Quiete in frantumi

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  1. Ickym
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    "Non c'è chiarimento da fare mezzo lupo, non qui. C'è una sola cosa che si può fare in questi casi" disse rispondendo all'ultima frase che le aveva rivolto il licantropo. Si mise a correre sul tetto, per poi arrampicarsi su un tetto vicino.
    Arrivata in cima corse fino a raggiungere il precipizio tra un'edificio e l'altro e saltò, caracollando sul tetto di quest'ultima casa.
    Osservò di nuovo la strada e notò che le guardie avevano perso momentariamente le sue tracce, dato che stavano scagliando frecce all'altro fuggitivo.
    Il vecchio e il giovane invece, erano li sotto, a discutere al quanto animatamente sull'accaduto.
    Un paio di metri di caduta e li avrebbe raggiunti.
    Mettetevi al riparo sottocoperta, perché la tempesta è qui! pensò mentre calava sui due. Atterrò praticamente su di loro, facendo finire tutti e 3 per terra, ma Irene che si era già preparata, saltò in piedi e sguainò la sciabola, puntandola al vecchio, mentre rialzava il ragazzo, per poi puntarla alla gola del giovane subito dopo che fu in piedi.
    "Ordina alle tue guardie di sparire immediatamente, altrimenti la prossima pioggia laverà il sangue del tuo figlioletto viziato. Disse con tono autoritario che non ammetteva obbiezioni.
    "Tuo figlio ha un debito con me, sai cosa significa nel codice?"
     
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    Liberatomi delle frecce, approfittai del momento di confusione per richiamare i miei poteri oscuri e divenire un’ombra vivente. Non potevo vedermi o percepirmi, ciò mi diede modo di scomparire temporaneamente per pianificare la prossima mossa. Quella che avrebbe ribaltato quell’assurdo malinteso.
    Dovevo solo costringere il nobile a confessare le sue peccaminose azioni e sarei stato libero di andarmene ad affilare la mia ascia.
    Animai un gemello di tenebra in modo da liberare la strada dalle guardie cittadine. Quegli stolti abboccarono inseguendo il mio gemello, e dandomi modo di avvicinarmi al luogo del conflitto.
    La donna pareva stringere la situazione in mano, con il giovane tremante e il vecchio ai suoi piedi, quest’ultimo aveva un’espressione mista fra la serenità e l’indifferenza.
    Allo stesso modo erano armoniose le sue parole, come se quella situazione non lo toccasse e fosse abituato al pericolo
    Vede mia cara signora, io non posso richiamare quei guerrieri. Non sono al mio servizio, preservano semplicemente la pace all’interno della città. Sono la guardia cittadina di Itios, e per quanto raramente vengano chiamati, non riporranno le armi davanti a un ricercato semplicemente perché gli e l’ho detto io.
    Riprese a tacere con un’aria d’indifferenza per poi rivolgere l’ennesima domanda.
    Non conosco il codice della pirateria ma quale sarebbe il debito che questa piccola peste troppo cresciuta di mio figlio avrebbe con se.
    P-padre ma... Non vorrai assecondare le richieste di questa pazza?
    Mi divertiva vedere quel nobile viziato contestare le parole di suo padre. Non c’era bisogno che io lo punissi, di certo quel saggio vecchio avrebbe impartito la giusta punizione.

    Le guardie di Itios tornarono alla carica, e con mia grande sorpresa avevano portato con se dei segugi. Possenti creature quadrupedi dalla pelle scabra e dalle immense zanne circolari. Erano prive di vista di conseguenza si orientavano con l’olfatto, e venivano proprio verso di me!
    Non sapevo come, ma dovevano essere procurati un po’ del mio pelo perché mi rintracciassero. Sapevo che senza essere sotto il mio diretto comando, l’inganno che il mio gemello rappresentava sarebbe stato rapidamente dissipato, ma non mi aspetto dei segugi.

