiese se avrebbe dovuto ringraziarlo o ucciderlo per quello che gli aveva fatto. Ma quelle erano cose a cui non voleva pensare per il momento. Ciò che veramente voleva ora era solo godersi i suoi momenti felici con la sua compagna. La compagna che lo aveva iniziato a questa sua nuova vita da drago.

    Quando lei chiese

    CITAZIONE
    "Ieri ho vegliato sul tuo sonno, faresti la stessa cosa per me? Sono ormai notti che non dormo e credo di averne bisogno"

    Lui rispose

    "Ma certo amore mio. Non ti preoccupare. Mi assicurerò io che tu riesca a dormire serena."

    Soltanto il meglio per la sua compagna. Sperò solo che la cosa che aveva avvertito prima non venisse a disturbarli proprio ora che lei stava dormendo. Ma, come lei era riuscita a vegliare sul suo sonno senza che nessuno lo svegliasse, anche lui si sarebbe impegnato con tutto se stesso per impedire che qualcuno svegliasse lei. Quello che voleva chiedergli glielo avrebbe chiesto domani, quando si sarebbe svegliata, nel momento più opportuno.
     
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    "Amore mio?" Disse, prima di assopirsi. "Poche smancerie da umano David, adesso sei un drago"
    Con ciò si addormentò con un po' di pace in più nel cuore, con le tristezze che si opacizzavano nel percepire quel drago così vicino.
    Sarebbe stata probabilmente lei a dover proteggere lui per un po', ma in quel momento era Liya a sentirsi al sicuro tramite la sua presenza. Ne ascoltò il respiro, i movimenti, il battito del cuore. Una fonte d'energia stabile, possente, come lei, eppure ancora un cucciolo a cui dover insegnare molto.
    Distese la coda e tra un respiro e l'altro scivolò in un mondo di sogni confusi, strani, lontani forse. Vedeva molte cose, sentiva altrettante cose, ma niente le era chiaro. Un lago, un cielo, due paia di ali... il vento, la notte... la foresta, la sabbia, il deserto... il sole, le stelle... un rivolo di sangue, scaglie ferite... cuore infranto, sagome lontane... cura degli squarci, leccare le ferite... le foglie, l'acqua, la luce... il buio...
    Segno forse che adesso in lei vi era confusione? Testimonianza della sua attuale dualità? Del dubbio che forse la attanagliava anche se in parte non voleva dargli ascolto?

    Quando si destò si era fatto scuro il cielo, quanto accidenti aveva dormito? Alzando la testa vide le prime stelle fare capolino dagli ultimi bagliori diurni, mentre le sue scaglie accoglievano una brezza fresca e rilassante. Quando mai si era svegliata così riposata in vita sua? Forse mai.
    Si alzò su tutti e quattro gli arti, sgranchendosi le zampe e stirando le ali e la coda fin dove possibile. Che sensazione di pace, era incredibile. Non le sembrava quasi vero, e il drago era lì ad attenderla.
    Ebbe un sussulto quando si accorse che la creatura che non doveva avvicinarsi invece non era più distante come prima, e subito lanciò un'occhiata a David; non pareva né ferito né turbato, quindi non era successo niente di particolare. Dubitava comunque che li stesse ignorando, perché non si faceva vedere? Sperava non avesse intenzioni ostili.
    "Ti sei accorto che qualcuno di molto potente si trova qui vicino?" Chiese a David, che ormai doveva averlo percepito. "Credo di sapere di cosa si tratta, ma se vuole disturbare spero per lui se ne stia alla larga"
    Sembrava strano, ma quella era l'unica creatura che anche lei poteva considerare minacciosa, che anche i draghi avrebbero dovuto temere. Perché si trovava ad Ahsnaeris...
    In ogni caso, anche se avrebbe dovuto combattere nulla sarebbe stato in grado di fermarla; adesso aveva qualcun'altro da proteggere.
     
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    "Amore mio? Poche smancerie da umano David, adesso sei un drago"

    Fu la risposta di Liya. Mentre la guardava addormentarsi la sua beneamata compagna. Mentre la guardava dormire pensò al fatto che probabilmente per stare con lei avrebbe dovuto cancellare la sua umanità probabilmente. Si chiese se sarebbe riuscito a farlo o se invece lei sarebbe riuscita ad accettare quella parte di lui. Quelli ovviamente erano i pensieri per il futuro. Ora voleva solo godersi il presente. Ed il presente era che lui amava lei e lei amava lui. Questo era il punto. Passarono ore, ed il sole tramontò facendosi notte. Durante quel periodo David rifletté su quanto gli era accaduto questi giorni a causa della sua decisione di fidarsi di Ammet. Decisione che aveva cambiato la sua vita per sempre. Era diventato un drago, era finito in un nuovo continente, aveva ottenuto un nuovo potere, anche se era ancora al minimo di quanto poteva raggiungere, ed aveva oltre ogni più rose aspettativa, trovato perfino l'amore arrivando perfino ad accoppiarsi con lei. Si chiese se avrebbe rifatto le stesse scelte se fosse tornato indietro avrebbe rifatto le stesse scelte sapendo in anticipo cosa sarebbe successo. Guardando la sua beneamata dragonessa che dormiva disse a se stesso di si. qualunque cosa ne valeva la pena solo per stare insieme a lei. Doveva per forza essere grato della sua trasformazione. Se avesse incontrato la sua compagna come umano probabilmente non si sarebbero mai innamorati. Quel corpo di drago che ora possedeva aveva rotto la barriera che li divideva.

