Insanity

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    Il crepuscolo ormai inondava le vie di kerus e la giornata si stava avviando verso la conclusione, ma la vita notturna stava iniziando a svegliarsi proprio in quel momento.
    Le ombre scivolavano lungo i muri nascondendo oscuri segreti.
    Una figura alta ed elegante camminava per questi oscuri meandri, pareva che egli non temesse le zone di buio, ma anzi sembrava che le ombre lo seguissero rimanendogli attaccate come un lugubre sudario di morte.
    Makon camminava seguendo il dolce sentore della bevanda che lui amava più al mondo, il sangue umano; la traccia lo condusse lungo vicoli stretti e fatescenti nella periferia della città.
    All'improvviso qualcosaltro si fece sentire sopra la fragranza sanguigna, era come un lieve sussurro che aleggiava nell'aria, e parlava di morte e distruzione.
    Dato che non aveva di meglio da fare, e visto che la sensazione si faceva sempre più pressante, il vampiro si abbandonò ad essa e si fece portare ovunque il mandante di quel comando avesse voluto condurlo.
    Si trovò a passare in vicoli sempre più stretti ed oscuri, figure losche lo circondavano ma se ne stavano largamente distanti dalla sua figura senza osare avvicinarglisi.
    Sbucò nell'ennesimo viottolo buio e degradato, ma in lontananza vide due figure che venivano nella sua direzione; rallentò il passo, e si nascose tra le ombre così bene che sembrò scomparirvi dentro.
    Le due persone, evidentemente soldati visto le armi che portavano, lo superarono parlando tra di loro.
    "orsù, ditemi cosa ci fanno due gentil-uomini come voi in queste zone così degradate..... si potrebbe quasi pensare che abiate qualcosa da nascondere....".
    Il sussurro di Makon raggiunse le orecchie dei due mercenari i quali si fermarono di botto; guardandosi attorno con circospezione estrassero le lame che portavano al fianco:
    "esagerati" disse Makon dall'ombra, "non vi pare una reazione avventata?"
    "mostrati villano!? esclamò uno dei due, "sei tu quello che deve nascondere qualcosa, visto che non ti mostri....".
    "hai pienamente ragione, io ho da nascondere qualcosa..." continuò la voce sussurante nell'oscurità.
    "e cosa sarebbe? chiese il medesimo soldato.
    "la vostra morte" concluse la voce di Makon vicinissima all'orecchio dello sfortunato.
    Approfittando delle tenebre Makon si era fuso con esse, e si era portato alle spalle del malcapitato.
    Questi galvanizzato dalla botta di adrenalina causatagli dal terrore cercò di menare un fendente in direzione del vampiro, che tuttavia gli bastò un passo laterale per scansarlo e sbilanciarlo.
    "suvvia, suvvia, stai calmo...." ringhiò Makon senza più traccia di divertimento nella voce, "così complichi solamente le cose".
    "siccome mi sento magnanimo questa sera, vi lascerò scegliere chi di voi deve morire".
    Ciò non fece che far agitare maggiormente il soldato che makon aveva preso di mira, mentre l'altro probabilmetne più avezzo a trovarsi in situazioni pericolose, stava calmo.
    Poichè le ombre erano fitte in quel luogo, Makon non faticò a intrappolare i due uomini nella sua trappola.
    "ora come stavo dicendo", continuò, "sarete voi a decidere chi deve morire dei due".
    "tu" disse il vampiro rivolgendosi verso a quello che aveva ormai capito essere il comandante, "chi deve morire tra voi due? Tu o il tuo compagno?".
    L'uomo trasse un sospiro profondo cercando di trattenere le lacrime e disse: "prendi me, ma lascialo vivere...." concluse indicando il compagno d'armi.
    Makon annuì "questo è il tuo volere, ma sentiamo pure quello del tuo sottoposto...." volgendosi verso l'altro uomo il non-morto ripetè la medesima domanda.
    "avete sentito la risposta del mio compagno, lui vuole morire, e voi dovete lasciarmi andare!" esplose questi.
    "bene, e così sia" disse Makon con un sorriso che di umano ormai non aveva più niente, "siete libero amico mio, e avete condannato un uomo giusto ed onesto... i miei più sinceri complimenti. Ora sparite!"
    Liberato dal controllo del vampiro l'uomo scattò in una corsa forsennata per sfuggire a quella morte, che quella notte pareva insediarlo ovunque andasse.
    Dopo appena una decina di passi il soldato si trovò la strada sbarrata:
    "ma.... ma..... ma....." non riuscì ad emettere altri suoni poichè la lama sottile di Makon lo impalò contro il muro di legno di una catapecchia li vicina; il colpo fu tanto violento che la lama sprofondò nel legno massiccio dopo essere sbucata dalla parte posteriore del cadavere.
    "eri un essere spregievole, pronto a sacrificare la vita di un tuo compagno pur di salvarti quell'avanzo di feccia che chiamavi vita, e perciò non meritavi di continuare ad esistere in questo mondo" disse Makon al defunto, "e ora sazzierai la mia di vita" si chinò sul cadavere e in pochi lunghi sorsi lo svuotò di tutto il sangue.
    Rialzatosi dopo l'abbondante bevuta, si accorse che il sopravvissuto era rimasto inchiodato al suo posto:
    "sei stato graziato già una volta, io non rischierei una seconda volta" gli disse il vampiro avvicinnandoglisi, "vattene finchè sei ancora in tempo" e se ne andò senza degnarlo di un'ulteriore occhiata.
    Giunto alla fine del vicolo Makon sbucò in uno spiazzo antistante una cappella abbandonata da tempo, nel quale vi era stata una carneficina; il sangue imbrattava il selciato e i muri delle costruzioni.
    Ormai sazio del sangue del soldato, Makon diede solamente un'occhiata circospetta per capire se chi aveva compiuto quello spettacolod'efferatezza era ancora nei paraggi.
    Notò al centro di quello spiazzo due figure: il primo era sicuramente un drago, date le dimensioni imponenti, mentre la seconda più minuta sembrava un umano, si ma un umano dalle fattezze "angeliche" visto la perfezione dei tratti.
    I due erano attorniati da una folla silenziosa di uomini, i quali restavano immobili e parevano attendere.
    "sera a voi miei tenebrosi compari, qual tenebroso vento vi ha condotto fin qua?"

    Edited by Elexar - 25/7/2018, 18:19
     
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    Iniziavano a intravedersi le prime stelle della notte quando Nevith giunse in città tramutandosi in umano, non gli piaceva attirare l'attenzione su di se e anche se un ragazzo alto un metro e novanta dagli occhi viola poteva catturare qualche sguardo sicuramente avrebbe catturano meno sguardi di un drago che passeggia in mezzo alla città. Non sapeva perché quella sera aveva deciso di fare un giro per Kerus ma non aveva nient'altro di meglio da fare, quindi perché no. La strada principale era ben illuminata e gli abitanti che ancora non erano a casa per riposare vi ci stavano andando, mentre i vicoli secondari che si snodavano nella città si facevano via via sempre più bui e malfamati, pieni di gente stesa a terra ubriaca oppure di qualche ladro che derubava il povero passante di turno. Nonostante questo, Nevith si fermò di colpo davanti ad uno di questi vicoli e si guardò intorno, non sapeva cosa era successo, era come se un sibilo gli fosse passato vicino all'orecchio destro, proveniente dal vicolo.

