Hai un bel po' di casino in quella testa, secondo me

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  1. Ickym
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    Andiamo male. Ksefira gli aveva appena confidato che faceva parte della "Nebbia Argentata", e il modo in cui l'aveva descritta non lo rassicurò affatto. Era rimasta molto sul vago, ma si intendeva abbastanza che non era un gruppo che agiva propriamente in termini legali.
    Si domandò che ruolo avesse Ksefira in mezzo a quel gruppo, anche se poi disse semplicemente: ""Si, sono un forestiero. Sono arrivato da circa due settimane".
    Il suo primo approccio con quelle terre non era stato affatto una cosa semplice, sopratutto la prima "città" che aveva "visitato". Proprio no.
    Anche quando Ksefira parlò del modus operandi per togliere di mezzo Lesath, era rimasta sul vago.
    Le ultime parole che disse lo inquietarono molto.
    Un numero indefinito di idee di cosa stesse intendendo Ksefira gli innondarono la mente, storie parallele con finali al quanto indesiderabili: in uno Lesath veniva liberato a tradimento, in un'altro Ksefira o qualcun altro della sua "Nebbia Argentata" che prendeva Lesath per usarlo per i propri loschi scopi.
    Adesso era a Ickym che non piaceva come le cose stavano andando.
    "Cos'è? Non vedevi mica l'ora di liberarti di me"
    "Anche adesso non vedo l'ora di liberarmi di te, solo che l'unico modo in cui vorrei farlo e con il cadavere davanti a me, e il tuo cuore pulsante nella mia mano."
    Sia Lesath che Ickym rimasero un'attimo interdetti da cosa Ickym aveva appena pensato: non era da lui.
    "Ma in ogni caso, preferisco sopportare la tua presenza per un'altro po', invece che lasciarti nelle mani sbagliate o peggio, liberarti.
    "Awwww, il piccolino vuole fare l'eroe" disse Lesath in tono provocatorio, per poi aggiungere "Peccato che tu non abbia avuto un comportamento altrettanto cavalleresco con tua sorella l'ultima volta che l'hai vista. Poveretta, chissà dove sarà, chissà cosa starà facendo... Magari sta riposando... usando una coperta di 3 metri di terra.
    Un fiume di calore attraversò Ickym, che inveì molteplici volte contro Lesath, augurandogli il peggio nel mezzo. Lesath nel frattempo rideva divertito.
    Quando Ksefira lo esortò a finire il boccale, Ickym stava già affogando lo sguardo nella birra per trattenersi. Prese il boccale e se lo scolò con decisione.
    Dopo di ché, si rivolse a Ksefira dicendo in tono serio "Parla potabile...". Si fermò un'attimo e si accorse che era un modo di dire un po' troppo gergale, quindi si schiarì un'attimo la voce e continuò "Volevo dire, parla in termini poveri, stai parlando con un che non ne sa molto di magia." In realtà, la sua conoscenza della magia era pari zero: tutte le sue abilità non aveva la minima idea di come funzionassero, sapeva solo che poteva usarle, e che erano discretamente efficaci. Ciò nonostante pensò che forse non era il caso di dirle che era ignorante in materia, gli sarebbe stato di vantaggio, seppur minimo, più tardi, in un eventuale confronto non troppo pacifico.
     
