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.Era una Gionata grigia e noiosa nella città nera:
I corvi giganti, in stormo, volavano placoidi in cerca di qualche arto o pezzo di carne da mettere sotto il becco.
Gli umani sottopagati lavoravano nei campi e nelle risaie.
kappa, imp, Ryuhizashi, tengu, naga e koboldi facevano svariati lavori e se non stavano dietro balconi di negozi o bancarelle li si vedeva passare con casse piene di merci, caraffe di pozioni o unguenti vari, gabbie con strane creature e vasi di piante medicinali o velenose.
Alcuni di loro invece armati, insieme a kelpie, sai, oni, revenant e spettri in armature d'ossa fuse, pelle, metalli oscuri e chitina pattugliavano sulle mura e giravano per le strade per mantenere la calma che regnava in quel oscuro reame, e con loro c'erano tefzar, barghest e ahuizolt come "cani" da unità cinofila.
Le streghe nelle botteghe preparavano pozioni e veleni per tutti i gusti.
Kitzune che accompagnavano nobili vampiri, elfi oscuri o creature di altre razze come dame da compagnia.
Cerano alcune creature sotto i lampioni che si vedevano per oro, cibo o semplicemente che cercavano qualcuno con qui passare la notte.
Le sirene, nelle vie allagate simili a canali veneziani, nuotavano praticamente invisibili sotto le acque paludose o volavano sui tetti tra draghi, iliung, corvi giganti, demoni e oscure creature in quel cielo plubeo.
Dopotutto le sirene di quella specie potevano farsi crescere le ali per volare come aviane creature o nel acqua trasformare le gambe in coda di pesce... Sempre se non si nascondevano assumendo forma umana come la giovane Nemara, una sirena ibrida figlia di un tritone e una Kitzune, cosa sancita dalle tre code volpine e le orecchie in testa.
Yomi, il suo amico nekomata era acciambellato con la testa sul suo grembo.
Lei seduta su una panca guardava la città dei corvi annoiata metre accarezzava il micio a due code.
Era il più grande mercato nero di tutta kengard, ma lei si era annoiata lo stesso.
Forse avrebbe dovuto fare un giro a palazzo.
Il castello del eterno crepuscolo dopotutto era un bel posto se ti piace il genere: Mega castelli oscuri.
Ma più che altro lei sperava che arrivasse qualche forestiero.
Di solito sono gente interessante se non appetitosa.
Chi sa...
Dopotutto a Kengard non si era veri avventurieri se non si visitava la città dei corvi almeno una volta.
Gli serviva vedere gente nuova, sarebbe stato meglio di starsene a deprimersi su una panchina.
Edited by Aesingr - 6/8/2018, 00:49
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.SPOILER (clicca per visualizzare)questa role è aperta... UNITEVI! XD.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ci uniremo io, l.pallad e Elkar appena finiamo sull'Ossidiana d'Argento ^^.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)ok, proteste passare per il ponte della Grazia o attraversare la palude dove ho già preparato un altra role ^.=.^.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Inizio io
Zephiros arrivò con Lenrian accanto ed Alanair tra le zampe. Dopo aver osservato la città dall'alto si abbassò di quota e,dopo dieci secondi atterrò con un tonfo.
Eccoci arrivati. disse il mezzo drago,che osservò meglio la numerosa folla che si presentava loro davanti,domandandosi il perchè di un tale raduno. Poi,come un fulmine a ciel sereno vide tra le tante creature una che non avrebbe certamente pensato di rivedere:un sai. In un flash di ricordi il mezzo roc iniziò a ribollire di rabbia,che fuoriuscì in buona parte repressa sottoforma di ringhio furioso,che però era abbastanza forte da poter essere udito dai suoi due compagni. Gli occhi gli bruciavano di rabbia e da quello destro fuoriuscì una lacrima,a causa del triste ricordo della perdita del suo amico umano.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)
Lenrian, Zephiros e Alnair si erano lasciati alle spalle le montagne dell'Ossidiana d'Argento, dopo un viaggio tranquillo senza aver incontrato nessuno e ora stavano atterrando alla Città dei Corvi.
Il luogo si presentò tetro e buio già dall'alto, dove il colore era il grigio e il nero. C'era anche una leggera nebbia a rendere ancora più tetra la città al tramonto.
Zephiros, con Alnair tra gli artigli atterrò appoggiando delicatamente l'unicorno a terra, seguito subito dopo da Lenrian.
Il drago arancione era come una fiamma in quel grigiore, il suo manto scintillava lucido come un fuoco acceso e il suo elemento sembrava irradiarsi intorno al suo corpo, scacciando il grigiore dai dintorni di Lenrian. C'erano diverse creature nella strada dove erano atterrati e tutti osservavano sospettosi i nuovi arrivati, specialmente il drago scintillante.