    "...sarà stato il vento"

    Pensò in un primo momento continuando a camminare senza una meta precisa. Imboccando però una strada alla sua destra sentì di nuovo quel sibilo, più forse della volta scorsa. Sembrava dicesse qualcosa ma non riusciva a distinguere le parole, quello che notò è che gli crebbe in petto una gran voglia di seguire il sibilo e vedere dove questa storia sarebbe andata a finire.
    Imboccò il vicolo sulla destra. Riconobbe la stradina che lo condusse fuori le mura della città, diventando un sentieri che si snodava lungo l'orizzonte. Riprese le sue sembianze naturali e spiccò il volo agitando le grosse ali che fecero alzare una raffica di vento intorno a lui, e, dopo aver preso quota, iniziò prima a seguire il sentiero per poi invece seguire il sibilo verso l'entroterra dell'isola.
    Decine di piccoli villaggi rurali si stanziavano in quella porzione dell'isola e senza dover atterrare per constatarlo Nevith potè notare la povertà di quei villaggi. Uno in particolare attirò la sua attenzione: uno dei villaggi più isolato dagli altri, con poche case e malridotte ma con una piccola cappella dal soffitto mezzo crollato,edificata per chissà quale divinità.
    Dopo aver compiuto 4 ampi cerchi intorno il villaggio drago atterrò dietro ad una casa poco lontana dalla cappella. Decise di tramutarsi nuovamente in umano per evitare di attirare l'attenzione ma qualcosa attirò la sua di attenzione, l'odore metallico di sangue che lo circondava completamente. Nevith seguì l'odore del sangue per trovarsi in uno spiazzo davanti la cappella, che immaginò essere una piazza. Decine di uomini erano lì in piedi con delle espressioni che erano tutto tranne che umane e normali. Oltre agli uomini vi erano tre figure, due umanoidi ed un drago. Le due figure umanoidi non erano assolutamente degli umani a giudicare dalle ali di uno dei due. Nevith fece qualche passo avanti, non mostrando alcuna emozione se non un po' di strafottenza

    "Siete voi che avete mandato l'invito alla festa? Potevate anche aspettarmi prima di iniziare a divertirvi..."

    Disse rivolgendosi alle tre figure e poggiandosi al muro di una delle case che formavano il perimetro della piazza

    Edited by BadWolf - 26/7/2018, 11:41
     
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    Riprendo il post di Void e Cosmos per proseguire


    Il cristallo non venne frantumato da Mael ma dal Maestro del Vuoto stesso. Per fortuna se n'era andato, non riusciva più a sopportarlo.
    Prima di sparire però la semi-divinità gli aveva lanciato una sfida: uno contro uno, al tramonto, isola del lago viola. Se l'angelo non si fosse recato lì il logorroico drago spettrale sarebbe venuto a cercarlo.
    "Ma per piacere..." sbuffò, rinfoderando la spada.
    "Tremo dalla paura" concluse, sarcastico. Maven, vicino a lui, era trepidante di fare altre stragi. Un villaggio dimesso, il luogo che stava mirando da qualche secondo, brillava fiocamente davanti ai suoi occhi scarlatti.
    "Per quanto la mia voglia sia immensa, forse è meglio che la smettiamo qui. Abbiamo fatto casino pari a quello di un esercito!" Rise di gusto, inspirando l'aria imbevuta dell'odore metallico di sangue, che era più forte proprio vicino al riverso Vacuiel, moribondo. Mael lo ignorò totalmente, in sostanza era come se non ci fosse più. Tanto di lì a poco sarebbe morto, quindi il suo destino era già segnato. Lo potevano confermare tutto il sangue che aveva perso e gli strazianti gemiti di dolore che emanava.
    "Ma non puoi crepare in silenzio?" borbottò, voltandogli le spalle e osservando lo scempio che Mael e il drago nero avevano generato. Non fece a meno di notare, con la coda dell'occhio, che una strana luce si manifestò improvvisamente dietro di lui. Girandosi nuovamente verso Vacuiel, egli vide che il suo patetico simile era stato inglobato da quel fastidioso bagliore e che presto sparì nel nulla. Il caduto assunse un'aria risoluta perché sapeva bene cosa era appena successo.
    "Un intervento divino" pensò senza indugio, alzando subito lo sguardo contro il cielo. Un forte suono di battiti d'ali sincronizzati si fece improvvisamente vivo in quella lugubre tela nera priva di stelle. Un rumore che sembrava intonare una canzone che sapeva di giorno del giudizio.
    A Mael gli venne solo da esibire un ghigno di sfida, dinanzi a tutto ciò.
    "Siete adirati, fratelli miei?" li canzonò.
    "Venite pure, vi aspetto a tutti" continuò, ma la sua spavalderia si dissolse quando Mael iniziò a vedere i cadaveri dei mercenari contorcersi sopra le pozze di sangue. Eppure erano morti, e anche male.
    Chi precedentemente non era stato mutilato era riuscito a mettersi in piedi con inquietanti contorsioni disumane. Disumane come le strane figure che fecero inaspettatamente la loro apparizione dall'oscurità, circondando così Mael e Maven. Si trattavano sicuramente di demoni dalle strane forme animalesche a giudicare dalle loro fattezze, anche se l'oscurità che permeava quell'ambiente non permetteva al caduto di avere una loro completa visuale dei dettagli.
    Le creature infernali invece di attaccare il duo, si dissolsero in fumo nero ed entrarono nei corpi dei mercenari caduti. Avevano quindi posseduto dei corpi morti dilaniati ma che inspiegabilmente si ricomposero, riappropriandosi degli arti e organi perduti. Gli uomini del battaglione in poco tempo ritornarono tutti in piedi e sani proprio come se fossero stati in vita. Solo le loro espressioni risultavano innaturali e dannatamente diaboliche per dei semplici umani.
    Mael, accerchiato, portò istintivamente una mano sull'impugnatura della spada per essere pronto nel caso i morti rianimati avessero avuto intenzione di attaccare. E invece una voce di levò dalle file. Essa aveva appena invitato le creature delle tenebre a radunarsi. Per sapere cosa? Cosa dovevano sapere, di preciso?
    "Non so chi siete e nemmeno da dove venite, come potrei fidarmi di voi?" domandò Mael, sulle difensive. Non si fece attendere l'arrivo di due altri sconosciuti che, come Mael e Maven, dovevano essere stati attirati dall'odore del sangue che aveva infestato la zona della cappella. Uno doveva essere un vampiro e l'altro... Appariva come un umano ma c'era qualcosa che al caduto non quadrava. Non poteva usare la telepatia in quel momento, si sarebbe distratto dalla situazione del momento.
    "Piano con le avances voi due, non sono venuto qui per rimorchiare amici. Tsk"
     
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    scusa BadWolf la precisazione, al momento l'azione si stà svolgendo nel piazzale antistante la cappella, quindi siamo fuori dall'edificio:P
     
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    Woops, mea culpa, risolvo subito ^^"
     
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    Il capo dei mercenari osservò la scena che gli si parava davanti, seppur celata dalla notte, con il più puro sgomento stampato sul volto. Quello che era accaduto al suo uomo, per quanto questo avesse mostrato di tenere più alla vita che all'onore, era convinto di non sapere come perdonarselo.
    Sicuramente il ritorno a casa non sarebbe stato dei migliori per lui. La fortuna lo aveva abbandonato dal momento in cui si era recato da quelle parti con la malsana idea di fermare quegli individui. Non erano avversari alla sua portata, non se fosse rimasto ciò che era; certamente non poteva vincerli con le sue attuali forze.
    Si chiese se essere un semplice comune umano mortale fosse il suo unico grande limite, ma si narrava spesso di eroi e guerrieri in grado, con la sola spada, di sconfiggere orde di creature mortali per divenire parte della leggenda. Possibile che fossero tutti solo racconti?
    Avanzò brancolando fra le abitazioni, diretto verso casa. La sua mente era completamente focalizzata su un unico pensiero: il suo confortevole letto, che la moglie gli avrebbe sicuramente fatto trovare pronto nonostante non potesse essere sicura ogni volta che sarebbe rincasato.

