Overlord for swamp

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eidous aveva afferrato al volo l'organo gelato, iniziando a spiegare qualcos'altro che Zakrina smise di ascoltare alla parola "alchemici".
    Capì di aver compiuto un gesto che non avrebbe dovuto compiere quando tutti presero ad allarmarsi, sbraitando in qua e in là come dei pazzi scatenati.
    Dannazione, lei voleva solo andare a mangiare!
    Sbuffò sonoramente, contemplando il proprio corpo a partire dalle mani: non sembravano avere niente di strano, erano soltanto lievemente intorpidite per aver tenuto in mano il pezzo di ghiaccio.
    Sperò che quella nuova interruzione almeno non fosse un altro modo per farle perdere tempo, stava cominciando a spazientirsi.
    "Non so se sia di carne umana ma... si, decisamente si... ho fame! Ed è mezz'ora che ve lo dico accidenti! Se non l'aveste ucciso voi mi sarei mangiata quell'affare, ma non mi piace una bestia cacciata da altri"
    Poggiò il piccolo zaino con il violino davanti ad Eidous, sapendo che stava per fare una sciocchezza infinitamente pazza e insultandosi almeno cinquanta volte mentre glielo porgeva.
    Cercando di apparire il più stizzita possibile, si incamminò verso quella che aveva compreso essere la zona più selvaggia nei dintorni, quella a cui il vampiro si era riferito con -qua sotto-. Se non l'avessero accompagnata, sarebbe andata da sola.
    Era più probabile che lei infettasse il wendigo morto stecchito, piuttosto che il contrario. Quanti problemi inutili si faceva quella gente.
    E poi, anche se fosse stato, si sarebbe divertita sicuramente un po'!
    "Achillea vuoi venire con me o no?" domandò, voltandosi un attimo verso la guerriera e mostrandole la sua spada. "ho ancora la tua arma, se non ti va di accompagnarmi te la restituisco dopo!"
    Tutta pimpante e zompettante, con la spada sulla mano destra in una posizione di semi-guardia, si mosse verso l'area sottostante della palude dove sarebbe dovuta arrivare per ottenere finalmente l'agognato pranzetto.
    Da quelle parti capire se fosse pranzetto o cenetta non era tanto facile, il cielo era sempre uguale da quello che aveva potuto constatare; nel momento in cui si erano addentrati ad Andorix era decisamente grigio, e altrettanto grigio era mentre stava scegliendo un appiglio carino da cui lanciarsi in un laghetto simile ad una pozzanghera cosparsa di piante.
    Cercò con lo sguardo un luogo con una vegetazione più fitta, nella quale nascondersi o alla quale aggrapparsi per eventuali fughe e agguati, ma avrebbe dovuto spostarsi di un bel po' per raggiungere ciò che stava cercando.
    Lì vi erano molte ninfee, molte strane rane, qualche funghetto che probabilmente aveva effetti peggiori del cuore di quel coso... che aveva capito chiamarsi wendigo, ma foreste nel senso in cui le intendeva lei erano sicuramente più rade da quelle parti.
    "E va bene..." disse tra se e sé, lanciandosi nello stagno sottostante con un balzo.
    Si ricordò solo in quel momento di star indossando un paio di piccoli sandali intrecciati, e per quel genere di cose lei aveva bisogno di essere scalza. Maledisse mentalmente tutti i sandali del mondo e i wendighi che ne avevano acquistati almeno un paio, perché pensava di atterrare su una pozza molto bassa e invece si ritrovò a sprofondare nell'acqua con tanto di vestiti, spada e quant'altro.
    Il freddo tocco dell'interno del lago la avvolse, e per poco non ingoiò una buona dose di liquido dissetante per la sorpresa. In effetti, però, l'unica cosa a cui riuscì a pensare mentre usciva in fretta dall'acqua, era se la spada di Achillea si sarebbe danneggiata.
    Aggrappatasi al bordo con le mani si trascinò fuori, del tutto inzuppata,, facendo forza con le braccia sul terreno umido da cui spuntavano fili d'erba e foglie di qualche pianta a lei sconosciuta. Si sarebbe vista bene dall'assaggiare anche quelle.
    "Ti pareva..." commentò, asciugandosi i capelli fradici e subito dopo la superfice metallica della spada.
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Bene..!
    Bene!
    Proprio tanto, Tantissimo bene!
    Il vampiro si chiese cosa avesse fatto di male a parte sterminare qualche draghetto da bimbomikia/ragazzo nel età della stupidera.
    Perché tutte a lui!?
    Il drago gli rognò sul fatto che non si poteva fare a meno di azzardare perché è un drago troppo fico che seguei i suoi ideali eccetera...
    E intanto chi paga?
    Eidous ovviamente!
    Sempre lui per i casini combinati dai suoi uomini.
    Poi quello è un ponte storico!
    Uno dei simboli della sua supremazia!
    Ma che figura ci fa così!?
    Ok.. Eidous sapeva che questa era solo una cavolata allucinante.
    "si hai ragione Kenshin.
    Ci sono sempre danni collaterali.
    Tienila la balestra.
    è tua.

    Fece ridandogliela in mano.
    Vide anche compiaciuto la sua generosità ripagando il dardo esplosivo al koboldo a qui lo aveva preso, il koboldo arrossì, era uno di quelli che gli urlò quelle frasi provocanti dalla torre.
    "grazie drago elettrico. Sei uno a posto."
    Lo ringraziò timidamente il piccolo semi-drago.
    Eidous però si girò verso il ponte.
    Ma quando arrivava il clerico?
    Non era un credente, ma lo affascinava vedere i sacerdoti al opera, come lo affascinava vedere i templi.
    Lui si considerava una divinità, ma rispettava chi era credente e per i suoi fedeli seguaci pagani vari fece erigere qualche tempietto nella sua città, lui credeva nella libertà di ognuno e se alcuni suoi fedeli veneravano anche il mostro di spaghetti volanti o i kaishin per lui andava bene lo stesso, C'erano comunque persone che lo consideravano un dio.
    Ma ora se quel clerico non si sbrigava ad arrivare lui... Si sarebbe messo a fare il broncio e nessuno glielo avrebbe impedito perché lui era IL MERAVIGLIOSO DOMINATORE che fa quello che vuole!
    E se fa il broncio perché è deluso fa il broncio nel nome del suo titolo di (provate a dirlo in una volta se ci riuscite! XD): mega-super-dominatore-meraviglioso-profumato-di-sangue-signore-delle-cavolo-di-paludi-oscure-che-picchia-i-wedinghi-e-stupra-i-koboldi!(?)
    "bene Zakrina, ora arriva il clerico, aspetta un attimo e poi può andare a caccia."
    Vece il vampiro imbronciando le sue labbra rosse e perfette per il concetto di prima.
    Si guardò in torno e gli ci volle qualche secondino per far arrivare al suo cervello antico un informazione essenziale:
    "DOV'È FINITA QUELLA MORTALE AMMATITA!?!"
    Fece a gran voce il vampiro con un tono frustrato e preoccupato.
    Era irritato.
    Quella umana, priva di qualsiasi forma di buonsenso si era buttata in acqua...
    Fantastico, no davvero quale umano sano di mente lo avrebbe fatto?
    Anche un sorso poteva convertirla in un essere molto brutto o ammazzarla, ma lei ne usci indenne, e bevve per di più.
    Ma come!?
    Nessun umano sopravvivrebbe, ne alla caduta, ne alla palude, ma per Zakrina era praticamente un parco acquatico come quello che Eidous aveva in cima alla torre del accidia!
    Perché!?
    Perché a lui devono capitare i peggio pazzi!?
    Come se quel lemure maniaco omicida di void non fosse abbastanza.
    "io vado con lei.
    Non conosce questo posto, la aiuterò io. Poi mi deve ridare la mia arma." Fece Achillea fine e fiera prendendo una balestra per sè e zakrina, visto che voleva vederla con un nunchuk o come si chiamava contro un basilisco, una viverna, un krokar* o un idra.
    Poi la kobolda si buttò seguendo la nuova amica umana.
    Era una ragazza forte, e per questo le piaceva.
    Eidous la vide raggiungere Zakrina e aiutarla a salire su una ninfea gigante.
    "Kenshi non capirò mai se sia l'umanana più coraggiosa che abbia mai incontrato o più folle. Non perderla di vista.
    Disse guardandole con il suo cannocchiale.