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    Dovette accadere qualcosa ad Ickym, perché lo sentì agitarsi in maniera incontrollata.
    Quanto era curiosa di saperne di più! Ovviamente, come previsto, si dimostrò titubante e volle più informazioni prima di rischiare una sciocchezza.
    In fondo era lecito... anche se iniziava a dubitare di poter mettere le mani su quel potere tanto facilmente.
    "Nessuna magia. O meglio, non si tratta di un potere magico vero e proprio, bensì in un potere in grado di trasferire entità già contenute in un corpo... in un altro corpo"
    Per un attimo si era sentita gli occhi addosso e si era voltata verso un omino piccino picciò -alto tipo due metri e mezzo- seduto da solo non molto distante dal loro tavolo, intento a gustarsi i resti di uno sformato. Non seppe se era stato lui a dedicargli una fugace attenzione, ma non c'era niente da temere.
    Se in quella locanda fosse entrata qualche spia... le porte dell'aldilà si sarebbero aperte per lui ancor prima della porta d'ingresso della locanda.
    "Si hai capito" Disse, tornando a rivogersi ad Ickym, "ti sto proponendo di lasciar andare il tuo potere a me"
    Prese il proprio boccale e, dopo averlo svuotato, iniziò a passare le dita umettate sul bordo. Il suono tipico dei calici di cristallo si propagò subito con lo sfregamento, dandogli la conferma del materiale ottimo.
    "Mh, hanno migliorato le stoviglie"
    Le piaceva assai fare commenti inutili in mezzo a conversazioni serie, rendeva tutto molto più tranquillo e meno interessante alle attenzioni altrui. Forse il draghetto del fuoco doveva rinfrescarsi un pochino, sembrava troppo infiammato e teso per poter ragionare lucidamente.
    Le sarebbe piaciuto troppo poter sentire, anche solo per tre secondi, cosa stesse succedendo nella sua testa. In quei momenti invidiava creature come i sai... che leggevano nella mente per natura e molto meglio di lei!
     
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  3. Ickym
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    Ecco, tutte le sue speranze che aveva andarono in fumo con una semplice frase.
    Ksefira voleva prendersi Lesath, e per quanto lo odiasse, preferiva tenerselo a bada, piuttosto che farlo cadere nelle mani sbagliate.
    Al nervoso che già aveva per via di Lesath, si aggiunse anche frustrazione di essersi illuso. Fece schizzare la coda a destra e sinistra involontariamente. Quando si accorse di quello che stava facendo fermò la coda immediatamente, prima di falciare qualcuno, con conseguente facciata sul pavimento.
    Voleva evitare di far esplodere una rissa, anche perché era già abbastanza alterato di suo e non sapeva se sarebbe riuscito a trattenersi, dato che aveva bisogno di sfogarsi, Sperò di aver presto l'occasione di fare una sfuriata in mezzo al bosco, lontano da tutto e tutti, eccetto Lesath. Inoltre voleva anche evitare di attirare di nuovo l'attenzione delle guardie, non era il caso.

    Lesath invece, si gustava la delusione di Ickym, mentre pensava ad un modo, per finire nelle mani di Ksefira. Odiava essere in balia degli umani, esseri ottusi e irritanti, ma tra i due gli sembrava meno smidollata. In più potevano esserci buone possibilità che riuscisse a prendere il controllo, e a liberarsi finalmente. Non ne poteva più di stare nei corpi degli altri, umani tra l'altro. Il suo vero corpo, chissà dov'era in quel momento, forte e possente, pronto per massacrare tutti quei piccoli inutili esseri.
    Decise che si sarebbe sfogato non poco appena avrebbe raggiunto il suo corpo.

    Ksefira nel frattempo, si era girata per controllare qualcosa, o qualcuno. Ickym si allarmò un poco, e cominciò ad osservare, lentamente, ogni persona nell'osteria. Nessuna sembrava rappresentare una minaccia, ma siccome non si sa mai, decise di stare allerta.
    Nel frattempo Ickym rispose con un secco "No" e dopo una breve pausa aggiunse con tono risoluto"Io ho il compito di tenerlo a bada, nessun altro. Distruggerlo, ucciderlo, queste sono le uniche opzioni"
    Ksefira scolò il suo boccale e fece un commento sulle stoviglie del posto, il che lascio Ickym un momento interdetto.
    Cosa stava tentando di fare Ksefira, confonderlo? Prendersi gioco di lui? Forse era meglio se prima non l'avesse seguita. Si maledì mentalmente per la sua stupida curiosità per poi calmarsi e dire tra sè e sè, con voce fiebile : "Un uomo vale quanto sa"