All'improvviso il drago-roc iniziò a ringhiare furioso.
"Cosa c'è?" si allarmò il drago arancione mettendosi istintivamente in posizione di guardia e guadando nella direzione verso cui ringhiava il drago ibrido. Si trattava di un sai.
Lenrian guardò di nuovo il suo compagno e vide che pianse, pianse di rabbia. Una lacrima gli cadde dal suo occhio destro iniettato di rabbia come il sinistro.
Credendo che avesse fiutato una creatura pericolosa che conosceva anche Lenrian iniziò a ringhiare, ma meno forte del drago-roc, rannicchiandosi vicino all'unicorno come per difenderlo.
"Quella creatura è pericolosa? Si tratta di un nemico?" chiese a Zephiros.. -
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Alnair se ne stava tranquillo tra le zampe di Lenrian, godendosi il viaggio verso la città dei corvi. L'ambiente paludoso di certo non era rassicurante e bello come lo erano invece gli altri luoghi in cui era stato da quando aveva lasciato Apuovia. Ma se era qui che doveva andare, allora era meglio che si arrangiasse. Ma questo non gli impediva di essere preoccupato per quello che sarebbe potuto succedere in quel posto. Ed infatti successe davvero qualcosa. Era apparsa una creatura e c'era il dubbio se fosse un nemico o no. Lui ovviamente non lo sapeva, e quindi rimase semplicemente zitto ad aspettare che succedesse qualcosa. . -
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Zephiros continuò a ringhiare furioso per altri 30 secondi e nel mentre continuavano a balegnargli davanti i ricordi. Poi,all'improvviso si calmò,versando un altra lacrima sempre dall'occhio destro,rivolgendo uno sguardo triste ai suoi due compagni.
Quell'essere fa parte di una razza che in passato mi ha tolto una persona a me cara. Con il vostro consenso vorrei raccontarvi cosa mi è successo all'incirca 20 anni fa. disse il mezzo drago ai due. I ricordi,quelli felici e spensierati ma anche quelli tristi e drammatici stavano emergendo di nuovo. Quei ricordi che pensava di sopprimere con il tempo erano invece tornati a galla soltanto vedendo uno di quegli esseri. Però voleva poter condividere con gli altri questa sua dolorosa esperienza,in maniera da poter essere compreso e,magari consolato.. -
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Il sai che aveva puntato Zephiros non si mostrò offensivo, non degnò nemmeno di uno sguardo il loro gruppo. Quando quella creatura tornò per la propria strada, il dago-roc si calmò e smise di ringhiare. Anche Lenrian tornò a rilassarsi riassumendo una posizione tranquilla ma aveva sempre i sensi all'erta e di tanto in tanto s guardava in giro per accertarsi che qualcuno non li attaccasse. Era la prima volta che si avventurava nella Città dei Corvi e sapeva della pericolosità della zona, quindi non abbassò la guardia.
Zaphiros pianse di nuovo e parlò ai suoi due compagni, con uno sguardo molto triste. Ora Lenrian aveva capito, non ce l'aveva con quel sai ma con quella razza perchè uno di loro gli aveva fatto un brutto torto. Sapeva che molti draghi suoi amici avevano un profondo astio specialmente verso gli umani per aver ucciso un loro simile, a Zephiros doveva essere successa una cosa simile con i sai.
"Se ciò non ti riapre vecchie ferite dolorose all'anima, puoi parlarne....ma sottovoce. Non vorrei che ci siano orecchie indiscrete qui attorno" gli rispose Lenrian, guardandosi ancora in giro ma pronto ad ascoltare ciò che aveva da dire l'ibrido drago-roc.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Quindi continuiamo tra di noi senza problema? Non dovremmo aspettare, Master of Void
Alnair ascoltò quello che aveva detto. Zephiros. Quindi anche lui aveva avuto un trauma. Il che era piuttosto triste. Per il momento quel tipo non aveva fatto nulla, e quindi non poteva di certo biasimarlo per qualcosa che aveva fatto qualcun altro. Comunque voleva davvero sentire il racconto del mezzo drago mezzo roc. Quindi rispose.
"Ma certo. Sono davvero curioso di sentire tutta la storia. Personalmente posso dirti di non condannare tutta la razza per le colpe di alcuni, ma comunque dicci pure cosa ti è successo. "
Ed attese di sapere cosa ti era successo.. -
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Inizierò dal principio. disse Zephiros. Dopo qualche secondo iniziò a raccontare,narrando di come avesse perso la madre roc all'età di 10 anni e del fatto che scappò su un isolotto in seguito,di come,un anno dopo incontrò l'umano esploratore Mulan Red,che lo prese con se,diventando suo amico. Raccontò poi dei successivi 9 anni che passò assieme a lui,durante i quali gli insegnò ad usare i suoi poteri e quando,alla fine,all'età di 20 anni l'assalto di un sai,che il mezzo drago alla fine uccise provocò la morte di Mulan e dei suoi compagni.