    "Forse dovevo essere un drago fin dal giorno in cui sono nato, ed il destino ha provveduto a correggere questo errore."

    Pensò tra se e se. Quando Liya si svegliò, aveva un'aria così serena e rilassata. Ma poi qualcosa la turbò, e lui intuì subito che cosa fosse prima ancora che lei gli dicesse

    CITAZIONE
    "Ti sei accorto che qualcuno di molto potente si trova qui vicino? Credo di sapere di cosa si tratta, ma se vuole disturbare spero per lui se ne stia alla larga"

    E David su questo volle rispondere

    "Beh, si. Mi ero accorto che c'era qualcosa. Ma ho pensato semplicemente che se l'avessimo ignorata poi sarebbe andata via. Oltretutto non sono stato così stupido da andarle incontro per vedere cosa fosse. Pensi quindi che dovremmo prepararci ad affrontarla, oppure dovremmo provare ad andarcene finché possiamo? A me va bene in entrambi i casi."

    Ed aspettò quindi di sapere la risposta della sua compagna.

    Edited by l.pallad - 28/7/2016, 10:54
     
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    "Mai ingaggiare battaglia se non strettamente necessario" Rispose, senza neanche voltarsi.
    Doveva ammettere però che quella volta era indecisa, se si fosse avvicinato con intenzioni ostili sarebbe stato lui ad aggredire loro.
    Fuggire non era nel suo stile, ma aveva veramente voglia di mettere a repentaglio la vita di David per il suo orgoglio? Da quando il drago era entrato nella sua esistenza sembrava tutto così diverso, eppure era successo da un nulla di tempo.
    Doveva dire addio alla sua libertà? No, questo non l'avrebbe mai fatto, per nessuno al mondo. Tuttavia per il momento doveva badare al cucciolo e prendersi cura di lui, quando finalmente avrebbe spiccato il volo non ci sarebbero più stati doveri... solo piaceri.
    O almeno così sperava, se no gli avrebbe staccato la testa... in pieno stile mantide.

    Ma chi voleva prendere in giro: si era ridotta ad accoppiarsi con il primo venuto e a pensare di scappare di fronte ad una minaccia... pff, avrebbe sorriso del suo recente cambiamento se non fosse stata tesa ad ascoltare i movimenti della creatura.
    E la sentiva, eccola che si avvicinava. Ormai si trovava a pochi metri da loro, non c'era alcun dubbio che volesse raggiungerli.
    Alcune chiome sussultarono come mosse da una leggera folata di vento, mentre sfrecciava verso di loro, in planata in direzione del suolo verde brillante. Non si aspettava di vederne un altro, in tutta la sua vita, men che meno in una foresta.
    L'essere atterrò: il suo corpo era quello di un umano in parte, ma la metà superiore, dal torace in su, era perfettamente quella di un volatile. Muso d'aquila, becco rapace, due ali rosso scuro che si dispiegavano dalle sue spalle in un elegante manto piumato e due occhi fiammeggianti d'energia.
    Indossava solo un rudimentale indumento di seta bianca a coprirgli le nudità umane, niente più. Il suo piumaggio di fuoco pareva risplendere nonostante il crepuscolo e ciò ricordava l'incredibile meraviglia di un simile essere anche nelle ore notturne.
    "Niente sciocchezze drago..." Disse a David, a bassa voce.
    Quando quello si avvicinò di qualche passo Liya sollevò lo sguardo e si mosse a sua volta, sperando... cosa che non succedeva da anni... di non dover combattere. Era sempre stata propenza a gettarsi in ogni sfida, e adesso voleva evitare ad ogni costo lo scontro. Ma che le stava succedendo?
    Ci mancava solo che avesse paura, e avrebbe potuto completamente definirsi una rammollita professionale.
    Forse era proprio quello il punto: in realtà aveva paura, una leggera paura... forse infondata... e non rivolta a se stessa. Se era riuscita a provare di nuovo emozioni lo doveva a quello stupido drago.
    "Cosa ti porta qui?" Chiese la dragonessa al nuovo arrivato, drizzando la coda e facendosi più imponente con le spalle.
    "Calma le ostilità, mi chiedevo solo come sarebbe andata a finire tra di voi"
    Liya inspirò profondamente, per non dover scatenare una tempesta che lo avrebbe scagliato minimo a Knawr.
    "Ci stavi osservando?"
    "Siete così curiosi..." Rispose la creatura con un filo d'insolenza, la quale nonostante fosse ben più piccola di Liya apparisse altrettanto maestosa.
    Trovava strano che un essere metà umanoide potesse dotarsi di quell'inconsueto fascino, eppure l'alone d'energia che lo attorniava diceva abbastanza.
    "Cosa abbiamo di curioso" Continuò lei, senza staccargli gli occhi di dosso.
    "Non saprei, probabilmente ogni cosa che avete fatto da quando siete arrivati"
    Che razza di vista aveva quello... in effetti, se lui era in grado di individuare i loro movimenti da quella distanza, anche loro avrebbero dovuto vedere i suoi. Invece era stato tutto a senso unico.
    "Perché allora non te ne sei rimasto a guardarci da dove ti trovavi?"
    Lui incrociò le braccia al petto e inarcò leggermente la schiena, con aria di sufficenza.
    "So chi sei, il tuo sguardo è forse diverso da quello che ricordo ma senza dubbio sei tu... Liya della tempesta"
    Per un attimo restò confusa da quelle parole, ma non perse il controllo. Che ne sapeva lui del suo nome?
    "E con ciò?"
    "E con ciò, sembra che il caso non sia dalla tua parte... o forse non è il caso, forse sei tu ad aver spezzato troppe vite. Ovunque tu vada troverai qualcuno a cui hai causato disperazione"
     