    ~~~QUALCHE METRO PIÙ IN BASSO~~~

    Achilea nuotò aggraziata seguendo Zakrina fino al bordo, su qui si issò.
    "hey! Pazza di un umana sei incredibile! Non sei un umana comune, altrimenti ti avrebbe fatto malissimo sia mangiarti un cuore di wedingo e sia bere l'acqua corrotta di Andorix senza prima epurarla o bollirla.
    Sei speciale!" Fece entusiasta prendendosi la sua spada e agganciandosela dietro la schiena.
    " su vieni." Fece poi portandola di peso su una ninfeacea gigante e passandogli la balestra.
    "ti senti bene? Se hai solo fame andiamo anche a caccia, ma dimmelo se ti cominci a sentire male" fece usando la coda come remo metre era sulla ninfea, tanto era come quella di un coccodrillo e quel acqua differenza da come dovrebbe essere per Zakrina, ma a quanto sembra non è, è velenosa per gli umani.
    "non ci allontaniamo troppo tranquilla.
    ti porto in un punto dove di solito ci sono un sacco di deliziose larve di demoni delle acque. Alla griglia sono buoni quasi come il pesce spada, poi magari andiamo a catturare dei lurk*, sanno di arragosta e bolliti in marmitta sono una meraviglia.* fece tenendo pronta la balestra.

    il krokar è una sorta di enorme polipo alato sputa acido, i lurk sono dei crostacei umanoidi alti 2m.
    I demoni delle acque sono tipo un incrocio tra sirena e un imp, ma poco più alto di 1m che si muove in branchi.
    Potremmo aggiungerli tra le specie endemiche di kengard se vuoi Aes ^^
     
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    sono affari miei!

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    Il clerico non arrivava. Zakrina, alquanto scocciata (presubilmente perché voleva solo mangiare in santa pace) si allontanò, raggiungendo la selvaggia palude sotto al ponte. Fece tutto ciò come se niente fosse stato, ignorando completamente le cause che potrebbero scaturire una possibile maledizione dovuta all'ingestione del cuore di quel wendigo.
    "Pazzesco..." Si allontanò dalla creatura sventrata per raggiungere il fianco di Eidous. Fu una brutta idea perché il barone, di lì a poco, sbottò iracondo chiedendo dove fosse finita l'umana, con un vocione che costrinse il drago a socchiudere gli occhi perché per poco non gli aveva ferito i timpani. Avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi tanto (anche se lo stesso Kenshin lo era in realtà) perché nonostante la sua condizione di mortalità, era comunque e sempre mostruosamente forte rispetto ad una sua qualunque simile.
    "Non è folle, Eidous." constatò convinto, rispondendo allo statuario non-morto (che era pur sempre più bassorispetto alle sue attuali dimensioni draconiche). Gli aveva detto di non perderla di vista... Beh, non gli sembrava così "educato" pedinare una signorina, però ecco, se proprio era necessario lo avrebbe fatto senza farsi notare più di tanto. Poi con Zakrina c'era anche Achillea, quindi era in ottime mani.
    "Però uhm, mi sorge un dubbio: non credi che la maledizione faccia più effetto sui soggetti deboli rispetto a quelli tenaci e resistenti come lei?" domandò, portandosi una zampa sotto il mento mentre l'altra reggeva la balestra. Se così fosse stato, il maleficio doveva fare quasi "subito" effetto o almeno, doveva mostrare i primi sintomi sulla malcapitata.
    Sospirò, puntando lo sguardo oltre i merletti sagomati del ponte, intravedendo le figure di Zakrina e della cobolda sopra a quella che doveva essere una gigantesca ninfea. Si sarebbero divertite di sicuro.
    "Beh, quindi cosa ci fate con questo essere?" domandò il drago, allontanandosi dal parapetto e picchiettando con un artiglio le membra morte del wendigo.
     
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    Probabilmente l'avevano presa per pazza, si... decisamente.
    Come dargli torto? Lo era!
    In fondo era gente simpatica, specialmente Achillea era carina. Infatti fu felice che l'avesse seguita, anche se le aveva portato un'arma impropria da usare in maniera altrettanto impropria.
    La creaturina era scesa per aiutarla e l'aveva tranquillamente issata su una fogliolona troppo divertente, un modo simpatico per viaggiare sull'acqua. Nel contempo sottolineò l'assurdità delle sue capacità da umana anormale, fomplimentandosi in un certo senso con lei per non aver subito gli effetti avversi delle sue totali follie.
    "L'acqua non l'ho ingerita, anche se ci sono andata vicino... mentre devo dire che quel dannato pezzo di ghiaccio deve essermi rimasto nello stomaco, in effetti lo sento ancora distintamente"
    Non lo diede a vedere ma cominciava a sentirsi un pelo strana, per un istante le parve di sentire e vedere tutto più nitidamente, poi tornò tutto alla normalità; il suo corpo per qualche secondo divenne più "consapevole", ma anche quello finì com'era venuto. Dannazione, che si stesse davvero trasformando?
    Se la cosa era reversibile beh... nessun problema, sarebbe stato intrigante. Al contrario... non sarebbe voluta rimanere un coso brutto peloso e senza sangue nelle vene per sempre, quindi sarebbe stata buona cosa informarsi.
    "Non ho tutta questa voglia di subire mutazioni complicate, già ho fame da impazzire adesso... non oso immaginare se iominciassero a piacermi anche gli umani cosa combinerei"
    Terminò la frase con un sorrisetto, mentre con gentilezza rifiutava l'offerta di Achillea di utilizzare l'arma tipica di quel luogo.
    "Mi spiace guerriera ma... quel genere di armi non fa per me. Se mi serve un arco lo creo sul momento, altrimenti mi bastano questi" spiegò afferrando un nunchaku e roteandolo con forza accanto a sé, per poi riporlo al suo posto legato alla vita.
    "Grazie per il pensiero comunque. Certo, se tu avessi una spada corta da prestarmi... o vendermi... sarebbe interessante. Non adesso è chiaro, magari quando torniamo indietro"
    Vendermi? E perché aveva detto una cosa simile? Non andava in giro con del denaro da una vita; ammeno che non avesse voluto rubare a qualcuno,o farseli più gentilmente prestare, non era il caso di fare proposte che poi lei stessa non avrebbe potuto rispettare. C'era sempre una soluzione a tutto questo era chiaro, ma in quel caso dubitava che avrebbe potuto comprarla a suon di musica.
    Vi era un esatto motivo per cui gliel'aveva chiesto in quel modo, e anche se si sentiva un po' approfittatrice andava bene così... era sicura che il barone gliel'avrebbe regalata volentieri in vista della sua prossima missione. Con tutte quelle armi che avevano poi... una spada corta in meno non l'avrebbe notata nessuno.
    Mentre sorrideva tranquillamente ad Achillea,iniziò a remare con il braccio destro per aiutare la propulsione e muoversi più rapidamente.
    "Come si chiamano quelli della tua specie... Achillea?" chiese, incuriosita dal fatto che stesse tirando fuori nomi a caso a lei ignoti di creature a lei ancor più ignote.

    No, in realtà era Aes che non aveva idea di quali sostantivi utilizzare per sostituire cobolda, e quindi aveva bisogno che Zakrina lo sapesse... ma vabbeh, dettagli.

