Insanity

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    Adatto alla maggiore età, questo gruppo implica la descrizione di scene di violenza molto realistiche, a volte così pesanti da indurre sentimenti di disgusto e repulsione. Per violenza si intende non solo la presenza di ferite, mutilazioni e morte di personaggi assolutamente realistici, ma anche l'eventuale presenza di immagini o rumori che possano alterare il normale stato psicologico della persona, provocando sensazioni di paura, angoscia o stress; è inoltre presente una quantità di sangue che spesso si può modificare od annullare grazie a delle opzioni.
    Il linguaggio può essere estremamente volgare, le scene di sesso possono avere connotazioni esplicite così come l'uso di sostanze stupefacenti. Esempi di serie sono: Assassin's Creed, God of War, Grand Theft Auto e Call of Duty.



    Venite... Accorrete... Il momento è arrivato... Presto, prima che sia tardi... Svelti, il massacro avrà presto inizio.

    Sibila, una voce nel vento, ovunque voi vi troviate, vi invita, con tono ammaliante, e vi conduce, se vorrete, in quello che una volta era un luogo di culto, ora un rudere abbandonato.
    E' notte nel villaggio che ospita il luogo, ne luna ne stelle illuminano il mondo, una notte perfetta per ordire un piano, nato per rimanere nei sogni della gente di Kerus per lungo tempo.
    Le genti là intorno non si aspettano cosa accadrà nel loro piccolo sputo di terra, ma anche se fosse, ben poco potrebbero fare per impedire ciò che deve esser fatto.
    Nel caso ascoltiate la chiamata verrete condotti nell'entroterra, dove diversi villaggi sorgono miseri e poveri nell'indifferenza della ricca città. Giungerete davanti una cappella e se oserete varcarne la soglia (abbastanza ampia anche per un drago) vi troverete in un tempio di qualche culto ormai dimenticato.
    Statue raffiguranti creature angeliche vi guardano dalla cima della volta, sembrano giudicarvi, ma forse per qualcuno non è cosa nuova. Dipinti di battaglie ancestrali costellano le pareti, raffigurano scontri avvenuti in un altro tempo, ormai sbiadito. Mostrano draghi possenti, dalle dure scaglie e dal ferale appetito che divorano mandrie di umani inermi, urlanti, disperati. Ma da questi infine vennero condannati, etichettati come crudeli bestie senz'anima e rispetto. Ora però mi chiedo, qualcuno a mai dato al lupo del crudele perchè preda il cervo? E allora perchè al drago deve esser criticata la sua natura? Non vé errore nel seguire il proprio istinto, la vera malvagità risiede in ben altro.
    Dalle vetrate potreste vedere la vegetazione che ha ghermito l'intera struttura, l'edera è cresciuta, selvaggia, riprendendosi ciò che un tempo era suo. Potreste anche notare che ogni fregio dorato, ogni oggetto di qualche valore, pure le panche di legno sono state depredate, sono rimaste solo le macerie, le statue e i dipinti, si vede che l'arte risultò esser troppo raffinata per la plebaglia che depredò il posto.
    Nell'oscurità che permea ogni angolo potreste scorgere un bagliore dorato, dove una volta stava l'altare, ora si mostra a voi una figura nera, che si mimetizzerebbe fra le ombra se non fosse per quei glifi dorati che gli attraversano il corpo.
    Vi sorride, anzi è più un ghigno, poi apre le braccia, e con voce melliflua, egli, infine, parla.
    Benvenuti, vi stavo aspettando.

    Prima di scendere nell'azione brutale direi di fare qualche giro per far conoscere i nostri personaggi e organizzare il "piano" diciamo.


    Edited by Aesingr - 4/8/2018, 07:15
     
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    "Parlato"
    *Pensato*


    *Questa... Questa mi è decisamente nuova*

    Pensò il dragone mentre fendeva il cielo notturno privo di luce alcuna perfettamente mimetizzato con l'oscurità che avvolgeva la terra attorno a lui. Una chiamata era giunta alla sua testa poche ore prima ed aveva solleticato la sua curiosità. Curiosità che rischiava di farlo uccidere un giorno si e l'altro pure e che però riusciva sempre ad avere la meglio sul buon senso.

    *E così è questo il posto*

    La "chiamata" lo portò in una zona decisamente povera dell'isola, villaggi che parevano sputi in confronto alla città principale che viveva nell'opulenza e nella depravazione. Fondamentalmente non poteva biasimarli, perché abbassarsi a vivere come bestiame?
    Volò in tre ampi cerchi intorno alla cappella prima di decidere se infilarsi in qualsiasi cosa stava per accadere, non era da lui buttarsi nelle cose a capofitto senza pensare prima ad una mezza dozzina di piani di riserva, non si era mai sicuri quando si fa parte di una delle razze di draghi più denigrate sulla faccia di quel pianeta.
    Atterrò silenzioso nelle ombre dietro la struttura, ripiegò le ali con un sommesso sibilo e si prese tutto il tempo necessario per esaminare il posto, eventuali punti di forza e vie di fuga alternative. La vegetazione era cresciuta impietosa facendo suo quello che un tempo era un orgoglioso artefatto umano, le finestre erano così ricoperte da impedirgli di scrutare all'interno, decise quindi di tirare avanti.
    Arrivato davanti al portone poggiò la zampa anteriore destra su di esso, forse era meglio entrare di soppiatto per vedere cosa stava accadendo e in quale faccenda si stava infilando.
    O forse no, la sua abilità era la sua più grande forza, meglio tenerla nascosta per il momento, spinse con forza il grande uscio socchiuso che gracchiò sonoramente.

    *Addio elemento sorpresa*

    Si disse roteando gli occhi rossi, unica nota di colore nel suo corpo nero come la pece. Scrutò tutto soffermandosi su nulla fino a che la sua attenzione non fu attirata da un debole bagliore dall'altro lato della struttura che... Aprì le braccia, salutandolo con quella che vorrebbe essere un tono di voce svenevole, il drago alzò un labbro sorridendo e si mosse verso di lui lentamente, scansandosi dall'entrata e arrivando fino a lui facendo poco se non alcun rumore nonostante la mole e lo stato pietoso della struttura.
    Di fronte aveva un umano dall'aspetto esotico o qualcosa di simile, ricoperto di tatuaggi luminescenti che ricoprivano buona parte del suo corpo. Anche lui nascondeva qualcosa di sicuro, non tutti rischiavano di richiamare pericolose attenzioni senza essere sicuri delle proprie abilità.
    Il dragone schioccò le fauci una volta, il suono echeggiò fra le arcate per un paio di secondi per poi andarsi a spegnere nell'oscurità

    "Ne ho vista di gente strana ma... Te li batti tutti, o quasi, amico mio"

    Disse in tono decisamente strafottente ma privo di alcuna aggressività o timore. Era un drago si, ma non un imbecille come quelli che osavano definirsi tali, ogni sua mossa aveva uno scopo ben preciso e ora voleva semplicemente testare quanto era interessante la creatura che aveva di fronte.

    I hope I didn't fuck up anything... Lel
     
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    Mael, prima role.