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    Quando vide la creatura David si sentì sollevato di non essere stato trasformato in un essere così. Ma non volle dire nulla per non fargli impressione. Sarebbe di certo stato maleducato. Magari non aveva cattive intenzioni, anche se all'inizio poteva sembrare. Lyia parlò con lui, e nella conversazione spuntò fuori che lui li aveva spiati tutto il tempo ed aveva visto cosa stava andando tra di loro. Che li avesse visti anche mentre si accoppiavano? Si sentì infatti lusingato da quello che aveva detto sul fatto che tutto quello che avevano fatto da quando erano arrivati era curioso. Questo fece ridacchiare un po' lusingato David. Ma quando disse di conoscere Liya inizialmente David pensò che fosse un suo amico, o un amico di qualcuno che la conosceva. Insomma, probabilmente non c'era bisogno di combattere, ed il che fu un sollievo per David. Magari avrebbero anche potuto sedersi e fare quattro chiacchiere. Ma poi lui disse

    CITAZIONE
    "E con ciò, sembra che il caso non sia dalla tua parte... o forse non è il caso, forse sei tu ad aver spezzato troppe vite. Ovunque tu vada troverai qualcuno a cui hai causato disperazione"

    David non volle più essere escluso dalla conversazione. Era della sua compagna che stavano parlando. Non poteva starsene semplicemente zitto.

    Per cui chiese educatamente ed un po' confuso da quello che aveva detto

    "Mi scusi, ma di che cosa sta parlando? Io sono in questo continente solo da un paio di giorni, e quindi ci sono cose che ancora non capisco. Potrebbe spiegarmi meglio questa faccenda?"

    David sperava davvero di poter ancora risolvere tutto senza combattere. E se c'era qualche problema con la sua compagna, lo avrebbero affrontato insieme come creature civili.
     