    Rapidamente balzai per evitare un morso fatale. Dalla bocca della creatura fuoriuscì un’immensa lingua che mi avvolse, tirandomi verso il segugio.
    Scoprii la mia forma denudandomi dell’invisibilità. Se dovevo combattere lo avrei fatto a faccia.
    Spalancai le zanne per dare un poderoso morso sulla lingua di quell’abominevole talpa troppo cresciuta. Estrassi l’ascia, e tagliai quel lungo serpente ricolmo di bava che mi aveva avvolto.
    L’essere gemeva dal dolore, mentre tempestavo senza sosta il suo volto privo di occhi con pugni che avrebbero infranto le rocce.
    Afferrai il suo mento per spalancargli la bocca così tanto, che potevo vedere cosa aveva mangiato per colazione. Mossi il braccio in modo da liberare un artiglio retrattile della mia armatura e conficcarglielo nel palato.
    Fatevi avanti, Mitar difenderà la sua innocenza fino alla morte!
    Liberai anche l’altro artiglio per farli incrociare l’uno con l’altro, e prepararmi allo scontro
     
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  3. Ickym
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    Già peccato che la guardia cittadina sta cercando di prendere la persona sbagliata per colpa di vostro figlio. Quindi le cose sono due o state mentendo, o vostro figlio a più potere di voi.. Premette la sciabola contro la gola del rampollo, facendo scendere un rivolo di sangue, ma senza ferirlo gravemente.
    "Vostro figlio ha un debito con me, perché mi ha fatto scoprire dalle autorità." Il codice non era un segreto a nessuno, quindi anche se glielo rilevava non avrebbe fatto del male a nessuno. Dopo la breve pausa aggiunse "In pratica grazie a lui devo sparire per un po', e il debito deve essere pagato in qualche modo, altrimenti lo si paga con la vita" fece un'altra pausa, mentre vedeva alcune guardie che si stavano avvicinando minacciosamente. "Ultima possibilità. richiama le guardie oppure rimpiangerai tuo figlio al suo funerale"
    Ho scritto poco perché intanto sbroglio la situazione qua. Dopo nei prossimi post aggiungo più roba. Se non va bene, basta che me lo dici che così rifaccio il post ^.=.^;
     
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    No problem . La prima parte per convenzione la metto in 3 persona, Mitar non può analizzare tutto mentre combatte, altrimenti gli si imbabba il cervello XD.

    Il giovane nobile sbuffò scocciato mentre suo padre tenne un'espressione seria, in quella sgradevole situazione.
    Il vecchio intonò bene la voce, in modo da schiarire le sue parole perché la piratessa comprendesse la situazione.
    Proprio perché è mio figlio ha credibilità.
    Il nobile si voltò verso quel disastro che era la sua progenie, per sussurrare poche parole con molto segno.
    Cosa gli hai detto per una simile reazione?
    Il giovane sbuffò
    Nulla, solo che una ricercata e il suo nuovo complice licantropo che vive alla luce del sole senza problemi stavano causando qualche disastro giù in città e che forseee, avrebbero rovinato la le festività
    Hai condannato un innocente per un tuo capriccio, dovresti meditare sulle tue azioni. Sai quanto a Itios sono suscettibili verso coloro che turbano l'ordine.
    Oh padre, ci sarebbe stato un equo processo in cui i colpevoli sarebbero stati condannati e gli innocenti scagionati.
    Per un attimo il giovane fissò il feroce Mitar impegnato nello scontro, per poi volgere il suo sguardo a quello della piratessa.
    Comunque sia io non pagherò e tu non ucciderai proprio nessuno, guarda dietro di te.
    Alle sue spalle il possente guerriero dalla pesante armatura nanica stringeva con forza il manico della sua spada pronto a difendere i suoi padroni.
    Le sue braccia si mossero con rapidità, quasi come se il peso della sua arma fosse inesistente. Il fendente mirava alle costole di colei che veniva dai mari, in modo da ucciderla in un unico letale attacco, che le avrebbe sciancato il respiro.
    muovi pure il PNG del guerriero in armatura nanica per fargli compiere le azioni dello scontro. Solo una nota, vuole solo proteggere i suoi padroni e basta.