    Non passarono poco più di alcuni minuti che qualcosa si mosse sotto l'acqua, emergendo con forza e sinuosità dalla superficie torbida della palude: era un coso con tanti tentacoli, brutto come la fame che Zak aveva in quel momento, e dotato di due ali membranacee che rendevano la sua natura assai dubbia.
    "Oh mamma... quello ha proprio la faccia da Lurk!"
    Era improbabile che quell'affare deponesse larve, quindi probabilmente non era un Lurk, ma di probabile e sensato in tutto ciò c'era decisamente meno di niente e dunque andava bene così.
    Si chiese se fosse buona cosa ammazzarlo, ma lei aveva fame e il tizio pareva non del tutto intenzionato ad intavolare una conversazione amichevole. Poco male, problemi che si risolvono con un nulla...
    L'analisi della situazione le suggeriva che in acqua sarebbe stata svantaggiata e forse sarebbe morta uccisa mangiata e divorata, se fosse rimasta sulla ninfea non si sarebbe potuta dare spinta con le gambe e sarebbe sprofondata, se invece avesse tentato di raggiungere la riva si sarebbe distratta da un eventuale attacco del mega-polpo strambo e inquietante. Oh ma al diavolo!
    Scelse in momento più opportuno -uno a caso- e si lanciò fuori, in direzione di uno sprazzo d'erba solido su cui non sarebbe potuta affondare. Come previsto la creatura la seguì, e Zakrina ne approfittò proprio mentre veniva afferrata per una gamba da uno dei tentacoli poco carini di cui l'animale era dotato.
    Con entrambe le mani afferrò la sporgenza della riva, chiedendosi se Achillea stesse incoccando un dardo nella balestra o se stesse già caricando una seconda o terza freccia.
    “Achillea questo è mio!”
    Nel momento in cui si sentì strattonare indietro aveva già saldamente stretto le mani attorno ad un tralcio d'arbusto sporgente dalla zolla erbosa a cui si era affidata.
    Con la forza delle braccia tirò in direzione opposta a quella verso cui la bestia voleva trascinarla, riuscendo a sfruttare l'appiglio solido per vincere la resistenza consentita al polpo nell'acqua fluida. In tal modo lo portò all'esterno, e questo come immaginava la lasciò andare per avventarsi su di lei un attimo
    dopo. E lì si accorse di non averlo per niente in pugno come sperava, ecco a cosa servivano le ali... la cosa si stava facendo interessante!.
    Distanziatasi quanto bastava, si preparò ad incassare un nuovo attacco mentre si rimetteva in piedi e alzava la guardia. Divaricò le gambe, mettendo una mano al nunchaku di destra e cambiando espressione in quello che era il suo sguardo da cacciatrice.
    "Tu... non hai capito niente, devo essere io a mangiare te!"
    Attese quel tanto che bastava per rendersi conto da dove sarebbe arrivato il colpo, restandosene immobile fino all'ultimo. La frustata arrivò, ma a quel punto era pronta e non le ci volle neanche impegno per deviare il tentacolo con la rotazione fulminea della sua arma di fronte a sé.
    "Avanti, fammi vedere che sai fare!" lo incalzò, con il ghigno di sfida che si disegnava sul suo volto quando si divertiva.
    L'affare tentacoloso ovviamente non se lo fece ripetere, e muovendosi dall'alto le si gettò addosso ruggendo (o qualunque fosse il nome di quel verso osceno) con la piena intenzione di sbranarla tutta d'un pezzo; stava cercando di impedirle ogni via di fuga scendendo con le sue lunghe appendici spalancate, forse per intrappolarla e stritolarla. Non conosceva l'effettiva potenza di quel mostro, ma a giudicare dall'impatto appena generato con il suo nunchaku non doveva essere niente male.
    Non potendo contrattaccare in maniera efficace per il momento si limitò ad evitare i tentacoli, uno dopo l'altro, muovendosi da una parte all'altra con rapidi e sicuri movimenti di gambe e roteando senza sosta il nunchaku per distanziare i pericoli troppo vicini. Si accorse poi di quello che poteva risultare un punto debole del bestione, punto debole che si trovava proprio all'interno dei suoi stessi feroci attacchi.
    Prima di poter attuare il suo piano venne colta di sorpresa e scarabentata per terra da una mazzata micidiale sulla schiena, colpo che si era mischiato agli altri per raggiungerla di sorpresa. Quei tentacoli non erano così molli come pensava, la sferzata che la centrò era tutt'altro che morbida e viscida.
    Si sentì agguantare di nuovo, questa volta da più tentacoli, ma riuscì a fare quello che le bastava e fece in modo che il braccio con cui impugnava l’arma restasse libero dalla presa che le aveva attanagliato il busto e parte degli arti inferiori.
    Mentre veniva bestialmente trasportata verso le fauci del simpatico amichetto dalla boccuccia pericolosa, fece ruotare il nunchaku tre sole volte, e alla quarta caricò tutta la sua energia nel braccio e nella mano per sferrare un unico colpo, potente e decisivo.
    Il polpone si beccò una cannonata in fronte di quelle che, in confronto, il calcio tirato nei gioielli da parte di Kenshin ad Eidous non era stato niente.
    E a quel punto lo scontro era vinto: la presa si allentò, lei si aggrappò al corpo della creatura che cadeva a terra estraendo anche l’altro nunchaku...


    e gliene diede tante… ma tante… ma tante di quelle sberle che nel frattempo la palude aveva fatto in tempo a lasciar fiorire campi di grano e di mais per farci i pop corn!
    Ci volle un po’ prima che il tipetto fosse bello che tramortito, ma almeno valse la pena la fatica fatta per averlo catturato.
    Alzò una mano in segno di vittoria, rivolgendosi ad Achillea, mentre le increspature sull’acqua non più immota lambivano l’erba di fronte ai suoi piedi e la sua espressione diceva di esser soddisfatta per il lavoretto svolto.
    Quando la creatura cessò di muoversi e di emettere un qualunque segno di vita, la ragazza diresse lo sguardo verso la sua compagna di caccia e la invitò ad avvicinarsi con una mano.
    “Questo posso mangiarlo vero?” domandò, sperando di non aver fatto fatica in vano.
    Anche perché aveva preso una bella botta: essersi probabilmente fratturata qualche osso per nulla sarebbe stato alquanto triste.
    In ogni caso era stato un breve allenamento interessante, studiare i metodi d’attacco e di caccia di altre creature l’aveva sempre affascinata, probabilmente il movimento superficiale dell’acqua attirava quel genere di esseri. E probabilmente con una balestra avrebbe fatto molto prima… ma dove sarebbe stato il divertimento?
    Void non ho descritto esattamente il Krokar perché non so come lo immagini, quindi se vuoi aggiungere dettagli fai pure
     
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    Tranquillo aes lo hai descritto perfettamente :3

    SUL PONTE:
    Eidous guardava preoccupato le due ragazze sulla ninfea.
    Degludii e cercava di vedere che facessero dalla sua posizione sopraelevata con il suo cannocchiale.
    Il drago affermò che non era pazza l'umana.
    Ma la verità era che lei era completamente fuori di testa ad andare andare in mezzo ai mostri appena ricevuta una maledizione.
    O forse era solo lui che si preoccupava troppo per lei.
    Sapeva che lei era forte, il suo spirito non si sarebbe fatto sopraffare da quegli spiritelli da due soldi.
    "Kenshin, sono solo preoccupato per lei.
    Spero che come dici tu, lei non si faccia sopraffare.

    Fece il vampiro voltandosi verso il drago, ma nemmeno qualche secondo e un Krokar emerse dal acqua e Eidous puntò la balestra con caricato un dardo esplosivo, ma rischiava di prendere anche Zakrina nel esplosione.
    Il colpo di tentacolo che la ragazza subii era la goccia che faceva traboccare il vaso.
    Eidous stava per scendere anche lui per amazzare il mostro, ma nemmeno un minuto e zakrina aveva già messo in posizione di non nuocere quella bestia e ora lo picchiava selvaggiamente, ammorbidendo le carni di quel seppiolone con ali di pipistrello.
    Eidous la guardò disabilito, sapeva che era forte... Ma mai si sarebbe aspettato tanto.
    "behh... Mi sa caro Kenshin che a Zakrina sarà necessario solo un consulto da un esperto. Ha appena steso uno dei mostri più pericolosi di tutta Andorix senza problemi. Degli spiriti maligni non credo saranno in grado di trasformarla.
    Fece il vampiro sentendo la forza dei pugni che Zakrina dava al Krokar fin da lì. Persino i mostri più pericolosi guardando quel umana, che aveva fatto il culo a quel bestione, stavano scappando urlando. Se un cavolo di Krokar non era stato in grado di seccare Zakrina quale di quei mostri c'è l'avrebbe fatta?
    Un nuovo pericolosissimo predatore era nella palude e nessuno si sarebbe mai aspettato che sarebbe stato un umana tutta pazza!
    "comunque col corpo del Wedingo, purificato possiamo ricavare diverse pozioni, armature, armi e utensili vari.
    La carne comunque puoi mangiarla se vuoi, la maledizione colpisce solo gli umani, non preoccuparti.
    È la pelliccia e la pelle, le ossa il grasso e il ghiaccio del suo corpo che ci interessa, magari lasciali da parte quelli, se spelli la bestia mi fai anche un favore.

    Spiegò il vampiro al drago.
    Proprio in quel momento arrivò il coboldo di prima e con lui c'era un tipo completamente pelato simile a un monaco buddista, molto alto e magro, ma era scuro di pelle e la casacca che indossava era nera e viola.
    "ho portato lui maestro! È un monaco del vuoto."
    Fece il puccioso koboldo.
    Il monaco veneratore del maestro del vuoto li salutò facendo il segno della pace e con l'atra mano facendo girare le ender pearl che componevano un rosario.
    Pace a voi fratelli della notte, che il vuoto vi benedica ora e sempre nel suo nero abbraccio. Mi avete chiamato per consulenza a riguardo una possessione giusto?
    Fece il monaco del vuoto con tono accomodante e pacato.
    "si ma la posseduta è andata a caccia."
    Fece Eidous schietto.
    "Per il divino maetro! Spero che stia bene.
    Fece il monaco facendo una preghiera mentale affinché torni senza problemi.
    "oh a parte la possessione e un colpo di tentacolo che che gli avrà probabilmente fratturato qualche costola sta ben. Se non altro le pozioni curative le abbiammo. fece Eidous.
    Era tenace quella pazza.
    In quel luogo non sarà problema per lei sopra... No, vivere.