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    A quelle parole, Liya capì.
    Capì e, a suo malgrado, ricordò. Poche erano le parole da spendere, la figura del garuda che le stava davanti diceva già tutto, fu estremamente facile riportare alla mente la sua famiglia e tutti gli altri.
    "Sto parlando..." disse la creatura, ora rivolta a David. "proprio della tua amichetta qui presente. Molte vite ho visto spezzarsi a causa sua, una di queste quella di mio padre, un'altra di mio fratello.... e per cosa, soltan..."
    "Ora basta" ruggì Liya, adesso adirata. Difficile capire con chi realmente fosse infuriata in quel momento, ma il suo sguardo aveva cominciato da un momento all'altro a trasudare disprezzo infinito.
    "Se sei qui per combattere fatti avanti, poche cerimonie!"
    "Non sono qui per dar battaglia, non sono come te. Anzi mi stupisce di trovarti così spensierata e felice, non ti tormentano tutte le voci che urlano di dolore la notte?"
    La dragonessa digrignò i denti e ringhiò qualcosa di incomprensibile, molto simile ad un sibilo misto a qualche parola confusa.
    "Allora... cosa sei venuto a fare" gli soffiò contro, mentre cercava ad ogni costo di mantenere la calma. C'era David con lei...
    "A dire il vero sono venuto per accertarmi che fossi tu e salutarti da vecchio amico, ma ora come ora mi verrebbe di consigliare al tuo... compagno... di stare attento. È risaputo che sei uno degli esseri più pericolosi in circolazione, e sei forse l'unica ad esporsi del tuo gruppo di pazzi. I tuoi degni compari restano nell'ombra, perché tu dai spettacolo? Non riesci proprio a non fare esibizionismo quando ne hai l'occasione? O sei soltanto così presuntuosa da pensare di poter fronteggiare il mondo intero?"
    Le zampe di Liya fremevano, non riusciva più a resistere a tutto ciò che stava udendo. Ma doveva controllarsi, c'era David con lei...
    "Una cosa sola mi chiedo. Perché quel giorno mi risparmiasti? Tu, che avevi fatto piazza pulita dei nostri genitori, hai lasciato vivere me e gli altri giovani. Non ci ritenevi degni di te forse? O il tuo fu un caritatevole atto di pietà: lasciarci soli e in balia di noi stessi per il resto della nostra vita?"
    Non era venuto lì per combattere, eppure le stava facendo più male di quanto ognuno dei suoi colpi avrebbe potuto fare.
    La voce di Liya si abbassò, il suo sguardo perse l'intensità della furia racchiusa nel suo cuore e il suo vigore scemò come non fosse mai venuto; lasciò al suo posto solo un'amara frustrazione, giunta così rapidamente da non darle il tempo di assorbire l'impatto.
    "Smettila..." disse, con poco più di un filo di voce.
    Il suo muso non mostrava cenni di debolezza o cedimento, eppure arduo era continuare a sostenere le membra sotto il peso di una verità che conosceva fin troppo bene.
    "Vedo che il tuo sguardo non si riempe di dolore... fino a che punto il tuo animo è insensibile?"
    La dragonessa sollevò il capo e, con uno sforzo che sarebbe andato oltre qualunque sua fatica fisica mai provata, cercò di rispondere:
    "Le mie lacrime non ti riguardano, non piangerò la morte dei tuoi compagni davanti a te, neanche se per causa mia loro non sono più parte di questo mondo"
    Il garuda tacque, mentre la curva delle sue labbra iniziava a contorcersi in qualcosa di assurdo; come se la sua interlocutrice fosse riuscita a stupirlo, ma in ogni modo lui volesse evitare di mostrarlo mascherandolo con un ghigno ancor più beffardo.
    "Non dai spazio ad alcun ripensamento dunque"
    "A nessuno, garuda dell'isola di Efest. Se ti ho risparmiato sappi... che l'ho fatto solo perché tu oggi potessi venire qui a ricordarmi ciò che ho provocato. Il tuo dolore non mi spaventa, perché ne vivo uno altrettanto intenzo. Adesso puoi andartene, se ciò che volevi era una mia risposta"
    Quello rimase impassibile, muovendo dolcemente le ali e facendo vibrare a tratti le piume fiammeggianti. Sembrava perso in qualche recondito pensiero, ma il suo viso era rivolto interamente a Liya in un feroce, intenzo e triste scambio di sguardi che mancava di un inizio e di una fine.
    "Così quindi pensi di liberarti dal tuo passato... bene, sarai tu a soffrirne, Liya delle tempeste.
    Ricorda drago..." continuò il garuda, di nuovo parlando con David. "quando verrai tradito, sappi che non tua è stata la colpa"
    Con queste parole l'essere si voltò, spiccò il volo e in pochi secondi si allontanò verso il cielo e gli alberi retrostanti, lasciando alle sue spalle una scia di desolazione che, probabilmente, voleva lasciare fin dall'inizio.
    Liya restò immobile, a fissare il vuoto, senza una parola da dire.
    Penso tu sappia cos'è un garuda, comunque se vuoi qualche informazione in più è presente anche nell'enciclopedia
     
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    David ascoltò sconvolto quello che il Garuda stava dicendo. Come poteva essere che la sua amata Liya avesse fatto quelle cose. Quando accennò che al fatto che era parte in un gruppo di pazzi, a David venne il dubbio che anche quelli per cui lei lavorava dovevano essere malvagi. E questo gli fece tirare un sospiro di sollievo per non aver accettato subito l'offerta. Ricordò poi che Liya stessa, quando gli aveva mostrato la sua cicatrice, gli aveva detto di aver fatto delle cose, anche se non era rientrata nei dettagli. Possibile che fosse sprofondata in abissi tanto oscuri? Continuò ad ascoltare tutto quello che dicevano sia il Garuda che Liya. E quando ebbero finito e lui se ne fu andato, la mente di David fu piena di dubbi. Possibile che la sua compagna non fosse quello che le era sembrata all'inizio? Possibile che un giorno sarebbe stata lei a tradirlo? Possibile che avesse fatto delle cose tanto orribili? Ora si che aveva bisogno di parlare con lei e sapere i dettagli di tutto.

    "Liya..."

    gli chiese con tono preoccupato

    "Che cosa è accaduto quel giorno? Cosa hai fatto in generale? Senti, sono sicuro che qualunque cosa sia successa troveremo una soluzione ed un modo per uscirne fuori. Sei la mia compagna, ed io voglio aiutarti. Ma devi spiegarmi cos'è successo prima di tutto. Altrimenti io non so cosa fare."

    Il drago era già sollevato che avessero evitato lo scontro col Garuda. Ma adesso aveva bisogno di parlare faccia a faccia, o, secondo un termine più da drago, muso a muso con lei se voleva aiutarla a redimersi da quello che era successo.
     