    In quella barbosa settimana non era successo nulla di così interessante per Mael. Niente risse, azzuffate, guerriglie tra ragazzini, mercanti che si contendevano oggetti di valore... Kerus diventava sempre più piatta, noiosa e troppo, troppo pacifista. Segregato in un limbo a metà tra i Cieli e gli Inferi, sembrava che il decaduto fosse condannato a sorbirsi quella piatta quotidianità di ogni giorno per l'eternità. Anche se cercava di "ravvivare" la situazione alla sua maniera, non trovava nessuno che lo potesse appoggiare e soprattutto, nessuno che lo potesse eguagliare. Sapeva che lui era il più forte, il più bello, il più sadico... Aveva di tutto e di più insomma, era al di sopra di ogni essere vivente... Ma per Mael non c'era gusto ad essere superbi in mezzo ad un branco di stolte pecore belanti chiamate "terrestri".
    "Mhpf." mugolò, appoggiato comodamente contro i merletti di una torre che sovrastava la città di Kerus, la quale era avvolta nell'oscurità di una notte senza luna né stelle. Lucidava Astaroth, la spada maledetta, con un lembo del suo matello rosso che conferiva all'angelo un certo charme da nobile altezzoso.
    "Non preoccuparti tesoro, la tua brama di sangue sarà presto placata." ghignò con nonchalance, alzando la lama contro il cielo che quale brillò di una fioca luce sinistra data dalle fiaccole che illuminavano debolmente le vie immonde di Kerus. Mael sentiva che Astaroth aveva fame di sangue caldo delle vittime poiché in quella settimana fatta di noia e monotonia, non aveva mai avuto l'occasione di assaggiare brutalmente le vittime che il l'angelo sceglieva con una certa dedizione e precisione. Doveva essere sfamata la piccola belva tagliente o altrimenti non lavorava a dovere in sintonia con il proprio padrone.
    "Abbi solo pazienza." disse rivolto all'arma, mentre la riponeva nel fodero tenuto legato alla cinta della vita. Mael poi, tornò a sedersi stravaccato sui merletti della torre in pietra, noncurante del vuoto che si apriva sotto di lui. Non c'era che dire, si stava veramente annoiando. Pensò a quando finisse quella situazione di insopportabile stallo che cominciava ad odiare come quella città e i suoi relativi abitanti così buoni e cari con il prossimo.
    "Siete così stucchevoli." biascicò, ruoteando gli occhi violacei verso un'ubriaca guardia cittadina che si era posta sotto la torre su cui stava sostando Mael. L'uomo lo guardò noncurante di chi e cosa fosse, costretto a sbattere gli occhi più volte consecutivamente. Protese poi la lancia verso l'alto mentre l'altra mano era impegnata a reggere una bottiglia mezza rotta di quella che sembrava essere birra e, barcollando appena da destra verso sinistra, esordì con voce pigra e smonta:
    "Ti ordino di scendere da lì." favellò il paonazzo ubriacone. Deglutì affaticato e si asciugò con una mano, il sudore che colava dalle tempie e dalla fronte. Sembrava un maiale sotto il sole cocente di mezzogiorno che sguazzava pietosamente dentro ad una pozzanghera di terra e letame, cosa che Mael trovò disgustosa.
    "Altrimenti sarò costretto a..." La guardia si bloccò interdetta quando vide l'angelo sbuffare ed alzarsi in piedi da sopra i merletti della struttura.
    "Altrimenti cosa?" rispose altezzoso, alzando le braccia ammantate di rosso. Guardò l'uomo con una certa aria sdegnata e schifita e lentamente, portò la mano dritta all'impugnatura di Astaroth. Finalmente aveva trovato qualcuno con cui spassarsela, seppur avesse la netta impressione che il divertimento sarebbe durato assai poco. Concia com'era la guardia, non avrebbe resistito nemmeno tre quarti di secondo. Che peccato.
    "Altrimenti mi uccidi?" domandò retorico, riallacciandosi alla questione di prima. Mael sbottò in una fredda risata sadica che echeggiò nelle sottostanti vie sgombere di Kerus: gli umani erano proprio divertenti certe volte. Si credevano così potenti da minacciare tutti con una lancia che più che lancia per l'angelo nero, sembrava un inutile stuzzicadenti. La guardia sembrò farsi sempre più piccola davanti al cospetto di Mael, tantoché fuggì via dal panico pronto per chiamare i rinforzi. Nel suo piccolo cervello di gallina, l'uomo aveva già capito che lo sconosciuto che aveva appena minacciato era pericoloso. Faceva bene a temerlo.
    "No no, tu non vai da nessuna parte." Il decaduto si tolse il mantello che allacciò velocemente alla vita e fece uscire fuori le immense quattro ali nere come il vuoto. Piombò giù dalla torre con leggiadra ferocia e atterrò davanti alla guardia, sbarrandogli la strada. Sguainò fuori la spada, la quale produsse un acuto suono metallico che odorava di morte. Mael così, iniziò ad avanzare verso l'uomo che stava tremando di terrore.
    "Dì le tue ultime preghiere che tanto nessuno ascolterà. Purtroppo, sono tutti troppo impegnati nei Cieli per accogliere le tue parole, sai com'è..." L'angelo si preparò per sferrare un taglio netto e deciso alla testa con la spada ma improvvisamente una voce sibilante nel vento si accomodò piacevolmente dentro alle orecchie dell'angelo, che si bloccò con la lama vicina alla gola della vittima. Chiunque sia appartenuta quella voce così bella e ammaliante, lo stava invitando. Invitando a compiere un sanguinoso massacro prima che sia troppo tardi. Era meglio sbrigarsi quindi: Mael non poteva mancare ad un evento del genere. E Astaroth aveva fame. Dannatamente fame.
    Il decaduto ritrasse la spada. La guardia, che sibilava ogni preghiera esistente possibile e immaginabile, si zittò in preda ad una doccia di sudore data dall'estrema paura. Forse per quella volta l'aveva scampata.
    "Per questa volta ti lascerò andare, adesso ho molto di meglio da fare. Ho un inderogabile appuntamento a cui non posso assolutamente mancare." disse, voltanto le spalle freddamente e allontanandosi verso quella che doveva essere la sua vittima di quella notte.
    "Ma la prossima volta non pensare di farla franca." Mael lo guardò sottecchi da dietro un'ala piumata e balzò su un tetto per poi spiccare il volo verso la fonte di quella misteriosa voce. Presto l'angelo arrivò nell'entroterra, alle porte di vari villaggi decadenti immersi nella povertà che Mael sorvolò superbamente per atterrare davanti ad una cappella dimenticata di chissà quale divinità. L'angelo ripiegò le quattro ali lasciandole sempre in mostra e, varcò la soglia di quel luogo sacro profanato dall'edera che sfondava le vetrate come serpi tentatori. Numerose statue poste alla volta della struttura, rappresentavano angeli immacolati che però guardavano il suo simile decaduto con aria critica e giudizievole. Mael a sua volta, scrutò gli immobili ammassi di pietra con occhi spregevoli quasi taglienti: poveri sciocchi, vivevano per servire i terrestri e un dio che non gli avrebbe mai svelato loro i più grandi segreti che regolavano le leggi di tutto il Creato. Il decaduto si sentiva privilegiato da quella condizione di "schiavo" e derise mentalmente quelli che una volta erano i suoi compagni o meglio, fratelli.
    Continuò a camminare maestoso e autoritario, accompagnato dal rumore ritmico che producevano i suoi stivali. Superò le panche di legno in rovina mezze mangiate dai tarli e raggiunse i pressi di quello che doveva essere l'altare, sostituito da una strana scura figura a braccia aperte. Mael si prese dei secondi per analizzare chi aveva davanti, quindi strizzò gli occhi facendosi largo tra quel mare di familiare oscurità: era una creatura alta e statuaria, completamente scura fatta eccezione per i fregi dorati che percorrevano il corpo come dei fiumi disegnati in una cartina fisica. Era bello e imponente, un'essere forse affine alla sua specie.
    "Un demone." penso, ghignando soddisfatto.
    CITAZIONE
    Benvenuti, vi stavo aspettando.

