La Titanomachia

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Raggiunta l'età adulta, Zeus volle impadronirsi del potere detenuto da Crono. Chiese allora consiglio a Meti (la Prudenza), che gli fornì una droga-emetico-lassativo-qualcosa del genere grazie alla quale Crono dovette ributtare fuori in ordine inverso i figli che aveva inghiottito (penso dalla bocca, spero).
    Appoggiato dai fratelli e dalle sorelle riportati in vita, Zeus attaccò così Crono e i Titani, dando vita ad uno scontro epocale che durò dieci anni: la Titanomachia.

    I Titani, scacciati da tempo dall'Olimpo, continuavano ad opporre resistenza arroccati sull' Otri, un monte della Tessaglia.
    La terra era devastata dai Titani, che con la loro forza ne cambiavano i contorni sfasciando montagne e scagliandole nell'Olimpo, dove Zeus ed i suoi fratelli avevano stabilito il proprio regno. La guerra sarebbe durata molto di più se Gaia non fosse intervenuta per consigliare a Zeus di liberare i Ciclopi e gli Ecatonchiri(o centimani) per stringere alleanza con loro, essendo gli avversari decisamente cazzutissimi.
    Gaia, infatti, era adirata con Crono poichè egli aveva rinchiuso i suoi teneri figliuoli nel Tartaro dopo esser diventato il padrone del mondo e Zeus quindi seguì le sue indicazioni e uccise Campe, la carceriera del Tartaro. I Ciclopi, per ripagare Zeus di avergli reso la libertà fabbricarono per lui le armi che sarebbero entrate nella leggenda: le folgori(anche note come spade laser). Continueranno a lavorare per lui in veste di fabbri, e il loro ansimare unito al casino delle forge pare rispecchiare il gorgoglio dei vulcani attivi.
    Armarono Ade di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portasse (questo elmo, simile a quello di Sigfrido nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità ed eroi) e a Poseidone diedero un tridente, il cui urto poteva squotere la terra e le acque.
    Inoltre, fu durante la Titanomachia che Zeus provò per la prima volta la potenza della sua armatura, l'Egida, fabbricata con la pelle della capra Amaltea che l’aveva nutrito da piccolo e che era morta di vecchiaia.
    Zeus liberò anche gli Ecatonchiri (o centimani: Briareo, cotto e Gige), che con le loro cento braccia iniziarono a scagliare massi come non ci fosse un domani contro gli alleati di Crono, facendo volare le famose “trecento pietre” contemporaneamente. Come alleati, Zeus aveva anche il Titano Iperione, Stige (figlia di Oceano e Teti) con la sua stirpe (Nike, Cratos e compagnia bella), e Prometeo (figlio di Giapeto), che aveva preferito schierarsi dalla parte del padre assoluto onnipotente per non rischiare altre torture.
    Crono, invece, aveva dalla sua parte solo Giapeto con Ceo, Crio, Atlante e Menezio (figli appunto di Giapeto).
    E fu il pandemonio: massi, folgori, lapilli, esplosioni, kamehameha, prosciutti e quant’altro… in somma, il putiferio più totale: chi perquoteva gli oceani con un pugno, chi scagliava montagne come fossero vongole (?), chi generava tempeste con meno di un rutto… un vero macello per intendersi.

    Benchè le sorti della battaglia fossero scontate considerando lo schieramento olimpico, un contributo importante alla vittoria degli dei venne dal dio Pan, il quale fece fuggire gli ultimi avversari che ancora resistevano con un urlo terribile, causando loro un... udite udite… “attacco di panico!”
    Al concludersi dello scontro, Crono e i Titani furono incatenati nel Tartaro al posto degli Ecatonchiri, che divennero i loro guardiani. Poseidone, per maggior sicurezza, sigillò il Tartaro con una porta di metallo super-indistruttibile e blindata, perché si.
    Zeus uccise Menezio con una folgore (con tanto di scena figa in stile “uaaaaarrrg!”) e condannò Atlante a portare sulle spalle il mondo per l'eternità, da qui il nome della prima vertebra cervicale che sorregge la vostra testolina e la attacca al collo.
    Si narra però anche che Zeus, riconciliatosi con Crono, lo avesse liberato dalle catene e gli avesse permesso di dimorare nelle Isole dei Beati. Secondo altre fonti, fu condotto a Thule e sprofondato in un magico sonno, dal quale nulla avrebbe potuto ridestarlo.