    Edited by Ickym - 16/7/2016, 04:06
     
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    Come previsto. Il draghetto infiammato aveva reagito proprio come immaginava. Non era la prima ne l'ultima volta che qualcuno si rifiutava di accettare una proposta simile.
    Beh, poco male, ci avrebbe riprovato in seguito.
    "Capisco" Disse buttando la schiena all'indietro, adesso totalmente disinvolta e il più possibile rassicurante. "In realtà esiste anche una seconda possibilità, ovvero quella di indebolirlo e dividere il suo potere in due entità, in maniera da rendere molto più complessa, se non impossibile, la sua rinascita. In questo modo condivideresti tutto il tuo rancore con qualcuno, se non altro"
    In effetti era l'ultima opzione che gli avrebbe proposto, e anzi... si pentiva di averlo fatto così presto. Ma quel draghetto era così simpatico quando si incavolava!
    Erano già trascorsi alcuni minuti di tenzione da quando erano entrati lì dentro, e una volta tanto non riusciva neanche lei ad alleggerire le cose.
    "L'unica pecca è che la tua mente risulterebbe ancora più instabile durante i suoi tentativi di ricongiungersi. Accetto un tuo rifiuto comunque, ma mi concedi i tuoi artigli un attimo? Forse è bene se ti dai una calmata e rilassi i bollenti spiriti" Continuò, tendendogli una mano e aspettando che la afferrasse.
    Se si rifiutava anche di quello, oltre che ad essere diffidente era anche un po' tonto. Cosa avrebbe mai potuto fare lei ad un mezzo drago resistente e muscoloso come quello?
     
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  5. Ickym
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    Pensò un'attimo alla seconda proposta che gli aveva fatto, ma poi decise di rifiutare cordialmente. Il fatto che la sua mente sarebbe diventata più instabile quando Lesath avrebbe tentato di ricongiungersi non gli piaceva, senza contare quello che già aveva detto prima.
    "Nono, mi dispiace fare il testardo, ma come ho già detto, se Lesath lascia il mio corpo deve farlo da morto. Comunque apprezzo che tu voglia aiutarmi, e per questo ti ringrazio". Parlò con voce calma, cercando di seguire il consiglio di Ksefira e di calmarsi.
    "Pff, il solito codardo che non vuole prendere rischi" lo prese un giro Lesath
    "A differenza tua, io preferisco prendere tutte le precauzioni necessarie" Gli rispose Ickym, senza raccogliere la provocazione.
    "Chiamalo come vuoi, per me rimani un codardo"
    "Disse quello che è riuscito a farsi imprigionare per chissà quanti anni dentro una pietra, perdendo il proprio corpo. Per poi diventare ospite di un ragazzino e senza essere in grado di prenderne il controllo. Tutto sommato preferisco essere un codardo."
    L'ultima frecciata ebbe l'effetto desiderato, ossia mandare Lesath su tutte le furie. Ickym si divertì un sacco mentre quest'ultimo lo insultava in preda alla rabbia più ceca.

    Quando Ksefira chiese se poteva dargli la mano, Ickym chiese curioso: Ok ma, a che ti serve?
    Per evitare di sembrare scortese e dubbioso nei suoi confronti, Ickym tese la mano con gli artigli retratti, in modo da evitare di ferire Ksefira, e afferrò la sua mano.
    Come sembrava delicata. Probabilmente era tranquillamente in grado di spezzare il collo a qualcuno, ma essendo Ickym coperto di scaglie, capitava di avere una percezione distorta delle cose Era anni che non aveva contatti fisici con un'altro essere umano che non comprendessero lo spargimento di sangue, o comunque violenza gratuita. Quel semplice gesto lo calmò sensibilmente, tanto più che gli fece venire in mente alcuni momenti felici prima di incontrare Lesath.

    Ma del tipo, come si pronuncia Ksefira? Si pronuncia tipo con la cs? ^.=.^;


    Edited by Ickym - 19/7/2016, 19:34
     
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    Si pronuncia come preferisci ahahahah io la pronuncio come una x, ovvero xefira, più esattamente con l'accento sulla e: xèfira. Teoricamente, secondo la illogica italiana, l'accento fonico cadrebbe sulla i, dunque: xefìra, ma a me piace più nell'altro modo. Come pronunceresti il vento zefiro al femminile, solo con la x al posto della Z iniziale.