    Le cieche belve avanzavo incrociando la potenza del mio pugno sul loro cammino. Tagliai, sgozzai e squartai ogni singolo creatura che incrociava il mio sguardo.
    Il sapore della loro carne era rivoltante, ma dovevo patirlo per liberarmi da quelle appiccicose lingue.
    Le zanne, non perforavano la carne con facilità, nonostante le loro dimensioni. La forma circolare della bocca di quelle creature non le rendeva adatte a mordere come lo ero io, ma se mi avessero trascinato nelle loro bocche quei denti aguzzi sarebbero stati la mia fine.

    Mi attaccarono in gruppo per cercare di sopraffarmi. Ancora i poteri delle ombre accorrevano in mio soccorso, dilaniando le carni dei segugi sotto la forma di aguzze lame oscure. Le catene che avevo creato imprigionavano e trafiggevano le creature, dimezzando il numero di quelli che potevano darmi battaglia.
    Altri arcieri incoccarono le loro frecce costringendomi a retrocedere di qualche passo per evitarlo. Avrei preferito un sano combattimento faccia a faccia, che una lotta a distanza.
    Decine di altri guerrieri mi puntarono contro le loro armi, pronti a trafiggermi. nella mano preparavano il mio buco nero, sperando che avrebbe potuto salvarmi da quella situazione.
    Ruggì adirato contro di loro, e con mia grande sorpresa ciò che uscì dalle mie fauci non era ciò che mi aspettavo.
    Fu un travolgente urlo misto a dei tenebrosi sussurri che cominciarono ad insinuarsi nei cuori dei miei nemici. Caddero in preda alla follia, impugnando le spade e tremando per ciò che stava accadendo. Il loro sguardi riflettevano qualcosa di terribile che era rimasto annidato nei loro cuori per molti anni.
    Ebbi il tempo di impugnare l'arma per raggiungerli e cominciare un vero combattimento. Spaccai qualche naso e feci un paio di lividi sulla loro pelle, e ammaccature sulle corazze, ma non tutti rimase fermi e silenti a subire la mia offensiva. Su alcuni il mio oscuro ruggito non ebbe alcun effetto e continuarono ad affrontarmi senza sosta.
     
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  5. Ickym
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    Irene rimase lì ad ascoltare ciò che quei due nobili stavano dicendo, e si convinse sempre di più che aveva deciso sul da farsi. L'ultima frase del ragazzo, fu una pessima idea da parte sua, dato che le fece notare la guardia che la stava attaccando.
    Fece una piroetta, senza perdere la presa con il giovane, in modo da schivare il colpo.
    Ci riuscì parzialmente, dato che comunque l'attaccante riuscì a ferirla, provocandole un taglio abbastanza fondo, e tracciando un taglio netto sulla giacca che indossava. Una macchia rossa cominciò ad allargarsi sulla camicia bianca.
    Mise il giovane nobile tra se , il padre e la guardia, in modo da tenere sott'occhio tutti i presenti.
    "Bene dunque" disse infine. "Vedo che ci capiamo" dopodiché aprì il collo al giovinastro, lasciandolo. Gli si avvicinò al volto e gli sussurrò "Il tuo debito è stato ripagato", dopdichè si girò verso la guardia che la aveva appena ferita e le disse, puntandole la sciabola
    "Deciditi, o muori qui o te ne vai"

    Mentre il poveretto decideva, o piangeva la persona che era devota a proteggere, Irene ebbe il tempo di vedere Mitar ruggire contro i suoi assalitori, terrorizzandone alcuni. Si chiese come fosse possibile che dei soldati addestrati venissero terrorizzati da un semplice ruggito, ma poi le venne in mente che Mitar aveva usato dei poteri prima, e che quindi nel suo ruggito magari era stato infuso qualcosa della sua magia.

