Il passato è nel futuro

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    Xaviher restò immobile a fissare Alnair e le sue strabilianti abilità, mentre Flynn si leccava la ferita ormai rimarginata per verificarne l'effettiva guarigione.
    "Tutto ciò... è incredibile" sussurrò il lupo bianco, avvicinandosi al compagno dal pelo grigio e agli altri.
    La donna continuava a dimenarsi come un ossessa nel tentativo di liberarsi, ma l'unicorno la schiacciò al suolo e le iniettò una dose di luce dal corno. Ciò che avvenne dopo sorprese tutti i presenti, dato che l'umana si calmò dopo pochisecondi e cessò di gridare.
    Il suo respiro si fece più calmo e la sua pelle lievemente più chiara, come se il rossore della rabbia l'avesse tinta di un fuoco indomabile. Quando si fu del tutto rilassata poggiò il capo a terra, singhiozzando senza versare lacrime.
    "Io... io..."
    Non riuscì a dire altro, sia il timore che la creatura le incuteva sia il moto di disperazione che si era impadronito di lei non le permisero di continuare.
    Xaviher si avvicinò ad Alnair lentamente, passando lo sguardo prima su di lui poi sulla donna.
    "Alnair... puoi lasciarla andare adesso" disse, in tono in parte dispiaciuto in parte pacato.
    Il nano e l'altra umana avevano ritiratole armi, ma Flynn continuava a tenere oro gli occhi addosso, pronto a qualunque evenienza.
    "Non era mia intenzione uccidere... ma..." cominciò l'umana che l'unicorno aveva fortunatamente fermato, con uno sguardo affranto e gli occhi lucidi. "hanno ucciso mio marito... lui... è stato lui..."
    Indicò Flynn con gli occhi, mentre tra i suoi denti cercava di trattenere un ringhio.
    Il lupo bianco neanche la degnò di una qualche attenzione, troppo impegnato ad evitare ulteriori rischi per badarle.
    "Flynn non ha ucciso nessuno per propria volontà, se si è ritrovato a dover combattere significa che è stato attaccato" commentò Xaviher alzando il muso verso il cielo. "non hai alcun motivo di avercela con lui. Piuttosto... sii infuriata con la follia che caratterizza voi umani. Più di una volta abbiamo rischiato la vita a causa di alcuni di voi, e il nostro branco non esiste più grazie agli uomini che probabilmente si trovavano con colui che stai cercando di vendicare. Saremo noi... a poter volere la vostra morte"
    Flyn si girò completamente sconvolto verso il lupo grigio, era la prima volta che lo sentiva parlare in quel modo dal giorno in cui l'aveva conosciuto.
    Tali parole pronunciate dalle fauci di Xaviher non potevano voler dire altro che una cosa, e la convinzione sul muso della creatura ne era una potente testimonianza.
    "Dovessi... dovessi seguire ciò che provo, io..."
    L'espressione di Xaviher si era contorta in qualcosa che non gli si addiceva per niente, qualcosa che pareva molto simile al volto di una bestia feroce priva di senno. In pochi attimi comunque tornò alla sua normale aria pacata e giocosa, abbassando le orecchie e affondando le zampe nella neve per darsi una calmata.
     
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    Alnair lasciò andare la donna come aveva chiesto Flynn. Tanto ormai il suo potere purificante sembrava veramente averla calmata e quindi non era più una minaccia. Si tolse da sopra di lei e fece anche sparire le catene di luce per liberarla definitivamente. Dopodiché si sedette sulle zampe posteriori ed osservò quanto accadde. La donna, non più arrabbiata disse che Flynn aveva ucciso suo marito. L'unicorno ovviamente non poteva sapere con assoluta certezza se fosse vero oppure no, dato che Xaviher disse

    CITAZIONE
    "Flynn non ha ucciso nessuno per propria volontà, se si è ritrovato a dover combattere significa che è stato attaccato non hai alcun motivo di avercela con lui. Piuttosto... sii infuriata con la follia che caratterizza voi umani. Più di una volta abbiamo rischiato la vita a causa di alcuni di voi, e il nostro branco non esiste più grazie agli uomini che probabilmente si trovavano con colui che stai cercando di vendicare. Saremo noi... a poter volere la vostra morte"

    Alnair ovviamente non poteva sapere quanto fosse accaduto. Ma comprendeva eccome la follia umana, ed era uno dei motivi per cui preferiva stare nel suo piccolo paradiso chiamato Apuovia. Per un attimo l'unicorno vide il lupo come se ci fosse ferocia e follia sul suo muso. Ma poi parve rilassarsi e darsi una calmata. Alnair però si era piuttosto stufato di essere tagliato fuori da quella storia, dato che non ne sapeva nulla, e voleva decisamente dei chiarimenti.

    "Dunque, sentite."

    disse rivolto a quelle persone

    "Qualunque cosa sia successa io non ne so niente e non capisco niente. Quindi, magari che ne dite di raccontarmi dettagliatamente cosa è successo? Così magari posso capirci qualcosa anch'io."
     