    Ksefira guardò Ickym negli occhi per un attimo, poi abbassò leggermente lo sguardo e strinse la sua mano con leggerezza. Dubitava che anche se avesse esercitato più forza lui se ne sarebbe accorto, comunque non esagerò.
    "Come ti ho detto il mio campo sono le emozioni, voglio solo farti rilassare un po'. così magari si riposa pure il tuo amico lì dentro. In questo modo, per qualche minuto, dovrebbe darti meno fastidio"
    Dalla sua mano emise una sorta di scarica d'energia che, se da prima ad Ickym sarebbe apparsa abbastanza brusca, pochi istanti dopo si sarebbe diffusa in tutto il suo corpo come un colpo di piacere e di rilassamento in grado di distendergli tutti i muscoli e i tendini, ma soprattutto i nervi. In tal modo avrebbe anche in parte isolato i suoi pensieri da quelli negativi dell'altro tizio, nonostante tale allontanamento non sarebbe durato che per un quarto d'ora.
    "Non ti sto drogando non allarmarti"
    In realtà era sempre stata una tecnica devastante quella di dire apertamente il contrario di quello che si stava facendo in maniera spontanea, e aveva sempre funzionato; tuttavia non aveva ancora intenzione né di drogarlo né di fargli niente contro la sua volontà. Magari dopo...
    "Non mi stupisce che tu non voglia lasciare a qualcun'altro il tuo potere, ma se sei furbo come penso, capirai che... prima o poi... dovrai farlo. Tu non hai vita eterna, lui si. Se tu un giorno morirai o venissi ucciso è estremamente probabile che invece di essere eliminato con te lui possa uscire, e a quel punto metteresti in pericolo tutti quelli che ti stanno attorno. Ho sentito quant'è forte, non ne conosco la natura, ma... è certamente pericoloso"
    Si scostò i capelli dal lato del volto e gli lasciò andare la zampa mentre parlava, voltandosi verso un tavolo posto a pochi metri di distanza da loro, sotto il quale era andato a nascondersi Reya. Gli fece cenno di avvicinarsi e quello balzò verso di loro, facendo schizzare uno dei tre uomini loschi per lo spavento.
    Loro non capivano la lingua dello scoiattolo, ma dopo ore trascorse tra un addestramento e un altro lui aveva imparato a riconoscere qualcosa della loro.
    Tramite le emozioni scaturite dal suo corpicino, poteva intercettare se una conversazione fosse stata in qualche modo riferita a loro o avesse contenuto determinati vocaboli legati a qualcosa di pericoloso o interessante. Inoltre Reya era un ottimo osservatore, e poteva controllare che nessuno li spiasse. L'animaletto saltò sul tavolo e le si arrampicò sul braccio, portandosi sulla sua spalla destra.
    "Dopo mi fai sapere..." Gli disse tranquillamente, carezzandogli la testolina.
     
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  7. Ickym
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    Ksefira spiegò brevemente che voleva tentare di distendergli i nervi, e di placare un'attimo Lesath.
    Ickym sentì una sensazione strana alla mano che aveva teso a Ksafira, quasi fosse una scarica elettrica. Subito fu tentato di ritrarsi da contatto ma poi, una calma innaturale lo pervase. Lesath sembrò sparire pian piano, fino a che Ickym non poté più percepirlo. Era strano sentire i suoi pensieri navigare nel silenzio, senza avere qualcuno che commentava in modo negativo quasi ogni sua decisione, che tentava costantemente di farlo stare male.
    Si sentì decisamente meglio.

    Ksefira assicurò che non lo stava drogando, cosa di cui Ickym non dubitò dato che riusciva a pensare lucidamente, solo che era calmo e rilassato come non mai. L'ultima volta che si era sentito così bene... non se la ricordava neanche.

    Quando poi, la ragazza gli spiegò che rischiava nel tenersi tutto quel "potere" per se, mentre quest'ultima si spostava i capelli di lato e mentre gli lasciava la zampa. Ickym si osservò la zampa, chiudendola a pungo un paio di volte prima di rispondere con voce insolitamente calma e quasi apatica : "Prima di tutto, non è un potere, è una maledizione, e non lo consiglierei nemmeno al mio peggior nemico; seconda cosa, troverò un modo per liberarmi di lui senza creare disordini, sono sicuro che esiste il modo per ucciderlo. Ma come ora, non è il mio obbiettivo principale." "Fosse l'ultima cosa che faccio, Lesath non lascerà il mio corpo vivo, e se lo farà, avrà libertà breve, estremamente breve" poi aggiunse tra se e se.