    Non ebbe il tempo di interrogarsi oltre che la guardia che prima l'aveva ferita si getto contro di lei con un un urlo rabbioso.
    Non una buona scelta". Parò la spada dell'avversario, anche se un po' a fatica data la forza che ci aveva messo. Prese le distante un'altra volta, e decise che era meglio schivare gli attacchi da li in poi, se voleva continuare a camminare con le sue gambe.
     
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    I miei pugni sfuriavano sulle guardie, mentre con la coda dell'occhio vidi quello che stava accadendo. Il nobile, l'unico che poteva testimoniare la mia innocenza, era morto.
    A furia di bere ti si è offuscato il cervello?
    Urlai a quella pazza.

    Avanzavo nella sua direzione incatenando e tramortendo ogni guardia che si metteva sul mio cammino.
    Ogni qualvolta che si osavano avvicinarsi a me per tentare di colpirmi, legavo alle loro caviglie le ombrose catene per poi scaraventarli in direzione dei muri. Il dolore delle loro schiene sbattute contro il marmo era nulla, paragonato alla sofferenza che avevo intenzione di infliggere.
    Hai ucciso l'unico che poteva tirarci fuori da questa follia! DOVREI STACCARTI VIA LA TESTA DAL COLLO!
    Una guardia cercò di caricarmi alle spalle, estrassi l'ascia e colpii il suo stomaco con il manico. Sussultó, e ciò mi diede occasione di serrarlo nella mia morsa.
    Cosa ci vuole per farvi capire che sono estraneo a questa vicenda?
    Rimasi un momento a fissarlo, mentre le sue labbra cercavano di muoversi.
    Altre accuse oppure avevo convinto finalmente qualcuno della mia innocenza?
    No, non rispondere...
    Gli ruppi il naso con un pugno per lasciarlo cadere al suolo.
    Mi rivolsi ancora a quella donnuncola a cui dovevo una parte dei miei misfatti di quel giorno.
    Ora tu verrai con me, e spiegheremo a questi dannati insistenti che noi due non siamo soci e nulla abbiamo confabulato ai danni di Itios.
    All'ennesima guardia che dovetti respingere mi portai al centro di quel lato della città.
    Qualcuno chiami il maledetto capitano di questi fessi in armatura!
    Urlai con tanta foga che la mia voce continuó ad echeggiare per qualche secondo, prima di lasciarmi solo con un lieve affanno.

    La gente cominciava ad accorrere per assistere allo spettacolo. Le poche guardie che andavano a riprendersi dal mio attacco, cercavano di tenerle lontane, probabilmente volevano impedire qualche ferito. Erano davvero tanto stolti da non notare che non avevo causato gravi ferite a nessuno? Fatta eccezione per le loro bestie...

    Gli archi tutt'attorno a me cominciarono a tendersi. Volevano tentare un altro assalto con a distanza, e questa volta ero circondato.
    Le frecce vennero scoccate, piovendo come lampi dal cielo nella mia direzione.
    Richiamai le mie catene, avente in quel momento per mio volere, una lama a forma di falce alla loro estremità.
    Le feci roteare intorno a me in modo che distruggessero le frecce prima che potessero colpirmi. Insieme formavamo un letale ed innarestabile tornado, portatore di morte e distruzione. Ma anche l'occhio del ciclone avvolte è vulnerabile.
    Una freccia ferì la mia gamba, facendomi sussultare un secondo. Compreso il rischio che provavo restando allo scoperto, scattai verso un vicolo che era più apparato. Non era molto largo, e portava ad altre due strade secondarie. La sua posizione impossibilitava gli arcieri ad attaccarmi tutti insieme. Un leggero vantaggio in quello scontro alquanto impari, per loro.