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    Alnair, chiaramente, si stava stizzendo di fronte a tutto quel macello di eventi.
    La donna si limitò a rivolgergli uno sguardo truce e rattristato, ma Flynn prese parola mantenendosi a distanza di sicurezza dalle armi di quei pazzoidi.
    Xaviher provò ad intromettersi, ma il grosso alfa glielo impedì piantandogli gli occhi addosso e, probabilmente, inviandogli un qualche messaggio mentale con cui riuscì a zittirlo.
    "Alnair, ciò che è accaduto effettivamente non ti riguarda, ma se il tuo viaggio era destinato ad incrociarsi con il nostro... è bene che tu sappia: alcuni giorni fà, in un comune freddo pomeriggio nella tundra, io e il branco di cui ero il condottiero siamo stati attaccati da un gruppo di umani, per uno scopo non ben preciso. Seppur in inferiorità numerica, avremo potuto difenderci egregiamente se non avessero sfruttato la giovane età di un cucciolo per poterci tenere sotto controllo ed impedirci di reagire con prontezza, causando nel nostro spirito guerriero un attimo fatale d'esitazione che fu loro sufficente a preparare le armi... quelle dannate frecce. Xaviher si trovava nella nostra tana, quasi in fin di vita, ormai pronto per esalare l'ultimo respiro. Molti avevano cercato di comprendere il male che lo affliggeva, ma nessuno capiva il perché stesse morendo lentamente e senza nessuna ferita esterna che lo debilitasse. Un demone... è stato un demone a salvarlo, un demone che diceva di non avere nome... e di chiamarsi Nessuno"
    Rivolse il discorso anche agli altri, come a voler sottolineare con durezza ciò che avevano dovuto passare, anche senza l'intervento di quei pazzi indemoniati a complicare le cose.
    "Non so come... ma è riuscito a curare la sua malattia, e a consentirgli di sopravvivere. Neanche qualche ora dopo la lunga operazione attuata da Nessuno, sono arrivati bramando vendetta i compagni degli uomini che ci avevano attaccati, i quali erano stati ridotti a brandelli dallo stesso Nessuno ancora prima che lo incontrassimo. Nuovamente quel demone si è offerto di proteggere Xaviher, consentendomi di scappare con lui allo stremo delle forze mentre si occupava di sterminare quel nuovo branco di umani venuto
    in cerca della nostra morte"
    I suoi artigli affondarono nella neve, tracciandovi dei solchi scuri come contorni di una qualche incisione non ben precisata, rappresentazione
    di una collera che ardeva nel suo cuore per quanto erano stati costretti a subire.
    Tralasciò la presenza di Shyra e i dettagli dell'agonia che avevano sofferto in quegli istanti, ma non v'era bisogno di scendere in particolari superflui in un racconto che dilaniava le sue stesse fauci.
    "Noi siamo fuggiti, per quanto avessi voluto vendicare i miei compagni con queste zanne. Non so cosa sia successo in seguito, ma successivamente ho incontrato il demone assieme a tutto il suo branco di fratelli e compagni... quindi sono sicuro che sia riuscito senza problemi nel suo proposito. Adesso questi invasori della tundra stanno per l'ennesima volta tentando di eliminarci, per vendicare ciò che non saremo mai voluti esser costretti a fare: aver ucciso quegli umani di cui sono certo siano compagni"
    La donna, tornata a sedere sulla coltre di neve, scoppiò in un torrente di lacrime disperate. Gridando e battendo i pugni sulla neve, prese a singhiozzare sempre più spasmodicamente nel tentativo di placare un nuovo impeto d'ira proveniente dalla sua anima lacerata, conscia della veridicità delle parole del lupo.
    "Noi... noi avevamo bisogno di denaro... non sapevamo che... il vostro branco... fosse formato da creature capaci di provare sentimenti..."
    Xaviher, aspettandosi un discorso simile, la interruppe ancor prima che fosse Flynn a farlo.
    "Forse è proprio questo che non vi è chiaro. Capaci di dialogare o meno, tutti noi proviamo sentimenti: vogliamo difendere i nostri compagni, come voi... vogliamo stare loro vicini, se sono in difficoltà... vorremmo vendicarli, per le ingiustizie di cui sono stati protagonisti... il conoscere la vostra lingua e il poter formulare pensieri più articolati poiché in parte discendenti dalla vostra stirpe, non ci rende diversi da loro. Nel branco ognuno ha il suo ruolo, dotato o meno di capacità superiori chiunque rispetta il suo posto e il suo compito. Sappiamo tuttavia che la collera e la vendetta, di cui voi vi dimostrate esaltati portatori, ci condurrebbero verso quella spirale d'odio e di crudeltà che ad ogni modo stiamo cercando di evitare. Se noi vi uccidessimo adesso... qualcun'altro giungerebbe, e non ci sarebbe modo di concludere questo triste cerchio di dolore. Il sangue degli umani divenuti bestie da cui io e Flynn discendiamo, sembrava essersi purificato da simili concetti di viltà... eppure non è così. Per questo ai vostri occhi appaiamo diversi, perché la nostra necessità di dialogare con voi ci ha obbligati ad apprendere un linguaggio a noi estraneo e per lungo tempo incomprensibile. Che l'ansiana
    lupa possa esserne testimone... giuro che solo in nome di quello in cui crediamo non ho affondato le zanne nelle vostre morbide carni, e giuro di non aver mai odiato nessuno come sto disprezzando voi adesso"
    Di nuovo quello sguardo, di nuovo qualcosa in Xaviher si stava smuovendo. Flynn sentì come una scarica più gelida della neve attraversargli la mente, in un brivido di confuse sensazioni che non poteva minimamente aspettarsi. Era la prima volta che la mente di Xaviher, tramite la telepatia, gli inviava qualcosa del genere: sembrava quasi che lo spirito del suo compagno si fosse corrotto in un aspro grumo di furia e disperazione, ciò che neanche negli angoli più remoti del cuore di Xaviher era mai esistito.
    D'istinto gli si portò accanto, adempiendo ancora una volta al suo ruolo d'alfa protettivo e deciso. Per quanto fossero terribilmente rari da parte sua tali comportamenti, si ritrovò a passare la lingua sulla guancia pelosa del compagno dal pelo grigio, in un accorato tentativo di placare la rabbia che l'aveva infervorato.
    "No... quello non è il muso dello Xaviher che conosco... lui non vorrebbe uccidere quegli individui, neanche se mi stessero torturando davanti ai suoi occhi" gli comunicò telepaticamente, sperando di ritrovare il giocoso fratello di sempre in quegli occhi gialli sprofondati nel vuoto della sofferenza.
     