    Fece una breve pausa, per poi riprendere "E comunque, è un drago, o almeno, lo era prima di venire punito. Il suo nome è Lesath"
    Con i nervi rilassati, si stava facendo molte meno paranoie sulle informazioni che dava o non dava, inoltre, anche la sua attenzione su ciò che lo circondava scemò, e per questo fallì nel notare lo scoiattolo finché non entrò palesemente nel suo campo visivo: arrampicandosi sulla spalla di Ksefira. Si domandò che legame avesse Ksefira con quella piccola creaturina pelosa dato che sentì che gli parlò prima di iniziare ad accarezzarlo.

    C'ero andato vicino! Avevo intuito che ks la pronunciavi tipo una x (anche se non ne ero sicuro al 100%, ma sopratutto mi sfuggiva l'accento dove andava messo, e quindi lo leggevo "all'italiana" xD
     
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    Perfetto, aveva iniziato a raccontare. Aveva usato anche il termine migliore che avesse potuto enunciare, il che le fu di grande conforto.
    Sarebbe stato ancor più semplice e meno fastidioso, arrivare al nocciolo della questione.
    Lesath... non ricordava di aver sentito quel nome, però non le suonava neanche del tutto nuovo. Aveva forse letto qualcosa a riguardo? Oppure...
    No, decisamente no, sarebbe stato troppo assurdo. Però era un drago... un drago punito...
    Si domandò se fosse solo una coincidenza. Doveva esserlo per forza, o avrebbe iniziato a credere nei divini.
    "Dunque... qual'è il tuo obbiettivo principale? Se mi è concesso ovviamente"
    Da lì sarebbe potuto iniziare tutto o concludersi il loro dialogo, stava soltanto ad Ickym.
    Non sarebbe durato molto l'effetto rilassante del suo influsso, e non poteva farlo due volte consecutive. Doveva raccogliere quel che poteva mentre ancora il mezzo drago non si faceva troppi problemi a parlare.
     
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  9. Ickym
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    "Ormai sa, tanto vale..." pensò.
    "Ecco, è una storia un po' lunga... Però in breve : sto cercando una persona a me cara, mia sorella. Diciamo che è successo un'incidente quando Lesath ha preso possesso del mio corpo, il che l'ha spaventata e, conseguentemente è scappata. E' mio dovere, insieme a mio fratello, riunire ciò che rimane della nostra famiglia" disse Ickym riassumendo sempre calmo, anche se nei suoi occhi c'era un velo ti tristezza e vergogna, che segnalavano che l'incantesimo di Ksefira iniziava lentamente ad esaurirsi.
    Non si accorse che parlarne, lo fece sentire un po' più leggero. Già Ksefira lo aveva fatto stare meglio, semplicemente calmandolo e isolandolo da Lesath, adesso si sentiva ancora meglio, riuscì addirittura ad accennare ad un sorriso, abbandonando la sua postura seria e composta.
    Con calma, poi pensò che forse avrebbe potuto chiederle se magari aveva visto qualcuno con le sue fattezze.
    "Già che ci siamo, hai per caso visto una ragazzina, di circa 11 anni? capelli bianchi e lunghi fino alla vita, raccolti in una treccia chiusa con una lama alla fine, pallida, vagamente muscolosa, con gli occhi azzurri uguali ai miei, agile e un po' casinista?"Questo giro la sua voce era colorata da un po' di speranza. Si guardò attorno, come se avesse fatto una domanda scomoda. Siccome non era tornato ancora in "modalità paranoia" passò lo sguardo su tutti i presenti nella sala, senza osservare attentamente nessuno.
    Fece per afferrare il boccale della birra distrattamente, mentre il suo sguardo vagava nella sala, ma si accorse che l'aveva già bevuta prima. "Per caso vuoi dell'altra birra? Questo giro offro io" chiese ancora voglioso di birra.
    Era anni che non parlava in quel modo, il suo "normale" modo, senza Lesath, senza tante paranoie o problemi, tranquillo e con voglia di divertirsi. Chissà quanto sarebbe durato ancora l'incantesimo...
     