    Le figure nere volteggiarono attorno all'angelo e al dragone, fermandosi di tanto in tanto come in una danza formata da diversi canti. Stavano aspettando, dovevano solo attendere l'arrivo di una forza abbastanza grande.
    Il richiamo dell'oscurità sembrò esser stato accolto, all'appello dei demoni avevano risposto già due entità dedite anima e corpo alle ombre che governavano la loro potenza.
    L'aria si fece quasi palpabile, e non soltanto in senso metaforico; l'atmosfera si caricò di un'energia arcana di cui l'etere stesso venne impregnato, creando una cupola d'ombra attorno ai presenti adesso radunati sotto il vessillo delle tenebre.
    Erano giunti un uomo, la cui energia spirituale suggeriva una natura ben più che umana, e un non morto che probabilmente considerava l'oscurità come una tartaruga considerava il suo guscio.
    "Felice che siate giunti" sibilò la voce, che nonostante la sottigliezza del tono emanava un lugubre fascino intriso di alterigia.
    Il velo oscuro che raccolse il quartetto nel suo gelido abbraccio non risultava opprimente, era bensì una sorta di piacevole ristoro per coloro che sapevano come accoglierlo. Non v'era bisogno di conoscere l'occulta potenza dell'elemento oscuro per giovarne, chiunque tra i presenti possedesse un animo avvezzo ad abbracciare l'oscurità e ripudiasse la purezza della luce poteva nutrirsi di quel vigore.
    "Una sola notte, compagni. Solo una notte dovrete prestarmi i vostri servigi, e un'eternità di glorie attende i vostri spiriti"
    Parlava come una sola fosse la fonte di quel suono. Le figure mostruose non proferivano parola, né le loro né le bocche dei corpi redivivi si muovevano di un solo centimetro.
    Quella voce riecheggiava all'interno di quel cerchio d'ombra fin dentro le quattro creature, incuneandosi fino ad ogni più remoto anfratto dei loro corpi e delle loro menti. Dall'angelo al vampiro, ognuno di loro avrebbe captato le limpide e melliflue fondamenta di quell'invito.
    "In questo luogo una vita celeste, piena di preziosa energia divina, si è dissolta offrendomi finalmente l'ultimo frammento di luce spirituale di cui avevo bisogno. Io e i miei compagni di... bevute... ringraziamo il caduto e il dragone che ci hanno permesso di tornare"
    Fece una piccola pausa, mentre le figure demoniache indietreggiavano e ampliavano ulteriormente l'ammasso oscuro, che si dilatava man mano che si avvicinavano all'interno della città. Ormai aveva superato il centinaio di metri, e il cielo era diventato appena visibile. Pochi astri adombrati sembravano osservare quel misterioso fenomeno d'inenarrabile empietà.
    "Se volete sapere chi sono, o meglio chi siamo, perché non accettate di unirvi a me in questa lunga ed indimenticabile festa? Dobbiamo gioire della mia discesa fra i mortali, finalmente la notte avrà un nome. Non volete essere i primi... a conoscerlo?"
    Un lieve formicolio invase le membra del quartetto. Una leggera aura di energia statica li avvolse, un'energia a cui si sarebbero potuti lasciar andare di loro spontanea volontà oppure rifiutare semplicemente allontanandosi.
    "Avanti, per voi non c'è alcun che da temere. Saranno gli altri a temere voi, posso assicurarvelo"
    Chi di loro si fosse lasciato avvolgere definitivamente dalla dolce stretta avrebbe percepito un vento gelido attraversarli, i loro occhi si sarebbero socchiusi fino ad immergerli nel nero piu totale e ogni fibra del loro essere si sarebbe fatta carico di un rinnovato potere. Come una soffice veste generata da un fuoco corrosivo in grado di consumare ogni cosa, un alone violaceo avrebbe preso forma attorno ai loro corpi per renderli a tutti gli effetti i protagonisti di quella lunghissima blasfema notte priva d'alba.

    Edited by Aesingr - 4/8/2018, 05:26
     
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    Poco dopo l'arrivo di Makon giunse nello spiazzo un'altro individuo:
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    "Siete voi che avete mandato l'invito alla festa? Potevate anche aspettarmi prima di iniziare a divertirvi..."
    Disse rivolgendosi alle tre figure e poggiandosi al muro di una delle case che formavano il perimetro della piazza

    "per quanto mi dispiaccia ammetterlo, vi è una forza superiore a noi all'opera questa notte, e noi quattro siamo gli ospiti d'onore..." rispose il vampiro.
    All'improvviso quell'entità parlò con una moltitudine di voci, ma che allo stesso tempo era una voce unica che si insinuava nei recessi più oscuri della mente di Makon
    CITAZIONE
    "Una sola notte, compagni. Solo una notte dovrete prestarmi i vostri servigi, e un'eternità di glorie attende i vostri spiriti"
    "In questo luogo una vita celeste, piena di preziosa energia divina, si è dissolta offrendomi finalmente l'ultimo frammento di luce spirituale di cui avevo
    bisogno. Io e i miei compagni di... bevute... ringraziamo il caduto e il dragone che ci hanno permesso di tornare"
    "Se volete sapere chi sono, o meglio chi siamo, perché non accettate di unirvi a me in questa lunga ed indimenticabile festa? Dobbiamo gioire della mia
    discesa fra i mortali, finalmente la notte avrà un nome. Non volete essere i primi... a conoscerlo?"

    Quando la voce tacque, Makon le si rivolse:
    "innanzi tutto, io credo che dobbiate decidere se siete una cosa sola o più cose.... oppure quel noi che usate è un noi-maestatis? Come seconda cosa io non presto servigi a chi che sia, ma li baratto; d'unque mi aspetto un ritorno....
    e ora su, mostratevi...."
    Il vampiro dal canto suo aveva già deciso di accettare l'empia offerta della misteriosa voce, e aveva risposto solo per punzecchiare il loro interlocutore.
    Pian piano si abbandonò a quella sensazione formicolante che lo stava avvolgendo immergendolo in una oscurità avvolgente che lo faceva sentire più (vivo) che mai.
    Volgendo lo sguardo verso la volta celeste Makon vide gli astri oscurarsi per via di una cupola più nera della notte stessa.
    All'improvviso una nuova energia gli scorse nelle membra donandogli nuovo vigore; ora si: era pronto a scatenarsi.
     