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    Alnair ascoltò il racconto di Flynn con attenzione. La storia era veramente terribile, e di certo non poteva essere stata una mossa saggia fare un patto con un demone. Per quanto ne sapeva poteva anche aver trovato il modo di fregarli. Oppure un giorno sarebbe potuto venire a chiedere di ricambiare il favore ed avrebbe potuto chiedere in cambio qualcosa di molto spiacevole. Dopo che ebbe finito la donna non più arrabbiata, di cui ancora non conosceva il nome, disse la sua, e Xaviher volle dire a sua volta la sua. Nelle sue parole l'unicorno percepì rabbia e disprezzo. Probabilmente anche lui aveva bisogno del suo trattamento speciale.

    "Dunque, ho capito. Questa storia è stata terribile e triste. Ma comunque ora tutti ci comporteremo in maniera civile, e quindi nessuno ucciderà nessuno."

    Poi si rivolse a Xaviher in particolare dicendogli

    "Xaviher, sei un po' nervoso e lo capisco. Ma è decisamente meglio porre fine alle ostilità prima che qualcun altro si faccia male. Devo usare il mio trattamento calmante anche su di te?"

    Forse non avrebbe dovuto chiedergli il permesso di farlo, ma dopotutto con la donna non più infuriata era stata una nemica ed aveva tentato di ucciderlo, mentre Xaviher era praticamente un amico e farlo così a tradimento poteva essere piuttosto maleducato, ed oltretutto dubitava che gli avrebbe permesso di farlo se ci avesse provato così a tradimento.
     
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    Xaviher tirò lunghi respiri, lasciando che la rabbia fluisse via rapidamente com'era venuta, anche se nel suo sguardo vi era ancora grande risentimento. Lui sapeva meglio di chiunque altro di non poter far del male a quella gente, non doveva e non poteva farlo...
    Chinò il muso e si sedette con molta lentezza, scaricando il peso sulla parte posteriore del corpo e cercando di tranquillizzarsi. Si rivolse ad Alnair, che gli aveva chiesto se doveva o meno intervenire per aiutare il suo spirito a calmarsi.
    "No... ti ringrazio Alnair, non ce n'è bisogno"
    Altri secondi passarono, e il nano ormai aveva portato la punta della sua arma quasi a terra in segno di resa. L'unica che ancora dava qualcosa da pensare era l'altra tizia che, nonostante non lo desse molto a vedere, continuava a tenere lo sguardo fisso su Flynn e raramente perdeva la concentrazione. La pazza indemoniata invece si era rialzata e, lasciando il pugnale a terra, si era incamminata verso la direzione da cui era venuta senza neanche interpellare gli altri né degnandoli di qualche accenno verbale.
    Il nanetto barbuto invece volle almeno abbozzare delle scuse con il gruppo, per quanto parevano più parole dettate dal buon senso che dalla vera intenzione di scusarsi.
    "Vi prego di perdonarci per aver cercato di attaccarvi, quanto avete detto è vero"
    Così dicendo, pure lui si allontanò. L'esitazione della donna al suo fianco non sfuggì a Flynn, mentre Xaviher non si era neanche accorto che gli altri se n'erano andati tanto era immerso nei suoi pensieri.
    Quando anche lei non si trovò più nel loro campo visivo Flynn riprese a camminare in direzione della ormai vicina vetta, ma dovette spronare Xaviher con una bella zampata perché questo si riprendesse e tornasse nel mondo delle creature dotate di movimento.
    "Andiamo" gli disse, usando la voce al posto della telepatia per non invadere, almeno per quella volta, la sua testa già sufficentemente in subbuglio.