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    Uscirne fuori... soluzione...
    E come spiegarglielo. E come raccontargli tutto... e come non farlo, come non rivelargli ciò a cui andava incontro.
    Invece di fare qualsiasi cosa avrebbe potuto fare, David le propose di trovare una soluzione. Quale soluzione poteva mai esserci?
    non c'era niente che ne lui ne nessun'altro potesse fare, l'unica in grado di accettare ciò che aveva causato era lei stessa.
    Lui non c'entrava niente, eppure... era lì, al suo fianco, e gli doveva qualche spiegazione. Batté la coda a terra e con la cuspide in cima perforò il terreno con rabbia, mentre tutto il suo corpo cercava ad ogni modo di non lasciar riaffiorare la disperazione.
    Ci stava riuscendo, era vicina al dimenticare. Perché proprio adesso, perché proprio quando aveva trovato quel drago. Perché?
    Perché se lo meritava, sapeva di meritarselo. Lei non l'aveva risparmiato solo affinché qualcuno potesse ricordarle ciò che era stata, eppure in quella frase c'era davvero molto di un'affranta verità. Il gioco del destino aveva permesso quell'incontro nel momento più opportuno per ricordarle proprio quello che, in fondo, era giusto che ricordasse. Non era leale nei confronti delle sue vittime che lei dimenticasse, in fondo lo sapeva.
    Quanto avrebbe voluto tuttavia poterlo fare..
    L'aveva risparmiato anche perché, nonostante ciò che la spingeva, non era riuscita ad uccidere dei cuccioli. Si rese conto solo dopo che avrebbe fatto meglio a completare l'opera, e quel garuda ormai cresciuto glie l'aveva confermato.
    Liya voltò un paio di volte la testa, ma non raggiunse mai lo sguardo di David. Ridicolmente, adesso, aveva paura di lui. Del suo pensiero, dei dubbi che avrebbero potuto disperdersi nella sua mente. Ecco cosa significava provare spavento, non aveva dovuto impiegare poi molto tempo per capirlo. Erano bastate poche parole, pochi ricordi, e adesso temeva tanto di raccontare quanto di perdere qualcuno a cui, indissolubilmente, oramai voleva bene.
    Beffarda la viltà del fato... o forse aveva ragione il cucciolo, forse non era il fato. Sarebbe potuto giungere chiunque a ricordarglielo . Uno dei tanti a cui aveva causato dolore.
    "Mi dispiace..." ammise, muovendo qualche debole passo. "non... non dovresti sapere, non è giusto coinvolgerti..."
    Ma cos'altro poteva fare. Ormai l'aveva fatto entrare nella sua vita, come spiegargli che non doveva starle vicino se non voleva avere altri problemi?
    Aveva commesso un altro madornale errore. Si era lasciata andare. La spensieratezza di quel drago le aveva annichilito i pensieri, ed ora si ritrovava proprio nella situazione che avrebbe dovuto prevedere. Possibile però che dovesse avvenire così in fretta?
    Se glie l'avessero raccontato non ci avrebbe creduto che, in poco più di due giorni, fossero successe tutte quelle cose.
    Che importanza aveva adesso il poter rivelare alla nebbia un segreto incredibile sulla trasformazione del corpo? Che importanza aveva tutto ciò che poteva ancora offrire... se di nuovo aveva ferito qualcuno?
    -Aspettare che fossi vulnerabile per scagliarmi contro tutto... maledetto destino, hai proprio voluto farmela pagare-
    "Perdonami drago, non dovevo cedere alla tua purezza. Ma sei stato il primo individuo oltre quelli della nebbia, ormai la mia nuova famiglia, a volermi bene. Non dovevo cedere così facilmente... ti chiedo scusa"
    Quanto avrebbe voluto sparire, quanto avrebbe voluto finirla lì. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, ma pensava di avere la forza di affrontarlo.
    Il messaggero era giunto, portandole parole che conosceva perfettamente, ma che la spaventavano più di qualunque altra cosa, in grado di penetrare le sue scaglie, le sue membra e il suo stesso cuore.
    Voleva gridare, ruggire, dimenarsi in un dolore che il corpo non poteva percepire ma dal quale veniva influenzato. Non lo fece, non urlò.
    Le sue zampe scattarono, iniziò a correre. Corse, corse senza pensare a dove andava, batté contro i tronchi degli alberi, cadde, si rialzò, riprese a correre, finì in un dirupo, l'urto le fracassò qualche piccolo osso della zampa anteriore destra ma continuò a correre, non le importava... si accasciò, si sollevò di nuovo e ricominciò a correre senza sapere cosa stava facendo ne dove stava andando.
    Da cosa stava fuggendo poi... se non da se stessa.
    Ufh che sofferenza questo post :) vabbeh, prima o poi ci sarei dovuto arrivare
     
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    David vide come Liya fosse turbata. Stava veramente soffrendo, non riusciva nemmeno a guardarlo. Ma lui voleva davvero aiutare la sua compagna ad affrontare questo dolore che si portava dentro. Il problema era che non sapeva come fare, ma il fatto che ne avesse solo parlato sarebbe potuto essere il primo passo per trovare una soluzione. Ma lei invece gli disse

    CITAZIONE
    "Mi dispiace... non... non dovresti sapere, non è giusto coinvolgerti..."

    David invece voleva insistere, perché ormai lui era parte di lei e lei era parte di lui. Era la sua compagna. Non voleva abbandonarla.