    POCHI METRI PIÙ SOTTO
    La cobolda sentendo la curiosità del umana verso la sua specie sorrise.
    "noi coboldi siamo lontani parenti dei draghi quindi... Potresti chiamarmi mini drago, ma lo troverei abbastanza offensivo..."
    Fece poco prima che un Krokar uscii dal acqua...
    Uno scontro epico iniziò e quando finii Achillea era tipo con la bocca spalancata, mai avrebbe pensato che un umano potesse essere tanto forte.
    "Ma tu sei incredibile! Hai ammazzato quel Krokar come se lo facessi da una vita!" Fece la cobolda saltando addosso al umana e abbracciandola.
    "se probabilmente tu non fossi etero ti prenderei ora sul cadavere di questo Krokar, e ti farei di tutto per quanto sei stata epica! Lo hai fatto fuori in pochissimo poi!" Fece la cobolda esultando le creature guardavano terrorizzate quella folle umana, nascoste per paura di finire anche loro sul menù.
    Era una cosa epica.
    La cobolda aveva solo frecciato un pò la bestia, per il resto aveva fatto tutto Zakrina.
    Sel era meritata quella preda.
    "comunque certo che puoi mangiarla! Ci possiamo mangiare io e tutta la mia unità per settimane con una bestia simile!"
    Fece Achillea stringendosi al umana attenta al punto in qui il mostro l'aveva colpita.
    E io ti osservavo tra le mangrovie.
    Master of void prima role. Uso la prima persona con questo personaggio :3

    Era da giorni che seguivo voi tre.
    Vi vidi mentre eravate accampate e ora siamo qui.
    Eidous, Kenshin e sopratutto tu Zakrina.
    Io il dio del vuoto, e tu... Mi hai dato così tanto Zakrina.
    Io devo tutto a te mia guerriera...
    So che senti la mia aura tra le mangrovie.
    Questa energia che è superiore alle altre.
    Nike, il mio famiglio oscuro è sulle mie spalle.
    Accarezzo sotto il collo il mio piccolo amico, simile a un incrocio tra un drago, una libellula e una scolopendra.
    È felice delle coccole che riceve, cosa sancita dal fatto che cominciò a fare le fusa, ma non ti perdo comunque di vista.
    Promeus il mio primo paladino, il colosso dell'Ossidiana D'Argento, in questo momento dorme sotto le nere acque di Andorix.
    L'avrai scambiato per un pietrone fangoso che emerge dal acqua, ma quella è la sua spalla!
    Si trova proprio tra me e te quella roccia, anche lui buon amico per me.
    Come me ti proteggerà, se qualcos'altro salterà fuori, sarai stanca dopo il combattimento.
    Erano anni dalla mia nascita, prima della riformazione stessa del universo che già ti aspettavo.
    Ti ho seguito in questi anni, forse riconosci la mia aura.
    Ho persino assistito alla tua nascita.
    Ho pianto con te quando Aesingr è morto.
    Ho mangiato la sua anima tristemente.
    Sono rimasto con lui per molto tempo, ma poco tempo qui, dopotutto il tempo scorre in modo diverso nel vuoto.
    Aesingr era un vero amico per me, ma decise di resuscitare, e per pura fortuna o un miracolo tornò al suo mondo nelle sue spoglie, ma senza ricordi.
    Lo incontrerai Zakrina cara, ma non è il momento per ora.
    Ora m'incontrerai per quella che per te sarà la prima, vera volta mia cara Zakrina.
    Vedi i miei occhi rossi tra le fronde vero?
    Ti sei girata, mi hai visto?
    Sono qui Zakrina.
    Ti voglio bene. sussurro sotto la mia maschera con dolcezza.
    Mi hai visto?
    Vero?
    Mi stai guardando... Vero?
    Riesci a sentire ancora un pò il mio cuore che batte rapido... Vero?
    Sono nervoso, ma impaziente.
    Finalmente potrò riabbracciarti.

    si Achillea e bisessuale e estremamente femminista XD


    Edited by Master of Void - 21/12/2016, 22:03
     
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    Fidati, di tutto sto post l'ultima cosa che mi ha turbato è che Achillea sia bisessuale hahahahaha non pensavo avresti incasinato le cose con Zak già da adesso... vabbeh, ci sta dai U.U Hawke rispondi con caaaalma perché a sto post devo rispondere dopo taaaanti ragionamenti articolati hahahahaa xD
     
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    Kenshin distolse lo sguardo dal cadavere del wendigo per puntarlo oltre i merletti del ponte, precisamente verso la palude ove Zakrina, assieme a Achillea, fecero fuori -senza problemi, tra l'altro!- quello che doveva essere uno dei peggiori, orribili e ripugnanti mostri che popolavano subdolamente le acque palustri.
    "Non è possibile."
    Lei non era umana, pensò estremamente convinto. Non lo era perché altrimenti, come diamine aveva fatto ad abbattere quella specie di gigantesca seppia alata? Sicuramente con sé la donna, doveva avere chissà quale gene di chissà quale creatura esistente. Forse quello di drago? Licantropo? Grifone? Si grattò la testa con un artiglio in preda a quel dubbio, abbassando l'occhio verso Eidous -allibito quanto Kenshin- che parlò.
    "Ho notato da subito che Zakrina era un' umana fuori dal comune... Ma non così!" esclamò verso il vampiro, abbassando il collo alla sua altezza.
    "Comunque non credo che mangerò quel wendigo... Non mi ispira." Scoccò un'ultima e rapida occhiata verso il mostro stecchito, emettendo una leggera smorfia di disgusto. La sua attenzione presto, fu catturata da un singolare individuo alto -a differenza di tutti quei minuscoli coboldi e di quello che lo stava accompagnando- con la pelle scura, la testa pelata e un abito nero e viola. Kenshin capì al volo che doveva trattarsi di un monaco, il quale era stato chiamato prima per rimuovere la "maledizione" in cui era andata incontro l'umana, mordendo il cuore di wendigo. I monaci nella terra di Kenshin, erano diffusi quanto i draghi orientali ed erano figure di massima importanza, al pari degli shogun.
    Osservò l'ultimo arrivato che salutò Eidous, facendo il segno della pace e girando le perle che componevano il rosario che teneva attaccato al collo. Quando iniziò a parlare a proposito di Zakrina, il samurai dalle scaglie blu, improvvisamente, percepì una strana presenza: la sua rapidità nell'elaborare input e output -tipica dei draghi del Fulmine-, lo portò a capire che essa aveva un'aura secolare. O almeno, aveva la netta impressione che fosse un qualcuno che esisteva da chissà quanto tempo... che fosse in qualche modo immortale. Addirittura più vecchio dello stesso Eidous.
    "C'è qualcuno..." mormorò più a sé stesso che agli altri presenti sul ponte. Si avvicinò immediatamente al parapetto, ignorando il monaco impegnato a parlare. Aguzzò l'unico occhio disponibile -e ben funzionante, fortunatamente-, passando in rassegna ogni elemento presente nella palude. La vista di un drago era molto più potente di qualsiasi altra creatura, quindi se ci fosse stato qualcuno lo avrebbe visto piuttosto bene.
    Funghi, muschio, alberi, rami... Niente. L'individuo non si voleva far vedere. Allora Kenshin allungò il collo, sporgendo metà del suo corpo oltre i merletti del ponte in pietra. In fondo alla palude, delle mangrovie insidiose uscivano dall'acqua per gremire le rive muschiose che costeggiavano le acque verdi palustri. Proprio tra quelle mangrovie, vide un qualcuno o meglio, la sua silhouette. E un paio di occhi rossi, più rossi del sangue stesso.
    Era un mostro? Un altro putrido essere che infestava quel luogo malsano? Voleva mangiarsi Zakrina e Achillea?
    "Lo so che Zakrina è forte, ma ho percepito che quel mostro è più potente di tutti quelli che abbiamo incontrato..."
    Senza dire niente e agendo impulsivamente, si arrampicò sul parapetto e, con mosse sinuose e scattanti simile a quelli di un agile serpente, spiccò il volo. In men che non si dica, raggiunse la ninfea su cui erano l'umana e la cobolda, sovrastandole in volo. Potevano notare infatti, per pochi secondi, una lunga e grande ombra che le copriva dall'alto.
    Il drago blu atterrò nella palude -di fronte alla presenza sconosciuta- precisamente su un piccolo spiazzo misto a erba e muschio, cosparso di funghetti luminosi. La terra e le acque parvero tremare per qualche istante, dovuto al suo brusco e poco delicato atterraggio.
    "State in guardia! Ho visto qualcuno dal ponte. Non si tratta di un mostro qualsiasi." disse a bassa voce.
     