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    Accolse subito l'apertura della mente di Ickym e con piacere si godette il suo breve, incisivo racconto. Cercò subito di incamerare l'immagine di quella che aveva detto essere sua sorella, e con disappunto dovette ammettere che una persona del genere se la sarebbe ricordata se l'avesse vista e le avesse dedicato un minimo d'attenzione.
    "Mi spiace, non credo di aver mai visto qualcuno che corrisponda alla tua descrizione"
    Ed era lì che arrivava il momento di fare la domanda cruciale, ma prima c'era qualcosa di ben più importante a cui doveva rispondere:
    "Ma certo comunque, accetto l'offerta" Esordì, riferita chiaramente alla birra.
    Non ci si tira mai indietro di fronte ad un altro boccale di birra, d'idromele o di vino del nord che sia. Si occupò lei di avvicinare il cameriere che, fortunatamente, si trovava nei pressi dell'uscita, ancora a vista.
    Lo sarebbe rimasto per poco, ma per il momento Ickym era in parte intontito e forse sarebbe stato meglio se a chiedere due boccali fosse stata lei. Nessuno avrebbe creduto alla scusa del mezzo drago ubriaco dopo un bicchierino, sarebbero iniziate le domande del tipo -tutto bene?- e altre cose inutili a cui sarebbero state date risposte altrettanto inutili.
    O forse nessuno ci avrebbe fatto caso, cosa molto più probabile, ma sempre meglio evitare rischi inutili. Perché un -tutto bene?- poteva essere pericoloso assai, era risaputo in tutto il mondo.
    Chiese altri due calici di birra e quello fece semplicemente cenno di si con il capo, allontanandosi per tornare neanche un minuto dopo.
    Le diede appena il tempo di dire un'altra cosa ad Ickym e ascoltare la sua risposta.
    "Qui a Kerus, una volta ogni quattro mesi, viene organizzata una sorta di festa dedicata a chiunque, tra danze sfrenate e birra a fiumi. Si terrà tra due giorni, potresti partecipare e cercarla lì tua sorella. Se non altro è un modo come un altro per divertirsi e cercare informazioni, io otto mesi fà ho scoperto chi mi aveva rubato una sciarpa ad esempio. Adesso quel tizio probabilmente sarà in qualche lettino a contorcersi dal dolore dopo mezzo anno di convalescenza, ma questo non ha importanza" Concluse, mentre Reya le scendeva sulla mano sinistra che la ragazza aprì verso l'alto appoggiandola sul tavolo.
    Aveva ritardato la domanda cruciale, ma ogni occasione di procedere per gradi era da cogliere.
     
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  11. Ickym
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    Ci rimase un po' male quando Ksefira gli disse che non aveva mai visto sua sorella, ma dopotutto, un po' se lo aspettava.
    Dopo ave accettato di buon grado la birra, Ksefira le ordinò subito, facendo avvicinare il cameriere che fino a prima stava in prossimità della porta. Subito dopo, il cameriere si allontanò per prendere la birra, Ickym ascoltò con interesse la domanda di Ksefira.
    Ridacchiò per un momento nel sentire che fine aveva fatto l'uomo che le aveva rubato la sciarpa. Trovava buffo il fatto che la ragazza davanti a lui, potesse ridurre in fin di vita qualcuno con facilità, e che ciò non fosse un'esagerazione. Probabilmente, avrebbe dato del filo da torcere anche a lui se fossero venuti alle mani.
    Quando giunse il momento di rispondere, disse : "Potrei provare, in fondo, avrei anche il tempo di cercare nella città prima di partire...
    Quando arrivarono le birre, Ickym ne porse una Ksefira per poi alzare il boccale e dire "Cin!" all'impatto tra i 2 boccali di vetro. Bevve un sorso della birra, assaporandola per bene. per poi posare il calice sul tavolo. Notò che lo scoiattolo, che fino ad un momento prima era sulla spalla di Ksefira, si spostò sulla sua mano.
    Nel frattempo una vaga confusione iniziò ad avvicinarsi nella sua mente.
     