    In pochi minuti, lasso di tempo nel quale Xaviher non aprì bocca e il che era strano, raggiunsero un'alta struttura a forma di cuneo da cui spuntavano diverse stalattiti ghiacciate, dirette verso l'esterno come aculei di un grosso riccio. Sembravano messe li per essere utilizzate come appigli o comunque strutture su cui far leva per arrampicarsi fino in cima.
    I tre però, guidati dal passo svelto di Flyn, entrarono all'interno di una grossa fenditura nella pietra che conduceva ad una serie di colonne di ghiaccio, le quali a loro volta annunciavano un lungo spazio rettilineo terminante con un portone altrettanto di ghiaccio.
    Su di esso vi era inciso un disegno in parte astratto di due chiostri di zanne spalancati, all'interno di cui vi era una strana foglia appuntita rivolta verso l'alto e tre artigli che la sorreggevano.
    "Ci siamo" esordì Flynn, senza voltarsi e procedendo fino a trovarsi davanti all'ampio portone.
    Sollevò le zampe anteriori e conficcò gli artigli nel ghiaccio, concentrandosi su quelle posteriori per cominciare a spingere facendo pressione contemporaneamente contro di esso e contro il suolo.
     
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    A quanto pareva sembrava che tutto sarebbe andato bene. Tutti e tre i tipi si erano calmati,e a quanto pare ormai se ne stavano andando via. Anche Xaviher ormai sembrava essersi calmato senza nemmeno che dovesse essere necessario il suo intervento. Questo fece tirare all'unicorno un grande sospiro di sollievo. Ormai sembrava che proprio che tutto si fosse risolto ed adesso potevano raggiungere la meta da soli. Ed infatti proprio per questo, dopo il gruppo di aggressori ormai calmati, se ne andarono via e finalmente i due lupi e l'unicorno poterono riprendere il viaggio.

    Durante tutto il tragitto Xaviher non aprì bocca, e quindi Alnair decise di non provare a parlarci, perché probabilmente il lupo voleva starsene per conto suo e quindi era meglio non disturbarlo. Alla fine arrivarono in un'alta struttura a forma di cuneo da cui spuntavano diverse stalattiti ghiacciate, dirette verso l'esterno come aculei di un grosso riccio.
    L'unicorno poi entrò insieme ai due lupi in una fenditura nella pietra e, seguendo il percorso all'interno, arrivarono d'innanzi ad un portone di ghiaccio. Sembrava proprio il posto giusto, perché Flynn disse

    CITAZIONE
    "Ci siamo"

    L'unicorno allora disse

    "Perfetto! Allora entriamo!"

    Ed attese per vedere cosa sarebbe successo.
     
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    Flynn spinse con forza le ante del portone gelato, le quali si aprirono senza produrre quasi alcun suono. Il che era strano e in un certo senso inquietante, date le sue dimensioni, ma Xaviher e Flynn sapevano bene che quel posto aveva insito qualcosa di mistico.
    Proseguirono su lunghi corridoi interni alla roccia e poco illuminati, solo alcune fenditure che davano sull'esterno permettevano alla luce del giorno di filtrare. Quello era uno di quei luoghi nei quali di notte ti saresti potuto perdere in cinque minuti...
    Raggiunto un andito pieno di strane guglie di ghiaccio sulle pareti e di stalagmiti che spuntavano un po' da per tutto, Xaviher si portò davanti e sollevò il muso, fino a quel momento tenuto basso e sommerso nei suoi reconditi pensieri.
    Quando arrivarono al termine del percorso e si trovarono di fronte ad una volta costruita nella pietra e nel ghiaccio, il lupo si voltò e si fermò a fissare Flynn e Alnair.
    "Andate voi, vi aspetto qui"
    Il suo tono di voce pareva diverso, Flynn stesso stentava a riconoscerlo. Provò a sfiorarlo con la mente ma questo lo respinse con leggerezza, azione che prima d'allora aveva fatto solo una volta per quanto l'alfa ricordasse. E quella volta non era stato piacevole, per niente... data la situazione in cui si trovavano.
    Non avvenne alcun dialogo mentale tra i due perché Xaviher lo impedì, e il grosso lupo bianco fu costretto di nuovo a ricorrere alle parole:
    "Perché?"
    "Perché non ho intenzione di incontrare la lupa, semplicemente. Andate, scommetto che Alnair non vede l'ora di saperne di più su quello che ci stava raccontando riguardo al suo destino"
    "Pareva interessasse anche a te"
    Xaviher fece finta di non aver sentito e si sedette ad un lato dell'arco ghiacciato, aspettando che i due passassero.
    Flynn cercò un contatto di sguardi con Alnair per sapere cosa volesse effettivamente fare, la situazione si stava facendo strana e probabilmente complessa; era tutto fin troppo incredibile, sembrava che i ruoli si fossero scambiati e adesso i due lupi si trovassero nei panni l'uno dell'altro.

    Pallad... quando descrivi un luogo che ho appena descritto io, non c'è bisogno che usi le stesse parole, anzi se aggiungi del tuo meglio xD
     
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    Alnair seguì i due lupi all'interno del portone dopo che quest'ultimo fu aperto. Era strano che quando il portone si era aperto non avesse prodotto alcun suono. Ma l'unicorno decise di non porsi domande riguardo questo. Proseguirono quindi per i corridoi scuri ed inquietanti ed Alnair guardandoli si chiese se sarebbe stato capace di orientarsi da solo in quel posto. Durante l'avanzamento del percorso Xaviher era rimasto indietro e a muso basso perdendosi nei suoi pensieri, e Alnair proprio non riusciva a capire cosa gli prendesse. Sembrava che qualcosa lo turbasse. Si, poi quando il percorso cambiò si portò in avanti e sollevò il muso, ma sembrava più per necessità che perché avesse finalmente superato quello che lo turbava.
    Una volta arrivati a quella che sembrava essere la fine del percorso Xaviher disse di andare avanti e che non voleva vedere la lupa. Alnair proprio non capiva che gli prendesse, ed anche per Flynn era lo stesso. Quindi volle subito chiedergli

    "Ma che ti prende? C'è qualcosa che non va? Perché non vuoi incontrare la lupa? Se c'è qualche problema puoi parlarcene tranquillamente."