    Poi lei gli disse

    CITAZIONE
    "Perdonami drago, non dovevo cedere alla tua purezza. Ma sei stato il primo individuo oltre quelli della nebbia, ormai la mia nuova famiglia, a volermi bene. Non dovevo cedere così facilmente... ti chiedo scusa"

    Non doveva scusarsi di nulla. Grazie a lei si era liberato dalla sua paura di quel corpo ed aveva scoperto quanto amasse essere un drago. Se ora aveva potuto abbandonare il ragazzo che era per diventare il drago di adesso era solo merito suo. Conoscerla era stata la cosa migliore che gli fosse capitata ed adesso non voleva perderla al primo accenno di guai.

    Prima che dicesse qualcosa però lei cominciò a scappare.

    David prontamente la rincorse. Nell'inseguimento la vide sbattere dappertutto senza curarsi di evitare gli ostacoli. Per David era una sofferenza vederla torturarsi in questo modo. Lui al contrario di lei invece utilizzò i suoi poteri per spostare gli alberi dal suo passaggio in modo da non rallentare.

    "Liya! Aspetta! Fermati!"

    La chiamò disperatamente.

    Quando la vide finire nel dirupo per un attimo temette il peggio. Ma per fortuna la vide rialzarsi e continuare a correre. Approfittando del fatto che la caduta l'avesse rallentata, David spalancò le ali e si gettò giù in picchiata verso di lei. Riuscì ad afferrarla e a buttarla a terra. La strinse con le sue zampe e l'avvolse con le sue ali dicendogli.

    "Qualunque cosa tu abbia fatto sono sicuro che puoi redimerti. I concetti come perdono e redenzione esistono per un motivo. Sono sicuro che c'è qualcosa che puoi fare per riscattarti qui. E se non fosse, allora ce ne andremo via da Kengard. Andremo lontani dove nessuno ti conosce, e ricominceremo da zero una nuova vita. Insieme! Forse è per questo che il destino mi ha fatto trasformare in un drago e mi ha permesso di incontrarti. Perché io possa aiutare te come tu hai aiutato me. Se sei sprofondata nelle tenebre permettimi di aiutarti a tornare nella luce. Sei la mia compagna ed io non ti abbandonerò!"
     