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    Si prese la birra che Ickym le offrì gentilmente e, con meno foga di prima, la avvicinò alle labbra. Ora voleva assaporarsela tranquillamente come aveva fatto lui, tanto già aveva tracannato un bel po' di roba.
    Ricapitolando aveva scoperto le intenzioni del drago, aveva saputo molto più di quel che sperava di scoprire su quella che lui definiva maledizione e, senza dubbio, aveva capito di non voler assolutamente nuocergli in alcun modo.
    Per qualche strana ragione la sua presenza era, per quanto tumultuosa, rilassante. Una solida ancora a cui aggrapparsi, nonostante i perpetui moti ondosi cerchino costantemente di smuoverla.
    "Credo tu sia una persona apposto Ickym... in ogni caso, posso darti una mano nelle ricerche se vuoi. Anche se avrei prima un incarico da portare a termine e sono già in ritardo"
    Bevve un altro goccio di birra, poi ripose il boccale sul tavolo.
    Sentiva la testa di Ickym ricominciare ad affollarsi, probabilmente l'effetto della magia era durato meno di quanto pensasse su di lui.
     
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  13. Ickym
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    Ickym bevve un'altro sorso di birra. Non era una delle migliori, ma non era neanche malaccio, anzi, era la birra migliore che aveva trovato fino ad allora in città.
    "Beh, grazie, mi farebbe molto comodo." rispose alla proposta di aiuto di Ksefia, poi fece una piccola pausa per pensare, e nel frattempo bevve un'altro sorso di birra.
    "Volendo, se me lo concedi, posso ricambiare il favore e darti una mano con il tuo incarico."
    Sapeva già che probabilmente non era niente di "legale" il suo compito, però non gli interessava. Era disposto a tutto pur di ritrovare la sorella, e in più voleva sul serio ricambiare il favore.
    Nel frattempo Lesath cominciava a farsi vagamente vivo, ci avrebbe messo ancora un po' a tornare, ma si avvicinava lentamente e inesorabilmente. Ickym stava già rimpiangendo la pace e la tranquillità che, seppur breve, gli aveva donato un momento di respiro.
    Voleva ringraziare Ksefira anche per quello: in fondo è grazie a lei se si è liberato di Lesath, e se ha assaggiato un po' di pace dopo un sacco di tempo.
    "Grazie comunque per l'incantesimo... è stato un toccasana."
     