    parlò. Il decaduto emise un sorriso malizioso, portandosi una mano tra i capelli corvini che aggiustò con una certa eleganza. Una seconda voce poi, spuntò dalla completa oscurità della cappella. L'angelo rivolse lo sguardo verso quella fonte e subito capì che si trattava di un drago nero come le sue piume. Aveva due occhi rossi iniettati di sangue e un corpo muscoloso di tutto rispetto. Fauci zannute adatte per infliggere i più letali morsi. Una creatura che trasudava spietatezza solo a guardarlo... Proprio come quello strano demone... Proprio come Mael.
    CITAZIONE
    "Ne ho vista di gente strana ma... Te li batti tutti, o quasi, amico mio."

    disse il dragone rivolto verso colui che aveva condotto quelle due creature.
    "Enchanté." rispose a entrambi, alzando un braccio assieme ad una delle quattro nere ali. Quei tipi cominciavano a piacergli ma comunque erano entrambi da scoprire cautamente. Mael non era così avventato e magnanimo come i suoi angeli dalle candide ali.
    "Che sorpresa..." proseguì, portandosi le mani ai fianchi. "E' forse un ritrovo di creature dimenticate e disprezzate dal Creatore?" domandò, per poi ridacchiare sommessamente tra sé e sé.

    Edited by H a w k e ; - 3/11/2016, 16:09
     
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    Fecero la loro entrata, empi di malvagio splendore, coloro che erano stati chiamati, attirati dalla loro smania di perseguire e massacrare il prossimo.
    Un drago dalle scure scaglie si fece avanti, imponente, con una corona cornuta sul capo e con feroci, rossi abissi al posto degli occhi. Una creatura maestosa e letale, un alleato perfetto per quel che li attende.
    L'angelo che varcò la soglia possiede la magnificenza del suo genitore, ma nei suoi occhi si scorge il lampo della bestia predatrice, pronta a scatenarsi in ogni momento. Un caduto dalle annerite ali, scacciato dai cieli, cova vendetta o forse anela solamente il sangue? Quello che è certo è che è pericoloso ed è quindi un candidato perfetto.
    "Ne ho vista di gente strana ma... Te li batti tutti, o quasi, amico mio."
    Abbassò lentamente le braccia.
    Se è solo il mio aspetto che ti stupisce avrai modo di sgranare gli occhi, drago.
    Lo guardò negli occhi, alludendo con sguardo e parole a qualcosa a lui oscuro, ma che presto, sicuramente, si sarebbe svelato.
    Si volse dunque verso il caduto.
    "E' forse un ritrovo di creature dimenticate e disprezzate dal Creatore?"
    Arguto, quanto corretto.
    Sorrise leggermente, divertito.
    Disprezzati, lo saremo certamente, lo prometto... ma dimenticati... mai più.
    Sembrava pregustare qualcosa. Un brivido lungo la schiena, un leggero tremore delle mani e un espressione ferina, ghignante, dipinta in volto.
    Presumo vi siate già fatti un'idea del perchè vi ho invitati a partecipare a quest incontro... Ma lasciate che sia più specifico... prima però rivelatemi i vostri nomi, ardo dalla voglia di conoscerli.
    E in effetti se avesse avuto un cuore esso starebbe battendo all'impazzata, ogni tassello stava andando al suo posto, il suo piano prendeva forma.
     
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    Il dragone voltò lo sguardo verso il nuovo arrivo appena sentì i suoi passi nella cappella, al buio non era così semplice distinguerlo ma anche lui aveva fattezze umanoidi, capelli scuri e decisamente un bell'aspetto parlando di canoni estetici umani. Quando arrivò accanto a loro e li salutò Maven rimase piacevolmente sorpreso, aveva appena tirato fuori un ala, nera come la pece. Quindi quello era uno di quelli che gli umani chiamavano "Angeli"? Non ne aveva mai incontrato uno quindi seguì i suoi movimenti, soffermandosi su di lui ancora per qualche istante e cercando di imprimersi nella testa ogni dettaglio che riusciva a cogliere nell'ombra.
    La sua attenzione tornò su colui che li aveva chiamati che si era rivolto a lui rispondendo alla sua domanda, il dragone ridacchiò per nulla colpito da quelle parole, se lo aspettava. Tutti rispondevano alle sue provocazioni così, mai che qualcuno rispondesse provocandolo a vicenda.

    "Lo spero, vivamente. La vita senza sorprese è dannatamente noiosa"

    La sua voce dal classico tono incalzante e sfrontato echeggiò nella cappella mentre si lasciava andare ad una rauca risata, decisamente non inquietante e fuori luogo. Si riprese subito voltando nuovamente lo sguardo verso l'angelo.

    "Magari, almeno la smetterebbe di mandarmi dietro i suoi dannati seguaci"

    Disse in tono serio e scocciato. Aveva deciso di mantenere un basso profilo da quando era arrivato su quell'isola ma ogni volta che lo vedevano ogni guardia lo fermava, ogni persona urlava "al demonio". Basso profilo un accidente pensò, aveva una gran voglia di tappare qualche bocca per l'eternità.
    Maven si portò un artiglio sotto al muso grattandosi il mento mentre ponderava su cosa rispondere allo strano umano tatuato che aveva di fronte, decise di puntare su qualcosa di estremamente semplice. La verità.

    "Maven, mio disegnato amico. E smanio dalla voglia di sapere cosa tu sia e cosa tu voglia fare, per me è semplice. Ho fame"

    Disse abbozzando un inquietante sorriso draghesco.
     
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    L'angelo dalle quattro ali si guardò intorno, osservando per bene quell'ambiente oscuro e decaduto come lui stesso. Schioccò la lingua contro il palato con fare decisamente interessato, annuendo allo stesso tempo con la testa per esprimere tutta la sua ammirazione per quel luogo, così come i due presenti che cominciò a conoscere piano piano.
    Mael sciolse le braccia dai fianchi e appoggiò la mano sinistra sull'elsa di Astaroth, come se fosse stato il bracciolo di una comoda poltrona. Posò poi gli occhi violacei sul demone dai fregi dorati che parlò rivolto verso il drago nero. In seguito, lo sconosciuto rispose al decaduto con un sorriso che trasudava divertimento.
    CITAZIONE
    Arguto, quanto corretto. Disprezzati, lo saremo certamente, lo prometto... Ma dimenticati... Mai più.