    Ed attese di sentire la risposta del lupo.
     
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    Xaviher da prima distolse totalmente l'attenzione dai due, socchiuse gli occhi e per un attimo parve tremare sotto al folto pelo grigio.
    "Alnair..." iniziò a dire, allungando di pochi centimetri il muso e fissando l'unicorno con gli occhi semichiusi, "mi sono appena accorto che c'è qualcosa che non va, qualcosa che non va in me. Vi prego, andate..."
    Flynn si mosse alle spalle dell'unicorno per fare quello che avrebbe fatto con un membro del branco indeciso, per incitarlo ad avanzare.
    "Se vuoi... potrai aiutarlo dopo. Adesso andiamo..."
    Solo quando Alnair si fu allontanato da Xaviher e l'ebbe seguito nella successiva parte della struttura, la quale si districava in un breve serpeggiante dedalo di curve, Flynn inviò all'unicorno una sequenza rapida di immagini ed un rapido monologo:
    "Non so cosa sia successo, Xaviher ha visto in se stesso qualcosa di pericoloso. Non è abituato a provare odio nei confronti di qualcuno, ciò l'ha spaventato. Forse è meglio se lo lasciamo ai suoi pensieri adesso..."
    Gli mostrò l'immagine del muso del lupo grigio distorto dalla rabbia come poco prima, e il modo in cui doveva vedere quegli umani... con la vista offuscata dallo scarlatto fuoco dell'ira.
    Chiaramente Alnair avrebbe dovuto rispondergli materialmente senza telepatia, ma non c'era neanche bisogno che lo facesse. L'importante era che si concentrasse sul suo attuale obbiettivo.
    "Ci siamo" continuò il lupo bianco, questa volta utilizzando il vero suono della sua voce.
    Di fronte a loro vi era una porta simile a quella da cui erano entrati, con lo stesso stema inciso, ma di dimensioni ridotte e con quattro piccoli fori centrali nei quali Flynn infilò i propri artigli.
    L'ingresso si spalancò di fronte ai due e i loro occhi vennero inondati di una potentissima luce, proveniente quasi interamente da una fulgida sfera incastonata a terra sul ghiaccio.
    Seduta ad osservarne l'interno e la sfavillante energia che ne scaturiva, si trovava una grossa lupa dal pelo nero, che dava loro le spalle in silenzio.
    Flynn ne cercò la mente con la telepatia ma venne respinto con forza, seppur sapesse che sarebbe andata in quel modo.
    "Mi dispiace Flynn, non avevo intenzione di contrastarti... ma adesso non puoi comunicare con me tramite la mente né con lo spirito. Dato che noto ci sia un ospite con te, forse il suono delle nostre fauci sarà più adeguato"
    La sua voce era morbida, calma e priva di una qualche sfumatura di vecchiaia, come se il suo corpo non rispecchiasse quella che era la sua mente e proprio da essa provenisse la dolcezza di un caldo tono quasi affettuoso.
    Non si voltò neanche mentre parlava, e quando lo fece mostrò ai due solo il suo profilo rivelando di star tenendo gli occhi nascosti sotto le buie palpebre.
    Attorno a loro alcune piccole fiaccole scintillavano dalle pareti glaciali, da cui incredibilmente emergevano senza scioglierrne la superficie in acqua. Flynn sapeva bene cos'avrebbe trovato una volta dentro, ma probabilmente per Alnair doveva essere qualcosa di seriamente assurdo. Anche se... gli aveva visto fare cose altrettanto strane.
    "Mi dispiace disturbarvi, ma avremmo entrambi qualcosa da chiederle"
    Lei non si mosse, limitandosi ad inclinare lievemente il muso.
    "Nessun problema"
    Flynn si voltò allora verso Alnair, come a chiedergli se volesse intervenire e prendere parola.
     
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    Alnair non capì cosa ci fosse che non andasse in Xaviher, e Flynn disse di lasciarlo in pace e di andare avanti, l'unicorno decise di ubbidire. Dopotutto anche lui era impaziente di vedere la lupa e di scoprire di più sul suo passato. Ed anche se in effetti era un po' preoccupato per cosa avrebbe trovato, allo stesso tempo era eccitato dall'idea di vedere cosa avrebbe scoperto. Ciò che Flynn gli mandò mentalmente fu solo una conferma dei suoi sospetti, e tutto quello che poté rispondergli fu solamente

    "Ok. Capisco."