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    "In realtà... non è proprio un incantesimo, si tratta solo di una tecnica in grado di forzare alcuni recettori a fare la nanna e altri ad inibire i pensieri malevoli. Ho solo aggiunto un po' di mio per far dormire un pochino il tuo... drago"
    Diede un altro bel colpo alla birra che questa volta si ritrovò quasi svuotata. Si chiese cosa sarebbe stato meglio... o forse cosa aveva intenzione di rispondergli, riguardo la sua missione.
    Poteva o no coinvolgerlo? Dannazione, un rifiuto probabilmente avrebbe lasciato un'imparità di favori a cui Ickym avrebbe voluto contraccambiare, nonostante lei non volesse favori. Dall'altro lato non era proprio il massimo della goduria aver a che fare con lei in tali frangenti.
    Beh, tanto valeva accettare.
    "Non posso usare consecutivamente quella tecnica sullo stesso soggetto, funziona circa una volta ogni paio di giorni e va sempre piu a diminuire d'intenzità. A giudicare dalla breve durata che ha avuto... temo di non poterla usare più di cinque o sei volte su di te senza danneggiarti. Il corpo reagisce ad una forzatura a suo modo, e se violassi questa regola ti farei del male... come in ogni altra forzatura dell'organismo del resto. Se resti con me, tuttavia, posso riprovare. Comunque..."
    Fece un'altra piccola pausa e portò il contenuto del calice quasi a svuotarsi.
    "accetto volentieri il tuo aiuto, in effetti qualche zanna potrebbe far comodo. Solo che... come probabilmente avrai capito, non sono una che si ritrova con gli amici per giocare a carte... non so se mi spiego"
    Accavallò le gambe e osservò la poca schiuma rimasta nel bicchiere, mentre Reya occhietto-vispo si era voltato a fissarla. Lì per lì neanche Ksefira comprese le sue intenzioni, poi lo sentì balzare dalla sua mano verso quella che teneva il calice e tuffarsi direttamente nella birra rimasta, causando ovviamente il capitombolo del bicchiere. Con un gesto fulmineo impedì al bicchiere di cadere a terra e frantumarsi, ma le sue dita tremarono perché l'impatto con il vetro e la sua mano c'era comunque stato.
    Fortunatamente non si ruppe nulla. Lo scoiattolo aveva iniziato a squittire allegro e a zampettare da una parte all'altra della tavola, come se nulla fosse.
    "Perché accidenti devi essere così stupido?" commentò la ragazza, passando una mano sui vestiti dove aveva schizzato la birra.
    Reya si fermò un attimo a fissarla, poi riprese a camminare in qua e in là senza badare a niente e nessuno. Quando si fu stufato iniziò a leccare la birra scivolata sul legno e poi anche quella poca arrivata per terra.
    "Ecco pulisci, folle di un roditore"
    Sbuffò con un mezzo sorrisetto, poi tornò a rivolgersi ad Ickym con aria più seria.
    "Contando te saremo in tre, devo rivedere la faccenda... senza dubbio potresti fare un buon lavoro, un altro come te ci farebbe comodo al momento. Purtroppo metà dei miei compagni, i miei fratelli di sangue e il resto dei miei fratelli nella nebbia sono dei totali imbranati. Lasciano il lavoro a noi donne e poi si lamentano perché lo facciamo troppo bene. Ma dico io..."
    Dopo il suo monologo sproloquiante si ricompose sulla sedia, mentre si accorgeva di una presenza fastidiosa grazie alla direzione dello sguardo di Reya, incrociato con quello di un ragazzo piuttosto giovane dai capelli biondi che prima non aveva neanche notato. Quando accidenti era arrivato?
    Per il momento nessun movimento inconsueto. Beh, poteva tranquillamente continuare a far finta di nulla, non avevano capito che lì dentro lei poteva sapere tutto quello che da parte degli altri le veniva rivolto.
     
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  15. Ickym
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    Ickym ascoltò attentamente la correzione,e la seguente spiegazione di Ksefira riguardo alla tecnica che aveva utilizzato.
    "Beh, se vuoi riprovare a rifarla, io non ho problemi al riguardo, più che altro non voglio diventare troppo un peso eh, se proprio hai tempo e voglia da buttare.. " rispose. Poi aggiunse "Comunque sì, avevo intuito che non fosse qualcosa di tranquillo, ma non importa, so badare a me stesso." disse sogghignando. Non era un damerino, se c'era da sporcarsi le mani anzi, le zampe, lo avrebbe fatto senza problemi.
    Bevve ciò che rimaneva della sua birra con dei rapidi sorsi, mentre lo scoiattolo si gettava nel calice.
    Ksefira, con gesto fulmineo impedì al boccale di cadere, e rimproverò lo scoiattolo per il suo agire. Quando poi si mise a leccare la birra versata, Ksefira commentò dicendogli di pulire.
    Chissà cos'altro era in grado di fare. Era estremamente veloce, percepiva le emozioni altrui, poteva influenzare la mente altrui e sembrava avere un legame con quell'esserino che girovagava sulla tavola.
    Prese il suo ultimo commento riguardo i suoi compagni come un complimento, per poi chiedere: Lieto di esserti utile. Piccola domanda: il terzo elemento è lo scoiattolo, oppure qualcun altro?
    Si chiese brevemente che legame potessero avere quei due, prima di notare che Ksefira stava osservando un giovane dai capelli biondi, quale fosse il motivo, non lo sapeva.
    Nel frattempo Ickym sentiva Lesath che arriva, ormai era questione di momenti, e si sarebbe fatto vivo di nuovo.
     
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