    Mael sorrise silenziosamente a sua volta a quella constatazione: finalmente aveva trovato l'occasione di essere disprezzato come si deve e ricordato allo stesso tempo in altrettanto modo. Se doveva essere costretto a stare in un limbo senza né entrate e uscite, annoiarsi a morte per l'eternità e affogare in un fiume chiamato "oblio", allora era meglio divertirsi con qualcosa e rendere la vita molto meno monotona, colorata dal rosso del sangue delle vittime che faceva fuori con avidità e spietatezza. Oh, la gente lo avrebbe ricordato bene, anzi, benissimo. Non vedeva l'ora di partire subito all'azione.
    "Eccellente." disse corto e deciso, riponendo elegantemente tutte e quattro le ali dietro la schiena. Il drago dall'altra parte sembrava anch'esso un tipetto niente male, già il decaduto adorava quel suo modo di parlare così sfrontato e sarcastico allo stesso tempo. Maven, così si chiamava il grosso rettile dagli occhi rossi, colui che apparteneva ad una specie di creature condannate dal Creatore e definita dai cori angelici come "l'incarnazione del Male assoluto". Tutti nei Cieli temevano i draghi poiché erano intelligenti, furbi e perspicaci più di ogni altro essere vivente, più di quegli sciocchi umani che si vantavano di essere sopra ogni catena alimentare o legge della Natura. A differenza dei suoi simili, Mael non li temeva. Li elogiava, li ammirava. Adorava la loro voglia di potere e di dominare sugli altri.
    "Ho diversi nomi in diverse lingue, ma io preferisco essere chiamato Mael." rispose al demone, incrociando le braccia contro il petto e rivolgendo occhiate intermittenti a Maven e al possente sconosciuto dorato. Erano un trio niente male...
    "Ma dunque, con chi ho il piacere di parlare? domandò l'angelo, avvicinandosi di due passi verso la creatura demoniaca.
     
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    Il dragone attese per qualche istante che anche il loro compare si presentasse e con suo disappunto però quest' ultimo sembrava essersi perso nei suoi pensieri e rimase muto come una tomba, il drago volse la testa verso Mael con un espressione confusa. Alzò un artiglio per mostrarlo all'angelo caduto e un sorriso gli si stampò sulle labbra.

    "Dici che se lo sventro si sveglia?"

    Chiese in tono divertito, sarebbe stato divertente vedere se quella creatura sanguinava anche con un colore diverso ma... Sarebbe stato dannatamente noioso attaccare quell'essere senza che si potesse difendere. Oltretutto nonostante la sua apparente catatonia era ancora interessato alla sua idea. Sbuffò e si rivolse di nuovo a Mael, gli occhi scintillavano di una latente sete di sangue.

    "Che ne dici di andarci a fare un giro intanto che il nostro amico si riprende? Sarà colpa del tuo bell'aspetto, secondo me si è innamorato..."

    Disse alzandosi e stirando le zampe una alla volta, alcune schioccarono sonoramente a quell'improvviso movimento. Si incamminò senza aggiungere altro verso la porta uscendo alla fresca brezza notturna, spalancò le ali sbattendole lentamente un paio di volte per poi richiuderle e voltare lo sguardo verso Mael, si era rotto d'aspettare e stava iniziando a sentire la fame, quella notte avrebbe festeggiato alla grande.
     
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    Sia angelo che drago si erano presentati. Toccava al demone quindi... Ma questi sembrò essersi immobilizzato, mutato, non dando alcun cenno o segnale di partecipazione. Che razza di tipo...
    "Ma ci sei, o ci fai?" lo punzecchiò Mael, acido. Il drago alla sua destra, con un sorriso decisamente sadico -iniziò ad amare quel sorriso, quasi gli aveva "rallegrato" quella giornata noiosa passata sopra le torri di Kerus-, domandò:
    CITAZIONE
    Dici che se lo sventro, si sveglia?

    "Mhm, puoi provare." disse, nel modo più indifferente possibile,. "E io credevo di divertirmi un po' questa notte..." concluse, scoccando al demone un'occhiata quasi omicida. Si voltò stizzoso, facendo oscillare il mantello rosso sangue legato alla vita e con un paio di falcate feline, raggiunse Maven, che sovrastava su di lui in fatto di dimensioni. Per un attimo notò i suoi muscoli guizzare minacciosi da sotto le sue scaglie nero pece, non potendo fare a meno di incrociare di nuovo quegli occhi scarlatti, iniettati di macabra violenza.
    CITAZIONE
    "Che ne dici di andarci a fare un giro intanto che il nostro amico si riprenda? Sarà colpa del tuo bell'aspetto, secondo me si è innamorato.

    Mael rise di gusto, affondando la mano destra dentro ai suoi capelli corvini con fare decisamente vanitoso. Sapeva di avere una bellezza ultraterrena, che non apparteneva a nessuno dei mondi esistenti di chissà quali universi. Era il suo punto forte per dissuadere, distrarre e... Uccidere. Molte delle sue vittime si incantavano a guardarlo per poi essere fregati come babbei principianti, nonostante alcuni di loro fossero guerrieri "epserti", paladini, guardie e bla, bla bla.
    "Dubito che si riprenda quel demone." ammise, uscendo dalla porta del tempio abbandonato e assaggiando nuovamente quell'aria notturna che tanto lo esaltava fino all'ultima piuma delle ali. Sentì Astaroth fremere al suo fianco sinistro, sinonimo che doveva essere "unta" con del sangue il prima possibile. Altrimenti non lavorava a dovere.
    "Vorrà dire che ci troviamo qualcosa da fare. Ti sei accorto che tutti in questa terra, sono così noiosamente buonisti e moralisti che mi fanno vomitare miele, certe volte?" domandò freddo. Odiava a morte quell'atmosfera di "convivenza pacifica": le guerre erano finite, tutti andavano d'accordo.
    "Patetici." Adorava quella parola e tutte le volte che la pronunciava, lo faceva nel modo più sprezzante possibile. La ripetè mormorando, spezzando quel silenzio tombale che tanto lo caratterizzava.
    Ma un rumore secco e deciso stonò quell'atmosfera tenebrosa. Una balestra veniva caricata lentamente, da un uomo avvolto da un mantello nero che sostava sopra Mael e Maven, sul tetto sconnesso della cappella abbandonata.
    "Non muovetevi. Siete sotto tiro." favellò lo sconosciuto dall'alto, con voce roca. Da dietro di lui, uscirono altri uomini abbigliati come lui, chi con le balestre, chi con gli archi. In tutto erano una dozzina e complessivamente, erano tutti umani.
    L'angelo decaduto roteò gli occhi violacei contro il cielo senza luna, sbuffando scocciato. Prima una guardia aveva provato a minacciarlo e adesso... Che voleva quello?
    "Siamo cacciatori mercenari assoldati dalle guardie di Kerus, Itios e Knawr. Ti stavamo pedinando tu, angelo e tu, drago. Ci hanno riferito che siete individui pericolosi. Specialmente tu, decaduto, che hai causato diversi discordie e omicidi all'interno di Kerus."
    Mael sorrise. Poi il suo sorriso si tramutò in una sguaiata risata malvagia, la quale echeggiò all'interno della struttura abbandonata come una sorta di presagio mortale. Disubbedendo a pieno gli ordini di quei miseri umani, il piumato si alzò allargando le braccia verso di loro. Allo stesso tempo, i cacciatori sul tetto, portarono immediatamente le dita sul grilletto delle balestre e sulle corde degli archi, pronti a sparare dardi e frecce.
    "Ma che bravi... Finalmente vi siete accorti di me, a Kerus." li canzonò l'angelo con un ghigno divertito.
    "Immagino che io ceda alle vostre "temibili" minacce e che mi volete portare via con quelle stupide catene con cui avvolgete i "manigoldi". Patetici." disse di nuovo. Schioccò la lingua contro il palato, ignorando altamente le balestre puntate su di lui e sul drago. I mercenari pensavano di poter catturare facilmente due esseri in quel modo? Beh, si stavano sbagliando di grosso.
    "Che ne dici, Maven? Cosa ne facciamo di loro?"