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    Lo scontro era stato un toccasana per il suo corpo che non combatteva da tempo, ma le sue coste avevano qualcosa da ridire a riguardo; il dolore giunse solo quando la battaglia era ormai conclusa, seppur non si trattasse di una fitta lancinante l'impatto le aveva comunque demolito qualche articolazione e qualche ossicino in una sola volta.
    Si portò una mano al fianco e poco dopo Achillea venne a congratularsi con lei, stringendola come in una sorta di abbraccio.
    Si guardò bene dal mostrarsi contrariata, ma non aveva la benché minima voglia di parlare con un coboldo (finalmenteeeee...) di argomenti come quelli toccati dalla guerriera prima che iniziasse a menare il polipo gigante.
    In fondo il mondo era figo perché era vario, no?
    "Grazie Achillea, ma per me è abbastanza normale cacciare e combattere. Il fatto che sia durato poco lo scontro non è sempre un buon segno, indica solo che se avessi prolungato la cosa ci avrei rimesso più di qualche osso. Certo che però mi ha dato una bella botta..." le rispose, abbozzando un mezzo sorriso e massaggiandosi inutilmente la zona dolorante.
    La cena era quasi servita, la cobolda era soddisfatta di quelle che considerava gesta apparentemente eroiche e lei poteva dirsi fortunata ad aver ricevuto solo un colpo di quel genere.
    C'era solo una cosa che in tutto ciò non le risultava essere apposto, non considerando il suo costato agonizzante che le urlava di non fare movimenti bruschi; Lì vicino, praticamente a pochi metri di distanza, una presenza titubava nel palesarsi ai loro occhi.
    Kenshin arrivò qualche secondo dopo, allarmato, avvertendoli di fare attenzione al nemico in avvicinamento. Il drago l'aveva classificato come un avversario a priori, eppure Zakrina percepiva una pericolosità diversa da quella che sentiva quando si trovava nei guai; era una sorta di allerta, non propriamente una minaccia quella che stava captando nell'aria con il "senso dei boschi", come lo aveva sempre chiamato.
    Fu la voce che le entrò nella testa a turbarla, per la prima volta dopo molto tempo. Le era ormai chiaro che quella palude celava insidie tutt'altro che simpatiche, tuttavia era consapevole che, a chiunque appartenesse quella voce, non si trattava di un fenomeno alla quale poter associare un predatore o una semplice bestia.
    Non ebbe l'istinto di impugnare di nuovo le armi, ma quello di cercare la fonte effettiva di quella presenza; era sicura di non star capendo nulla di quelle parole, finché l'individuo non si premurò di farla indiscutibilmente alterare.
    Decisamente no, nessuno doveva prenderla in giro in tal modo, specialmente tirando in ballo Aesingr o storie assurde che lo riguardassero.
    Quello che venne pronunciato in seguito al nome del drago non le risultò ben distinto, la sua mente, a quel punto, aveva preso a ragionare secondo sentieri diversi.
    Le stava dicendo di guardarlo, di essere addirittura davanti a lei, e che il masso in parte emergente dall'acqua torbida non era altro che la spalla di un'altra creatura.
    Si come no, e la testa dov'era? Si ritrovò a pensare a quale posizione avesse potuto assumere quel fantomatico gigante per far emergere solo la spalla in quel modo.
    A chi sfotte... si risponde sfottendo.
    "Digli al tuo amico allora che si alzi, così gli verrà senz'altro il mal di schiena"
    Probabilmente sarebbe apparsa ancor più pazza agli occhi e alle orecchie degli altri, poiché era senza dubbio l'unica ad udire quella voce, come si poteva evincere dalla non-reazione di Kenshin e Achillea.
    Per il momento la sua priorità non era spiegare per quale motivo stesse parlando da sola, bensì capire con chi o che cosa stesse avendo a che fare.
    Quell'infame le stava di certo leggendo i ricordi, in nessun'altro modo avrebbe potuto accedere ad informazioni come la morte di Aesingr o il semplice fatto che si conoscessero.
    "Mi dispiace, ma i miei occhi da umana probabilmente non possono scrutare qualcosa che si nasconde dietro una voce. Quindi, prima che debba sradicare tutta la palude, mi faresti un favore a mostrarti"
    Tutt'ora non si sentiva a rischio della vita, né avvertiva un qualche disagio. Per quanto non sopportasse che qualcuno la prendesse in giro in quel modo, la sua era semplice curiosità. Sembravano parole di conforto, in un qual modo rassicuranti, eppure non avevano alcun senso.
    Pensò di lanciare un masso di fronte a sé, tanto per provare a colpire un bersaglio a casaccio, ma non c'erano oggetti da tirare e dovette desistere.
    Ah, dov'era un arco quando se...
    perfetto, semplicemente perfetto!
    Ignorando il dolore e le fitte discontinue che la costringevano a digrignare i denti, si lanciò in acqua e raggiunse la balestra che Achillea aveva portato per lei sulla fogliolona galleggiante.
    Tornò arrancando a nuoto nel punto della riva in cui si trovava prima, con la balestra pronta ad avere un ruolo in tutto ciò, che non fosse gambizzare coboldi a random e distruggere ponti come aveva provato a fare Kenshin.
    Fece per incoccare un dardo, quando si accorse di non averne con sé. Quanto si sentiva scema in quei momenti...
    "Accidenti... Achillea hai una freccia con te? Di quelle esplosive che fanno casino magari!"
     
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    Eidous aveva visto il suo maestro e ora stava scendendo.
    "dove andate o grande Eidous!?"
    Chiese il monaco al lord vampiro.
    "ah nulla, solo a far evitare che quel idiota del tuo dio si faccia pestare a sangue.
    Rispose Eidous come se fosse la cosa più normale del mondo per poi tuffarsi dal ponte.
    Il sacerdote poi lo guarda nuotare rapido verso il gruppo.

    Qualche bestemmia e metro più in basso:

    Ahhh!
    No! no! no!
    Ecco si sono incavolati tutti! Perché sono lo dio più sfigato di questo piano dimensionale?
    Ora la mia piccola Zakrina mi tiene sotto tiro con una balestra e Ickim è alla modalità: "tocca Zakrina e sei morto.
    Mentre Achillea guarda gli altri incerta sul da farsi, ma comunque per sicurezza prese la balestra di Zakrina, gli caricò un dardo esplosivo e gliela rimise in mano.
    La cobolda probabilmente non si era accorta che il bersaglio ero io, visto che pur sapendo percepire le aure doveva ancora imparare a distinguerle.
    Mi viene da piagnucolare istericamente metre lancio le peggio porcate alla mia sfiga di proporzioni letteralmente divine.
    Uffa, volevo fare una entrata in scena teatrale nonché memorabile, e invece mi puntano le armi.
    Anche io stupido, ho inviato telepaticamente i mie pensieri nella testa di Zakrina.
    Sto per uscire fuori quando vedo che Eidous arriva e si issa sulla fogliolona e il mio primo paladino al contempo esce dal acqua, ergendosi su di loro imponente, dicendo: "Beh in effetti umana stavo molto scomodo, ma non osare fare del male al mio maestro con quella balestra o te la vedrai con me, e lo stesso vale per te drago." Fece mettendosi tra me e loro.
    "calmo Promeus, è solo un equivoco."
    Disse Eidous serafico cercando di calmare l'immenso colosso.
    "lo spero, il mio maestro ora sicuramente non vorrà uscire allo scoperto, specialmente se i tuoi novizi gli puntano le armi addosso dandogli del mostro."
    Fece il mio amico gigante piuttosto indignato.
    Mi sentii allora chiamato in causa.
    "va bene così Promeus, non preoccuparti.
    Dissi al mio paladino che si girò prima verso di me, e poi si fece da parte.
    "Eccomi, abbassate le armi.
    Beh, sono mortificato per questo disdicevole equivoco. Non abbiatene di contro al mio buon ragazzone di granito, non è cattivo.
    E solo un pò protettivo nei miei confronti.
    E non vi preoccupate: Io sono sempre stato dalla vostra parte.

    Feci placidamente uscendo dal mio nido.
    Fluttuai a mezz'aria con il mio piccolo famiglio oscuro, Niku, sulle spalle che guardava Zakrina e Kenshin profondamente.
    Li guardava con sospetto, ma anche curiosità; un sguardo da gatto curioso, ma stretto a me, come per ricercare la mia protezione.
    Era una bella entrata in scena dopotutto.
    L'aureola che rotava fluttuando lentamente alle mie spalle sembrava sottolineare la mia natura divina, ma la maschera mi da il fascino del mistero e del ignoto che si cela dietro di essa.
    Poi dispiegai le ali mentre le mie code ondeggiano sinuose.
    Le ali piumate formano migliaia di occhi indagatori e immagini di arabeschi caleidoscopici d'indefinibile bellezza nei loro colori, che poi mutano in semplici ali viola.
    Poggiai i piedi sul acqua e sfruttando la levitazione per non cadere in essa.
    L'acqua corrotta di Andorix era così rinvigorente e rinfrescante per me che sono una creatura oscura, una vera goduria.
    Camminai sulla superficie sfruttando la levitazione usando il mio scettro magico come bastone da passeggio.
    Di certo non era una cosa che non si vedeva tutti i giorni.
    Poi finalmente arrivai davanti alle due nuove reclute di Eidous.
    "ciao ragazzi, sei in forma oggi Eidous caro!
    Comunque, loro...
    Salve, io sono il maestro del vuoto. Zakrina, Kenshin, per me è un piacere fare la vostra conoscenza.
    Feci col tono più amichevole possibile porgendo la zampa a zakrina con uno sguardo rasserenante, probabilmente si sarebbero chiesti perché io li conosco, beh...
    Io sono il dio del vuoto e sapevo di loro, da molto prima di quando immaginino.