    Terminava così il regno di Crono, secondo sovrano della divina famiglia e aveva inizio quella di Zeus, terzo sovrano e suo figlio, con la cui venuta si annuncia il principio dell’età del ferro nella quale gli uomini penseranno solo ad odiarsi e a scazzottarsi a tutto sfare.
    Durante la Titanomachia, si narra che Zeus e Persefone avessero generato in segreto il loro figlio Zagreo, prima che Persefone fosse sposata da Ade. Zeus, per proteggere il figlio dalle ire della moglie Era che giustamente si imbestialì non poco, lo nascose presso i Cureti a Creta, proprio come aveva fatto Rea con lui ai tempi di Crono.
    Ma i Titani, istigati da Era, si cammuffarono coprendosi il volto col gesso e attesero che i Cureti smettessero le loro danze casinare e che si fossero addormentati. Dopo di che, indussero Zagreo a seguirli con l'offerta di qualche giocattolo: un cono, un rombo, delle mele d'oro, uno specchio, un astragalo(non l’osso del piede) e un batuffolo di lana.
    Il piccolo, coraggiosamente, tentò di reggere all'assalto quando i titani lo aggredirono, mediante varie metamorfosi: divenne da prima Zeus, poi Crono, un leone, un cavallo, un serpente, una tigre ed in fine un toro, ma ci fu poco da fare.
    Stufi dei suoi tentativi di ribellione, i Titani lo afferrarono saldamente per le corna, gli affondarono i denti nella carne e lo divorarono vivo perché avevano finito i pavesini. Atena interruppe l'orrendo banchetto e, recuperato il cuore di Zagreo, lo rinchiuse in una sagoma di gesso e lo portò da Zeus, che lo trapiantò nel ventre di una donna tebana, Semele, facendole partorire un nuovo bambino che divenne immortale: Dioniso.
    Gli uomini nacquero dalle ceneri dei titani che Zeus aveva folgorato uno dopo l’altro, senza più alcuna pietà, e infatti questi ereditarono le loro manie di voler fare a botte anche se non la loro forza.

    Chi erano esattamente i ciclopi?
    I Ciclopi erano figure gigantesche e munite di un solo occhio in mezzo alla fronte (propriamente dal greco kuklops = dall'occhio rotondo). La caratteristica dell'unico occhio sembra si riferisca a un tatuaggio che un'associazione di fabbri della società elladica mostrava in onore del Sole, fonte del prezioso fuoco che utilizzavano nelle loro fucine.
    Esistono tre specie di Ciclopi:
    -I Ciclopi "urani", i figli di Urano e Gaia, che appartengono quindi alla prima generazione divina. Se ne contano tre, chiamati Bronte (il Tuono, il cui nome è anche quello di un paese alle pendici dell'Etna), Sterope (il Fulmine) e Arge (il Lampo). Dapprima incatenati da Urano in quanto esseri ripugnanti, vengono poi liberati da Crono su esortazione della madre, in seguito di nuovo rinchiusi da quest'ultimo nel Tartaro, fino a che Zeus, avvertito da un oracolo che avrebbe potuto riportare la vittoria soltanto col loro aiuto, non li liberò definitivamente. Come riconoscenza, fornirono a Zeus il tuono, il lampo e il fulmine, ad Ade l’elmo che rendeva invisibile e a Poseidone il fantomatico tridente.
    -I Ciclopi "siciliani", compagni di Polifemo, molto conosciuti per la loro presenza nell'Odissea. Sono esseri spietati e giganteschi, dotati di un solo occhio e di una forza prodigiosa. Votati all'allevamento di montoni, la loro unica ricchezza consiste nel gregge e nella caverna nella quale risiedono.
    - I Ciclopi "costruttori", provenienti forse dalla Licia, che sono invece gli artefici di tutti i monumenti preistorici della Grecia e della Sicilia. Sono un popolo che si era messo al servizio di eroi leggendari come nel caso di Preto, per fortificare Tirinto, o di Perseo, per fortificare Argo.

    E I centimani invece?
    Gli Ecatonchiri, o Centimani, sono giganti dotati di cento braccia e cinquanta teste e i loro nomi sono Cotto, Briareo (o Egeone) e Gige (o Gie). Figli di Urano e Gaia, appartengono alla stessa generazione dei Titani e dei Ciclopi e come questi ultimi partecipano alla guerra contro Crono e i titani a favore degli dei Olimpici e di Zeus.
    Successivamente, furono posti a guardia dei Titani nel Tartaro e non rinchiusi nuovamente, come ricompensa per il lavoretto svolto in guerra.
    Le interpretazioni degli evemeristi (i seguaci del fìlosofo Evemero di Messene, secondo cui gli dei sono eroi realmente esistiti e poi divinizzati dalla fama popolare) fanno degli Ecatonchiri non dei giganti, ma uomini che abitano la città d'Ecatonchiria, in Macedonia: Avrebbero semplicemente aiutato gli abitanti della città di Olimpia (gli Olimpici) a lottare contro i Titani e a cacciarli dalla regione.
    Dei tre simpatici centimani, Briareo è l’unico che verrà nuovamente citato nei miti successivi.
    Briareo è il nome usato da gli dei, Egeone quello con cui viene chiamato dagli uomini. Nella prima delle due visioni lo si rappresenta mentre sorveglia, con i suoi due fratelli, i Titani nella loro prigione sotterranea; Nella seconda sembra che Poseidone lo avesse ricompensato del coraggio dimostrato nel duro combattimento porgendogli la mano di sua figlia Cimopolea dopo averlo esonerato dal fare la guardia ai Titani, e con ella ebbe due figli: Sicano e la ninfa Etna.
    Lo si rincontra in un ruolo piuttosto importante soprattutto Quando Era, Atena e Poseidone decidono di imprigionare Zeus: Teti chiamò Briareo in aiuto del dio degli dei padre supremo onnipotente e la sola presenza dell’enorme centimane, unita al timore della sua forza portentosa, bastò a distogliere i traditori dai loro loschi piani.

    Edited by Aesingr - 31/10/2016, 08:19
     
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