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    "Piano con le avances voi due, non sono venuto qui per rimorchiare amici. Tsk"

    Disse l'angelo rivolgendosi a Nevith e all'altra figura arrivata poco prima di lui "Mi dispiace, sei carino ma non sei il mio tipo piccolo cherubino" rispose Nevith con un piccolo ghigno sul volto. Fece anche per rispondere al vampiro ma un secondo prima che potesse farlo le creature che erano insieme ai quattro in quella piazza parlarono, un'unica voce si levò dalle bocche di tutti

    CITAZIONE
    "Una sola notte, compagni. Solo una notte dovrete prestarmi i vostri servigi, e un'eternità di glorie attende i vostri spiriti"
    "In questo luogo una vita celeste, piena di preziosa energia divina, si è dissolta offrendomi finalmente l'ultimo frammento di luce spirituale di cui avevo
    bisogno. Io e i miei compagni di... bevute... ringraziamo il caduto e il dragone che ci hanno permesso di tornare"
    "Se volete sapere chi sono, o meglio chi siamo, perché non accettate di unirvi a me in questa lunga ed indimenticabile festa? Dobbiamo gioire della mia
    discesa fra i mortali, finalmente la notte avrà un nome. Non volete essere i primi... a conoscerlo?"

    Appena la voce smise di parlare e l'eco smise di farsi sentire piombò il silenzio nella piazza e gli occhi di Nevith brillarono di curiosità, captando ogni movimento delle creature.
    Il primo a rispondere alle creature fu il vampiro, che accettò l'offerta della voce punzecchiandola un po', Nevith non sapeva se per noia o per vedere come avrebbe reagito. Quello che successe dopo lo lasciò più confuso di prima: il vampiro sembrava essere stato immerso in un qualcosa che improvvisamente l'aveva reso più forte di prima, il ragazzo non sapeva ancora se era il caso di riprendere la sua forma originale o se lasciarla ancora celata, ma di una cosa era certo, voleva scoprire cosa stava succedendo.
    "Io non lavoro per nessuno. Neanche se pagato. Potete scegliere se fidarvi di me o meno, dipende tutto da voi... o da te." rispose Nevith con un sorriso di sfida sul volto, puntando gli occhi sulle creature davanti a lui una ad una. In cuor suo però il ragazzo aveva già accettato la proposta, ciò nonostante voleva vedere quanto la voce tenesse davvero ad averlo tra le sue fila per una sola notte.
     
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    Avvolti dal nero miasma delle ombre, i tre si erano lasciati accogliere dalla grande notte oscura che i demoni avevano portato con sé. Maven restò immobile, annuendo e snudando le zanne.
    "Bene, c'è dell'orgoglio e della fierezza nelle vostre parole. Allora vampiro, non avrai di che pentirti. La soddisfazione sarà il premio più grande che potremo offrirti, se questo è ciò che io potrò o noi potremo donarvi non deve recare dubbio al tuo intelletto"
    La cupola nera si mosse, o meglio si espanse, cominciando ad inglobare le abitazioni più vicine. Dalle finestre la luce delle candele e delle fiaccole rischiarava debolmente gli interni, i quali improvvisamente divennero tetri e bui.
    Le tenebre tuttavia non furono compagne del silenzio, poiché bastarono pochi secondi e le strade cominciarono a riempirsi di grida e schiamazzi degli abitanti ignari. Improvvisamente i cittadini di Kerus si sarebbero visti ricoprire da un manto d'ombra, troppo surreale e gelido per essere scambiato per il naturale cielo notturno, e le case sarebbero piombate nel buio più assoluto.
    Dalla gran parte delle abitazioni qualcosa di simile ad un gelido vapore emerse, come un alone carico d'energia che si dirigeva in direzione dei nostri... EROI...
    La voce parlò ancora.
    "Questo che vi sta raggiungendo è il nostro nutrimento, il mio nutrimento. Sfioratelo, ascoltatelo, abbracciatelo. Potete farlo vostro"
    Ormai le temperature erano scese leggermente sotto lo zero, e sottili strati di brina si erano già formati con sorprendente rapidità sulle chiome degli alberi e sui tetti delle case.
    Un uomo armato di spada vagava per quei viali, un uomo disperato per la perdita dei propri compagni. Un uomo che stava ritornando a casa, in cerca solo di un conforto che potesse alleviare il dolore del suo ultimo errore. Un uomo che si era pentito di aver affrontato creature superiori, forse si era pentito anche del suo lavoro di mercenario, che tuttavia non aveva mai considerato uno sporco modo di collezionare monete d'oro.
    Quell'uomo, che emanava soltanto energia pura e quasi candida. Rare erano le sfumature che permeavano il suo corpo del nero della malvagità, segno che in lui non albergava la viltà di un individuo devoto all'assassinio.
    Molti altri uscirono dalle loro abitazioni in preda al panico, molti altri ancora cominciarono a bestemmiare e a scagliare ingiurie verso le divine figure celesti.
    I loro corpi, agli occhi di Makon, Mael e Nevith, apparivano attorniati d'energia; quando questa si manifestava come bianco-azzurrina rappresentava la purezza del loro animo, il nero-violaceo invece era sinonimo di perfidia e malvagità.
    Tutti loro conciliavano e mischiavano quei due contrastanti colori, attorniati di caldo tepore o di fredda malignità, ma rari erano i casi d'equilibrio in cui le due forme d'energia si equivalevano.
    La gran parte di loro tendeva ad una delle due metà, con una leggera predominanza dell'oscurità che riusciva ad occultare la luce.
    Seppur non in maniera evidente, le aure di tenebra superavano quelle luminescenti, e le fiamme purpuree adombravano con sinuosità quelle azzurre.
    "Come potete constatare, vivido è il male in questo luogo. Come qui in tutta Kengard, e persino... oltre i confini. Fate vostra questa oscurità, poiché ombra non necessariamente significa male. Senza il corretto scontrarsi dei due emisferi l'equilibrio si infrangerà, vostro è il compito di nutrirvi della notte per estirpare ciò che infrange questa eterna legge"
    Non solo gli occhi dei due dragoni, del vampiro e dell'angelo avrebbero potuto vedere dove il male risiedeva, ma avrebbero potuto persino ascoltare ciò che quelle genti avevano compiuto per far sì che il loro spirito si tingesse del vuoto più nero.

    Per chi ha difficoltà d'interpretazione, o per chi non comprende il mio sublime non far capire cosa scrivo, dovete togliere il male che c'è di troppo in giro per Kerus.
    Alias, prendere qualcuno a caso dei tipi con l'aura oscura e, per sfizio, sentire tutti i loro atti cattivoni e le loro malefatte. A vostra discrezione quale far fuori, ad ogni persona cattiva uccisa vi sentirete più potenti.
    Fate una strage!
    (potete spaziare con cosa volete, uomini, orchi e nutrie di fiume, limite unico la vostra follia xD pura insanity!)
     
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    Mentre l'energia oscura avanzava nel suo essere più profondo, a Makon parve di cadere in una sorta di trance: i rumori sparirono in sottofondo, i colori si fecero più sfuocati e gli altri sensi per un breve momento si attenuarono come se il vampiro si fosse immerso in un mare di ovatta.
    In quel momento ciò che la misteriosa entità aveva definito come il suo nutrimento lo raggiunse colmandolo di una rinnovata potenza ed un'energia pressochè infinita.
    naturalmente come hai scritto tu AES solo per questa role, ho deciso di sfruttare questa energia oscura per ridurre i tempi di utilizzo delle tecniche ma la loro efficacia rimane quella descritta nello schedario.