    Puoi muovere anche tu i mercenari, così almeno ci divertiamo bene bene! u.u
     
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    Il dragone si portò una mano sugli occhi alla risposta di Mael iniziando a ridere fragorosamente.

    "HAH non mi crederai ma sono qui anche per quel motivo, sono arrivato da poco qua e i primi esseri viventi che incontro sono un elfo ed un drago che salvano un gattino haha-"

    Si fermò di botto quando la voce minacciosa arrivò da sopra alla sua testa, voltò svogliatamente la testa verso la voce ma quello che vide non lo stupì. A quanto pareva però la loro presenza aveva eccitato il suo compagno che si esibì in una ben più che inquietante risata, avrebbe dovuto chiedergli lezioni un giorno, un sorrisetto strafottente gli solcò le labbra quando il capo accennò ai misfatti del suo compagno nella città, Maven annuì in segno di approvazione.

    "Che branco di imbecilli... Si vede che non avete idea della merda nella quale vi siete appena tuffati a testa bassa..."


    Gli uomini sul tetto puntarono istintivamente la loro attenzione (E le armi) su di lui, il drago si era seduto e stava utilizzando un artiglio a mo di stuzzicadenti per pulirsi qualcosa fra le candide zanne.

    "Siamo soldati esp-"

    Il capo della banda fece per parlare ma il drago nero lo fermò all'istante con un cenno della zampa ed un secco colpo di tosse, mosse la zampa che poco prima aveva in bocca come per dirgli di abbassare la voce.

    "No, siete umani e quindi a prescindere siete degli imbecilli, secondariamente... Se ci stavate cercando avreste già dovuto mettere in conto che rivelare la vostra posizione sarebbe stata una pessima scelta, che i numi mi accechino, siete idioti o cosa?"

    Gli uomini che aveva di fronte fremevano dalla voglia di trasformarlo in uno stravagante puntaspilli mentre lui non aveva che iniziato a prendersi gioco di loro riuscendo in modo decisamente efficace a tenere l'attenzione di tutti i soldati su di lui. Confidando che il suo nuovo amico avesse colto le sue intenzioni lui continuò a provocare quelli che aveva di fronte, anche il capitano sembrava essere sul punto di scoppiare.

    -Abbiamo abbattuto creature più grosse di te, drago. O vi fate incatenare o saremo costretti a uccid...-

    Maven si rivolse nuovamente al capitano prima che potesse finire la frase

    "Shosh... Veramente, la tua voce mi urta e la vostra stupidità potrebbe essere contagiosa, diciamo che ora noi ce ne andiamo e voi salvate la vita? Potreste tornare a divertirvi con le vostre famiglie prima che tagli la testa a tutti i vostri figli e renda le vostre donne delle opere d'arte..."

    La minaccia era molto esplicita, ed il capitano si era evidentemente scocciato di quella situazione, si voltò verso i suoi uomini, tutti erano pronti a scagliarsi contro quel drago e a tappargli definitivamente la bocca, d'altro canto anche Maven si era stancato di parlare con esseri che riteneva alla stregua di formiche appena il capitano aprì bocca lui spalancò di botto le ali sbattendole con forza verso di loro, i mercenari scoccarono di impulso le loro frecce ed i loro darti mentre il capitano cercava in tutti i modi di fermarli, sapeva che era inutile, la corrente che il semplice sbattere di ali del drago aveva prodotto era bastata a fermare la maggior parte dei dardi quasi all'istante mentre quelli che lo raggiunsero erano stati rallentati abbastanza da non graffiargli neanche le scaglie quando lo raggiunsero. Maven sorrise.

    "Credo che al mio amico non piaccia essere ignorato"

    Disse in tono divertito mentre aspettava che l'angelo iniziasse a mietere le sue vittime, fermo sul posto, rilassato e pronto a lanciarsi sui suoi nemici appena il suo compagno avesse dato inizio alla carneficina
     
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    I cacciatori mercenari avevano preso di mira Maven, bramosi di sparare frecce e dardi su di lui. Si ritenevano così grandi e grossi tanto da dire che avevano abbattuto creature più grosse di lui... Mael emise una smorfia contrariata a tale constatazione e sfilò la minacciosa Astaroth dal fodero che cingeva al fianco sinistro. Improvvisamente, gli uomini sul tetto della vecchia cappella azionarono le loro stupide armi contro Maven e quest'ultimo, reagì con una poderosa ventata generata dalle sue ali nere quanto quelle piumate del decaduto. I dardi si bloccarono quasi subito dinanzi a quella forte corrente e solo alcuni di loro, anche se rallentati, "sopravvissero", conficcandosi a terra. Un paio finirono vicino ad uno stivale di Mael.
    Ebbene, quei stupidi mortali volevano la guerra? Volevano proprio rischiare la vita per cercare invano di catturare due creature di tale portata? Che sciocchi... Avrebbero trovato pane per i loro denti.
    "Esatto, odio essere ignorato." affermò in risposta al nero drago, spiegando in contemporanea tutte e quattro le ali. Portò entrambe le mani all'altezza del petto, chiuse in un unico pugno. Lentamente le allargava, dando alla "luce" una sfera nera con debole screziature rossastre. I cacciatori premettero all'unisonoi grilletti delle balestre, mentre il capitano ordinava ai suoi sottoposti di tenersi pronti.
    "Ecco qui un regalo per voi." esordì sadico e sarcastico. La sfera si fece sempre più grossa e Mael, con tutta la sua forza che aveva, la lanciò verso il gruppo di uomini. Durante il lancio, il globo prese la forma di una grossa aquila arpia dall'aspetto nero ed etereo che, con i lunghi artigli ricurvi, si avventò subito contro una schiera di uomini. Altri dardi vennero scagliati dai suddetti verso l'animale evocato da Mael, ma il rapace li evitò agilmente e iniziò ad affondare becco e artigli su occhi e gole dei poveri malcapitati. Zampilli di sangue iniziarono a schizzare come acqua che usciva dalla fontana e l'angelo, soddisfatto, iniziò a ridere freddo. Nell'aria si diffusero urla di terrore, dolore... E il capitano dei mercenari, continuava a dare ordini, sgolando e imprecando come uno scaricatore di porto. Non sapeva più cosa fare... Poveretto, non aveva detto che lui e il suo gruppo avevano ucciso bestie più grosse e feroci? Si era dato la zappa nei piedi così...
    "Musica per le mie orecchie..." mormorò, godendosi per una manciata di secondi quello spettacolo e scoccando in contemporanea un'occhiata al drago. Fece roteare Astaroth per tagliare e deviare i dardi che erano arrivati sia da Maven che da Mael stesso e quest'ultimo, con un battito delle quattro ali, zompò in aria e atterrò sul tetto sconnesso della cappella. Un cacciatore, vedendolo così vicino, estrasse istintivamente la propria spada e andò a contrastare quella seghettata di Mael, iniziando così uno scontro corpo a corpo. Nel mentre, l'aquila arpia evocata, continuava la carneficina.
    "C'è l'imbarazzo della scelta, mio oscuro amico. Io mi occupo intanto di questo temerario." disse con un ghigno, marcando l'ultima parola con tono canzonatorio.
    "Ti ucciderò, mostro!" urlò l'uomo, tentando un affondo verso l'angelo che venne contrastato dalla sua spada.
    "Lo credi proprio? Così giovane e inesperto mi sembri... E' un tale peccato buttare la vita in questo modo, non credi?" Mael bloccò di nuovo la spada dell'avversario e mise un piede in avanti, facendo inciampare il cacciatore, il quale perse l'equilibrio, mollò la presa della propria arma e cadde giù dal tetto, accompagnato da un urlo e da un sinistro suono di ossa sfracellate e spappolate. L'angelo osservò la scena dal ciglio di una tegola, scuotendo la testa.
    "Tsk, illuso."
    Gli altri mercenari, vedendo che Mael aveva fatto fuori il più giovane del gruppo, accerchiarono sia lui che il drago, con le armi puntate. Alcuni di loro invece, rimasero fuori a combattere contro l'aquila evocata che continuava a cavare occhi e a sfigurare volti. Si potevano notare infatti, un paio di mercenari atterrati e agonizzanti dal dolore. Dai loro occhi incicciati, sgorgavano grossi rivoli di sangue.
    "Siete in trappola, arrendetevi!" urlò il capitano.