    Edited by Master of Void - 9/1/2017, 23:09
     
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    Fermo e vigile su quello spiazzo muschioso cosparso di funghetti luminosi, Kenshin attendeva l'entrata in scena di quel presunto essere misterioso nascosto tra i tentacoli di mangrovie. Vide Zakrina che impugnò la balestra, successivamente caricata con un dardo esplosivo da Achillea.
    Pochi secondi dopo arrivò Eidous che, si issò sulla foglia gigante galleggiante assieme all'umana e alla cobolda. Presto quel ritaglio di palude si riempì di casino e di creature e, da quel momento in poi, iniziarono una serie di cose che a Kenshin per poco, non fecero intoppare le rapide sinapsi del cervello...
    Un coso enorme di granito, senza nessun preavviso, si alzò dalle acque facendo tremare ogni cosa. Chi cavolo era? Che voleva? Le botte?
    "Il fatto che tu sia grande e grosso non vuol dire che mi fai paura." pensà beffardo. Come se non bastasse poi, l'esserone minacciò sia Zakrina che il drago, vedendoli pronti ad attaccare. Il guerriero sì sentì... Sfidato. E non c'era cosa peggiore nello sfidare un samurai pronto a sacrificarsi pur di difendere il proprio onore e orgolio.
    "Ma tu guarda che tipo..."
    Delle rapide saette bluastre, date dal nervosismo, schioccarono repentine dal collo fino alla punta della coda. Un odore di bruciaticcio si sparse nell'aria, come segno d'avvertimento.
    A placare gli animi (fortunatamente?) fu lo stesso Barone, intervenuto a calmare quel "coso" che, a detta del vampiro, si chiamava Promeus. Gli spiegò che era solo un equivoco e, in risposta a ciò, il colosso disse:
    CITAZIONE
    "Lo spero. Il mio maestro ora, sicuramente, non vorrà uscire allo scoperto, specialmente se i tuoi novizi gli puntano le armi addosso dandogli del mostro."

    "Non chiamarmi novizio. Ho un nome, cervello di pietra, ed è Kenshin." ruggì il rettile, preso da uno scatto d'ira. Odiava essere appellato come "novizio", poiché gli dava un che di "imparaticcio" o "apprendista". E lui dannazione, non era nessuno dei due. Era un samurai!
    "Calmati Ken, o se no farai un casino." si disse tra sé e sé. Fece un lungo sospiro, chiudendo gli occhi e riaprendoli lentamente, per poi fare mente locale di ciò che aveva detto il colosso. Esso infatti, aveva parlato a proposito di un "maestro". Era forse quello nascosto tra le mangrovie? O intendeva Eidous? Kenshin comunque, assunse una semi-posizione d'attacco, con i muscoli pronti a scattare e le piccole e filamentose saette che si triplicarono a dismisura, frizzando aggressive lungo il corpo del drago. Intorno a sé, così, si creò un piccolo campo di elettricità statica: chiunque gli fosse andato troppo vicino, avrebbe visto i propri capelli rizzarsi fino a diventare delle scope di saggina.
    CITAZIONE
    "Va bene così Promeus, non preoccuparti."

    Una voce esterna, irruppe in mezzo a tutto quel chiasso. Il proprietario della voce poi, si mostrò, cercando di fare quella che sembrava un'entrata scenica. Era un essere come dire... Strano. Innanzitutto fluttuava. Poi aveva dette strane ali muite di tanti, tantissimi occhi per quando erano le stesse piume, con un'aureola che incorniciava la sua testa, una coda ad anelli, una maschera che copriva il suo volto (o muso?) e una ambigua e piccola creatura appollaiata sulle sue spalle. L'essere poi, iniziò a camminare sulle acque con uno strano bastone da passeggio mentre avanzava verso la riva, precisamente in direzione di Zakrina e Kenshin. Il drago non si scansò e non indietreggiò: al contrario, rimase lì, imperterrito e orgoglioso ad osservare e analizzare quell'essere sicuramente fuori dal comune. Percepì che aveva un'aura piuttosto potente, proprio come l'aveva sentita prima, sul ponte di pietra.
    "Ma chi sei tu..." domandò con i pensieri, assumendo un'espressione attenta e distaccata allo stesso tempo. L'essere poi, arrivato davanti al drago e all'umana, iniziò a parlare con un tono stranamente troppo amichevole che dette da pensare a Kenshin.
    CITAZIONE
    "Zakrina, Kenshin, per me è un piacere fare la vostra conoscenza."

    disse, porgendo una sua zampa alla donna. Non si stupì del fatto che lo sconosciuto sapesse il suo nome, quella era l'ultima delle sue preoccupazioni. La cosa che più lo attanagliava, al momento, era: "Che. Cosa. Cavolo. Voleva. Da. Loro."
    "Anche per me è un piacere..." borbottò quasi annoiato.
     
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    Ebbene si, il mondo aveva ancora di che sorprenderla. Strepitoso...
    Prima cosa, chiarire le cose, seconda cosa... ho messo troppi cosa e cose...
    seconda cosa, c'era veramente un gigante immerso nel lago. Ed era assai spaventosamente e terrificantemente puccioso, soprattutto mentre si alzava e grondava acqua in un modo che, probabilmente, il meraviglioso dominatore avrebbe definito assolutamente sexy.
    Ah giusto, il barone era appena giunto per qualche motivo a lei ignoto, forse perché stava succedendo un casino inenarrabile di cui lui poteva spiegare almeno una parte. Lei poggiò la balestra a terra, dimostrandosi assolutamente non ostile e sperando di non generare conflitti inutili. In fondo, voleva prima capirci qualcosa in più. Dopo magari avrebbe potuto ricorrere ai cazzotti.
    E poi il mostro gridò: "Eh io qui spacco tutto! E qui! E di là! Non toccate il mio maestro o vi mangio la nonna!" e tante altre cose poco carine, che la testa di Zakrina stava aggiungendo alle poche parole realmente uscite dalle fauci del bestione.
    "Sai che sei adorabile?" commentò ad alta voce la ragazza, avvicinandosi al gigante e finendo in acqua, per essersi dimenticata che davanti ai suoi piedi c'era la riva. Era troppo ammaliata da quel grosso tipetto affascinante che si ritrovava davanti, e non vedeva lora di... stringergli la mano!
    No vabbeh, non era scema fino a questo punto. In ogni caso si ritrovò di nuovo bagnata fradicia, e mentre si malediva per la sua ennesima figuraccia tornò all'asciutto
    con i vestiti più inzuppati di prima.
    "Chiedo scusa, è la fame..."
    E il grande maestro si manifestò.
    Eccolo lì, il portatore di quella voce: era un... essere, o meglio individuo perché se no si offende, indossante una maschera. Si, di tutto quello che c'era da studiare di curioso in lui, lei vide solo quella.
    "Eidous... ma com'è questa storia, ti fai rubare il ruolo di maestro? Non eri tu il grande maestro dominatore di questo e di quell'altro? Ti prego non dirmi che ci sono scale gerarchiche tra maestri e signori da rispettare, perché non ricordo mai niente di queste cose"
    I suoi commenti ad alta voce erano sempre troppo inopportuni, ma era giusto così. In fondo lei era Zakrina dita di salice, uno dei tanti soprannomi che le avevano attribuito nelle locande per motivi a lei ignoti.
    E il maestro le tese una mano, o zampa, in attesa che lei la accettasse.
    "Mostrati dunque, maestro del vuoto. Avrò piacere di conoscerti solo se getterai quella maschera"
    Inutile girarci intorno, era un'irresponsabile. Ma in fondo... lei era Zakrina voce d'aquila, un altro dei suoi soprannomi insensati quanto superflui.
    Kenshin nel frattempo si stava alterando, e il modo scocciato in cui aveva risposto fu qualcosa di esilarante. Se non scoppiò a ridere fu solo perché sarebbe stato difficile poi spiegare il perché si stesse sganasciando.
    Si sarebbe ricordata di stringere la mano, o zampa (di nuovo... ho finito la fantasia) al drago appena ne avesse avuto l'occasione.
    Comunque volle puntualizzare anche con lui, giusto perché non fulminasse qualcuno seduta stante.
    "Kenshin... ti ringrazio della tua protezione, però penso non ci sia da preoccuparsi. so che muori dalla voglia di sfolgorare gente a destra e a sinistra, ma per ora non penso ci sia da ammazzare nessuno"
    Il suo era un modo di dire, e sperava il dragone lo prendesse per ciò che era e non in maniera offensiva. Forse, in tutto quel macello, era l'unico di cui si fidava completamente e a cui era sicura di poter tranquillamente affidare la situazione se necessario.
    C'era inoltre un fattore non considerato fino ad allora, che tutti continuavano a trascurare bellamente:
    Lei, Doveva, Mangiare!!!!!!!
     