Da allora ho vagato per 20 anni aiutando gli altri quando ero di passaggio,ma da allora vedo i sai come dei mostri che non meritano pietà,così come non ne ha mostrata quell'individuo per il mio amico. disse il mezzo roc,concludendo così il racconto.. -
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Lenrian ascoltò attentamente il racconto di Zephiros. Il drago ibrido aveva perso la madre in giovane età, era fuggito su di un isolotto e lì aveva fatto amicizia con un umano, evento raro già tra i draghi e i roc puri ma quando arrivò al punto nel quale un sai aveva ucciso l'umano e i suoi compagni.
Il drago arancione della Luce avvolse il drago-roc con l'ala destra, come per abbracciarlo e consolarlo.
"La tua storia è molto triste, Zephiros. Diversi draghi mi hanno invece raccontato che dei loro simili sono stati uccisi prevalentemente dagli umani e molti di loro ora odiano il genere umano."
Lenrian fece una pausa per guardarsi in giro e poi riprese a parlare.
"Ma io non ce l'ho con gli umani. E nemmeno con i sai. Posso capire il tuo rancore ma non puoi odiare tutta la razza dei sai solo perchè uno di loro ha ucciso il tuo amico, lo ha detto anche Alnair. Capisco la vendetta contro quel sai specifico ma tutti gli altri non c'entrano niente. Se tu uccidi a sangue freddo un sai a caso diventi tu l'assassino, facendo figurare la tua pregiata razza allo stesso livello di spietati assassini" e alle parole fece seguire una lieve carezza con la zampa sulla testa di Zephiros ed un sorriso amichevole rivolto ad entrambi.. -
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Alnair ascoltò attentamente il racconto di Zephoros, e la cosa gli causò molto dispiacere. Specialmente per il fatto che un Sai gli aveva ammazzato un umano che gli era stato amico. Poi ascoltò anche la storia di Lenrian dove è successo che c'erano draghi che odiavano gli umani per come essi uccidessero gli altri draghi. La cosa era piuttosto preoccupante. Il suo corpo era quello di un unicorno, ma le sue origini erano umane. Per fortuna però Lenrian non era tra quel genere di draghi, e quindi la cosa fu un sospiro di sollievo. Naturalmente dovette trovarsi d'accordo con lui per il fatto che uccidere quel Sai adesso era sbagliato.
"Ha ragione. Uccidere quel Sai così su due piedi non mi sembra una buona idea. Lui prima di tutto non ha fatto niente a nessuno di noi, e non puoi incolparlo di quello che ti è successo. Poi inoltre non lo conosciamo e quindi non possiamo sapere se lo merita oppure no. Quindi è meglio non metterci a cercare guai.". -
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Non avevo intenzione...di ucciderlo. disse Zephiros,che li guardò meglio.
Ma comunque avete ragione. Non posso odiare tutta la loro razza perchè un individuo in particolare ha ucciso il mio amico. disse ancora il mezzo drago. Ed infatti era proprio così. Non poteva odiare un intera razza solo perchè un loro individuo aveva ucciso il suo amico. Se così fosse avrebbe dovuto odiare anche gli umani perchè alcuni di loro gli avevano tolto la madre,eppure questo non successe. Ed anche se lo avesse ucciso,come gli aveva fatto notare Lenrian avrebbe dato una cattiva reputazione a tutti quelli come lui. E lui non voleva questo.. -
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Lenrian fu contento dalle parole del drago-roc e dell'unicorno. Zephiros aveva capito che odiare un'intera razza per un solo individuo era inutile, anzi avrebbe solo peggiorato le cose. E ingaggiare battaglia a freddo con un Sai in una città come quello era fuori discussione. Lenrian avrebbe combattuto solo se qualcuno avesse attaccato lui o qualcuno dei suoi due compagni di avventura e nuovi amici.
"Mi fa piacere che hai capito, Zephiros. Ciò fa di te una creatura saggia"
Il drago arancione della Luce si rivolse poi ad Alnair.
"Sei diretto ad un punto specifico di questa città? Stai cercando qualcuno?" chiese all'unicorno.
Lenrian non aveva ancora ben capito cosa o chi cercasse l'unicorno in quella città.
Il sai al quale aveva ringhiato Zephiros se n'era andato per la sua strada, prendendo una delle tante viuzze strette della Città dei Corvi, sparendo alla loro vista..
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