    "non vi preoccupate il mio intelletto non dubita affatto, anzi, egli pensa, l'intelletto intendo, che voi non sappiate chi voistessi siate....." rispose il vampiro con una punta accennata di acido nella voce; "comunque vi ringrazio per la generosa offerta in cambio dei miei servigi" continuò con lo stesso tono, "è ora di mettersi al lavoro quindi vi saluto".
    Dando seguito alle sue parole Makon iniziò pian piano a fondersi con le ombre circostanti, finchè il suo corpo non ne fu completamente assorbito; scavandosi un passaggio nell'oscurità il vampiro si mosse indisturbato.
    Camminò per una ventina di metri completamente celato alla vista di qualsiasi essere vivente, finchè passando d'innanzi ad un rudere apparentemente abbandonato scorse all'interno le anime luminose di un gruppo di persone; incuriosito decise di entrare.
    Rimanendo vicino alle pareti della costruzione egli entrò cercando di non fare nessun rumore che lo potesse smascherare.
    La porta principale dava su un salone, probabilmente usato come sala da ballo in tempi migliori, il quale ora molto probabilmente era il covo di qualche ignobile individuo.
    Guidato solamente dal lucichio dell'energia spirituale di chi vi si trovava Makon si diresse proprio in quella direzione.
    All'improvviso una cacofonia di voci mentali lo aggredirono, parlavano di sangue, di uccisioni e morte: davanti a lui c'erano almeno una decina di persone; queste avevano l'aura tanto oscura da confondersi con il buio circostante e le aveva nascoste agli occhi del vampiro; un'unica anima brillava di un bianco abacinante; al centro del cerchio formato dai malviventi una ragazza giaceva sdraiata sopra una lastra di pietra.
    "ructumracarasha, zunratasha, ornashinka" d'un tratto tutte quelle persone si misero a salmodiare in una lingua sconosciuta a makon, il quale percepiva attraverso la litania un sentore di oscuro e malvagio.
    Come avevano iniziato, le voci tacquero ed un'ombra più oscura delle altre avanzò nel cerchio dirigendosi verso la vittima sacrificale, poichè di questo si trattava, levando verso l'alto un braccio.
    All'improvviso la figura si fermò nel mezzo di un passo come se qualcosa la trattenesse.
    Dietro l'ombra si stagliò la figura slanciata di Makon.
    "salve nobili signori, mi par di capire che abbiate certune idee al quanto discutibili verso questa anima pura?" disse il vampiro continuando a tener stretto l'uomo che aveva bloccato "e di grazia, sareste così gentili da liberarla?"; intanto la cacofonia di voci mentali continuavano a sussurargli come amanti ma ora sussurravano del dolore che gli avrebbero inflitto, delle pene alle quali lo avrebbero sottoposto.....
    "prima che vi moviate contro di me, sappiate che al contrario di come accade in tutte le altre role, in questa occasione sono io che ho intenzioni bellicose nei confronti delle vostre persone." così dicendo infilò la propria mano destra, che era divenuta pura ombra, nel collo del suo prigioniero e una volta dentro gli afferrò la giugolare e la strappò di netto.
    Nessuna ferita apparve in superficie quando Makon estrasse la mano dal collo ma il suo arto grondava sangue.
    Il ferito in principio divenne rosso, poi blu.... si stava soffocando col suo stesso sangue il quale non riusciva a trovare vie di sfogo verso l'alto poichè la gola era serrata dalla mano sinistra del vampiro che lo stringeva come una morsa.
    Quando sentì il corpo aflosciarsi Makon lo lasciò cadere in terra.
    "e ora veniamo a voi" disse il redivivo girandosi verso il resto del cerchio.
    Con un balzo fu sopra all'altare evitando di calpestare la fanciulla che ancora vi giaceva; poi spalancò le braccia e la terra attorno alla lastra tremò mentre veniva trasformata in sabbia tanto sottile e consistente che le persone che vi si trovavano sopra si trovarono immerse fino ai fianchi prima di poter far qualsiasi cosa.
    Quando fu felice del risultato, il vampiro con uno slancio oltrepassò il tratto di sabbie mobili e prese a camminare in torno ai malcapitati.
    "leggo nei vostri pensieri che avete condotto una vita assai onorevole.... tra sacrifici di questo genere, assassinii e tradimenti vari..... debbo dire.... e sottolineo debbo, che fate schifo persino a me che di morte ne ho vista parecchia....".
    Si avvicinò al primo uomo:
    "immagino che nessuno di voi sia dispiaciuto per cio che avete fatto giusto?" quello scosse la testa ma non aprì bocca; "ottimo.... sappiate che nemmeno a me dispiace quello che sta per accadere."
    Estrasse la spada dal fodero e con un fendente rapido e potente decapitò l'uomo con cui stava parlando, poi con gesto aggraziato si chinò sul collo reciso e si abbeverò come se fosse una botte del miglior wiskey del mondo.
    Altre 10 volte Makon compì il suo gesto e ogni volta si sentiva come se il suo spirito ne giovasse, infatti arrivato in fondo si sentiva scoppiare di energie e di un rinnovato potere.
    Compiendo un altro balzo ritornò sulla lastra di pietra e recise i legacci che teneva bloccata la ragazza la quale era svenuta già da qualche minuto e prendendola tra le braccia la portò fuori da quel rudere maledetto.
    Una volta che ebbe depositato in terra la ragazza, augurandosi che si riprendesse in fretta, Makon si incamminò per la propria strada alla ricerca di qualche altra vittima da ripulire dai propri misfatti.
     
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    Mael vide le figure nere volteggiare intorno a lui e agli altri che erano appena arrivati. Sembravano che stessero temporeggiando, senza ostili intenzioni. Il cherubino sciolse la mano dall'impugnatura della propria spada, stando sempre in allerta.
    Improvvisamente l'aria si fece stranamente densa ed una cupola nera avvolse il gruppo come uno strano guscio protettivo. Poi davanti ai loro occhi giunse un uomo e un non morto.
    "Adesso chi è questo, un altro tirapiedi di quella schiappa del Vuoto?" sibilò il caduto, scocciato. Ma quando lo sconosciuto, l'ultimo arrivato parlò, lui cambiò idea. Mael emise quindi un verso compiaciuto, portandosi interessato una mano guantata sotto il mento e ascoltando le sue parole e le sue richieste.
    "Se è per una sola notte io ci sto. Ho già capito le tue intenzioni in un certo senso. Tutto è iniziato e finirà con un bel bagno di sangue, vero?" domandò all'uomo.
    "Già, un bel bagno di sangue sotto questo cielo nero come gli abissi glaciali del Cocito." eclamò euforico Mael, allargando le braccia verso la volta notturna. Essa stava vestendo lentamente i panni dell'oscurità che i demoni ampliavano man mano che si allontanavano, velando gli unici punti luminosi che avevano assistito e assisteranno ad un ulteriore sacrilegio nei confronti della vita.
    Una misteriosa energia avvolse inaspettatamente il bramoso caduto, inizialmente gelida poi carica di un potere che rinnovò ogni suo tessuto. Un alone violaceo prese ad ardere intorno alla sua figura nera e aprendo gli occhi dapprima socchiusi, Mael si sentì come rinato, adrenalinico, pronto a scattare come una furia. Nemmeno il freddo percepiva perché il sangue ribolliva della smania di agire non appena udì le prime urla degli abitanti di Kerus.
    La voce dell'uomo misterioso parlò ancora e l'angelo seguì le sue dritte enigmatiche. Quindi egli non si fece attendere e spiccò un balzo verso il cielo.