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    Ok, leggevo una certa frustrazione nei due.
    Kenshin sembrava abbastanza essere diffidente, e per questo lo capivo, dopotutto anche io verso una persona che non conosco tendo a esserlo.
    "Kenshin? Strano nome, probabilmente non sei di qui.
    Tu forse non sei uno senza esperienza, drago, ma qui tutto per te sarà nuovo qui, per questo ti ho chiamato così.
    Comunque il mio nome è Promeus, paladino del maestro del vuoto e custode del antico codice."
    Professò il grande Promeus in una posa fiera da super eroe con le mani sui fianchi con dei "capelli di alghe" che ghermivano al vento.
    "paladino ti sei fatto i dread di alghe?"
    Gli urlai accendo al fatt che la testa, ricolma di salassi andorixiani, sembrava coperta di capelli algosi stile appunto dread, Promeus quindi imbarazzato se li tolse rivelando la sua crapa pelata.
    "hahaha, sei una sagoma, mastica sassi!"
    Fece ridendo Achillea, e per tutta risposta il colosso si abbasso, mettendosi davanti a lei prendendo fiato, poi con un suo soffio, simile a una forte raffica di vento, fece cadere la kobolda in acqua.
    "Ahhh! Hey non è divertente! Fai lo spaccone perché sei un coso enorme e io una povera lucertolina!"
    Fece sclerata e agitata la kobolda issandosi di nuovo sulla ninfea.
    "hehehe per me è stato divertente! Poi tanto tu sai nuotare, non vai giù come me."
    Fece l'enorme uomo di pietra riprendendo posizione.
    Zakrina intanto aveva posato la balestra e sembrava stupita del fatto che Eidous mi chiamava maestro.
    "si, io ho fornito a Eidous le mie conoscenze sul alchimia, l'incantamento e a controllare meglio il suo elemento.
    E devo dire che per Alchimia l'allievo ha superato nettamente il maestro visto che Eidous sa fare elisir di una purezza che non immaginavo possibile."

    Feci compiaciuto, traslando in forma di nebbia dietro Eidous, mettendo una mano sulla sua spalla con orgoglio.
    "si ma resti tu il migliore a usare il tavolo per incantamenti, e il tuo controllo del oscurità è maggiore, comunque si lui è stato il mio maestro, ma ora sono un suo pari."
    Fece Eidous compiaciuto di entrambi.
    "Certo che sei un mio pari, poi a braccio di ferro mi batti, ho una velocità tale da sembrare quasi che mi teletrasporti, ma tu hai sempre avuto una forza spropositata anche per un vampiro. Poi vedo che i capelli ti sono cresciuti ancora, stai bene, ma dovresti farti la coda se combatti, così non te li tirano, almeno da davanti."
    Feci io al vampiro con tono garbato al vampiro levitando intorno a lui.
    "beh, grazie torre nera, forse poi seguirò il tuo consiglio.
    Zakrina si dimostrò subito curiosa di vedere com'ero sotto la maschera, ma l'umana non poteva comprendere il motivo per qui non potevo mostragli il mio volto, non ancora almeno, ed era inutile confonderla.
    "il mio volto? Mi spiace, ma questo è solo un corpo in qui sono ospite, visto che non posso esistere altrimenti nel regno del piano materiale, ma solo in quello spirituale a qui sono legato; ovvero i reami del vuoto.
    Un essere mortale si fuse con me, così che io sarei potuto essere libero di camminare tra gli uomini, qui nel piano fisico.
    Ma questa persona deve restare nel anonimato per ora, è per il tuo bene, credimi.
    Se proprio vuoi vedere il mio VERO volto posso però assumerà la mia reale forma. Qui dovrebbe esserci abbastanza spazio...
    dissi un pò dispiaciuto al umana.
    Mi feci indietro e in un vortice di energia oscura assunsi la mia vera forma draconica, e il mio corpo crebbe e si coprì di scaglie, ci volle qualche minuto per ultimare la trasformazione, ma presto assunsi la forma di un enorme drago oscuro, Kenshin infatti sembrava piccolo davanti alla mia forma imponete e piena di grazia.
    Le "stelle" sul mio corpo squamoso erano splendenti sulle mie squame viola tendenti al nero.
    Le stelle luminose potevo spegnerle e accenderle a comando, in modo da confondere, attirare le prede o fargli agguati con le luci spente.
    I mie occhi azzurri li guardavano solenni con un muso inespressivo, le mie grandi ali mimavano la notte su di loro mentre levitavo sul acqua come se fossi stato in piedi sulla sua superficie con le mie quattro zampe artigliate.
    Poi abbassai il muso su di lei, al punto che il mio naso era a una spanna dal suo viso, illuminato di azzurro dalle mie due antenne con luci alla fine, simili a qelle dei pesci degli abissi come la rana pescatrice.
    "spero tu sia soddisfatta piccola mia, comunque sento che hai fame.
    Andiamo via di qui e portiamoci via la tua preda, dopo ti sistemeremo le costole e divorerò gli spiriti maligni che si sono insediati in te. Ok? Ho anche dei regali per te e Kenshin, qualcosa mi dice che li gradirete.
     
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    Maestro

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    sono affari miei!