    Edited by Tiziel - 9/10/2016, 14:42
     
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  7. Ickym
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    "Non ti avrebbero scagionato comunque, fattene una ragione!" rispose brevemente a Mitar che le stava sbraitando addosso perché aveva ucciso quel nobiluccolo da quattro soldi.
    Mantenne la concentrazione fissata sull'avversario, dato che la sua rabbia incontenibile, lo aveva reso un nemico formidabile: di parare i suoi colpi non se ne parlava, al massimo poteva deviarli, o schivarli, dalla forza che ci metteva.
    Dopo che il suo avversario riuscì a ferirla di nuovo, questa volta sulla spalla opposta al lato dove era stata ferita precedentemente decise che era giunto il momento di terminare il duello.
    Prima che potesse decidere sul da farsi, la guardia la caricò, colpendola talmente forte da farla ruzzolare per terra.
    Velocemente, nel mentre che la guardia si avvicinava, richiamò a sé l'acqua che c'era nei dintorni, non importava da dove veniva, dall'aria, dal terreno, dalle mura li intorno.
    La accumulò in una sfera dietro di se, e appena la guardia le fu abbastanza vicina, in modo che non potesse scappare dal suo attacco a sorpresa, Irene le lanciò la sfera addosso.

    La sfera "esplose" al contatto con la guardia, rompendosi e spargendogli addosso l'acqua che conteneva. Subito si mise ad urlare dal dolore, data la temperatura che Irene aveva fatto raggiungere all'acqua prima di lanciarla.
    "Ora!" pensò, e senza perdere tempo, si rimise in piedi e attaccò la guardia, sofferente.
    Ci mise un'attimo a trovare un modo per ignorare l'armatura, ma poi con un paio di spadate ben assestate riuscì ad aprirsi un varco nei pettorali, ed a trapassare il cuore della vittima.

    Si aiutò con lo stivale a sfilare la sciabola dal corpo ormai senza vita, dopodiché la fece roteare una volta, per poi fermarla di colpo per fare in modo che il sangue rimasto sulla lama schizzasse per terra, e rinfoderò la sua arma.
    Mitar! Se vuoi vivere, seguimi! urlò a squarciagola al mezzo lupo, dopodiché si girò e si mise a correre all'impazzata nelle vie della città, scansando i passanti con agilità.
     
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    Le frecce fendevano l'aria nella mia direzione, balzai da un lato delle pareti per evitarle. I loro colpi d'arco di susseguivano senza sosta, per divenire vani incrociando le mie letali catene. Ormai gli arcieri avevano terminato i dardi da scoccare, decisero così di affrontarmi in uno scontro diretto.

    Estrassi l'ascia e mi preparai a frantumare qualche osso. La loro avanzata si arrestò di colpo. Udii un possente battito d'ali che si propagavo per l'intero vicolo . Un'ombra gigantesca si portò sulle teste dei passanti.
    La terra venne scossa, facendo sussultare per un attimo le guardie.
    Un ruggito potente e feroce si divampò nell'aria. Le guardie cominciarono a scansarsi, dando modo alla maestosa di figura di portarsi al mio sguardo.
    Le scaglie della sua pelle erano un misto di d'azzurro e alluminio, i suoi occhi erano privi di pupille, sulla sua testa un'immensa cresta ne percorreva tutto il corpo fino alla coda.
    Chi ha richiesto i miei servigi?
    Il capitano delle guardie presumo
    Libkazal ala di redenzione, al suo servizio
    Bene, questi bimbetti in armatura mi hanno attaccato sotto falsa accusa.
    Hai qualche prova per discolparti?
    sbuffai adirato
    L'unica criminale ha sgozzato il mio accusatore, ma ci sono dei testimoni.
    Esaminerò la questione, per il momento la procedura prevede che ti porti in prigione, fino a nuovo ordine.
    A quella frase serrai la presa sull'impugnatura della mia arma.
    Evidentemente non ci siamo intesi, Mitar non finirà in prigione come un volgare criminale.
    Per quanto tu possa essere innocente, e anche considerando che non hai causato ferite mortali, le regole vanno sempre rispettate. E' l'unico modo per perseguire il percorso della giustizia. Il mio dovere è di scagionarti, ma lo farò sottostando alle regole. Mi aspetto il tuo ausilio.
    Ne avevo avuto abbastanza dei suoi discorsi moralisti sulla giustizia e sulle regole. In quanto innocente nessuna gabbia avrebbe dovuto imprigionarmi.