    L'intera città era sprofondata nel buio totale: nessuna luce di candela, torcia o lampada era accesa. Le persone riverse nelle vie principali erano preoccupate e impaurite, lo si poteva capire dalle parole e dai versi che facevano. Tremavano come foglie secche
    Dall'alto Mael, che stava sovrastando la città in volo, vedeva un miscuglio di aure bianche, azzurre e viola. Difficile, da quella quota, distinguere chi andava eliminato e chi no, quindi decise di abbassarsi, sfiorando i tetti. Una luce bianca con delicate sfumature scure vagava in quelle contrade divenute minacciose. Apparteneva ad un uomo che l'alato lo riconobbe: era l'unico che aveva lasciato in vita nella strage precedente. Davanti a lui però, a pochi metri più avanti, un felino antropomorfo armato di daga stava approfittando dell'imminente oscurità per uccidere e derubare l'umano che gli stava venendo incontro. Il bagliore del ladro era prevalentemente viola chiazzato di viola scuro, che soffocava prepotentemente una piccolissima regione celeste.
    "Ecco uno stolto." pensò. Il felino aumentò il passo e impugnò l'arma saldamente. Tra lui e il mercenario sopravvissuto ci correvano pochi metri ma Mael piombò dall'alto come un'aquila e arrivò un sonoro calcio sotto il mento dell'antropomorfo. Esso andò a sbattere contro delle casse vuote accatastate, lasciando scivolare la daga dalla mano.
    Prima che il ladro si riprendesse e proferisse parola, il caduto gli infilò la Behemoth dritta nella gola. Quando la estrasse, dalla ferita iniziò a sgorgare una grande quantità di sangue che bagnò il corpo esanime dell'essere e schizzando la casacca e il viso dell'angelo.
    Il povero mercenario aveva assitito a tutta la scena e, con gli occhi sbarrati che imploravano una pietà silenziosa mista a terrore. Dopo quello che aveva passato, rivedersi davanti il fautore del macello era alquando devastante.
    "Non avvicinarti!" esclamò con voce tremante.
    Mael si voltò lentamente verso l'uomo. Fece scattare la lama nel fodero e si pulì del sangue che aveva sporcato il suo volto. Il tutto con molta nonchalance.
    "Hai già avuto la tua lezione. Non costringermi a spiegartela di nuovo."
    Volò via in un frullio di ali, lasciando cadere alcune piccole piume nere che volteggiavano leggiadre prima di posarsi sul sangue dell'ennesima vittima di quella notte di terrore.
     
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    Nevith ascoltò in silenzio la ciò che la figura aveva da dire con le braccia conserte e mano a mano che il discorso andava avanti un picolo ghigno si fece spazio sul volto del ragazzo.
    “Eliminare il male di troppo per mantenere l’equilibrio delle cose? E tutto questo senza limitazioni di alcun genere?” Nevith rise leggermente pensando a quanto so sarebbe divertito quella notte “...ci sto.”
    Nevith non ebbe il tempo di chiudere la bocca che parte di quella cupola di pura oscurità entrò in lui con violenza, facendogli fare un passo indietro per evitare di cadere a terra. I suoni e le urla si attutirono di colpo, il tempo sembrò rallentare mentre un alone viola cominciò a circondare il Nevith. Il nuovo potere era talmente forte che non ce la fece a nascondere ancora la propria vera forma, con una fiammata che bruciò una delle case li vicino Nevith riacquistò la sua forma draconica sentendosi più potente che mai, il suo sangue ribolliva quasi fosse lava pura. Di colpo Nevith si alzò in volo alzando una grande quantità di polvere a causa del vento creato dalle sue ali e cominciò a volare intorno a dove si trovava. L’aura di tutta la città era molto più purpurea che candida, e lo squilibrio necessitava di un po’ di... ribilanciamento.
    Atterrò davanti ad un magazzino dove erano tenute le tasse ed il cibo che la città dava ogni giorno, la porta era rotta e la guardia era a terra con un grande taglio sulla gola. Trasformandosi in umano si avvicinò alla porta, poteva sentire il rumore delle monete che venivano messe dalla cassa in un sacco. Entrò bussando alla porta e poggiandosi ad essa. Un uomo sulla trentina, alto non più di un metro e settanta, vestito con una casacca e dei pantaloni marroni e con un giubbotto di cuoio a mo di protezione stava trafugando la tesoreria della città senza scrupoli, aveva quasi riempito il suo sacco di monete dorate e d’argento.
    “Quel saccosi romperà se continuerai a riempirlo” disse Nevith con tono di sfida, guardando l’uomo negli occhi come quello si gira.
    “Vattene ragazzino. Non sono affari tuoi.” disse l’uomo lasciando il sacco delle monete e girandosi verso Nevith. Nevith rise, già pregustando l’odore di sangue che avrebbe invaso le sue narici di li a poco.
    ”Oh a dire il vero... lo sono.” così dicendo Nevith si avvicino all’uomo riacquistando la sua forma draconica man mano che si avvicinava. Il ladro indietreggiò mentre la paura si faceva largo sul suo volto; l’espressione di fierezza e orgoglio avevano ormai lasciato spazio al puro terrore ed al timore per la propria vita. La tesoreria fortunatamente era abbastanza grande da poter contenere Nevith e dargli dello spazio di manovra, ma fuori sarebbe stato tutto molto più semplice.
    ”Ora ci divertiamo.” disse leccandosi le labbra con un ghigno sadico che mostrava le fauci.
    L’uomo venne scaraventato fuori dalla tesoreria, con una forza tale da creare delle crepe nel muro della casa contro cui era stato lanciato, sputò sangue mentre il dolore iniziò a sentirsi a causa di qualche costola che si era spezzata nell’attacco. ”L-lasciami stare!” urlò l’uomo mettendosi in piedi a fatica e cercando di scappare. Il drago rise mentre usciva dalla tesoreria e lo scaraventava nuovamente contro un’altra casa con un colpo della coda, l’uomo urlò dal dolore mentre altro sangue iniziò a sgorgare dalla sua bocca.
    ”Sai ammetto di essere curioso..” disse Nevith avvicinandsoi lentamente all’uomo, che provò ad indietreggiare senza molti risultati ”..perchè rubavi? A che scopo? Richezza, diletto..”
    ”Fame! Rubavo per fame!” si affrettò a rispondere il ladro, interrompendo il drago dagli occhi viola. Mentiva. Nevith poteva capirlo grazie al suo nuovo potere, non aveva mai detto una singola cosa onesta in tutta la sua vita.
    ”Aw... per fame...” rispose con un tono provocatorio e strappando di netto un braccio al ladro, che iniziò ad urlare mentre il suo sanguè iniziava a sgorgare, macchiando la strada ed i suoi abiti. Lanciò il braccio strappato contro l’uomo sorridendo, e mettendo il suo muso a pochi centimetri dal viso dell’uomo, che lo guardava terrorizzato ed agonizzante. ”Allora mangia.” disse quasi sussurrando con un piccolo ringhio, fissando il ladro negli occhi. L’uomo provò a mugugnare qualcosa con le lacrime che si solcavano il viso, ma il ringhio del drago che seguì le sue lamentele non lasciò possibilità di rifiutarsi; costretto morse il suo stesso braccio strappa do un pezzo di carne ed inizio a masticarlo, mentre il disgusto si faceva largo sul suo viso. Nevith lo osservò soddisfatto senza staccare gli occhi da quelli del ladro, e quando pensò che fosse abbastanza afferrò l’uomo e lo sbattè a terra, schiacciando la sua testa con una zampa. Il sanguè macchiò tutto il suolo intorno all’uomo e Nevith leccò via quello che era rimasto sulla sua zampa e sui suoi artigli sentendosi più potente che mai.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Hawke non ho capito se il mercenario di cui parli è il capo dei soldati, quello che stavo usando io, ma considererò che non fosse lui perché è un tipo leggermente diverso da come l'hai fatto apparire nel tuo post. Considererò come se quello salvato da Mael fosse un altro, un sopravvissuto che si era allontanato fuggendo. Così a random :yea:


    Kerus stava vivendo attimi di terrore, forse di gioia per chi era di buon cuore ma di caos e paura per tutti coloro che speravano al più presto quella notte satura d'empietà e di agonia terminasse.
    I nuovi figli del male stavano svolgendo il loro compito egregiamente. Mael si era sollevato in volo cercando come gli altri un obbiettivo da dilaniare per assorbire in sé la loro malvagità, e si era soffermato soprattutto di fronte ad un paio di casupole su cui aveva individuato vivide fonti d'energia violacea.
    Senza attendere inviti o spiegazioni sfondò l'ingresso della prima, da cui proveniva un forte odore misto di alcol e marciume. Due uomini stavano dormendo fra morbidi cuscini di piume su comodi letti, affianco ai quali erano rotolate varie bottiglie di vetro scuro che emanavano ancora il forte aroma del vino. Un totale disastro albergava lì attorno: tavoli e sedie ribaltate, oggetti di vario tipo sparsi fino anche di fronte all'ingresso e alcuni bicchieri rotti o appoggiati fra schegge vitree in frantumi.
    Il drago si portò sopra i loro corpi, mentre la sua ombra si confondeva con quella proiettata dalle pareti su cui nessuna luce si rifraeva.
    Prima uno poi l'altro aprirono gli occhi, sbattendo le palpebre nel torpore indotto dall'alcol e focalizzando con molta lentezza ciò che si trovava di fronte a loro.
    Grida atroci e rumori di ossa rotte invasero la via circostante, da cui per qualche ragione nessuno accorse per controllare cosa stesse accadendo.
    Nella stanza adiacente a quella in cui quelle due bestie umane riposavano, ormai per sempre, l'odore di putrefazione era più acceso e prorompente che in una malsana palude di fanghi velenosi. Due cadaveri, uno ammassato sull'altro, giacevano ormai irriconoscibili fra chiazze di sangue e chi sa cos'altro.
    Permeato dalla rinnovata energia, Mael iniziò a colpire le pareti dell'abitazione fino a demolirla, uscendo fra le macerie con lo sguardo bramoso di morte.

    Il capo dei mercenari, a cui era stata fatta grazia della vita, ormai era lontano. Non sapeva che un altro dei suoi compagni fosse sopravvissuto, e quest'ultimo stava correndo incosciamente nella sua stessa direzione. Uno stava inseguendo l'altro, ma se il comandante non si fosse fermato non l'avrebbe mai raggiunto. Il fiato cominciava a mancargli, forse a mancare ad entrambi; le gambe dolevano, la paura cresceva parallelamente al dolore che sarebbe insorto nelle membra dei maligni nelle ore seguenti.
    Nessuno dei due sapeva l'altro fosse sopravvissuto, e correvano semplicemente per fuggire, allontanarsi, tornare a casa ognuno dalle proprie mogli.

    La tetra cupola oscura richiamò a sé i suoi nuovi alleati, invitandoli a riunirsi sul tetto di un alto palazzo da cui alcune luci di torcia avevano preso a far capolino dagli abitacoli.
    La notte impediva di distinguere agli abitanti ciò che stesse realmente accadendo, ma non era la coltre nera che rendeva invisibile i misfatti ai ciechi occhi della gente bensì l'ottusa convinzione di vivere in pace, in un precario equilibrio indotto dalla speranza che qualcun altro combattesse per permettere l'effimero pacifico trascorrere dell'esistenza.
    "Un ottimo lavoro, davvero un ottimo lavoro. Immagino ora vi sentiate meglio... dico bene? Adesso qualcosa potreste fare per noi, per renderci davvero servigio e fiducia... e ciò che avrete in cambio sarà ben più grande del potere che adesso sentite scorrere in voi"
    Vi fu un attimo di silenzio, un silenzio talmente tagliente da apparire quasi assordante. "Ora siete carichi, impregnati di ciò che avete raccolto... è giunto il momento: eliminate i vostri compagni. Anche in loro, o meglio in voi, risiede il male"

    E ora io mi voglio divertire assai U.U
    Per prima cosa, se nella prima parte del post volete raccogliere altra energia oscura fatelo, uccidendo qualcun altro in città a piacimento.
    Quando vi ritrovate sul tetto inizieranno le mazzolate, chi vuol lasciare che gli altri possano autoconcludere colpi leggeri lo scriva, per i resto degli attacchi lo faccio io il master per decidere se vanno o meno a segno. Potete anche rifiutarvi ovviamente, ma... per chi ne ha voglia...
    BuonDivertimento!
     