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    Volare... correre... niente poteva aiutarla, niente di tutto quello che poteva fare avrebbe riportato in vita quelle persone. Quanti a causa sua avevano sofferto, non riusciva neanche a ricordarli.
    David la raggiunse e la buttò a terra, fermando la sua inutile impetuosità. Cosa sarebbe successo quel giorno se lei fosse stata sola?
    Dove sarebbe andata? Avrebbe affrontato quel garuda e si sarebbe macchiata di un'altra colpa?
    La stretta di David fu qualcosa di veramente strano, sembrava che il suo corpo desiderasse che il drago le mpedisse di ferirsi ancora. Lentamente si calmò, cominciando a respirare più moderatamente.
    Sotto il peso di quel bestione blu si sentiva quasi nascosta, protetta... lui era lì per lei, e lei non poteva tradirlo.
    Non lui almeno, non voleva più fare del male.
    Non gli chiese neanche di spostarsi, temeva che se l'avesse fatto avrebbe ricominciato a correre senza meta. Poi avrebbe volato, verso chi sa dove, si sarebbe persa dove nessuno ricordava la sua crudeltà. Esisteva un luogo in cui non era diffamata?
    Doveva per forza esistere... e se l'avrebbe trovato, sarebbe definitivamente fuggita da tutto. Quel mondo era molto vasto, anche nella stessa Kengard erano in pochi a conoscerla. In fondo, da quando si trovava su quell'isola aveva compreso molte cose. E adesso... quello.
    Luogo di ritrovo di molte creature Kengard, luogo in cui aveva reincontrato uno dei suoi demoni del passato.
    E adesso doveva raccontare; per quanto si era tenuta dentro la sua storia.
    Doveva farlo, tutto d'un fiato, doveva farlo finché il suo corpo riconosceva quello di David come un sostegno. Parlò, con un filo di voce, voce sommessa... la gola che spingeva fuori le frasi a forza.
    "Ho compiuto azioni terribili David... non immagini neanche quanto. Ho visto mia madre morire bruciata durante una guerra, ho sentito così tante grida dei compagni e degli avversari da non poterle più distinguere. Ero... ero giovane, molto giovane... ma ero già inarrestabile..."
    Si fermò, costretta a ricacciare qualcosa simile ad un singhiozzo. Neanche lei riusciva a reprimere le emozioni totalmente.
    Emozioni troppo grandi, troppo intenze per poter essere sostenute da una sola mente.
    "un grande talento, dicevano. Il fatto è che... ho perso mia madre a causa del suo compagno, di quello che ancora oggi fatico a chiamare mio padre. Lui ci tradì, tradì tutti. Fu lei a pagarne le conseguenze... e io non sono riuscita ad impedire niente. Da quel giorno, quando ogni cosa finì, mi vendicai del mio genitore senza sapere quel che stavo facendo: mi ero trasformata nel mostro che sono ancora oggi. Ovunque andavo non facevo che disperare, ruggire al vento, e portare con me la tempesta che si adirava insieme a me. Distrussi luoghi abitati senza accorgermene, feci stragi ovunque andassi e... invece... invece di rendermene conto, iniziavo a divertirmi. Molti si ribellarono a quella furia e molti vennero uccisi, con la mia soddisfazione di mostrarmi invincibile"
    Ogni parola che usciva dalle sue fauci si conficcava sotto le sue scaglie come lame di freddo metallo, oscuro ghiaccio di un gelo che attanagliava anima e membra.
    "Volevo solo gridare che adesso ero abbastanza forte da poter impedire... quello che era successo, invece soltanto massacri senza scopo e senza fine. Come hai visto, la creatura di prima è sopravvissuta ad un mio attacco: avevano mandato qualcuno a fermarmi, elfi, altri draghi e quei... garuda. Fu su un'isola neanche troppo distante da qui che affrontai la più triste battaglia della mia vita. Mi conciarono male ma ne uccisi molti... e non mi fermai a questo. Ormai ero soltanto crudele, senza più un vero motivo. Non c'è redensione per questo, non esiste nulla che possa fare per riparare al danno che ho causato"
    Era troppo, non era sopportabile, ma doveva continuare a raccontare.
    "Per vendicarmi delle ferite eliminai molti innocenti prima di fuggire, e quando riuscii a scappare mi ritrovai sopra l'oceano. Ero sola, in mezzo all'infinito blu del cielo e del mare, con uccelli bianchi e neri che sfrecciavano a pochi metri da me. Non avevo più forze, e qualcosa di me voleva... lasciarsi andare. Planai verso l'acqua e mi adagiai sulla superficie, distendendo le ali e abbandonando il poco che restava di me alle correnti"
    Poteva quasi sentirle, le onde sul dorso che la spingevano verso chi sa dove. Quanto avrebbe resistito, quando le acque l'avrebbero sommersa? Non aspettava altro che un onda più furiosa delle altre; una tempesta... la sua tempesta che venisse a portarla via con sé. Si sentiva come ad allora: senza forze, senza alcun desiderio di andare avanti.
    "Svenni, o forse morii... non so cosa successe. Ricordo solo di essermi risvegliata su una spiaggia con accanto un'umana e una giovane dragonessa dalle scaglie di smeraldo"
    Incosciamente, cercò con la testa un incavo tra la zampa e la spalla di David, come a volervisi accucciare neanche fosse un cucciolo spaventato.
    "L'umana era Valen, la dragonessa disse di chiamarsi Elsa. Mi accolsero nella loro... famiglia e, senza chiedere spiegazioni, mi rimisero in sesto. Vennero in seguito a sapere chi ero e cos'avevo fatto, la mia fama non si era fermata solo ai luoghi che avevo devastato. Allo stesso tempo io scoprii chi erano loro e capii che, per quanto mi stessero dimostrando affetto, ero solo un altro drago da mandare in missione. Io e Valen siamo sempre andate insieme a svolgere le nostre missioni, e... è da quando sono entrata a far parte della nebbia e ho conosciuto lei che non faccio del male"
    Un'altra pausa, l'ultima.
    "La nebbia che tutti affrontano... non è altro che la mia casa adesso, e per quanto al loro fianco stia agendo... per usare un termine umano... illegalmente, mi sono sentita bene soltanto da quando ho poggiato le zampe su quest'isola. Grazie a loro ho imparato molte cose, il prezzo delle azioni e il valore dell'esistenza, e adesso... sei arrivato tu. Stai facendo per me qualcosa di inverosimile e... non so come ringraziarti drago"
     
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    David continuò a stringere amorevolmente la sua compagna. Ascoltava ogni parola continuando a stringerla a se, pronto a darle tutto il suo sostegno e tutto il suo amore. La sua storia era così tragica e triste. Per quanto quello che le avesse fatto fosse terribile,non riusciva ad odiarla. Lei era la sua compagna, e lui le sarebbe rimasto accanto finché avrebbe potuto, non importava cosa fosse successo. Quando ebbe finito, lui le disse con tutta la dolcezza del suo essere, continuando ad accarezzarla amorevolmente.

    "In parte ti sei solo ingannata da sola. Vendicarti di tuo padre perché aveva ucciso tua madre non ti rendeva necessariamente crudele. Tutto quello che hai fatto non l'ha fatto perché eri crudele. Eri solo confusa. Hai sofferto così tanto. Ed il dolore può far compiere delle sciocchezze."

    Poi aggiunse

    "Hai ragione a dire che qualunque cosa tu faccia non potrai riportare in vita quei morti. Ma ci sono ancora i vivi a cui puoi pensare. Sei ancora giovane. Hai molti secoli ancora davanti e puoi ancora compiere tantissime buone azioni che superino in quantità le cattive azioni che hai fatto in passato. Puoi ancora salvare più vite di quante ne hai stroncate. "

    La strinse con ancora più dolcezza

    "Non posso dirti che approvo quello che hai fatto, ma ti perdono ogni cosa. Ormai fa tutto parte del passato. La dragonessa che ho imparato a conoscere e ad amare in questi giorni non è affatto crudele."