    Feci vorticare una serie di catene verso il viso del drago d'argento in modo da impedirgli di sfruttare la sua arma a soffio. Precedette la mia offensiva, le sue zanne si spalancarono con rapidità espellendo un continuo raggio raggelante.
    I miei anelli di tenebra furono bloccati dal continuo martoriamento del drago.

    Balzai di parete in parete per superare il drago. Per poco non riuscì ad afferrarmi con i suoi artigli, ma fui troppo rapido nel guizzare in quello stretto vicolo.

    Decisi di compiere l'unica azione sensata, seguire quella pazza donna fra la folla.
    Com'era prevedibile il drago provò a scagliare una sfera raggelante nella mia direzione, sussultando un secondo. Le sue zanne si richiusero, serrando al suo intero il colpo gelante che stava preparando.
    Sotto i suoi comandi i soldatuncoli cominciarono ad inseguirmi fra i passanti.
     
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  9. Ickym
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    Non si preoccupó di controllare se il mezzo lupo la stava seguendo. Se voleva combattere una battaglia già persa, liberissimo di farlo.
    Corse per alcuni minuti fino in fondo alla via, quando raggiunse una grande piazza circolare, dove al centro c'era una fontana maestosa, circondata da un piccolo mercato che fermentava di vita.

    Entrò nella piazza e sí guardó in torno, confondendosi con la folla.
    Camminò di bancarella in bancarella, facendo finta di essere interessata, mentre rubacchiava qualcosa tra l'altro.

    Il rimanere ferma in quella piazza era un'atto feliberato, in quanto le guardie avevano in qualche modo capito in anticipo la sua direzione, e avevano fatto dei posti di blocco ad ogni entrata tranne da quella tramite era arrivata. Le guardie che la seguivano avrebbero "chiuso" l'ultima via. Stolti, credevano davvero di averla in pugno?
     
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    Cosa diavolo faceva quella donna. Invece di affrontare il fato in una gloriosa battaglia, si metteva a rubare come una vile ladra.

    Le guardie volevano circondarmi. Ohh poveri sciocchi, non avrebbero mai catturato Mitar.
    Impugnai l'ascia e richiamai le forze dell'oscurità. L'arma fremeva nella mia mano per bagnarsi nel sangue di quegli uomini dall'effimera comprensione. Stavo per colpire quando un logorante dolore cominciò a divorarmi la gamba. La freccia che mi aveva colpito pochi minuti prima era intrisa di un veleno che andava a consumare lentamente le mie forze.
    Veleno, l'abietto strumento dei deboli.

    Corsi incontro alla fontana, liberai lascia dalla mia mano, scagliandola contro la costruzione. Cominciai a ruotare attorno al monumento, quando un dolore agonizzante s'impossesò della mia gamba.
    L'agonia trasformò quei secondi in minuti, e i minuti in ore. Munendomi solo della gamba sinistra tentai un balzo. Il mio corpo fendeva l'aria, mentre tiravo a me la catena dopo essermi scagliato su uno dei tetti.
    Gli ci sarebbe voluto un po' per raggiungermi, inoltre quella vista era perfetta.

    Svuotai una delle mie borse, quella più leggera e apparentemente vuota. Annusi tutte le varie erbe così simili fra loro, prima di riconoscere quella che per odore ed aspetto mi avrebbe dato conforto da quel dolore. La ingerii, e qualche secondo dopo il la logorante sofferenza andava a poco a poco ad allentarsi.
    Conficcai un dito nella ferita per annusare il sangue. L'odore del veleno non mi era nuovo, e potevo avere ciò che serviva per neutralizzarlo. Focalizzai per un secondo prima di riconoscerlo del tutto.
    Avevo la bacca necessaria a neutralizzarlo accuratamente conservata in un sacchetto di pelle, condita con della polvere speciale per non farla appassire.
    Il suo sapore era terribilmente aspro, come quasi tutte le medicine del resto, nonostante fosse una bacca.
    Mi rialzai in piedi, tenendo l'ascia appena.
     