    Edited by H a w k e ; - 11/12/2016, 16:51
     
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    Maven osservò compiaciuto le azioni di Mael, dopo aver impugnato la sua singolare (E decisamente minacciosa) spada aveva evocato quella che sembrava un'aquila nera come la pece dai luminosi occhi rubino e si era lanciato contro uno dei mercenari mentre la sua evocazione teneva a bada almeno tre degli altri.
    Accadde così veloce che il drago quasi non se ne accorse, un giovane uomo cadde proprio di fronte a lui, Maven strinse i denti con un espressione sofferente, si voltò verso gli uomini che avevano iniziato ad accerchiarlo.

    "Ooow, quella deve aver fatto dannatamente male, ma... Oh! Non disperate! Sembra ancora vivo...!"

    La sua pesante zampa destra si schiantò sulla testa del giovane, un sonoro schiocco simile al rumore di un uovo caduto a terra si levò in aria andandosi a perdere nel nulla. L'improvviso gesto aveva ammutolito gli uomini che aveva intorno, ora gli unici versi che si sentivano erano le urla ed i lamenti degli uomini che stavano combattendo con l'aquila. Maven voltò lo sguardo verso gli uomini che erano scesi a terra per accerchiarlo, confidando che l'angelo si stesse occupando di quelli rimasti sul tetto. Si portò lentamente la zampa verso la boccca, leccando ciò che era rimasto attaccato sulla pianta con deliberata lentezza, il suo sguardo si posò sui cinque uomini che aveva di fronte. Un espressione seccata stampata sul muso.

    "No, mi sono sbagliato... Sembra decisamente morto, almeno ha un buon sapore... Heh"

    Uno dei cinque non riuscì a trattenersi e si lasciò andare ai conati di vomito impiastrando il terreno dietro di lui, i suoi compagni chiusero in fretta le fila per proteggerlo, sembravano essersi ripresi... Erano certamente mercenari più esperti del loro compagno.

    "UCCIDETELO, NON STATE LI IMBAMBOLATI"

    Urlò il capitano da sopra al tetto ma nel tempo che servì ai suoi soldati per recepire il messaggio il dragone era già sopra di loro, enorme e perfettamente cosciente della superiorità fisica.
    Con una zampa falciò due degli umani, gli affilati artigli passarono pelle, carne e ossa con estrema facilità, i due si riversarono a terra gorgogliando e soffocando nel loro sangue.
    I due mercenari rimasti riuscirono a scagliare le loro frecce verso di lui nella concitazione del momento, uno riuscì a colpirlo, conficcando il dardo alla base del collo del drago, Maven però non esitò un secondo, con uno scatto repentino del collo afferrò l'umano per il torso e stringendolo con grande forza fra le fauci scrollò rapidamente la testa, uccidendolo sul colpo, il drago lanciò poi il cadavere a fianco a lui senza riguardo alcuno. L'ultimo umano rimasto aveva approfittato della situazione per darsela a gambe, lasciando il suo compagno in stato di shock al suo destino, Maven piazzò una zampa sulla schiena dell'umano ancora intento a vomitare, piantandolo a terra ma senza intenzione di ucciderlo e si concentrò un istante, calcolò la distanza e...
    L'uomo che ora era ad una decina di metri di distanza si alzò in aria come se fosse stato afferrato da una mano invisibile, il suo collo si spezzò e il corpo inerme cadde a terra. Un occhio abituato all'ombra avrebbe benissimo potuto notare il tentacolo di massa oscura che lo aveva afferrato e ucciso senza pietà.

    -P-Prego...Non... Ho una figlia...-

    Maven abbassò lo sguardo verso l'uomo che aveva sotto alla zampa, stava annaspando nei propri fluidi cercando di dirgli qualcosa, Il drago si girò verso la chiesa, mantenendo la pressione sull'uomo, non era sua intenzione ucciderlo. Voleva farne tornare almeno un paio a casa vivi per far raccontare in giro di loro, come una specie di lezione.

    "Hey Mael! Se non uccidessi il capitano e me lo lanciassi qua te ne sarei infinitamente grato!"

    Urlò in un tono così casuale che sembrava si rivolgesse ad un compagno di bevute in un'osteria.
     