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    Non sapeva perché ma, oltre al fatto che si stava annoiando, non capì un accidente di quello che stava succedendo. Chi era il maestro tra Eidous e quella specie di essere spuntato dalle mangrovie? Chi comandava chi alla Palude? Vabbeh, era inutile farsi tante domande che poi sicuramente, non avrebbeuro avuto una risposta ben precisa...
    L'esserone di granito, alias Promeus, sembrò essere l'individuo principale che sembrò interessare a Zakrina. Nei suoi occhi Kenshin, le vide una strana luce che brillava di ammirazione.
    "Beh, in effetti è più entusiasmante lui di tutti quegli altri messi assieme." commentò mentalmente. Tuttavia, si dovette rimangiare ciò che aveva appena pensato poiché, il colosso, gli rivolse una risposta che, per evitare di sputargli una raffica di fulmini addosso, strinse gli artigli sul terreno muschioso -l'unica valvola di sfogo del momento-, tanto da lasciarci un solco.
    "Sì genio, infatti non sono di qui." si limitò a dire al gigante, a zanne strette. Un'altra frase pronunciata in quel modo da quei simpaticone e sul serio, della Città dei Corvi non ci sarebbe rimasto più niente, detto nel modo più catastrofico possibile. Per fortuna, le parole di Zakrina parvero calmarlo, tantoché le piccole saette che schioppettavano lungo il suo corpo serpentiforme, rallentarono a vista d'occhio. L'elettricità statica nell'aria di conseguenza, diminuì.
    "Mi trattengo solo perché ci sei tu e siamo in una terra straniera." bisbigliò, abbasandosi al pari del suo orecchio mentre con l'unico occhio, osservava Achillea e quell'ignoto e secondo Maestro che se la "spassava" con quella testa di granito, prendendolo in giro per via della chioma di alghe che aveva in testa. I secondi seguenti, furono solo uno scambio di mielose battute e complimenti tra i due Maestri (no ma sul serio, erano tutti Maestri lì nella Città dei Corvi?!?) che Kenshin seguì passivamente dato che si era trovato un passatempo momentaneo per ammazzare la noia, ovvero contare i pallini dei funghetti luminosi che giacevano lì, nella riva della palude. Tuttavia, si interruppe quando Zakrina domandò allo sconosciuto peloso di togliersi la maschera che aveva. Kenshin approvò questa mossa, poiché ancora, non si fidava di quel tipo. Perché si nascondeva dietro una maschera? Aveva paura di mostrarsi? Fatto sta che il Maestro del Vuoto, rispose in un modo che al drago sembrava più una scusa che altro. Un detto diceva "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio". E lui stava dalla parte del "non fidarsi è meglio".
    "Se proprio vuoi vedere il mio vero volto, assumerò la mia forma reale..." disse lui, sparendo in un vortice di energia oscura per riapparire trasformato... In un drago. Nettamente più grosso di lui. Nero, pieno di stelle e con due strane antenne sulla testa che sembravano quelle che avevano i pesci lanterna, i quali abitavano le profondità inarrivabili degli oceani.
    Ah, no, tutto questo non andava bene, dannazione. Voleva forse farsi vedere più bello e più potente con quella mossa? Se lo scordava! Quando poi quell'essere si avvicinò alla faccia di Zakrina, a Kenshin scappò un ringhiò che non riuscì a trattenere. L'umana poco, prima gli aveva detto che non c'era niente da preoccuparsi. Ma il suo indomabile istinto di drago, lo portò a fare questo... O forse quella reazione, era data da una strana gelosia che incosciamente, covava dentro di sé? Ma quel che era bello, anzi, brutto, era che quel drago l'aveva chiamata "piccola" in una maniera troppo premurosa e l'aveva invitata ad andarsene di lì per mangiare e tutto il resto. Che odio...
    Sbuffò dalle narici, ricomponendosi e voltando la testa altrove per non sbottare come una bomba al napal. Si trattenne ancora una volta per il fatto che quell'essere aveva detto che aveva in serbo dei regali.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Alzò lo sguardo al cielo spento della città, ascoltando le parole del maestro di non si sa cosa. Più che ascoltando si sarebbe potuto dire sentendo, perché la sua mente era fondamentalmente incapace di ricevere volontariamente informazioni sul piano materiale e immateriale, almeno quanto lo era nei confronti di quello culinario.
    A lei parlare di cucina o di roba paranormale, piani e non piani, avrebbe fatto lo stesso effetto: dopo una decina di parole in sequenza dell'interlocutore, la sua espressione si sarebbe contorta in una smorfia annoiata. E non perché non le piacessero le cose strane, anzi erano il suo forte... il problema era che, in quei momenti, si ricordava di quanto odiasse la gente che parlava troppo e a vanvera.
    Solo Eidous ormai aveva imparato a percepirlo come parte integrante del suono circostante, ogni volta che apriva bocca la sua mente in automatico si disattivava per i seguenti tre o quattro minuti, nei quali il monologo si sarebbe meravigliosamente consumato.
    Quel fantomatico maestro, però, non poteva ignorarlo. Aveva nominato Aesingr, e si stava pavoneggiando davanti a loro in maniera fin troppo esaltata. Anche non considerando la sua appariscente entrata in scena, non poteva ignorare l'ipotesi che stesse facendo lo spaccone nel momento in cui, tra uno scuro bagliore e l'altro, assunse la forma di un grosso drago nero.
    (no scuro bagliore non ha senso...)
    Le si avvicinò molto, parecchio, decisamente troppo. Lei rimase inizialmente impassibile, scrutandolo negli occhi con tranquillità, chiedendosi se dargli un pugno sul muso avrebbe sortito un qualche effetto con tutte quelle squame.
    Si domandò se la sera precedente, nella locanda, avesse assunto un'espressione ugualmente amimica nel trovarsi davanti Eidous che esibiva loschi attributi al vento.
    "Dannazione, ti meriti la mia stima maestro... ci hanno messo un'ora per capire che avevo fame e l'ho detto settantadue volte, tu l'hai... sentito? Bravo il mio draghetto!" lo schernì pacatamente, battendogli una mano su un'enorme guancia nera.
    Ritrasse la mano lentamente, come ad indicare che non aveva alcun timore della sua reazione.
    "Qualcosa ti dice gradiremo i tuoi regali? Per le flautiste di Bencar, se è lo stesso qualcosa che ti ha detto che ho fame... allora sono impaziente di sapere di cosa si tratta"
    Non ce la fece a trattenere un ennesimo, sfottente mezzo sorrisetto che le spuntò dall'angolino sinistro della bocca.
    Comunque i regali non si rifiutavano mai, sempre non fossero idee inquietanti di Eidous che avrebbe respinto a priori. Non che si aspettasse qualcosa di geniale dal maestro drago del vuoto e delle stelle, almeno però non avrebbe dovuto accettare oggetti di dubbia fattura per palpare il prossimo. Perlomeno era quello che sperava...
    Si avvicinò alla sua grande preda stecchita, afferrandone un tentacolo e stringendolo con il braccio destro. Lo bloccò tra il gomito e il fianco, congiungendo le mani sopra di esso e trascinandoselo dietro a peso morto nella più totale indifferenza.
    In effetti le ossa le facevano senza dubbio un male assurdo, ma non sapeva se fidarsi delle cure di quella gente. E sugli spiriti maligni aveva qualche dubbio, per quanto avesse percepito in effetti una strana sensazione qualche momento prima.
    Poco importava, se le avesse dovuto creare problemi l'avrebbe già fatto, e ormai il pezzo di ghiaccio era bello che digerito. L'importante, per prima cosa, era consumare quel dannato pasto.
    Lì sicuramente avevano cucine sofisticate e metodi di ogni tipo per cuocere la carne, ma sperava non ci volesse troppo altrimenti lo avrebbe mangiato crudo, e soprattutto all'istante.
    In tutto ciò, percepiva una non irrilevante forma di nervosismo provenire da Kenshin, e lo capiva benissimo. Se in quel momento avessero entrambi potuto dar sfogo alla propria irritazione sarebbe scoppiato il caos più indescrivibile.
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Kengardiano
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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    Era divertente!
    La reazione di Kenshin era uno spasso Con Promeus che rispose semplicemente: "accidenti! Spero che dalle tue parti non siano tutti sgarbati come te."
    Fece Promeus offeso.
    Intanto Zakrina malgrado un pò irritata sembrava ok, io probabilmente arrossii imbarazzatissimo quando lei mi accarezzò la guancia.
    "hey! Ferma! non hai il diritto di mettermi le mani addosso senza il mio permesso e... Prrrrrrrrrrh"
    No davvero! Non potevo farcela! Ero il dio lemure-drago della fiera del tentacolo curioso dal mondo strafico dei fichi, ma se mi coccolano mi piace troppo tanto e faccio le fusa compiaciuto come in quel momento, tenero come una bestiola pucciosa.
    Diciamo che le coccole sono un pò il mio punto debole, e ora Zakrina mi aveva in pugno, quindi balzai indietro tutto rosso d'imbarazzo, andandomi a rifugiare dietro promeus più come un cucciolino spaventato che il dannato dio del vuoto, divoratore di anime, personificazione del buio primordiale eccetera eccetera.
    "su maestro, va tutto bene!" Fece Proteus accarezzandomi la testolina per fammi calmare come con un bimbo agitato.
    Che vergogna! non avrei più potuto mostrare il viso e avrei dovuto mettermi una maschera!
    Però in effetti indossavo una maschera nella mia forma umanoide, ma come minimo avrei dovuto metterci sopra un altra maschera ancora tanto ero imbarazzato.
    "Zakrina! Hai appena fatto morire d'imbarazzo il maestro del vuoto, ma questo è compito mio. Fece Eidous ridendo, ma ebbi un bruttissimo presentimento su quello che quel vampiro pervertito stava per dire.
    "dopotutto..."
    No, non farlo Eidous!
    Gli urlavo mentalmente, stavo sudando freddo come un rospo per quello che quel vampiro stava per dire.
    "... Con lui..."
    Eidous mi stava per farlo e io ormai ero corso da un terrore nero.
    "HO CAPITO CHE MI PIACCIONO ANCHE I MASCHI!"
    Il mio segreto rivelato, ormai ero più viola di una melanzana tanto ero imbarazzato.
    Si, si poteva dire che era solo causa mia se Eidous scoprii il suo orientamento, e ora si diverte a mettermi in imbarazzo per questo motivo perché sa che sono una persona terribilmente timida, anche per questo infatti indosso la maschera: Per timidezza.
    "Ahhhh! Stai zitto Eidous! Guarda che ti divoro l'anima se dici una parola di più!feci io mettendomi ancora più dietro a Promeus totalmente viola, ma Eidous non aveva finito.
    "voglio vedere proprio come, visto che io essendo un vampiro non ho un anima, buhEheheh."
    Fece quel maledetto pervertito di Eidous continuando a sfottermi e ridacchiare.
    Poi si girò verso gli altri.
    "dovevate vederlo! Era così puccioso! Più che un dio sembrava un grande peluche pelosissimo e caldo da stringere nella sua forma umanoide... Anche perchè da drago era troppo grande. Mmmmh! Faceva dei versetti adorabili poi, era così tenero ad avermi "insegnato" così tante cosucce!"
    Fece Eidous, si stava divertendo un casino, come Achillea che s'immaginava la scena mentre Promeus li guardava perso nel vuoto, un pò alla W.T.F., non riuscendo a credere che Eidous avesse tirato fuori ancora quella storia, io invece ero tanto imbarazzato che mi buttai in quel acqua scura, e immerso completamente, quindi invisibile a loro occhi indagatori si vedevano delle bolle che venivano a galla gorgogliando, e tra i gorgoglii c'erano anche delle mie parole:
    "Blub, glub, blub, blob... Eidous... glub, gub... Sei... Blooob... Uno stronzo.... Blip, blop, blup..."
    Feci io imbarazzatissimo mentre mi sfotteva, e che quel vampiro fosse uno stronzo in queste occasioni.
    Intanto Eidous se la rideva, si si bravo vampiro, e pesare che un tempo si sedeva sulle mie gambe come il mio fratellino minore e io tipo gli urlavo di levarsi di dosso perché era più grosso e pesante di me, quindi ogni volta mi bloccava la circolazione delle gambe le gambe, facendomi venire le formiche al punto di dover usare il bastone per reggermi e non cadere per le gambe che tremavano.
    Uffh, maledetti vampiri pervertiti, crescono così in fretta.

    Edited by Master of Void - 10/2/2017, 19:28
     
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