    Capiva anche perché fosse fedele alla nebbia, però lui non era ancora sicuro se era affidabile. Dopotutto Liya aveva sofferto molto e ne esistevano di storie di persone al servizio di uomini malvagi perché erano sofferenti e soli ed in quegli uomini malvagi avevano trovano la famiglia che cercavano. Persone che pur di non soffrire la solitudine, erano disposti ad abbracciare il male. Oltretutto lui sapeva che non esisteva solo il bianco ed il nero ma anche il grigio. Ma non volle dire nulla riguardo a questo.

    Volle comunque concludere

    "Comunque non è un problema ringraziarmi. Le buone azioni non hanno prezzo, e poi tu sei la mia compagna. Io appartengo a te e tu appartieni a me. E quando due esseri si amano affrontano qualunque difficoltà pur di rimanere insieme."

    Dopodiché irradiò luce verde con tutto il suo corpo in modo da poterla curare in qualunque punto potesse essere ferita.
     
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    "Confusa... lo sono tutt'ora"
    David le stava parlando con tutta la piena intenzione di confortarla e di farle, se non dimenticare, perlomeno provare a non soffrire più di quello che aveva vissuto e causato.
    Puoi ancora salvare delle vite... non approvo quello che hai fatto ma due esseri che si amano... affrontano qualunque difficoltà.
    Pur... di rimanere insieme. Gia, non era più abbandonata a se stessa.
    La luce curativa di David la pervase, irradiandosi nel suo corpo tramite quello del drago. Un piacevole calore la avvolse dalla testa alla coda, inibendole ogni dolore e ogni sofferenza... fisica quanto mentale.
    Non c'era solo del potere curativo, c'era dell'amore nei suoi gesti, amore che meritava di essere ricambiato.
    "Avevo visto giusto su di te..."
    Si lasciò ancora cullare dal suo contatto, attendendo che fosse lui a decidere di lasciarla andare.
    Avrebbero visto il futuro insieme, su quello non c'era dubbio.
    scusa il post breve ma sono un po' di fretta e fino a domani sera non penso di poter rispondere
     
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    Incubo infernale

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    David continuava a tenere la sua compagna stretta nel suo abbraccio trasmettendole tutto l'amore che poteva. Pareva ormai più rilassata. Si. Un po' era preoccupato per il fatto che forse avrebbe potuto incontrare in futuro qualcuno che avrebbe cercato vendetta nei confronti di lei. Ma lui non avrebbe lasciato che le facessero del male. Si, allo stesso tempo sperò di non trovarsi costretto a fare cose di cui poi si sarebbe pentito per tutta la vita per proteggerla. Preferiva evitare di ritrovarsi ad avere anche lui delle ferite dentro l'anima. Ma però in quel momento non voleva pensarci. Voleva solo godersi il suo tempo con la sua compagna. Così le permise di rimanere nel suo abbraccio, e le disse

    "Non temere. Non so ancora come, ma penseremo a qualcosa."

    Decise di lasciarla nel suo abbraccio e darle il tempo che voleva lei. L'avrebbe mollata solo quando sarebbe stata lei a chiederglielo.

    Anch'io lo faccio corto perché non c'era molto da dire. Allora aspetto domani. Ciao.
     
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    "Tu non penserai ad un bel niente" Disse Liya, adesso ripresasi dal suo torpore doloroso.
    "Non è tuo il compito di assumerti un peso del genere, non c'entri nulla con questa storia. Apprezzo le tue intenzioni, credimi... ma non meriti di subire le conseguenze delle mie azioni"
    Così dicendo mosse le zampe verso l'esterno, per uscire delicatamente dall'abbraccio di David ed alzarsi in piedi.
    Si guardò attorno per un attimo, come se quel mondo non le appartenesse, o come se lei non appartenesse a quel mondo. Si era appena gettata fuori da una realtà protettiva, tiepida e rincuorante come quella di un'abbraccio, per tornare a quello che era il mondo esterno che avrebbe costituito il percorso tracciato da tutte le sfide della vita.
    Si domandò quanto l'amore che David provava per lei potesse spingersi lontano, e se avrebbe saputo ricambiare.
    Le sembrava tutto innaturalmente nuovo, adesso vedeva le cose da una diversa prospettiva, quella di una compagna in cui quel drago avrebbe riposto la sua totale fiducia.
    "È quasi notte ormai... che ne dici di riposare un po tu adesso? Forse non senti la stanchezza, ma oggi hai sforzato il corpo oltre ogni limite e mi sembra strano che ancora tu abbia tutte queste energie"
    Per forza, in una situazione del genere anche lei le avrebbe avute.
    Chi sa come doveva sentirsi in quel momento... inutile chiederselo comunque, non capiva neanche come stava lei stessa, figurarsi gli altri!
    "Dopo di che continueremo il tuo allenamento"

    ok, dopo questo post ti propongo di fare un salto temporale e di far passare (sottointesi) un po' di giorni di allenamento, chiacchere e... beh hai capito ^_^ al mio prossimo post, se mi confermi, porto un pezzo avanti la role. Così possiamo andare avanti da quando David ha già acquisito più padronanza dei suoi poteri e... per così dire, iniziamo a fare sul serio :) al termine dell'allenamento comunque si affronteranno Liya e David, e vedremo tutti i vari miglioramenti
     
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