    Dopodiché andarono ancora avanti fino ad arrivare ad un'altra porta. Come disse anche Flynn, quella era la fine del viaggio e l'arrivo della meta. Quando Flynn aprì la porta con una zampa, ed i due furono abbagliati da una luce abbagliante per poi ritrovarsi d'innanzi a quella che doveva essere la lupa che stavano cercando, Alnair fu molto eccitato. Finalmente arrivato il momento di scoprire chi era stato in passato.

    Ascoltò la sua bella voce ed il dialogo che ebbe con Flynn che, appena si voltò verso di lui, l'unicorno capì che toccava a lui parlare. Quindi fece un respiro profondo e disse

    "Dunque, io mi chiamo Alnair e, come può vedere, sono un Unicorno. Ma prima non lo ero. Ero un essere umano. Poi sono finito in un posto bellissimo chiamato Apuovia e lì sono stato trasformato in un unicorno. Però appunto non mi ricordo nulla di quando ero un essere umano. Mi ricordo solo il mio nome e che ero umano, ma non ricordo nemmeno come mi sono trasformato in un unicorno. Sono rimasto ad Apuovia per un periodo di tempo e poi mi hanno mandato in questo continente a cercare il mio destino. Quindi, riguardo il mio passato ed il mio destino, non è che può aiutarmi?"

    Ed attese la sua risposta.
     
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    Flynn, svolto il suo compito di accompagnare Alnair, preferì restarsene in disparte per il momento e lasciare che fosse lui ad interagire con Lehiua. Era un maestro nel pazientare, sapeva come restare perfettamente immobile ed attendere in uno stato mentale praticamente assente.
    La lupa finalmente aprì uno dei due occhi, di colore giallo luminescente ancor più di quello di Flynn, il quale risaltava con il suo manto nero come le tenebre della notte più buia. Da prima restò un attimo in silenzio, poi inclinò il muso e cambiò posizione delle zampe, sedendosi con il muso in direzione di Alnair.
    "Non potevi rivolgermi domanda più complessa Alnair, io non posso scavare nell'incerta dimensione del destino. Tuttavia posso aiutarti a riesumare ciò che hai perso, questo si..."
    Con morbidezza ed eleganza la lupa si alzò e mosse passi flessuosi verso l'unicorno, piantando lo sguardo dell'occhio destro aperto in quello sinistro di Alnair.
    "Lasciati leggere..."
    Alzando una zampa la poggiò su una delle due zampe anteriori dell'unicorno, sfiorandone appena il pelo con un tocco tanto leggero quanto rapido.
    Restò immobile in quella posizione per una manciata di secondi, durante i quali chiuse di nuovo il suo occhio per spalancarlo nuovamente quando ebbe terminato di decifrare la mente di Alnair.
    "In te" disse indietreggiando e tornando nel punto in cui l'avevano trovata, "alberga una gran confusione"
    La lupa si avvicinò alla sfera luminosa e, spostandola con il muso, la fece rotolare incontro ad Alnair.
    Fatto ciò si portò dietro di essa, in modo che la sfera si trovasse tra lei e l'unicorno, e che la luce che emanava irradiasse entrambi i loro corpi.
    "Tocca l'occhio di Alea... mi guiderà nel mostrarti ciò che chiedi"
    Quando Alnair sfiorò la sfera, un sacco di immagini si susseguirono rapide e distorte, come due visioni della stessa realtà contemporanee. Un occhio di Alnair avrebbe visto una radura verde, piena di vita, con l'acqua limpida di un fiume a solcarne la superficie ed alcune sagome sbiadite che avanzavano al fianco di essa... mentre con l'altro avrebbe assistito al macabro spettacolo dello stesso luogo devastato da turbini di polvere e da una tempesta implacabile, nel quale l'acqua cristallina pareva tinta di scarlatto e il verde dell'erba era stato macchiato di grumi di terra umida e fango. Nella prima delle due visioni vi era soltanto qualcosa che apparentemente poteva esser riconducibile ad una figura distinta di una qualche creatura, una zampa coperta solamente di pelle che si poggiava tra i vivaci ciuffi d'erba.
    Nell'altra erano solo alcune ombre a rivestire una terra già madida di morte, ombre di figure apparentemente immobili, come sradicate dal suolo e abbandonate al loro opaco oscuro destino.
    Le due immagini si fusero in un'esplosione di luce: al posto della zampa adesso vi era uno zoccolo, lo sguardo di un muso turchese piantato su ciò che gli stava d'innanzi e un cielo ormai ornato di scuri cumulonembi.
    A pochi centimetri dalle sue zampe, il corpo di un unicorno dal pelo bianco e dalla criniera azzurrina, steso con le membra totalmente inerti.
    Quando la visione fu conclusa e Lehiua poté tornare a fissare l'espressione dell'unicorno dalla parte opposta dell'occhio di Alea, sul suo muso si dipinse un'-espressione lupina- abbastanza incerta, quasi interrogativa.
    "Ti sembra di ricordare niente?"
    1-rispondi con calma, anche tra un paio di giorni, perché non so quanto ci sarò prossimamente.
    2-puoi aggiungere elementi tu, poi continuerò io da ciò che hai scritto: penso sia più divertente se non lasci fare tutto a me
     