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  11. Ickym
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    All'improvviso una delle guardie gridò "Eccola è la! indicando la direzione dove era Irene.
    Metà dei presenti si girò verso di lei, mentre stava prendendo una corda da una delle bancarelle, e mentre una decina di ornamenti preziosi le pendevano dal capo, tintinnando insieme alle perline dei capelli.

    Subito si girò nella stessa direzione dove stavano guardando tutti, facendo finta di niente, ma appena sentì il rumore dei passi di un gruppo di guardie mentre si avvicinavano, prese velocemente la corda e corse verso la fontana, per poi saltarci dentro. Nel frattempo, la folla spaventata si accalcava per andare verso le uscite della piazza. Eventualmente, in una manciata di minuti la maggior parte del popolo che si era radunata li se ne era andata.
    Gettò la corda nell'acqua mentre faceva un lazo ad una delle estremità.
    Con una mano sfoderò la sciabola mentre con l'altra si preparò con il lazo. Fece una rapida avanzata verso l'esterno della fontana, colpendo con violenza le spade di tutti quelli che tentavano di passare il piccolo muretto che impediva all'acqua di invadere la piazza.
    "AH! Non mi avrete mai!" disse prima di gettare il lazo sulla statua centrale, riuscendo ad assicurare la corda alla statua. Lasciò galleggiare la corda nell'acqua, mentre faceva qualche passo nell'acqua in modo da spaventare le guardie.

    "Devo ammettere, che mi avevate quasi presa, pe..." stava per aggiungere altro, quando un drago dalle scaglie argentee entrò nella piazza e interruppe Irene dicendo"Irene Blackmane. Finalmente ci incontriamo"
    Irene rimase un pelo interdetta dall'apparizione del drago.
    "Cosa porta una cacciadraghi di mare, nonchè pirata, qui?. disse il drago, vagamente irritato

    "Ah beh, vedo mi conosci già" disse, mentre sembrava perdere tutta la sua spavalderia.
    Poi si ricompose in un momento e riprese il suo atteggiamento solito
    "Beh I motivi per cui sono qui sono molteplici e di... ecco diciamo, di diversa natura dai soliti. disse gesticolando con le mani.
    Si preparò a usare una grande quantità di energia mentre diceva: "Se mi è concesso, posso sapere con chi sto parlando?
    "Andiamo... credi che non abbia percepito che stai preparando una grande quantità di energia? Questi trucchi non funzionano coi draghi, lo dovresti sapere dato che ne hai già uccisi...
    "9" lo interruppe la piratessa con tono solenne, mostrando le 9 cicatrici sul braccio di fianco alla sua bandiera pirata.
    "...9" riprese il drago, irritato nel sapere che 9 dei suoi simili erano caduti per le mani di una donna talmente senza valori, per poi aggiungere: "Sono aumentati dall'ultimo rapporto."
    "Già, mi ero data da fare, però diciamo che ultimamente ho avuto un ripensamento, e mi sono preso una piccola, ahem, pausa." rispose con tono provocatorio.

    Il drago batté una delle possenti zampe sul terreno mentre delle piccole colonne di fumo gli uscivano dalle narici. Stava giocando col fuoco, quasi letteralmente, e lo sapeva
    Fece qualche passo indietro per poi dire:
    "Comunque drago, credo tu abbia affrontato molti più maghi di quanti draghi io abbia affrontato, eppure nemmeno tu sembrì aver imparato tutto." disse con un mezzo ghigno in faccia.