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    Alcuni cacciatori avevano accerchiato sia Mael, nel tetto che Maven, sceso a terra per schiacciare come uno scarafaggio la testa del giovane -che fino a poco prima era ancora vivo, nonostante avesse tutta le ossa sfracellate- che l'aneglo aveva scaraventato di sotto, facendolo inciampare. Tutti si erano ammutoliti, tranne per le urla degli altri uomini che facevano da sotto fondo. Stavano ancora combattendo contro l'evocazione di Mael che però, si dissolse poco dopo in una fumata densa e nera. I superstiti, con i volti sfigurati e gli occhi perforati dalla nera aquila arpia, rimasero ancora a terra a contemplare miseramente il loro dolore. Avevano mollato le armi a terra e solo uno di loro, seppur a fatica, si unì al gruppo che aveva accerchiato il decaduto.
    "Embè? Che aspettate?" esordì sfacciato e sarcastico, alzando in contemporanea spalle e sopracciglia. Proprio non li capiva: perché quella massa di imbecilli se ne stava imbambolata davanti a lui? Attendevano una mossa di Mael? Se proprio volevano questo...
    Impugnò ancora più saldamente Astaroth e scattò in alto in contemporanea ai dardi che venivano ancora una volta scoccati contro di lui. Nel frattempo, il capitano poco distante da lui, urlò ai suoi compagni in basso di uccidere Maven.
    "Seh, aspetta e spera..." pensò. Forse ancora non avevano capito che uccidere un drago non era come bere un biccher d'acqua, specialmente di quella forza e costituzione.
    Quando l'angelo schizzò in aria, il rettile sotto di lui piombò sul tetto e iniziò, con i suoi artigli, a mietere vittime come il Mietitore, quel tipo di angelo che Mael conosceva fin troppo bene. Alcuni dardi però, colpirono alle spalle un paio delle quattro ali e gli rovinarono qualche piuma corvina. Il decaduto così, si voltò repentino e furioso, notando che sul tetto uno di loro, sopravvissuto al massacro della sua evocazione, gli aveva "sparato".
    "Ah, un altro temerario... Vuoi forse fare la fine del tuo compagno?" sibilò subdolo, con gli occhi iniettati di una strana colorazione viola. Piombò giù come una furia e protese la spada in avanti, pronto ad infilzare il mittente dei dardi. Il mercenario, non potendo fare nulla dinanzi a quell'imminente avversario che avanzava verso di lui come un treno, non fece altro che urlare e soffocare nello stesso quando la lama di Astaroth trapassò il suo ventre come la carne allo spiedo. L'uomo, destinato ormai a morire, iniziò a pregare, facendo una veloce lista dei peccati che aveva commesso in vita con la speranza di essere ammesso nell'Aldilà senza problemi.
    "Lo vuoi capire che nessuno ascolterà le tue preghiere?" sputò velenoso, estraendo la spada dal corpo dell'avversario, accompagnato da uno schizzò di sangue che macchiò l'angelico e diabolico volto del decaduto. Nella faccia del cacciatore, prossimo alla sua fine, si dipinse un'espressione di puro orrore.
    "Te lo dice uno che ne sa di queste cose... ehe." Arrivò uno spintone all'uomo che precipitò dal tetto, raggiungendo il suo ormai deceduto giovane compagno, precedentemente massacrato.
    "Porta i miei calorosi saluti ai miei candidi simili che tanto vorrei rivedere per farci due paroline..." Emise un ghigno soddisfatto e si voltò indietro, pulendo la lama di Astaroth con un lembo del suo mantello rosso. Nel mentre, osservò Maven che con uno dei suoi oscuri bracci semi-invisibili, fece fuori l'ultimo uomo rimasto di quel gruppo, rompendogli di netto l'osso del collo. Mael ancora una volta, udì il sinistro e piacevole rumore che producevano le ossa quando spezzate.
    "Ammirevole." esordì, rivolto verso il drago. L'angelo fece un paio di passi in avanti e si concesse qualche secondo per capire quanta gente era rimasta. Non molti, a occhio e croce. Li avrebbe uccisi tutti se fosse stato per lui, ma il drago gli disse di lasciargli il capitano, con tono decisamente normale, così come due conoscenti che si ritrovavano tutti i giorni per affari di vita quotidiana. Mael rivolse un'occhiataccia al capitano, che sostava dinanzi a lui con ancora l'enorme balestra puntata, il dardo pronto per essere scagliato.
    Siete dei mostri! Mostri!" si lasciò sfuggire, seppur mantenesse il sangue freddo e la mano ferma. Che era esperto si vedeva decisamente, a differenza dei suoi sottoposti, lui aveva molto più polso. Non tremava e teneva i nervi saldi.
    "Shhh." Mael fece cenno di fare silenzio, mentre iniziò a far roteare la spada come se fosse stato un bastone.
    "Risparmiati le parole, forse potrai ritornare a casa vivo. Forse." Rise freddo e iniziò a girare intorno al capo dei cacciatori, così come un avvoltoio sopra una preda prossima alla morte, in mezzo al deserto.
    "Avrò il piacere di intrattenerti mentre il mio nuovo amico finisce di là. Dunque... Hai capito la lezione? Hai messo a repentaglio quasi tutti i tuoi uomini... Vuoi forse rimettere pure la vita di quelli rimasti, compresa la tua? O sarai saggio da prendere i tuoi bagali e andare via di qui, mhm?"
     
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    Maven accettò il complimento dell'angelo, sorridendo e elogiandolo a sua volta.

    "Oh, mai quanto te. Io manco di eleganza"

    Disse ammirando il massacro che il compagno aveva appena portato a termine, a quanto pare aveva deciso anche di ascoltarlo visto che risparmiò la vita al capitano. Il drago annuì compiaciuto, gli piaceva quando le cose andavano come voleva. Lasciò per un istante la presa sul soldato a terra, permettendogli di respirare, con la punta di un artiglio afferrò il colletto della sua giubba di cuoio e lo trascinò senza molte remore contro al muro della chiesa.
    Il capitano aveva i denti stretti e la balestra puntata verso il decaduto, se avesse scagliato un dardo ora probabilmente avrebbe fatto una pessima fine ricavandoci poco... Se si fosse arreso forse poteva riportare a casa i soldati feriti e pianificare qualcosa contro quei due demoni. Riluttante alzò le mani e posò la balestra accanto a lui, calciandola lontano verso il tetto, la sentì cadere qualche istante dopo dall'altro lato della chiesa.

    -Cosa volete da noi?-

    Chiese senza sbottonarsi troppo, le parole di troppo potevano essere letali in quella situazione.
    Maven alzò un artiglio verso il cielo, un tentacolo oscuro si avvolse intorno al petto del capitano e senza troppi complimenti lo tirò a terra, con abbastanza cautela da non rompergli nulla nel processo, l'uomo aveva appena rischiato un infarto... Ma contro cosa si era messo?
    Il dragone si avvicinò ad entrambi gli uomini, il soldato era evidentemente in stato di shock ed il capitano cercava di farlo riprendere.

    -Soldato, riprenditi, usciremo di qui te lo prometto-

    Un artiglio picchiettò insistente davanti ai due, Maven accolse il loro sguardo con un sinistro sorriso.

    "Vedo che ci siamo calmati, ce ne vuole a voi imbecilli a capire le cose, huh?"

    La tonalità della voce era come al solito aggressiva e volgare, avvicinò il muso al capitano, fermandosi ad un metro scarso da lui.
    L'umano non riusciva a muoversi, non aveva mai visto un drago vivo così da vicino... Aveva ucciso si creature della sua stazza però erano bestie selvatiche, non parlavano ed erano facilmente ingannabili, quello era qualcosa di diverso, per non parlare dell'angelo che aveva decimato il suo gruppo... Avrebbe dovuto capirlo prima, sarebbe dovuto venire con l'intera guarnigione non con un gruppo così piccolo, si morse un labbro e deglutì, pigliando coraggio.

    -Uccideteci o lasciateci andare, non avrAAAH-

    L'artiglio del drago si era mosso rapido e con precisione chirurgica aveva strappato l'occhio sinistro all'uomo che ora era riverso su se stesso urlando di dolore e bestemmiando in ogni lingua, il dragone mosse la stessa zampa afferrandogli la testa e tirandolo al livello del suo muso.