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    Man mano che proseguiva nel suo percorso, Makon lasciava dietro di sè una striscia di morte senza preoccuparsi più di tanto di nascondere i segni del suo passaggio; tanto quella notte gli umani avevano altro a cui pensare.
    Ormai si muoveva come un'automa, vittima trovata, uccidi e nutriti, era entrato in una specie di trance; dopo qualche tempo, Makon non sapeva quanto ne fosse trascorso, un richiamo primordiale gli riverberò nell'animo: l'oscura entità della quale era uno dei portatori, lo aveva convocato a sè.
    Pieno dell'energia accomulata Makon si sentiva in splendida forma e lasciando che il richiamo lo guidasse si fece condurre verso il luogo preposto all'appuntamento.
    Dopo aver attraversato vicoletti oscuri ai sobborghi di Kerus, egli sbucò in una piazza nella quale si affacciava più alto degli edifici circostanti, un palazzo dall'aspetto importante; in cima a quella struttura pareva che l'oscurità fosse ancora maggiore che nel resto della città.
    Il vampiro si guardò attorno cercando un modo per arrivare in cima senza dover perdere troppo tempo: non vedendone, decise di usare la strada a lui più congeniale; spiccò un salto verso l'alto che lo portò a cinque metri da terra e poi svanì nell'ombra.
    Qualche secondo più tardi riapparve al centro dell'edificio sul quale era stata indetta la riunione; volgendo lo sguardo attorno si accorse che pure gli altri 3 accoliti erano giunti su per giù nello stesso istante suo; c'erano tutti e quattro, il vampiro l'angelo oscuro e i due draghetti.
    "ordunque" pensò Makon (in linguaggio aulico, poichè egli pensa con codesto idioma), "vediamo quale altra balzana idea gli sovviene alla mente a codesta entità"; ella non si fece attendere nel rispondere a ciò che pensava il vampiro, sembrava quasi che gli avesse letto nel pensiero:
    "Un ottimo lavoro, davvero un ottimo lavoro. Immagino ora vi sentiate meglio... dico bene? Adesso qualcosa potreste fare per noi, per renderci davvero
    servigio e fiducia... e ciò che avrete in cambio sarà ben più grande del potere che adesso sentite scorrere in voi"
    Il non-morto era incuriosito, chi sà cosa poteva offrire di ancora più ghiotto di quel potere che si sentiva formicolare nelle membra, che fosse l'imortalità? bhe se così fosse non gli interessava, data la sua natura egli era già impossibilitato a morire per cause naturali, e anche di quelle innaturali a molte poteva resistere? Che fossero qualche centinaio di punti in più nel botteghino? Questo era già più interessante visto che ad Elexar servivano per potenziare i suoi già stupefaciosi poteri.... "bhe" si disse, "udiamo cosa avrà da favellare in proposito".
    La misteriosa fonte riprese a parlare dopo qualche istante durante i quali la tensione salì:
    "Ora siete carichi, impregnati di ciò che avete raccolto... è
    giunto il momento: eliminate i vostri compagni. Anche in loro, o meglio in voi, risiede il male"
    Makon era disgustato! e lui che si aspettava qualche sensazionale dichiarazione, e invece queste banalità a proposito di uccidere, come se fino a quel momento non avesse sterminato intere genialogie di cittadini di Kerus:
    "e di grazia vostra empia signoria", esordì, "cosa vi fa pensare che uccidendo codesti esseri mi faccia guadagnare più potere? oh beh, se così dev'essere ubbidisco?.
    Nella mente fredda del vampiro già un piano andava formandosi, aveva solamente bisogno di un compare che lo aiutasse a portarlo a termine.
    Guardandosi attorno decise di lasciare che le due fiere si scannassero tra di loro, e addocchiato il cherubino gli si fece incontro con aria tutt'altro che ostile ma nemmeno pacifica.
    Man mano che gli si avvicinava il vampiro prese a puntare il proprio sguardo in quello dell'angelo decaduto, cercando di trasmettergli un messagio mentale tramite i propri poteri.
    uso la V tecnica, invece che imporre il mio controllo mentale su Mael cerco di trasmettergli un messaggio

    "non ho nessuna intenzione di sottostare a ciò che mi viene ordinato. Vediamo invece di prendere il suo di potere." mentre si avvicinava all'obbiettivo Makon estrasse la propria spada dal fodero e portò un'affondo verso il lato destro dell'angelo; vero che non voleva obbidire ma per farlo bisognava ingannare le apparenze.
    per me qualche autoconclusione lieve non mi reca problemi
     
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    Mael stava veramente tirando fuori il meglio della sua terribile e sanguinaria personalità. Uccidere per lui non risultava affatto essere un problema: lo faceva senza remore, rimorsi o sensi di colpa. Le urla strazianti, il sangue, le membra che fuoriuscivano... Niente di ciò lo tangeva profondamente, quindi continuò ad adempiere al compito che gli era stato affidato. La strage che compì seguentemente non lo aveva affatto stancato anzi, l'energia misteriosa fluiva continuamente intorno e dentro di lui, rinnovandolo e regalandogli adrenalina. Con un ghigno soddisfatto, orgoglioso del macabro operato, si lasciò la casa demolita alle proprie spalle procedendo in avanti con un'andatura lenta ed altresì maestosa come quella di una pantera in cerca della sua vittima prediletta. La temibile Astaroth era tinta di sangue e tenuta saldamente in mano dal proprio padrone con la punta verso il basso, la quale, strusciando contro il terreno, produceva un sinistro suono metallico che presagiva morte.
    "Uscite allo scoperto topi di fogna, altrimenti sarà il gatto a cercarvi" disse l'angelo con un velo di ironia, esibendo assieme un mezzo sorriso tutt'altro che benevolo.
    Tutto ad un tratto, la cupola che copriva la città richiamò gli assassini dell'epurazione. Alzando gli occhi al cielo, Mael, con la spada in mano, spiccò il volo con un balzo e seguì la tangibile brama di sangue che lo condusse in un palazzo alto di Kerus che svettava superbo sopra ogni modesta abitazione sottostante. Al suo atterraggio notò immediatamente che Maven e gli altri due sconosciuti erano lì presenti e la voce, che aveva guidato loro in quello sterminio, si congratulava con i suoi personali assassini.
    Il caduto si stava crogiolando nella sua soddisfazione ma il suo umore cambiò quando udì la parola "servigio". Servigio in cambio di un immenso potere che il gruppetto avrebbe ricevuto.
    Il ribelle non fece a meno di mostrare una smorfia quasi scocciata, scuotendo al contempo la lunga chioma corvina.
    "Amico mio, non è che ti stai approfittando del momento?" disse all'entità padrona della voce, spezzando il silenzio che era calato. Mael poteva stare al gioco per un po' e magari anche divertirsi, ma per colpa di quella ambigua proposta stava iniziando a provare un certo sospetto nei confronti di colui che li aveva presi in simpatia. Ebbe allora il presentimento che quell'essere stava usando lui e gli altri per un suo personale scopo. Ma non fu tutto, però: la voce spiegò loro che il servigio non era altro che un'eliminazione interna.
    L'alato in risposta emise un'inaspettata e sguaiata risata.
    "Sapevo che la serata stava filando troppo liscia per i miei gusti..." disse egli mentre si ricomponeva.
    "Vediamo a che punto posso arrivare per poi sgattaiolare via quando è il momento opportuno... Che si tenga il suo potere se devo essergli schiavo".
    Mael si guardò intorno, in cerca dell'avversario che più gli aggradava. Fu in quel preciso momento che incrociò lo sguardo del vampiro che gli si stava avvicinando cautamente in avanti, trasmettendogli nel frattempo un messaggio telepatico. L'ex-cherubino gli venne incontro lentamente, spiegando appena le quattro ali dalle nere piume lucenti.
    "Makon, giusto?" mormorò nei pensieri, usando anch'egli la comunicazione mentale. Scavando appena nell'io del suo opponente, aveva capito che lui si chiamava in quel modo.
    "Puoi tenerti il potere se lo otterrai, io invece sono più interessato di conoscere quali sono le sue vere intenzioni. Ma deduco che l'obiettivo sia simile, cioè ribaltare questa situazione di padrone e servitore, dico bene?"
    L'angelo si preparò ad affrontare il non-morto e si portò la spada sul suo lato destro contrastando la lama dell'avversario. Il clangore tipico del metallo echeggiò nell'aria e quello fu il suono che diede inizio al duello.
    Approfittando della distanza ravvicinata, Mael si alzò in volo quanto bastava e tentò di sfoderargli un calcio aereo contro lo stomaco del vampiro per farlo possibilmente indietreggiare. Dopodiché retrocesse di qualche metro con un'agile capriola e con Astaroth impugnata con entrambe le mani, partì direttamente alla carica con la lama abbassata.

    Mamma mia quanto è edgy questa role. Mi piasce, voto diesci.

    P.S: ok Elexar, non ho voluto commettere autoconclusioni (perdonami ma non riesco proprio a far fare le azioni che voglio io ad altri pg :lol:) quindi puoi destreggiarti con la lotta come vuoi.
    In compenso se vuoi usare Mael per muoverlo nel duello sei liberissimo di farlo.
    Sì, sono strana lo so :yea:


    Edited by H a w k e ; - 6/11/2018, 08:26
     
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