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    Lehiua spiegò che non poteva fare nulla con il destino, ma che invece poteva aiutarlo con la memoria. Si avvicinò quindi guardandolo con un occhio dicendogli di lasciarsi leggere. L'unicorno non capì cosa intendesse dire, ma comunque le lasciò fare qualunque cosa intendesse fare.
    Quando ebbe fatto la lupa gli disse che nella sua mente albergava una gran confusione. Questo non era decisamente nuovo per lui. La lupa poi si rimise nella posizione iniziale e poi gli porse la sfera che si trovava lì chiedendogli di toccarla, chiamandola l'occhio di Alea, spiegando che l'avrebbe guidato nel mostrargli ciò che chiedeva.
    Quando lo fece l'unicorno fu travolto da delle immagini differenti e distorte. Una doveva essere il ricordo di quando lui si era trasformato in un unicorno, mentre l'altra, molto più terribile non era certo se fosse accaduta oppure no. E se fosse successo forse sarebbe stato meglio dimenticarlo. Nelle sue visioni c'era anche un altro unicorno. Aveva l'impressione di averlo già visto, ma non ricordava dove.
    Quando tutto fu finito Alnair cominciò a sentire che qualche ricordo cominciava a riemergere. La lupa gli chiese se stava ricordando qualcosa, e l'unicorno volle rispondere.

    "Si. Comincio a ricordare qualcosa. Riesco a ricordarmi che quando ero umano mi piaceva vedere le lucciole. Poi, parlando di ricordi più seri mi è riaffiorato questo ricordo. Sono su una nave, in forma umana. E sono insieme a delle persone armate. Ed anch'io sono armato. Non sono un loro nemico, ma sono uno di loro. Sto viaggiando con loro. Stiamo andando da qualche parte. Abbiamo una meta precisa. Uno scopo preciso. Siamo organizzati e sappiamo quello che facciamo."

    Ormai lo sentiva, che qualcosa stava riemergendo. Forse presto avrebbe saputo chi era.
     
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    La lupa ascoltò la risposta dell'unicorno e analizzò i dati per adesso fornitele per ipotizzare qualcosa. Ripensò a ciò che avevano appena visto e a quanto potesse esser riconducibile ai pochi dettagli dell'umano Alnair che aveva di fronte in nuova forma.
    "Beh, mi sembra chiaro che quella nave e quella visione possano essere facilmente riconducibili ad una stessa linea temporale di eventi"
    Si voltò verso Flynn, che ricambiò con un piccolo inchino senza tuttavia proferire parola. Il lupo bianco si limitò a restarsene seduto in contemplazione, fissando il vuoto.
    "Ei giovane, da quando hai imparato a meditare in quel modo?" gli chiese la lupa, senza però muoversi di un passo. Flynn non rispose, anzi chiuse gli occhi e rimase impassibile senza un qualche accenno di voler rispondere.
    "D'accordo Alnair" continuò Lehiua, tornando a rivolgersi al suo interlocutore. "Posso scavare più a fondo dentro di te, all'occhio di Alea non si nasconde niente. Ma... scoprire la verità... potrebbe recarti un gran dolore, se quel che temo si manifesterà realmente di fronte ai nostri occhi adesso. Spero di sbagliarmi... in ogni caso, qualunque cosa vedrai, resisti finché la visione non sarà conclusa: Alea mostra soltanto una volta ciò che le hai chiesto. Se rinuncerai ad accettare quanto lei ti comunicherà non avrai possibilità di tornare indietro. Sei pronto?"
    Di nuovo lo scrutò imperturbabile con quel suo unico fiammeggiante occhio giallo, attraverso la luce della sfera che emanava sempre più energia.
    In quello stesso momento da Flynn provenì una strana flebile luce azzurrina, la quale si irradiò verso il soffitto roccioso quasi circolare della stanza. La lupa non si distrasse, ma stava captando precisamente quel che stava succedendo e intuì quello che aveva intenzione di chiederle il lupo bianco quando Alnair avesse finito.
    Da qui vado di fantasia sempre tenendo in conto i dati che mi hai fornito... va bene? Mi dai carta bianca o hai preferenze specifiche per il seguito? Se vuoi esser tu a decidere nel prossimo post puoi già creare tu la visione, se vuoi far fare a me ci penso io... però quello che ho in mente sicuramente non sarà del tutto uguale a quello che aveva in mente chi ti ha per la prima volta proposto questo passato... dunque dimmi un po' tu
     
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    Le parole di Lehiua lo turbarono non poco. Poteva davvero rischiare di scoprire qualcosa di brutto nel suo passato. Ma allo stesso tempo, se si fosse tirato indietro, sarebbe successo che non avrebbe più potuto scoprire il suo passato e sarebbe rimasto nell'ignoranza per sempre. Sarebbe stato pronto nel fare una cosa del genere? Se il suo passato si fosse rivelato brutto, forse era meglio non saperlo, ma d'altra parte, poteva essere pericoloso che non fosse riuscito a sapere qualcosa di importante nel passato. Quindi, diede la sua risposta.

    "Ok. Ammetto che ho un po' di paura di quello che potrei vedere, ma penso che sia meglio che vada fino in fondo. Non so cosa potrei scoprire. E, come hai detto tu, potrebbe essere qualcosa di brutto. Ma ormai credo sia meglio andare fino in fondo, altrimenti l'ansia il dubbio e la preoccupazione potrebbero uccidermi, metaforicamente parlando. Quindi mi farò forza ed andrò fino in fondo. Per cui si. Sono pronto. Procediamo."