    "Taci, verme"

    L'uomo si ammutolì, tremando ancora per il dolore. Il drago lo lasciò andare.

    "Ora voi tornate a casa vostra e raccontate tutto quello che vi è successo, per filo e per segno. Il mio nome è Maven e cercate di ficcarvelo in quella dannata testa, tutti devono sapere di me, tutti devono vivere nel terrore. Siete nella mia zona di caccia ora"

    Volse le spalle ai due, aveva finito. Quel discorso era un semplice modo per stressare la popolazione, voleva che avessero paura anche solo ad andare a pisciare di notte, potevano anche mandare un esercito contro di lui ma nulla può arginare le ombre. Dopo due passi si fermò però, alzando lo sguardo verso Mael, la sua espressione sembrava costernata.

    "Mi sono quasi dimenticato, il mio ego a volte è troppo invadente. Vuoi aggiungere qualcosa, amico?"

    Disse all'angelo, a quanto pare lui era una delle eccezioni a quella sua minaccia, per due motivi: Uno, non aveva la minima intenzione di metterselo contro, era pericoloso tanto quanto lui. Due, lo considerava suo pari e gli stava decisamente simpatico.
     
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    Il capitano dei cacciatori, dopo un intenso momento di sguardi truci indirizzati verso Mael, gettò la balestra a terra e la fece cadere. Disse cosa volessero i due che avevano scatenato tale strage, stando attento a non allagarsi troppo con le parole. Al resto ci pensò tutto Maven, che prese il mercenario con uno dei suoi tentacoli oscuri per portarlo a terra, vicino ad uno dei pochi soldati rimasti che versava in un pietoso stato di shock.
    L'angelo rinfoderò la spada e si concesse dei secondi per togliersi i due dardi che si erano conficcati nel paio di ali superiori. Le squadrò e le gettò sotto il tetto della chiesa. Tanto ormai era diventata una sorta di cimitero-discarica, visto che precedentemente ci aveva buttato due cacciatori senza alcun rimorso.
    Si avvicinò al ciglio di una tegola sconnessa e balzò a terra come un gatto, bilanciandosi con le ali. Fece qualche passo e, come se stesse tranquillamente aspettando chissà cosa -appoggiato comodamente alla parete della chiesa- assistette con una certa ghigna stampata in faccia, quel discorso tra l'umano e il drago. Quest'ultimo, prima che il cacciatore potesse dire qualcosa, gli strappò un occhio dalla cavità con una sorprendente rapidità nei movimenti. Mael sorrise ancora di più, fino a mostrare la sua dentatura bianca e perfetta. In realtà quel sorriso, nascondeva una crescente smania nervosa di finire del tutto quei due, con un'irrefrenabile voglia di piantare la lama della spada in mezzo alle loro teste. Esseri simili, pensò, non meritavano di vivere un secondo in più.
    CITAZIONE
    "Mi sono quasi dimenticato, il mio ego a volte è troppo invadente. Vuoi aggiungere qualcosa, amico?"

    Mael schioccò la lingua contro il palato e, scostandosi dal muro con paurosa nonchalance, si avvicinò ai cacciatori e si abbassò alla loro altezza perché entrambi erano riversi a terra come lombrichi. Sussultarono timorosi quando videro che il decaduto si era messo davanti a loro.
    "Né più e né meno di quello che hai detto, direi che la stessa cosa valga anche per me." affermò, voltando la testa verso il drago.
    "Solo che io mi chiamo Mael." sorrise di nuovo sadico, alzandosi in posizione eretta. Fece scattare la lama nascosta che cingeva al braccio sinistro, mostrandone la lama e la puntò verso i due penosi mercenari.
    "Beh, che aspettate? Avete dieci secondi per girare i tacchi e levarvi di qui, prima che io inizi a giocare..."
    Il capitano si alzò a fatica, con una mano che reggeva inutilmente l'occhio che non c'era più. Con l'altra, aiutò l'altro compagno ad alzarsi, frettolosamente.
    "Vendicherò i miei compagni..." mormorò, con voce tremante carica di dolore causato dalla ferita.
     
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    Era proprio una bella serata! Sangue, cadaveri... Si si sicuramente il cupo influsso del vuoto era nel aria.
    Peccato non essere arrivato in tempo per godersi la battaglia.
    Il "tenero" angioletto dagli occhi rossi, i lunghi capelli viola e l'abito in nera pelle aveva sentito il trambusto ma si era perso il meglio di quello spettacolo di morte.
    Il nome di quel essere perverso che chiamare angelo sarebbe un insulto per le schiere angeliche è Vacuiel.
    Un gruppetto di uomini messi piuttosto male si allontanava dal massacro dei loro fratelli d'arme.
    Ma nessun dio avrebbe accolto le loro anime... A parte il meraviglioso maestro oscuro del angioletto caduto.
    La morte e l'amore personificate: Io il mitico maestro del vuoto.
    Sento che Vacuiel, seduto vicino al camino di un tetto vicino al campo di battaglia, stringe il mio talismano. Con il quale riesce a parlare dalla distanza: Un ametista del vuoto.
    Cerca il mio contatto, il mio calore e il mio morbido corpo peloso in quel oggetto e sa che almeno in parte sento il suo desiderio di me.
    Ha solo me dopotutto.
    Ero l'inesistenza che quel angioletto cercava, una perdizione dolce come miele e amara come veleno.
    Beh, ne io ne lui abbiamo rimpianti.
    Il padre non lo voleva più per la sua colpa.
    Terra?
    Inferno?
    Il mio limbo era meglio: L'inesistenza... Ma li comunque ci siamo comunque divertiti, e in modi che i mortali non riuscirebbero ad immaginare.
    Il mio piccolo angioletto.
    Guarda quei due, seduto in parte al suo caldo posto sopraelevato nella la fredda sera che lentamente muta in notte.
    Francamente lo capisco, speravo anche io di vedere un simile sterminio che ha mancato.
    Avrei voluto assaporare le anime dei nemici morti per mano o zampa di quel drago e del altro angelo caduto.
    Dovevano essere forti per compiere un simile massacro, e non sembravano messi male dopo, avrebbero potuto andare avanti per ore a combattere probabilmente.
    Non nego che mi piacerebbe divertirmi un pò con due simili soggetti, ma sono preoccupato per per il mio angioletto.
    Lui non poteva fronteggiare un drago potente come quello e un caduto di quella classe, almeno non contemporaneamente.
    Non avrebbe avuto nemmeno una chance contro di loro, io invece forse avrei potuto provare a gestirli, ma anche se un divino dubito che contro quegli avversari da solo avrei avuto vita facile.
    Non ci sarebbe voluto molto che lo scoprissero, ma Vacuiel non era sciocco.
    Se non puoi batterli... Emh amici suppongo.
    "wow! Quanti cadaveri! Siete stati voi due? Che forza, siete due veri guerrieri!"
    Fece Vacuiel con fare da ragazzo adulante.
    Almeno leccandogli i piedi si sarebbe salvato la vita, perché altrimenti non aveva chance.

    Edited by Master of Void - 24/12/2016, 03:01
     
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