    In quel momento sprigionò l'energia che aveva accumulato, facendo raggiungere la temperatura di ebollizione all'acqua della fontana, ma senza farla saltare in aria. Una densa coltre di vapore si alzò, creando una piccola ma fitta nube di vapore.
    Dall'alto si poteva ancora vedere la fontana e il resto, ma da terra era impossibile vederci attraverso.
    Irene corse verso la corda, la afferrò e spinse un qualcosa nascosto nella fontana, che fece aprire una piccola porticella in cui si calò velocemente tramite la corda.
    Prima di scendere però fece una sfera d'acqua bollente e la lanciò sul muso del drago. Sapeva che non gli avrebbe fatto niente, pensò fosse una cosa divertente da fare, e quindi lo fece.

    Scusami se non ti ho chiesto prima se potevo o no usare l'npc del drago, nel caso ti dia fastidio, dimmelo subito che rifaccio il post.


    Edited by Ickym - 23/10/2016, 15:49
     
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    Le amare erbe lenivano il dolore causatomi dalla freccia avvelenata. La mia gamba, che fino a pochi secondi prima bruciava come se fosse stata immersa nel magma del più ribollente abisso degli inferi, stava lentamente riprendendo la sua naturale mobilitò.

    Porsi lo sguardo alla fontana dove infuriava la lotta. Il battito d'ali che aveva preceduto la sua venuta era facilmente riconoscibile. Dopo pochi minuti non potevo già dimenticare quel rintocco alare misto al suono di brina che si scongela al sole, mentre travolge ogni cosa che si oppone al suo cammino.

    Il suo sguardo traspirava magnifica furia guerriera, appariva pronto a scatenare il suo soffio raggelante.
    In un travolgente fremito serrai la presa sulla mia ascia, pronto a martoriare le scaglie del drago con il temperato acciaio della mia arma.

    La botola da cui la donna era passata mi avrebbe permesso la fuga , ma avrei evitato la sfida contro un avversario di alto calibro.
    Riflettei un momento sul fato che avrebbe succeduto le mie azioni, prima di prendere la decisione definitiva.

    L'aria si diradava al mio passaggio, travolta dalla potenza con cui mi lanciai dal tetto. Le ombre serpeggiavano attorno al mio copro, per lanciarsi sui miei nemici sotto la forma di centinaia d'anelli oscuri. Come serpenti, li stringevano nella loro letale morsa, impossibilitandoli ad ogni attacco.

    Nel mentre che andavano a precipitare nella caditoia, il drago si accorse della mia presenza. Riuscii a vedere nel suo sguardo, ardenti fiamme glaciali, che fremevano per portare la distruzione sulle teste dei malviventi.
    Il suo soffio glaciale si manifestò in una forma molle e fragile, che mentre avanzava, andava a mutarsi in letali spine ghiacciate.
    La mia ascia andò a conficcarsi in un blocco di ghiaccio, mentre cercavo di tagliarlo. Il blocco si spezzò dal resto della formazione glaciale che si stava formando.
    La sua massa bloccò quasi del tutto il passaggio in cui ero appena precipitato.
    Per un momento rimasi sospeso, poi il macigno cominciò a sgretolarsi lentamente, per poi frantumarsi del tutto lasciandomi cadere nel vuoto.
     
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    ma quindi Mitar è riuscito ad entrare nel passaggio o no?
     
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  15. Ickym
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    arrivò in fondo relativamente in fretta. Per fortuna la corda che aveva preso era più lunga del necessario, quindi non ebbe problemi a raggiungere il fondo.
    Dato che laggiù faceva più freddo che non fuori, dove aveva fatto una sauna praticamente, rabbrividì, sentendo il freddo penetrarle nelle ossa
    Una volta giù si accucciò. Cavolo le bruciava da morire il taglio. Decise che era il caso di sistemare il problema. Raccolse un po' d'acqua dai dintorni e la trattò perché diventasse acqua curativa e la applicò alla ferita. In una manciata di secondi ebbe finito e si rialzò.
    Si stava giusto domandando dove fosse il lupo, e se avesse visto il passaggio, quando sentì un rumore provenire da sopra.
    Preparò un "cuscino d'acqua" sospeso a mezz'aria, in modo che non si rompesse niente all'atterraggio e aspettò che arrivasse.
     
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