    Ed attese di vedere che sarebbe successo. Con ansia e preoccupazione nel cuore. E se alla fine fosse saltato fuori che era un uomo cattivo e che adesso era buono solo perché non ricordava di essere cattivo, ma ricordando di essere cattivo fosse tornato cattivo? Quella era di certo una prospettiva per niente piacevole. Ma ormai era un po' tardi per i ripensamenti. Poteva solo andare fino in fondo.

    Si. Hai carta bianca con quello che sta per succedere. Così almeno ho empatia anch'io con il mio personaggio se non so nemmeno io cosa sta per vedere. ;)


    Edited by l.pallad - 31/10/2016, 06:35
     
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    Il discorso di Alnair era stato più che ragionevole, e Lehiua annuì semplicemente con la testa, per poi portare gli artigli sulla sfera e sfregarne sapientemente la superficie.
    Finalmente la lupa aprì anche il suo altro occhio, verde come lo smeraldo più lucente e carico di qualcosa che andava ben oltre la mera conoscenza.
    "Preparati dunque ad assistere a qualcosa che potrebbe ferirti. Spero che il tuo spirito non ne venga lacerato"
    Dalla sfera emerse una corona di raggi splendenti che avvolse Alnair dalla testa agli zoccoli, investendolo in un'ondata di bianco e scintille che lo ricondussero di nuovo all'interno della sua mente, permettendo ai suoi ricordi di diventare la realtà attuale che i suoi sensi avrebbero percepito.
    Ciò che lui vide, anche la lupa poté assistervi:
    Quella nave, una possente imbarcazione simile ad un vascello , armata di catapulte e di arpioni da ogni parte. Gli uomini al suo interno brandivano armi di ogni sorta, dalla lancia più lunga all'alabarda più affilata, da archi e frecce fino addirittura a enormi martelli metallici.
    Qualcuno dettava ordini, qualcun'altro eseguiva. Urla, schiamazzi, ferraglia che cozzava sul legno...
    era evidente che quegli uomini stessero mirando a qualcosa di ben preciso, il perché di quella scelta non era chiaro.
    La nave si mosse attraversando la spuma delle onde e una piccola tempesta, fino a raggiungere una costa dove, con fermezza e decisione, tutti scesero a terra in un susseguirsi di rigorose azioni militaresche, dove ognuno si muoveva seguendo comandi ben precisi e minuziosamente organizzati.
    Abbandonarono e ancorarono li la loro nave, avanzando verso l'entroterra di quel luogo sconosciuto. Lui, Alnair, era in mezzo a loro.
    Il tramonto era sul punto di manifestarsi, rossastro come quello che avrebbe visto una valle di pace mutare in un orrido concerto di volute di fumo e sangue.
    "Non fermatevi, si trovano aldilà di quella radura!"
    Altri passi, armature pesanti a rivestire le loro membra, l'incedere di una piccola flotta ormai simile ad un esercito.
    Furono molteplici le immagini che si susseguirono con amara potenza: grida di guerra attraverso un orizzonte in avvicinamento, lame che venivano sguainate di fronte ad un nutrito gruppo di giovani splendide creature dal corpo possente e dalla lunga criniera, lampi di luce abbagliante e zampilli scarlatti che si mischiavano in un feroce miasma di indicibile dolore.
    Era chiaro che quell'aggressione fosse stata calcolata nei più minuscoli particolari, gli uomini causarono molte ferite e abbatterono alcuni dei loro avversari in pochi minuti; tutto poi divenne più lontano, più lugubre, in una cacofonia scomposta di suoni ovattati ed immagini sfocate.
    Una voce, una semplice voce maschile si levò fra quegli attimi di sconforto.
    "Vedo in te, tu mi hai risparmiato di proposito. Accetta questa mia luce..."
    Una mano sporca di sangue, di sangue che non le apparteneva. Il profilo di quest'ultima venne offuscato da un'esplosione luminescente, bianchi fasci contornati d'azzurro ascesero al cielo come stelle cadenti che avevano invertito la loro rotta.
    Di nuovo la visione della valle avvolta nel silenzio, tra vapori di polvere e fango raccolto in grumi impastati con erba e cadaveri, il fiume che scorreva placido e tinto di rosso nel suo perpetuo flusso cristallino intaccato dal sapore ferroso della morte.
    Di nuovo luce, e poi fu il buio.
    Il ritorno alla realtà, che dopo ciò che Alnair aveva visto pareva quasi un ingenua illusione.
    La lupa abbassò di nuovo la palpebra del suo occhio smeraldino, perdendosi in un'inafferrabile contemplazione che probabilmente coinvolgeva inestricabili percorsi mentali tanto complessi da risultare ultraterreni.
    "Non c'è altro che Alea vuole mostrarti, questo è tutto ciò che ho da offrirti Alnair. Mi spiace di non poterti dire di più. Anche se, forse..."
    Restò immobile, statuaria e rivolta all'unicorno, proiettata alla scoperta di qualcosa che fino a pochi attimi prima riteneva impossibile.
     
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57 replies since 6/8/2016, 01:21   463 views
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